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Corredo Nikon (sintetico !)


Cosa fotografi in prevalenza ?

  1. Gli uccelli in generale e i piccoli passeriformi in particolare, possono rivelarsi splendidi soggetti fotografici. Qui su Nikonland ci sono molti appassionati esperti, che ci offrono spesso immagini di alto livello. Sono immagini belle non solo per chi ama la fotografia naturalistica, la varietà di colori, la "cuteness" (ovvero l'aspetto grazioso) dei piccoli passeriformi, data dall'essere colorati batuffoli di piume, li fa apprezzare a molti. Probabilmente un insetto li considera orridi dinosauri (e dinosauri lo sono davvero) ma per noi è un'altra storia. Non farò un tutorial su come si fa a fotografare i passeriformi, voglio solo condividere alcune considerazioni,un po' scherzose, su che fotografie si fanno e perchè, soprattutto per quel che riguarda le dimensioni dei soggetti nell'inquadratura e che effetto ne risulta. E' indubbio che a noi naturalisti (non so se sono un fotografo, ma un naturalista posso dire di esserlo) il soggetto piace anche per sè stesso, piace fermarlo con la fotografia per ricordarcelo e per ammirarne i particolari. Questo di solito porta a fare foto in cui i soggetti riempiono buona parte dell'inquadratura, in modo che se ne possano apprezzare meglio le caratteristiche, deliziarsi gli occhi e l'anima, oltre che la innata curiosità di noi naturalisti (io mi emoziono anche per i dentelli sui tarsi di una cavalletta o per i bilancieri di un dittero !). Sono foto belle, se fatte come si deve, e io ne ho scattate a trilioni ma, a pensarci bene, ci sono altri modi di fotografare gli uccelli che possono trasmettere qualcosa di più dal punto di vista estetico ed emotivo, soprattutto se a guardarle è una persona che non è appassionata di ornitologia. Spesso una foto in cui il soggetto è un po' più piccolo (un bel po' più piccolo) di come lo vorremmo noi (naturalisti), se ben ambientato crea una foto più suggestiva, più coinvolgente dal punto di vista emotivo. Pettirosso Può essere meno documentativa, forse sì, ma non è detto, anzi può essere che ci dica molte cose lo stesso. Certo, non apprezzeremo tutti i dettagli del piumaggio, ma ci dirà qual'è l'ambiente, il clima, il mondo di queste creature e ci farà percepire anche la fragilità di questo mondo. Passera Scopaiola Ballerina Bianca E può capitare che le persone apprezzino anche di più queste foto in cui i piccolini rimangono...piccolini. Il discorso però non vale solo per i passeriformi. Nitticora Airone guardabuoi. Tarabusino Non voglio sostenere che le uniche foto di uccelli belle sono quelle estremamente ambientate, solo che è bello variare, fotografando a volte più da naturalisti, altre mettendoci un po' più di interpretazione.
  2. Siccome a Novara hanno tagliato la Pianta dei Gufi , ci siamo dati da fare per cercarne un'altra. L'abbiamo trovata, girando per paesini tra il Lodigiano ed il Cremonese, seguendo vaghi indizi. Al primo paese della nostra lista ci è andata male, anche lì spariti dall'anno scorso. Al secondo tentativo... uno, ma meglio uno che nessuno. La foto non è eccelsa dal punto di vista estetico per due motivi: il primo perchè il gufo dormiva sodo e quindi ha gli occhi chiusi , il secondo è che il 300 f4 Pf quando ci sono sfondi intricati diventa "nervoso" e di conseguenza rende nervoso chi fotografa (come si vede nell'inquadratura verticale). Per avere il soggetto a fuoco ho seguito la tecnica già seguita ad es. da Massimo Vignoli:, Af-S e area di messa a fuoco piccola (pinpoint), questo ha permesso di bypassare il problema dell'intrico di rami davanti e dietro che avrebbe sicuramente portato a fuori fuoco con altri sistemi. Una prima prova, diciamo così, tornerò in orario più vicino al risveglio (del gufo ) sperando che sia ancora lì e ad occhi aperti . I paesani mi hanno detto sono anni che che due-tre gufi passano lì l'inverno. Speriamo. Nikon Z6, FTZ, 300mm f4 Pf e TC 14EIII Nikon Z6, FTZ, 300mm f4 Pf e TC 17EII (prestato) Nikon Z6, FTZ, 300mm f4 Pf e TC 17EII (prestato).
