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  1. Come d’ uso qui su Nikonland, non mi dilungherò nell’esporre i dati tecnici ma concentrerò questo articolo sulla mia esperienza sul campo, durata ormai quasi 4 anni. Per Nikon questa realizzazione non è una novità: questo obiettivo ne sostituisce uno della stessa lunghezza focale ma privo di motore autofocus e dal VR primordiale, se non erro il “vecchio” 80-400 è stato il primo obiettivo stabilizzato nel catalogo Nikon. Personalmente non ho mai avuto modo di provare il vecchio modello, ma è universalmente noto che il rifacimento ha portato, oltre ad un autofocus finalmente prestante, anche un sensibile miglioramento delle qualità ottiche, apprezzabile soprattutto alle focali più lunghe e sui sensori FX. Di fatto, l'assenza di un 80-400 prestante era uno dei motivi di invidia verso il catalogo Canon. Ecco l'80-400 oggetto dell' articolo, montato su D810. Questo il complesso schema ottico. (20 lenti in 12 gruppi , implementato rispetto i 17/11 del prima serie) Pesa 1570 grammi, è lungo 20,3cm per 9,6 di diametro, ghiera filtri da 77mm, mette a fuoco a partire da 1,75 metri e ha un diaframma a 9 lamelle. Un particolare della bottoniera, che comprende oltre ai consueti comandi anche uno switch per bloccare la lente alla minima lunghezza focale. In questo genere di obiettivi, che si allungano fisicamente aumentando la focale, è previsto per evitare che, inclinato verso il basso, l'obiettivo si allunghi da solo. Il mio esemplare è ben frenato e, per ora, non ne ha bisogno. Ma male non fa. Un particolare della lente frontale, diametro standard da 77mm. Non ruota. L’ obiettivo viene spedito con la custodia in materiale morbido CL-M2, la stessa del 70-200 2.8 per intenderci. Scelta relativamente felice: è utilizzabile per proteggere l'obiettivo quando viene trasportato in un normale zaino da montagna, cosa per me molto utile, ma è lontana dalle migliori realizzazioni in neoprene per capacità di compressione quando non usato. La costruzione è meccanicamente adeguata, è prodotto in Giappone, con il corpo in policarbonato. Non eccellente ma allineata alle altre realizzazioni Nikon in questa fascia di prodotto. Io tratto bene il mio materiale, ma lo uso per il mio genere fotografico: wildlife in ogni condizione atmosferica e spesso al nord o in quota, con lunghi trasporti nello zaino da montagna. Ebbene, finora nessun problema, nemmeno in relazione allo zoom ottenuto mediante allungamento fisico “a pompa”. In teoria a rischio di risucchio polvere o infiltrazioni di umidità ma in pratica, finora, a me non è successo nulla di tutto ciò. Norvegia, febbraio 2016 - D4, 80-400 @ 240mm f5.6 1/800 - mano libera. Fisicamente l'obiettivo è abbastanza grande e pesante, un poco più di un 70-200/2.8 per intenderci (1.570g), ma ancora ben all’interno delle possibilità d’uso a mano libera. Possibilità ben presente nella mente dei progettisti che hanno disegnato un collarino di attacco treppiede robusto, in metallo, ma smontabile, cosa che fa risparmiare quasi 100g. Per capire meglio le dimensioni, qui lo vedete in mezzo al 70-200/2.8 FL ed al 500/4 G. Tutti senza paraluce. L' 80-400 alla minima focale. L' obbiettivo si allunga in maniera significativa passando dalla minima alla massima lunghezza focale, ancora di più se poniamo il paraluce in posizione di lavoro. Nikon dichiara la compatibilità con il TC14 ma personalmente non ho nemmeno ritenuto di provare a utilizzarlo: per come la vedo io il moltiplicatore di focale nella fotografia naturalistica è un tool importante ma 400mm a f5.6 con uno zoom 5x non sono a priori compatibili. Ne risulterebbe, infatti, un 560mm f8, che diaframmando uno stop diventerebbe f11: improponibile. Di più, non credo che ci sia abbastanza margine in nitidezza per poter sopportare il moltiplicatore. Come da titolo, la sua vera capacità è la versatilità, che consente senza poter muovere un passo di fare queste due fotografie: Valle d'Aosta, novembre 2017 - D5, 80-400 @ 80mm f4.5 1/1250 - mano libera. Valle d'Aosta, novembre 