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[tecnica fotografica] Un 50mm ha più profondità di campo di un 200mm. Sarà proprio vero?


Silvio Renesto

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Sì, anzi no, cioè... dipende. :)

Anni fa i miei amici erano soliti criticare la mia scelta di fotografare in macro con un 180mm o 200mm micro perchè, secondo loro, in cambio della maggiore distanza di messa a fuoco/di lavoro avrei avuto una minore profondità di campo, cosa importantissima in macro. Che la lunghezza focale fosse inversamente proporzionale alla profondità di campo ottenibile era una cosa risaputa, di cui anch'io ero convinto, almeno a quei tempi.
Poi leggendo, documentandomi e provando, ho capito che non è una una relazione valida in assoluto, ma dipende da altre variabili. 
In pratica, a parità di distanza di messa a fuoco è vero che un obiettivo di focale minore avrà una profondità di campo maggiore rispetto ad uno di focale più lunga ad. esempio un 50mm avrà più profondità di campo di un 200mm.  Ma...
A parità di copertura di immagine/rapporto di riproduzione invece la profondità di campo, sorpresa, sarà la stessa! Perchè? Perchè per avere la stessa copertura con un obiettivo più corto dovrò avvicinarmi di più, perdendo quindi in profondità di campo. Dura da credere ma è così. 
Lo dico io? NO, lo dice l'ottica. 

Per calcolare la pdc esistono dei calcolatori di profondità di campo online. eccone un paio:

https://www.dofmaster.com/dofjs.html

https://www.photopills.com/calculators/dof

A titolo di esperimento ho ricavato tramite questi calcolatori  la profondità di campo (pdc) relativa al rapporto di riproduzione (RR) di 1:2 sia del 55 f2.8 micro-nikkor Ai che del 200mm f4 micro-nikkor Ai, sulla base delle reciproche distanze distanze di messa a fuoco, inserendo la focale effettiva di ciascuno a quella distanza (55mm e 157mm rispettivamente).

I risultati sono i seguenti:
il 55mm alla distanza minima di 22cm ha un RR di 1:2 ed una pdc di   7.8mm
il 200(157)mm alla distanza minima di 71cm ha un RR di 1:2 ed una pdc di  circa 7.8mm
Valori praticamente indistinguibili.

In alcuni vecchi cataloghi nikon c'erano delle tabelle, fra le quali c'era anche quella della profondità di campo a diverse distanze e diaframmi.

IMG_0002.thumb.jpg.bbcfe97cb64f3b1dbaa6e4e9f205a084.jpg

I calcoli di queste tabelle sono piuttosto grossolani (ad es. per il 55 micro la profondità di campo risulta essere 0 fino a f8 dove diventa 3 mm), ma ciò che interessa adesso è evidenziare come anche in queste tabelle i dati indicano che allo stesso rapporto di riproduzione e diaframma, obiettivi con focali diverse hanno circa la stessa profondità di campo.

per il 55 micro a 1:2 si avrebbero 2mm, per il 105 micro 3 e per il 200mm di nuovo 2mm.

Ho anche fatto un piccolo esperimento casalingo fotografando un soggetto con il 300mm f4 pf e con il 105mm f2.8 MC entrambi al rapporto di riproduzione di 1:4 ed entrambi ad apertura di diaframma f4.5.

Foto scattata con il 300mm f4 pf a f4.5 RR 1:4

300pdc.thumb.jpg.2845e3ba7d44d54a9bb38cc6c99f8ca4.jpg

 

Foto scattata con il 105mm f2.8 MC a f4.5 RR 1:4

105pdc.thumb.jpg.cde73a991d5edfc98cfd40aa80fc8889.jpg

 

Crop della foto scattata con il 300mm:

300pdccrop.thumb.jpg.1ef505a533d3a2844e5ce35454afdcd2.jpg

 

Crop della foto scattata con il 105 f2.8 MC.

105pdccrop.thumb.jpg.ef42077acc2d1411bca552d4fdbe7c5d.jpg
 
In sostanza, a parità di rapporto di copertura dell'immagine (quindi a distanze diverse dal soggetto), usando una focale corta non si ha il vantaggio di una maggiore profondità di campo rispetto ad una focale più lunga. Per la macro  sul campo si ha piuttosto lo svantaggio di doversi avvicinare di più, cosa che può rivelarsi fastidiosa ad esempio se si usa un treppiedi.

