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Valerio Brustia

Nikonlander Veterano
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Tutti i contenuti di Valerio Brustia

  1. Non trascendere, se ti piace perchè no. Io no e ho i fastidi ad avere una coppia di 200mm e un triplete di 300mm, anche se sono di luminosità/pesi/misure ben differenti. Se esce uno sta a casa l'altro.
  2. COME HAI RAGIONE!!!!!! Il "continuum" in mm è una pura illusione psichiatrica (no psicologica, psichiatrica) Il risultato che hanno 2 x 24mm e 2 x 70mm in borsa, tutti e 4 di fine corsa zoom . Per contro è anche vero che così va lì va là 2 volte su 3 hai già la focale che ti serve pronta in canna, e se tempo non ce n'è fa comodo. Non è il mio caso
  3. Mi ero dimenticato di questo post Grazie Firefox Io un borbotto ce l'ho Nikon che cavolo di affezione ha per il numero 24 ?? 24-70/2.8 24-70/4 24-120/4 24-200/xxx 24-50/buio 14-24/2.8 a cavallo del 24 i due compromessi 17-28/2.8 14-30/4 Brava Nikon a fare cose innovative come lo zoom 180-600 (ed il mio micidiale 800) ma dove sta scritto che la tripletta DEVE essere 14-24 24-70 e 70-200 ?? E che sono: le nuove tavole delle leggi della fotografia??? Ma tirar fuori un dignitoso 16-35/2.8 no??? Essignore, è lì che ci gira intorno... Ma guarda gli altri, copia un po', mica è vergognoso. Ognuno ha le sue fisse e spende i soldi come meglio crede: io di sifole che sia allungano mentre zoomo non ne voglio, in 35 anni ne ho usata una sola (il 24-70/2,8 F) e mi è bastato. Il 17-28 mi piace molto e se questa è la tendenza mi toccherà, lo dico con rammarico perchè dovrò affiancargli un 35/1.8, che palle(!). La somma $$ totale la spenderei volentieri per finanziare il 16-35/2.8 dei miei desideri che non c'è e che tutti gli altri hanno in catalogo (pure fuji sul suo dx, ma si può??). Sfogatoio borbottone.
  4. Cominciamo a fissare delle Date di riferimento. La cosa è utile anche per l'acquisto anticipato dell'eventuale biglietto aereo. Cavoli io comunque devo saperlo con anticipo per questioni di organizzazione.
  5. Il gruppo PINK è eccezionale ma si saran messi d'accordo?
  6. Giovanni, ti voglio bene !!!!!!! Ma ti tiro le orecchie: ci voleva una ZOTTO per tornare a vedere le tue foto????????????????????????? va beh ormai siam qui, è divertente però questa tecnologia aliena
  7. MACCHE' TRAVISARE HAI COLTO! In questa vita bisogna RIDERE ogni volta che si può che fa solo bene!! Per questo apprezzo tantissimo i perculamenti di Max e Mauro, anzi: li cerco e loro lo sanno. Che delusione da chi si prende troppo sul serio, poi abbandona Nikonland, eddai... Sul tema età/sforzi/caldo Mauro dice il vero ma Silvio mi ha smascherato. In realtà sono tutte azioni ben calibrate. Se son stanco mollo un po' di zavorra e faccio due viaggi: son 2Km si e no di intrico forestale per andare dall'auto alla riva, un percorso che conosco solo io. Ci sarà un perché non ci viene nessuno, non lo conosco, non lo so e non lo comprendo. Mia moglie, per esempio, non ne vuol sapere... Il caldo si, è il vero nemico e tanti anni fa arrivai al tracollo. Aprivo il sentiero a giugno, nelle ore + calde, con un'umidità da svenire ed arrivai a tanto così da perdere i sensi: non avevo quarant'anni. Ho preso la misura ed il sentiero lo manutengo tutte le settimane da marzo in poi. In