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  1. L'abbiamo annunciato appena è stato reso disponibile per Nikon Z, qui, e ce ne siamo procurato subito uno, attraverso il sito del distributore tedesco che ha fatto la spola tra Mauro (che ne ha scritto qua una presentazione) e me, che dopo i primi giorni di utilizzo non gliel'ho più reso. E adesso lui se l'è ricomprato. Nel frattempo è arrivata una nuova versione di firmware, che ci ha impegnato per riuscire a scaricarla sull'obiettivo: il tutto descritto in quest'altro articolo. Quindi con questo, siamo al quarto pezzo scritto su Nikonland in pochi mesi... Il motivo di tutto questo interesse per un obiettivo di terze parti, ma AF e dotato di una serie di plus, rispetto altre realizzazioni, è presto detto: si tratta del primo superwide da 16mm e 107° di angolo di campo, iperluminoso, costruito per baionetta Nikon. Nikon stessa, nella sua lunga storia di ottiche, ha sempre trascurato questa lunghezza focale tra i suoi celeberrimi grandangolari fissi (presente invece in tante realizzazioni zoom) e nella memoria di chi ne mantenga, si ricordano solo i 16mm fisheye circolari MF ed AF, l'ultimo dei quali, del 1993, non ha mai brillato neppure in quella particolarissima categoria di obiettivi/effetto speciale che sono i fisheye rettilineari. Al contrario che per focali come i 15 ed i 18mm dove le realizzazioni del periodo AiS, dotate di Close Range Correction ed antiriflesso migliorato rispetto alle precedenti, hanno a lungo mantenuto il proprio elevato valore sul mercato: io li ho posseduti tutti e ne ho anche scritto su Nikonland.eu, purtroppo oggi non più online. Ma il mitico Nikkor 15mm f/3,5 AiS del 1982 era una boccia per pesci rossi, di vetro e metallo, che pesava 630 grammi e vignettava pure a f/11 anche per la polvere che si accumulava sotto le ali del paraluce all-cast Questo Viltrox da 550 grammi, anch'esso costruito in metallo e vetro, è piatto ! Piallato da San Giuseppe fino a poter montare un filtro da 77mm di diametro e al tempo stesso dotato di una enorme e maneggevole ghiera di messa a fuoco manuale, nel caso si desiderasse utilizzarlo in tal modo, oltre che di una favolosa ghiera elettromeccanica dei diaframmi, con uno slider per decidere di usarla a scatti di un terzo di stop, oppure fluida, per gli usi connessi al video (per esempio) escludibile posizionandola su "A" (per regolare i diaframmi dalla ghiera della fotocamera) e di un display superiore con molte indicazioni al suo interno (del quale parlerò appresso) oltre a due tasti FN programmabili attraverso l'apposita APP (come da articolo già citato sull'aggiornamento fw), uno slider AF/MF, uno scudetto rosso molto appariscente , forse anche troppo... come il cerchio rosso attorno alla baionetta posteriore, sulla quale spicca una presa USB-C per l'aggiornamento fw oltre ai contatti elettrici che consentono una compliance totale su Z-mount. MTF da sensazione e coating ai nanocristalli completano il quadro costruttivo di questo benchmark della produzione di terze parti per Nikon Z, venduto a un sensazionale prezzo, inferiore ai 600 euro. Il display si adatta al tipo di utilizzo che si faccia dell'obiettivo: se in automatismo dei diaframmi, con rimando alle ghiere fotocamera, presenta solo l'indicazione AF e della distanza dal soggetto inquadrato. Apro una parente...si e la chiudo subito dopo: questo display mi aveva stregato fin dalla presentazione, ma allo stato pratico è l'unica delusione di questo progetto ottico Viltrox. Almeno nel mio esemplare, l'indicazione della distanza è sbagliata 9 volte su 10 e non riesco dopo mesi a capire su che parametro si basi... di fatto ho smesso di considerarla. se si utilizzi la ghiera dei diaframmi compare anche una replica luminosa della distinzione in terzi di stop, molto utile a chi adoperi questo Viltrox al buio pesto, per esempio di riprese astrofotograffiche,m per le quali questo superwide sembra essere particolarmente indicato: mi riservo (quando mi andrà) di sperimentarne l'efficienza. Nell'insieme un bellissimo esempio di realizzazione ottica e meccanica, qui su Nikon Z9 che con le sue dimensioni completa un quadro esteticamente valido. Andiamo alle immagini: con un superwide di questo genere di solito si comincia col rendersi conto di quanta distorsione prospettica possa ingenerare un angolo di campo così elevato, tenendo in considerazione la possibilità di regolazione automatica attuali e di quelle apportabili successivamente via sw in postproduzione. Tra i primissimi scatti, ecco degli interni di casa mia, a mano libera, semplicemente tenendo in bolla l'obiettivo regolandomi con gli stipiti delle pareti così come usciti dalla macchina, senza ovviamente apportare alcuna correzione: gli esordi mi sono sembrati subito molto interessanti: non difformi da realizzazioni di inferiore ampiezza di campo inquadrato, ma dal prezzo decisamente superiore. Così come, pochi giorni dopo, questo interno di aula a tutta apertura, dove il primissimo piano si lega prospetticamente nell'attesa proporzione con lo sfondo dell'immagine. Oppure, all'opposto, un superwide corretto nelle distorsioni come questo, può essere utilizzato per realizzare uno stitching di immagini orizzontali, distanziate di quel tanto da potere andare a coincidenza, senza creare particolari problemi al software di unione, in un lavoro che di solito si effettua con obiettivi standard ! mentre, in un più consueto scatto unico, ritagliato apposta in 16:9, per mantenere in bolla la parte superiore dell'immagine, eliminando già on-camera quella inutile, più in basso Ovviamente un 16mm frigge in mano e non si può pensare di tenerlo sempre in bolla per ottenere la massima planeità di campo possibile, quindi seguono immagini realizzate con quantità varia di linee cadenti, ma non per questo a mio avviso meno interessanti rispetto quelle