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Max Aquila

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  1. Ci si stanno avvitando intorno, all'MB-Z... davvero una caduta di stile. Ci penseranno i cinesi...purtroppo col cavetto esterno per poter alimentare pulsante e ghiere verticali...
  2. Max Aquila

    Z snake skin

    potevamo stupirvi con effetti speciali... Ecco una pellicola protettiva per le vostre/nostre Nikon Z 7 e 6: Life+Guard Protection Skin (fonte Nikon Rumors....) Giusto per chi non voglia trattarle ...coi piedi
  3. Sullo ZETA BOOK NIKKOR un posto d'onore spetta ad una focale che solamente in Nikon occupa una quantità di caselle sconosciute ad ogni altro marchio: quella dei 23 gradi e mezzo scarsi di angolo di campo del 105mm, IL mediotele Nikon per eccellenza, presente fin dalle prime versioni RangeFinder, addirittura prodotto anche in montatura per Leica (dai quali cultori era bramato) e per poi arrivare all'infinita serie dei 105mm per reflex, tra i quali troviamo le versioni f/2,5 da ritratto (qui rappresentate dal primo non-Ai del 1959 e dall'ultimo AiS del 1981), quindi le versioni macro, dalla più datata f/4 (qui sopra raffigurata) alle più moderne, fino a quelle attuali f/2,8 MF ed AF, ancora... le versioni speciali, UV del 105/4 quelle prive della ghiera di messa a fuoco, da utilizzare su soffietto quello superspecialistico da ritratto, più unico che raro, l'AF 105/2 Defocus Control quanto ancora il più luminoso degli MF, quel Nikon 105/1,8 AiS del 1981che, messo accanto al più conosciuto f/2,5 lo faceva proprio sfigurare... Surclassato in tutto e per tutto solo nel 2016, con la presentazione del monumento a questa focale che è LUI il Nikon 105/1,4E = e...basta! Sul nostro ZETA BOOK sperimentiamo abbinamenti estremi: grazie all'adattatore FTZ che ci consente una certa elasticità anche con le ottiche datate (ferme restando le raccomandazioni esplicitate qui) ed è in forza di ciò che, con rammarico, mi sono dovuto astenere dall'utilizzo del bellissimo, primo, mitico Nikkor-P 10.5cm f/2,5 per evitare di danneggiare la baionetta dell'adattatore, a causa della inconsueta (per i successivi Ai) profondità del profilo interno alla sua ghiera ma è pur sempre un obiettivo costruito nel 1959, non certo progettato, nelle più rosee previsioni del suo creatore, per arrivare ad essere montato, 60 anni più tardi, su di una mirrorless Z. Il paraluce di questo obiettivo con schema 5/3 è in comune con il coevo 13,5cm f/3,5 E' a mio parere, prima di tutto, una scultura ottica, caratterizzata da forme ed accostamenti cromatici che ne hanno fatto un riferimento per molti altri obiettivi Nikon che lo seguirono. Obiettivo per l'epoca molto luminoso (quello RF si fermava ad f/4) ma fondamentalmente compatto nelle dimensioni, capace di mettere a fuoco già da 1 metro, dotato di una ghiera di messa a fuoco meno pronunciata di quella delle versioni successive (in totale 4 non-Ai e 3 successive) bella ancora ma non nella maniera eclatante del mio esemplare della prima serie... Dalla prima versione 1959, un saltone in lungo fino al 1981 alla settima ed ultima edizione di questo obiettivo, quella AiS da 5 lenti in 4 gruppi, paraluce incorporato e dimensioni poco più grandi di uno standard, che sarà amato per molti anni a seguire dai ritrattisti nikoniani, diametro filtri da 52mm, come la maggior parte degli obiettivi Nikon, a partire dalle focali da 20mm, fino addirittura al 200mm f/4. Paraluce incorporato e un bel colpo d'occhio rispetto l'austera linea, costituito dai riferimenti colorati della pdc, relativi ai rispettivi colori dei valori del diaframma Essendo un AiS, questa volta entra tranquillamente in relazione con l' FTZ e la Z6, anche se, come già ribadito nelle avvertenze per l'uso di questa sezione, non c'è da farsi particolari illusioni sulla resa di un obiettivo calcolato sulla imperfezione dimensionale di un frammento di pellicola, rispetto alla severità