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Il pasto del cormorano


Nicola B

653 visite

Una beve premessa. Mi sono avvicinato alla fotografia naturalistica recentemente. Un genere che mi ha sempre affascinato ma che per varie ragioni non ho praticato se non negli ultimi tempi. Non vanto quindi nessuna lunga esperienza e quello che descrivo più avanti è solo il racconto di una mia emozione condita da qualche personalissima riflessione. Come ha detto qualcuno ( Alberto Salvetti se non sbaglio), la fotografia naturalistica è un genere che  porta a cocenti delusioni e a qualche soddisfazione. Condivido in pieno...

Dopo essermi dotato di alcuni "strumenti del mestiere” i risultati sono stati molto deludenti per iniziali problemi tecnici (errori miei) e poi per i contesti scelti. E’ arcinoto che per fotografare decentemente gli animali è necessario conoscere adeguatamente le loro abitudini che, talvolta, si scontrano inesorabilmente con le mie. Stranamente più i risultati erano insoddisfacentii e più cresceva la mia determinazione nell’ottenere le foto  desiderate. 

Ad un certo punto ho anche  pensato che per facilitare le cose sarebbe stato opportuno andare in una riserva o in una oasi, dove le probabilità di ottenere quello che volevo si sarebbe alzata considerevolmente data la concentrazione di presenze interessanti. Ma gli animali preferisco fotografarli nel loro contesto. Si potrebbe obiettare che in riserva gli animali sono nel loro contesto. Si, se sono allo stato brado, no se si posano dove c'è il becchime o la preda. Giusto o sbagliato che sia, preferisco affrontarli, diciamo, ad armi pari.

Quindi ho insistito collezionando delusioni. Quando però in qualche occasione  riesco ad ottenere quello che voglio,  la soddisfazione c’è. Ritengo, come in questi caso,  che la componente fortuna non sia trascurabile. La bravura sta nel non arrendersi mai e attendere. Anche chi va a pesca fa la stessa cosa,  ma appesa all’amo c’è l’esca. Ecco,  io sono un pescatore senza esca,  se non con la capacità di aumentre le probabilità di successo, peraltro già scarse in partenza,  attraverso l’insistenza. 

Lasciamo spazio alle immagini e ai vostri eventuali commenti.

 

# 1 

Ad un tratto davanti a me emerge lui:

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# 2 

lo inquadro e mi chiedo come farà a mangiarsi quel pesce che intanto si dimena vigorosamente:

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# 3

penso che la preda gli stia sfuggendo e istintivamente parteggio per il catturato:

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# 4 

ma,  con una manovra da me inaspettata, il cormorano inesorabilmente non si fa sorprendere:

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# 5

il pesce cerca di svincolarsi dibattendo la coda:

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# 6

tentativo inutile:

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# 7

in breve scompare...

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# 8 

e lui  comincia ad allontanarsi tenendo il collo eretto;

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# 9

fino quasi a scomparire:

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# 10

_D5X7743.thumb.jpg.8826edb0534a62919c94ef3cf8aeca85.jpg

Tra la prima e l’ultima foto passano 4 minuti circa. Ma il pesce sparisce in poco più di un minuto.

Sapevo che i cormorani mangiano, ma ero abituato a vederli in volo o ad asciugarsi le ali.

 

 

 

 

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6 Commenti


Commenti Raccomandati

  • Amministratori

Ottimo Nicola:

potresti integrare il tuo racconto della predazione con alcuni dettagli utili alla narrazione:

che attrezzatura hai usato e come hai voluto impostarla, da dove fotografavi e se fosse un appostamento casuale o studiato.

Cosa ti è mancato al momento in cui scattavi (in relazione alle funzioni adottate con l'attrezzatura) e che cernita hai fatto sulle foto.

Sarestiuno dei pochissimi fotonaturalisti a farci queste confidenze...senza le quali ogni cattura resta un racconto alla Hemingway, bello ma...

  • Sono d'accordo 1
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  • Nikonlander Veterano

In naturalistica la fortuna aiuta chi si sbatte per essere nel posto giusto, al momento giusto, con l'attrezzatura giusta, impostata nel modo giusto. E che in quel posto aspetta mentre non succede niente perché poi, magari la prossima volta, succederà.
....fortuna...

p.s.: Bravo Nicola, un piacere rivederti!!!

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  • Nikonlander Veterano

Io non la pratico, ma sono assolutamente certo che la naturalistica richieda molto tempo e molta pazienza. Talvolta succede qualcosa e talvolta invece no, si tratta solo di insistere. Ma quando capita qualcosa... è la sequenza che hai pubblicato. Ho visto i cormorani pasteggiare molte volte ma mai così da vicino, un'ottima serie e direi anche gratificante quanto basta per ripagarti della fatica e della perseveranza. Bravo :)

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  • Nikonlander Veterano
18 ore fa, Max Aquila ha scritto:

[…]

 

che attrezzatura hai usato e come hai voluto impostarla, da dove fotografavi e se fosse un appostamento casuale o studiato.

Cosa ti è mancato al momento in cui scattavi (in relazione alle funzioni adottate con l'attrezzatura) e che cernita hai fatto sulle foto.

[…]

Beh… un racconto alla Ernest non è male… 

Le foto sono state fatte con D5 e Sigma 150 600 S, f 6,3  1/2000 e iso tra i 200 e 400. Ero all’interno di un capanno in riva ad un lago e non sapevo a priori quale pennuto mi si sarebbe presentato. Puntavo al falco di palude o ad un martin pescatore dei quali però nemmeno l’ombra,  salvo un martino arrivato a circa 3 metri da me e ripartito nel giro di 2 secondi. Un pit stop da formula 1...

(Ho un conto in sospeso con questo animale: lo inseguo nei posti più consoni  da 2 anni, non in oasi dove sarebbe facile, e non sono ancora riuscito a beccarlo. Quattro mesi fa sopra  un canale in pieno centro urbano a 10 metrti da me in hovering per 40 secondi mi ha fatto così :marameo: )

Avevo con me il treppiede usato per non stancarmi durante l’attesa e  usato come monopiede al momento dello scatto. Nessuno scarto per fuori fuoco, foto scelte solo per differenziare le scene.

Cosa mi è mancato? Il tempo che è sempre tiranno e limitato. D’altra parte il compito di italiano si fa (faceva) in tre ore.   

 

@effesi, sono stato molto soddisfatto: carburante per proseguire..

@Massimo Vignoli la fortuna va coltivata, certo, ma devo dire che il cormorano poteva pranzare a 200 metri da me: per lui era uguale...

@cris7come la tua col gallo cedrone… 

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  • Nikonlander Veterano
42 minuti fa, Nicola B ha scritto:

martin pescatore

Per il martino c'è il trucco, le foto fatte senza sono estremamente rare e spesso frutto di pratiche anche peggiori.

49 minuti fa, Nicola B ha scritto:

la fortuna va coltivata, certo, ma devo dire che il cormorano poteva pranzare a 200 metri da me: per lui era uguale...

Ma presumo che tu abbia scelto di mettere il capanno proprio li perché hai visto un certo movimento, no?

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Ospite
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