più curate su questo aspetto così come quelle riprese appositamente dall'alto vero il basso e viceversa per ottenere una dilatazione o compressione della prospettiva sfruttando quasi sempre la ridotta pdc data dalla massima apertura di diaframma, davvero inusuale per questa focale, in assoluto... ed in maniera più o meno accentuata, ad esagerare le proporzioni oppure anche non...cercando di ottenere riempimento su tutto il campo inquadrato e di non distorcere Contrasto cromatico in luce forte, ma buona gestione di luci ed ombre anche giostrando con le possibilità esposimetriche messe a disposizione da Nikon (la maggior parte di queste foto sono state realizzate con Z8 e Z6iii) grande facilitazione nelle riprese in basse luci, grazie come già sottolineato alla grande luminosità alla pari che nelle situazioni di grandi differenze di EV come in controluce anche diretto, dove non trovo traccia evidente di flares o ghosts lo stesso valga in luci miste artificiali, dove è difficile anche soffrire di banding, grazie all'accuratezza della formula di coating scelto facile ritagliare in macchina il formato, per ottenere anche equilibrati file quadrati facilmente gestibili già dal mirino della fotocamera La sostanza dei fatti premia chi si sia impossessato di questo superwide Viltrox: qualità costruttiva, sia materiale sia nel senso della resa ottica ne fanno un punto di riferimento futuro per chi voglia affrontare angoli di campo più ampi dei 100°. Gli aspetti incerti riguardano sicuramente le indicazioni di distanza del display che però su di un 16mm non sono poi importanti come potrebbero esserlo su di un futuro obiettivo macro. Ed un aspetto, quello dell'assenza di un distributore/assistenza ufficiale, di cui dico dopo. Il prezzo, che non è mai un valore assoluto per utenti delle più disparate possibilità, è certamente anch'esso un elemento di discrimine a favore, tanto quanto nel senso opposto giuoca la totale assenza di una rete di assistenza, come anche della possibilità che venga istituita. A nostro avviso, Viltrox, per fare il salto di qualità che la possa accostare per affidabilità ai marchi di terze parti più noti come Sigma e Tamron, deve assolutamente provvedere in questo senso. La vastità della sua offerta e l'accoglienza che gli stiamo riservando, lo impone...! Max Aquila photo © per Nikonland 2024
  2. Il nuovo Viltrox AF 16mm f/1.8 per Nikon Z montato sulla Nikon Zf l'ingresso dello stadio Sinigaglia di Como lo stadio Sinigaglia di Como ripreso dal monumento ai Caduti della Grande Guerra tre viste del monumento da punti di ripresa differenti. Nikon Z8, f/11 dettagli ad f/11 e ad f/16 controluce estremi con il sole nel fotogramma (f/16) macchina in bolla, punto di ripresa in stile biottica a pozzetto *** Giusto una anticipazione per qualche foto presa durante una passeggiata a Como sul lungo lago, approfittando di una pausa tra le piogge semi-torrenziali dei giorni scorsi. l'obiettivo è stato da noi acquistato, arrivato per corriere Amazon dalla Cina in questi due scatti, montato sulla Nikon Zf, un anticipo della visuale del pregevole display oled che caratterizza questo progetto. Un dispositivo che rivaleggia per qualità con i migliori obiettivi Zeiss e surclassa ogni realizzazione Nikon. Tanto è chiaro, definito, leggibile, persistente. Scatola e dotazione non sono una sorpresa per Viltrox. Il solito doppio involucro "a pressione" in cartone bianco con dentro generosi assorbenti in spugna grigio scura garanzia, manualetto, astuccio morbido obiettivo e paraluce il paraluce ha i petali in plastica ma l'anello e i fermi sono in solido metallo. Considerato che anche l'obiettivo è interamente in metallo, possiamo pensare che resisterà all'usura per sempre. dettaglio del frontale del barilotto, con le serigrafie incise dei valori del diaframma, l'anello solidissimo di controllo dello stesso (che come in tutti i Viltrox di fascia, è pienamente funzionale, vero Nikon ?) il display Oled, il grosso anello di messa a fuoco manuale. Non manca il punto rosso di evidenza dell'innesto. il selettore autofocus/manual focus, i due tasti funzione programmabili. il selettore per il "click" del diaframma, selezionabile per evitare rumori nei video (ma qualcuno cambia il diaframma mentre gira il video ?) ovviamente, Made in China. come abbiamo già anticipato, l'obiettivo è solido, concreto, in freddo alluminio finemente verniciato in nero. Unico segno distintivo quell'orrendo marchietto rosso che non si capisce cosa significhi (sembra la marca di una scarpa sportiva, made in Hong Kong). se vogliamo trovare un difetto, il tappo posteriore : è orrendo nel profilo fresato. Esteticamente è molto affine alla Nikon Zf su cui fa grande mostra di se ma per peso e consistenza, ci pare meglio assortito con la Nikon Z8 anche il frontale è serioso, a promessa di prestazioni consistenti nelle indicazioni sul frontale, Viltrox ci tiene a rimarcare che - oltre all'anello filtri da ben 77mm, come i professionali Nikon - il cerchio di copertura è di 43,3 mm. Anche la messa a fuoco minima, 27 cm, a garanzia di potenzialità espressive molto particolari pure nei primissimi piani. insomma, se la prima impressione conta, noi siamo decisamente impressionati. E' un prodotto che, in tutti i dettagli, ci piacerebbe che Nikon prendesse ad esempio per le sue realizzazioni premium. Considerando poi che questo obiettivo, costa al pubblico, con le tasse, meno degli obiettivi Nikon di fascia bassa (non arriva al prezzo del Nikkor Z 50/1.8 S che è in bella plastica), siamo veramente contenti di come abbiamo speso i nostri soldi. Un'altra sorpresa positiva è la presenza del profilo di correzione dei parametri di immagine direttamente dentro a Lightroom in fase di sviluppo funzionalmente è una cosa che apprezziamo, considerando che riteniamo oramai imprescindibile sulle mirrorless, l'insieme