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Alberto Salvetti

Nikonlander
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  1. Questa mattina, in prossimità di uno stagno, stavo provando sulle libellule la Z7 con diversi obiettivi. Nel momento che avevo avevo montato 500 PF ED F.5,6 la mia attenzione è attratta dal gracidare di due cornacchie grigie che inseguono un rapace proprio sopra la mia testa. Punto e cerco di mettere a fuoco il rapace in volo, impresa disperata, la messa a fuoco continua ad andare avanti e indietro per alcuni secondi senza mai agganciare il soggetto che intravedo nel mirino e che scompare. Ormai il rapace è distante, desisto e penso che cretino sono stato nello staccare il 500 dalla D500 per provar a trovare qualche modo di utilizzo alla Z7, quando vedo che il rapace gira e torna un po’ indietro. Ricordando il metodo usato con i MF ai bei tempi, punto un albero che dista più o meno come il soggetto. Funziona: riesco ad agganciare il soggetto e scatto. Lo perdo e lo riprendo e scatto, così per una decina di volte. Sconsolato, guardo il monitor ancora imprecando ma con mio grande stupore vedo che le foto agganciate sono perfettamente nitide, 7 su 9. Una media che a quella distanza non ottengo nemmeno con la D500 . Non so se questo sia dovuto all’antivibrazione sul sensore, ma il risultato è ottimo, peccato abbia perso tutte le foto con il soggetto più vicino. Scaricato sul computer, la mia prima impressione è confermata, tenendo conto che erano le 11 e che la distanza era sicuramente oltre i 100 metri e che ho scattato a mano libera: le foto sono nitidissime. Un punto a favore della Z7. Le due foto, le ho ridotte della metà, per non avere il soggetto troppo piccolo. Il cielo è di tonalità completamente diverso perché sono scattate con l’orientamento completamente diverso. Biancone con biscia Z 7 5,6/500 F. 5,6 1/800 sec. ISO 64, mano libera
  2. Ballerina bianca D500 4/300 PF ED + TC 1,4 F. 5,6 1/640 sec. ISO 200, mano libera
  3. Geco. Saltato fuori mentre ordinavo i vasi vuoti in giardino. D850 2/100 Zeiss Milvus F.11 1/100 sec. ISO 10.000 mano libera D850 2/100 Zeiss Milvus F.2 1/100 sec. ISO 140 mano libera
  4. Troppa grazia. Una bella foto di una libellula che neanche sapevo esistesse. In merito all'attrezzatura, credo che ora non ci sia di meglio per fotografare libellule e farfalle. Con una percentuale di successo molto elevata. Se si vogliono rapporti di ingrandimento maggiori è ovvio che serve altro. Ma quella è un'altra storia. Grazie Silvio.
  5. No. E' un ritaglio al 70% sul lato lungo. Ingrandisce di più il 300 + 1,4 perché ci si può avvicinare fino a 120 cm. Il 500 mette a fuoco oltre i due metri. Per quanto riguarda fotografare a mano libera, credo che occorra solo un poco di concentrazione e lasciare a casa il cavalletto. Lo stabilizzatore del 300 e del 500 PF fanno il resto. Vado fuori tema, ma tanto per dire: fotografo le orchidee spontanee del mio territorio con la D850 e lo Zeiss 100/2, manual focus e non stabilizzato. Quest'anno avrò fatto un 20.000 scatti e tutte senza cavalletto. Il cavalletto lo utilizzavo per lo stacking, ma ho constatato che ho più risultati positivi muovendo la ghiera della messa a fuoco a mano, piuttosto che col cavalletto e la slitta. E la spiegazione è che in questo modo la sequenza di scatti la completo in qualche secondo, mentre col cavalletto e la slitta, alza specchio e pulsante di scatto remoto, per fare la sequenza occorre anche un minuto. I fiori al minimo alito di vento si spostano, vanificando tutta la sequenza. Facendo più in fretta si ha più probabilità di evitare il vento.
