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Mostra il contenuto con la massima reputazione di 29/09/2017 in tutte le aree

  1. Piotr Naskrecki è una figura particolare nel mondo della macrofotografia: scienziato e fotografo allo stesso tempo. Usa la fotocamera per documentare le sue ricerche, ma anche per trasmettere al mondo la bellezza delle piccole creature che ci circondano, troppo spesso sconosciute o trascurate. Ebbi modo di intervistarlo "telematicamente" qualche tempo fa e questo mio contributo è in parte basato sul nostro scambio di email. Naskrecki ha lavorato al Museum of Comparative Zoology (Museo di Zoologia Comparata) all’Università di Harvard, a Cambridge, Massachussets (USA) e all'Università del Connecticut. La sua ricerca è incentrata soprattutto sull’evoluzione degli insetti ma è anche coinvolto in numerosi progetti scientifici e di divulgazione correlati con la conservazione delle foreste pluviali tropicali. Il suo interesse per la macrofotografia è iniziato una ventina d'anni fa quando la moglie gli ha regalato per Natale una Nikon N 6006 (F601). Dall'uso della fotocamera come mezzo per illustrare gli organismi su cui lavorava al fare della fotografia una passione il passo è stato breve. Non è interessato fotografare uccelli o mammiferi, perché trova che il piccolo mondo che ci circonda sia molto più affascinante. Attualmente usa soprattutto fotocamere ed obiettivi Canon. Come fotografo cerca sempre di portare alla luce la bellezza di quei soggetti che sfugge ai nostri occhi per via delle dimensioni del mondo in cui noi siamo abituati a vivere. Rendendo i soggetti più grandi del reale, Naskrecki ci porta alla loro scala, permettendoci di vedere strutture, simmetrie e forme normalmente nascoste. Una splendida Mantide tropicale Nemia, un Neurottero tropicale Typophyllum un ortottero mimetico Nello stesso tempo cerca di ricreare la prospettiva e la tridimensionalità di questo microscopico mondo. Per questo usa spesso i grandangoli (15-35mm) con un tubo di prolunga corto, in modo da focheggiare molto vicino pur mantenendo una prospettiva ampia e notevole profondità di campo in modo da cogliere l’ambiente in cui vive il soggetto. Un ortottero del Mozambico, ambientato. Un altro ortottero tropicale In altri contesti usa obiettivi macro e, per soggetti molto piccoli, come le formiche lavora a rapporti di riproduzione molto elevati sfruttando il Canon MPE 65mm, che arriva a 5:1. Se vuole includere qualcosa di più del solo soggetto centrale, usa grandangoli tradizionali Le sue gallerie sono diverse (ma ugualmente spettacolari), rivelando posture insolite, oppure interazioni fra (minuscoli) organismi, che per venire ripresi, richiedono abilità ed esperienza. Per ottenere questi risulta occorre una grande conoscenza del soggetto. Ogni volta che inizia un nuovo progetto fotografico, comincia documentandosi approfonditamente in quanto una buona preparazione fondamentale se si è interessati al comportamento animale. Si può persino arrivare ad osservare e documentare comportamenti che nessun altro ha mai visto prima. Naskrecki rimane comunque prima uno scienziato e poi un fotografo. Usa la fotografia principalmente per documentare il suo lavoro e come strumento educativo alla comprensione del comportamento animale e alla conservazione della natura. Raganella tropicale, Papua Nuova Guinea Pronto al duello... Granchio del Costarica Ma a parte la documentazione scientifica, quando fotografa, il messaggio principale che Naskrecki cerca di trasmettere con le sue foto è che esiste un mondo bellissimo e complesso costituito da organismi di cui pochissima gente sa qualcosa. Si tratta invece di membri affascinanti, coloratissimi e di fondamentale importanza per la sopravvivenza delle comunità biologiche. Spesso sono minacciati quanto i panda e le tigri, ma ricevono poca attenzione dal pubblico e dai conservazionisti, solo perché in pochi sanno della loro esistenza. Mostrarli da vicino è il primo passo per apprezzarli e proteggerli. Piotr Naskrecki, (dal sito Uconn Today) Non perdetevi il suo interessantissimo sito: http://www.insectphotography.com/ E il suo fantastico Blog: https://thesmallermajority.com/ NOTA: Tutte le foto sono (c) di Piotr Naskrecki, qui mostrate solo allo scopo di illustrare la sua opera ad esclusione del suo ritratto, preso dal sito Uconn Today. DISCLAIMER: All the photos shown here are (c) by Piotr Naskrecki, published here only to illustrate his work, apart for his portrait, taken from the site Uconn Today.