di un sensore moderno da 24milioni di pixel/informazioni. Suggestivo, ma morbido, rispetto i gusti attuali della fotografia di ritratto divertente nella ricerca del nitido/non nitido, anche se con un bokeh più adatto alla curvilinea pellicola che al rigido sensore/censore... Adatto ovviamente allora come adesso al B/N specie se a contrasto più elevato di questo esempio come era nelle corde delle emulsioni e dei rivelatori chimici del periodo, per i quali questo obiettivo appare tagliato su misura. Last but not least... il mio preferito di questo trio, anche se il meno conosciuto (e sicuramente meno idolatrato, a torto) Sua Eccellenza il Micro Nikkor 105/4 Non-ai : 5 lenti in 3 gruppi (questo mio un Ai-d appartenente alla prima serie, della fine del 1975 Di questo obiettivo ho già scritto su Nikonland più volte, in particolare definendolo come "Il Figlio dei fiori" in questo mio articolo del 2007, in quanto per il suo RR nativo da 1:2 (trasformabile in lifesize con il tubo PN-1) e per la sua focale e la distanza operativa dal soggetto, ben si presta a fiorigrafare passeggiando per campi o giardini, ma altrettanto rende ancora oggi nella riproduzione di oggetti di piccole ma non microscopiche dimensioni, utili per cataloghi, pubblicità, food e materia simile... sia a TA quanto ai diaframmi più chiusi Nella migliore tradizione degli obiettivi Micro Nikkor di quel tempo, che oggi Nikon ci fa desiderare vengano riproposti, riveduti e corretti, per essere liberamente e comodamente utiizzati sulle mirrorless Z che per ora si devono accontentare dei loro progenitori... Direi senza infamia: anche se non è tutto oro quel che luccica... Max Aquila photo (C) per NikonZetaland 2019
  4. Il problema è un problema e la soluzione è duplice: o come dice Mauro, spegnete le luci che lo causano ed usate le vostre oppure, semplicemente tornate all'otturatore meccanico La soluzione si chiama: foto riuscita.
  5. Non è come dici. La news cavolata a cui ti riferisci è quella che segnala il fatto che INDIPENDENTEMENTE dalla natura della luce impiegata e con +6EV di sovraesposizione le ML Z andrebbero in banding. Ma il banding affligge qualsiasi otturatore elettronico sottoposto a luce puntiformi di particolare intensità come sorgente di luce principale (per esempio faretti in interni o riprese di sera/notte in esterno con illuminazione stradale) Quel difetto di cui scrivi, relativo all' otturatore, si chiama "rolling shutter" E la discussione relativa sulle differenze rispetto il global shutter fatta da Mauro, ben approfondisce il punto. Prima di chiarire agli altri su di un forum Nikonland raccomanda di avere ben chiaro l'aspetto di cui trattare... Se no...basta chiedere a noi
  6. Torna a galla sempre l'interrogativo lanciato in tempi non sospetti da questo articolo
  7. Direi che con l'utilizzo della EN-EL15 sulla tua Z7 la risposta alla tua domanda l'abbia già in mano: ed è il senso di questo articolo su di un componente fondamentale di un apparato, ma così tanto tenuto in relativamente scarsa considerazione. Ottimizzare il consumo di energia invece di produrre aborti come le tue predilette EN-EL18b : costose, pesanti, ingombranti, altrettanto difficili da smaltire. Utilizzare batterie più efficienti, senza gravare sulle altre componenti, in prima battuta le dimensioni: come quella stilo e mezzo della tua torcia... ma penso anche alla batteria al litio piatta del mio smatphone Samsung, da 4.000 mAh che mi consente quasi due giorni e mezzo di autonomia
  8. E' un archivio, ma portatile e provvisorio, in attesa di tornare a supporti sicuri: inoltre puoi anche sostituire l' HD e portandosi appresso 2 o 3 Tb di SSD in tagli vari direi che si possa stare a fotografare anche un anno intero prima di aver bisogno di un PC su cui scaricare il malloppo Piuttosto vedrei bene, eventualmente, una connettività wi-fi per spedire l'archiviato, sotto alimentazione di rete, nel proprio cloud. Ce l'ha questo X-Max o no?