  3. Considero Ronnie Gaubert un grande per la fotografia ravvicinata classica, ma Carlo Galliani è il migliore fra quelli che conosco per la macrofotografia che definirei “dinamica” . Naturalista e fotografo a trecentosessanta gradi, le sue immagini esprimono al meglio la vitalità dei soggetti, unendo documento e bellezza, da vero naturalista. Carlo, che ringrazio, ha accettato di scambiare quattro chiacchiere sulla sua fotografia. Raccontaci qualcosa di te : Sono un Wildlife photographer ma preferisco dire di essere un naturalista che fotografa. Da tanti anni mi occupo sia di natura che di fotografia . Sono autore e coautore di articoli scientifici di ornitologia e entomologia e autore di articoli su riviste di natura e fotografia. A livello fotografico le mie foto sono state utilizzate in molti libri di ornitologia e entomologia sia a livello nazionale che internazionale e da siti web di parchi e associazioni per la protezione della natura. Ti è nata prima la passione per la fotografia o quella per la natura? Direi che sono nate praticamente insieme perchè ho iniziato a studiare la natura partendo dai fiori di montagna e naturalmente non potevo non fotografarli. Poi quando sono passato ad altri campi di studio in natura ho sempre desiderato fotografare gli animali che studiavo e chiaramente poi mi sono messo a fotografarli tutti. Picchio Nero Picchio Muratore. Quando hai iniziato ad interessarti alla macrofotografia? Le mie prime foto sono state di macrofotografia. Ho avuto diciamo una iniziazione fotografica un po' particolare in quanto uscivo con fotografi che si interessavano di fiori e di come fotografare tutte le parti del fiore perfettamente a fuoco, perciò a un certo punto sapevo bene come gestire benissimo la pdc in una foto di macro, ma mi trovavo in difficoltà sui semplici paesaggi, poi piano piano ho imparato anche quelli. Le tue foto di solito sono molto diverse da quelle diciamo più interessate alla pura estetica, ma non per questo sono meno spettacolari, al contrario. Tu cosa cerchi, oppure cosa vuoi trasmettere con le tue immagini? Qualche scatto di pura estetica l'ho fatto anch'io ma principalmente preferisco fotografare tutto ciò che c'è in natura nel miglior modo possibile chiaramente cercando anche di avere sfondi che facciano risaltare il soggetto. Ghiandaia marina con preda. Martin Pescatore con doppia preda! Quello che cerco di trasmettere è la bellezza della natura, la particolarità di molte situazioni che tantissima gente pensa si possano trovare solo in Africa o in Amazzonia e invece si trovano proprio sotto la loro casa. Ho sempre detto che se riesco a trasmettere l'amore per la natura e di conseguenza il rispetto per l'ambiente e gli animali a qualche persona che guarda le mie foto allora lo scopo del mio fotografare è stato raggiunto. Tra i tuoi (e i miei) soggetti preferiti ci sono le libellule, sulle quali tu hai fatto anche ricerca e divulgazione, sei coautore di diverse pubblicazioni, oltre che membro di gruppi come Odonata.it, ci puoi descrivere in breve questo aspetto della tua attività di fotografo naturalista? Studio gli Odonati da ormai trent'anni e sono tra i miei soggetti preferiti anche in fotografia. I miei due lavori più importanti riguardano le libellule e sono i due libri : " Odonati d'Italia " - Galliani/ Scherini /Piglia, edito dalla Libreria della Natura e " Dragonflies and damselflies of Europe" - Galliani/ Scherini /Piglia, edito da Wba. Devo alle libellule la passione per la fotografia agli insetti in volo. Infatti a un certo punto tanti anni fa mi son trovato ad un bivio : non riuscivo proprio a fotografare alcune specie che si posano raramente (ora conosco dove vanno a posarsi , anche se rimane comunque difficile fotografarle posate ) e l'unica alternativa rimaneva fotografarle in volo. Con le libellule ho raggiunto il massimo di soddisfazioni come fotografo naturalista perchè sono riuscito a fotografare ogni specie in tutti i momenti della sua vita, dalla nascita ai corteggiamenti, dalle guerre tra gli individui agli accoppiamenti fino alla deposizione delle uova e così via. Aeshna grandis. Nikon D750, focale 200mm. (Nota del Redattore: forse solo chi ci ha provato può capire appieno quanto sia difficile ottenere un ritratto -a tutta apertura- di un soggetto così rapido!). Calopteryx splendens. Nikon D500, focale 180mm. Nikon perché? Un caso o una scelta? Direi più un caso . Ho iniziato in analogico con Nikon e poi ho