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  2. Il Circo Arci di Rignano sull’Arno, con il patrocino del Comune, ha organizzato una mostra fotografica su Rignano ed il suo territorio ieri ed oggi. Mostra curata dal sottoscritto con la collaborazione di un amico canonista. L’impegno più gravoso è stato il reperimento delle fotografie e/o cartoline del passato, che abbiamo cercato di riprodurre e documentare dai soliti punti di ripresa, quando possibile, per evidenziarne le differenze. In questa ricerca la situazione più marcata che ci ha colpito è la maggiore area coperta da alberi spontanei che coprono gran parte dei panorami, mentre prima la campagna era coltivata in ogni centimetro e le piante allo stato selvatico non erano tollerate, perché improduttive. La mostra più che una rassegna fotografica è un evento documentale su come l’umo interviene maldestramente sull’ambiente, spesso e volentieri alterandone i connotati e peggiorandone la vivibilità. Di seguito traccio una breve storia del territorio. Rignano si estende per circa 54 chilometri quadrati. all’interno di un’ansa che disegna il fiume Arno a nord e ad est, prima di dirigersi verso Firenze. La sua favorevole posizione lo ha caratterizzato fin dall’antico con una grande vocazione agricola, tanto che nel medioevo fu luogo di ambiti investimenti da parte di nobili famiglie fiorentine e di importanti istituzioni religiose. Già dai primi secoli dopo il mille aveva un indice di appoderamento fra i più alti della regione e fu fra i primi ad esercitare la mezzadria. Il territorio è incorniciato dalla catena collinare dei poggi di Firenze ed è percorso nella valle sottostante dalla strada erede della Cassia Nova, che collegava Firenze con il Valdarno ed Arezzo. Il territorio conserva due pievi romaniche, San Leolino nel Capoluogo e Miransù nei pressi di Castiglionchio, che confermano il suo attraversamento da parte di strade importanti, oltre una fitta rete di chiese che attestano l’ampio uso agricolo del passato e una maglia abitativa molto diffusa. Nei pressi del capoluogo c’è una suggestiva torre trecentesca sulla riva del fiume Arno – probabilmente a controllo di un passaggio o di un importante opificio – e detta dell’Isola, proprio per la sua vicinanza al fiume da cui un tempo può essere stata circondata. Inoltre Rignano conserva due borghi castellani molto suggestivi - Volognano e Castellonchio - ed è punteggiata da molte ville a riprova della grande frequentazione del passato da parte delle nobili famiglie fiorentine che vi soggiornavano al centro dei loro beni agricoli. Oggi, molte di queste sono sedi di imprese agricole a cui hanno affiancato un’attività ricettiva molto apprezzata per la dolcezza del paesaggio e la vicinanza con le città d’arte della regione. Con l’Ottocento e l’arrivo della ferrovia arrivò l’impulso definitivo al paese che favorì prima i trasporti dei prodotti delle numerose fattorie della zona e poi a servizio di alcune fabbriche che vi si installarono, fra tutte quella della calce e cemento, la prima della zona risalente al 1872. In conseguenza dell’abbandono delle campagne, la popolazione si è concentrata nel capoluogo ed in alcune frazioni, creando nuclei abitati importanti a cui si unisce il denso popolamento di ritorno alle campagne, a conferma dell’antica vocazione del territorio rignanese. La popolazione del territorio comunale aumentò in maniera considerevole, grazie anche allo sviluppo del cementificio. Urbanisticamente Rignano, che per secoli era rimasto un abitato di limitata estensione, tra i due capi del ponte assieme alla frazione di San Clemente, cambiò fisionomia. Tra il 1920 e il 1930 si arricchisce delle schiere di case che caratterizzano il centro del paese, mentre una lunga serie di villini vengono costruiti lungo le pendici della collina. Nel 1922, assieme al raddoppio ferroviario della linea nazionale, viene costruito il lungo viadotto ad arcate che ancora oggi affianca l'Arno e purtroppo non più visibili per l’alta vegetazione spontanea che costeggia il fiume. In questi anni sorsero anche alcune opere pubbliche di notevole rilievo tra cui un teatro, un asilo, il campo sportivo ed i macelli pubblici. Gravissimi furono i danni apportati dalla seconda guerra mondiale. Il ponte fu distrutto assieme alla stazione ferroviaria e al Palazzo Comunale. Crollarono anche buona parte delle abitazioni centrali ed anche il cementificio fu bombardato pesantemente. L'opera di ricostruzione permise di riattivare gran parte delle vie di comunicazione già tra il 1946 e il 1947, mentre negli anni successi venne completata (1954) anche una nuova chiesa cittadina che si affiancò alla Pieve di San Leolino. Alcune foto che hanno fatto parte della mostra. Rignano Panorama dalla parte sud dell'Arno come sopra panorama parte nord dell'Arno come sopra Il ponte post alluvione il ponte Costruzione della pescaia la pescaia Chiesa Santa Maria Immacolata come sopra Piazza del Mercato, piazza, oggi piazza XXV Aprile piazza XXV Aprile Piazza dei Martiri come sopra terrazza di Villa Bruschi come sopra Piazza dell'Unità e scalinata per Via Mazzini come sopra Piazza della Vittoria, vista dalla terrazza della villa Bruschi come sopra Artigiani sotto la terrazza della Villa Bruschi come sopra Via della Pieve come sopra Il territorio del Comune di Rignano Volognano - Castello di Volognano come sopra Rosano - fattoria di Castellonchio come sopra, vista dal retro Torri - Fattoria di Petriolo come sopra San Donato - fattoria Torre a Cona come sopra Le Corti - Fattoria il Focardo come sopra (vista dal lato opposto per vegetazione invasiva) Cappella della fattoria il Focardo come sopra Troghi - fattoria la Chiocciola come sopra San Martino come sopra San Donato come sopra Troghi - le scuole come sopra Se siete arrivati qui, Vi ringrazio per l'attenzione. Ho postato solo foto scattate dal sottoscritto (quelle odierne) per non avere problemi con gli altri autori, per cui mancano alcuni scorci interessanti descritti nel testo.
    1 punto
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