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Mostra il contenuto con la massima reputazione di 21/03/2021 in tutte le aree

  1. Cominciamo da un grande privilegio: quello di chiedere ed ottenere in prestito da Ryuichi Watanabe di NewOldCamera uno dei più desiderati obiettivi Leica Summilux: il Leica 35mm f/1,4 Asph del 2010, un 9 lenti in 5 gruppi da 320grammi e 5mila euro: one of the most sought lens in the world... Ovviamente baionetta Leica M e messa a fuoco rigorosamente manuale: una scelta prestigiosa per i cultori delle macchine a telemetro Leica che hanno fatto la storia del marchio e della Fotografia, un punto di arrivo per i fortunati possessori. La prima tentazione è quella di custodirlo sotto una campana di vetro... ma aggiungendo un particolare che farà rabbrividire i puristi ed entusiasmare chi, come me, non disponga di una fotocamera del marchio e voglia provare se la leggenda che circonda questo Summilux, corrisponda a realtà: un adattatore AutoFocus Megadap MTZ11 che ne consenta il funzionamento, integrato dall'AF, sulle mie Nikon Z del quale adattatore abbiamo appena scritto con entusiasmo Mettiamo quindi insieme una collaborazione speciale, tra il distributore nazionale Nikon e il negozio di Milano più conosciuto dai fotografi di tutte le categorie ed età: Nital ci ha messo a disposizione la fotocamera all'altezza di questo obiettivo, la nuova Z7 II e NewOldCamera il Summilux 35/1,4 Asph L'insieme è suggestivo già dal punto di vista estetico: e come potrebbe essere diversamente ! Qui di seguito ricordo quali siano i presupposti di funzionamento del Megadap: L’adattatore AF Gabale Megadap MTZ11 nasce come anello motorizzato di conversione tra obiettivi a baionetta Leica M da rendere autofocus sulle fotocamere Nikon Z, con una movimentazione della baionetta di appena 6,5mm e comunicando sugli EXIF dei files ottenuti, i dati di esposizione e di focale e diaframma in uso sull’obiettivo, attraverso una procedura preventiva di registrazione dell’obiettivo in uso. Tale procedura consiste nello scattare un file a vuoto con l’obiettivo che si voglia registrare, ad un diaframma stabilito secondo la seguente tabella di corrispondenza tra il valore di diaframma e la focale dell’obiettivo in uso: dopo lo scatto a vuoto bisogna spegnere la fotocamera, quindi poi riaccenderla e a quel punto portare il valore del diaframma su quello scelto per le successive riprese: da questo momento sui dati EXIF verranno salvati sia la focale dell’obiettivo in uso, sia i valori reali di esposizione, in termini di tempi e diaframmi utilizzati. L’anello viene garantito affidabile per essere utilizzato con aperture da f/1,4 ad f/5,6 ma i test operati in proposito hanno dimostrato che ulteriori valori di apertura vengono regolarmente registrati negli EXIF, pur non realizzando corrette esposizioni. Non essendo presente alcuna trasmissione meccanica, il diaframma impostato sulla fotocamera, va ovviamente impostato anche sull’obiettivo, mentre il tempo di posa sarà automaticamente regolato, utilizzando le usuali regolazioni nei modi A, S, P, IsoAuto, oppure regolato manualmente in M. Il produttore stesso, affermando di poter collocare qualsiasi altro obiettivo su questo adattatore, ha messo in commercio un elevato numero di anelli adattatori tra le diverse baionette presenti sul mercato, presenti, passate e remote, e la baionetta LeicaM per la quale questo adattatore nasce (compresa ovviamente Nikon F). Alla luce di questa opportunità e della possibilità di aggiornamento del firmware del Megadap stesso (già tre aggiornamenti effettuati negli ultimi cinque mesi, dei quali l’ultimo, quello 2.0 del primo febbraio, decisamente di svolta nel miglioramento dell’efficienza dell’utilizzo in AF-C e con quasi tutte le modalità di funzionamento AF delle Nikon Z, compreso l' eye AF con riconoscimento dell'occhio) riteniamo siano questi i suoi punti di forza: 1. Rendere AutoFocus ottiche MF di pregio, in particolar modo le più luminose, visto il range di diaframmi per i quali questo adattatore è tarato 2. Stabilizzare ogni ottica utilizzata , grazie ai corpi Nikon Z che lo consentano 3. Riportare in AutoFocus sulle Nikon Z ottiche Nikon AF e AFD prive di motore interno AF 4. Ma soprattutto: PORTARE SUI DATI EXIF (ED A MIRINO/MONITOR) I DATI CORRENTI DI ESPOSIZIONE DI TUTTE LE CATEGORIE DI OBIETTIVI che sulle Nikon Z sono registrabili da menù solo per focale e luminosità massima, dati poi non visibili negli EXIF, 5. La possibilità (effettiva) di miglioramento futuro attraverso aggiornamenti del firmware. Ecco da dove proviene il mio desiderio e la richiesta a Watanabe di metterci a disposizione una delle sue creature preferite, conoscendo la sua passione per Leica e Nikon surclassata forse solo da quella musicale, come per curiosità gli ho anche chiesto in questi giorni durante i quali ho avuto il suo Summilux a disposizione: Ryuichi: tra Nikon, Leica e poi la musica, qual'è l'ordine in cui dai priorità a queste tue passioni? Entrambi i marchi mi emozionano diversamente. Certamente Nikon è stato il mio sogno fin da bambino e la prima Nikon F che ho avuto a età di 14 anni, è rimasta come mio