La redazione di Nikonland è riuscita ad ottenere in visione e prova per alcuni giorni il più costoso degli obiettivi del catalogo Z ed io ho avuto l'onore di utilizzarlo nei limiti delle possibilità offerte da questo periodo invernale e di scriverne dopo opportuna metabolizzazione.
Arrivato in commercio nel Novembre del 2022, un anno dopo il 400/2,8 TC, era di certo molto aspettato da tutti coloro che fanno uso corrente di lunghezze focali di questa portata e che in passato avevano operato delle scelte su reflex, condizionate dagli elevati prezzi all'acquisto che questi super tele non possono di certo evitare, spesso attuando dei compromessi attraverso l'uso di focali inferiori a quelle necessarie, aggiustate da sensori DX in funzione moltiplicatrice se non addirittura dall'accoppiamento ai moltiplicatori dedicati, sicuramente mai migliorativi del bilancio complessivo nitidezza/rumore/luminosità massima.
Le caratteristiche di targa di questo 600/4TC sono sensazionali: una riduzione di peso rispetto al 600/4 reflex di ben 550 grammi a parità di dimensioni nonostante uno schema ottico rivoluzionario da ben 26 lenti in 20 gruppi rispetto le 16/12 dello schema del reflex di ultima edizione.
Quindi se questo 600/4 TC è a buon diritto l'obiettivo Nikkor Z più costoso, è grazie alla dotazione di lenti ed alla relativa progettazione che ne determina a livello di MTF un reale non plus ultra sul mercato fotografico.
Non a caso, come il più luminoso 400/2.8 TC anche questo tele è dotato di TeleConverter 1,4x integrato: facilissimo da azionare col dito medio della mano destra, mantenendo il dito indice sul pulsante di scatto, questo 600/4 si trasforma in una serie di teleobiettivi di varie focali, grazie anche al combinato disposto dei vari formati selezionabili sul sensore di una Z9 o Z8
Per cui dalle focali in formato FX di 600/4 ed 840/5,6 (col TC inserito) si arriva in formato DX a 900/4 e 1260/5,6 (col TC) per non parlare dell'integrazione ai formati video delle ammiraglie Z, con cui si raggiungono i 1932mm in ritaglio 2,3x. Ed è ovviamente compatibile con i due teleconverter TC Z ...(da qui la definizione, nel titolo, di tele multiplo)
Il moltiplicatore incorporato lateralmente, consente con uno spostamento dell'apposita leva, morbido e senza esitazioni, l'inserimento di un gruppo di 7 lenti (una ED) alloggiate nel rigonfiamento evidente, senza produrre alcun suono che possa disturbare l'eventuale soggetto diffidente: si aziona come detto, senza dover sollevare il dito dal pulsante di scatto, perchè si trova al volo. Il sistema è dotato anche di un blocco di sicurezza per evitare azionamenti indesiderati.
La presenza del teleconverter determina la necessità dell'analisi delle sue caratteristiche in entrambe le configurazioni, da liscio o moltiplicato
Lo schema ottico, come detto, consta di 26 lenti in 20 gruppi delle quali 2 alla fluorite, 2 ED, 1 Super ED, 1 SR (con TC a sette lenti inserito, 1 ED in più) elementi trattati con Meso Amorphous coat e Nano Crystal coat e lente frontale con trattamento al fluoro, dotato di O-ring anti umidità in tutte le sue parti esposte.
Questo il lancio che ne fa Nikon sui suoi siti internazionali, riassumendo il concept che ne sta alla base:
totalmente reimmaginato per il sistema Z mirrorless...
Il trattamento speciale delle lenti di questo teleobiettivo Meso Amorphous Coat è addirittura superiore ai già ben noti Nano Crystal ed ARNEO (comunque utilizzati) sulle luci incidenti e, sopratutto, laterali: perchè con questo sistema di rivestimento, le particelle amorfe, che sono addirittura più piccole delle nanoparticelle, vengono utilizzate per creare ancora più spazi all'interno del rivestimento per formare una struttura mesoporosa ultrafine, ottenendo un indice di rifrazione inferiore.
