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Bach/Busoni : Variazioni Goldberg nella revisione Busoni


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Bach : Variazioni Goldberg, revisione di Ferruccio Busoni (1914)
Busoni : Sonatina "in diem Nativitatis Christi MCMXVII" (#4), BV 274 (1917)
Bach/Busoni : Chaconne dalla partita #2 in Re minore, trascrizione di Ferruccio Busoni, BV 24 (1893)
Pianista (e revisore ) : Chiyan Wong
Linn 2021, formato 192/24, acquistato

***

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Wong all'ingresso in sala di registrazione per questa prova Bach/Busoni

La versione di Busoni fa parte dell'edizione in 25 volumi delle opere per pianoforte di Bach (Breitkopf & Härtel, 1894, 1914–21) che ha preparato con il suo discepolo Egon Petri (1881-1962) e il pianista italiano Bruno Mugellini (1871-1912).
Busoni dedica il volume 15 (1915), uno dei nove da lui personalmente curati, alla «più importante e più geniale delle variazioni di Bach. Ha cercato di "recuperare questo straordinario" lavoro per la sala da concerto […] accorciandolo, o parafrasando, a
renderlo più adatto sia alle facoltà ricettive dell'ascoltatore, sia al possibilità dell'esecutore».

Ha quindi suggerito di omettere i segni di ripetizione e, come lo riteneva «opportuno» per le rappresentazioni pubbliche, sopprimendo alcune varianti;

Insomma, tra virgolette sono parole di Busoni, tutt'altro che una edizione fedele ma un riadattamento alle esigenze della sala da concerto per l'ascoltatore dell'inizio del XX secolo.

Comunque la musica di Bach appare tuttavia nella sua interezza nell'edizione. Busoni ha suggerito di eseguire nelle esecuzioni da concerto una sequenza diversa comprendente tre grandi gruppi da seguire. Ha paragonato questo a "tre condizioni distinte di creatività "produzione: interazione all'interno del cerchio; penetrazione interna; esaltazione esteriore». 


Il primo gruppo copre le variazioni da 1 a 13, omettendo le 3, 9 e 12. Il secondo il gruppo inizia con la variazione 14 o 17 (Chiyan Wong sceglie la prima) e continua fino alla variante 25, omettendo da 16 a 18, 21 e 24. Il gruppo finale comprende
variazioni 26 e 28, seguite da un "Allegro finale, Quodlibet e Ripresa" composto dalle ultime due variazioni e dalla ricapitolazione dell'aria di apertura.

Busoni sceglie di “riportare il tema al suo schema melodico originario, semplificato” e liberato dall'elaborata rete di ornamenti', dando la conclusione "qualcosa di simile a un inno.
In effetti aumenta il volume del tono complessivo anche se la composizione perde la perfetta simmetria originale.
Chiyan Wong usa piuttosto il testo originale di questa sezione, ma "lava via gli ornamenti, anche se con" alcuni […] “commenti” contrappuntistici’.

Nel 1910, durante la seconda delle sue quattro tournée americane, Busoni suonò in Chicago, dove ebbe discussioni sul contrappunto con l'organista, compositore e maestro Bernhard Ziehn (1845–1912) e il suo allievo Wilhelm Middelschulte (1863–1943). Nel suo libro Canonical Studies (1912), Ziehn ha discusso l'inversione simmetrica, per cui il rigore del processo è svolto senza riguardo per il risultato armonico. Sia questa tecnica che le sue idee su come completare il finale de l'Arte della Fuga di Bach avrebbero trovato compimento nella Fantasia contrappuntistica di Busoni.

L'idea di scrivere un'inversione della variazione 15 (Canone alla quinta) si presentarono a Chiyan come uno studio compositivo suggerito dal concetto teorico di Ziehn. Chiyan conserva il layout trasparente di Busoni, che presenta le tre voci su righi separati. Per effetto dell'inversione, si scambiano le parti esterne: il soprano inizia con un salto di ottava verso l'alto, invece di una discesa di ottava nel basso. Usando la nota RE come uno specchio, la chiave originale e cupa di sol minore viene trasformata in re maggiore.

Non bastasse tutto questo - cioé trasformare la trasformazione di una delle opere capitali della composizione occidentale - Wong aggiunge come separé una sonatina di Busoni che di fatto è una parafrasi di un corale bachiano riflesso nell'atmosfera natalizia degli appennini italiani ("pifferata").

Per chiudere con la veemente trascrizione della Ciaccona di Bach dove tutto il "lussurioso" pianismo di Busoni si mette al servizio dell'originale violinistico portandolo a vette prima inaccessibili. Qui in una interpretazione semplicemente abbagliante quanto commovente.

Un disco bellissimo, discutibile per quanto vogliamo sul piano filologico, di un pianista estremamente audace, per nulla preoccupato dalle critiche che si cala con autorevolezza sacerdotale dalle cime del contrappunto massimo.
Ascoltatelo : vi sorprenderà.

Suono nella tradizione Linn, inutile commentarlo. Probabilmente potrebbero dedicarsi del tutto alla musica oramai e smettere di fare apparecchi hifi.

  • Eccellente, grazie ! 1

1 Commento


Commenti Raccomandati

  • Nikonlander Veterano

Disco stranissimo, abituati come siamo alle Goldberg originali, ma comunque bellissimo. Il povero Busoni non poteva certo immaginare che un giorno sarebbe arrivato Glenn Gould a trasformarle in uno dei pezzi più noti del catalogo bachiano. 

Spettacolare Chiyan Wong in tutto il disco e bravissimi i tecnici della Linn.

  • Sono d'accordo 1
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