Vai al contenuto

Classifica

Contenuto Popolare

Mostra il contenuto con la massima reputazione di 15/03/2021 in tutte le aree

  1. Due storie di successo. Nikon lancia nel 1996 la prima fotocamera reflex (a pellicola, naturalmente) con corpo monolitico che integra anche il battery pack. La Nikon F5 diventa un riferimento per il mercato. Ma è maledettamente costosa. Per questo nel 1998 la macchina viene sostanzialmente "doppiata" con un modello grosso modo della stessa categoria (ma non classe) in un corpo che prevede il battery-grip separato. La Nikon F100 raddoppia il successo restando la macchina di più ampio "valore" di Nikon a cavallo di secolo. Ma il corso della storia procede spedito. Nonostante la forza della F5 (che trovate ancora perfettamente funzionante in tanti esemplari ancora oggi a distanza di 25 anni) nel 1999 Nikon lancia la prima ammiraglia professionale digitale. E' la D1 che presto verrà accompagnata da modelli perfezionati come la D1h e la D1x. Ottime macchine, purtroppo per questioni di sviluppo ancora acerbo dei sensori e costi di produzione, limitate dal formato del sensore in 24x16mm. Ma la concorrenza non sta a guardare e rapidamente sposta l'asticella con macchine con raffica e elevata e, soprattutto, in formato 36x24mm. Nikon studia. Ed è solo nel 2007, in agosto, che avviene l'epocale lancio della Nikon D3. La macchina sarà disponibile solo ad inizio dicembre ma sarà un grandissimo successo per la gioia di professionisti e fotoamatori esigenti. Ma solo pochi mesi dopo, è l'inizio di luglio del 2008, arriva la versione più compatta, con il battery-grip opzionale che per il resto condivide sensore e prestazioni generali con l'ammiraglia. La Nikon D700 è per Nikon come la Nikon F100, un successo di vendita e di longevità, con tanti esemplari ancora in onorato servizio a distanza di 13 anni. due macchine diverse che condividono la stessa storia. Lo stesso sviluppo del sensore (pensato e progettato in casa, costruito da Renesas, gruppo Mitsubishi), la stessa logica, prestazioni abbastanza simili, resa del file sostanzialmente sovrapponibile. Piccole differenze costruttive tali da giustificare la forte differenza di prezzo (in rapporto di circa 2 a 1 per la D3 sulla D700). Vengono prodotte circa 96.000 Nikon D3 (per non parlare delle altre 65.000 Nikon D3s e 35.000 Nikon D3x sostanzialmente delle derivate) ma poco meno di 550.000 Nikon D700. La Nikon D3s condivide il sensore della D3 (il che porta a 650.000 macchine prodotte con quel sensore) mentre quello della D3x è una variazione full-frame di quello della D300, progettato da Nikon e prodotto da Sony. Quell'unico progetto D3-D700-D3s-D3x costituisce una fase fondamentale per l'intera storia di Nikon (e della fotografia digitale in generale) *** Una nuova storia di successo. La storia si ripete ? Si, anche se gli eventi raramente sono totalmente sovrapponibili. Nikon era in fortissima difficoltà nel periodo D1x-D2h-D2x e molti stavano passando a Canon senza altre alternative. Pur in ritardo e con molto sforzo, operando nel modo più oculato e prudente, Nikon ha proposta la ... proposta vincente che le ha sostanzialmente permesso di vivere di rendita fino al 2016-2018. Oggi siamo in una nuova transizione, come nel periodo dal mezzo-formato digitale al pieno-formato, andiamo verso il senza specchio anche in campo professionale. Pochi giorni fa Nikon ha annunciato lo sviluppo del progetto Nikon Z9, una professionale Nikon pensata sostanzialmente per affiancare e sostituire la Nikon D6, l'ultima ammiraglia della serie D3. Il concetto di fondo è differente ma le prerogative le stesse, solo con tecnologia aggiornata allo stato dell'arte di oggi. Dentro c'è ancora un nuovo sensore progettato da Nikon ( e presumibilmente prodotto da Tower Semiconductor nella sua fonderia in Giappone) con la tecnologia più avanzata oggi disponibile. Una macchina maledettamente prestante - pensiamo - ma anche maledettamente costosa (pensiamo). E' un annuncio dello sviluppo ma questo nel linguaggio Nikon significa in generale che la macchina è pronta di hardware ma va raffinato il software e che da questo momento può circolare in mano ai tester. Sarà - pensiamo - pronta per l'estate e in vendita tra 6-8 mesi. Ma venderà in rapporto di 3 a 1 rispetto ad una macchina della categoria della Nikon D850. E non permetterà, da sola, di ammortare il costo di sviluppo del suo sensore. Motivo per cui pensiamo seriamente anche se non ne abbiamo le prove, che nel 2022 dovrà vedere la luce una macchina della categoria di F100 e D700 che porti le prestazioni all'ingrosso della Z9 in una fascia di prezzo che sia più alla