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Max Aquila

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  1. La capacità indiscutibile di Godox, casa cinese di Shenzen, produttrice di apparati luminosi, flash ed illuminatori, sta nel riuscire a riempire tutte le nicchie di mercato nelle quali possa essere richiesto un ausilio di illuminazione artificiale. Una delle richieste fin qui incredibilmente inevase dalle case storiche produttrici di flash è sicuramente quella di un flash di piccole dimensioni ma di potenza dignitosa, superiore a quella ridicola dei flashettini di cui sono normalmente equipaggiate utile a poter essere montato a slitta delle più moderne mirrorless, che in molti casi, della riduzione delle dimensioni fanno una questione di marketing... Indipendentemente dal formato coperto, come Sony (per non far nomi) ci ha ormai abituato a poter disporre, con le sue FF delle serie 7 e 9, oltre che con le APS-C serie 6000, ma certamente anche Olympus, Fujifilm, Canon, che con le rispettive "saponette" dalle prestazioni ormai eccellenti, soffrirebbero l'eccessiva mole di un Godox Ving o di ogni altro flash a slitta dalle dimensioni standard... Ovviamente perfettamente compatibile anche con le slitte flash delle rispettive reflex Ma come Godox ci ha abituati a pretendere, anche in questo nano-flash da NG36, alto appena 14cm per 6 di larghezza, da 200grammi di peso, oltre alle due stilo sufficienti ad alimentarlo fornito di custodia, mini stativo e diffusore a incastro, ci aspettiamo di trovare tutte le caratteristiche alle quali ci siamo in questi ultimi due anni abituati, prima fra tutte la trasmissione TTL-flash wireless RADIOcontrollata, secondo il parametro di trasmissione dei fratelli maggiori, dai TT685, ai Ving 860 I e II, agli AD200 / 360II / 600, i quali tutti colloquiano con unico protocollo e sono pilotabili scambiabilmente tra essi (anche flash a slitta che pilotino quelli da studio) nel sistema X Godox a 2,4 Ghz gestibile anche attraverso i trigger dedicati, primi fra tutti il neo presentato X-Pro, oltre all'ormai affermato Godox X1-T dedicati ad ognuna delle slitte Nikon, Canon, Sony, Fuji, Olympus. ebbene... anche il TT350 fa parte del sistema ! Il mio è il TT350s ovvero dotato di slitta flash Sony compatibile con il piedino munito dei contatti necessari a trasmettere le funzioni, arroccati in posizione non ISO standard, come invece per gli altri attacchi disponibili. In buona sostanza, con il TT350, Godox ci dota di un flash munito, oltre che delle dimensioni adeguate anche delle normali funzioni di un flash da slitta, ossia TTL secondo i protocolli delle singole case cui sia dedicato, M con possibilità di regolazione della potenza da 1/1 ad 1/128 a passi di 1/3 di stop, RPT (stroboflash) fino a 90 lampi a 99Hz, della possibilità di sincronizzare anche sulla seconda tendina, di funzionamento HSS fino a 1/8000" a sciame di lampi (per le fotocamere che consentano sincronia con tempi più veloci di quello massimo), parabola Auto zoom per obiettivi tra 20mm e 200mm, oppure a regolazione manuale tra 24 e 105mm, tempi di ricarica (con batterie a piena carica, alcaline o al NiMh) entro i 2 secondi e qualcosa... oltre naturalmente alle funzionalità da Master e Slave nel sistema wireless radio citato, nel quale puo' controllare da Master, tre gruppi diversi di flash (A,B,C) su tre canali (CH1,2,3) qui e' Master (M) sul canale 3 e pilota in TTL i flash del gruppo A per un angolo di campo di un obiettivo da 24mm con una correzione exp di +0,3 stop stessa situazione, ma in manuale ad 1/64 +0,7EV della potenza qua ho invece disabilitato il gruppo A dei flash slave oppure puo' fungere da Slave per qualsiasi dispositivo Godox wireless radio che faccia da Master, (compresi quelli per fotocamere