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Silvio Renesto

Nikonlander Veterano
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  1. Sono ammesse anche foto non di quest'anno?
  2. Quel che dici è corretto. In questi miei piccoli interventi parlo soprattutto di fotografia ravvicinata ad animali attivi, perchè è quella che mi piace di più. Nella macro cambiano i parametri ma, come hai osservato, il discorso resta valido. C'è da dire che nella macro vera, a meno di volere effetti speciali, si deve chiudere molto il diaframma o fare focus stacking, quindi la gestione di sfondo (e luci) si complica parecchio se fotografi sul campo senza plamp o altri accorgimenti per isolare il soggetto..
  3. Nuova puntata della miniserie sulla fotografia ravvicinata con il 300mm. Se il rapporto di riproduzione del solo 300mm f4 non basta (che sia l'AFS o il nuovo Pf è lo stesso) come conviene aumentarlo? TC 14 o tubo di prolunga? Che differenza c'è? Cosa conviene? Per raccontarvelo mi sono fatto prestare un set di tubi cinesi compatibili digitali, di quelli senza marca (o meglio venduti sotto moltissime marche, Neewer, Viltrox etc.), dal costo irrisorio (dai 30 ai 40 euro su Amazon a seconda della marca e del rivenditore). In pratica una versione più spartana dei Kenko Af DGX Pro ecc. Nonostante i tubi avessero un aspetto "cheap", con il 300mm f4 Pf funzionavano sorprendentemente bene sia l'autofocus che la trasmissione dei diaframmi , solo il Vr produceva ronzii preoccupanti e saltellava, per cui l'ho disattivato. Il 300mm f4 Af ED PF e "il" tubo. Ho confrontato l'ingrandimento ottenibile con il 300mm accoppiato con il tubo più lungo, quello da 36mm, rispetto a quello che si può ottenere con il 300mm più il TC 14. Montando tutti i tubi si potrebbero ovviamente ottenere ingrandimenti notevoli, ma a mio parere l'accrocchio diventa poco pratico, più complesso da gestire per via della perdita di f/stop di luce e della solidità dell'insieme. Con la combinazione 300mm più tubo da 36 mm si può ottenere un maggiore ingrandimento rispetto al 300mm più TC14, mentre la perdita di luminosità all'atto pratico è la stessa. 300mm più TC14 alla minima distanza di messa a fuoco (1,5m) 300mm più tubo da 36mm si arriva a 1m circa dal soggetto. NOTA: montando un tubo di prolunga si ha un ingrandimento maggiore che con il solo obiettivo anche senza avvicinarsi al soggetto, perchè la messa a fuoco sarà su distanze lunghe e quindi la riduzione della focale effettiva sarà minore (per capirci il 300mm f4 pf è un 220-230mm alla minima distanza di messa a fuoco, 1,4m, montando il tubo di prolunga, la ghiera di messa a fuoco andrà a posizionarsi a distanze maggiori, es 6m, mantenendo perciò una focale più vicina a quella effettiva). Questo l'ho spiegato bene in un mio vecchio articolo . Svantaggi della combinazione 300mm più tubo da 36mm rispetto al 300mm più TC14: Perdita della continuità di messa a fuoco. Montando il tubo si perde la possibilità di mettere a fuoco alle lunghe distanze. Con il Tc14 invece no. Non è un grosso problema, se si sta facendo prevalentemente fotografia ravvicinata, ma va tenuto presente. La gestione del flash è più complessa in quanto le distanze non sono quelle sulla ghiera di messa a fuoco quindi la trasmissione dati è erronea (i Kenko infatti evitano di trasmettere i dati sulla distanza di messa a fuoco).. La stabilizzazione può diventare poco affidabile, per cui ci vuole obbligatoriamente il cavalletto a meno di non avere una immobilità da statue. Con il Tc14 invece riesco a scattare a mano libera in molte più