simbolo di gioventù e anche l'inizio di lunghi anni di un cammino mai interrotto. Mentre la Musica è dentro di me ed io ne sono creatore, quindi i momenti della mia vita quotidiana, sono accompagnati sempre dai pensieri e dai fraseggi musicali. Il Leica Summilux 35/1,4 baionetta M che mi hai prestato, in che posizione lo collochi in una tua graduatoria degli obiettivi che preferisci? È uno degli obiettivi moderni più belli mai prodotti sicuramente. Per le fotografie a pellicola però preferisco obiettivi che hanno forse meno perfezione dal punto di vista MTF ( OTF ) come il precedente 35 mm Summilux. Cosa pensi di Nikonland.it obiettivamente, in termini di utilità nell'ambiente fotografico del nostro Paese ? Siete uno straordinario sito serio ricco di passione . C'è tanto amore verso la fotografia quindi ritengo che sia uno dei migliori. Grazie Ryuichi del tempo che ci riesci a dedicare. 🙏🙏🙏❤️ La Fotografia ci aiuterà a venir fuori da questo momento ...🌈 Vediamo come funziona questo ensamble allora? Partiamo da uno scarno video: DSC_4781.MP4 In buona sostanza ottengo su un obiettivo pensato per un utilizzo in messa a fuoco manuale una precisione assoluta di fuoco, anche e sopratutto ai diaframmi più aperti, quelli ai quale si scatta dopo aver impiegato risorse considerevoli per il suo acquisto e che lo rendono un obiettivo differente dagli altri. Le modalità di autofocus consentite spaziano dall' AF a punto singolo a quello continuo, ivi comprese tutte le modalità di utlizzo dei sensori AF, da quelli dinamici fino all' eye AF. Il motivo dell'acquisto del Megadap MTZ11 è proprio questo: rendere affidabile la messa a fuoco anche a chi non riesca a gestire la limitatissima profondità di campo di un f/1,4 nell'angolo di campo, peraltro ampio di un 35mm. Di gestirlo anche su di una mirrorless, una fotocamera che possiede diversi aiuti al fuoco manuale, come la colorazione del piano di messa a fuoco o l'ingrandimento del soggetto inquadrato, del tutto inaffidabili ed insicuri (qualunque sia la marca della fotocamera) in un utilizzo a mano libera, dove oltre al soggetto sia anche il fotografo ad ingenerare movimento nell'inquadratura. Di consentire poi, l'utilizzo di ottiche sopraffine come questo Leica M sulle nostre Nikon Z che ancora difettano di completezza del catalogo obiettivi, essendo il sistema più recente apparso sul mercato ML. E volete poi mettere il brivido di rendere autofocus un Summilux su Nikon !!!??? Due mondi separati alla nascita che si ricongiungono. Bisogna poi ricordare agli utenti di questo adattatore, di ricordarsi sempre di spegnere la fotocamera solo dopo aver portato il selettore dei diaframmi della fotocamera stessa a valori più luminosi di f/5,6...a pena di registrare una differente focale e ritrovarsela impostata con l'obiettivo di prima, alla successiva riaccensione (il curioso sistema di registrazione della focale obiettivo è sempre attivo e si concretizza ad ogni spegnimento fotocamera: se spegnete con la ghiera della fotocamera, per esempio, a f/8 alla riaccensione sugli EXIF vi risulterebbe un bel 12mm... ) Come vedete dalla lista delle focali, la successione è proprio caratteristica del mondo Leica M, con la presenza di valori sconosciuti ad altri marchi, come i 21, 25, 40, 75 e 90mm Ciò, per chi usa obiettivi di altre marche invece che Leica (attraverso ulteriore anello adattatore anteposto al Megadap) può costituire un limite...ma alla fine della fiera, sono convinto che compra un Megadap chi voglia rendere AF e stabilizzati obiettivi di focale attorno a quella standard e particolarmente luminosi. Come questo supremo Summilux 35/1,4 Asph: andando in giro per Palermo, unendo le passioni di Watanabe: fotografando il Teatro Massimo, tempio della Musica, con il suo Leica sulla mia Nikon... impressionato dalle sfumature di materia che questo obiettivo riesce a concretizzare sull'eccellente sensore della Z7 II da un'estremo all'altro della scala delle densità oppure girando in una delle prime giornate di sole della nuova stagione sfruttando l'intera gamma disponibile di questo connubio a tre, qui con la Luce ... lavorando in autofocus con questo prodigio ottico Leica, a tutta apertura, fino massimo ad f/2, perfettamente assistito dalle possibilità di conferma del fuoco della fotocamera (crop della precedente) e giusto in tempi di mascherine (infotografabili), dedicandomi ai miei ritratti di pietra preferiti, quelli dei putti del Serpotta nella Chiesa del Gesù di Palermo (Casa Professa), dove tra marmo, stucchi e forme, l Summilux naviga col pilota automatico, pur nella quasi totale assenza di luce consona, grazie alla sua eccellente apertura massima ed all'assistenza AF del Megadap la bellezza salverà il mondo... ...e la Fotografia è il tramite che può unirci a quella Grande Bellezza. Grazie ancora al nostro amico Ryuichi Watanabe, che mi ha consentito di realizzare questo sogno... sogno che accarezzavo da tempo e che questo adattatore, nato per Leica M su Nikon Z, (ma adattabile ad ogni altro obiettivo tramite gli adattatori tra la baionetta preferita e Leica M) può permettere di far rivivere ad ognuno dei nostri lettori che voglia ridare la Luce ai suoi obiettivi più cari, resi obsoleti dal progresso degli ultimi anni. Max Aquila photo (C) per Nikonland 2021
