Secret Garden : Francois-Frederic Guy
Chopin :
François-Frédéric Guy, pianoforte
la dolce volta, 20 gennaio 2023, formato 88.2/24, via Qobuz
***
Leggendo il libretto del disco ho capito subito a quale giardino segreto si riferissi Guy nel titolo.
Che immagino sia stato a lungo meditato (il Giardino Segreto è un romanzo del 1910 della Signora Burnett).
Ma partiamo dall'inizio.
Conoscevo Guy per Beethoven, Brahms, Liszt e certe avanguardie.
Mai ascoltato in Chopin.
E questo si spiega, perché é la prima volta che l'ha registrato in questo doppio CD. Dopo averlo, ovviamente, a lungo studiato in gioventù.
Nelle note si leggono alcuni aneddoti autobiografici che lo spiegano.
Un appuntamento rimandato per decenni. L'occasione è stata - anche in questo caso - il lockdown ... che ha consentito una pausa un pò a tutti.
Ma, io credo, soprattutto la disponibilità dello straordinario strumento usato per la registrazione.
Un Pleyel del 1905 da 286 cm. Chopin e Liszt a Parigi trovarono i primi Pleyel e la loro carriera decollò con il suono caldo, dolce ma preciso di quegli strumenti.
Questo modello rappresenta oltre un secolo di evoluzione e di sperimentazioni del costruttore parigino.
Guy ha dovuto adattare la sua tecnica a questo strumento, facendo pratica per ore ed ore. E in qualche modo abbandonare le abitudini imposte dagli strumenti attuali.
Potenti ma squilibrati sia nella tenuta del suono - specie del basso, che non si differenzia dalle altre gamme - che nel tocco.
Il pedale è quello di Chopin ma più raffinato. La tastiera, anche.
Ne è nato uno Chopin che è diverso da quello che ... io detesto.
Quello ingessato, perfettino ed incline all'inutile sentimentalismo.
Può uno strumento consentire tutto ciò ?
Naturalmente solo se il pianista ha la sensibilità necessaria e se ha ben chiari i SUOI obiettivi.
combinando le straordinarie opportunità di oggi (qui sopra il pianista che legge la parte all'iPad, non dalle centinaia di spartiti di Chopin che il padre gli ha lasciato) con le qualità di una macchina per fare musica progettata per trasmettere amore per la musica.
In questo modo un Notturno può commuovere senza eccedere in mielosità. E si sente cosa volesse dire in ogni nota, il polacco, purtroppo sopravvissuto a stento a decenni di sovrastrutture ed incrostazioni che non gli hanno - spesso - reso la dovuta giustizia.
Se a questo aggiungiamo una registrazione, perfetta, perfettamente calibrata sullo strumento ma senza gli eccessi in cui cadono certi tecnici con certi Steinway.
Ascoltare per credere (e se lo scrivo io ...).
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