ottica+fotocamera+software, la chiave per il risultato migliore possibile. *** Nell'uso l'obiettivo si è rivelato molto piacevole. Sta in mano comodamente, non pesa, non provoca in alcun modo stanchezza. Avendo in mente che si tratta di una focale grandangolare che un tempo si sarebbe ritenuta decisamente estrema, è anche facile da utilizzare. Basta tenerlo in bolla e possibilmente riprendere dal basso le scene, quando possibile, evitando l'eccesso di linee di fuga espressioniste. gli scatti a corredo di questa anteprima sono spensierati, quelli della passeggiata di qualsiasi fotografo. Ma volendo fare i creativi le possibilità non mancano mai con un'ottica di questo genere. anche al di là del consueto paesaggio che in ogni caso resta una delle prerogative principali di un obiettivo del genere, avendo cura di mettere una quinta davanti alla veduta, oppure tagliando in orizzontale l'immagine non siamo stati finora a verificare la qualità ai bordi che, per effetto di distorsione/correzioni, ci pare qualche volta un pò stiracchiata. E' anche possibile che insorga rapidamente qualche problema di diffrazione, operando a diaframmi molto chiusi. Non abbiamo invece potuto sfruttare ancora le potenzialità offerte sia dalla luminosità massima molto elevata ed inusuale per la focale, quanto la distanza minima di messa a fuoco molto ridotta. Nonostante ciò ci sentiamo di esprimere un primo sommario giudizio complessivo che poi andremo a puntualizzare in articoli successivi. Giudizio preliminare PRO: costruzione realmente premium, irreprensibile, ben superiore ad ogni obiettivo della stessa fascia commerciale prodotti da Nikon etc. funzionalità estese (display oled di qualità eccellente, tasti funzione, distanza minima di messa a fuoco di soli 27cm, passo filtri standard, paraluce fantastico) disponibilità del profilo di correzione automatica per Lightroom prestazioni generali di grande livello nitido, aberrazioni cromatiche ridotte, distorsione geometrica (specifica dell'obiettivo, non della focale) ben controllata, tenuta al controluce fantastica, tenendo a mente la focale estrema porta USB-C standard sulla baionetta per gli aggiornamenti firmware (plug&play) rapporto prezzo/prestazioni irraggiungibile per gli obiettivi premium Nikon focale unica in full-frame a livello di mercato (obiettivo che è disponibile solo per gli attacchi Nikon Z e Sony E) CONTRO: da verificare la tenuta della garanzia in caso di guasto assenza di un distributore vicinale (che succede in caso di guasto ?) due problematiche comuni a tutti gli oggetti cinesi simili a questo possibilità di incompatibilità con le fotocamere Nikon Z in caso di aggiornamenti firmware importanti (ma nel recente passato abbiamo sperimentato una rapidità esemplare di Viltrox nel mettere a disposizione gli aggiornamenti firmware correttivi) qualità di immagine ai bordi da verificare focale estrema che richiede manico da parte del fotografo in sintesi, un acquisto che ci sentiamo di raccomandare ad ogni nikonista Z in cerca di un supergrandangolare a focale fissa di elevata luminosità. Al momento questo è l'unica proposta sul mercato di questo livello, autofocus e perfettamente funzionale e compatibile con la piattaforma Nikon Z.
  3. Per ammirarlo, lo avete già ammirato, al meglio delle sue possibilità, su di una dannunziana Zfc di verde vestita (tutta di verde mi voglio vestire...). Io invece l'ho usato per fotografare, cercando il modo di esaltarlo, a cominciare dalle sue qualità: quella di essere forse il fisso grandangolare più luminoso mai progettato per il formato APS-C, quantomeno per Nikon. sicuramente uno dei più belli, esteticamente, disponibile in nero oppure in silver... infine, di risultare un ottimo 20mm equivalente, da 94° di angolo di campo ! non solo per i dati di targa Ergo...aspettiamo ancora che Nikon si svegli e cominci a commercializzare gli obiettivi promessi per le sue macchine presenti e future in formato DX ??? (tra i quali, qui in Redazione di Nikonland, siamo pronti a scommettere che mai apparirà un 13/1,4...) oppure.... CARPE DIEM !!! ...mettiamoci l'animo in pace e cerchiamo di prendere il meglio dalla produzione cinese, che comincia da qualche tempo a dimostrare di essere in grado di produrre per la qualità e non più solamente per il facile profitto, basato su numeri incontrollati a prezzi infimi: questo Viltrox, sui canali commerciali usuali per questi marchi, costa poco meno di 500 euro, ossia molto meno della metà di un Nikkor Z 20/1.8 (il suo riferimento in FX), ed soltanto un terzo di uno zoom Z 14-30/4 che è uguale per peso e dimensioni, ma meno luminoso di ben tre stop...!!! La qual cosa, fa di questo Viltrox un vero game changer... non solo in bianco e nero, come grida a gran voce di essere utilizzato il più possibile (da chi sappia cosa sia il BN) ma anche fortissimo, vigoroso e facilmente orientabile, senza postproduzioni, direttamente on camera, anche a colori: per i più saturi dei quali ha un debole. Quindi...non solo interni a tutta apertura... ma assolutamente anche esterni e ai diaframmi più consoni: sembra rispondere a tutti nel medesimo modo, senza transizioni da morbido a definito e si comporta come vorrete, se padroneggerete profili colore e modalità di esposizione: come in questi due scatti ripresi dallo stesso punto di ripresa si presta, grazie alla perfetta integrazione con i controlli di distorsione ed aberrazione attraverso i sw delle Nikon Z, anche allo stitching nudo e crudo come in questo, realizzato con una semplice traslazione a mano libera, con sette fotogrammi successivi, uniti poi su Lightroom. Obiettivo facile da gestire, su tutte e tre le Z DX con cui l'ho usato, con una preferenza particolare per le sue doti da street performer della nuova Z30, che è anche la Nikon Z con la migliore disposizione dei comandi, insieme alla Ammiraglia Z9. Quindi perfettamente