estate è affrontabile, si suda, ma come a correre, forse meno. E' per questo che in estate esco alle 18.00, alle 19.00 .. alle 20.00 DA CASA, vuol dire essere sul pezzo alle 21.00, godersi un'ora e mezza di luce che muore e poi tornare all'auto, nel buio pesto (fresco) con la torcia frontale. Caricarsi di meno? si se si cammina di più. Ad esempio so che posso fare traversate alpine con non più di 10-12kg di zavorra. Ma se il percorso è piano, e se non è troppo lungo (10-12km max, 15km siam già fuori) allora si può incrementare il carico. Uso treppiedi in carbonio e sto lasciando a casa quello grosso con la boccia da 74mm. Lo uso solo con il 600/4 in mezza stagione, quando fa più fresco. Ehhh è tutto un bilanciare le cose... è anche il bello Sull'acqua del Sesia: è un po' meno immonda di quella del Ticino, il letto di sabbia la filtra e i paesi che vi si affacciano hanno cambiato, negli anni, le loro tristi abitudini. Ma ci vuole ACQUA e questa si sta veramente riducendo in modo massiccio ( in una settimana il fiume è calato di 25cm ). L'acqua della Lama Grande è stata a tanto così da essere potabile, poi l'uomo ci mette mano...TDC...non sono le deiezioni animali selvatici a devastare ma la deviazione di canali irrigui si, cribbio e questo mondo qui non c'è più:
  8. Silvio e Mauro avete ragione entrambi. Bisogna intendersi sullo scopo d'uso della fotografia. Per me e' sempre stato uno strumento di indagine e non di creazione. Questo deve essere chiaro, ma l'ho sempre affermato, non e' una novita'. Va da se' che poi il lettore ci veda altro ed e' nelle cose della comunicazione. Il Gps non lo accendo consuna e non mi serve
  9. Grazie a tutti ho piacere nel rilevare un certo interesse. La sera il caldo si riduce ed e' sopportabile...si suda e si espellono tossine. Il guaio e' arrivare sul posto con il necessario. Questo e' il bagaglio di ieri 25kg tra tutto. Ma mi son portato la cssa E' ststa una notte fresca, piacevole ma stamane gia' slle 6.30 stavo pezzando. Alle 9.45 son dovuto scappare Ero appostato na non ho resistito oltre, un caldo micidiale. Peccato. Smontare il campo e tornare all'auto e' ststo un supplizio. Ho fatto di corsa che non ne potevo piu. Alle 12.00 ero sotto la doccia e mi devo ancora ripigliare son piallato. Fortunatamente domani sono in ufficio
  10. Solo una annotazione non sono mica abituato ad avere una scelta del genere C'è da perdersi...
  11. Grazie Silvio. Felice di condividere e di essere capito
  12. A quest'ora oggi saremmo dovuti essere a 2000m in mezzo agli stambecchi. Con questo caldo sono molto in alto, scendono intorno alle 19.00
  13. Ieri sera, 23 giugno, complice la serata in libertà ed un forte vento che garantiva aria povera di zanzare e caldo sopportabile, mi son recato al fiume anticipando di 1gg lo scarico foto-trappole. Intorno alle 21.00 ero appostato all'ombra di una siepe di poligono giapponese, sul greto che è crocevia serale di tutti i mammiferi del Parco delle Lame. Appostamento. Nikon Z9 ob Sigma 24/1.4 Art+FTZ2. Sono appostato da meno di 10min e sento un rumore delicato di sassi smossi ale mie spalle. Mi chino in posizione, porto la mano sulla ghiera zoom del tele il 200-400/4 VRII e la ruoto al minimo, voglio il massimo di campo inquadrabile. Non è un rumore di zoccoli quindi ho 3 opzioni: lepre, volpe e