portata di un pubblico più numeroso. Questa Nikon Z8 dovrà possedere tutte le prerogative di una ammiraglia (con cui condividerà il sensore) in un corpo più compatto e che costi non più del 60% dell'ammiraglia. Non ancora una macchina per tutti - per la fascia più ampia dei fotoamatori ci saranno ancora proposte come la Z5 e la Z6, belle macchine senza però molto effetto "wow" - ma sicuramente un sogno più realizzabile. Ma non solo. Se Nikon pensa di rinnovare anche il sensore in formato DX, certamente meno costoso da sviluppare e produrre partendo da quello in formato FX, un modello stacked da 22-24 megapixel può essere introdotto partendo dalla stessa matrice di quello da 45-47 megapixel della Z9-Z8. E così dallo stesso concetto, potrebbero arrivare anche altre macchine, di prima o di seconda fascia ma con prestazioni che in quella categoria nessun altro concorrente possiede. Certo non al costo di una Z50. Ma nemmeno a quello di una Z9. (si stiamo pensando alla versione mirrorless di D300 e D500 per fare una tripletta come quelle di successo del miglior periodo reflex digitale di Nikon). Noi ne siamo convinti. Semplicemente perchè per Nikon è necessario ricostruire per intero il proprio catalogo corpi macchina mirrorless con una offerta articolata come quella delle reflex, al netto del taglio oramai inesorabile dei modelli a più basso valore aggiunto. Ma Nikon è una società relativamente più piccola delle sue principali concorrenti ed ha necessità di massimizzare il rendimento dei suoi investimenti in sviluppo. Quindi riciclando al massimo i componenti più importanti in più modelli alternativi. Una sola ammiraglia sarebbe un costo impossibile da sostenere in relazione alle vendite preventivabili. Tutto questo nell'arco di 12-18 mesi a partire da ... ieri. E voi quanto male ne pensate ?
    6 punti
  2. Non sono mai stato un particolare appassionato di questo genere fotografico, ma la voglia di fotografare mi ha spinto a provare. Qui l'esordio, in casa. Ora, fortunatamente, inizia a fiorire qualcosa, per cui ho proseguito con i miei tentativi. Dico subito che mi sono divertito un sacco, al punto da provare sia sabato che domenica della scorsa settimana. In particolare domenica, ho passato diverse ore sdraiato nel bosco a provare punti di ripresa bassissimi. Ero del tutto assorbito a cercare il punto di ripresa perfetto, incrociando sfocati, luce, erba, foglie, petali.... insomma mi sembrava di avere davanti una tavolozza ricchissima. E, con il passare del pomeriggio, la luce cambiando aggiungeva meravigliose variabili. (N.b: sdraiarsi in boschi frequentati da ungulati è una pratica che non consiglio per via delle zecche, che ho ignorato preso da quello che vedevo ma che mi ha lasciato ben preoccupato nelle ore successive). Come dicevo nel blog di apertura di questa serie, il mio intento non è di riprodurre i fiori "da catalogo" ma quello di lavorare prevalentemente ad ampie aperture (vedrete che qui ho fatto anche qualche scatto più chiuso, sto sperimentando e per capire bene preferisco scattare e poi guardare con calma a casa), valorizzando lo sfocato e dando risalto più alle forme che alla nitidezza. Nitidezza che deve esserci, ma che cerco di confinare a pochi tratti. All'opposto di quanto ho fatto in casa, non ho usato null'altro che la luce naturale e non ho aggiunto goccioline o altro. Al massimo, in alcune inquadrature, mi sono limitato a togliere qualche stelo secco che "sporcava" la composizione o, più spesso, a lasciare/introdurre volontariamente tra la lente ed il fiore elementi sfocati. Il bello di tutto questo giochino, in sostanza, è stato usare i mattoncini che madre natura ha disseminato in giro e valorizzarli con spostamenti del punto di ripresa di pochi centimetri. Insomma, pochi metri quadrati di bosco sono stati un universo di possibilità. Ultima nota, tutte le immagini sono state fatte a mano libera. Io, normalmente, preferisco, e di molto, usare il treppiede, ma qui non era materialmente possibile accedere a tali "bassezze" usandolo. Come lenti ho usato il 50S 1.8, con i tubi di prolonga Meike 11 e/o 18 (non ho segnato quali sono fatte con uno e quali con due, e non mi è possibile ricostruirlo ora), ed il 70-200/2.8FL via FTZ con la lente diottrica Canon 500D, che è risultato di una incredibile comodità compositiva per via della variazione di ingrandimento data dallo zoom (non mi dilungo a spiegare, ma agli interessati consiglio di cercare i fantastici articoli di Silvio). Ed ora un po' di foto. Z6II su 50S 1.8 a F2.8 1/25s ISO 200 - Al mattino aveva piovuto ed io, uscendo in primo pomeriggio, cercavo le goccioline. Errore: questi