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Bach : Cantata BWV 51 "Jauchzet Gott in allen Landen"


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originale manoscritto del 1730

La cantata è divisa in quattro movimenti più l'alleluja conclusivo

  • Jauchzet Gott in allen Landen ("Lodate il Signore in tutte le terre"), un'aria col da capo.
  • Wir beten zu dem Tempel an ("Offriamo le nostre preghiere al tempio"), un recitativo che di fatto è un arioso con archi. Il testo di questo pezzo è tratto da salmi 26 e 138.
  • Höchster, mache deine Güte ("Nell'alto, rinnovare la vostra bontà"), soprano e basso continuo
  • Sei Lob und Preis mit Ehren ("Lodi, preghiere ed onori"), é una fantasia sulla quinta strofa del corale di Johann Gramann Nun lob, mein Seel, den Herren per archi e basso continuo con il soprano come cantus firmus.
  • Senza interruzioni, si passa al fugato Alleluja conclusivo.

L'autore del testo del primo movimento e del terzo è sconosciuto, ma alcuni ipotizzano possa essere lo stesso Bach.

Sia la parte del soprano, che copre due ottave e richiede un do alto nel primo e nell'ultimo movimento, che la parte della tromba solista, sono estremamente virtuosistiche. La parte della tromba, invece, fu probabilmente scritta per Gottfried Reiche.

Il testo tradotto in italiano della prima aria :

Lodate il Signore in tutte le nazioni!
Sia nel cielo che nella terra
tutte le creature
viventi proclamino la sua lode,
e vogliamo al nostro Dio
un'offerta ora presentare
poiché anche nella croce e nel bisogno
è restato al nostro fianco.

***

organico : soprano, tromba, due violini, viola e basso continuo (con organo)
Composizione : 1729-1730
Lipsia, Nikolaikirche, forse il 17 settembre 1730 oppure il 25 settembre 1729
Ripresa nel 1730, 1731, 1750 e 1755.

La partitura è originale e parzialmente autografa con parti di W.F. Bach.

***

E' nella realtà una composizione misteriosa, in quanto la prescrizione stessa di Bach "Dominica 15 post Trinitatis et In ogni Tempo" non la destina ad una particolare occasione anche se si ipotizza come prima esecuzione il mese di settembre del 1729 o del 1730.
Formalmente è stata impiegata per la celebrazione dei 200 anni dalla Pace di Augusta (25 settembre 1535), occasione profana.

L'organico è chiaramente festivo e la partitura per soprano tanto virtuosistica (tre volte per do alto e per saldo di do) da richiedere una cantante di ruolo e non certo un fanciullo o una voce bianca.
Anche la parte di tromba e del livello di quella prevista per altre cantate bachiane di taglio celebrativo, a parte l'Oratorio di Natale e il Magnificat.
Praticamente un mottetto solistico con tanto di fugato, fantasia, corale, strutturato come aria-recitativo-aria-allelujia con vere e proprie velleità concertistiche.

Tanto che Friedmann Bach, morto il padre, la riprese ad Halle, ed aggiunse una seconda parte di tromba e i timpani, per elevarne ulteriormente il carico celebrativo.

Secondo Raffaele Mellace (vedi il suo meraviglioso e dettagliatissimo volume sulle Cantate di Bach), il primo movimento rinnova gli splendori dei Concerti Brandeburghesi con il concertino dei tre strumenti (soprano, violino e tromba) che compete con il "tutti" orchestrale. La voce gareggia proprio con il virtuoso alla tromba.
E' chiaramente un'aria all'italiana.
Il recitativo, almeno formalmente, stempera il clamore iniziale con una vera e propria perorazione del soprano appoggiato agli accordi degli archi.
La meravigliosa aria che segue, con il soprano accompagnato dal continuo (violoncello e liuto) é forse il cuore dell'intera cantata con un cantabile di "rasserenante distensione", denso e portato da un basso ostinato.
Nel corale i due violini intonano le prime due voci, riguadagnando il loro giusto peso mentre la voce del soprano ricama sopra la loro melodia. Anche qui un richiama totale, alla musica italiana (due violini, soprano, basso continuo, tace la viola).

La cantata culmina in un monumentale "scontro" tra il soprano e la tromba concertante con il tutti degli archi impegnati in un lungo fugato.

***

Si intuisce forse anche dalle mie parole il livello della composizione, tra le vette più magiche raggiunte dal Kantor di Lipsia.
Che possa essere stata composta nientemeno che per Faustina Bordoni, usignolo di Handel e moglie di Hasse e di base in quegli anni a Dresda dopo i fasti di Londra e Parigi, fa capire che tipo di voce sia richiesta per questa composizione.

E per fortuna oggi abbiamo quello che ci vuole. In questi giorni sono innamorato dalla performance della bellissima (ho scritto bellissima ? volevo scrivere bravissima !) Sabine Devielhe che ha registrato con Pygmalion un disco dedicato ad Handel e a Bach, come a sancire la leggenda della Bordoni.

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un momento dell'aria iniziale, Sabine Devielhe e il complesso Pygmalion di Raphael Pichon

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la registrazione è smagliante, vivace, tanto francese che italiana.
Resta Bach ma con piene e precise radici Scarlattiane nel confronto con le arie operistiche di Handel.
Ci mostra anche cosa Bach avrebbe potuto fare se i suoi datori di lavoro fosse stati più liberali nelle prescrizioni ...

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c'è un disco recentissimo (22 novembre 2022) con questa cantata.
La voce di Amanda Forsythe non è quella della Devieilhe ma ad avercene.

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faccio seguire il volume n. 30 della edizione delle cantate di Suzuki che si avvale di un altro dei miei amori, Carolyn Sampson.
Si tratta di una lettura equilibrata, senza troppi fuochi artificiali, la Sampson gioca meravigliosamente con la tromba che di suo, fa di tutto per non sovrastarla.

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Carolyn Sampson

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chiudo con la classica lettura di Gardiner, nel suo pellegrinaggio del 2000, con la svedese Malin Hartelius nella parte del soprano

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lettura rapida, come suo solito, asciutta, ma festante come previsto.

Naturalmente trovate altre decine di interpretazione di quella che è una delle più belle e gioiose cantate di Bach, che oggi ascolto a ripetizione, al posto del tradizionale oratorio di Natale.

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