tasso, in probabilità decrescente. Ed infatti arriva una bella lepre. Muovo lentissimamente il tele sul treppiede per centrare l'inquadratura e mi fermo. E' a meno di 6 metri, scatto a 200 250mm, sono sufficienti. LE FOTO DELLA LEPRE CHE SEGUONO SONO TUTTE IN FORMATO PIENO FX e NON SONO CROP (IO NON "CROPPO" MAI) Arriva la lepre. Nikon Z9 ob NIkon AFs 200-400/4 VRII+FTZ2 @200mm , Gitzo GT3541LS Arca B1. Nikon Z9 ob NIkon AFs 200-400/4 VRII+FTZ2 @250mm , Gitzo GT3541LS Arca B1. Nikon Z9 ob NIkon AFs 200-400/4 VRII+FTZ2 @350mm , Gitzo GT3541LS Arca B1. La lepre non si avvede di me, si ferma a fare toletta: uno sciallo scatto scatto scatto. La lepre non vede benissimo, ma ha un ottimo udito e olfatto. Sono sottovento e NON FACCIO NESSUN RUMORE!!! Con la reflex questa situazione si sarebbe conclusa con tre foto e via. Nikon Z9 ob NIkon AFs 200-400/4 VRII+FTZ2 @400mm , Gitzo GT3541LS Arca B1. La lepre si pulisce per bene contorcendosi ed assumendo forme che nessuna AI implementata nella fantastica Z9 riesce a decifrare. Ho piacere che Nikon faccia campagna a favore dell'intelligenza NATURALE, ed ecco che sono chiamato ad usarla, attraverso il pollice che attiva il menù scelta messa a fuoco: via il wide S + bestie persone cose e dentro il punto Singolo. Da qui in poi è un inseguire con il joystic l'occhio della lepre. WIDE S BESTIE PERSONE COSE: mette a fuoco il groppone. Nikon Z9 ob NIkon AFs 200-400/4 VRII+FTZ2 @400mm , Gitzo GT3541LS Arca B1. Forme inconsulte per l'AI della Z9. per beccare l'occhio ho dovuto ricorrere alle vecchie pratiche di joystic. Nikon Z9 ob NIkon AFs 200-400/4 VRII+FTZ2 @400mm , Gitzo GT3541LS Arca B1. Eh qui nemmeno io sono riuscito a beccare l'occhio. L'intelligenza Naturale mi ha detto di fotografare lo stesso Nikon Z9 ob NIkon AFs 200-400/4 VRII+FTZ2 @400mm , Gitzo GT3541LS Arca B1. La toilette dura circa una manciata di minuti, poi la lepre riparte per i suoi vagabondaggi. Solo più tardi, all'orizzonte sulla lingua di sabbia dove mi ero appostato sabato scorso, quando la luce s'è ridotta tanto da pretendere i 16000 ISO, ricomparirà in compagnia di una collega, ma solo dopo un passaggio di un capriolo in fuga dai tafani e sotto l'occhio alieno di una coppia di svassi che ha deciso di stazionare al fiume (è la prima volta che vedo degli svassi nel Sesia) Capriolo maschio in fuga dalla tafaneria. Nikon Z9 in DX ob NIkon AFs 200-400/4 VRII+FTZ2 @400mm , Gitzo GT3541LS Arca B1. Un raro svasso. Nikon Z9 in DX ob NIkon AFs 200-400/4 VRII+FTZ2 @400mm , Gitzo GT3541LS Arca B1. ISO 16000 1/160 f/4 Carosello di Lepri. Nikon Z9 in DX ob NIkon AFs 200-400/4 VRII+FTZ2 @400mm , Gitzo GT3541LS Arca B1. ISO 16000 1/160 f/4 benvenuta la notte. Nikon Z9 ob Sigma 24/1.4 Art+FTZ2, Gitzo GT3541LS Arca B1. ISO 800 1.3s f/8 CONSIGLI fotografici della lepre ----------------------------- "'SCULTA AL STUPID" Z9 santa subito, l'ho già detto. Mi piace però osservare che in questa occasione ho avuto l'accortezza di indovinare l'obiettivo giusto per l'occasione corrente. In questo caso avere un'ottica zoom è stato fondamentale. Certo, altrettanto utile è stato che fosse f/4 per il contesto crepuscolare, ma la cosa interessante è che questo zoom è uno zoom IMMOBILE. Capiamoci: con il vecchio 200-500 queste foto le avrei fatte ugualmente, salvo per un piccolo dettaglio: l'allungarsi dell'ottica, date le corte distanze di ripresa, avrebbe potuto farmi individuare, perché la lepre non ci vede bene, non legge il giornale, ma i movimenti li percepisce benissimo. Dico questo perché il nuovo Nikon 180-600 è stato intelligentemente realizzato in modo da non allungarsi. Ai futuri possessori di questo obiettivo auguro incontri come questo che sono fotograficamente appaganti oltre che spassosi (la lepre è buffa forte) Il mimetismo è fondamentale, ma va accompagnato con la scelta del punto di ripresa adeguato. Ero all'ombra di un cespuglione di poligono, e la rete, i vestiti, hanno creato un buon tutt'uno che mi ha reso invisibile, salvo per quel non identificato animale che ho sentito arrivare da nord ovest e che deve aver odorato l'afrore di Autan portato dal vento. Ho sentito i sassi smossi e qualcosa allontanarsi. Meglio uscire senza vento, ma nella sera del 23 giugno 2023 ho gradito molto l'aria in movimento, altrimenti sarei ribollito. comunque ... fa un po' caldino ... magari perdo i sensi
  14. Quest'anno ancora nulla, ma l'anno scorso, qui sui fianchi vacca boia che male! Preferisco sudare ma evitare quelle puturazze, sabato ho rischiato
  15. Sabato pomeriggio, come di consueto, sul tardi parto per il Parco per scaricare le fototrappole. Lo faccio tutte le settimane ma ho saltato il giro quindi ci son 2 settimane di video e foto da scaricare. Però non mi lascio scappare l'opportunità di fare due foto. Ho il nuovo 800/6.3, non è proprio il suo ambito, però, magari, lungo fiume qualche limicolo compare, quindi lo infilo nello zaino e via. Il bosco è il solito macello di vegetazione; da aprile fatico metodicamente per tener aperto un sentiero, ma questo sabato dovrò buttarci dentro un'ora di sudore per farmi strada per l'ennesima volta. Giugno è così, opulento in tutto, nella bellezza del bosco ma anche nel caldo , nell'umido e nelle zanzare. Nikon Z9 ob. Sigma 24/1.4 Art +FTZ2 Arrivo al fiume, che trovo bene (finalmente). L'acqua scorre trasparente e placida su un letto di sassi puliti. Sono fradicio di sudore, quasi quasi, ma sì: mi butto dentro; mi spoglio biotto come mamma mi ha fatto e splash, qui non mi vede nessuno e ne approfitto per rinfrancarmi (serve). Ricomposti i pezzi, rivestito di tutto punto, stivale bucato incluso, cerco una barena per appostarmi, saran si e no le 19.20 e di luce ce n'è in abbondanza. il fiume trasparente, invitante. Nikon Z9, ob. Sigma 24/1.4 Art +FTZ2 una barena che potrebbe andare bene per appostarmi. Nikon Z9 ob. Nikon F 200/2 VR II +FTZ2 Apro il treppiede e monto l'800/6.3 a spiare la sponda opposta e le acque basse della riva sabbiosa davanti a me; il sole alle spalle, e nessuna nuvola a sciupare il tramonto, cosa voglio di più. Il punto è buono, ma lo so da 25 anni, ed ecco che arriva un bel corriere piccolo (bordo occhio giallo): E' tranquillo , è segno che mi son mimetizzato bene, la rete verde fa il suo mestiere. E l'800 anche! questo obiettivo è fatto proprio per minuscolezze come il corriere; evviva il ritaglio DX a cui accedo con un click (ma che figata questa Z9). La mira di fuoco becca bene l'occhietto bordato di giallo e lo tiene con risolutezza, peccato che l'uccellino è un po' scazzato, si mangia 2 bacherozzi e sta lì immobile, dandomi le spalle. Lo mollo per cercare altrove, arrivano