fiori bagnati stanno chiusi. Ho quindi fatto una bella passeggiata e sono riuscito a fotografare solo alla fine del pomeriggio, qui sono le 18:05 (del 6 marzo e nel bosco). Z6II su 50S 1.8 a F2 1/25s ISO 200 - Stesso fiore, stessa lente, forse un mezzo metro più lontano e 7 minuti dopo.... ma la luce è finita ed in esterni basta un filo d'aria per rendere impossibile avere anche solo il goccio di nitidezza che serve. Z6II su 70-200/2.8FL@200mm a F8 1/100s ISO 200 15:34 del giorno dopo, c'è il sole. Non è più facile, anzi in realtà è più difficile perché il sole filtra tra i rami spogli ed una delle altre variabili da conciliare è dove cade la luce e cosa produce. Z6II su 70-200/2.8FL@175mm a F8 1/100s ISO 200 Z6II su 70-200/2.8FL@170mm a F4.5 1/160s ISO 100 Z6II su 70-200/2.8FL@110mm a F2.8 1/200s ISO 200 Z6II su 70-200/2.8FL@165mm a F4 1/125s ISO 400 Z6II su 70-200/2.8FL@135mm a F5.6 1/50s ISO 400 Z6II su 50S 1.8 a F4 1/25s ISO 100 - Ci risiamo, sono di nuovo le 18:04.... Quel rosa è proprio il tramonto. Sono impazzito per fotografare questo meraviglioso amico con dietro la palla del sole. Ne ho fatte molte, nessuna mi convince. Z6II su 50S 1.8 a F2 1/60s ISO 100. Com'è andata l'ho scritto sopra, ora un po' di info sui retroscena. Innanzi tutto le Z con il monitor basculante sono veramente una manna, io stavo sdraiato a terra perché dopo ore di scatto non riuscivo più a stare comodo in ginocchio - e questo nonostante le ginocchiere da giardiniere che dopo il primo giorno ho iniziato ad usare. Ma è perché le mi ginocchia hanno fatto troppi chilometri! Come detto, niente treppiede, ma con la macchia fotografica tenuta in mano e la mano a terra. In certi casi, la macchina direttamente a terra, in particolare le ultime due immagini per far corrispondere il fiore ed i colori del tramonto. Il 50 1.8S con i tubi è una meraviglia, solo è un po' scomodo lavorarci a mano libera: servirebbero tre mani quando si devono cambiare i tubi (e capita molto spesso, visto che le 4 combinazioni: liscio, 11mm, 18mm, 29mm producono distanze di lavoro e quindi ingrandimenti ben differenti). Ovviamente, tra mani e macchina a terra - che nel bosco significa fango, foglie, erba - non bisogna aver paura di portar qualcosa sul sensore (e qui speriamo che a Tokyo ascoltino). La vera sorpresa è la versatilità del 70-200/2.8FL con la 500D. Se non si cerca il massimo ingrandimento, la possibilità di zoomare consente di comporre variando grandemente la dimensione del soggetto. E, se non si cerca la nitidezza a tutto fotogramma, anche ad f2.8 fornisce risultati assolutamente interessanti. Ma quanto mi farebbe piacere provare un 105 macro per fare queste cose!!!!
    1 punto
  3. grazie Mauro, funziona anche da me...era banale
    1 punto
  4. Credo che Nikon Studio NX sostituisca la coppia View NX + Capture NX. Quindi penso sia ragionevole che l'installazione della nuova suite rimuova il/i programmi precedenti. Circa la soluzione multi-monitor, non sono riuscito nemmeno io a trovare una opzione che ne permetta l'uso.
    1 punto
  5. Mi pare che sia decisamente meno marcata la differenza partendo dalla foto che abbiamo (la proporzione è stata ricavata non dal diametro del 24-70/2.8 ma dalla larghezza della slitta flash che è sullo stesso piano del corpo macchina : sulla "squadrosità" del ponte superiore, bisogna ricordare che le Z sono più sottili delle D. Quindi al netto dello spazio per il display superiore (un must per le Nikon professionali) non c'è molto agio per curve e smussi.
    1 punto
  6. Scusa Fabio, quanto costa la Sony a9 II che è la più "economica" macchina con sensore stacked ? (Ufficiale Sony Italia). ... 4.649 euro. Escludo a questo punto che Nikon faccia macchine mirrorless professionali con sensori "normali". Quindi non potrà costare quanto una macchina con un sensore vecchio di 5 anni come la Z7. Poi si potrà dire che le mirrorless costano cifre ingiustificate, in senso generale. Ne convengo ma il calo delle vendite a questi livelli non si può fare a meno che non esista. E quindi i costi di sviluppo vanno ripartiti su un numero di vendite inferiori.
    1 punto
  7. ... e soprattutto non fare i minchioni con la Z8. Che se fosse come la D700 per la D3, venderebbe in rapporto di 3-4 a 1 rispetto alla Z9. Ma qui siamo nell'annuncio dell'annuncio. Una cosa utile per non far scappare i buoi ma che alla lunga ti si ritorce contro perchè crea più aspettative del necessario. Come è stato per Z6 II e Z7 II che si sperava fosse molto, molto di più di quanto sono in effetti (belle macchine ma soltanto la versione matura di un prodotto del 2018.)-
    1 punto
×
×
  • Crea Nuovo...