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Mostra il contenuto con la massima reputazione di 04/04/2021 in Blog Entries

  1. Momento emozionante, perchè sono decenni che vorrei costruire un Super Sabre ma la passione che nutro per questo aereo è tale che ho sempre esitato. ma adesso ne ho qui una scatola che mi guarda da qualche mese e uno dei miei piccoli l'ha già battezzata in un momento che vedendomi intento a pastrugnare con i modelli si è sentito trascurato. Quindi mentre i due F/A 18 Super Hornet sono in fase di rifinitura, comincio a dedicarmi a questa bellezza. Il modello Trumpeter sembrerebbe sul piano delle plastiche una passeggiata di salute. Mentre per la finitura ... vedremo.
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  2. Cherry picking (scegliere le ciliegie) è un modo di dire inglese che significa scegliere accuratamente i pezzi migliori, come si cercano le ciliegie senza bachi. In attesa di tornare a fotografare quel che mi interessa, ho pensato di riproporre qualcuna delle foto a cui sono più affezionato, anche se non tutte al top della qualità possibile, accompagnate da un piccolo commento e dove esista il link al mio precedente blog sullo stesso soggetto. LIBELLULE ESCLUSE, gli ho già dedicato il diario e niente ragni così anche gli aracnofobi possono dare un'occhiata. Gufo di palude ambientato, Nikon D800, 330mm f4 AFS + TC 14. Qui il blog: http://www.nikonland.eu/forum/index.php?/gallery/image/5842-gufo-nella-palude/ Le raganelle sono piccole e timide (ho delle foto a formato pieno eh, però.. questa è più interpretata). Nikon D700, 500mm (300mm + tc 17?). Mantide, sempre affascinante. Nikon D700 ed il glorioso micro-nikkor 200mm f4 AfD ED. Un Gruccione non può mancare. Nikon D500, 300mm f4 Pf e Tc 14. Il più rosso Scoiattolo Rosso che abbia mai visto. Una delle mie prime foto a scoiattoli, per quello ci sono particolarmente affezionato. Nikon D300, 80-400mm Af VR (a 180mm, siamo in Engadina). Poiane che litigano. Foto da capanno. Nikon D500, Sigma 100-400 a 135mm. Alba dorata. Nikon D700, 300mm f2.8 Af. Codibugnolo, folletto fantastico. Nikon D300, 300mm f4 AFS + TC17. Airone Bianco Maggiore. Nikon D500, 300mm f4 Pf. Cucù, Gheppio, fotografato dal tavolino del bar, mentre sorseggiavo un calice di Prosecco . Nikon D500, 300mm f4 Pf.
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  3. Abbiamo visto nelle puntate precedenti già pubblicate in questo stesso blog l'evoluzione dei "deludenti" carri armati tedeschi. Anche nella versione più avanzata, il Panzer IV si rivelò sin da subito inadeguato alle necessità della guerra corazzata, concepito secondo criteri del passato. Quei carri erano leggeri, con sistemi di sospensioni spesso deficitari, poco potenti e quindi lenti sia su strada che fuori, consumavano però molto ma soprattutto erano poco protetti, inadatti alla guerra nell'inverno russo, ed armati spesso in modo insufficiente a perforare le corazze avversarie se non a distanze per cui il rischio di essere colpiti era tale da rendere il costo in termini di perdite inaccettabile. Già alla prova dei fatti contro i carri francesi e inglesi i Panzer tedeschi prevalsero più che altro per l'efficienza del dispositivo composto dall'impiego integrato di artiglieria-fanteria-carri-aerei da attacco al suolo. Ma l'incontro con i carri russi, pur minati da problemi meccanici e da una logistica ridicola fu devastante. Il Feldmaresciallo Von Kleist definì senza mezzi termini il T34 russo il carro migliore del mondo. Se poi consideriamo che veniva costruito in grandissima serie (in rapporto di 10 a 1 vs i principali carri tedeschi) possiamo solo vagamente immaginare di come andarono le cose già dal secondo anno dell'infausta campagna di Russia. Solo il miglior addestramento e tattiche estremamente ardite consentirono ai tedeschi di protrarre la guerra - spesso in condizioni di precarietà assoluta e con perdite inaccettabili - fino alla resa di Berlino. I tedeschi chiaramente reagirono progettando carri espressamente