Geza Anda a cento anni dalla nascita
Nasceva a Budapest il 19 novembre 1921 Geza Anda, pianista elegante e di straordinario talento, morto anzitempo nel 1976.
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Negli anni '60 e '70 era considerato tra i più grandi pianisti della sua era - e in quell'era i grandi pianisti erano tanti - ma dopo la sua morte la sua fama è scemata ed oggi raramente viene ricordato.
Probabilmente per la sua razionale lucidità che ne caratterizzavano l'approccio musicale in ogni partitura, senza la passione viscerale di altri musicisti della sua terra.
E perché dopo di lui tanti altri pianisti hanno avuto modo di esplorare il suo repertorio tipico, fatto di Mozart, Schumann, Beethoven, Brahms e ovviamente Bartòk.
Io l'ho conosciuto in disco da ragazzino, con le copertine dei suoi album Deutsche Grammophon, alcuni dei quali sono parte integrante ed insostituibile del mio essere musicofilo.
Per questo ci tengo particolarmente a ricordarlo nei 100 anni della sua nascita e ad oltre 45 anni dalla sua morte.
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Formatosi all'accademia Liszt di Budapest con insegnanti come Ernst von Dohnányi e Léo Weiner, si perfezionò a Berlino.
Nel 1940, durante la guerra, con la i Berliner Philarmoniker eseguì per la prima volta in pubblico il secondo concerto di Brahms prima con Mengelberg e poi con Furtwangler.
grande didatta, incominciò a dare lezioni di musica ai suoi allievi già a 20 anni, prima di poter emigrare in Svizzera nel 1943.
Negli anni '60 tenne masterclass a Salisburgo e dal 1969 insegnò ininterrottamente a Zurigo fino alla morte.
Dal 1952 al 1976 presenziò ogni anno al Festival di Salisburgo.
Per le raccomandazioni della connazionale Clara Haskil parimenti esule in Svizzera, si avvicinò a Mozart, uscendo per l'occasione dal suo repertorio romantico.
La Haskil era una interprete altrettanto raffinata dei concerti di Mozart, con la sua ispirazione Geza di dedicò all'intero corpus dei concerti "riconosciuti" del salisburghese, dirigendoli dal pianoforte durante la registrazione integrale della DG.
Tutti i concerti di Mozart della sua integrale hanno cadenze scritte da Anda.
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Lo “spirito musicale di Géza Anda” è una ricerca intellettuale, in costante oscillazione tra due poli: da un lato, l'ideale difficilmente raggiungibile della totale padronanza dell'espressione artistica; dall'altro, la quotidiana ricerca del più alto standard tecnico. Questo pendolo è sostenuto da virtù come la dedizione, la perseveranza e l'autocritica incessante.
Géza Anda si è sempre sentito l'unico responsabile della qualità della sua performance; si rifiutava di incolpare il pianoforte o il pubblico. E non ha mai legato i suoi allievi a una particolare interpretazione: ha insistito sulla corretta esecuzione delle note, per poi lasciare che fossero loro a modellare il pezzo da soli. C'era una sola ricetta: dovevi persuaderlo della validità della tua interpretazione.
L'indottrinamento non aveva posto nel suo “spirito musicale”; si trattava piuttosto di attendersi una sorta di unità tra un'interpretazione immaginaria e l'adempimento del proprio dovere. Il che ci riporta al cuore della sua ricerca intellettuale: l'appello che un'opera d'arte completa fa alla personalità incompleta. (tratto da Sechzehntel sind auch Musik di Schmidt)
Come diceva ai suoi allievi "non puoi impararlo, devi diventare tutt'uno con il pezzo che stai studiando".
Il senso sintetico di questo era una dicotomia solo apparente, una sorta di Eusebio e Florestan nello stesso pianista, un tizzone infuocato un momento, un razionale e lucido intellettuale nel passaggio successivo.
Insomma, tecnica digitale raffinata asservita completamente ad un pensiero lucido alla base della "gioiosa" qualità del suo stile musicale che ritroviamo esattamente in ogni registrazione disponibile.
Per preservare questo spirito, la Fondazione Geza Anda ha istituito il concorso omonimo già a tre dalla morte del pianista.
Quest'anno si è tenuto il concorso per intero dopo una interruzione per la pandemia. Ha vinto il tedesco Anton Gerzenberg non a caso suonando il concerto n. 9 di Mozart
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Un Geza Anda pensoso, discute del 2° di Brahms con un sornione Von Karajan
Questa foto è per me particolarmente significativa perchè sono letteralmente cresciuto con il 2° di Brahms della premiata coppia
non da meno con il concerto di Gried accompagnato da Kubelik, sempre con i Berliner.
molto prima di esplorare i già citati concerti di Mozart di cui riporto la copertina originale
dove Geza Anda dirige il Salzburger Mozarteums dal pianoforte, prima volta per una integrale discografica.
ma ovviamente Geza Anda si è esibito praticamente con tutti i direttori della sua epoca, da Mengelberg ad Abbado, passando per Kubelik e Fricsay.
questo non è uno dei miei dischi preferiti, probabilmente perchè Geza Anda non è in copertina insieme a Starker, Schneiderman e Fricsay ma il fatto che sia presente nel triplo concerto di Beethoven ne indica il peso nella sua epoca.
Ma c'era nella copertina originale del solo Beethoven, quando gli LP non potevano contenere tutto il materiale degli odierni album
eccolo a destra con la sua immancabile sigaretta in bocca. E' difficile trovarlo - non in posa - che non stia fumando.
Ma naturalmente nemmeno a me che non gradisco molto Bartòk può sfuggire l'importante di questo capitale volume dedicato ai suoi concerti per pianoforte con Fricsay
qui con la RSO di Berlino, un disco che per essere superato ha atteso in solitario dominio per decenni.
Da non dimenticare, ancora con Fricsay, il secondo di Brahms con la Rapsodia di Bartòk
anche qui riporto la copertina originale del solo Brahms, perchè con la rapsodia di Bartòk il suo concerto poco ci azzecca ...
Questo disco invece mi è stato regalato da mia madre per il mio 13° compleanno e l'ho conservo anche se ne ascolto solo l'edizione digitale
Geza Anda, Rafael Kubelik, i Berliner, il mio Schumann ...
Naturalmente ci sono edizioni più rare di riversamenti radiofonici o bootleg meno recenti come questi :
ma senza la magia dei dischi DG.
Ovviamente sin qui il più famoso Geza Anda dei concerti per pianoforte ma non mancano testimonianze di interpretazioni solistiche, ovviamente.
le Diabelli, portate con leggerezza e spirito, accentuando la "pedanteria" del valzer originale anche nelle successive variazioni
la sonata S960 di Schubert
moltissimo Schumann, ovviamente, di cui era forse il più elegante interprete dei suoi anni
ma cercando si trova anche Chopin, Ravel, persino Bach e Scarlatti
Ovviamente qui non si voleva che celebrare il grande pianista a 100 anni dalla nascita, ricordandolo per uno stile unico ed inimitabile anche quando lo stile era una caratteristica che faceva distinguere ogni pianista dal primo accordo, a differenza di oggi dove più o meno tutti suonano allo stesso modo.
perché quello stile si porta fin dalla nascita ma lo si coltiva ogni giorno dedicandosi anima e corpo alle proprie passioni.
Grande Geza Anda, ogni giorno con me.
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