Ma le foto ottenute con un cinquanta ed un duecento millimetri comunque sono molto diverse anche a parità di copertura del soggetto, questo è evidente, ma non c'entra la profondità di campo. Lo lascio spiegare a  John Shaw, riprendendo quanto scrive a pagina 50 della versione italiana della sua "Guida Completa alla Macrofoto" pubblicato da Editrice Reflex:
[con il teleobiettivo] non è la ridotta profondità di campo che isola il soggetto. Tutti gli obiettivi messi a fuoco per la stessa dimensione immagine (cioè con il soggetto che ha le stesse dimensioni nel fotogramma) e con lo stesso diaframma, danno la stessa profondità di campo. Ciò che fa stagliare il soggetto contro uno sfondo uniforme è l'elevata lunghezza focale, perchè essa inquadra una piccolissima parte di ciò che sta dietro al soggetto. 

In poche parole la differenza è data dal diverso angolo di campo. Non dalla diversa profondità di campo.

651758782_angolodicampo.thumb.jpg.db3e2c3988a95de11678638d641a917e.jpg

Variazione dellangolo di campo secondo la focale. "Angoli" puramente indicativi, solo per rendere l'idea, non riflettono quelli reali.

 

Scattata con il 105mm MC:

105adc.thumb.jpg.9e597f4a29267e8a20263ed9819bf7dd.jpg

 

Scattata con il 300mm

300adc.thumb.jpg.f51115f60609de258181822bfe2db4c6.jpg

 

Nella foto con il 105 la libreria è intuibile  perchè la focale "abbraccia" un'area maggiore dello sfondo rispetto al 300mm, ma non è questione di profondità di campo.



Quindi se pensate che usando una focale corta avrete più profondità di campo (a parità di RR)... ripensateci.

 

 

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11 Comments


Recommended Comments

  • Administrator

Ovviamente parli di obiettivi macro, specialistici, dedicati a distanze minime di maf molto più ridotte di analoga focale non macro.

Un 50mm standard metterà a fuoco a 45cm mentre un 200 ad un metro e trenta/cinquanta.

Motivi da cui deriva il concetto generalista della pdc più o meno rilevante.

Inoltre è chiaro che modificando la distanza dal soggetto, varii corrispondentemente la pdc, a parità di obiettivo.

Ed in certe riprese, anche pochi mm di pdc potrebbero fare la differenza.

Per esempio alle distanze più ridotte di maf.

Chiaro che sia interessante sapere di quanto.

Tu però il macrotele lo vuoi per allontanarti il più possibile dal soggetto, quindi mi sa che a quelle distanze le differenze tra focali così diverse, possano aumentare rispetto che a minima maf.

No?

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  • Nikonlander Veterano

Tutti gli obiettivi messi a fuoco per la stessa dimensione immagine (cioè con il soggetto che ha le stesse dimensioni nel fotogramma) e con lo stesso diaframma, danno la stessa profondità di campo.

A f8 un 300mm f2.8 nikon Af If ED ha un RR di  1:8,4 a 3m e circa 4cm di profondità di campo.

A f8 un 55mm micro-nikkor ha un RR di riproduzione di 1:8,7 a 60 cm e circa 4 cm di profondità di campo.

Secondo specifiche Nikon.

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  • Administrator
15 minuti fa, Silvio Renesto ha scritto:

Tutti gli obiettivi messi a fuoco per la stessa dimensione immagine (cioè con il soggetto che ha le stesse dimensioni nel fotogramma) e con lo stesso diaframma, danno la stessa profondità di campo.

A f8 un 300mm f2.8 nikon Af If ED ha un RR di  1:8,4 a 3m e circa 4cm di profondità di campo.

A f8 un 55mm micro-nikkor ha un RR di riproduzione di 1:8,7 a 60 cm e circa 4 cm di profondità di campo.

Secondo specifiche Nikon.

Nell'altra discussione però si parlava di un obiettivo solo e di un allontanamento: non dello stesso rr di obiettivi differenti.