occasioni. Non so se con altri tubi più professionali (?) il Vr potrebbe funzionare meglio, però ho qualche dubbio. Conclusione? Sul campo, il vantaggio della continuità di messa a fuoco e del mantenimento della stabilizzazione mi fanno preferire l'uso del TC14 rispetto al tubo di prolunga, anche se ottengo ingrandimenti inferiori. Se però si avesse bisogno di ingrandimenti un po' più spinti, restando sempre a distanza dal soggetto, un tubo corto o medio (non più dei fatidici 5cm e qualcosa del Mitico Nikon PN11) può essere molto utile. Il grandissimo Ronnie Gaubert in fondo fotografava con il 300mm f4 AFS ed i tubi di prolunga. Le lenti addizionali? Nonostante siano la mia passione, devo dire che con il 300mm sono un po' al limite, il range di distanze e rapporti di riproduzione è molto piccolo e quelle da 77mm se di buona qualità sono anche care, quindi le eviterei (le ho provate e so quel che dico). Purtroppo il Tc 14 con il suo elemento anteriore sporgente non permette di usare la combinazione killer: montare il converter dietro al tubo, ossia fra il tubo e il corpo macchina. E' una combinazione molto più efficace che montare il duplicatore davanti e poi il tubo. Se trovo un Kenko Pro DG compatibile, prima o poi ve lo dimostro.
  4. Giornata molto particolare, foto molto particolare e bella. Era inverno? Conosco e amo moltissimo la Buca delle Fate. La prima volta ci sono stato quarant'anni fa... un posto magico. Ci sono tornato un paio di volte a distanza di anni e mi piangeva il cuore nel vederla brutalizzata da orde di barbari e immondizia . Spero che le cose siano migliorate.
  5. Bel servizio! Vedo che c'è gran folla come sempre.
  6. Come per tutti i generi fotografici anche la macrofotografia richiede di riflettere sull'inquadratura e "lavorarci sopra". Questa serie di foto vorrebbe dare un esempio per quanto riguarda la scelta dello sfondo (nota: questo topic è rivolto a chi di macro ne fa poca, i macrofotografi lo sanno già ). Questi due maschi di Sympetrum brunneum sulla canna potrebbero essere interessanti fotograficamente. Ma la percezione del nostro occhio ci può ingannare, se scattiamo a caso appena li vediamo potremmo avere questo risultato: Che io giudico pessimo. Anche se ci si avvicina cambia poco Quel che mi da' fastidio è lo sfondo. Quel che si deve fare è spostarsi e vedere se si trova un punto di ripresa che dia uno sfondo migliore. Un po' meglio, ma non basta, occorre spostarsi ed abbassarsi (la macrofotografia è lenta, ma non è per i pigri). Apro anche al massimo il diaframma. Ooh adesso sì che sono soddisfatto. La foto ha una sua geometria e lo sfondo non disturba. Siete d'accordo? Dati dell'ultimo scatto: D500, 300mm f4 PF + Tc14 EIII a tutta apertura =f5.6, 1/1000s, 220 ISO. Cliccare per aprire.
  7. Come ti hanno già scritto, è un bell'articolo, interessante, ben illustrato ed è evidente la tua passione per la natura che si riflette nel tuo modo di fotografare. Ma... conoscendoti da molti anni, seppure solo virtualmente, non avevo dubbi. Sono molto contento che tu abbia voluto scrivere questo articolo e ti invito, se e quando ne avrai voglia o occasione, a scriverne altri sulla stessa linea. Complimenti!
  8. OT: Concordo per il 105, mentre per il 200 l'Af D ED era a mio parere di molto superiore alla versione Mf . Tornando in argomento, pensando al corredo Z in vostro possesso, i tubi corti potrebbero colmare il gap tra l'ottica da sola e la lente Marumi che è già potente, senza mangiarsi troppa luce, e senza svenarsi per la lente Canon 500D che a passo filtri adeguato costa un sacco.