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  2. Non ho opinioni sulle vicende che hanno coinvolto Weinstein, non l'ho seguita.... ops, già questa è una opinione Secondo me hai fatto bene a cogliere l'ispirazione di quell'articolo per trattarne qui (credo di averlo letto anch'io, alcune righe in verità: non mi ha granché appassionato). Di fatto, ci sono molte assunzioni a base maschilista/maschile su tutto questo, che partono dal presupposto retrogrado ed ignorante che tra l'uomo fotografo e la donna modella, soprattuto se di nudo, ci sia ben altro che le fotografie fatte insieme. Ma aggiungo, perché sono felicemente sposato ma tra le altre cose fotografo modelle quando mi è possibile, che quando ho iniziato, proprio le prime volte, mia moglie mi ha chiesto di vedere le foto. Subito, senza la selezione dopo la quale normalmente ho piacere di chiederle che pensa di qualsiasi cosa io fotografi. La sua teoria, condivisa con me prima che andassi e che alla fine ho reputato proprio puntuale, è che dalle foto si sarebbe capito bene cosa avessi per la testa mentre le scattavo e quale fosse il mio intento nell'essere la. Più esplicitamente, ero la per fare arte o per vedere donne provocanti nude o quasi? Come hai ben scritto tu "Quando l'uomo fa il fotografo e la donna fa la modella, si crea automaticamente una mappatura codificata di comportamento ed é semplicissimo rimanere entro quei binari senza inconvenienti". La bellezza è negli occhi di chi guarda. Purtroppo lo sono anche malizia, sospetto e volgarità. E con maggior frequenza!
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  3. Chi non ne abbia mai ottenuto vantaggio passi oltre... https://donate.wikimedia.org/?utm_medium=SocialMedia&utm_campaign=ThankYouPage&utm_source=WebShare&uselang=it
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  4. Ti consiglio di aprire e guardare anche le altre, per renderti conto della qualità, compatibilmente con le compressioni operate dai sw e dalla qualità dei monitor, per comprendere le potenzialità del sensore della Nikon Z7II quando gli si anteponga un obiettivo di questa classe. Rivolto a tutti: non mi fate il torto di guardare queste foto dal cellulare...nel caso qualcuno lo faccia!
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  5. Non credo sia necessario scusarsi. Abbiamo detto più volte che le esigenze dei singoli fotografi sono o possono essere molto diverse e di come il 90-95% abbia già più che soddisfatte le proprie necessità di hardware, forse ora e per sempre.. Ma 90-95% non è il 100%. Sappiamo anche che ci sono quelli che detestano l'otturatore elettronico, lo scatto silenzioso, il mirino elettronico, il rilevamento della pupilla, l'autofocus (!), il video (!!!), i diaframmi aperti, il ritratto (!), le modelle (!!!!), quelli che "non fotografano gli estranei" e quelli che non fotografano i cristiani (intesi non quelli di quella religione, ma gli umani in genere, è un modo di dire tipicamente dell'Europa del Sud). Questo però non esclude che se si apre una discussione specifica in un determinato ambito, chi decide di parteciparvi, DEBBA forzatamente calarsi nei panni altrui, secondo quelle esigenze. Oppure astenersi. Io raramente parlo di paesaggio, non mi dice niente e non ho mai nulla da dire al riguardo, anzi, se parlassi, direi delle pure ovvietà. Idem del reportage, altro termine che non mi dice nulla e che spesso viene usato a sproposito. Come street etc. Però il sito è aperto al contributo di tutti. Chi ha qualche cosa di originale da dire non ha che da aprire la sua discussione/blog e circostanziare bene il suo intervento. Pretendendo - giustamente ! - che chi partecipa risponda in tema. Come sono certo pretendeva qui Massimo Vignoli (ma chi ha risposto, ha guardato il video ? Sa di cosa e di chi stiamo parlando ?). E come sempre pretendo io che sono quello che in assoluto scrive di più e SEMPRE mettendo un bel prefisso in ogni discussione/blog/articolo. Personalmente credo che la fotografia digitale sia oggi (2021) ancora ai primi vagiti. Novità sensazionali come i sensori stacked, come i sensori che autoadattano l'esposizione localmente e tecniche come il pixel-shift e la super-risoluzione rivoluzioneranno totalmente il modo di praticare e di concepire quest'arte. E che cose come l'otturatore meccanico, le tendine, i mirini "a periscopio", i tempi di sincronizzazione, gli esposimetri e i termocolorimetri dovranno finire in museo definitivamente. Cosa che non significa che uno Stradivari debba stare in vetrina, purchè il violinista che lo prende in mano sappia farlo suonare per il meraviglioso strumento che è, è giusto che continui ad essere suonato. Ma non per farne una bandiera contro lo sviluppo delle tecnologie al servizio di tutti gli altri (si, anche di quelli che non sanno seguire un airone in tuffo con una D5 e un 600/4 a mano libera, centrando sempre l'occhio in modo infallibile : perchè non tutti siamo cascati nella pentola della pozione magica da piccoli come Obelix, qualcuno la deve bere ancora oggi ogni giorno).