  9. esisteva anche sulla D810,850,500,5 etc: basterebbe leggere il dannato manuale ogni tanto. Ma non è risolutivo quel controllo: e parlando con fotografi pro che lavorano nei palazzetti sportivi, mi confermano che è un problema frequente e sentito. Potete sempre tornare a scattare con la Kodak Ektar da 1000 ISO: 36 scatti a rullo ad un prezzo che oggi sarebbe di 15-20 euro per il rullino ed altri 7 per lo sviluppo, più la stampa dei provini. ma il banding non li si vedrebbe, perchè sarebbe oscurato dalla grana...
  10. Gianni, una CFExpress da 1Tb costerà quanto quel coso, per cui il problema è risolto in partenza dalla scheda: ma il coso serve a fare per esempio una copia di backup mentre giri per il Sulawesi oppure nel Borneo centrale: oppure a Forcella a Napoli e rischi che ti puntino un coltello e ti rubano tutti i tera delle tue CFexpress: ma tu la sera prima avevi lasciato in albergo il tuo bravo XferMax X8-N sul quale ritroveresti tutte le foto tranne quelle del giorno dello scippo: e non dirmi che il Pulitzer lo avresti vinto con quelle rubate...
  11. certo che esiste, ma bisognerebbe centrare l'oscillazione sulla giusta frequenza e, cambiando sorgente di luce...
  12. E quante ne comprerai? Perché se non mi fanno i tagli da 64 e 128 gb io resto con le mie XQD...
  13. Quello che non ho fatto per scattare le foto poi pubblicate su Nikonland in quei tre giorni per nuraghi di due anni fa... Ma ho quasi 55 anni, non più 25...Non possono costringermi a fare Spiderman...perché io comunque lo faccio...
  14. E che cosa c entra il Program? Credo di non averlo mai utilizzato in vita mia. L'otturatore elettronico serve in determinate situazioni: bisogna solo fare attenzione alla eventuale presenza di sorgenti di luce che possono ingenerare il banding. Se non esistessero controindicazioni smetterebbero di usare anche un otturatore meccanico: cosa che avverrà col global shutter, quando risolveranno anche la sincronizzazione flash, attualmente impossibile in modalità silenziosa
  15. Certo. È la frequenza di scansione dell otturatore elettronico. Non un disturbo del sensore
  16. Nikon Z6 e faretti led ad incasso da 5w otturatore meccanico 1/640" f/8 40mila ISO idem, con otturatore elettronico in verticale sottoesposto 2/3EV per accentuarlo
  17. Che sia un lettore XQD (ed in futuro CFexpress) è l'unico motivo che mi ha spinto a farne un articolo... Di lettori SD (CF ormai desueto come standard) ce ne sono tantissimi e cinesi, a prezzi frazionarii rispetto a questo
  18. Nikon EN-EL 15 e le sue successive versioni 15a e 15b è probabilmente la batteria al litio più longeva della storia Nikon degli accumulatori in tempo di fotocamere digitali. Si tratta di un elemento composito a due stilo da 5cm di lunghezza per 3,5 complessivi di larghezza e 80 grammi di peso: non certo inconsistente e dalla capacità di 1900mAh 14W/h, tensione da 7 Volts, certamente adeguata per apparecchi di dieci anni fa, reflex e dal relativamente basso consumo energetico. Nasce nel 2010 a corredo delle Nikon D7000 e viene utilizzata l'anno successivo per dare corrente alla prima delle mirrorless Nikon One, la V1, per poi aprirsi la strada alla longevità corredando la Nikon D800 del 2012, mitica progenitrice della nuova categoria di prosumer reflex, giunta fino all'anno del Centenario Nikon con la D850 del 2017, per la quale (ed anche per la coeva D7500) esce in versione 15a, che si differenzia dalla prima serie ufficialmente per l'utilizzo del nuovo caricabatteria MH25a, al posto del precedente MH25 apparentemente identici, ma il secondo dotato di una corrente di ricarica maggiore del primo, sintomo probabile