pensati per scontrarsi con quelli tedeschi. Che intanto progredivano in massa, protezione e armamento, arrivando a disporre persino di pezzi da 152mm. il T34/76, modello del 1940 questo carro aveva un motore da 500 CV (il Panzer IV ne aveva 265), aveva un serbatoio da 500 litri e montava fusti aggiuntivi per estendere il suo raggio d'azione, andava a quasi 50 km/h (il Panzer IV andava a circa 35 Km/h ed aveva 160 km di autonomia) ma soprattutto aveva corazze fino a 50mm (il Panzer IV solo nel 1944 arriverà, sul frontale, a 80mm). il T34/85, modello del 1943 ma il modello con cui si scontreranno poi i carri medi e pesanti di nuova generazione tedesca sarà ulteriormente perfezionato con un cannone da 85mm e corazza da 80mm. Questo modello continuerà la sua carriera anche in Corea e in VIetnam e nelle guerre del Medio Oriente contro Israele, armando di fatto tutte le forze filo-sovietiche del mondo per tutta la guerra fredda fino all'arrivo dei T54 e dei T62 e anche oltre. su questo carro saranno costruiti - ad imitazione di quanto fatto dai tedeschi - anche cacciacarri/cannoni d'assalto con cannoni fino a 122mm e corazzature sempre da 80mm incliniate cannone d'assalto SU 122 carro armato pesante sovietico Iosip Stalin IS-2 ma prima della fine della guerra i carri pesanti russi verranno aggiornati con l'uscita di un mezzo sostanzialmente invincibile se non per i cannoni controcarro più pesanti e da distanze ridotte. Lo IS-2 aveva una piastra d'acciaio inclinata sul frontale spessa 122mm, come il cannone che brandiva, un calibro cui i carri occidentali sono arrivati solo 50 anni dopo. Tanto che secondo Guderian, dal 1944 ispettore generale dell'arma corazzata tedesca, uno Stalin era inaffrontabile se non con un intero plotone di carri tedeschi e dovevano essere poste in atto tattiche particolari : pena perdite insostenibili. Il problema di fondo, al di là dell'impreparazione dell'industria bellica tedesca che si era rimessa in moto effettivamente solo nel 1936, era anche l'indisponibilità di cannoni anticarro adeguati a perforare corazze molto spesse. Tanto che il miglior cannone anticarro della guerra si rivelò un pezzo contraereo - il famoso 88mm - che era un cannone pensato per postazioni fisse, e quindi grosso, pesante, difficile da spostare. Nella sua versione da campo, il PaK 43 era lungo 9 metri e pesava da solo 4 tonnellate. Aveva una portata pratica di addirittura 20 km sparando granate da 9 kg con velocità iniziale di quasi un km al secondo. Ma questo cannone semplicemente non ci stava su carri da 20 tonnellate in tutto. E comunque anche questo cannone si rivelò insufficiente contro lo IS-2. Ma andiamo per gradi. *** Il Panther Panzerkampfwagen V Ausf. D, Panther Il Panther è il miglior carro tedesco di tutta la guerra. E' l'antesignano del MBT secondo la dottrina occidentale, sostanzialmente è il nonno del Leopard I e il bisnonno di Leopard 2 ed M1 Abrams. Carro complicato e delicato, come tutte le cose tedesche, costoso (ne verranno prodotti 6.000 esemplari contro 88.000 T-34 russi) ma complessivamente efficiente. Concepito per essere rapido, sfuggente, non invincibile ma in grado di combattere su ogni fronte e contro ogni avversario. Impostato sul cannone controcarro da 7.5cm L70 KwK 42, un cannone espressamente progettato per l'impiego corazzato e non un pezzo adattato allo scopo. Con un raggio effettivo di poco più di 1.000 metri. La piastra anteriore inclinata come quella del T-34 (e con la stessa inclinazione di quella del Leopard 1) era di 80mm mentre la torretta era protetta da 110 mm di acciaio. Trasportava 80 colpi (contro i 18-24 del Panzer IV) aveva un motore da 650 CV che lo spingeva fino a 55 km/h per 200 km. Peso 45 tonnellate. Impiegato a partire dal 1943 e fino alla fine della guerra si dimostrerà adeguato a tutti gli scontri, salvo che contro i temibili carri pesanti russi, contro cui nemmeno i più pesanti Tiger potevano nulla. Infatti anche il Panther aveva dei limiti contro i carri sovietici, mentre sul fronte