2017 - D5, 80-400 @ 400mm f5.6 1/400 - mano libera. Nelle immagini sopra è apprezzabile la vignettatura, presente ma per me non in modo invasivo, mentre qui un crop al 100% per apprezzare la nitidezza a tutta apertura alla massima focale e le ridotte, ma presenti, aberrazioni cromatiche. Questa la regolazione di nitidezza e riduzione rumore impostate (miei valori "standard" per questo genere di immagini): Ma basta un click per eliminare praticamente tutte le aberrazioni.... Come si vede da questo altro crop: Oppure, di nuovo seguendo il movimento del soggetto e senza poter muoversi per accomodare l'inquadratura con un'ottica fissa, passare da questa situazione: Valle d'Aosta, novembre 2015 - D4, 80-400 @ 400mm f5.6 1/1250 - mano libera. A quest'altra, dove le due immagini sono separate da soli 3" (entrambi nocrop, questo giovane gipeto ha voluto venire a vedere chi/cosa fossi.... quel giorno ero molto molto in alto ) Valle d'Aosta, novembre 2015 - D4, 80-400 @ 185mm f5.6 1/1250 - mano libera. Focalizzandoci sulla nitidezza, argomento sempre molto caro a tutti noi, posso dire che è buona a tutte le focali - migliore alle corte che alle lunghe, soprattutto dopo i 300mm scende un poco - e buona anche tutta apertura, posto che chiudendo il diaframma di 2/3 di stop migliora. Chiaramente non siamo nel territorio dei supertele - come ovvio considerato prezzo, peso e luminosità. Qui un esempio senza neve tra me ed il soggetto e chiudendo 1/3 di stop.... Finlandia, febbraio 2017 - D5, 80-400 @ 400mm f6.3 1/500 - beanbag. Crop 100% Personalmente sono arrivato a scegliere questa lente dopo averla confrontata, sempre sul campo, con quelli che spesso sono considerati i suoi competitor: Nikon 200-500 AFS VR e Sigma 150-600 Sport. Le principali differenze tra questi tre obiettivi, per quello che ho riscontrato io sono: L'80-400 è quello otticamente meno prestante, entrambi gli altri sono più nitidi, in particolare il 200-500 Nikon lo è apprezzabilmente sulle lunghe focali. L'80-400 è quello più maneggevole ed usabile a mano libera, per effetto di dimensioni e pesi sensibilmente più ridotti (il 150-600 Sigma Sport per me non è usabile a mano libera, sottolineo "per me" perché questa valutazione è assolutamente soggettiva dipendendo dalla forza fisica del fotografo e dai luoghi dove fotografa, cioè da quanto si stanca arrivando alla location ). Il 200-500 Nikon è quello con l'autofocus più lento, 80-400 e 150-600 Sigma Sport sono entrambi veloci e per me alla pari. Nessuno dei tre ha velocità sul livello delle ottiche da sport o azione veloce (come 70-200 FL o 300 2.8 e via dicendo). Il 150-600 Sigma Sport è quello con la migliore percezione di qualità costruttiva, veramente in una classe superiore. Mentre il 200-500 è quello trasmette la sensazione della minore. Se si vuole usare l'ottica per foto ambientate l'80-400 vince a mani basse, perché dispone delle critiche focali, in questo ambito, tra 80 e 150/200. Il fatto che l'80-400 sia contemporaneamente il più vecchio in termini di data di presentazione (2013 l'80-400 vs 2014 il 150-600 vs 2015 il 200-500), il meno prestante otticamente e quello di gran lunga più costoso (c'è una grande variabilità di prezzi sul mercato tra ufficiali e import e tra venditori fisici e internet, prendete quindi queste cifre più come termini di paragone che come prezzi: 80-400 - 2700€ vs 200-500 - 1200€ vs 150-600 - 1600€) la dice lunga sui progressi ottici e costruttivi di questi ultimi anni e sul beneficio della concorrenza qualificata per i consumatori. Ovviamente stiamo confrontando oggetti non del tutto omogenei (diversi ratio di zoom, dal 5x a 2.5x e diversa qualità costruttiva), ma la sensazione è che l'80-400 sia quello col peggiore rapporto qualità/prezzo. Per completezza, Sigma produce anche un modello Contemporary del 150-600 che costa meno del fratello Sport e, per effetto di una costruzione meno massiccia e robusta, è più leggero. Ma non ho avuto modo di provarlo e quindi non sono in grado di includerlo in questo confronto. Ultimo punto circa la qualità ottica