  6. Femmina di Sympetrum fonscolombii D500 e 4/300 PF ED + TC 1,4 III F.5,6, 1/640 sec. ISO 110, mano libera, focale equivalente 630 mm Come già detto in altro post di macro, anch'io preferisco questo tipo di inquadrature alla macro più spinta. Per le farfalle e le libellule uso esclusivamente il 4/300 PF ED + il TC 1.4 III oppure il 300 liscio se le farfalle sono grandi, tipo macaone o podalirio. Uso questa attrezzatura perché prediligo fotografare i soggetti in attività ed è impossibile fotografarli con treppiede e macro a distanza ravvicinata. Primo perché scappano, secondo perché non restano ferme più di un secondo. Ho provato anche il 5,6/500 PF ED ma lo trovo troppo lungo e pesante da puntare a distanza così ravvicinata. E' ovvio che se sto gironzolando in cerca di uccelletti e mi capita una farfalla o una libellula, uso quello. Femmina di Libellula depressa D500 5,6/500 PF ED F. 5,6 1/800 sec. ISO 280, mano libera, focale equivalente 750 mm
  7. Una delle più belle e rare orchidee spontanee delle mie parti. Ophrys apifera var. chlorantha Ovviamente, riprodotta con i miei obsoleti mezzi: D500 + 300/4 PF ED + TC 1.4 F. 5,6 1/640 sec. ISO 250, mano libera, senza flash.
  8. Cosa ti porti a casa? Il massimo che può portarsi a casa un fotografo naturalista. E ogni volta che rivedrai queste foto rivivrai i momenti che ti hanno permesso a farle. Nei parchi e nelle zone protette puoi portarti a casa delle belle foto ma senza alcun ricordo magico.
  9. L'articolo di Silvio è come al solito estremamente esauriente e corredato da immagini che ben illustrano i testi. Del resto da Silvio ci ha abituati a articoli di questo livello. Sono sostanzialmente d'accordo con quanto scritto nell'articolo con qualche piccolo distinguo. Il soggetto non deve essere incastonato nel fotogramma, ma a parte rare eccezioni, deve occupare almeno metà dell'immagine. Il soggetto deve essere molto staccato dal fondo ed il fondo deve essere il più evanescente possibile. Tendo a scartare le immagini con fondo invadente. Qualche volta inserisco il soggetto nel suo ambiente, se caratterizzante, ma non mi piacciono molto le immagini con il soggetto piccolo e ambientato esclusivamente perché non si è riusciti a fare una foto da distanza più ravvicinata. E' evidente che è meglio una foto dinamica di una foto statica. Io comunque cerco di privilegiare la nitidezza del soggetto, l'estetica e l'armonia dell'insieme. Per finire voglio fare un appello a chi si avvicina a questo tipo di foto. Fotografare gli uccelli, come del resto qualsiasi altro soggetto che sta in natura, deve servire all'approfondimento della conoscenza di ciò che si fotografa. Serve un buon manuale e curiosità, e cercate di contattare qualcuno che conosce questo tipo di fotografia. Ma attenzione!! La vostra attività non deve in nessun modo recare fastidio o peggio ancora danno ai vostri soggetti. Danno anche grave che potete procurare, tanto più siete inesperti. Nessuna foto vale il disturbo, soprattutto nel periodo della riproduzione. La bella foto prima o poi verrà quando meno ve lo aspettate.
  10. Quando si dice c.... Didima più vespa D500 4/300 PF ED F. 5,6 1/500 sec. ISO 320
  11. Femmina di fistione turco (Netta rufina) D5 + 500 PF ED F. F,6, 1/500 sec., ISO 640 D5 + 500 PF ED F. F,6, 1/500 sec., ISO 320
  12. Cannareccione in una buffa postura. Ha camminato fino in punta alla canna, ne ha strappato una paglia e poi è volato giù fino al nido. D5 5,6/500 PF ED F.5,6 17640 sec. ISO 100
  13. Si è appesa a questa salvia che ho nell'orto ed è rimasta li fino a che è ritornato il sole a scaldarla. Presumo che fosse nata da poco perché aveva le ali perfette. Fatta a luce naturale, cielo nuvoloso, anche perché il flash mi stressa più del treppiede. Grazie degli apprezzamenti.