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  6. E' un argomento a cui sono sensibile. Ed ammetto che mi è capitato di accapigliarmi più di una volta per questo. Un vero campo minato in cui è facile pestare una merda e sporcarsi fino al ginocchio che forse non dovrei trattare. Ma quando leggo certe posizioni o sento certi discorsi, mi si alza la pressione e rischio di scoppiare. il paginone doppio di una rivista di fotografia (non è una rivista per soli uomini, pur essendo chiaramente orientata. E' tale e quale, negli scopi, ad una rivista di wildlife fotografico, solo che per lo più è ambientata in ambienti domestici, indoor e outdoor ed ha come soggetti, modelle quasi esclusivamente nude). Il linguaggio è sessualmente orientato, con terminologie chiaramente mascoline, non si fa fatica ad ammetterlo. Ma il mondo del wildlife non è uniformato alla caccia incruenta, con le stesse terminologie (che a me personalmente creano raccapriccio) ? Ma è un prodotto liberamente sul mercato, che può o meno essere acquistato, nessuno vi obbliga. La causa scatenante questa volta è un articolo su una rivista online USA molto letta che a partire dal titolone : " Persino alcuni dei fotografi maschi più noti non sanno ancora come trattare le donne" dibattuto - da un fotografo maschio - poi nel testo con grande passione ma nell'alveo comune del politicamente corretto scatenato dal metoo del dopo Weinstein. Premesso, e qui comincio, che io sto con il povero Weinstein ridotto da arpie e voraci avvocati ad una larva umana che oramai deambula a fatica con il pannolone tra le gambe, il discorso è il solito. Mercificazione del corpo della donna, resa come oggetto sessuale, vendita del suo corpo e, nel caso di questi non ben identificati "fotografi maschi" che organizzano workshop attirando fotografi alle prime armi con discorsi ambigui, formandoli "nel modo sbagliato", sostanzialmente commercio indotto da un background culturale sbagliato. Come dire - probabilmente ? - che sarebbe giusto, probabilmente, che i ragazzi venissero vestiti da femmina e fossero introdotti alle faccende tipicamente femminili, anziché incoraggiati ad avventurarsi fin da subito nel bosco, per cacciare. Ma non indugio oltre su questo versante quasi "etologico", perchè semplicemente nella mia ignoranza credo che maschi e femmine di ogni specie siano differenti quel tanto che basta per ... permettere loro di accoppiarsi, procreare e contribuire nel mantenere in vita le loro peculiarità nel futuro. Altrimenti non si spiegherebbe perchè il merlo che abita nel mio giardino ogni mattina pesca un bel vermetto, si mette a cantare a squarcia gola finchè sua moglie non lo va a trovare sulla cima della meta-Sequoia per tranquillizzarlo, prendendo dal suo becco quel bel vermicello succulento. Ma tornando a bomba, io posso portare una più che decennale pratica fotografica con modelle. Mi piacciono le donne, mi piace fotografarle. Non rubo fotografie ma pago le modelle perché si lascino fotografare da me, come piace a me. Appunto, pago le modelle, dopo aver stabilito condizioni precise, secondo un contratto a volte scritto, a volte solo verbale. Alcune volte tramite agenzia specializzata, sempre più spesso, con relazione diretta, perchè sono sempre più le modelle che operano come imprenditrici private di loro stesse. Come le tratto ? Con il massimo rispetto e cortesia, quando ricevo altrettanto rispetto e cortesia. Ma una modella è una donna ? In linea di massima si, naturalmente si, ma non nell'accezione generica. Una modella è una professionista che dietro compenso posa. Posa per un pittore, per uno scultore, per un fotografo. Secondo specifici accordi pattuiti in anticipo. La linea di confine è labile, certo. Ma una donna che posa è una modella. Il confine diventa concreto quando vedi una modella nuda che si copre mentre non sta posando e non ha alcun problema a mostrarsi quando invece posa. Guardare una modella è come guardare una donna ? In linea di massima si ma dipende se la stai guardando direttamente senza che si stia fotografando, oppure se la stati guardano per studiare posa, luce, espressione. Con o senza la fotocamera. Che è un evidente elemento di separazione tra te e lei. E sottolineo te e lei, non il generico uso un pò ipocrita di fotografo e modella. Che vale se gli attori sono altri, non se tu sei uno di loro. Personalmente ho fotografato decine e decine di modelle, non so quante. Una quantità. Avrò un milione di scatti fatti con modelle di ogni continente. Alcune, assolutamente caste, ritratti puri, addirittura in abiti monastici. Altre oltre ogni pudore ma pur sempre con intento artistico. Mai una volta ho provato un sussulto o un prurito per l'avere una modella davanti "come mamma l'ha fatta". Nessuna volta mi è capitato che si creasse qualche situazione scabrosa per una incomprensione sugli scopi reali del vero motivo per cui si era li. Per l'atteggiamento, non necessariamente per la differenza di età che oramai mi avvicina a quella di un vecchio zio se non ancora un nonno. Ma ci sono tanti nonni ancora rapaci in giro. Certo, ci sono tanti pervertiti che si fingono fotografi per tentare di approfittare della situazione. Magari con sistemi poco virtuosi, sempre tentando di non scucire nemmeno uno scudo. Io invece non ho mai fotografato gratis ed ho sempre preteso patti precisi prima del set. E questo è il primo segnale di onestà. Anche quello, se conosco già la modella e so di potermi fidare, quello di pagare il corrispettivo prima del lavoro, in modo da evitare il gesto poco elegante di ... dover pagare una donna. Che è una modella, che posa dietro compenso. una modella italiana