e la complessiva reattività ed usabilità dell'obiettivo. Io l'ho usato su D800, D810, D4 e D5. Sui 36mpix è usabile ma i difetti ottici si notano di più, anche l'autofocus è molto meno sicuro, in particolare al salire della focale con la contemporanea riduzione della luminosità. Su D4 e D5 per me è molto buono, a tutto tondo, e quindi tendo a consigliarlo su corpi a meno mpix e più reattivi. Nonostante tutto, però, è quello che, oggi, tra i tre, ricomprerei per le considerazioni relative alla flessibilità d'uso, che per me è la sua vera carta vincente. Dopo tante parole, qualche immagine: Finlandia, luglio 2016 - D800, 80-400 @ 130mm f5.0 1/200 - beanbag. Valle d'Aosta, novembre 2015 - D810, 80-400 @ 92mm f5.6 1/500 - mano libera. Valle d'Aosta, novembre 2015 - D810, 80-400 @ 120mm f6.3 1/500 - mano libera. Piemonte, febbraio 2015 - D4, 80-400 @ 310mm f8.0 1/2500 - mano libera. Valle d'Aosta, novembre 2015 - D4, 80-400 @ 400mm f5.6 1/500 - mano libera. Norvegia, febbraio 2016 - D4, 80-400 @ 270mm f5.6 1/1000 - mano libera. Norvegia, febbraio 2016 - D4, 80-400 @ 270mm f5.6 1/1000 - mano libera. Norvegia, febbraio 2016 - D4, 80-400 @ 400mm f8. 1/500 - mano libera. Valle d'Aosta, novembre 2016 - D5, 80-400 @ 98mm f6.3 1/1250 - mano libera. Valle d'Aosta, novembre 2016 - D5, 80-400 @ 400mm f6.3 1/1600 - mano libera. Finlandia, gennaio 2017 - D810, 80-400 @ 180mm f7.1 1/200 - beanbag. Valle d'Aosta, novembre 2017 - D5, 80-400 @ 112mm f8 1/160 - mano libera. Valle d'Aosta, novembre 2017 - D5, 80-400 @ 240mm f8 1/1250 - mano libera. Valle d'Aosta, novembre 2017 - D5, 80-400 @ 400mm f5.6 1/800 - mano libera. In sintesi. PRO: Ottimo range di focale, superiore alle altre alternative da me esaminate. Ottima maneggevolezza e trasportabilità. Buona nitidezza, a tutte le focali e tutti i diaframmi, in particolare su corpi FX con sensore non estremamente denso. La nitidezza migliora chiudendo appena il diagramma alle focali più lunghe. Nessun difetto ottico invadente Autofocus abbastanza veloce, in particolare su corpi pro. Stabilizzatore di ottima efficienza. CONTRO: Costo abbastanza elevato. Otticamente non del tutto a livello dei corpi con sensore molto denso, in particolare a tutta apertura ed alle focali più lunghe (ma questo problema è comune a moltissimi altri obiettivi). (C) 2018 Massimo Vignoli per Nikonland
  2. Ai tempi in cui le focali fisse dominavano incontrastate e gli zoom "lunghi" (abbordabili) erano rari e guardati con sospetto, perchè alla massima focale di solito le prestazioni non erano entusiasmanti, Sigma aveva in catalogo due ottimi telobiettivi un 300mm f4 un 400mm f5.6 denomimati APO MACRO perchè possedevano lenti a bassa dispersione e una distanza di messa a fuoco minima veramente ridotta (1,2m il 300mm, 1,6m il 400mm) rispetto a focali simili di altre marche. I "veterani" Sigma 300mm f4 e 400mm f5.6 APO MACRO La dicitura APO era forse un po' troppo ottimistica, pur essendo lenti di buona qualità, La definizione Macro se non precisa, in quanto il rapporto di riproduzione massimo era 1:3 per entrambi gli obiettivi, però indicava la possibilità di fare foto ravvicinate a grossi insetti, anfibi, rettili, fiori ed altri piccoli soggetti, staccandoli perfettamente dallo sfondo e mantenendo una distanza di sicurezza (per noi o per il soggetto, dipende :)) considerevole. Montati su una reflex digitale APS-C si arrivava, grazie al "fattore di crop" ad avere ingrandimenti "equivalenti" quasi macro (quasi 1:2) con una qualità di immagine molto buona. Foto scattata con il Sigma 300mm f4 APO MACRO Purtroppo oltre ad essere usciti di produzione prima dell'avvento del digitale, la compatibilità con i corpi macchina digitali era scarsa, soprattutto per quanto riguarda la precisione di messa a fuoco, alcuni esemplari presentavano minimi errori correggibili con la regolazione fine della messa a fuoco, ma molti altri avevano back o front focus estremi, assolutamente incorreggibili. A questi teleobiettivi si sono succeduti degli zoom economici da 70-300mm sia in casa Sigma che Tamron, che