Approfittando di questo inizio di ottobre quasi tropicale ho voluto confrontare vis a vis vantaggi e svantaggi di due modi di fare fotografia ravvicinata: quello con cui sono solito fotografare grossi insetti e simili (ossia il 300mm f4pf+TC14) rispetto al 105mm Z f2.8 MC.
Di solito usavo il metodo 300+TC14 su formato Dx (D500 prima, Zfc poi), tuttavia da recente possessore della Z8 l'ho usata nella prova a formato pieno, perchè credo che quello sia il formato preferenziale d'uso di una fotocamera del genere e inoltre potrebbe essere di maggiore interesse per più persone.
L'utilizzo del formato pieno rispetto a quello Dx ovviamente da' uno svantaggio con entrambi i metodi: i rapporti di riproduzione ottenibili non sono incrementati dal ritaglio operato dal formato più piccolo.
Tutte le foto che seguono sono state scattate a mano libera.
Con la Z8, il 300mm + Tc14 da' un rapporto di riproduzione di circa 1:3 a 1,4m.
Il soggetto scelto per questa prova, Trithemis annulata, ha una lunghezza media tra 3,2-3,8cm per cui il risultato è questo:
420mm f8
Alla stessa distanza di messa a fuoco con il 105mm logicamente ho un rapporto di riproduzione notevolmente inferiore, pressappoco così:
105mm a 1,4m circa.
Certo, si arriva ad 1:3 col 105mm (nella foto che segue forse sono un poco oltre 1:3) Ma ad una distanza leggermente inferiore ai 50cm.
105mm MC, distanza di messa a fuoco intorno ai 45-50cm
Operativamente le differenze stanno nella maggiore praticità della lunga distanza non solo per la possibile fuga del soggetto ma anche per una più facile correzione della parallasse, perchè stando più distanti è più comodo posizionarsi in linea con il soggetto (non è idea solo mia, leggete ad esempio John Shaw o andate a vedere le foto di Ronnie Gaubert).
Ciò non toglie che, se si è in grado di avvicinarsi nel modo giusto senza spaventare il soggetto e quello ci da' il tempo di posizionarci correttamente come dimostrato dalla foto sopra, si può benissimo fare la stessa foto con il 105mm.
NOTA: avvicinarsi nel modo giusto significa tra l'altro non proiettare ombre sul soggetto e non cambiare forma, in pratica vuol dire che se ci si avvicina camminando in piedi e poi ci si accuccia per scattare è molto probabile che la libellula (o quel che state fotografando) percepisca il cambiamento e fugga. Se si vuole scattare all'altezza del soggetto (che di solito è meglio) bisogna avvicinarsi a quell'altezza. Attività utile anche a mantenere il corpo flessibile.
A parità di rapporto di riproduzione ed a parità di diaframma, dato il diverso angolo di campo dei due obiettivi, la resa dello sfondo cambierà:
420mm a f11
105mm a f11
Fin qui i confronti.
Quello che la soluzione 420mm + TC non può fare (a meno di montare lenti, tubi, pesanti crop e quant'altro e allora si può perdere oltre alla praticità anche qualità di immagine) è superare il rapporto di riproduzione di 1:3 mentre con il 105, è chiaro, si va oltre
105mm a f11, sfuocato splendido, nitidezza eccellente.
A f14 lo sfuocato cambia sensibilmente.
Col 105mm possiamo andare anche molto oltre, con risultati entusiasmanti:
105mm a f11
Operativamente, come già scritto, ma di più ... arrivare a 20-30cm dal soggetto richiede sapersi muovere, avere pazienza e sopportazione (reciproca del fotografo e del soggetto).
Il principale ostacolo (non insuperabile, ma presente) che ho incontrato nello scattare queste foto è che la libellula è posata in mezzo a un cespuglio (leggermente spinoso), questo faceva sì che il minimo movimento di qualsiasi parte del mio corpo per aggiustare la posizione venisse trasmesso e amplificato dall'intreccio dei rami mettendo in allarme la mia modella. Sapendolo ho cercato di muovermi il minimo indispensabile con la massima delicatezza ed ho portato a casa la foto.
Conclusioni? Ciascuno farà le sue. Io propongo solo qualche considerazione:
La qualità finale dell'immagine con un po' di accortezza pre- e post- scatto secondo me non varia in modo drammatico, si possono ottenere foto soddsfacenti anche con il 300+TC (qualcuno potrebbe pensare diversamente, va bene ci mancherebbe, non occorre insisterci qui).
La differenza a mio vedere sta più nei limiti operativi di uno o dell'altro metodo, se voglio passare dalla foto ravvicinata alla vera macro non c'è che il 105mm, ma bisogna imparare a gestire le problematiche date dalla corta distanza di messa a fuoco, non sempre si presentano, ma alcune volte sì.
Il 420 (300+Tc14) invece ha dalla sua una maggiore comodità d'uso (sempre, ma soprattutto se si usa un treppiede che da muovere fra i cespugli può diventare un incubo) ma va bene solo per fare del close-up fino a 1:3 (sul formato pieno, a meno di croppare) il che può essere limitante per ottenere immagini particolari.
Anzi, ho cambiato idea, una conclusione, ancorchè vetusta e per qualcuno trita, la propongo: Nikon... fammi un 200 micro Z please! Il meglio dei due mondi in un solo obiettivo!
Se volete aggiungere considerazioni, commentare, anche in disaccordo purchè in modo pacato, ne sarò felice.
Silvio Renesto
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