piuttosto nota, che in rete ha centinaia di foto che la ritraggono senza alcun pudore con tutto ben in mostra. Questa foto è sul suo profilo Instagram e sotto c'è l'offerta di posare su compenso. Lo fa per lavoro, se ci si incontra sul compenso, non ha alcun problema a farlo con qualsiasi fotografo serio. E mi pare una cosa assolutamente normale. Poi magari non ci si trova in termini di intesa artistica, è facile, non siamo tutti compatibili allo stesso modo. Io amo ri-fotografare le modelle con cui mi trovo meglio, escludo per sempre quelle che non ispirano passione. Ma così come ci sono fotografi seri e ci sono pervertiti che fingono di essere fotografi oppure che si insinuano nei worshop solo per poter broccolare le modelle o fotografarle in modo osceno, ci sono anche modelle molto disinibite che senza farsi troppi problemi offrono un tariffario di "un tanto l'ora" a seconda del genere fotografico che il fotografo gradisce. Dal ritratto vestito, passando per l'intimo, arrivando al nudo integrale con le parti intime esposte ma anche fino a posare mentre fanno cose che in generale non si fanno per un pubblico ma in solitario (spero di essermi spiegato). Da 50 euro l'ora fino a 150 o 200. Purchè il fotografo sia referenziato ed affidabile. Ecco, ho fotografato decine e decine di modelle ma non mi è capitato sinora di fotografarne una che non fosse ben felice di posare e che non mi abbia ringraziato alla fine. Senza che qualcuno le costringesse a posare, dietro ricatto, tortura o non saprei quale tipo di forzatura. Anche perchè se una modella posa contro-voglia io me ne accorgo al volo e la protesto. Accorciando l'incontro che non tronco perchè sono un signore, pagando sempre il compenso pattuito anche se non sono soddisfatto. Ci sono anche tante modelle che posano per te entro certi limiti ma poi con il tal fotografo famoso danno molto di più, nonostante quanto tu sia disposto a pagare : una foto dell'ultimo set di Petter Hegre con una modella che non conosco. Alcune modelle hanno posato per Hegre in modalità che se io fossi il loro padre, lo avrei già scotennato (dopo una saccata di legnate alla cara figliuola) ma che con me hanno fatto le santarelle, negando di essere disposte a fare "certe cose" (sempre fotograficamente parlando). Insomma, la faccio breve. Uomini siamo, e donne sono (credo che probabilmente il discorso possa essere identico anche a parti invertite ma sinceramente ho rinunciato 20 anni fa ad investigare nella psiche femminile : è una materia che non mi affascina più). Quando l'uomo fa il fotografo e la donna fa la modella, si crea automaticamente una mappatura codificata di comportamento ed é semplicissimo rimanere entro quei binari senza inconvenienti. Se il fotografo invece è un pervertito mal gliene incolga. E se la modella non è una modella ma una escort, forse ha sbagliato canale. Esattamente come il pervertito che magari potrebbe semplicemente cercare altri servizi a pagamento : il web è pieno di inserzioni anche di quello, con esiti ben più soddisfacenti. Ma per favore non facciamo i moralisti. Che non ce n'è bisogno. Non c'è bisogno di codificare stili e comportamenti con decaloghi all'europea (quella di Bruxelles). C'è un'etichetta non scritta che si adatta di volta in volta. Non si sta parlando di nulla di illecito (almeno finchè le femministe non instaureranno una dittatura universale) e non c'è nulla di male. Non vorrei in un prossimo futuro dover compilare un mazzo di documenti e presentare lo Spid prima di fare una foto ad una modella coperta da un saio. A me piace fotografare le modelle e spero di poter continuare a farlo finché potrò. *** A margine qualche aneddoto personale che forse spiega come ci sia caso e caso. Mi è capitato di fotografare una modella, brutta ma così brutta che non ho nemmeno messo la scheda di memoria ma che per professionalità, serietà e anche signorilità, ho finto di fotografare, guidandola e facendole credere che stava lavorando bene. Mi è capitato di essere sul punto di mandare a cagare una stronza mercenaria russa che non aveva capito chi aveva di fronte, nonostante si fosse portata il marito "per sicurezza". Ho contato fino a 101 e poi le ho chiesto fermamente che se voleva lavorare con me, stava li per quello, altrimenti la porta l'aveva già vista. Ho fotografato una donna nella vita con la quale ho instaurato un rapporto tale per cui in una due giorni le ho detto : nel primo giorno fotograferò come farebbe una fotografa, nel secondo giorno come farebbe un fotografo innamorato di te. E ci siamo divertiti un mondo entrambi nel provarci. il sottoscritto e la sua modella più amata la gran parte delle modelle ama essere adulata, gradisce i complimenti ben posti mentre si fotografa. Molte sono insicure ed hanno bisogno di essere tranquillizzate : si, bene cosi, brava. E' facile, anche se la lingua non è quella madre di nessuno dei due. Non costa nulla e non ci sono malintesi. Ci sono alcune - poche - che amano essere amate per quelle due ore in cui le fotografi. Altre che posano con tutta la professionalità che hanno ma facendoti capire che sei un pezzo di merda per loro, buono solo perchè le paghi. Come per tutte le cose della vita. Non mi pare che sia il caso di farne una questione politica o di volerci mettere in mezzo cose che non ci sono. In ogni caso se noi fotografi non fossimo interessati a fotografarle, molte modelle probabilmente dovrebbero giocoforza intraprendere altri generi di carriera ... ... parimenti se non ci fossero così tante modelle disposte a posare per i fotografi - spesso in competizione tra loro con tanto di tour europei e booking online - non le potremmo fotografare.
