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cismax

Nikonlander
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  1. Mauro, una gran cosa da portarsi nel cuore e nella mente
  2. indimenticabile... stavo guardando il GP...e mi dicevo...adesso esce sulle sue gambe...è stato un impatto semilaterale, non frontale, ora esce... invece non usciva...il commentatore (c'era ancora Poltronieri forse?) vide un movimento del capo e si sperava...ma erano solo spasmi... uscii con la morte nel cuore perchè avevo un appuntamento con la fidanzata, ma volevo solo sapere quanto fosse grave... il resto è storia
  3. non so come, ma non l'avevo notato Da cancellare...post doppio scusate
  4. vedo che viene l'orticaria anche a te sul politically correct... mamma mia quanto prurito negli ultimi anni...qualche volta anche alle mani, devo dire! (lo posso dire qui o vengo bannato?)
  5. grazie Mauro. E' stato un piacere ascoltare e condividere. Ho davvero riscoperto (o scoperto ex novo) "cose che che voi umani..."
  6. Posseggo le HE1000 Stealth da una decina di giorni, prese da Mauro insieme all'Audio GD R28. Un breve background. Ascolto musica da quando ho l'uso delle orecchie, ma, come presumo accada a molti, le velleità giovanili riguardo "l'hi-fi" si sono scontrate presto con la (scarsa) disponibilità di denari e, più avanti, con le esigenze familiari. Ergo, la mia grande raccolta di vinili prima e di CD poi, giace inutilizzata da qualche secolo, i primi per l'alienazione dell'ultimo giradischi quando Clinton era presidente e internet emetteva i primi vagiti, i secondi per l'assenza di un impianto di riproduzione serio e la loro susseguente trasformazione in file "liquidi", proni ad un utilizzo più flessibile (auto, aerei, viaggi di lavoro...). Questa flessibilità finora ha avuto il sopravvento, relegando sempre in un futuro imprecisato l'acquisizione di un sistema solido per l'ascolto "stanziale". Ho quindi usato sostanzialmente DAP portatili, come i top line di iBasso, con o senza amplificatori aggiuntivi, come l'Hugo2. Le due configurazioni mi consentivano di ascoltare con auricolari seri, come gli Shure SE846 o con le cuffie Focal Stellia, over-ear elettrodinamiche chiuse a basso carico, con una sensibilità pari a 106dB...pilotabili anche con poca potenza. Le Stellia sono delle gran belle cuffie, che trovai usate, perchè all'epoca 3K€ per un paio nuove, da accoppiare a un DAP portatile, pur se spinto da un HUGO 2 (privo però di un'uscita bilanciata!), mi parevano un'esagerazione (e lo penso, a maggior ragione, ancora oggi). Mi mancava però qualcosa, così quando ho letto su queste pagine le varie recensioni di Mauro e Giovanni su amplificatori hi end per cuffie e sulle magnetoplanari aperte Hifiman e soprattutto le loro caratteristiche sonore, ho pensato che potessero darmi quel qualcosa in più che mi mancava. Mi si è risvegliata così la scimmia ed eccomi qui con due nuovi coinquilini, nominati all'inizio. La sorgente è il mio catalogo audio su Roon, che comprende i miei file FLAC o Hi Res da HD esterni, con Tidal e Qobuz, trasferiti dal mio MAC nella presa USB dell'Audio GD R28. La prima impressione è stata un enorme WOW! Un misto di sorpresa e di gioia, per la fedeltà, il dettaglio, la ricostruzione della scena sonora, in una parola il godimento assoluto dei suoni prodotti! Ho spaziato in questi giorni tra diversi generi musicali, e le impressioni ve le riporto qui di seguito, cercando di non esagerare e facendo necessariamente delle scelte. 