Il nuovo speciale driver dei motori AF, Silky Swift VCM, già per definizione descrive come sia migliorata la sensibilità e la silenziosità di questa fondamentale funzione: ottimizzata su obiettivi di peso elevato. (Nikon avverte che il campo magnetico generato potrebbe interferire con apparecchiature e protesi elettromedicali.)
Sulla guancia sinistra troviamo, oltre a un tasto personalizzabile da menù fotocamera (matitone/f2), lo slider di scelta tra AF ed MF ed il selettore del campo di azione della messa a fuoco col limitatore ai 10metri rispetto la messa a fuoco minima di 4,30m.
nell'utilizzo anche a brevi distanze, non ho mai sentito la necessità di utilizzarlo perchè non mi è mai capitato alcun fenomeno di "hunting" anche con soggetti in rapido movimento e a distanze ravvicinate. Tantomeno se lontani.
Come da tradizione per i supertele Nikon, la bellezza e fluidità delle forme si accompagna alla qualità costruttiva, inclusa quella dei materiali utilizzati ed in questo particolare caso, alla bellezza inconsueta del disegno stesso delle varie parti di cui si compone:
a cominciare dalla presenza di ben tre ghiere nonostante non sia uno zoom, due delle quali programmabili, tutte con zigrinature drasticamente differenti, per poterle individuare esclusivamente al tatto e dei consueti pulsanti di blocco dell'esposizione o del fuoco, secondo come siano programmati da menù fotocamera.
La ghiera più avanti (quella più a dx qui sopra) è in realtà un attuatore a due posizioni che di default serve a richiamare velocemente la posizione di memorizzazione dell' AF preimpostata col pulsante Memory Set a fianco al TC: un sistema validissimo per chi utilizzi l' AF in Trap Focusing e non voglia staccare l'occhio dal mirino durante la ripresa
Naturalmente tale attuatore può essere variato nella sua funzione ed io, durante i miei test, lo avevo programmato per far passare da un soggetto all'altro l' EyeAF (quando segnalato a mirino dalla freccetta sul quadratino giallo sull'occhio).
Tre chili e 260 grammi sono di certo una quota ponderosa anche se "dimagrita" rispetto il vecchio Nikon FL: non tutti possono pensare di usare a mano libera questo tele su di una Z9 che di suo porta il peso complessivo a 4,6 kg: ma la perfetta simbiosi tra la stabilizzazione di questo tele, in combinazione con quella del sensore della fotocamera, promette 5,5 stop di tolleranza rispetto i tempi di sicurezza, ossia la possibilità di scattare a mano libera (il peso ed il bilanciamento perfetto lo consente anche se non per lunghe sessioni) anche con tempi davvero impensabili: fino ad 1/125" mi sono spinto, con successo...
(t/125 f/4 iso 1000)
In condizioni operative normali questo tele verrà usato perlomeno su monopiede se non direttamente su treppiede, ma la capacità della stabilizzazione a cinque assi del sistema Z, porta a tenere considerazione anche di questa possibilità in condizioni nelle quali già un monopiede sia da considerarsi un impedimento nelle riprese cui sia dedicato.
Il suo perfetto bilanciamento, con la zavorra di una Nikon Z9 alle sue spalle ne fa un ensamble davvero micidiale per chi abbia la forma fisica e l'allenamento a gestire tale tipo di carichi per tempi più o meno lunghi di ripresa: io ho spesso sfruttato questa sua caratteristica, sfruttando l'ampia slitta di fissaggio al treppiede come baricentro del sistema e grazie alla costruzione IF (internal focusing) del suo schema ottico, non ho mai sofferto alcun senso di sbilanciamento, per esempio inquadrando e scattando agli aerei in partenza, oppure ai volatili disponibili....prevalentemente gabbiani
Nelle occasioni nelle quali ho utilizzato il TC incorporato ho sempre notato un aumento della vignettatura, facilmente gestibile successivamente in postproduzione, ma tanto più evidente quando a delimitare gli angoli anche in basso sia una superficie omogenea come il cielo.
Piccolo difetto che risalta certamente anche in confronto alla resa eminente senza l'utilizzo del TC rispetto questa caratteristica complementare che è la vignettatura.