  9. Bel ricordo Roby. Una cosa che non è cambiata, a quanto vedo, è la faccia da Gianburrasca, quello sguardo ce l'hai ancora adesso, il che vuol dire che nonostante le ricostruzioni biomeccaniche, dentro sei sempre tu!
  10. Ma esistono tubi compatibili con i nuovi nikon? cioé i Kenko DGX funzionerebbero col 300 f4 PF? (Sinceramente lo ignoro, magari funzionano. Forse so chi me li potrebbe prestare per una prova). Il rapporto massimo che puoi ottenere con l'85 e i due tubi (mettendo che la focale effettiva resti 85mm anche alla minima distanza di messa a fuoco) sarebbe circa 1:3 (da solo arriva a 1:8 secondo le specifiche). Però saresti a distanze sensibilmente minori dal soggetto rispetto al 300mm. Secondo me farebbero un gran bel lavoro anche con un eventuale 70-200mm Z . Ci sono formule anche per calcolare con precisione le distanze dal soggetto, ma i conti sono un po' complessi e lunghi...
  11. Interessante! Facendo quattro conti (se interessa dò le formule "misuroniche"), ovviamente in attesa di ottiche macro con attacco Z, se fosse possibile posizionare il tubo da 18mm dietro al 300 f4 PF + FTZ si otterrebbe un rapporto massimo di ingrandimento di 1:3,3 circa, praticamente identico a quello del vetusto, ma mai dimenticato, 300mm f4 Sigma APO MACRO, con minima perdita di luminosità. Sarebbe ottimo per la fotografia ravvicinata. Su una Z formato APS-C poi si arriverebbe ad una copertura di immagine quasi da 1:2 a rispettabili distanze dal soggetto. Sempre che l'accrocchio tele +FTZ+Tubo funzioni senza dare luogo a strani giochi meccanici, vignettature o eventuali bug.
  12. Ce n'erano due, ciascuno con un'ala diversa danneggiata. Le farfalle, specie se grosse, hanno le ali delicate, avanzando la stagione, tra i tentativi di predazione e le lotte territoriali è frequente che subiscano danni. Succede anche alle libellule. A meno di menomazioni molto gravi tutte e due, farfalle e libellule, volano lo stesso.
  13. Ma il vento non si vede Ero come al solito uscito per libellule, e poi mi sono imbattuto un un paio di Iphiclides podalirius, cioè Podalirio, indaffarati attorno a dei fiori. C'era una bella brezza così ho usato il "metodo Salvetti" , ossia 300mm+ Tc 14 EIII a mano libera, scattando a raffica nei momenti in cui mi sembrava il vento si calmasse. Purtroppo non hanno mai aperto (o chiuso) completamente le ali così da averle su un solo piano, erano sempre a "V". Per questo, più che per il vento, ho dovuto buttare molte foto, in quanto una o l'altra estremità delle ali finiva fuori fuoco. Una decina però sono venute abbastanza bene, eccone un paio delle migliori:
  14. Spero che nella Nikon il mirino sia incorporato. Non mi piace il concetto del mirino opzionale.
  15. Alcune vecchie DSRL di alto livello e reflex a pellicola avevano il freeze focus che funzionava però lo si usava al contrario, tu impostavi la distanza focale e muovevi avanti e indietro la macchina che scattava quando il soggetto era a fuoco. Anche perché come scrive Roby, le libellule non seguono rotte prefissate per cui sperare che passino proprio sul punto giusto è molto ottimistico. Adesso non so di DSRL Nikon moderne (o mirrorless) che abbiano questa funzione, forse altri marchi ce l'hanno ancora, ma non lo so. Un fotografo macro con i fiocchi e controfiocchi, Carlo Galliani, uno che fotografa egregiamente i soggetti svegli in piena attività, ha elaborato delle fototrappole per fotografare le farfalle mentre volano di fiore in fiore.