i germani che in questa stagione stanno subendo la muta e sono veramente brutti da vedere, oltre che difficili da riprendere. Fa ridere che per riprendere il germano del Sesia io, da sempre, abbia dovuto fare i salti mortali, eppure c'è una ragione, la ragione della doppietta. Corriere piccolo. Nikon Z9 in DX ob Nikon S 800/6.3 Gitzo GT3541LS Arca B1 Germani nervosi in muta stagionale. Nikon Z9 in DX ob Nikon S 800/6.3 Gitzo GT3541LS Arca B1 Vabbè, potrei già prendere il sentiero del rientro, sono le 20.20 e per il tempo dedicato ho già di che essere soddisfatto. Ma le anatre si allarmano e si scostano dalla riva opposta, qualcosa le ha disturbate: è un capriolo maschio che pascola le fronde lungofiume. Lo seguo con il tele, va verso sud diventando sempre più piccolo. Per scrupolo con l'occhio dell'800 risalgo la sponda, ed ecco un altro capriolo, una femmina adulta, lei invece va verso nord quindi si avvicina. La aspetto e scatto FX, DX, ho da scegliere, le fronde sono una iattura e ce n'è sempre una su un occhio o sul naso. La femmina prosegue il suo percorso fino al greto ed esce di vista, è finita davvero, alzo la testa ma vedo un'altra macchia arancione di là dal fiume tra i salici. E' un capriolo femmina ma giovane. Strano di solito stanno i coppia, madre e figlia, fino a... a non so quando. Capriolo maschio. Nikon Z9 in FX ob Nikon S 800/6.3 Gitzo GT3541LS Arca B1 Capriolo femmina. Nikon Z9 in DX ob Nikon S 800/6.3 Gitzo GT3541LS Arca B1 Capriolo femmina juv. Nikon Z9 in DX ob Nikon S 800/6.3 Gitzo GT3541LS Arca B1 La giovane capriolo segue le impronte della femmina adulta, ma sta a debita distanza. Strano, penso, normalmente sono a vista. Seguo la giovane su su verso nord fino al greto. Ancora uno scatto e il capriolo si ferma. Rigida sulle zampe guarda davanti a se, orecchie tese in avanti, sicuramente c'è qualcosa, magari una volpe. Poi succede qualcosa che non mi aspettavo ed è documentato nelle foto seguenti. Nikon Z9 in FX ob Nikon S 800/6.3 Gitzo GT3541LS Arca B1. ISO 6400 f/6.3 1/200s VR ON, sono le 21.20 del 17 giugno. In tutta evidenza il capriolo adulto è la madre della giovane e la sta allontanando, ma la figlia avrebbe ancora piacere della compagnia materna. Nella fuga vengono dritte verso di me e raggiunta una certa distanza mi "percepiscono" e si danno alla fuga scomposta. Ho appena il tempo di fare due primi piani che mi raccontano quanto sia feroce il tormento che i caprioli subiscono ad opera dei tafani In tanti anni di osservazioni mi bastano le dita di una mano per contare le volte in cui ho assistito ad un comportamento di relazione etologica. E' già difficile fotografare qualcosa, ma ben di più è assistere, in presa diretta, alla vita quotidiana delle specie selvatiche. In pochi minuti ho visto con i miei occhi qualcosa che accade, nel segreto dei nostri boschi, tutti gli anni. E' la fine dell'adolescenza e l'ingresso nella vita adulta di una giovane capriolo. Del resto in queste settimane le mie fototrappole hanno registrato le novità di stagione ben descritte nel video che chiude il post. Per parlare di fotografia, devo puntualizzare 2 aspetti - era buio e l'f/6.3 è una bella fatica per la Z9, bene avrei fatto ad aggiornare il firmware alla rev 4.0 che dichiara miglioramenti in aggancio soggetti scuri su campo scuro; ho perso un bel po' di scatti per indecisione della messa a fuoco e qui era tutto scuro. - l'800 f/6.3 è un obiettivo fantastico ma questo non è il suo campo di battaglia. Lo sapevo, ma contavo di rientrare prima del crepuscolo. Queste riprese sono risolte dal 600/4 o dal 400/2.8 TC per concludere, 50 euro di fototrappola ha visto questo 35_PLS-FTPM_0510.AVI Valerio Brustia Nikonland giugno 2023