arrivano addirittura ad 1:2 ma la qualità dell'immagine specie su corpi macchina con sensori nemmeno troppo densi, non è accettabile. Ed ecco che Sigma ci sorprende con il 100-400mm f 4-6.3 Contemporary dalle prestazioni eccellenti, come già illustrato da Mauro Maratta nei suoi articoli. Oltre alle qualità descritte da Mauro, il 100-400 Sigma ha una distanza minima di messa a fuoco identica al vecchio 400mm f 5.6 APO MACRO, ossia circa 1,6m. Il che mi ha suscitato la curiosità di provarlo nella fotografia ravvicinata (close-up photography). Il Sigma 100-400 è maneggevolissimo anche nella fotografia ravvicinata. Foto di RobyC. Ad illustrare le differenze tra il vecchio 400mm e il nuovo zoom (a parte il fatto ovvio che uno è zoom e l'altro no) nella fotografia ravvicinata si fa presto, anzi prestissimo: La qualità di immagine dello zoom è notevolmente superiore al fisso (!) mentre il rapporto di riproduzione (a 400mm) è inferiore (1:4 lo zoom; 1:3,3 il fisso). Quest'ultimo aspetto è dovuto ad una maggiore riduzione della focale effettiva col diminuire della distanza (focus breathing); in pratica lo zoom a 400mm alla minima distanza di messa a fuoco è un 256mm effettivi, mentre il vecchio teleobiettivo era un 330mm effettivi, la differenza si vede, anche se non è molta. Quindi la possibilità di fare fotografia ravvicinata è relativamente inferiore, specialmente su corpi con sensore a pieno formato (FX). Per soggetti relativamente grandi non ci sono problemi: Focale 400mm, qui è sufficiente. Per questa Licenide il rapporto di riproduzione è un po' piccolo (a sinistra un insettino in volo). Focale 400mm La musica cambia (e molto) se si monta lo zoom su un corpo Dx, il fattore di crop aiuta molto e si possono ottenere inquadrature più che soddisfacenti. Differenza di campo inquadrato a 400mm Crop 100% della foto scattata con la D7100. Nitidezza esemplare. Volucella (l'insetto) ripresa con la D610 a 400mm, non siamo alla distanza minima di messa a fuoco, ma in natura non si può sempre gestire tutto. Volucella ripresa con la D7100 dalla stessa posizione, sempre a 400mm. Orthetrum ripreso con la D610 a 400mm Orthetrum ripreso con la D7100 a 400mm Crop 100% della foto precedente Questo non vale solo per la fotografia ravvicinata, penso che un 200-600 equivalente su un corpo Dx prestante come la D500 sia una combinazione perfetta per il BIF (mamma, che è? Bird in Flight, fotografare uccelli in volo). Birds (Ibis) non proprio in flight, ma comunque in ambiente non controllato. Sigma 100-400 su Nikon D7100. Focale 400mm. E se ci mettessimo una lente addizionale? Un modo per aggirare il minor rapporto di riproduzione, è usare una lente addizionale acromatica con lo zoom impostato alle focali intermedie (200-300mm) dove la combinazione può dare il meglio di sè. Ho usato la lente addizionale Canon 500D da 2 diottrie che unisce una ottima qualità ad una potenza non esagerata. I risultati sono stati entusiasmanti proprio su corpi Fx, anche a mano libera e in af. Exuvia (spoglie abbandonate della larva) di libellula, Zoom 100-400 (alla focale 210mm) con lente addizionale Canon 500D e corpo Nikon D610. Formica a sinistra. Mano libera. Libellula fulva ripresa con lo zoom Sigma 100-400 (alla focale 210mm) con lente Canon 500D su corpo Nikon D610. Crop 100% della foto precedente, si vedono gli ommatidi (cellette dell'occhio composto). In queste foto la messa a fuoco era all'infinito (distanza reale dalla lente frontale 50cm) , regolando la messa a fuoco su distanze minori si può entrare nel campo della macro, specialmente alal focale di 300mm. Però conviene accontentarsi perchè più ci si avvicina, più è difficile gestire la profondità di campo, lo stesso se si aumenta la focale. Comunque l'accoppiata zoom più lente è entusiasmante. E siamo con un corpo FX. In conclusione. Nel campo della fotografia ravvicinata lo zoom su corpo FX permette riprese soddisfacenti a fiori ed animali non troppo piccoli, ma è un po' limitato per soggetti di dimensioni minori, mentre è soddisfacente su corpi Dx. In alternativa accoppiandolo ad un accessorio per nulla ingombrante quale una lente addizionale (mi raccomando acromatica) si ha un kit estremamente versatile per per la fotografia ravvicinata e naturalistica in generale, indipendentemente dalle dimensioni del sensore che si usa. Ringrazio Mauro Maratta per avermi prestato l'obiettivo per il test (anche se così mi ha fatto venire voglia di comprarlo...) Ringrazio Mtrading per aver messo cortesemente a disposizione l'obiettivo per i test.