indicato per le uscite fuoriporta e le gite in famiglia dove la sua brillantezza e nitidezza, definiscono ogni tipo di illuminazione diretta o in controluce in qualsiasi condizione, grazie alla sua luminosità intrinseca la quale porta con facilità a sfidare ogni limite di convenienza (sempre ricordandoci di non avere VR a disposizione) Chi non vorrebbe sapere cosa nascondano le rosse cupole arabe della chiesa di San Cataldo a Palermo? ed ecco che il Viltrox 13/1,4 dà il meglio di se... anche senza rispettare canoni architettonici e messe in bolla... ... suscitando pura suggestione Dalla Cappella del Sabato (per le religiose del convento) della gesuitica Casa Professa: alle sue cripte... ...questo obiettivo è un "must have" in tutte le borse di chi possegga una Nikon Z dx... e quasi quasi, direi anche di chi, possedendo una Z7 o 7II voglia levarsi lo sfizio del 20mm equivalente senza dover spendere una cifra... lavorando in DX su quel sensore ben capace di segnale. Il resto è...mancia ! Ordinaria amministrazione per un obiettivo del genere, se portato a Ballarò, tra colori, forme, sapori e odori, che questo Viltrox riesce, a mio modesto avviso, a veicolare... Credo che facilmente ci si possa fare un'opinione... E se non sarà il giorno delle carpe sarà quello del pescespada ! Max Aquila photo (C) per Nikonland 2022
  4. La domanda sorge spontanea: dopo aver utilizzato per due mesi e più il Viltrox AF 20/2,8 serie Air (obiettivi fissi di piccole dimensioni e privi della ghiera dei diaframmi), ma cosa ne pensi rispetto al tuo Z 20/1,8 che possiedi fin dalla sua uscita nel marzo di quattro anni fa? Dove i relativi test (Nikkor S e Viltrox) non possano determinare "a distanza" un punto di vista soggettivo, ma condivisibile per dare modo ai lettori di Nikonland di formarsene uno proprio, a distanza di un mese dall'articolo sul Viltrox, torno a parlarne per chiarire ogni ragionevole dubbio in proposito. Le differenze che separano i due progetti non sono solo di prezzo (il Viltrox costa 7 volte meno del Nikkor) nè tantomeno di sola luminosità (quella del Nikkor è di uno virgola un terzo di diaframma maggiore) che ne separa le utilità destinando di certo il Viltrox agli usi correnti di un 20mm, mentre il Nikkor a quelli fuori dal comune, proprio grazie alla maggiore disponibilità in available light, (ma sopratutto per la capacità di isolare meglio il soggetto su cui si metta a fuoco, giuoco arduo con un 20mm), quanto per la effettiva differenza dimensionale che fa del Viltrox un obiettivo compatto e da portarsi sempre appresso, mentre limita la scelta per il Nikkor a quelle occasioni nelle quali si sappia con certezza che sia quello e non altri l'obiettivo che assumerà il ruolo di protagonista sulla scena. una bella differenza quella dimensionale e di peso tra i due... Esteticamente invece sembra che Viltrox abbia voluto fare assomigliare questa sua serie economica a quella standard di Nikon, formata da tutta la serie dei fissi f/1,8 usciti nei primi tre anni dalla presentazione della linea Z mount Una differenza sostanziale, ovviamente, quella della presa usb-c per consentire al Viltrox futuri aggionamenti fw, che non dubitiamo seguiranno a ruota quelli sostanziali delle fotocamere Z, (come già successo di recente): ci mancava solo che potessero essere aggiornati direttamente dal corpo macchina Nikon ! Dei difettucci veniali del Viltrox, ho già detto nell'articolo che lo riguarda: distorsione palese sui riferimenti retti a distanza ravvicinata e una marcata vignettatura, non solamente a tutta apertura: tutto facilmente correggibile in postproduzione (non godendo degli automatismi di correzione hw propri delle ottiche Nikkor) Ma una volta corretti questi difetti, quali differenze possono determinare alla scelta chi del diaframma e 1/3 in più di luminosità del Nikkor Z...non se ne faccia proprio nulla, perchè con i suoi 20mm fotografa...come si fotografa perlopiù con un wide di questo angolo di campo, ossia a diaframma chiuso e magari anche senza inquadrare dal mirino, ma dal monitor ad altezza dello stomaco? In questi due mesi di compresenza dei due 20mm nella mia borsa, ho scattato diverse volte con la stessa inquadratura, vicendevolmente coi due. Mi sono fatto l'idea che al netto dei pregi e difetti estremi, non ci sia poi una differenza eclatante di qualità tra questi obiettivi così differenti, già a partire dagli schemi ottici, molto particolari Nikkor viltrox nikkor viltrox nikkor viltrox anche nelle condizioni più estreme di controluce, con il sole dritto in inquadratura e con diaframmi medio-chiuso : nikkor viltrox oppure con esposimetro spot* che chiude drasticamente le ombre, proteggendo le alte luci nikkor viltrox (pur con il solito carico suppletivo di vignettatura del secondo...) Ed anche in condizioni di luce uniforme e diffusa e con diaframma decisamente chiusi nikkor viltrox ...oppure con diaframmi medi nikkor viltrox così pure con diaframmi aperti (TA per il Viltrox) nikkor viltrox ciò che noto è una certa predisposizione del Nikkor ad aprire meglio del Viltrox sulle trame di soggetti contrastati e ripetitivi, risolvendoli chiaramente meglio del cinese, anche in virtù della differente classe di appartenenza, sopratutto quando siano a TA entrambi come nelle due foto di seguito (quindi il Nikkor a f/1,8) nikkor viltrox a maggior ragione, chiudendo il Nikkor all'apertura maggiore del Viltrox nikkor viltrox realizzando differenze ben poco percettibili, se non ad ingrandimenti elevati, qui non consentiti, evidenziabili su grandi formati di stampa. Lasciando inalterate in una normale visione dei files ed in una versatile gestione di contrasto e saturazione, il piacere dell'utilizzo di un angolo di campo davvero esteso, con il quale divertirsi anche ad esagerare, in assenza di dogmi interpretativi. nikkor viltrox nikkor viltrox In fondo un