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Jean Rondeau : Imagine


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musiche di Bach e trascrizioni da originali di Bach.

Suite per Liuto BWV 997
Suite per flauto solo BWV 1013
Sonata n. 2 per Violino Solo BWV 1003 (trascr. W.F. Bach)
Chaconne per violino solo dalla partita BWV 1004
Un movimento dalla sonata per violino BWV 1005 (trascr. W.F. Bach) e uno dalla suite per violoncello solo BWV 1007
Concerto in stile Italiano BWV 971 per clavicembalo

Erato, 2014

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Jean Rondeau con il suo clavicembalo nel suo studio

Un clavicembalista nel 21° secolo/III millennio è già una rarità. Lo è ancora di più uno giovane che ammette di essersi innamorato dello strumento sentendolo alla radio (!).
Questa proposta Erato, registrazione del 2014, disponibile dal 2015, è la prima prova discografica del giovane clavicembalista francese Jean Rondeau che non si presenta semplicemente con un programma di musiche bachiane ma propone delle trascrizioni personali, originali e abbastanza inusuali.

Il clavicembalo è uno strumento moderno tedesco a due manuali con un suono aperto e dolce, purtroppo registrato con i microfoni un pò troppo vicini, cosa che ha creato un eccessivo riverbero. Ma nulla di inascoltabile, se pensiamo a certe cose proposte per il piaforte che ha certamente una dinamica più ostica da catturare.

Rondeau ha uno stile pulito, senza troppi ornamenti, tende a suonare privilegiando tempi lenti e ritmicamente non si divora le partiture.

L'unico brano realmente pensato da Bach per il clavicembalo, il concerto in stile italiano, non è una composizione banale e spesso i tastieristi non lo affrontano con il giusto piglio.
Se mi trova concorde la maniera in cui viene reso il primo movimento, sfruttando le due tastiere per simulare il tutti e il solo, senza mai indulgiare in asprezze e in eccessi di manierismo, è un filo troppo lento per i miei gusti il finale, avendo a mente il classico concerto all'italiana del periodo che fa dell'allegro vivace il pezzo forte con cui lasciare il pubblico nell'attesa del successivo brano.
Purtroppo il vero debole è il movimento lento. Non è di difficile esecuzione - io stesso lo strimpellavo adeguatamente ai miei tempi - ma richiede all'esecutore una sorta di iato, dovendo all'unisono eseguire con la sinistra un basso continuo completo, piuttosto monotono, mentre con la destra esegue la parte principale - idealmente affidata ad un violino o ad un oboe - molto cantabile.
Il risultato - spesso - è inadeguato, perchè si finisce per rendere tutto il pezzo - in verità lunghetto - monotono, senza riuscire a staccare le due parti.
E' questo il caso e raccomanderei a Rondea di riprovarci tra qualche anno.

Andando invece ai brani trascritti (nella realtà ci viene detto che la Chaconne e la trscrizione della trascrizione di Brahms per la sola mano sinistra, una cosa che ovviamente non ha nulla a che vedere con Busoni, che pure è uno dei pochi brahmsiani doc della storia !), direi che l'esperienza è molto interessante, anche se i risultati non sono sempre dello stesso livello.

Si apprezza la suite per luito, la cui trascrizione è molto fedele all'originale, aiutata dalla scrittura di Bach che pone grandi difficioltà al liutista nell'inventarsi una impossibile polifonia, resa invece più "semplice" dal clavicemblalo.
Rondeau interpreta con sensibilità molto francese la suite e il risultato è godibile.

Appare invece decisamente contorta quella per flauto. La trascrizione a mio giudizio impone troppi orpelli, rendendo una sovrastruttura che in origine non c'era. Il risultato è una composizione del tutto differente che in alcuni casi, ascoltandola mi fa chiedere : ma cosa sta suonando ? Questo non è Bach !
Merito - o demerito - delle incursioni jazzistiche del cembalista che pure qui è solo interprete ;)
Probabilmente non sarebbe così per chi non abbia mai ascoltato la suite al flauto.

Buone le cose per violino, splendida la Chaconne. Anche in questa - straordinaria - opera d'arte, Rondeau ci mette tutta la sua sensibilità per non indulgere in certe ossessive visioni drammatiche. C'è musica qui, non necessariamente la caduta degli Dei.

Del brano dalla suite per violoncello, oserei dire "Provaci ancora Sam", nel senso che forse, qualche cosa del genere in più al posto del Concerto in Stile Italiano, avrebbe reso il disco più interessante di quanto non sia.
Mi viene da pensare che per lo stile leggero di Rondeau (ne ho le prove con il suo recente disco dedicato ad autori francesi) sia più appropriato l'approccio per singoli brani che per intere composizioni.

Ma, lo ripeto, per un disco di esordio, una valutazione ben più che soddisfacente.

Visto poi, già lo possiamo fare, avendo ascoltato anche le successive prove di Rondeau, sempre per la Erato, che siamo di fronte certamente ad uno dei più interessanti strumentisti dell'ultimo periodo.

Sapendo che adesso ha in repertorio le Variazioni Goldberg ed avendone ascoltato qualche frammento su Youtube, debbo ammettere che attendo con trepidante curiosità un suo eventuale riversamento in sala di registrazione.

In sintesi, un disco interessante che consiglio agli amanti di Bach, più che a quelli del cembalo (ma quanti ce ne saranno in Italia oltre me ?)

Concludo solo puntando l'indice sulla copertina, dove c'è il ritratto del povero Jean che sembra in preda ad allucinazioni, con una posa del tutto improponibile e con una lampada a basso consumo che scende dal muro e non si capisce perchè ?
Ma perchè ?

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per fortuna si sono riscattati con questo bel sorriso sul retro del cd !

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