La staffa per il collegamento al treppiede, se da una parte è mirabile ancora una volta per la cura nella definizione della forma e del materiale utilizzato
(da citare senza dubbio il cuscinetto che ne aumenta il comfort quando sia usata rovesciata, per il trasporto dell'obiettivo)
ha destato una volta di più il nostro disappunto per la reiterata decisione di non sagomarla secondo gli standard Arca-Swiss ormai decisamente dominante sul mercato per la sua facilità di innesto senza necessità di piastre aggiuntive (precarie nell'aggancio e che aumentano pesi ed alzano anche se di pochi mm il baricentro), ma anche per la scriteriata decisione di cambiare la disposizione delle viti di aggangio del piede, che non potrà quindi essere intercambiato con quelli universali già presenti sul mercato
e quindi, nell'attesa che ne venga prodotta una specifica aftermarket, continueremo a usare piastre aggiuntive di fissaggio...
Andiamo a vedere il cassetto posteriore, che accoglie filtri a vite da 46mm, ma in mancanza di esigenza specifica, può restare vuoto, senza necessità di filtri neutri.
Il passaggio ai filtri da 46mm rispetto a quelli da 40,5mm del precedente FL aiuta sicuramente nella reperibilità e per abbassare il peso complessivo, il portafiltri è completamente in plastica (l'unica plastica di tutto l'obiettivo).
Nel caso si desideri montarvi un filtro polarizzatore circolare, è disponibile insieme al portafiltro specifico, munito di rotellina di regolazione dell'intensità, da sostituire a quello originale
il modello C-PL460 ovviamente...costosetto, ma di certo accessorio elitario per obiettivi di questa fatta.
Attorno alla gola del cassetto uno dei tanto O-Ring di tenuta a polvere, umidità, pioggia.
Insomma, tutto in questo obiettivo è progettato per esprimere il top dello stato dell'arte attuale e per migliorare le eccellenze degli obiettivi analoghi in baionetta F.
Utilizzandolo in vari contesti e quasi sempre in ambiti sportivi, se non dovessimo intendere come naturalistici quelli dedicati ai miei gabbiani in volo, non solamente per la facilità di reperimento, ma sopratutto per la mancanza di necessità di appostamento (e di treppiede, mimetismi e conoscenze etologiche) sono portato a pensare che questo teleobiettivo sia davvero il condensato di diverse anime fotografiche frutto delle sconfinate esperienza Nikon in questo ambito.
Chiaramente la gran parte del risultato ottenibile, sarà frutto dell'esperienza di chi lo utilizzerà nella conoscenza dell'interazione con le varie parti del sistema (AF, esposizione e curva del S/R del sensore) si leghino bene alla distanza dal soggetto, gradevolezza dello sfondo per l'ottimizzazione del bokeh, sicuramente avvantaggiato dalla presenza del diaframma a 9 lamelle, ma sopratutto, utilizzando un tele che può diventare così estremo nel suo essere multiplo: la LUCE e la sua qualità, siano quelle adatte alla valorizzazione di tanta tecnologia messa insieme.
Perchè quando le condizioni di ripresa siano povere di questa qualità, tutto il resto della catena non potrà che soffrirne.
Motivo per cui la molteplicità di utilizzo e la elasticità di adattamento a situazioni di ripresa delle più disparate, mi fa davvero essere d'accordo con quella definizione americana di "totally reimagined for Z mirrorless"
Un sistema che si basa sull'interazione elettromeccanica e poi anche tra sw ed hw di obiettivi, fotocamere e programmi di sviluppo, si può permettere di costruire capolavori come questo Nikkor Z 600/4 TC S...anzi lo deve a se stessa, come sintesi del know-how degli ultimi vent'anni, ma ancora di più a noi Utenti, che a costo del sacrificio economico superiore a 17mila euro, ci può mettere nella disponibilità di un altro tassello sulla strada verso la perfezione assoluta.
Oggi, con questo teleobiettivo, sono poche le opportunità precluse... e senza voler fare spoiling, alcune di queste poche portano verso soluzioni che non sono per nulla di compromesso.
(e se cercate il sequel, guardate sotto la firma....)
Max Aquila photo © per Nikonland 2024
...
e prossimamente....:
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