supergrandangolare serve anche a questo e non certamente ad inscatolarsi dentro canoni aulici di ripresa. L'acquirente del Viltrox AF 20/2,8 si divertirà a giocare con un obiettivo che gli è costato poco più di un euro al grammo e non gli impedirà di realizzare immagini molto più corrette e nitide di qualunque altro 20mm f/2,8 fabbricato per Nikon da qualsiasi altro produttore, prima di questo Mentre l'acquirente del Nikkor Z 20/1,8S sarà una persona che non arriva per caso a questo obiettivo di questa luminosità, perchè se ne servirà per le sue riprese di architettura dove troverà un file già perfetto in partenza, scevro da distorsioni curvilinee anche già scattando in jpg e sopratutto in grado di isolare il soggetto su cui ha effettuato la messa a fuoco, in una misura che il Viltrox mai potrà permettere con un livello di nitidezza adeguato alle aspettative del suo proprietario Certamente...le Nikon di elezione per il Nikkor Z 20/1,8S sono le Z9 e Z8, così come una Z7/II dotata di BG, necessario per controbilanciare peso e lunghezza di un fisso che lascia meno di un cm ad uno zoom come il 24-120 (quando li ho accanto capovolti, spesso li scambio per errore) Mentre la gioia di non sentire il peso di un obiettivo come il Viltrox AF 20/2.8 davanti ad una Zf oppure ad una Z 5,6,7 e magari anche davanti ad una DX facendo la tara al taglio di formato indegno della qualità di questo piccolo, ma ottimo obiettivo, è impagabile anche per chi possegga il Nikkor S. Soluzione? Se aveste una Z9 ed una Zf (o una Z5,6,7) comprateli entrambi e scegliete con quale uscire di volta in volta ! Max Aquila photo per Nikonland 2024
  5. L'ho tirato fuori dalla scatola da meno di due mesi, ma già da subito l'ho adottato come superwide da battaglia sulla mia Z6, nonostante possegga già ben due volte la sua lunghezza focale, sugli zoom 14-30/4 e 24-70/4. Ma questo Nikkor 24mm è l'obiettivo che allunga il numero dei fissi a luminosità f/1,8 verso il più ampio angolo di campo oggi disponibile sul nuovo sistema mirrorless Nikon, in attesa del 20/1,8 che dovrebbe/potrebbe arrivare il prossimo anno, molto prossimo ormai, insieme ad altre ottiche ancora più richieste al momento, come i telezoom Dunque: uno schema molto fitto, da 12 lenti in 10 gruppi un gruppo di più del pari focale/luminosità a baionetta F, del quale abbiamo già scritto bene in passato, dimensioni francamente compatte in funzione della lente frontale con diametro filtri da 72mm, anche se non certo tascabile in unione ai corpi Z misura 9,7cm di altezza (uno in più del cugino F) e pesa 450 grammi, (un etto in più...), mette a fuoco da 25cm di minima maf, ha un diaframma a 9 lamelle che arriva a chiudere ad f/16 ed è dotato di una enorme ghiera di messa a fuoco manuale, come negli altri Nikkor S, forse fin troppo "presente" data la relativa inutilità, grazie all'efficienza dell'AF in ogni condizione di ripresa Vanta un innovativo Multi-Focus System, che consiste di due motori AF stepless, sincronizzati per ottenere sia la più rapida efficienza dell'AF, ma anche per ridurre drasticamente le aberrazioni ottiche e cromatiche potenzialmente riscontrabili alle più ridotte distanze di messa a fuoco, a causa dello spostamento interno dei gruppi ottici. E' ben protetto da polvere ed umidità da una serie di O-ring Oltre il normale, lo slogan utilizzato da Nikon per questo wide, gioco di parole tra l'aspetto concettuale di normale/ordinario e quello di normale come obiettivo standard: in questo secondo aspetto mi ci ritrovo appieno, perchè l'angolo di campo quasi pitagorico di un 24mm è pressappoco il doppio di quello di un 50mm, che è pari alla visione media di un occhio umano. Quindi il 24mm consente una visione stereoscopica del soggetto inquadrato, rispetto ad un obiettivo "normale", con esso andiamo appunto, beyond the normal... E con il 24mm io vado in giro a fotografare proprio come se avessi sulla fotocamera uno standard, ossia un obiettivo all-in-one, col quale poter fotografare di tutto alla distanza più consona. dal monumento nella sua interezza, ad una parte rappresentativa di esso , oppure popolata da persone che ne facciano scaturire un racconto allo street puro, per il quale genere queste lunghezze focali sono le più congeniali, consentendo di scattare anche senza guardare nel mirino, oppure usando il monitor basculato forti del fatto che la loro distorsione prospettica sia certamente inferiore a quella di un 18 o 14mm, ma anche e sopratutto dell'integrazione fotocamera/obiettivo/software di sviluppo, che fa del sistema Z di Nikon l'antesignano per prestazioni di eccellenza ottica sul mercato: nessuna distorsione, nonostante si tratti di un obiettivo di classe medioalta ma non certo di collocazione da eccellenza, come il prezzo attuale attorno ai 1200 euro, fa già immaginare. Allo stesso modo, estremo controllo in controluce diretto di flares o ghosts, con risultati davvero sorprendenti anche in situazioni complesse caratterizzate da numerosi stop di differenza tra luci ed ombre mantenendo elevata qualità anche nel dettaglio dei particolari Nelle riprese a distanze ravvicinate si comporta come ci si aspetta da un obiettivo di questa luminosità: che a TA deve contemporaneamente conferire dettaglio al soggetto sul sottile piano di maf, ma contestualmente riconoscibilità all'ambiente circostante, non trattandosi di un obiettivo da ritratto, il suo sfuocato non sarà mai graduale, tenuto conto della dilatazione prospettica, ma anzi, a mio avviso, deve essere deciso, proprio come in questo Nikkor 24/1,8S e si fa apprezzare per la perfetta distinzione tra le difficili tonalità di verde degli elementi qui ritratti, in rapporto ai colori complementari. Basta poi che cambi la natura della luce ed il contrasto luminoso, che con questo 24mm ci si può cimentare anche nel ritratto ambientato rispettando la tonalità dell'incarnato