differente da quella cui sia dedicato il nostro TT350) ed e' in questa veste che mi è risultato utilissimo sia con la Sony a6000 con la quale l'ho per molti mesi utilizzato, sia con le altre mie fotocamere Nikon, delle quali è stato strumento prezioso sopratutto nelle situazioni da gestire a distanza ravvicinata, con obiettivi macro oppure dotati di lenti addizionali, per sfruttare la sua buona emissione di luce a medie e corte distanze, 1/60" 1/1000" in HSS in funzione del suo NG36 che ovviamente lo mette in condizioni di tradizionale utilizzo a slitta, di soffrire ai bordi immagine se non supportato da altre fonti di illuminazione, naturali o artificiali. L'ho utilizzato prevalentemente e con profitto in condizioni nelle quali si è rivelato, staccato dalla slitta ed a mano libera, uno strumento prezioso in situazioni dove ogni altra lampada flash sarebbe stata ingombrante e pesante da gestire oppure in abbinata ad altre sorgenti di luce flash, per realizzare piccoli set di ripresa o in luce mista con la luce naturale, dove la sua capacità di frazionare il lampo fino a 1/20.000" permette pennellate di luce altrimenti consentite da apparati certamente più ingombranti e...costosi (grappolo d'uva ad aprile ) o anche in semplici situazioni bidimensionali, da gratificare di un pizzico di luce. L'ho utilizzato con ogni sorta di obiettivi, moderni o antichi, ai quali tutti ha dato il segno della sua presenza, fossero anche dei fisheye In ogni caso, il Godox TT350 ...c'è Ad un prezzo irrinunciabile... Max Aquila photo (C) per Nikonland 2017
  2. i risultati non possono che essere miranti ad ottenere una illuminazione coerente al soggetto. La capacità del fotografo consiste nello scegliere il sistema di illuminazione piu' adatto al soggetto da ritrarre: il mio lavoro consisterà nella scelta (all'opposto) del soggetto piu' idoneo a questo tipo di sorgente luminosa. Il flash non è che uno strumento...
  3. la correzione software indica che il problema sussiste anche nel video... e viene corretto via software ricostruendo l'immagine con la minor risoluzione che il video, rispetto la fotografia, richiede. In una immagine ferma, ovviamente, risulta invece inconcepibile. già: ma io parlavo degli otturatori elettronici attuali...
  4. il rolling shutter sarà una caratteristica sempre possibile in tutti gli otturatori elettronici o ibridi in determinate condizioni (tempo di otturazione/movimento del soggetto) temo...
  5. Una foto del bestione sull'affusto no, eh?
  6. La potenza espressa come NG è quella flash. Mentre quella in lux da illuminatore. In assoluto non certo paragonabile alla potenza dei loro altri flash, ma stiamo cmq parlando di un ringflash Trovi le prove degli altri flash Godox in questa stessa sezione
  7. Abbiamo detto (e scritto di tutto), quindi chiudo la discussione. Soggiungendo che la notizia era quella che ho riportato il 30 di ottobre, e cioe' che: ossia... non "muore a causa di..." bensi' "muore dopo aver ..." In effetti della causa della morte importa poco: che fosse meningite, overdose di eccitanti, o avvelenamento. Importa del fatto che ci siano realtà simili che definire lavorative sarebbe un elogio immeritato, a maggior ragione considerata la giovane età della protagonista. E mi importa moltissimo che situazioni del genere vengano stigmatizzate per evitare che altre ragazzine di quell'età possano sognarsi donne adulte ed intraprendere dei passi che possano loro nuocere fino a questo punto o anche qualche step in meno di morire per cause cosi' anomale. Nessuna figura barbina in chi abbia riportato la notizia: una ragazzina di 14 anni che lavorava da modella, morta per causa violenta, come ha precisato Mauro, quindi direi molto piu' grave di quella patologica con la quale era stata fin qui accolta.