Oppure ho letto male.

Certo che portare un 50 ed un 300 allo stesso rr è una bella palestra...

Cui prodest?

La domanda resta quella....

Mi sa però che chi legge sbadiglia da tempo ...

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  • Administrator
25 minuti fa, Massimo Vignoli ha scritto:

Interessa a tutti quelli che fanno macro a soggetti vivi sul campo. 
Ma sono logiche applicabili anche al ritratto: come cambia / non cambia la PDC se uso un 70-200 a 2.8, ricercando la classica  inquadratura testa spalle? È vero / non vero che se uso 200mm ho meno PDC…. 

 

Se non fosse che un cristiano/cristiana diventa un'altra persona a seconda che lo si ritragga a 20-24-35-50-70-85-105-135-180-200mm e che la prospettiva influisce differentemente secondo la morfologia del viso (caucasico/asiatico/nordico/meridionale/ispanico/masculo/fimmina etc.).
Cose che in macro influiscono lo stesso ma senza che la libellula, ripresa magari a 20mm da 18 cm di distanza, poi possa fare rimostranze violente sul viso del fotografo :xxx:

Per cortesia, le equazioni differenziali, lasciamole in laboratorio : siamo fotografi, non ricercatori.

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  • Administrator

Eppure anche chi fa macro - se ha in mente una data immagine - non sceglie la focale in base alla profondità di campo o alla distanza di lavoro ma per considerazioni estetiche.

La fotografia é rappresentazione visiva, quindi estetica, non filosofia scientifica.

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  • Administrator
37 minuti fa, Massimo Vignoli ha scritto:

Interessa a tutti quelli che fanno macro a soggetti vivi sul campo. 
Ma…. 

 

Che camminano con la libretta della pdc in base al RR e poi mettono a fuoco rigorosamente in MF, solo se il soggetto ha preso la dimensione necessaria ad ottenere la giusta pdc?

Ritengo a buon diritto, da praticante di questo ambito, che una volta scelto il mio obiettivo macro o non, mi adatti io alle necessità del caso per ottenere lo scatto che cerco: avvicinandomi o allontanandomi dal soggetto in funzione di maf ed illuminazione.

Forse l'ambito in cui le tabelle e la possibilità di scelta dell'ottica in funzione del corretto RR siano più stringenti è invece la fotografia industriale di destinazione commerciale.

Dove comandano spazio e misura e le alternative sono ben più praticabili

 

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  • Nikonlander Veterano

Finalmente qualcuno che lo ha spiegato in maniera inconfutabile.

Che la pdc sia legata al RR lo si trova nei libri ma continua a rimanere questo mito che a focale corta corrisponde più pdc.

I fattori che influiscono ad alimentare questo mito sono puramente percettivi, ovvero la qualità del bokeh e l’angolo di campo portano a confondere spesso le idee.

Questo vale anche per chi non fa macro.

A parità di inquadratura del soggetto e diaframma non è la pdc a variare ma ciò che si vede nello sfuocato, che se è “sporco” ci fa percepire che ci sia più profondità, oltre allo schiacciamento dei piani che hanno i teleobiettivi, facendo sembrare più vicino ciò che sta dietro.

Tutti questi fattori andrebbero tenuti in considerazione per ottenere lo scatto voluto, a partire dalla scelta dell’ottica.

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  • Administrator

:oyes:

Questa discussione in realtà promana da una mia affermazione nella precedente, dove con l'interposizione di un tubo dietro al 105mc si voleva ottenere un maggior distanziamento dal soggetto inquadrato, utile ad aumentarne l'RR ed io ho obiettato che anche un mm di pdc in più sul soggetto sarebbe potuta essere preziosa.

Non tra obiettivi differenti: sullo stesso obiettivo.

I dati che ha portato in questa experience Silvio, sono ben noti ed inconfutabili, presenti su tutti i trattati di fisica ottica: anche su molti manuali di macrofotografia.

Nessuno li mette in discussione: sulla loro applicazione nutro qualche malizioso dubbio: che in pochi partano dalla pdc piuttosto che dalla distanza minima di ripresa utile, che è il principale problema realizzativo.