  16. Ci sono anche a Novara, ma va che ci son sempre stati. In cascina dove è cresciuto mio papa' era normale. Il riscaldamento globale non lo vediamo da questi animaletti, è nei ghiacciai che si slenguano in modo accelerato e negli inverni miti, così miti da invitare a svernare nel cuore del nord italia specie che sarebbero solo di passo (gru) Il geco è bello
  17. Se è difficile vale di più, per chi sa cosa vuol dire difficile. Purtroppo sappiamo anche che non basta lo sforzo profuso per creare un racconto coinvolgente (e chi scrive sa bene cosa vuol dire girare a vuoto per mesi) Ricordo un incontro anni '90 con l'allora art director di Airone, persona assolutamente particolare decisa severa e saggia, in cui questi raccontò che assai poco gliene calava della difficoltà spesa per ottenere "quella foto", ma gli interessava la FOTO per quel che offriva al lettore. Discorsi del tipo <per fare quello scatto ho speso un patrimonio, attraversato mezzo mondo e sono stato appeso 4 ore ad una corda su una falesia a testa in giù> non lo scalfivano per nulla perchè nulla aggiungono ad una foto scarsa. E' un'amara ovvietà, se vista da fuori, è meno ovvia se ci si trova coinvolti (non è il mio caso, non proposi mai nulla al professor Piazza se non il libretto per registrare il voto di analisi 2). Esiste però un bizzarro corollario a questo ragionamento, cioè che vale il contrario: una immagine "stunning" si carica di phatos se accompagnata dalla storia che ha condotto a scattarla. Insomma il Piazza, nella sua serena e lucida severità, aveva ragione, ma da furbacchione qual era, tacque del corollario di cui, appena poteva, ricorreva pesantemente. Tutta questa manfrina per dire che siamo costretti anche noi dal teorema, e già lo sapevamo, ma spesso ci dimentichiamo del corollario.
  18. Secondo me è una figata, sarebbe bello leggere racconti di fotografi che fotografano nella natura. Per esempio, senza tirare in ballo safari casalinghi o extraue (che però schifo non fanno, sia ben chiaro ) sarebbe bello che, giacchè si parla tanto di paesaggio, ci si interrogasse un po' del paesaggio "naturale". Ad esempio, Andrea Zampieron che va su e giù per le belle valli delle pale di san Martino o Paolo Mudu che si sbatte in modo caparbio tra i faggi del suo Appennino, vorrei leggere prima o poi, un loro racconto sull'esplorazione di quegli ambienti in chiave naturale. Ocio che se si scava si scoprono delle cose che fan pensare. Immagino articoli rivolti ai fotografi, come un dialogo tra fotografo e fotografo. Prendo loro come esempio di paesaggisti ma non mi chiamo mica fuori dalla discussione, vediamo di mettere insieme qualcosa di interessante. Il tempo è poco, è tiranno e le occasioni sempre scarse, e troppo spesso scadenti. E' una sfida sfidante, però averne.
  19. PS Roby devo ancora provare il visore, questo we sono stato ko (mal di gola: un cesso)
  20. ahahah, la coppa del NONNO! sei un Pistola!
