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Macmillian, Adès, Higdon : Colin Currie, LPO, Marin Alsop


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James Macmillian : The confession of Isobel Gowdie (1990)
Thomas Adès : Chamber Symphony Op. 2 (1990)
Jennifer Higdon : Concerto per percussioni e orchestra (2005)

Colin Currie, percussioni
London Philarmonic Orchestra diretta da Marin Alsop
Naxos 2009, formato CD

***
 

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il percussionista Colin Currie durante le riprese di questo disco

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qui in un'altra occasione

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e qui mentre armeggia con piatti e tamburi

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Jennifer Higdon e i suoi gatti nel suo studio

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Higdon e Alsop

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Alsop all'epoca di un workshop con Leonard Bernstein

***

Ci sono due tratti distintivi di questo disco.

La presenza costante del percussionista Colin Currie, virtuoso di fama mondiale, capace di caratterizzare da solo intere composizioni.

La differente concezione della musica attuale tra Europa e Stati Uniti.

Considero Jennifer Higdon un reale punto di riferimento per la musica contemporanea come viene pensata in America, per l'ascoltatore medio che frequenta le sale da concerto, non per gli intellettuali e i musicisti.
 

In questo disco abbiamo tre composizioni recenti, due di compositori britannici, uno della Higdon.

Praticamente inascoltabile "La Confessione di Isobel Gowdie di James Macmillian (scozzese con educazione inglese), una sorta di requiem per una povera donna costretta a confessare di essere una strega, concubina del demonio con indicibili torture e poi soffocata e bruciata sul rogo tra l'isteria della gente nel 1662.
Ancora ancora l'iniziale lento, ma poi si va verso il rumore e l'orrore.
Non posso immaginare i presenti in sala da concerto, se legati alla tradizione contrappuntistica europea come me ...

La Chamber Symphony di Thomas Adès (londinese) è di matrice schonberghiana (e solo per questo, per me, da allontanare con l'acqua santiera a portata di mano ...). Ci sono tante velleità strutturali e l'aggiunta delle percussioni è certamente un elemento originale.
Ma, per il mio gusto, lascia il tempo che trova.

Veniamo invece alla ragione per l'acquisto di questo disco.

Il Concerto per Percussioni e Orchestra - concepito nel 2005 su commissione di tre orchestre americane (Philadelphia, Indianapolis e Dallas) ha visto le tre rappresentazioni con Colin Currie alle percussioni.
Currie è anche il protagonista di questa prima incisione (e prima rappresentazione europea) del concerto, oltre che il dedicatario (e non è solo un sospetto ma una certezza, evidentemente con un occhio anche alla stesura delle parti più solistiche) è anche l'autore della cadenza solistica del concerto.

Pur essendo strutturato in un solo movimento ha una articolazione abbastanza "classica".
Non vi aspettate la forma sonata, ovviamente, difficile da configurare con tre gruppi di percussioni disposte davanti al direttore d'orchestra, ma il confronto tra orchestra sinfonica (ben organizzata con sette contrabbassi, legni completi, ottoni) e solista.
L'inizio è tutto incentrato sul solista che va in pianissimo e mano a mano seguita crescendo di volume per circa un paio di minuti.
Interviene l'orchestra che espone un tema che seguita ad essere il leitmotiv della composizione e ne fa da collante e da linea guida.

Su cui si incentra il virtuosismo esagerato di Colin Currie capace di tessere filo, maglia e ordito sia quando suona da solo che quando si contrappone all'orchestra.
Suona marimba, vibrafono, "crotali", piatti, tamburi, rullanti, cassa e grancassa.

Tempi sempre molto allegri, brillanti, attraenti per ogni genere di ascoltatore. Oddio, magari non per il patito di Haydn. Ma non di solo Haydn, Mozart e Clementi vive l'uomo.

Anche l'orchestra, sotto la guida di Marin Alsop, consumata interprete della musica contemporanea e in stretto rapporto con l'autrice, si esprime al massimo livello.

Il finale è entusiasmante con la ripresa del tema da parte degli ottoni e la marimba che risponde, accompagnata dai timpani dell'orchestra.
Insomma, a me è piaciuto molto, come gli altri concerti della Higdon.

Registrazione di elevato livello che rende giustizia anche nel pienissimo a tutte le sonorità in gioco.

Insomma, un disco da 23 minuti buoni in tutto. Ma li vale.

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