qualunque essa sia Perfettamente compatibile, anche a distanza "operativa" da soggetti in rapido...flamenco, con ogni sistema di AF assistito, come l'eyeAF oggi tanto tenuto nella considerazione che merita, per facilitare la capacità della fotocamera di mantenere il fuoco anche nelle sequenze di scatti dai quali i seguenti sono estratti. Sulla sezione degli obiettivi Nikkor per Z, abbiamo implementato una Galleria di immagini prese con questo obiettivo, che sia arricchirà nel tempo, oltre queste pubblicate nel test Il bilancio attuale di utilizzo del Nikkor 24/1,8S è ovviamente solo una presa di contatto iniziale e mi riprometto di tornare ad integrare le mie impressioni odierne, secondo le quali voglio evidenziare come di solito: Pregi: qualità ottica e cromatica costruzione, materiali ergonomia, maneggevolezza correzioni distorsioni e aberrazioni automatizzate dal sistema e... Difetti: prezzo, ancora un pò da limare verso il basso l'ingombro: per queste luminosità ci piacerebbe qualche cm di lunghezza di meno la ghiera di maf, forse troppo ingombrante: si rischia talvolta di spostare il fuoco stabilito dall'AF Max Aquila photo (C) per Zetaland 2019
  6. Z 17-28 unboxing.mp4 Non appena annunziato ne abbiamo dato notizia ...non appena avuta la notizia... ce lo siamo fatto mandare ! e quindi, eccovelo... Montato sulla Z5 che non sarà l'unica Z ad accoglierlo, a nostro avviso, essendo la soluzione più congeniale per inserire in corredo uno zoom wide 0,65x che copra alcuni tra i più frequentati angoli di campo come quelli dei grandangoli 17, 18, 20, 24 e 28mm tutti alla luminosità da "triade" di f/2,8 E chi sarebbero gli altri componenti la triade? Intanto il già noto 28-75mm della stessa luminosità, già testato su queste pagine pochi mesi fa che condivide con questo nuovo 17-28 la discendenza progettuale Tamron, essendo uno dei cinque obiettivi dell'accordo stipulato da Nikon con questo marchio. Il terzo, in ragione dell'economia di acquisto, potrebbe intanto essere il primo degli zoom tele di Tamron dedicato alla baionetta Z, quel 70-300/4,5-6,3 del quale abbiamo detto appena un paio di mesi fa, che già completa l'offerta per Nikon Z in un segmento finora non presente nelle roadmap Nikon. Una soluzione in economia che non preclude ovviamente l'acquisto del ben più performante Nikkor Zoom 70-200/2,8S che però si trova su un altro livello di prezzo. Torniamo al 17-28: come anticipato nel video dell'unboxing, parliamo di uno zoom che pesa appena 470 grammi ed ingombra quanto, o poco più, di un 50/1,8S distanza minima di maf 19cm alla focale minima, 26cm a quella massima. Diaframma a nove lamelle e motori AF stepper, come ormai consueto per Nikon. Non stabilizzato (ma sfrutta il VR del corpo macchina) Schema 13 lenti in 11 gruppi (come quello del Tamron da cui proviene), molte delle quali speciali ghiera programmabile a scelta per diaframma/esposizione/iso la zoomata e la messa a fuoco non producono allungamenti di sorta le proporzioni lo legano alla serie Z delle 5, 6 e 7 MK1 e 2, ma non dubito di vederlo ben figurare anche su di una Z9 per le sue caratteristiche da jolly, una volta assegnatogli uno spazio in borsa. costruito in Cina, ma ormai siamo abituati. Certamente garantito da Nikon, chiunque sia il progettista che lo ha disegnato e, nella fattispecie del distributore italiano, per ben 4 anni dall'acquisto ! Nei prossimi giorni lo metterò alla frusta sulle mie Nikon Z. Max Aquila photo (C) per Nikonland 2022
  7. Surely small, but isn’t all… at all: No one superwide zoom could be compared with its focal range and luminosity but surely neither for dimension and weight (485 gr, 89 x 85mm), neither for optical scheme (14 elements in 12 groups, 4 asph. and 4 ED) that allows to have the first 14mm zoom with a frontal plane lens, filter thread equipped (82mm)! A large flower hood, but not too deep, considering potential undesired flares and ghosts and a not excessive barrel range, at lower focal: comparing with standard 24-70/4S zoom, seems even more compact... and this is one of its best attractive... more space even in a small photo bag if choosing these two lenses Genius certainly: for its plane frontal lens design thanks to which it reaches the record of being the only superwide on the market that can show off a... still human filter thread, well protective of the precious glass, but more, simply to clean from dust, (thanks also to this great number of O-ring) but mainly, able to mount your favourite, creative, filters Again, great is the same opportunity on other Z lenses, to program focusing ring, if desired, or for a silent frame change (a must for videomaker), or to fine exposition compensation. Locking position of the focal ring, also if is not the preferred quality of this zoom (also on the 24-70/4) allows to have a more compact design of this lens at rest, avoid every shifting of the barrel and protects it better from dust, sand an dirt. This zoom fits with my Z6 in a practical and compact combination that gives not me the feeling to unplug it from my camera. And above all my future considerations about, what I can see through its glass is undoubt amazing... A superwide lens with a 114° angle of field, may be used so as...abused: in the prospective distortion, i.e. The simple difference between a mediocre wide and an excellent one is clear: a good superwide allows you to shoot a wide scene, almost to perspective distortion ZERO: like the Z of this Nikkor ... that ask only a little bit of attention when levelling, soon repayed by an impeccable yeld, not only for central lines in the frame. It will be enough to cut excess space, in order to obtain a coherent framing in the format and proportions of the subject, without having to suffer the ... sickness The strengths of this Z-Nikkor 14-30 are certainly the sharpness at all frames and the remarkable