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  7. posso allargare il teatro anche a Cagliari...stesso giorno
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  8. Tutto sommato si può riassumere in poche parole. Weinstein è stato uno dei più importanti produttori cinematografici a cavallo di fine secolo. Ha creato tanto valore, ha creato tante carriere, reso famose attricette scarse e in molti casi, andando oltre il normale rapporto produttore-attrice (che più di una volta ha portato a prendere l'Oscar o altri riconoscimenti : sempre un gran pacco di milioni di cachet) ha chiesto un compenso in natura per il suo interessamento particolare. Senza usare la pistola. Una cosa brutta da dire e da pensare in senso generale. Se non fosse che è una delle cose della vita di tutti i giorni. E che tutti sapevano succedere. Non sarà un caso se da quando Weinstein è finito sul lastrico molte di quelle attrici hanno sostanzialmente finito la carriera. Nel mondo di fotografi/agenti e modelle ci sono stati tanti casi simili, con alcuni, veri "broccolatori" che sono stati smascherati, altri che hanno finito per mettersi a fotografare soggetti diversi per evitare guai. Molte top-model si sono arricchite grazie a discrete amicizie di questo genere. Ma di fatto adesso c'è la caccia alle streghe in questo ambiente e molte dinamiche si sono spente (e ne sta facendo le spese la fotografia in generale). Tutte cose che però sono distanti anni luce dal mondo del fotoamatore.
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  9. Si più ci penso e più lo trovo convincente. Tra l'altro andare a circa 50mpix con tutta la prima linea, oltre alle economie di scala, ha molteplici vantaggi: - Si pone in una posizione sicura: fa quello che ha fatto la concorrenza, con plauso della clientela. Continuo a pensare che, in un mondo perfetto per me, dovrebbero staccarsi dal trend e fermarsi intorno ai 30Mpix. Ma non è un modo perfetto ed i miei bisogni non sono al centro dell'universo. - Tiene aperta la porta del video, cosa che per chi lavora e produce reddito con i media è probabilmente ormai indispensabile (vedi anche la discussione su Morten Hilmer: sinceramente non ho idea se guadagni più con le foto od i video su YouTube, ma se pensasse di aprirsi porte su video alta qualità per documentari farebbe solo bene). - Ripristina il senso fotografico delle lenti luminose, come i 2.8. Non per lo sfocato, ma per la luce. Con ISO migliori della D5 - che potrebbe avere una ML di ultima generazione di sensore a densità equivalente - è difficile convincere un fotografo a comprare un 500/4 a 10-12K€ quando a 3K€ c'è un 500/5.6.... se la portiamo sullo sport: 300 o 400/2.8 vs 300/4 Ora, si potrebbe argomentare che la terza sia più a vantaggio di Nikon che del cliente di Nikon. Ma non sarebbe giusto: la Nikon che piace a me è quella che punta in alto e fa la linea professionale per raggiungere, generazione dopo generazione, i migliori risultati. Anche se costa.
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  10. Scusami, ma io sono pignolo. Le differenze tra Nikon e gli altri rispetto Canon del 1987-2000 erano enormi. Oggi le differenze tra Nikon (degli altri mi impipo) Sony e Canon sono sottigliezze in confronto ad allora: il gap è colmabile. Niente catastrofismi... Il danese sarà passato a Canon perché non riusciva a fare ciò che voleva con Nikon. Ma se fosse stato un lavoro il suo, col piffero che cambiava sistema per affrontare altre incognite: si sarebbe fatto bastare ciò con cui sapeva già abbattere bersagli. I fotografi maschi sono specie a parte: hanno le mestruazioni...
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  11. Come riuscite a enfatizzare delle differenze strutturali e di livello, voi nikonisti insoddisfatti, nessuno. Neppure chi usa altri brand. Tanker, mi sa che ti sei dimenticato la differenza che passava tra gli af delle prime Nikon (F-501/401/4) e quello delle corrispondenti Canon (EOS 650/690/1) con gli obiettivi SUBITO dotati di motore incorporato USM (ultra-sonic) Era come paragonare un monopattino a trazione animale ad una Ducati 916. Decisamente no: oggi una Nikon Z6 ii non ha lo stesso divario da una pari Canon, neppure lontanamente. E le differenze, che riguardano particolarità per specialisti, verranno colmate. Presto: perché Canon nel 1987 mandò affanculo i suoi utenti FD, introducendo un nuovo sistema DEL TUTTO incompatibile col precedente. Nikon solamente nel 2018, ossia 31 anni più tardi, è transitata su altra baionetta. Avete troppa fretta...pur avendo i vecchi strumenti coi quali dite di fare 100 centri su 100 colpi. (E allora...what else???)