1) Partiamo dall'alternative new-age/pop dei redivivi Japan, qui in Versione Rain Tree Crow, con la voce di David Sylvian ben in evidenza, una meravigliosa batteria appena dietro ed elettronica a riempire lo spazio sonoro nel pezzo Blackwater. La pulizia, in uno spazio sonoro comunque abbastanza rarefatto, è stupefacente. 2) I bassi "sub" elettronici e non che vanno tanto negli ultimi anni, sono riprodotti con dinamica e presenza, ma con grande pulizia, mantenendo dettagliate le altre linee sonore medie e alte (non posso dire altrettanto delle Stellia ad esempio), testate in alcuni brani di varia provenienza: Max Richter di Three Worlds, musica per balletto ispirata a scritti di Virginia Woolf, in "Mrs Dalloway: Meeting Again" (che tanto deve all'Arvo Pärt di Spiegel Im Spiegel) e "War Anthem", col violoncello davanti a prendersi forse anche troppo la scena, ma è colpa dei tecnici DG, non di ampli/cuffia. 3) per proseguire con Billie Eilish e le sue minimaliste "listen before I go" e "goodbye" da "When we all fall asleep where do we go?". Rumori, sirene, schiamazzi, sullo sfondo, ma ben distinguibili nello spazio sonoro, con un pedale di bassi (specie nel secondo pezzo), a mettere in crisi i muscoli dell'amplificatore, se non si ha qualche Watt a disposizione, pur se il canto della nostra è molto avanzato nella scena e solo sussurrato/ansimato, giocato con una grande intimità 4) L'ultimo Peter Gabriel di Panopticom (Bright Side Mix) da I/O, ottimamente reso per dinamica, in una registrazione con la parte ritmica sempre molto "scura", come sua abitudine da decenni (non usa i piatti della batteria dagli anni 80, se ricordo bene). Soprattutto mi colpiscono, di nuovo, la chiarezza e la separazione, in una registrazione che appare subito congestionata, specie nel ritornello, ascoltata altrove (Focal Stellia compresa, anche con l'R28 come DAC/ampli) 5) Muovendosi sulla classica, è incredibile distinguere ogni palpito e vibrazione delle corde, delle dita, dell'archetto nella Sonata per Cello solo di Kódaly di Alisa Weilerstein su Decca. Strumento grande ma non invadente 6) Ho trovato esaltante questa Sacre ripresa live, con Salonen alla sua prima registrazione come Direttore della LA Philharmonic: bassi granitici, grancassa e timpani così reali, ottoni ed archi evidenti ma non trapananti, scena sonora perfetta. Bellissimo anche il "Mandarino" di Bartok, nella stessa pubblicazione. Soprattutto, la dinamica è fantastica, e credo esistano registrazioni che potrebbero metterla in evidenza anche meglio. 7) Un salto rapido in ambito jazz, anche se qui i pezzi provengono dal rock. Ancora separazione perfetta dei piani, ottima resa di una voce non semplicissima, una bellissima cornetta con sordina sulla sinistra del palco, un po' indietro, in Love is Blindness, cover degli U2, in questo disco di Cassandra Wilson. Ancora meglio la Versione di Harvest Moon di Neil Young con triangoli che sfidano la parte alta dello spettro e quella delle mie orecchie, riprodotti con perfetta accuratezza, IMHO, senza asperità alcuna, in un arrangiamento che è un tripudio di gusto per il suono. 8) In un altro disco della Wilson (Closer to You, Can't stand the rain) ho trovato quella leggera asprezza di suono nel canto cui si riferiva Mauro nella sua recensione delle HE1000. Non so quanto sia colpa delle cuffie o della registrazione, dato che non ho avuto la stessa impressioni in altri ascolti. 