  3. Materiale ricevuto in visione dal distributore ufficiale italiano che è stato restituito a fine test. Ho avuto nel tempo due esemplari di Nikon 24-70/2.8 che ho utilizzato con D3 e D3x. All'epoca non c'era confronto, i fissi disponibili sul mercato erano ampiamente superati e lo zoom li surclassava tutti. Con un corpo professionale come quello di una ammiraglia Nikon, uno zoom di questa classe si trova perfettamente a suo agio. Nel tempo, con l'apparire di nuovi fissi prestazionali e poi con D800 e D810 mi sono ritrovato a relegare sempre di più al ruolo di comprimario il mio 24-70/2.8 (ma in catalogo mi restano oltre 40.000 scatti ...) preferendogli sempre una terna di fissi, aggiungendo piuttosto un secondo corpo quando non ho il tempo di cambiare ottica. Prendendomi i miei tempi quando invece non ho impellente necessità di fare lo scatto a tutti i costi. Finchè non ho deciso di venderlo e di non pensarci più. eccolo qua l'ultimo rampollo degli zoom trans-standard di punta by Nikon Certo lo zoom è comodo e per un fotogiornalista uno zoom della classe di un 24-70/2.8 è essenziale per il proprio lavoro. E normale che per quella categoria di fotografi nella borsa ci siano due o tre zoom, tutti di classe F2.8 e di costruzione professionale. A distanza di otto anni, Nikon ha deciso di rinnovare questo obiettivo, proponendo l'oggetto di questa prova. a confronto dimensionale con il piccolo Nikon 50/1.8G Il nuovo arrivato ha guadagnato lo stabilizzatore integrato VR, il diaframma a controllo elettromagnetico. Purtroppo ha guadagnato anche qualche centimetro in altezza, un paio di etti di peso e un passo filtri che sale da 77mm a 82mm. montato sulla mia Nikon D500 con il battery-grip MB-D17, a testimonianza di quale categoria di macchine - professionali - sia il normale sbocco di questa categoria di ottiche. Per certi utilizzi già la presenza dello stabilizzatore integrato (valido per scatti anche sotto 1/6 di secondo !) basterebbe a motivare l'acquisto o la sostituzione del precedente. Purtroppo nel frattempo è cresciuta la disponibilità di nuovi obiettivi fissi prestazionali, sia di classe F1.4 che di classe F1.8, in grado di coprire integralmente la gamma di focali del 24-70/2.8 ed andare anche oltre (a 20 o a 85 e 105mm). E soprattutto, sul finire del 2016, Nikon ha lanciato sul mercato anche la più nuova versione dell'altro zoom professionale, quel Nikon 70-200/2.8E VR che invece ha nuovamente spostato verso l'alto l'asticella delle prestazioni rispetto a molti degli obiettivi fissi disponibili in gamma tele. E' proprio il confronto con quest'ultimo (vi rimando al mio test qui) che rende cedente sul piano del rapporto prezzo/prestazioni il 24-70/2.8. Intendiamoci, ne resta il degno compagno e il fido ed insostituibile strumento di lavoro per il fotogiornalista ma per il resto di noi (io in testa) fotoamatori più attenti alla qualità dello scatto più che alle qualità professionali di uno zoom, il discorso può essere del tutto diverso. Il Nikon 24-70/2.8E VR è un ottimo obiettivo, affidabile, capace di prestazioni coerenti ed omogenee a tutte le focali e in tutte le circostanze. Che si impugna bene, quasi come se fosse un 70-200/2.8 più leggero. Ma sul mercato ci sono obiettivi fissi in grado di offrirci di più e a meno. Con minore ingombro e senza quell'effetto "paparazzo" che indubbiamente una Nikon D5 con un 24-70/2.8 finisce con l'avvolgervi. Nikon D5, Nikon 24-70/2.8E VR, F9, 1/100'', a 62mm (premere per vedere in formato 4k) Insomma : - avete il precedente Nikon 24-70/2.8 e lo trovate fondamentale per il