della necessità con queste due ultime reflex di ottenere un boost in fase di carica degli elementi al Litio che ne consentisse una tensione più omogenea. Ma le difficoltà incontrate con questa batteria erano già chiare dopo il suo utilizzo sulla V1, nella quale accadevano strani fenomeni di eccesso di consumo dell'accumulatore e di notevole surriscaldamento, che ne determinava peraltro una veloce usura che l'analizzatore di stato delle D800 (assente naturalmente sulle V1) dimostrava drasticamente. Nessun aggiornamento firmware delle One riuscì ad ottenere soluzione, tanto che nelle successive V2 e 3 furono utilizzati accumulatori differenti (peraltro sulla V3 molto più compatti ed adeguati alla natura e dimensioni di quella ML) Quindi, dopo l'uscita della Nikon D7100 nel 2013 e della D810 nel 2014 Nikon cominciò a produrre una seconda serie dell'originaria EN-EL 15 e fu costretta ad effettuare un richiamo ufficiale delle precedenti batterie, per gli utenti che dimostrassero l'acquisto di uno di questi corpi macchina, al fine di evitare potenziali danni agli apparecchi alimentati: ne abbiamo dato notizia anche qui su Nikonland quando questo problema si manifestò in tutta la sua gravità con le nuove Nikon D500 del 2016, particolarmente intolleranti alla prima serie delle EN-EL15. Per risolvere definitivamente il problema, oltre che con gli aggiornamenti fw dedicati alle macchine, Nikon appunto decide di mettere sul mercato la versione 15a, grigia, ed il charger dedicato insieme alle reflex del Centenario. Arriviamo quindi alla storia recente, quando Nikon per alimentare le sue ultime nate, le nuove mirrorless 2018, le Z7 e Z6 mette sul mercato la versione 15b, dalle identiche caratteristiche elettriche delle precedenti, ma anche la possibilità, solo a partire dalle Z, di essere ricaricata non solo dal charger, ma anche on camera dal cavetto usb, mantenendo comunque retrocompatibilità con la pletora dei corpi macchina dotati di EN-El15, davvero un esempio che ci stupisce nel panorama attuale: La domanda che mi spinge a scrivere questo articolo è una: Come riesce Nikon ad alimentare una Z7 con la stessa batteria (elettricamente parlando) che 9 anni fa era appena sufficiente per una D800/800e e sicuramente inadeguata per una V1? Come pensare di alimentare il processore Expeed 6, il mirino elettronico di ultima generazione, (rispetto il mirino ottico a consumo zero di una reflex), i 493 punti AF e le potenzialità 4k del video delle due nuove mirrorless? Solo dichiarando un dato prudenziale di autonomia attorno a 300 scatti con una sola batteria? (come i dati CIPA pubblicati in presentazione ed ancora oggi oggetto di contestazione tra appassionati e detrattori del Marchio)? La mia esperienza di utilizzo della Nikon Z6, su due apparecchi differenti sono finora ben diverse dai dati ufficiali e ritengo debbano portare a delle riflessioni pragmatiche sullo scollamento tra la pratica e la teoria. Con il primo apparecchio ed in condizioni, elettronicamente abbastanza gravose, di utilizzo (AF-C, otturatore elettronico, raffica H*, jpg F* e talora NEF+F, stabilizzazione) avevo già ottenuto un notevole risultato, documentato rifotografando col cellulare, alla fine della sessione di scatto, i dati di consumo della batteria e non si trattava di un test di durata, essendo ai primi contatti con un apparecchio nuovo, mi capita molto spesso di andare a rivedere le immagini appena scattate, così come anche di entrare nei menù per modificarne l'operatività. Oggi poi, col secondo esemplare di Z6, quello che nel frattempo ho acquistato, in similari condizioni di scatto ho spuntato ancora una volta un dato di