Bach/Olafsson - Variazioni Goldberg : “composta per gli amanti della musica per rinfrescare i loro spiriti”
Bach : Variazioni Goldberg, BWV 988
Vikingur Olafsson
Deutsche Grammophon, 6 ottobre 2023, formato 192/24, via Qobuz
32 tracce : 1:13:54
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"Composta per gli amanti della musica per rinfrescare i loro spiriti".
L'ha scritto di pugno Bach e ci tiene a ricordarcelo Vikingur.
Ma allora, mi chiedo io, perché anche lui, come tutti i pianisti alle prese con questa montagna invalicabile, la mette giù così dura ?
I clavicembalisti, c'è una edizione uscita lo stesso giorno, la trattano con rispetto e referenza ma la suonano in scioltezza. Rondeau escluso ...
25 anni di meditazione prima di registrarle. Sognando di poterle registrare un giorno.
Prima un approccio matematico, poi scartato per uno più libero.
Salvo ripensare a metà strada, togliere dinamica abbassando la voce, aggiungere dinamica rallentando e poi accelerando.
E siccome, "ogni cosa fatta da Dio è cosa fatta bene", sappiamo che finisce per essere una esecuzione eccellente.
Sebbene, come precisa lui stesso, un conto ("è una gioia") sia eseguirla in pubblico per un pubblico, un altro, affrontare la "pressione insita in una registrazione".
ci vuole preparazione ascetica perché è musica che fa tremare i polsi ad ogni esecutore che viene lasciato da Bach senza alcuna istruzione a dimenarsi attraverso 32 microcosmi che si aprono e si chiudono uno dopo l'altro, senza apparente legame tra di loro
ma poi è il pilota automatico di ogni pianista che porta alfine l'esecuzione di questo ciclo.
Al nostro vichingo non abbiamo nulla da insegnare - né a qualsiasi altro esecutore di questo livello - salvo quello di seguire le sue stesse proposizioni e di prendere la musica con gioia.
Le Variazioni Goldberg sono un miracolo geniale che richiedono al pianista (che usa un solo manuale anziché due come il clavicembalista, ma ha dalla sua il forte, il piano e il pedale) di compiere tanti piccoli miracoli.
Per convincere l'ascoltatore e per trattenerlo a se.
La tecnica di Olafsson è somma.
La sua mano sinistra è eccezionale e ci fa sentire le due trame polifoniche nettamente distinte.
Le Var. 2, 4, 19 sono eccezionali. La monumentale 25 invece è lenta e ... soporifera (10 minuti solo lei ! ????).
Nella 29 l'ho sentito in affanno. Eppure in sala di registrazione si può staccare, ripetere, riposarsi. Che stesse cercando di imitare l'inimitabile canadese del Nord ? Impossible ...
Così la 30 arriva a fagiuolo per mettere pace, ancora con la sinistra che accentua la melodia quasi al parossismo.
E per andare al da Capo finale che anziché chiudere l'opera, richiama come sia iniziata.
Insomma, bella prova. Che per me con svariati distinguo sta di diritto alla pari con i riferimenti "dispari", di Perahia e di Schiff.
Ma Gould no, quello sta in una parrocchia tutta sua. Che condivide con il suo amico Glenn. E non c'è pericolo che qualcun altro, oggi, domani, sempre, li vada a disturbare là dove suonano anche adesso.
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