vostro modo di fotografare ?Chidetevi se lo stabilizzatore e un quid di prestazioni generali in più vi siano indispensabili, accettate il cambio del passo filtri dallo standard di ieri da 77mm allo standard di oggi da 82mm, e fate il cambio, se già non l'avete fatto. - avete il precedente Nikon 24-70/2.8 e cercate qualche cosa che vi faccia avere risultati chiaramente migliori su D810 e sulla imminente nuova D850 ?Ebbene, tenetevi quello come strumento di sicurezza ma affiancategli gli obiettivi fissi delle focali che vi servono di più. Magari aggiungete un secondo corpo se avete proprio bisogno di flessibilità. - non avete il precedente Nikon 24-70/2.8 ?Se vi serve uno zoom, pensate per un attimo se uno zoom F4 non sia meglio per voi (più leggero, più economico, con un range di focali più esteso verso il tele) e per le vostre foto migliori, compratevi i più bei fissi che ci sono sul mercato. - siete un fotoreporter ?Dimenticatevi tutto quello che ho scritto fino ad ora e, se avete finito il leasing del precedente Nikon 24-70/2.8, rinnovatelo e prendetevi ad occhi chiusi il nuovo. Come dite là in fondo ? Sigma, Tamron, Tokina ?Beh, si, certo. Esistono. Ma sono tutte seconde scelte secondo me. Se vi serve uno strumento di livello professionale, meglio puntare direttamente al Nikon.Se invece cercate le prestazioni assolute, niente da fare, stesso discorso.Nulla - per il momento - sul mercato, nel range 24-70 o 24-120, vi offrirà prestazioni elevate come i fissi di oggi. Anche quelli F1.8, non solo i più prestigiosi F1.4.Purtroppo non ci sono vie di mezzo. Ecco, volevo ben chiarire il mio punto di vista prima di passare a parlare di questo obiettivo.Che, come il precedente, mi ha soddisfatto si, ma ... Nikon D5, Nikon 24-70/2.8E VR, F9, 1/100'', a 62mm (premere per vedere in formato 4k) Come è fatto eccolo qui, in mano l'obiettivo si presenta con un involucro tutto in plastica (il 70-200/2.8 ha sempre avuto la gran parte della struttura in lega leggera) il paraluce è chiaramente sovradimensionato perchè assicura che il movimento del fusto interno dell'obiettivo, quando fuoriesce in seguito al cambio della focale, resti del tutto coperto, dando l'impressione che la lunghezza sia sempre costante (come è nel 70-200/2.8).Anche questo paraluce, come quello del 70-200/2.8 ha il pulsante di sblocco di sicurezza.Una finezza che si trova in pochi obiettivi. la bottoniera ha l'usuale configurazione Nikon.Non mancano le due modalità di funzionamento dello stabilizzatore che fa il suo primo ingresso in questa classe di zoom per Nikon.In precedenza solo gli zoom midrange come il (24-120/4) e consumer (come il 24-85-F3.5-4.5) sono stati dotati di stabilizzatore. in un'epoca votata al taglio dei costi rinfranca vedere ancora la finestrella della scala delle distanze.Le serigrafie cono quelle consuete degli obiettivi di fascia alta di Nikon, in rilievo e dorate. all'opposto, il luogo di produzione ci riserva un bel Made in Japan, quando altri obiettivi Nikon, anche di fascia alta, sono oramai prodotti in Cina che si conferma anche sul bel paraluce l'anello frontale (passo filtri da 82mm) non reca invece nessuna iscrizione dettaglio del pulsante di blocco del paraluce (una cosa che ti evita che sul campo questo si sfili inavvertitamente e si perda senza più essere ritrovato in mezzo a tanti colleghi) affiancato al nuovo Nikon 70-200/2.8E FL ne impersona chiaramente il degno collega per dimensioni, pesi e bilanciamento, lo ritengo più adatto ai corpi professionali infatti qui sulla bella e piccola Nikon D7500 non mostra di sentirsi del tutto a suo agio, specie vedendo il suo collega 70-200/2.8 montato su una D500 con il battery-grip Nikon MB-D17 a bilanciarne pesi e impugnatura. mi sembra ancora il caso di sottolineare le dimensioni in gioco, raffrontandolo visivamente con l'ottimo Nikon 50/1.8G, oggetto che pur alto due dita e pesando una frazione del peso del super-zoom professionale, gli da in verità i punti nelle foto di tutti i giorni. Domandatevi sempre - non ve lo ricorderò più - se una terna di