color density of its glass, normal and special, whatever the light source, its intensity and color temperature, its direction ... practically immune to reflections, flares, ghosts, even under direct sun whatever the exposition cell, mainly preferred Matrix, both with spot* one, that preserves highlights virtually NO-distortion (but we know that in this Z-era Nikon collaborates with the development software) 14mm 30mm The space that can be framed is so large that the use of all the formats available on my Z6 can already be determined on-camera infinite composition available gradual zooming is accompanied by the respect of the subjects proportions also changing focal from the same point of shooting also excessively inducing distortions perspectively never really leads to unbearable results, typical of extreme focal lengths everytime, everywhere, the subject surrender, even inanimate, is surprising, exciting as still seen, backlight yield is really exemplary as in the best lenses that in these last years we had the privilege to test. Interiors, in available light, high ISO, over 10.000, thanks to the perfect join with the Z6 (for which it seems specifically designed) are very simply to reach and rarely to be corrected in p.p. intense colours also with light sources very difficult to measure chromatically... no chrome fading also over very high ISO thanks to which performances you can afford the luxury of shooting with medium apertures, taking full advantage of the 5-axis stabilization system of the Z6 with which you can make widely manageable shots even with very slow shutter speeds, freehand. A close-up RR of 0,16X, thanks to an usual mimnimum distance of focusing of 28cm to the focal plane (i.e. 20cm from the frontal lens), allows to stay close to the subject, working also with D.O.F of the smaller apertures (up to f/22) The primacy of being able to mount 82mm frame filters (quite expensive, but available) that determines many opportunities: I have obtained an ND1000 for the purpose which turns out to be one of the most popular desires of the moment for photographers who love ... and I tried it in a context that was usual for me (certainly at the worst of its potential, but be patient ... I do not use filters from the times of black and white films...!) no filter within ND1000 (welcome fans....) At last, a balance high positive experience with this zoom, kindly procured by Nikon Italy, that well before returning it, I proceeded to reserve the purchase of a sample, which will become the absolute protagonist of my future photographic excursions with the Z6 My conclusions? PRO: excellent color rendering and linear performance very low vignetting and distortion (thanks to the automatic interview with the development sw) record size and weight flat front lens and possibility of mounting filters precise and silent AF engine as if it did not exist competitive price in relation to the yield CONS: waiting to receive my own copy ... Max Aquila photo (C) per Zetaland 2019
  8. Ho la fortuna di poter scegliere con che obiettivo scattare una foto e siccome il tempo da dedicare a cio' non mi bastera' mai e neppure tutte le cose che vorrei tenere insieme nelle mie inquadrature, il piu' delle volte sulla mia baionetta F faccio sdraiare un grandangolare. Sigma Art mi vizia e mi intriga da un po' di tempo, grazie anche alla fortuna della nostra amicizia con il suo distributore italiano al quale facciamo i complimenti tanto quanto in altre occasioni, ci capita di esprimere dissenso da alcune scelte della Casa Madre (ovviamente indipendenti dalla loro volonta'), nella speranza di sentirci un piccolo spicchio (che e' piu' di un granello) della grande torta trans-brand, composta dagli appassionati di questa linea di obiettivi. Ed e' grazie alla buona amicizia con Mtrading che ho avuto a poca distanza di tempo dalla disponibilita' di un 14/1,8 del quale ho parlato in questo articolo, nel quale l'avevo utilizzato sul Foveon della Sigma sd4H in un connubio ideale (rispetto al progetto primigenio) ma incompleto in relazione alla ridotta copertura ingenerata dal taglio 1,2x del formato sensore di quella mirrorless. Mi era rimasto il cruccio di non averlo potuto provare sul pieno formato della Nikon D810 ma, appena si e' resa possibile questa congiunzione astrale, in un breve lasso di giorni durante il mio viaggio di inizio ottobre in Salento, sono riuscito ad ottenerlo ed a metterlo alla prova in tutta la sua capacita' dei 114° di angolo di campo di cui e' capace! Non si tratta solo di quanto spazio stia dentro un wide simile, non solo quantita', ma sopratutto della qualita' di immagine ingenerabile con un range di aperture di diaframma che spazia dal luminosissimo ed inedito (ancora una volta una prima assoluta dai Sigma Art) f/1,8 dove oltre a nitidezza e correzione cromatica deve essere messa in conto pure la piacevolezza dello sfuocato agli f/16 del tutto nitido da mezzo metro ad infinito Uno schema complesso e di pregio, formato da 16 lenti in 11 gruppi ed una maneggevolezza limitata solo dal peso (ovvio dati i materiali della linea Art) di 1120grammi, non dalle dimensioni, certamente ingombranti, ma non per questo proibitive del nostro grandangolare estremo tra i fissi Sigma, casa che della correzione delle aberrazioni cromatiche fa giusta bandiera, non certo da adesso Il mio tour in Salento ed in Valle dell'Itria e' durato piu' a lungo dei giorni nei quali ho potuto usare il 14mm Art, prima di doverlo rispedire per tempo ad Opera (MI), dove serviva per un Sigma Day, ma in quei giorni sono riuscito ad utilizzarlo in giornate luminose, nelle quali, insieme agli spettacolosi ISO64 della mia D810, ha dato il meglio della propria nitidezza e cromia in salsaNikon. Ostuni, Cisternino, Otranto, Lecce, Gallipoli, Alberobello e dintorni si prestano con i loro contrasti cromatici