Più bella cosa non c'è...
di teleobiettivi come questo 500/4 e tutti gli altri che appartengono alla categoria delle superlenti: disegnate, strutturate, realizzate per primeggiare su aria e luce, prima ancora che rispetto i concorrenti stessi.
Ho il mio totem Nikon da appena dieci mesi e ha già scattato con me quasi 30k fotogrammi la maggior parte dei quali a mare, per le fotografie per cui l'ho lungamente desiderato.
Quasi quattro kg di peso, diventa una piuma se gestito attraverso treppiede e testa livellante montata su gimbal, punta come un molosso la preda, azzanna con l'AF e non molla se non per stanchezza del padrone che allenti il guinzaglio, sfinito dalle potenzialmente infinite raffiche che le mia Nikon Z ormai consentono.
Di sfuocato/bokeh si parla non sempre in modo proprio, ma sicuramente sentito: è una delle caratteristiche che possono determinare all'acquisto o meno di un mediotele da ritratto, di uno standard, di un wide, fisso o zoom che sia.
Difficilmente si parla di qualità dello sfuocato su di un supertele: prima di tutto perchè le caratteristiche di fisica ottica determinano una fascia strettissima di pdc tanto più distante sia il soggetto dal fotografo (ed un supertele assolve quasi sempre a questa condizione)
Poi anche, perchè la ratio alla base della scelta di un teleobiettivo è quasi sempre, in prima istanza, la capacità di inquadrare un soggetto delle dimensioni più prossime a quelle che si desidera comporre in inquadratura, per cui soltanto dopo potrebbe entrare in campo una potenziale scelta tra due lenti in funzione delle caratteristiche complementari, come il suo sfuocato: ma la concorrenza in questo ambito di solito e poca e questo parametro si mette spesso in secondo piano rispetto a quello del...prezzo da pagare.
Che è poi il principale scoglio prima dell'acquisto di simili obiettivi. (il cui prezzo si aggira ormai attorno a somme drammaticamente vicine alle cinque cifre)
Per capirci: a me che destino principalmente a mare il suo utilizzo, interessa principalmente di poter coprire interamente il lato corto del fotogramma con l'intero soggetto posto ad una distanza media... più o meno così:
...se girassimo il soggetto sul lato corto: se si avvicina, riempio ancora il fotogramma, se si allontana...è fuori dal mio campo d'azione a meno che non faccia ricorso (come a mare capita spesso) a moltiplicatori di focale corrispondenti alla esigenza di ripresa.
Certe volte a condizioni di ripresa simili, il fatto di ricomprendere in inquadratura soggetti fuori fuoco, in quanto più o meno distanti dal soggetto su cui teniamo il fuoco, potrebbe risultare fastidioso oppure addirittura nocivo se si trattasse di un tele che trattasse in maniera nervosa i piani ulteriori rispetto quello di maf.
Ecco... la scuola di eccellenza dei supertele Nikon non finisce mai di stupirci, anche in ambiti come questo, dove la mutevolezza della luce e del contrasto, non sempre giocano a favore del fotografo.
Ecco infatti come si comporta il mio 500/4G ED VR del 2017
il wingfoil a trenta metri dal soggetto principale, assolutamente fuori dalla pdc del diaframma di TA utilizzato, resta definito, per quanto sfuocato, riconoscibile, non deformato, arrotondato e ammorbidito dalla micidiale ricetta di cui è composto il vetro ottico, l'antiriflesso combinato con la forma delle lamelle del diaframma in uso, a 9 lamelle, come nella migliore tradizione delle lenti da ritratto...che però di solito sono mediotele.
Anche aumentando il divario di distanza tra soggetto a fuoco e non a fuoco le prestazioni non decadono, se non per una cristallina nitidezza del soggetto a fuoco, quanto più sia vicino al punto di ripresa
ciò si nota quando invece i due soggetti (a fuoco e fuori fuoco) siano più vicini tra loro di quanto non lo siano rispetto al fotografo
l'accortezza in questi casi di tentare di tenerli in linea aiuta a diminuire il divario di nitidezza con cui la radiazione UV condiziona i soggetti ritratti
la non osservanza di questo accorgimento, provoca finalmente una differenza di rendimento rispetto il concetto opposto:
quello dei soggetti vicini tra loro ed anche alla fotocamera, dove, annullando i deleteri effetti della sospensione di salsedine e degli UV, principali avversari della fotografia a mare, questo meraviglioso cinquecento millimetri si esprime al massimo della sua condizione...
in un tripudio di colore, nitidezza, contrasto...
Ecco...tutto questo prima di molto altro è il mio agognato 500/4 Nikon
(qui nella prima foto che gli ho scattato, dopo averlo comprato usato a febbraio scorso, prima del lockdown)
Max Aquila photo (C) per Nikonland 2020
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