  21. Mezzo metro, al massimo 2 è la profondità in cui ho realizzato tante fotografie subacquee, sia in mare che in acqua dolce. Confesso di essere qui a scrivere di questo perchè ho un po' di nostalgia; le foto di questo post sono già passate per Nikonland ma non sono qui nel blog, mi sembra corretto farne una sintesi (brutale) e metter qui la "bandierina". Da sopra il mobile spunta la sacca rossa della muta stagna, sta lì muta, in tutti i sensi, però da lì silenziosamente mi parla delle piccole avventure di riprese subacquee nelle acque di casa. Sì perchè fotografare in un fiume non è proprio uguale ad affittare un posto barca, con jacket e bombola, eh no, non si tratta MAI di fotografia subacquea secondo i sacri crismi dei brevetti sub, ma di vere spedizioni che non richiedono titoli ADVANCED - OpenWATER ma zaino, scarponi ed un po' di sano movimento. Spesso le condizioni di ripresa sono proibitive, visibilità di pochi centimetri, situazioni che richiedono un po' di fantasia per riuscire a fotografare qualcosa. E se il gioco è difficile, è più bello. Tritoni blu a 2000 metri. Aiutato da mia moglie e dall'amico Davide, ho potuto fotografare i tritoni alpini in un lago della Val d'Ossola. L'occasione fu un fine settimana con il meteo perfetto e un lago gonfio d'acqua (non è più ovvio). Il tritone è un anfibio non particolarmente timido, ma per riempiere l'inquadratura il 105 micro in DX è stata la scelta giusta. Altri Tritoni, speciali, ma al livello del mare. In Sardegna vivono diverse sottospecie di Geotritone. Più piccolo e dai colori assolutamente differenti da quelli del tritone comune (crestato), è un animaletto delicato che sopravvive nei corsi d'acqua dell'isola. Ebbi la fortuna di individuare un luogo perfetto per fare delle riprese e ne approfittai. Ad aiutarmi mia moglie Laura, senza di lei le foto più divertenti non ci sarebbero. Il torrente dell'Ogliastra in cui mi sono immerso ha pozze abbastanza anguste, ho allora armato la D800 con l'unico fisheye di cui disponevo, il Nikon 10.5 f/2.8 DX, da cui ne è uscito un crop forzato a 16mpx. Per le riprese macro utilizzai invece la D300 con 105micro AFs accoppiato al TC14II, un cannoncino perfetto per non disturbare il timido anfibio sardo. Mi potei permettere una focale così lunga perchè l'acqua del torrente era straordinariamente limpida. Muddy water, toad free. No, no, non centra il re del Blues e nemmeno il software per DBR, è una faccenda di fotosub. Marzo non è un mese che invoglia abluzioni, tanto più tuffarsi in una pozza fangosa incastrata sulle prealpi valsesiane; eppure quando arrivai sulla riva del laghetto non esitai un momento, preparai l'equipaggiamento e splash, nel brodo marrone, tra i rospi. La pessima visibilità, in certi punti dell'ordine di 10 cm, mi impedì di effettuare riprese macro, utilizzai solo lo zoom Nikon AFs 18-35/3.5-4.5 con la lente correttiva Sea&Sea. Spinsi al limite le possibilità di ripresa catturando immagini abbastanza nitide solo grazie alla notevole pdc dei 18mm, perchè i soggetti erano al di sotto della minima messa a fuoco. Bei momenti, bellissimi ricordi, felice di condividerli e lasciarne traccia qui su Nikonland, tra fotografi che come me usano Nikon per cavalcare le loro piccole e grandi avventure.
  22. Bravo Alberto nella pratica il 300 pf è un butterfly killer. Sul campo non ce n'è per nessuno, ovviamente non ha le l/mm del nuovo 105, E ALLORA FACESSERO UN 300/4 PER Z migliore del PF che conosciamo
  23. Panda auto meravigliosa non fosse per lo smart working sarei in zona 300.000 km
  24. Sappi che so di darti delle magnifiche sponde di perculamento (lo so che tu sai che io so, ma lo scrivo per altri che magari non immaginano) Oh @leo Macchina da cucire e carta velina, Neoprene morbido monofoderato 2.5mm, un po' di pratica e di pazienza. La carta velina serve per far scorrere il monofoderato sotto la macchina da cucire; bisogna crederci, ma funziona. @Fabio sì sono i nastri elastici che vendono i cinesi su amazzonia, li giro sul neoprene e quando diventano frusti li cambio
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