fissi F1.8, più compatti, leggeri e più prestazionali, non possa farvi rinunciare ad uno zoom di questa classe, potente e affidabile quanto volete, ma ingombrante e spesso destinato a restare a casa nelle uscite leggere ... (se non siete un professionista che con quello zoom ci sfama la famiglia ... !). Nikon D5, Nikon 24-70/2.8E VR, F2.8, 1/100'', a 48mm (premere per vedere in formato 4k) Come va Complessivamente io l'ho trovato molto omogeneo nella resa.Non troppo differente dal precedente di cui conserva il carattere brillante ma non troppo squillante (insomma, non delicato come il vecchio 28-70/2.8 ma nemmeno sguaiato come certi zoom di certa concorrenza ... non faccio i nomi). aberrazione cromatica assiale a 70mm aberrazione cromatica assiale a 24mm sempre abbastanza presente ma non evidente all'atto pratico.Si corregge molto facilmente in sviluppo. distorsione a 70mm a 50mm a 35mm a 28mm a 24mm come vedete è sempre presente, anche in misura molto evidente.Anche in questo caso si corregge facilmente (on camera se lavorate in jpg, in sviluppo se lavorate in NEF). Ma meglio sapere com'è. Vi risparmio la vignettatura. C'è sempre, è evidente ad F2.8 e ad F4, si riduce ad F5.6 e va su livelli trascurabili da F8. A 24mm ovviamente è più marcata che a 70mm. Se la vignettatura sia un difetto o meno, possiamo dibatterne.Io faccio per lo più ritratto e spesso un pò di vignettatura aggiunge carattere alla scena.Per un paesaggista sarà differente. Ma anche in questo caso, in sviluppo la vignettatura si annulla. Magari lascerà qualche evidenza agli angoli estremi del bordo. Ma è comune per tutti gli obiettivi, nessuno escluso. Nikon D5, Nikon 24-70/2.8E VR, F2.8, 1/100'', a 26mm (premere per vedere in formato 4k) I concorrenti Non vorrei girare troppo intorno.Se pensate ad uno zoom di questa categoria, sul mercato ce ne sono moltissimi, tutti con pregi e pecche e uno specifico rapporto prezzo/qualità.E' una categoria di obiettivi che nel tempo ha visto sempre molto forte la richiesta da parte del pubblico e quindi tutte le case hanno nel tempo avuto zoom 24-70/2.8 in catalogo. Ma se restringiamo il campo al nostro attacco specifico e alle qualità che rendono un obiettivo di categoria espressamente professionale, io non mi sentirei di andare oltre i due Nikon in catalogo (la precedente versione è ufficialmente ancora a listino ed ovviamente si trova molto ben offerta sull'usato). Tamron, Sigma e Tokina offrono obiettivi di questa categoria che possono soddisfare specificatamente per taluni aspetti (spesso più che altro per il prezzo più conveniente) ma nulla di realmente stellare e, soprattutto, nessuno che in mano dia la stessa sicurezza dello zoom Nikon. Secondo me, in questo campo specifico (che estendo anche a 70-200/2.8 e 14-24/2.8) le qualità degli obiettivi Nikon restano in una fascia a se stante. Il Nikon 24-70/2.8E VR il Nikon 24-70/2.8E VR - foto Nikon il suo schema ottico 20 lenti in 16 gruppi, di cui due lenti ED, una a bassissimo indice di rifrazione e 3 asferichepasso filtri 82mmdiaframma a 9 lamelleminima distanza di messa a fuoco intorno ai 40 cm154mm x 88mm (lunghezza, diametro)1070 grammi MTF ufficiale a 24mm MTF ufficiale a 70mm Il Nikon 24-70/2.8G il Nikon 24-70/2.8G - foto Nikon il suo schema ottico 15 lenti in 11 gruppi, di cui 3 lenti ED e 3 asferichepasso filtri 77mmdiaframma a 9 lamelleminima distanza di messa a fuoco intorno ai 40 cm133mm x 83mm (lunghezza, diametro)900 grammi MTF ufficiale a 24mm MTF ufficiale a 70mm In rete trovate fiumi di parole a supporto dell'uno o dell'altro.All'uscita del nuovo obiettivo ci sono stati dibattiti sulla resa del vecchio al centro e del nuovo a metà frame e ai bordi. La realtà, io propendo a credere in modo molto più pragmatico secondo il mio modo di essere, è un'altra. Nessuno dei due obiettivi può essere considerato perfetto sul piano dell'ottica, specie se consideriamo il costo di acquisto del nuovo. Entrambi danno il meglio alle focali più corte e la nitidezza tende a scemare verso le focali più lunghe.Soffrono di distorsione