ed i quartieri piu' levantini che si possano godere in Italia a mettere a proprio agio le curve della lente frontale asferica da 80mm di questo Sigma Art 14/1,8 e a prestare spazio ad architetture reinventate dai 114° di questa focale, al netto delle distorsioni prospettiche da inquadratura dovute al fatto di non potere sempre trovare la giusta posizione di ripresa rispetto le dimensioni (in altezza sopratutto) dei soggetti inquadrati. Ma un superwide e' anche fantasia allo sbaraglio, senza i lacciuoli dell'ortogonalita' delle regole auree di inquadratura: cosa per la quale non tutti possono trovarsi a proprio agio con ottiche esasperate come questa. Che restituisce da uno dei suoi angoli una piazza intera, ombre comprese, alle quali anche riesce a dare comunque dignita' di soggetto a suo agio ovviamente negli interni a tutta apertura, sfruttando la capacita' di un superwide di consentire a mano libera tempi ben piu' sfidanti di questo 1/30" a soli 160 ISO tanto quanto intrigante anche nelle altrimenti "severamente proibite" inquadrature verso il basso, dove ogni intreccio di linee di fuga, provoca movimento mentre nelle riprese in bolla, tutte le forme riprendono coerenza senza accenni di deformazioni a barilotto, come ci si potrebbe aspettare e con una capacita' di lettura del dettaglio fine anche ad ingrandimenti elevati come in questo crop 3X La differenza di prospettiva data da riprese a distanze relativamente poco differenti forniscono a questa focale risultati assolutamente non sovrapponibili, pur nel rispetto delle caratteristiche prospettiche dell'obiettivo, sempre corrette anche a TA ma la differenza di nitidezza e' percepibile gia' tra gli f/1,8 e la chiusura di un terzo di stop, a f/2 che e' poi il mio diaframma preferito alle brevissime distanze per questo Sigma Art insieme all'intermedio f/4 che oltre a staccare sufficientemente dallo sfondo il soggetto lo rende comunque intellegibile in toto dove ad f/2 si operi invece una radicale tridimensionalizzazione del piano di messa a fuoco oppure un accorto contenimento del rumore ad ISO accettabili in condizioni di luce molto bassa oppure ancora, in notturna a luce ambiente, dove quest'obiettivo conserva intatto (insieme al sensore della D810) tutto il suo enorme potere risolvente e per quanto sia stato tentato di lavorare spesso a TA il perfetto bilanciamento di pesi tra obiettivo e Nikon + BatteryGrip, consente di esagerare abbondantemente di diaframma anche in condizioni difficili, in interni a mano libera destinando gli scatti alla massima chiusura di f/16 alle condizioni nelle quali si renda necessario accostare in modo comprensibile elementi molto distanti tra di loro, come la bandiera dell'UE insieme al faro di Santa Maria di Leuca, uno dei lembi estremi del continente, piegati apposta alla logica dell'inquadratura comune, nonostante le distanze, meglio gestite cercando di ottenere nella composizione la maggiore planeita' possibile lasciando invece ai diaframmi intermedi ... l'ordinaria amministrazione... La luce di mezzo ottobre salentina fa la sua brava parte, tra sensore e lenti asferiche, restituendo sfumature di luci e ombre attese appena il sole spunta tra le nuvole si cambia subito registro restituendo informazioni accettabili anche tra gli estremi di gamma quando non in piena luce, senza porre problema alcuno in postproduzione tra i torrioni delle cittadelle fortificate, come Otranto, avamposto verso l'Oriente nessun timore neppure in controluce, dove ancora una volta lodo l'estrema correzione per evitare del tutto flare e ghost (se questi possano dirsi difetti in controluce diretto e a f/16... CHAPEAU!!!) così come in luce diretta, il 14mm Art non cede neppure qui alla diffrazione e se la mano ogni tanto manca nella correzione a mirino delle linee cadenti (colpa dell'Ape apparsa all'improvviso...) in determinate condizioni parecchio difficili, come nel caso della ripresa del Duomo di Lecce e del suo campanile, si deve scegliere tra il tutto oppure accontentarsi di una parte... ritagliando in PP... Pure nelle ombre coperte il comportamento del 14/1,8 e' ottimo: se la foto sia necessaria, c'è... e tante volte la situazione in ombra e controluce (con 114° di angolo di campo ci si trova spesso in controluce) non e' da meno di quella col sole alle spalle ove poi, grazie alla qualita' della luce, questa situazione atipica (se non controindicata) per moltissimi obiettivi, non si traduca nella soluzione migliore Voglio concludere questo test ontheroad con le foto del posto più caratteristico di Puglia e probabilmente uno dei più caratteristici del pianeta, che si trova a poca distanza tra Bari e Brindisi, in Valle d'Itria: Alberobello con i Trulli, le caratteristiche abitazioni della popolazione, oggi trasformato in attrazione turistica, ma che conserva quasi per intero il senso e la originalità del luogo che fu, nonostante calamite, ristoranti, magliette e tessuti handmade, rigorosamente filati sui telai di quattrocento anni fa, tramandati di generazione in generazione e ancora oggi attivi ristoranti "tipici" fotografo locale visitabili, alcuni, anche all'interno... la vecchietta non desidera essere ripresa: e ci credo, con migliaia di visitatori al giorno... finti trulli... trulli veri Il tutto per concludere come gia' alcuni mesi orsono: neanche stavolta sono riuscito a trovare difetti !!! - Poca distorsione anche alle brevissime distanze, comunque mai deformante i soggetti, qualsiasi siano - Diffrazione invisibile - Vignettatura irrilevante anche su sensore FF - Flares, ghosts e UFO in controluce, ridicoli per forma e dimensioni: facilissimi da eliminare in postproduzione... Davvero un eccelso lavoro negli strati di antiriflesso della gigantesca lente frontale Grazie ancora una volta a Max Aquila photo (C) per Nikonland 2017
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