  16. Certo, il discorso SIGMA 400 APO MACRO in senso stretto vale solo per reflex digitali serie DXXX o professionali, non per le Z, nè per le entry level, però il poter selezionare un range limitato alle brevi distanze per me in questo contesto ha sempre valore , ad esempio se avessi possibilità di selezionare un range da 1,4 a 2,5m sul mio 300mm f4 PF, per me sarebbe comunque una cosa molto utile , perchè potrebbe evitare che il sensore Af vada immancabilmente a fissarsi sullo sfondo, cosa frequentissima quando hai un soggetto piccolo e veloce a moto casuale contro uno sfondo con elementi contrastati come il canneto o le frasche.
  17. Posso anche rispondere qui risparmiando di aprire un topic. Non ho una ricetta, però vedo che si riesce meglio quando: il soggetto si trova a sorvolare un'area relativamente ristretta, poco spazio dietro perchè chiuso ad esempio da canneto in modo da non poter spaziare in lungo e in largo, così da avere delle traiettorie abbastanza prevedibili dove preimpostare una distanza di messa a fuoco in modo che l'af non finisca invariabilmente sullo sfondo (cosa che succede nel 90% dei casi). Si riesce a scattare mentre fanno "hovering", l'equivalente dello "spirito santo" dei rapaci, ossia quando rimangono per qualche attimo ferme in volo. Tempi rapidissimi e diaframmi a f11-13. AfC e scatto a raffica. Alcune specie territoriali vengono anche a vedere chi sei quindi si avvicinano ripetutamente a te, in quel caso si sfrutta la fase di avvicinamento per riprenderle di tre quarti. si ha una pazienza immensa e non ci si scoraggia per le decine e decine di scatti a vuoto. Devo dire con rimpianto che l'obiettivo migliore per questo tipo di fotografia era il Sigma 400mm f5.6 APO MACRO (e in misura minore il fratellino da 300mm) perchè aveva un selettore di messa a fuoco intelligente a tre posizioni che permetteva di restringere il campo di messa a fuoco tra 1,6 e 2,5m che è il range perfetto per questo tipo di riprese evitando di perdersi nello sfondo. Oggi gli obiettivi hanno un selettore a due posizioni perchè pensati per accelerare la messa a fuoco su soggetti lontani. Non è impossibile ma è meno facile.
  18. Grazie Roby, faccio presente però che ci sono libellule che invece non si posano quasi mai, come queste: Queste, per "prenderle" in volo bisogna usare un'altra strategia. Magari la spiego in un altro post.
  19. Sapevo che lo sapevi, avrei dovuto mettere come clausola che i fotografi naturalisti erano esclusi dal gioco ESATTO. A beneficio dei non naturalisti approfondisco: Molto spesso le libellule usano ripetutamente lo stesso posatoio, da cui prendono il volo per scacciare i rivali o per catturare le prede e poi vi ritornano. Focheggiando quindi sulla canna avevo ragionevoli probabilità di riuscire a coglierla un momento prima che si posasse. Non guardavo nemmeno nel mirino perchè quando entrano nella visuale del mirino sono talmente veloci che può essere troppo tardi. quando vedevo che si avvicinavano facevo partire la raffica. Ho collezionato decine di posatoi vuoti e libellule sfuocate, in pratica mi sono uscite due foto buone su una sessantina, un po' come te con il parnassio al vento. Ma è stato divertente.
  20. Silvio Renesto

    Come ho fatto?

    Questa libellula l'ho presa in volo: E' stata ripresa con Nikon D500, 300mm + TC 14 EIII, f11, 1/1000s, 450 ISO (auto ISO) . Come ho fatto a "beccarla"? Ho usato qualche stratagemma in fase di ripresa? Quale? Al vincitore una birra virtuale (ma anche reale se mai ci si incontrasse ). PS. Guardate bene la foto.
  21. Mi ricordo bene, i campioni di quei tempi erano persone preparate, ma semplici e schiette, molto diverso da oggi.
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