Sullo ZETA BOOK NIKKOR un posto d'onore spetta ad una focale che solamente in Nikon occupa una quantità di caselle sconosciute ad ogni altro marchio: quella dei 23 gradi e mezzo scarsi di angolo di campo del 105mm,
IL mediotele Nikon per eccellenza, presente fin dalle prime versioni RangeFinder,
addirittura prodotto anche in montatura per Leica (dai quali cultori era bramato)
e per poi arrivare all'infinita serie dei 105mm per reflex, tra i quali troviamo le versioni f/2,5 da ritratto
(qui rappresentate dal primo non-Ai del 1959 e dall'ultimo AiS del 1981),
quindi le versioni macro, dalla più datata f/4 (qui sopra raffigurata) alle più moderne, fino a quelle attuali f/2,8 MF ed AF, ancora... le versioni speciali, UV del 105/4
quelle prive della ghiera di messa a fuoco, da utilizzare su soffietto
quello superspecialistico da ritratto, più unico che raro, l'AF 105/2 Defocus Control quanto ancora il più luminoso degli MF,
quel Nikon 105/1,8 AiS del 1981che, messo accanto al più conosciuto f/2,5 lo faceva proprio sfigurare...
Surclassato in tutto e per tutto solo nel 2016, con la presentazione del monumento a questa focale che è LUI il Nikon 105/1,4E = e...basta!
Sul nostro ZETA BOOK sperimentiamo abbinamenti estremi: grazie all'adattatore FTZ che ci consente una certa elasticità anche con le ottiche datate (ferme restando le raccomandazioni esplicitate qui) ed è in forza di ciò che, con rammarico, mi sono dovuto astenere dall'utilizzo del bellissimo, primo, mitico Nikkor-P 10.5cm f/2,5 per evitare di danneggiare la baionetta dell'adattatore, a causa della inconsueta (per i successivi Ai)
profondità del profilo interno alla sua ghiera
ma è pur sempre un obiettivo costruito nel 1959, non certo progettato, nelle più rosee previsioni del suo creatore, per arrivare ad essere montato, 60 anni più tardi, su di una mirrorless Z.
Il paraluce di questo obiettivo con schema 5/3 è in comune con il coevo 13,5cm f/3,5
E' a mio parere, prima di tutto, una scultura ottica, caratterizzata da forme ed accostamenti cromatici che ne hanno fatto un riferimento per molti altri obiettivi Nikon che lo seguirono.
Obiettivo per l'epoca molto luminoso (quello RF si fermava ad f/4)
ma fondamentalmente compatto nelle dimensioni, capace di mettere a fuoco già da 1 metro, dotato di una ghiera di messa a fuoco meno pronunciata di quella delle versioni successive (in totale 4 non-Ai e 3 successive) bella ancora ma non nella maniera eclatante del mio esemplare della prima serie...
Dalla prima versione 1959, un saltone in lungo fino al 1981 alla settima ed ultima edizione di questo obiettivo, quella AiS da 5 lenti in 4 gruppi, paraluce incorporato e dimensioni poco più grandi di uno standard,
che sarà amato per molti anni a seguire dai ritrattisti nikoniani,
diametro filtri da 52mm, come la maggior parte degli obiettivi Nikon, a partire dalle focali da 20mm,
fino addirittura al 200mm f/4. Paraluce incorporato e un bel colpo d'occhio rispetto l'austera linea, costituito dai riferimenti colorati della pdc, relativi ai rispettivi colori dei valori del diaframma
Essendo un AiS, questa volta entra tranquillamente in relazione con l' FTZ e la Z6, anche se, come già ribadito nelle avvertenze per l'uso di questa sezione, non c'è da farsi particolari illusioni sulla resa di un obiettivo calcolato sulla imperfezione dimensionale di un frammento di pellicola, rispetto alla severità di un sensore moderno da 24milioni di pixel/informazioni.
Suggestivo, ma morbido, rispetto i gusti attuali della fotografia di ritratto
divertente nella ricerca del nitido/non nitido, anche se con un bokeh più adatto alla curvilinea pellicola che al rigido sensore/censore...
Adatto ovviamente allora come adesso al B/N specie se a contrasto più elevato di questo esempio
come era nelle corde delle emulsioni e dei rivelatori chimici del periodo, per i quali questo obiettivo appare tagliato su misura.
Last but not least... il mio preferito di questo trio, anche se il meno conosciuto (e sicuramente meno idolatrato, a torto)
Sua Eccellenza il Micro Nikkor 105/4 Non-ai : 5 lenti in 3 gruppi (questo mio un Ai-d appartenente alla prima serie, della fine del 1975
Di questo obiettivo ho già scritto su Nikonland più volte, in particolare definendolo come "Il Figlio dei fiori" in questo mio articolo del 2007, in quanto per il suo RR nativo da 1:2 (trasformabile in lifesize con il tubo PN-1) e per la sua focale e la distanza operativa dal soggetto, ben si presta a fiorigrafare passeggiando per campi o giardini, ma altrettanto rende ancora oggi nella riproduzione di oggetti di piccole ma non microscopiche dimensioni, utili per cataloghi, pubblicità, food e materia simile...
sia a TA
quanto ai diaframmi più chiusi
Nella migliore tradizione degli obiettivi Micro Nikkor di quel tempo, che oggi Nikon ci fa desiderare vengano riproposti, riveduti e corretti, per essere liberamente e comodamente utiizzati sulle mirrorless Z che per ora si devono accontentare dei loro progenitori...
Direi senza infamia: anche se non è tutto oro quel che luccica...
Max Aquila photo (C) per NikonZetaland 2019
Recommended Comments
Join the conversation
You can post now and register later. If you have an account, sign in now to post with your account.