consumo che dà parecchio da pensare: (scusate la pessima qualità dello scatto da cellulare: voglio uno smartphone NIkon...!) peraltro utilizzando nemmeno la nuova EN-EL15b, bensì una 15 della seconda serie, quelle ottimizzate per le D500 Ma se una macchina dal consumo così elevato come una mirrorless FF di questa terza generazione (Nikon ha saltato la seconda e parte della prima), in unione ad un telezoom estremo come quello che stava pilotando, alimentandone peraltro la stabilizzazione ottica (oltre a quella a 5 assi del sensore) può utilizzare una batteria elettricamente identica a quelle alimentavano reflex del decennio prima, può voler dire solo una cosa: che il miracolo lo abbiano compiuto i progettisti Z, ottimizzando i consumi e le dispersioni dell'hardware a corredo delle nuove macchine: tanto da richiedere un dispendio energetico evidentemente, proporzionalmente molto inferiore a quello di un tempo. E che i dati ufficiali debbano sempre esser messi a confronto con l'esperienza degli utilizzatori: anche prima della commercializzazione di un apparecchio. Le divisioni Marketing ci andrebbero a nozze... Noi, Nikonland, ci siamo.... Max Aquila per Nikonland 2019
  19. È questione diffusa la distinzione tra fotografo amatore e fotografo professionista. A me è successo di essere fermato mentre scattato al retablo di un monumento storico a Palermo da una sorvegliante che mi ha fatto la fatidica domanda: "Ma lei è fotografo professionista?" Subito ripresa dal collega che l'ha rimproverata: "Ma non lo vedi che scatta con una macchina d'epoca? Si capisce che non è un professionista lei, vero? Quanti anni ha questa macchina? È bellissima...!" (Era la mia Nikon Df con un 35/1,4 ai'd) Ovvio che ho continuato a scattare anche se la Df si è molto offesa..
  20. Cimiteri, aeroporti, porti, edifici militari, fari, demanio pubblico, aree archeologiche e monumentali, musei tutto ciò è molto altro necessità di autorizzazione. Poi c'è la tutela della privacy per strada e nei locali pubblici, spesso anche in quelli privati. Ci mancavano gli architetti: quindi gli eredi di Morandi, quello del pobtediGenova, adesso diventeranno ricchi. Ditemi voi se non fa bene Maratta a prenotare modelle e fotografarle per i fatti suoi
  21. Max Aquila

    Caveat Emptor

    I nuovi dati CIPPA (de Max) Nikon Z6 con batteria EN-EL15 prima serie... Scusate la polvere e la distorsione da cellulare... ma sono qui Continuo a scattare...? No, prendo un po' di sole DiPiù Review, devi fare di+....🤣
  22. Bisogna pensare anche alle esigenze di chi stia lontano dal mondo (per noi) civile per lungo periodo, magari anche per mesi. E che nel frattempo non ha la velleità di scaricare dati su un pc, anzi magari non ha alcuna intenzone di portarsi appresso un pc portatile Pensate che ai tempi che dice Massimo Vignoli, della D200, io per certezza di avere una copia di backup, durante un matrimonio, stavo a scaricare schede da 1...giga su aggeggi della stessa famiglia di questo XYZ, ma appartenenti al paleozoico in ragione della capacità e velocità operativa. Dopo un paio di esperienze lo misi da parte, perchè era operazione altrettanto rischiosa che non avere la copia immediata di backup. E perchè la lentezza operativa era snervante: da qualche parte a casa mia giace silente. Questo attrezzo che ho qui linkato invece sembra fare delle prestazioni di velocità la sua bandiera, quindi va considerato: ma mi chiedo quali contenuti sw abbia in serbo, per giustificare tale prezzo prima ancora di aver comprato un SSD adeguato. Solo per il display sul quale rivedere le foto scaricate?
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