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  12. Modelli che ho in casa (da costruire). F-4G in scala 1/32 Revell F-104G Hasegawa in scala 1/32 Tornado GR.1 Revell, scala 1/32 Rafale C, Revell,scala 1/48 Oltre al Viggen che sto finendo, anche un altra coppia ancora in scatola, più un Gripen, sempre Italeri. Una terna di F4U in varie versioni. Due Tempest. Un Dornier Do335. Un Advaark C, Hobby Boss, scala 1/48 Un A7E, Hobby Boss, scala 1/48
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  13. Il 500 Nikon è la mia lente preferita, il nostro sodalizio iniziò nel 2008 quando - finalmente - riuscii a mettere le mani sul AF-S 500/4 VR. Era il primo 500 stabilizzato Nikon, era rarissimo, e, prima che fosse finalmente prodotto, grandemente invidiato a chi usava Canon. Io lo aspettai quasi un anno! E da allora sono convinto che il 500mm sia la miglior focale per chi voglia fare fotografia di natura. Non troppo pesante, non troppo lungo, non troppo corto.... insomma l'ideale compromesso tra tutti i supertele, dotato di una qualità di immagine veramente straordinaria. Dopo 10 anni, nel 2018, l'ho permutato con il 500/4E FL: una serie di piccoli affinamenti - miglior stabilizzatore, minor peso, AF un filo più veloce - ma sostanzialmente la stessa cosa. Insomma, più la soddisfazione di una voglia che di un reale bisogno, anche per me che amo fotografare in luoghi lontani, raggiunti in viaggio o a piedi con lunghi dislivelli, perché la differenza di peso è inferiore al kg. Nello stesso anno, Nikon portò la tecnologia del 300/4 PF - la lente di Fresnel - ai 500mm. Fu una svolta epocale ma io, nonostante avessi provato quello di Mauro e vedessi la soddisfazione di un compagno di sgambate - Marco, che se ne dotò subito - lo ritenni inadeguato. Chissà perché, a volte, si prendono decisioni drastiche senza un vero razionale. Ma quest'estate, programmando un anno di fotografia in montagna per via del Covid e dell'impossibilità di viaggiare, decisi finalmente di comprarlo. Da qui questa tardiva prova. Parliamo di questo oggetto: Ma per capire il senso di questa tecnologia occorre contestualizzare. Qui lo vedete al centro, tra il 70-200/2.8FL E a sinistra ed il 500/4FL E a destra. Insomma, è un 500.... ma è grande come un 70-200, e pesa tanto uguale!!!! Beh, il 500/4 non se ne cura.... indossa la sua uniforme da lavoro e sorride sornione: abbiamo passato insieme giornate memorabili e poi.... ha la forza di Golia! Ma seguendo la metafora, il 500PF è Davide. E sappiamo com'è andata a finire tra i due. Lo dico subito: qui non andrà nello stesso modo. Ma di poco! Per contestualizzare meglio, qui le lenti frontali dei 3: Ma, come si dice, le dimensioni non sono tutto ed è il momento di far parlare qualche foto. Val di Rhemes, giugno 2020. Z6 su 500/5.6PF 1/500 f5.6 ISO 320 - A mano libera. Val di Rhemes, giugno 2020. Z6 su 500/5.6PF 1/200 f8 ISO 280 - A mano libera. E' il primo contatto, in montagna, come previsto. Un'ottima giornata, fu il debutto anche del 20/f1.8S, altra lente meravigliosa. Capii subito che la mia iniziale posizione negativa era un pregiudizio irrazionale ed ingiustificato. La lente è nitidissima ed usarla a mano libera una gioia. Di fatto il mio 500PF non l'ho mai usato sul campo da treppiede, gli unici scatti fatti in quel modo sono le comparative che vedrete tra poco. Ma non solo, in condizioni fotografiche normali anche il suo punto debole - la qualità dello sfocato - non è così male! Ma ci sono altre caratteristiche interessanti. Ad esempio, mette a fuoco da molto vicino! 3mt secondo le specifiche, con un rapporto di riproduzione 0.18x. Cioè in pratica una cosa così. Parco del Ticino, luglio 2020 - Z6 su 500/5.6PF 1/500 f8 ISO 560 - A mano libera. Ma io l'ho comprato per fare altro.... Gran Paradiso, settembre 2020 - Z6 su 500/5.6PF 1/400 f5.6 ISO 100 - A mano libera. Lo sfocato è effettivamente un po' duretto. Ma l'impatto sulla qualità della fotografia dipende molto dal contesto. Gran Paradiso, settembre 2020 - Z6 su 500/5.6PF 1/500 f5.6 ISO 100 - A mano libera. Gran Paradiso, settembre 2020 - Z6 su 500/5.6PF 1/500 f5.6 ISO 400 - A mano libera. Quel che è certo è che andando in montagna con la Z6, il 24-70S, il 70-300/f4-56 AF-P e questo 500/f5.6PF hai coperte focali da 24 a 500 con una qualità d'immagine stratosferica ed un peso complessivo ben inferiore ai 4KG. Una cosa veramente incredibile! Ma la sua versatilità è importante, ed anche nei boschi del Parco del Ticino sa dire la sua. Parco del Ticino, ottobre 2020 - Z6 su 500/5.6PF 1/30 f5.6 ISO 5600 - A mano libera. Già, non è un errore: 1/30 a 500mm a mano libera. Ma poiché è così nitido, lavora bene