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Eugen d'Albert : Bach, trascrizioni per pianoforte (Hyperion serie Vol. 8)


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Eugen d'Albert : Bach, trascrizioni per pianoforte - Hyperion serie Vol. 8
Piers Lane, pianoforte
Hyperion 2010, formato CD

***

Eugen d'Albert (1864-1932) è soprattutto noto come pianista, a ragione o a torto considerato discepolo di Liszt.
Di fatto figlio di un italo-francese sposato con una inglese, cresciuto in Scozia, studi fatti a Londra, formato come pianista britannico ma che si considerava tedesco per elezione o autoproclamazione.
Compositore con all'attivo musica pregevole oggi quasi totalmente fuori repertorio (tra cui un'opera lirica che si dice fosse la preferita da Adolf hitler, anche sopra Wagner).

Ma qui ci interessa soprattutto come devoto trascrittore di musica per organo di Bach, come il suo contemporaneo Ferruccio Busoni (1866-1924) anche egli italiano di sangue ma tedesco d'elezione.

Le trascrizioni di Busoni di Bach sono passate alla storia tanto che sono oggi in repertorio tanto quanto lo erano con lui che le eseguiva (la moglie di Busoni veniva addirittura chiamata Frau Bach-Busoni).
Ma al tempo lo erano anche quelle di d'Albert e con riconoscimento da parte di Busoni tanto che questi arrivò a dedicargli la celeberrima trascrizione della Ciaccona in Re minore.

Cui d'Albert rispose dopo un anno con grande scorno di Busoni che comincio ad apostrofare il collega come d'Alberich (dal nome del nano dell'Anello del Nibelungo) per la sua bassa statura.
D'Albert non solo non ringraziò della dedica Busoni ma lo criticò per l'eccesso di sovrastruttura aggiunta in una composizione sostanzialmente monodica pensata per violino.

L'essenza stessa di questa visione mostra la divergenza delle trascrizioni di d'Albert che troviamo in questo disco.

Tessitura chiara, leggera, essenziale. Dove Busoni cercava di raggiungere una orchestrazione in grado di simulare un grande organo romantico in una cattegrale gotica, d'Albert andava alla struttura armonica delle parti di Bach, quasi trasponendole in monodie sovrapposte.
Sostanzialmente il processo opposto.

Ma stiamo parlando dei due più grandi e celebri trascrittori del Sommo Bach post-Liszt.

Questo disco rende giustizia a d'Albert sin dalla prima composizione, una Passacaglia e Fuga esageratamente leggera, per uno che come me è abituato ad organi possenti in ambienti enormemente riverberanti.

Eppure infine funziona.

Funziona di più nei successivi Preludi e Fughe dall'Orgel Buchlein.

Naturalmente il problema con un solo pianoforte (o pianista) è sempre il solito, sostituire il pedale che in questi preludi e nelle toccate è assolutamente prepotente.

Ecco, dove Busoni impone accordi esageratamente estremi, l'approccio virtuosistico di d'Albert li simula con l'arpeggio dell'accordo stesso.
Intendiamoci, si tratta di dare l'idea ma lo sforzo dei due compositori è permettere l'ascolto e lo studio al pianoforte, rispettando si il segno originale ma ricostruendone ed adattandone la polifonia nel complesso.

Ascoltiamo, ad esempio, la fuga della toccata Dorian, sempre molto fredda e solenne all'organo, divenire umana e insolitamente toccante sopo la cura di d'Albert.
Ma le voci ci sono tutte, c'è lo stesso ritmo, la durata solo lievemente accelerata.

Merito pure del pianista Piers Lane che sia in questo che nel disco della stessa serie Hyperìon dedicato alle trascrizioni di Granger, Friedman e Kabaleswsky arriva a sciropparsi due toccate e fuga BWV565, passacaglia, Dorian, un pezzo di Brandeburghese, un concerto da Vivaldi etc. etc.

L'approccio dell'interprete mi pare che premi al massimo l'impostazione musicale dell'autore.
In questa serie Hyperìon c'è ovviamente non un disco dedicato anche alle trascrizioni di Busoni, ma due, interpretati da Nikolai Demidenko.
Ed è simpatico confrontare il Preludio e Fuga BWV 532 presenti per entrambi gli autori.
E scoprire che d'Albert vince a mani basse nella fuga dove invece Busoni lo sotterra nel preludio.

Cavolo, andateveli a sentire :)

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il pianista australiano Piers Lane perfetto anfitrione di questo viaggio nell'arte delle trascrizioni da Bach di Eugen d'Albert

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