9) Chiudo, perchè mi rendo conto che il post sta diventando indigesto e probabilmente noioso per lunghezza, con una composizione che per me ( e non solo, credo) è nell'olimpo della produzione musicale della civiltà occidentale, e cioè la 4° Sinfonia di Brahms. La sua Passacaglia finale è semplicemente sublime. Dispiace che la versione di Carlos Kleiber, meravigliosa, sia registrata dai tecnici della DG quasi senza bassi. Mi accontento (si fa per dire, essendo anche questa una lettura eccezionale) della registrazione di Abbado con i Berliner, dotata, al contrario, di un suono forse fin troppo in primo piano e con un palcoscenico non particolarmente ampio. I tempi sono abbastanza lenti, ma la dinamica emerge in tutta la sua potenza e la coda della Passacaglia è una meravigliosa possente chiusura di quella che ritengo la più grande sinfonia mai scritta dopo Beethoven. Potrei andare avanti per molto con l'elenco dei pezzi risorti a nuova vita con le HE1000 Stealth e l'Audio GD, ma mi fermo qui, avendo pietà del lettore. Per chi non ha possibilità di ascoltare la musica dal vivo, o, come me, riprodotta in un ambiente consono (che ti faccia ascoltare anche con la "pancia" e non solo con le orecchie), di solito l'ascolto in cuffia è un compromesso da accettare, con i suoi indubbi pregi - e i suoi difetti. Questa soluzione non è affatto un compromesso, è una soluzione degna di stare tra le top disponibili (almeno per le mie orecchie). Riproduce un suono di elevatissima qualità, è una scoperta continua di dettagli e nuances, il suono si amplia al di fuori dei padiglioni auricolari espandendosi nella stanza, per quanto possa sembrare strano, e aiutando molto a definire una distribuzione spaziale corretta o molto verosimile. E, se la registrazione aiuta, il livello di dettaglio è veramente impressionante. Non vi ammorbo oltre e ringrazio chi ha avuto la pazienza di arrivare fino a qui. Buona musica!
  7. io ce le ho entrambe e sono ammaliato da entrambe. La Z8 ha sostituito la 7 di cui non ero soddisfatto lato AF (e l'ha superata sverniciandola), la Zf l'ho presa per puro sfizio, perchè mi piace e basta. Poi ha anche tutto il resto, cioè è una macchina dall'aspetto retrò ma c'è tutta la tecnologia che serve (e anche di più). Troppo spesso mi scordo di quella possibilità, che apprezzo moltissimo, di avere il selettore B/W a portata di dito. Se c'è una macchina giusta dove questo ci sta è proprio la Zf. il 40 e il 28 non mi convincono e non li ho mai comprati. Ci ho messo il Voigtlander Nokton 50 1.2 manual focus. A me pare bellissimo, nonostante l'adattatore.
  8. ovviamente ero sarcastico...spero fosse chiaro
  9. ehhh addirittura brum brum...nostalgico! fra 5 anni ci sarà la F1 elettrica, per inquinare di meno, altrimenti verremo spazzati via dal consesso internazionale causa impatto sulla quota di CO2!
  10. è così. Del resto sono i british che guidano i flussi di denaro. Sarebbe necessario cambiarli o perlomeno influenzarli, ma l'Italietta non so come possa farcela...anzi, vedo un futuro sempre più marginale per il nostro paese. O si "allea" in qualche modo con Giapponesi e tedeschi (che mollano gli angloamericani e si mettono a fare gli europei), oppure andremo avanti così. D'altronde il far east e gli USA (con gli arabi) sono legati ai nuovi padroni a doppio filo, visto il numero di GP extraeuropei sempre più alto, il che rende ancora più complicato scardinare il sistema. Diciamo che lo spettacolo, tranne in qualche raro caso, è latente e la noia è mortale. O forse dipende dal mio particolare punto di vista di "perdente sempiterno". In effetti quando le vinceva tutte Schumi non mi annoiavo poi così tanto...però credo di poter dire, senza timore di essere smentito, che oggi la F1 è molto più "piatta" di allora...ma non so quanto lo scarso spettacolo possa influenzare investimenti e normative...al massimo cambieranno qualche paragrafo sulle ali o ci rinfileranno, che ne so, il rifornimento a metà gara...come se i sorpassi ai box rendessero interessante l'automobilismo...