Di certo, stiamo dibattendo di roba da :notte:

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  • Administrator

Beh, da DoF Calculator (non mi metto a controllare se le formule siano corrette, lo do per scontato)

  • a 30 metri di distanza, la profondità di campo per 500mm f/4 e 600mm f/4 rispettivamente è di 85cm e 59cm
  • a 5 metri di distanza, la profondità di campo per 500mm f/4 e 600mm f/4 rispettivamente è di 2cm e 1cm

ma spero che non si scelga un 500 o un 600mm in base alla profondità di campo.
Dovrebbe essere un ambito del tutto diverso da quello descritto Silvio.

Approfitto per aggiungere, non vorrei che si capisse diversamente dal tenore dei miei, interventi che la dimostrazione di Silvio mi sembra utile, sensata e soprattutto pratica.

Quello che cerco di dire é che l'estetica di una fotografia non ha nulla a che vedere con queste considerazioni e che soprattutto, in fotografia non si dovrebbe partire da queste considerazioni.
Salvo ambiti precisi, volti alla riproduzione e a tematiche di natura diversa da quello che è generalmente il nostro ambito di fotoamatori.

La prospettiva di ripresa e - come giustamente ha sottolineato Max anche in questa discussione - la corretta/bella/appropriata illuminazione, secondo la mia modesta opinione, contano molto di più.

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  • Nikonlander Veterano

Naturalmente la cosa, come scrive Max, diventa particolarmente rilevante nella fotografia macro/ravvicinata in cui la lunga focale ha la sua utilità per avere una  maggiore distanza di lavoro, cosa di cui abbiamo abbondantemente discusso in altri post, e poi per lo stretto angolo di campo che permette di fare il purè di piselli :P   staccare il soggetto dallo sfondo o imeglio rendere lo sfondo  pur presente, meno confuso e invadente.
Non sono esperto di ritratto, ma immagino che anche in nquel genere  potrebbe avere una simile valenza a seconda del rapporto soggetto /sfondo che il fotografo vuole ottenere.

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  • Nikonlander Veterano
5 ore fa, Max Aquila ha scritto:

Che camminano con la libretta della pdc in base al RR e poi mettono a fuoco rigorosamente in MF, solo se il soggetto ha preso la dimensione necessaria ad ottenere la giusta pdc?

Ritengo a buon diritto, da praticante di questo ambito, che una volta scelto il mio obiettivo macro o non, mi adatti io alle necessità del caso per ottenere lo scatto che cerco: avvicinandomi o allontanandomi dal soggetto in funzione di maf ed illuminazione.

Forse l'ambito in cui le tabelle e la possibilità di scelta dell'ottica in funzione del corretto RR siano più stringenti è invece la fotografia industriale di destinazione commerciale.

Dove comandano spazio e misura e le alternative sono ben più praticabili

 

Lo scopo di questo post era puramente didattico.  Volevo chiarire quella che è una concezione molto diffusa, ma scorretta, per cui ho usato tabelle e calcolatori, non per affermare che servano necessariamente a qualcuno, ma  solo a supporto dell'affermazione sul discorso della profondità di campo. 

Chiaramente dato  l'obiettivo in possesso, a quello ci si adatta  (anche perchè l'inverso immagino sia molto difficile) .  Se però lo strumento ti rende la vita più facile (ti permette di ottenere più facilmente il risultato che vuoi perseguire) è meglio. Ragione per la quale fosse esistito un 200-180mm macro Z  sarebbe stato il mio acquisto primario. Non essendoci, userò il 105mm  avvicinandomi un po' di più e stando più attento allo sfondo (e magari rivolgendomi alla Z fc per avere un simil-150 ;) ).
 Voi l'avete già scritto, ma anche dalle sole mie pessime foto di questo articolo si vede come il 105mm MC sia sensibilmente  migliore del 300mm pf sotto ogni aspetto. Basta guardate i crop del teschio.  Quindi tuttele volte che mi sarà possibile userò il 105 al posto del 300mm, riservando quest'ultimo ai "casi limite" dove il tipo di soggetto o l'avvicinamento ne pregiudicheranno l'uso.


 

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