occidentale il suo successo era limitato solo dagli cacciabombardieri americani e inglesi. Per ovviare a questo e non potendo - al solito - montare i pesanti cannoni controcarri di calibro superiori, fu impostato un efficace cacciacarri JagdPanther che condivideva tutta la struttura del carro ma montava in casamatta il pezzo da 88mm del Tiger. Solo allo stadio di progetto si pensò di rendere più efficiente un carro superiore, di peso della classe delle 55 tonnellate di cui esistono solo i disegni e nessun prototipo. Non siamo ancora nell'ambito delle Wunderwaffe (le meraviglie cui Goebbels ricorreva per tenere alto il morale delle truppe che spesso erano pura aria fritta) perchè un mezzo simile somiglia ancora di più ai Leopard moderni l'ipotetico Panther II l'ipotetico E50 questi carri avrebbero avuto visori per il tiro notturno e armi telecomandate (come gli attuali MBT) ma restarono sui tavoli da disegno per il finire della guerra. Bergepanther come per gli attuali MBT tedeschi, esisteva un carro recupero che sfruttava lo stesso scafo del Panther ma senza torretta. Il Tiger I Ma naturalmente l'immaginario collettivo é più colpito ancora oggi dai due Tiger, specie per i racconti dei poveri carristi americani che se li videro davanti sia in Tunisia che soprattutto in Normandia. Non sono rari i casi di Tiger isolati che dopo aver distrutto 15 o 20 veicoli alleati se ne tornavano indisturbati nei lo quartieri come una qualsiasi delle belve cui si richiama il loro nome. Panzerkampfwagen VI - Tiger I Ausf. E, Jursk 1943 nella realtà il Tiger I è un carro che ha avuto una genesi travagliata (lo sviluppo è iniziato insieme al Panzer IV ed infatti i primi prototipi gli somigliano molto) e un battesimo del fuoco piuttosto deludente. I tedeschi non avevano dimestichezza con carri così grossi e pesanti e dovettero prima mettere a punto dottrine di impiego adeguate - anche all'esiguo numero disponibile - prima di servirsene in modo proficuo. Il peso di questo bestione era comunque superiore a tutto quello che si vedeva ad occidente, 55 tonnellate, così come il cannone da 88mm L56, i 90 colpi a disposizione e che arrivava fino a 120mm di protezione frontale. il numero però non era tale da permetterne l'uso in massa per cui veniva schierato a livello di reggimento o in KampfGruppe improvvisati. In totale ne furono consegnati 1350 pezzi. Rispetto al Panther, interamente più moderno sebbene meno possente, e ai carri russi, aveva ancora una architettura d'anteguerra con le piastre delle corazze verticali e non inclinate. Esistono alcune derivazioni da questo carro ma possono essere considerati esemplari minori. Panzerjager Ferdinand Il Ferdinand era un cacciacarri allestito per utilizzare gli scafi della versione Porsche del Tiger, versione che non passò gli esami di valutazione. Era un veicolo goffo e pesante che pagò un tributo pesante di perdite ad opera della fanteria russa contro cui era inerme. SturmTiger armato con un mortaio a razzo da 380mm era pensato per azioni di appoggio nel combattimento urbano (in pratica buttava già un edificio con ogni colpo). Costruito in pochi esemplari e, a quanto mi consta, impiegato proficuamente solo contro gli insorti del sollevamento di Varsavia verso la fine del 1944. Il Tiger II o Konigstiger Panzerkampfwagen VI Konigstiger Ausf B. Carro superpesante, complesso, delicato, lento, costosissimo, disponibile in quantità tali (480 pezzi in tutto) da non poterlo impiegare che in azioni sporadiche nei famosi Panzer-Abteilung, formazioni estemporanee a volte composte da 4-5 carri al più, impiegate per azioni di rottura o di difesa estrema contro lo straripante apparire dei carri pesanti russi. A dispetto delle sue 70 tonnellate e del pezzo da 88mm L71 superpotente, i più si perdevano per eventi non direttamente connessi con l'azione, gli equipaggi inesperti e le condizioni di impiego proibitive sul finire della guerra, sempre sotto la costante minaccia dell'aviazione nemica che aveva il dominio completo di tutti i fronti. Il loro