  14. Podalirio D500 Nikon 4/300 PF ED+ 1,4 1/500 sec., F.4, Auto ISO 500
  15. Questo è il pseudomacro che si può fare normalmente a mano libera col 300 PF ED. Su farfalle vive in piena attività, non su insetti congelati. Non fa una macro 1:1, ma mi sembrava sottinteso.
  16. Ho acquistato tutti e due questi obiettivi subito dopo la loro comparsa nei negozi. Sono gli obiettivi che più ho usato negli ultimi due anni, e il loro maggior pregio è che finalmente si può andare in giro senza cavalletto e scattare dalle posizioni più impensate in un attimo, cosa impossibile col treppiede. Le foto mosse sono veramente poche. Hanno focali sovrapponibili, ma per le mie necessità, ho constatato che non possono essere usate indifferentemente sullo stesso soggetto. Il 200-500 sulla D500 mi ha accompagnato praticamente sempre nelle foto all' avifauna. Accettandolo per quello che è, e non paragonandolo ad un 500/4 fisso, dai tre metri all'infinito, fa il suo lavoro in maniera molto soddisfacente. Per ora rimane nell'armadio, sostituito dal 500 PF ED che pur avendo l'handicap della focale fissa è di un'altra categoria, e un altro prezzo. Altro discorso è il 300 PF ED, ottima lente, che in questo uso specifico, anche moltiplicato 1,4 non mi dà la sicurezza del 200-500. Non so se dipende dalla leggerezza, ma oltre una certa distanza lo stabilizzatore a me da un certo fastidio ed ho la percezione di essere sempre corto. Questo 300 lo uso sempre, da solo o moltiplicato 1,4, con qualsiasi macchina, ma soprattutto con la D500 per le foto alle libellule e soprattutto alle farfalle. Per le libellule e le farfalle, sporadicamente uso obiettivi macro, uso solo ed esclusivamente il 300 PF ED. Mette a fuoco a 120 cm, a questa distanza gli insetti si spaventano poco ed è molto più facile trovare la perpendicolarità sulle ali delle farfalle, cosa difficilissima alla distanza più ravvicinata, permessa e obbligata dalla minore focale dei macro. Con queste mie considerazioni, non voglio contraddire quanto hai scritto nell'articolo, peraltro come sempre, in maniera magistrale. Dopo qualche decina di migliaia di foto fatte con entrambi gli obiettivi, le mie conclusioni sono diverse, e cioè che: se non ho il 300, neanche provo ad avvicinare una farfalla e se non ho una focale più lunga non vado ad uccelli. Non significa che non si possa fare diversamente, si può fare ma, secondo me, in modo non ottimale.
  17. Aggiungo delle foto del 2019 al soggetto che nei mesi di marzo e aprile più mi attrae. Vedere il ripetersi di questi rituali, probabilmente identici da millenni, l'incessante corteggiamento e la difesa, vera o simulata, del territorio da mattina a sera, finalizzato alla riproduzione della specie, è uno spettacolo irresistibile. Come, a me personalmente, provoca rabbia l'insensibile comportamento delle pubbliche amministrazioni che tutto pensano fuorché cercare di preservare l'habitat che consente di godere ogni anno di questo prezioso e rinnovato evento. Da qualche anno i canneti pare che dal demanio siano passati ai comuni. Sta di fatto che i canneti non sono più tagliati da anni ed il canneto vecchio è tutto abbattuto dai venti e impedisce la crescita del nuovo. Quando va bene viene tagliato un metro di canneto dalla riva per raccogliere tutte le porcherie di plastica che si sono radunate nell'anno. Risultato di questo intervento: ad ogni burrasca rutti i nidi costruiti da canne a pelo d'acqua vengono distrutti compreso il contenuto. Il vantato intervento naturalistico dei comuni è stato quello di rendere carrabile il sentiero che costeggia il lago, così ora il disturbo si può fare più agevolmente anche con le biciclette oltre che con i cani liberi dal guinzaglio. Metto da parte la rabbia e carico le foto augurandovi una Buona Pasqua.