anche a ISO altissimi - anche in mezzo alla nebbia. Parco del Ticino, ottobre 2020 - Z6 su 500/5.6PF 1/200 f5.6 ISO 12800 - A mano libera. E chi è abituato a vedere e fotografare i selvatici avrà già capito... Parco del Ticino, ottobre 2020 - Z6 su 500/5.6PF 1/250 f5.6 ISO 2800 - A mano libera. .... se sei ben mimetizzato, una lente frontale piccola, unita allo scatto silenzioso della Z6 ed al vento nella direzione giusta consente di fotografare animali timidissimi senza che ti percepiscano minimamente. E da "vicinanze" incredibili! Beh, per diventare così "ninja" ho impiegato un po'.... e quel che serve non è nella scatola giallo oro dei nikkor. Ma questo è un altro racconto! Parco del Ticino, ottobre 2020 - iPhone X. Quella traccia è il risultato del frequente passaggio degli ungulati.... è il primo passo, poi occorre capire dalle impronte di che ungulato si tratti, stare fermi e mimetizzati.... ed avere molta pazienza ed un pizzico di fortuna per "esserci" al momento giusto. Ma torniamo a questo bellissimo 500mm. Che è incredibilmente piccolo e leggero l'ho detto. E' anche molto nitido, ha pochissima vignettatura ed uno stabilizzatore molto efficace. L'AF è veloce. Ma rispetto al 500/4FL E? beh, è ovvio. I miracoli non esistono, ed anche se esistessero farli non è nelle prerogative degli ingegneri Nikon. E ci dobbiamo ricordare che il 500/5.6PF costa un terzo del 500/4FL E. Iniziamo dalla nitidezza. Corbetta, novembre 2020 - Z6 su 500/5.6PF 1/400 f5.6 ISO 800 - da treppiede E qui un crop a pixel reali di tre scatti. Da sx a dx: 500/4FL E a f4, 500/4FL E a f5.6, 500/5.6PF a f5.6. Il 500/4 FL E è più nitido, di poco a tutta apertura e di più a f5.6. Ma è lui che è stellare non il PF che demerita. Perché vi posso assicurare che, senza un confronto all'americana come questo, tutta questa differenza non si vede. E lo sfocato? Beh, anticipo che, senza leggere i dati, ho sempre riconosciuto la lente semplicemente guardando l'immagine, ma ecco qui: Corbetta, novembre 2020 - Z6 su 500/5.6PF 1/400 f5.6 ISO 800 - da treppiede Corbetta, novembre 2020 - Z6 su 500/4FL E 1/400 f5.6 ISO 800 - da treppiede Corbetta, novembre 2020 - Z6 su 500/4FL E 1/800 f4 ISO 800 - da treppiede Corbetta, novembre 2020 - Z6 su 500/5.6PF 1/400 f5.6 ISO 400 - da treppiede Corbetta, novembre 2020 - Z6 su 500/4FL E 1/400 f5.6 ISO 400 - da treppiede Corbetta, novembre 2020 - Z6 su 500/4FL E 1/400 f4 ISO 400 - da treppiede Ma queste sono immagini scattate per mettere in luce il problema, a voi valutare quanto impatti la pratica fotografica. Gran Paradiso, ottobre 2020 - Z6 su 500/5.6PF 1/2500 f5.6 ISO 400 - a mano libera Gran Paradiso, ottobre 2020 - Z6 su 500/5.6PF 1/320 f5.6 ISO 100 - a mano libera Gran Paradiso, ottobre 2020 - Z6 su 500/5.6PF 1/1000 f5.6 ISO 200 - a mano libera Gran Paradiso, ottobre 2020 - Z6 su 500/5.6PF 1/1000 f5.6 ISO 400 - a mano libera Parco del Ticino, ottobre 2020 - Z6 su 500/5.6PF 1/60 f5.6 ISO 12.800 - a mano libera In sintesi, le mie conclusioni: Pro: - Leggerissimo e dall'ingombro estremamente limitato, ma con ottima qualità costruttiva - Stabilizzatore efficacissimo, è nato per essere usato a mano libera. Anche ai confini del giorno, dove però l'apertura limitata finisce per penalizzare l'autofocus - Autofocus veloce, anche se meno di quello del 500/4FL E - Vignettatura quasi assente, molto meglio di quella del 500/4FL E - Nitidezza eccellente, anche se su livelli visibilmente inferiori a quelli - stellari - del 500/4FL E - e comunque drasticamente superiore ai vari superzoom che raggiungono queste focali - Prezzo conveniente - 1/3 di quello del 500/4FL E! - anche se non propriamente economico Contro: - Sfocato più nervoso del fratello maggiore, ma il "difetto" è limitato e non sempre evidente nelle immagini "reali" Quindi, un'ottica straordinaria ed un'esclusiva di Nikon nel panorama fotografico mondiale. Da sola, per un fotografo naturalista, può essere il motivo per usare Nikon! Certo non mi farà vendere il 500/4FL E, che resta per me il meglio del meglio, ma lo consiglio senza riserve a tutti i fotografi amanti dell'avventura, dei viaggi e della montagna - terreno sul quale, accoppiato al 70-300/f4-5.6, forma una combinazione straordinariamente efficace e dove assolutamente primeggia. E anche di più a chi, desideroso di fare il salto verso il primo "super tele", non possa o non voglia impegnare il capitale necessario all'acquisto del fratello maggiore. Sono sicuro che non si pentirà dell'acquisto e che potrà per molti anni trarre grandissime soddisfazioni dal suo utilizzo. Massimo Vignoli per Nikonland (c) 6/11/2020
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