apporto, più che altro difensivo, al di là della sensazione "cinematografica" può essere considerato superfluo. Jagdpanzer VI Jagdtiger Ancora più ininfluente per le sorti della guerra la versione superpesante, armata con il cannone rigato da 12,8 cm destinato a perforare anche le corazze degli IS-2 (indenni al tiro degli 88mm da distanze superiori ai 500metri), voluto da Hitler che amava le "armi finali" irrealistiche. Goffo, incapace di muoversi in terreno aperto, buono per i videogiochi. Insieme a questi carri c'è una pletora di progetti sempre più folli sponsorizzati da Hitler al posto di fare carri veri. Tutti frenati dalla solita indisponibilità di grossi calibri adatti all'impiego su scafo che non fossero derivati da cannoni navali o antiaerei. Come il 10,5 cm e il citato 12.8 che pesavano senza affusto, circa 10 tonnellate (da soli !). il PaK 44, cannone da 12,8 cm L44 che equipaggiava nella versione imbarcabile anche lo Jagdtiger ed avrebbe dovuto armare il Mouse e il Lowe. Pesava da solo 10 tonnellate, sparava granate da 38 chilogrammi in grado di perforare 148mm di corazza a 2000metri. Ne vennero costruiti 51 esemplari. Metterlo in batteria era un incubo che esponeva gli artiglieri ad essere preda di qualsiasi reazione avversaria, anche perchè un affare così grosso non si poteva proprio nascondere. Si concludono qui le puntate relative alle Panzerwaffe della Seconda Guerra Mondiale che io giudico mediamente inferiori al meglio che potevano schierare gli avversari ma spesso avvolte in un mito che le fa considerare ancora oggi superiori a quanto erano nella realtà. Sinceramente io salvo il solo Panther, che non a caso è il mio carro preferito di tutti i tempi. Insieme ai due suoi discendenti, i Leopard, di cui parlerò in una prossima puntata per non annoiarvi troppo adesso
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  4. Sin dai primi anni '70 del secolo scorso,presso la base aerea di RAF Greenham Common.questa manifestazione ha il privilegio di essere considerata la maggior manifestazione aerea in Europa e tra le prime al mondo.Originariamente si svolgeva con cadenza biennale negli anni dispari,alla metà degli anni '80 ebbe un seguito negli anni pari ,sempre a cadenza biennale denominata ATI,presso la base aerea di RAF Boscombe Down.Alla fine anni '90 le due manifestazioni vennero riunite sotto la denominazione International Air Tattoo e da allora si svolgono presso la base di RAF Fairford. Nel tempo attorno alla manifestazione si è costruito un vero business e la manifestazione stessa ha una componente aeronautica con la mostra statica dei velivoli e il display degli stessi,oltre ad una parte ricreativa con decine di bancarelle e stand gastronomici sullo stile delle sagre di campagna inglesi.Se è pur vero che nel corso degli anni la varietà e quantità di velivoli è andata calando,va pur detto che la manifestazione merita una visita almeno una volta da parte di qualunque appassionato di aviazione.Riguardo le riprese,io scatto impostando la macchina sull'automatismo a priorità dei tempi e regolando manualmente gli ISO in funzione delle condimeteo del momento,giacchè anche a distanza di pochi minuti si può passare dal cielo azzurro ai nuvoloni più cupi.Circa l'attrezzatura,io uso la d3s +400f2.8AFI,un complesso che pesa 7,5Kg e che comunque devo maneggiare a mano libera per seguire le evoluzioni dei velivoli.Il tutto è supportato da una impugnatura Bushahwk che sia pur modificata dal sottoscritto,è l'unica che mi permette di lavorare in libertà.ora via alle immagini con una selezione di alcuni tra i velivoli più interessanti dell'edizione 2016. Sequenza per l'F-16 demo dell'aviazione belga,quindi alcune viste del controverso F-35 qui nella versione VSTOL ovvero la B,ora l'F-22 Raptor l'eccellenza in campo USAF,quindi un EFA inglese,un coloratissimo F-16 belga e un gruppo di Mirage 2000N dell'aviazione francese,quindi ultimo ma non ultimo alcune immagini del Rafale francese.
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