proseguito anche in digitale sempre con Nikon. Non uso però solo Nikon. Nel mio corredo fotografico ho due obiettivi Sigma e uno è fondamentale per il mio tipo di foto in natura anche se devo dire che anche Nikon è arrivata ultimamente a fare dei 500 mm leggeri che possano essere usati in caccia fotografica vagante. Come ti trovi? Cosa ti manca? Mi sono sempre trovato bene. Mi manca quello che penso manchi a tutti i macrofotografi, cioè una lente che permetta ingrandimenti maggiori dell’ 1:1. Canon ha fatto il Canon MP-E ma l'ho provato da amici e non mi è parso molto affidabile. Sono sempre stato convinto che sia Nikon che Canon sarebbero in grado di produrre delle lenti ottime che arrivino a buoni ingrandimenti ma la logica del mercato non permette la progettazione di queste lenti, essendo un campo rivolto solo agli specialisti ( anche se non siamo pochi). E' Inutile a mio parere usare tubi di prolunga o inversioni di ottiche se si vogliono avere dei risultati veramente notevoli. Le tue foto di insetti in volo mi hanno sempre lasciato senza parole, puoi rivelarci qualcosa su come si fa? Questa è una domanda che mi viene rivolta spesso però per rispondere adeguatamente penso mi ci voglia un libro. La tecnica fotografica è molto semplice : ci vogliono tempi velocissimi, più veloce è meglio è. Ma sono altri i fattori importanti. L'allenamento è importantissimo cioè provare e riprovare fin quando diventa tutto meccanico. Mi rendo conto anch'io che riesco adesso a fare foto che prima proprio non mi venivano. Una buona velocità ad inquadrare e mettere a fuoco è fondamentale. Cantharis rustica. Nikon D500, focale 180mm. Chiaramente il fuoco nel 90% delle volte è manuale. Ma la cosa più importante è l'osservazione del comportamento degli insetti quando si esce sul campo e memorizzare le situazioni per vedere se sono solo casuali oppure se è un comportamento tipico della specie. Difficile spiegare in due parole ma ci sono sempre dei momenti nei quali ogni specie diventa più facilmente fotografabile in volo e quei momenti dipendono sempre da quello che l'insetto sta facendo. Perciò se si vede che un insetto inizia a comportarsi in un certo modo, che dalle precedenti osservazioni si è capito che proseguirà con un volo decisamente più lento del solito, bisogna subito prepararsi al meglio possibile per fotografarlo. Eristalinus taeniops. Nikon D500, focale 180mm. Apis mellifera. Nikon D600, focale 200mm. In molti casi in questi momenti alcuni insetti sono così facilmente fotografabili in volo che si può usare l'autofocus (il 10% rimanente). Il grande problema è che ogni insetto ha il suo comportamento specie per specie (raramente alcune specie appartenenti allo stesso genere presentano comportamenti analoghi, ma sono poche). Non esiste una legge generale per tutti gli insetti ma anche solo per gli insetti di uno stesso ordine perciò bisogna sempre osservare ogni volta e memorizzare se si vedono situazioni particolari da usare in futuro. Coccinella septempunctata. Nikon D600, focale 200mm. Qual è la foto, o il portfolio, il progetto fotografico da te realizzato a cui sei più affezionato? Sicuramente la galleria sul mio sito dedicata agli insetti in volo e la galleria dedicata alla Fauna Europea in generale (anche se questo è un progetto veramente troppo ambizioso e impossibile da seguire costantemente ma cerco di aggiornarlo sempre piano piano) A chi interessa è una galleria divisa seguita gli schemi sistematici internazionali e contiene dai piccoli insetti ai grandi mammiferi. Galleries by carlogalliani Best of insects in flight by carlogalliani Fauna Europaea - 39 galleries by carlogalliani E in futuro? Sicuramente continuerò a cooperare con un paio di organizzazioni con le quali negli ultimi anni ho collaborato per testare i capanni da aprire poi al pubblico. In questi capanni ho potuto osservare scene di vita animale che mai avrei pensato di poter vedere figuriamoci di fotografare in caccia vagante. Sciacallo. Garzetta. Il sogno più grande sarebbe riuscire a fare un libro sul volo degli insetti, un’impresa molto difficile se non impossibile, perchè bisognerebbe prima trovare qualcuno che abbia studiato scientificamente il volo degli insetti per il testo e abbinarci le mie foto corredate di spiegazioni tecniche fotografiche e naturalistiche e poi, dulcis in fundo, trovare un pazzo editore che lo pubblichi 😊. Silvio Renesto per Nikonland. Nota: Tutte le foto sono (c) di Carlo Galliani.