  11. Difficile non essere d'accordo col mitico Leo Il blog forse si intitola Sprofondo Rosso? Scherzo, ma nemmeno poi tanto...non siamo allo sprofondo, ma certamente non siamo "là"
  12. ho fatto un percorso non simile (non studiavo nulla, né Frescobaldi, né Bach, né tantomeno Chopin), ma analogo. Mio padre mi ha avvicinato alla classica con Mozart e Beethoven. Chopin l'ho ripudiato da subito, con il manicheismo tipico dei teenagers, senza averlo praticamente mai sentito, a parte i pezzi "prezzemolo" arcinoti (il notturno nr 2, un paio di valzer, l'improptus fantasia op 66, i concerti, che non mi sono mai piaciuti nemmeno più tardi, la Polacca op 53...insomma, roba che mi era già uscita dalle orecchie prima ancora di aver mai conosciuto il loro compositore). Era sdolcinato, salottiero, io ascoltavo roba impegnata, mica musica per donnicciuole... Poi all'università un'amica mi invita a concerto al conservatorio. Non ricordo chi avesse dato buca, per cui si erano resi disponibili dei biglietti e il pianista era il poco noto Mikhail Rudy, sovietico naturalizzato francese, che si presentò, forse per attirare qualche ascoltatore in più, con nientepopodimeno che le 4 Ballate e la Sonata in Si minore di Listz, un programmino niente male...avevo 19 anni e non conoscevo nessuno di quei pezzi (si lo so, non dite niente...). Alla pausa, dopo le 4 ballate, dovettero raccogliere la mia mandibola da terra, perchè là era rimasta. Non avevo mai sentito nulla di così drammatico, tragico, doloroso, devastante, scritto per pianoforte con quella forza ed energia, con quella disperazione che esiste, così, quasi solo in Chopin. Iniziò allora un amore che non è mai scemato. Continuo a non sopportare i suoi 2 concerti (a parte le belle melodie per pianoforte, ma insomma, un concerto dovrebbe prevedere anche un'orchestra che suona, non che accompagni - che diamine), alcuni pezzi salottieri, le polacche, col loro piglio militaresco, mi vanno giù a malapena (a parte la Polacca Fantasia op 61), ma in generale, pensando allo Chopin dei suoi ultimi anni, che spingeva verso nuovi orizzonti le sue esplorazioni armoniche, mi chiedo cosa ci avrebbe potuto regalare con altri 10-20 anni di vita...ci avrebbe portati probabilmente alle porte del 900 del pianoforte. Ciò detto, ammesso interessi a qualcuno - lo scrivo un po' per me e un po' per rispetto al tempo che Mauro ha impiegato a scrivere il suo bel pezzo, sempre molto completo ed argomentato - non ho ascoltato tutte le versioni summenzionate degli studi. Alcune andrò certamente ad ascoltarle. Personalmente resto affezionato alla versione di Pollini, sarà che è la prima che ho scoperto, ma in realtà perchè credo che il Pollini dei primi anni 70 fosse meno cerebrale di quello degli anni successivi e ci trovo molta passione (mi vengono in mente anche la Fantasia op 17 e la Sonata nr 1 op 11 di Schumann di quel periodo, che per me sono altri capolavori). Ancora oggi faccio fatica ad ascoltare altri preludi op 28 che non siano i suoi del 74 e pure questi studi, nonostante la secchezza della registrazione e i bassi così in secondo piano da essere percepiti a malapena, come giustamente già stigmatizzato da Mauro, trovo trasmettano la giusta dose di pathos, solo raramente cedendo al virtuosismo e ad una eccessiva "velocità". L'integrale di Chopin di Ashkenazy, che ha registrato proprio tutto, pure l'Albumblatt o Wiosna, troneggia ancora nella mia CDteca oramai in disuso. La comprai di corsa appena uscì, volevo ascoltare tutto