[fotografi] La street alcolica di Junku Nishimura
Junku Nishimura nasce nel 1967 in un piccolo villaggio minerario nella prefettura di Yamaguchi.
Compiuti diciott'anni va al college a Kyoto dove studia economia dei paesi sudamericani. Una volta diplomato, per tre mesi va in giro per gli USA lavorando come DJ nei club, facendo il lavapiatti, il muratore. Alla fine trova lavoro in una fabbrica di cemento che costruisce tunnel dove è assunto come esperto di materiale cementizio. Fa questa vita per quasi vent'anni, poi si licenzia e dopo aver acquistato una Leica M6 usata, si mette a fotografare in giro per il mondo. Adesso è un fotografo freelance a Yamaguchi.
Nishimura fotografa raramente anche a colori, ma molto di più in bianco e nero e continua ad usare soprattutto Leica con pellicole Kodak Tri-X. Trova che il fotografare a colori lo rallenti, mentre il bianco e nero gli risulta più immediato.
Questa foto è stata scattata in Corea del Sud: una donna recita un incantesimo per attirare i pesci, così che la pesca sia abbondante.
Le sue foto risentono dell'influenza dei maestri giapponesi di questo genere, come Moriyama, e per sua ammissione, di più dei fotogiornalisti Kyoichi Sawada e Akihiko Okamura. Ma Noshimura, fotografo completamente autodidatta, si sente si sente ispirato ancora di più dal cinema. E' fortemente attratto dai film di Kurosawa, Aki Kaurismäki, Kihachi Okamoto, ma anche non giapponesi come Billy Wilder, Angelopoulos, Lumet, e tanti altri. Le sue inquadrature infatti si dice abbiano hanno un taglio cinematografico.
Ama vagabondare per le strade Ama la notte, i superalcolici e le ubriacature a tarda ora, tutto questo rivive nelle sue foto grezze e rudi.
Nishimura sostiene che è la sua stessa natura ad averne fatto un fotografo di street. In alcune interviste racconta che quello che gli piace della fotografia di street è il fatto che ravviva la sua istintiva capacità di catturare il momento particolare nel mezzo di scene di vita quotidiana, ordinaria. A suo dire non pianifica nulla, la cosa lo bloccherebbe.
Cerca invece di affidarsi al suo istinto. Per lui è come andare a caccia. Si sente attento, con i sensi all'erta ed ama quella sensazione. Quando incontra soggetti interessanti cerca di fondersi con loro e vedere il mondo attraverso i loro occhi. Si mette alla pari con loro e "lascia fare alla chimica".
Da un'intervista trovata in rete (traduzione mia dall'inglese): "Uscendo di casa sento sento i morsi della fame e della sete, cerco dove mangiare. Una trattoria pieno di gente locale è quello che fa per me. Alcuni clienti, probabilmente operai, sono già ubriachi. Più tardi degli impiegati si aggiungono. Bevendo, ubriacandosi assieme, l'oscurità della notte strappa le maschere che portiamo durante il giorno. Parliamo come se ci conoscessimo da sempre. E' il modo migliore di conoscere una città. Quasi dimentico io stesso di avere una fotocamera, ma nessuno nè è infastidito (quando scatto).
Esco dal locale e sono di nuovo per strada. Il tempo che trascorso là (nel ristorante) mi fa sentire parte di questo luogo. Alla fine trovo un bar. Vedo che ho fatto la scelta giusta, perchè ha dei dischi di vinile. Ordino del liquore forte."
Foto prese da internet (C) Junku Nishimura o aventi diritto, ripubblicate a scopo divulgativo.
- 8
4 Comments
Recommended Comments