  4. Oggi ho voluto provare a fare "quasi" wildlife photography con la Nikon Z6, scegliendo un soggetto non terribilmente difficile ma comunque impegnativo: cince e altri uccelletti. Avevo già provato (con la Z6 di Mauro e un'altra volta con quella di un amico) a fotografare "uccellacci", dalle poiane agli aironi, con buoni risultati, ma gli "uccellini" sono più sfidanti, per le dimensioni (molto piccole) e l'irrequietezza. Ulteriore elemento di difficoltà la giornata, iniziata con la nebbia e rimasta scura fino a tarda mattinata quando l'entusiasmo per la natura ormai era stato sostituito da quello per un caffè caldo. Niente capanno, solo appesa una noce bucata ad un ramo e aspettato. Sulla Z6 ho montato il 300mm f4 PF con il TC14EIII tramite ovviamente l'FTZ. La poca luce ha comportato ISO alti alti (12.800 a volte) perchè gli uccellini necessitano di tempi ultrarapidi. Come mi sono trovato? Meglio di come pensassi, una volta superato il leggero ostacolo del passaggio da Dx (D500) a Fx, dove tutto è più lontano (ma sarebbe valso anche se avessi avuto la D5 ). A volte "piccolo è bello", ritratto ambientato che da' l'idea del grigiore invernale: E' andata bene in quanto ad incontri: Un bel picchio rosso! E poi i soliti piccoli amici: La tenuta agli alti ISO mi ha soddisfatto appieno. Il rumore è contenuto e la nitidezza rimane soddisfacente. A ISO più bassi passa a eccellente. Crop 100% della foto precedente, 7200 ISO. Ho usato AfC e area dinamica. Ho prefocheggiato sul ramo e poi aggiustato il tiro sui soggetti se questi si posavano su rami vicini. Confermo la tendenza a cercare lo sfondo quando questo è intricato, ignorando il soggetto; a volte capita anche con le DSLR, ma meno spesso. Alla fine però i fuori fuoco non sono stati poi troppi, in sostanza non ho trovato la cosa ingestibile. Non ho avuto particolari problemi di lag (a parte il blackout al risveglio dallo standby che già sappiamo), oppure può essere che io sia più lento della fotocamera . Ho scattato a raffica veloce, ho fatto del chimping (riguardato foto a monitor per cancellare), ho fatto circa 400 scatti ed ho consumato due tacche di batteria, mi sembra un buon risultato. Cosa molto positiva, non ho sentito il bisogno di tirare fuori la D500 che mi ero portato come backup (per la serie non-si-sa-mai-che-non-ne-azzecchi-una ), devo solo riabituarmi ad avvicinarmi un po' di più! Unica cosa noiosa, il 300 PF con gli sfondi intricati può essere davvero irritante (non è colpa della Z6 però!). Sfondo "sdoppiato" il 300 PF vuole sfondi puliti, se no si innervosisce! In conclusione, mi sembra che la Z6 abbia dato una buona prova di sè.
  5. Silvio Renesto

    Civetta

    In un angolo riparato di una cascina del Vercellese ha il suo rifugio una Civetta. E' quasi tenera, lassù che controlla la situazione. Poi scende. E siccome ho lo ZUM, posso ritrarla ambientata o fare un ritratto più stretto Cambio posatoio Sulle macerie. Forse per la forma, la testa tonda, e gli occhi grandi e frontali, le civette hanno quasi lo stesso fascino dei gatti. Civette e gatti hanno molto in comune nell'immaginario dell'uomo. Entrambi compagni delle streghe, ma anche animali sacri nei tempi antichi, la Civetta per i Greci e il Gatto per gli Egiziani. Mi sono divertito perchè ho visto da vicino una civetta, che è una bestiola di una simpatia unica, e sono contento perchè mi sono portato a casa delle foto per ammirarla e ricordare questi momenti.