  18. Grazie dei graditi apprezzamenti di tutti.
  19. Edusa. D850 2/100 Zeiss Milvus, F. 5 1/100 sec. ISO 160, Mano libera
  20. Andando verso il lago, su di un pioppo una femmina di capinera si cibava con le novelle fioriture. Leggero crop. D5 + 500 PF ED, F. 5,6 1/500 sec. ISO 560
  21. Sulle gimbal dal costo superiore ai 55 euro le due manopole sono frizionate per regolare la fluidità voluta, non so sulle altre. Sono allergico ai cavalletti, ma con l'uso dei supertele, il 200-400/4 prima e col 600/4 poi l'uso del cavalletto è stato indispensabile. Declassato a porta accessori il 190 Manfrotto, ho acquistato un Gitzo Systematic serie 3, che è costato parecchio, ma mi accompagna da più di 10 anni ogni qual volta mi serve, è robusto, stabilissimo e sembra nuovo, appena tolto dalla confezione. A suo tempo l'avevo accompagnato con la testa gimbal Benro GH2 che avevo pagato 190 euro. Testa solida, funzionalmente ineccepibile. Quando ho preso il 600 ho trovato una Photoseiki d'occasione e l'ho sostituita con quella. La Photoseiki fa esattamente le stesse cose della Benro, ma è come guidare l'Alfa Stelvio rispetto alla 127. All'acquisto sono attrezzi costati non poco, ma sono praticamente indistruttibili e soprattutto hanno svolto impeccabilmente il loro compito, senza mai farmi bestemmiare.
  22. Avrai sicuramente ragione, ma non posso consigliare una Z che non ho mai preso in mano. Se gli mostrassi questa foto, fatta con D850 e lo Zeiss Milvus 2/100 MF , spiegandogli che sono 8 scatti uniti in focus stacking, fatti senza cavalletto, con fotocamera in una mano e obiettivo poggiato sull'altra, spostando il punto di fuoco girando la ghiera di messa a fuoco, potrei sconsigliargliela?
  23. Invece io penso che uno o più macro di nuova generazione sono indispensabili. Per lo meno a quelli come me che non se lo sognano nemmeno si passare al sistema Z, avendo già tutto quello che serve per le mie esigenze. Avvicinarsi al soggetto non significa che poi il risultato sia un macro soddisfacente. Questo vale per me, non voglio criticare chi fa diversamente. All'inizio facevo la macro col 18-200 a 200 mm e le foto mi piacevano tantissimo. Poi ho acquistato un macro.....
  24. Se fosse un amico che voglio conservare come amico, gli sconsiglierei vivamente di dedicarsi alla fotografia naturalistica, se non ha un minimo di conoscenza di ciò che vorrebbe fotografare. Intanto gli consiglierei di studiarsi GUIDA AGLI UCCELLI di Lars Svensson. Se insiste nell'intento, mi sacrificherei UNA volta, nell'accompagnarlo dove fotografo io e gli farei provare la mia attrezzatura. Nel tentativo di non ingrossare l'ormai folta schiera di fighissimi fotonaturalisti che conoscono, fotografano e postano su tutti i social le cinque specie di avifauna che solitamente si lasciano avvicinare nei siti alla moda. Qualsiasi altra specie che improvvidamente si facesse immortalare, viene descritta come "uccellino". Per quanto riguarda la Macro, consiglierei di farla esclusivamente con obiettivi macro, seppur non aggiornati, obsoleti e non adeguati ai moderni sensori. Sconsiglierei e lenti apocromatiche, che avvicinano e ingrandiscono il soggetto, ma non producono lo stesso risultato degli obbiettivi macro.
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