più o meno a tutte le focali, di aberrazioni cromatiche alle focali più corte, di vignettatura piuttosto marcata, specie a 24mm e a diaframma aperto. Ammetto che tendenzialmente io sceglierei il nuovo - almeno nel confronto a memoria con il vecchio che non uso più da 3 o 4 anni, ma questa per me è un tipo di scelta normale, preferendo sempre avere oggetti più giovani, meno inclini a rotture per usura. Se avessi la pazienza che ci vuole per confrontarli fin nei più estremi recessi del fotogramma, credo che troverei comunque più producente andare a farmi qualche migliaio di foto reale. Che poi non confronterei al 300% ai soli bordi o al centro Nikon D5, Nikon 24-70/2.8E VR, F9, 1/100'', a 62mm (premere per vedere in formato 4k) Tornando seri, la scelta dipende da due fattori principali, secondo me. Il budget, la necessità di avere un oggetto nuovo, la presenza dello stabilizzatore.E quanto effettivamente vi serva un obiettivo di questa classe, quando sul mercato ci sono dei buoni o degli ottimi 24-1XX F4 a buon prezzo Se chiudete il diaframma, le prestazioni saranno simili per tutti. Se avete bisogno di usare il diaframma aperto ... perchè non provare con un fisso F1.4 ? Ma se per il vostro modo di fotografare, dovete essere sempre preparati a tutto, non saranno minime differenze di prestazione a privarvi dell'ultima versione dello zoom Nikon 24-70/2.8 Facilmente sull'altro corpo avrete anche il nuovo Nikon 70-200/2.8E FL pronto a darvi lo scatto eccezionale che, magari alle focali più lunghe, con entrambi i due 24-70/2.8 vi sarà impossibile avere a tutta apertura. Certo, il nuovo pesa un paio di etti in più del vecchio. Questo per qualcuno potrebbe essere una ragione di scelta, a prescindere da tutte le altre considerazioni (ma allora il Nikon 24-120/4 pesa solamente sette etti più o meno ...)Alcune scatti durante il mio test Nikon D5 e Nikon 24-70/2.8E VR 52mm, F2.8, 1/1000'' 70mm, F2.8, 1/1000'' 70mm, F2.8, 1/1000'' 52mm, 1760'', F2.8 Nikon D810 e Nikon 24-70/2.8E VR 38mm, F9 70mm, F9 52mm, F9 50mm, F9 50mm, F8 62mm, F7.1 Conclusioni Nikon D5, Nikon 24-70/2.8E VR, F10, 1/100'', a 62mm (premere per vedere in formato 4k) Le ho già di fatto anticipate ma le riepilogo. Stabilito che vi serve uno zoom come questo, riuscite a comperarvelo e non vi spaventano le dimensioni e il peso, non vedo perchè andare a scegliere qualcosa d'altro.Compratevi questo Nikon 24-70/2.8E VR che al momento rappresenta quanto di meglio è in grado di proporci Nikon. E' uno strumento di classe professionale, concepito per dare prestazioni professionali, coerenti e omogenee tra loro. Meglio sul corto che sul lungo ma nella media adeguato alle necessità del reportage o della cerimonia. Non rappresenta la vetta massima di prestazioni ottiche raggiungibile sul mercato (confrontatelo, a 28mm, con il nuovo 28/1.4E se non mi credete) ma questa, purtroppo è una caratteristica comune a praticamente tutti gli zoom trans-standard presenti sul mercato. Nikon D5, Nikon 24-70/2.8E VR, F9, 1/100'', a 50mm (premere per vedere in formato 4k) Questo però, a differenza di molti altri, è stato progettato per dare il massimo quando è montato su una Nikon professionale.Quando lo monterete su una Nikon D5, preso in mano, lo sentirete come se fosse un 70-200/2.8, solo più leggero.Una sensazione che all'atto pratico, secondo me è impagabile. Per me è corto sulla parte più lunga del range di focali, dove peraltro è anche meno prestazionale. E nella realtà dei fatti non mi serve, io preferisco i fissi e considero (quasi) tutti gli zoom delle soluzioni di compromesso. Dei mali ... necessari. Nikon D5, Nikon 24-70/2.8E VR, F2.8, 1/100'', a 38mm (premere per vedere in formato 4k) Ma capisco che per molti sia insostituibile. In questo caso tenderei a raccomandarlo senza tema che poi mi veniate a cercare per farmi del male ! Ringraziamo ancora il distributore ufficiale di Nikon per l'Italia per il prestito di questo strumento fotografico. Senza la sua cortesia non avremmo potuto testarlo.
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