  6. Più che "Into the Wild" sarebbe "Into the Wald", perchè ho provato lo Zoom Sigma 100-400, durante una visita al Bayerischer Wald (Foresta bavarese), grosso parco nazionale al confine fra la Baviera e la Repubblica Ceca. Questo parco è molto conosciuto fra i fotografi perchè in due località è possibile fotografare gli animali da vicino, in ambiente controllato ma sufficientemente aperto e comunque dentro la foresta. Avevo tre giorni a disposizione, in cui il tempo è stato per lo più nuvoloso e piovigginoso. Rather than "Into the Wild" it should be "Into the Wald", because I had the chance to test the Zoom Sigma 100-400 at the Bayerischer Wald (Bavarian forest), a large national park at the Germany/Czech republic boundary. The Bayerischer Wald is well known among wildlife photographers because in a couple of places it is possible to get close to the animals in a controlled environment, yet wide enough and into the forest. I had only three days, in which the weather was mostly cloudy, with drizzle and occasional rainfalls. Il Bayerischer Wald è un lembo di un'antica grandissima foresta che ospitava una ricca fauna. Qualcosa rimane anche oggi. Ecco le specie più rappresentative. The Bayerischer Wald is a remain of a large forest that housed a rich fauna, and something is still there. Here the most representative species. Tutte le foto sono state scattate con Nikon D500 e Sigma 100-400mm f5-6.3C. All photos taken with Nikon D500 and Sigma 100-400mm f5-6.3C. Orso Bruno Europeo. European Brown Bear. Bisonte Europeo, meno massiccio di quello americano, perchè adattato ad un ambiente di foresta, anziché di prateria. European Bison, less bulky than the American one, because it lives in forests rather than in grasslands. Per dare l'idea dell'ambiente in cui vive. To give an idea of the environment in which it lives. Più centrato sul soggetto senza avvicinarsi, è il bello dello zoom. Closer look at the subject without getting closer, it's the advantage of the zoom. Lupo europeo, una delle star del parco European Wolf, one of the stars of the park Lince europea (continuo a scrivere europeo/a perchè si tratta di specie o almeno varietà diverse da quelle americane). European Lynx (I insist in adding European to make it clear that are different species, or sometimes breeds, with respect to American ones). Il primo incontro è stato in una giornata buia e piovigginosa, col soggetto illuminato da dietro. C'è stato poco da fare, anche con ISO esagerati, peccato perchè sarebbero state belle foto. Solo due esempi: The first encounter was in a dark and rainy day, with the subject backlighted, Little could be done, even with crazy ISO; a pity because the photos could have been very good. Just two examples: Un altro giorno, un altro posto, un'altra luce. Another day, another place, another light. Per finire il grazioso, elusivo Gatto Selvatico europeo. Last, the cute, elusive European Wildcat. Contrariamente a quel che si può pensare, non è antenato diretto del Gatto domestico, che invece deriva dal Gatto selvatico del Vicino Oriente (Felis silvestris lybica) . Le diverse razze possono comunque ibridarsi, come i cani e i lupi. Contrary to what one may think, the European Wildcat (Felis silvestris silvestris) isn't the ancestor of the domestic cat, which instead comes from the Near East Wildcat (Felis silvestris lybica). However all can interbreed, like dogs and wolves. A proposito del Sigma 100-400. Non posso che confermare le sue doti ottime per il tipo di obiettivo. Senza cambiare obiettivo si va da soggetti lontani a vicini, da grandi a piccoli, sempre con una qualità soddisfacente. Oltre a girare per tutto il giorno senza stancarsi. About the Sigma 100-400. I can only confirm the excellent qualities (for its class). Without changing lenses, it is possible to shot subjects far away or very close, big or small, always with the same very good quality. And walking all day without getting tired. Unico limite le condizioni di scarsità di luce, come nel caso delle due prime foto delle linci (quel giorno accanto a me c'era un fotografo con 500mm f4 e una D5, su un cavalletto monumentale, ha fatto meglio di me, ma stiamo parlando evidentemente di contesti e costi differenti). The limitations show off in dim light, such as int he first two photos of the Lynx (that day I was shoulder to shoulder with a photographer with a 500mm f4 and a D5, on a huge tripod, he got better results, but it is obviously a different context). Altre foto nella galleria Di nuovo sentiti ringraziamenti a Mtrading, Importatore italiano di Sigma per avermi messo a disposizione l'obiettivo e a Mauro Maratta per il supporto. Again, my sincere thanks to Mtrading, the Italian dealer of Sigma, for the loan of the lens and to Mauro Maratta for his friendly support.
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