di quell'uomo (Frederick, non Vladimir). Gli studi li apprezzai, ma tornavo sempre ad ascoltare Pollini. Non ho mai sentito la versione di Perahia, cosa cui rimedierò, perchè apprezzo molto l'interprete, come non conosco quella di Lugansky. Ho sentito Lisitsa che, come sempre quando la ascolto, non solo in Chopin, mi genera reazioni contrastanti: mi pare parta benissimo, poi indugia eccessivamente su un rubato, o accelera dove, almeno secondo il mio poco educato orecchio, non starebbe bene accelerare, o "tira via" con frettolosità, insomma, mi fa storcere le orecchie e la riascolto con poco gusto. Ho sentito recentemente anche Lim, che non mi è parso affatto male, anche se non mi piace il suo nr9 op 10 (uno dei miei preferiti): non ne ha colto il pathos, o lo tira via troppo rapido, o usa dinamiche eccessivamente differenziate. Tutto sommato per un interprete così giovane, un'ottima prova. Un grazie a Mauro per il bell'articolo
  13. la versione della Jansen la conoscevo e, a dire il vero, l'ho riascoltata in questi giorni, gustandomela davvero "come nuova" con i "miei nuovi apparecchi"... sensazionale!
  14. io sono follower solo di Steve Perry che ha il pregio, secondo me, di andare abbastanza velocemente al sodo e di essere molto pragmatico, nonché di focalizzarsi molto sul mondo Nikon. Questo non significa affatto che segua tutti i suoi video, anzi, quasi mai. Guardo solo gli argomenti che mi interessano (ad esempio le possibilità di settaggio dell'AF delle Z). Lui è un fotografo wildlife, molte delle cose di cui parla non sono utili per me.
  15. a volte ci casco come un pesce...parto, ma se i preamboli superano il minuto già inizio a grattarmi. Sarò vecchio stile, ma preferisco gli scritti, con i quali ho più dimestichezza nella consultazione, anche a posteriori (mi aiuta una memoria, ca va sans dire, fotografica...). I video li cerco soprattutto per avere istruzioni passo-passo su attività a me poco chiare e che magari uno scritto non chiarisce, anche per limiti miei.
  16. Sto con Max. Mi piacerebbero obiettivi costruiti con lo stile e per Zf (e Zfc). Per ora ho preso dei TTArtisan e Voigtlander con adattatori (e non) e per carità vanno benissimo anche quelli, però avere dei Nikon sarebbe meglio
  17. Grazie Mauro, bei grafici! Le Arya V1 hanno una bella "fossa" sui 5kHz che è assente in tutte le altre e altre due a 11kHz e 15kHz, ammesso che si senta qualcosa così in alto...forse qualche armonica inaudibile, almeno per le mie orecchie (ormai) Le Audivina paiono più sbilanciate delle altre, con quel calo sui 2-300Hz e poi un recupero repentino, addirittura da portarla in pole position sui 1KHz. Tutte mostrano un guadagno notevole in area 8-9KHz, come al solito.
  18. Si si, li vedo, sia Z8 che Zf. edit: fermi tutti - di quale anteprima parliamo? io parlo di quella nel Finder, quando scorri i NEF. Era quella che non vedevo sul vecchio MAC, né quella, né l'anteprima app ovviamente. Se parli della app Anteprima come visore del file, hai ragione, la Zf non è ancora supportata
  19. ho avuto lo stesso MAC dal 2010 al 2022. Ovviamente il sistema operativo si era fermato al 2016 o 17, perchè Apple non ha più reso disponibili gli aggiornamenti per quel tipo di HW. Quando comprai la Z7 nel 2019 i file NEF non mostravano nessuna anteprima. Ho dovuto necessariamente passare da altri SW di gestione dei file raw, fin quando non l'ho sostituito. Tu hai un modello non aggiornabile a Sonoma?
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