  8. Già... E questa notizia degli esiti autoptici non tranquillizza proprio nessuno di quell ambito. Direi che acuisce il concetto che un minore di quell età debba essere tutelato diversamente che consentendogli (od obbligandolo come nei casi di lavoro minorile clandestino) di svolgere attività lavorative usuranti
  9. 18% della luce riflessa da una densita' cromatica pari a quella del grigio medio sono forse due parametri diversi: uno misura la luce riflessa dal grigio, l'altro la luce incidente sul sensore esposimetrico. Il risultato probabilmente e' identico
  10. Abbiamo la possibilità di imparare ad utilizzare un flash piuttosto atipico, grazie alla gentile disponibilità di importatore Godox per l'Italia, nella persona di Paolo Asnaghi. Tutti noi abbiamo visto in catalogo un flash anulare... pochi di noi ne abbiamo usato uno o più d'uno, (io si... ) Godox usa il concetto materiale del flash anulare per ottenere qualcosa di...davvero ponderoso: Il Godox AR-400 è infatti non propriamente un ringflash da macrofotografia, quanto un imponente sovrastruttura alla macchina fotografica per realizzare: - sia la funzione di beauty flash, in tutte quelle evenienze nelle quali al ritratto necessiti una illuminazione con proiezione arretrata (e non trasversale) delle ombre. A tal fine e' dotato di una lampada allo Xenon da 400W/s di potenza - sia la funzione di illuminatore led, che assolve con tre livelli di potenza, attraverso una batteria di 20 led per complessivi 440Lux massimi di capacità luminosa Ovviamente batteria al litio da 11,1v di capacità immensa, 4500mAh, che dichiara di consentire 450 lampi circa a piena potenza, NG 36 a ISO 100, (potenza luminosa enorme per un ringflash), peso, altrettanto elevato di 1400 grammi, batteria inclusa. Diverse le modalità di collegamento alla macchina fotografica (oltre quelle prettamente meccaniche delegate ad un sistema micrometrico di staffe e viti a galloccia) Sincro PC per le macchine dotate di presa, oppure il trigger Godox FT16 (del quale sono dotato, grazie alla mia ormai affermata militanza Godox) Modo di funzionamento M con frazionamento potenza a terzi di stop fino ad 1/128 e due modalità slave S1 ed S2 nelle quali reagisce al lampo di ogni altro flash master. Nei prossimi giorni lo utilizzerò con il profitto che merita. Il valore aggiunto di questo flash consiste nell'ampiezza del diametro utile per l'utilizzo di svariati obiettivi anche di largo diametro della lente frontale, come i superluminosi mediotele da ritratto Sigma Art fissi e zoom che misurano in larghezza dimensioni che spaziano fino ai 94-95mm della sua massima capacità interna. Sicuramente agevole l'uso con obiettivi per macrofotografia, di inferiori dimensioni giusta la minore luminosità massima. Il diffusore opalino frontale, facilissimo da asportare per usare l'apparecchio come illuminatore led, è fondamentale nell'utilizzo in luce flash, per consentire un'adeguata dispersione del cono luminoso prodotto dalla parabola circolare che ospita la lampada flash allo Xenon. Ovviamente un flash che proietti dietro al soggetto le ombre che esso genera difficilmente può funzionare come unica sorgente luminosa... il risultato finirebbe per penalizzare eccessivamente ogni particolare alle spalle della superficie di primo impatto della luce... Necessita obbligatoriamente in questi casi una seconda luce, di schiarita dello sfondo anzi, più che di schiarita, di illuminazione dello sfondo in funzione del contrasto di luminosità che si desideri ottenere sul soggetto ovviamente, anche il secondo flash Godox (AD200), pilotato attraverso apposito trigger (qui il "jolly" X1T, in "sandwich" con l' FT-16 che pilota il ring flash AR-400). E qui apro una parentesi rispetto il fatto che questo beauty flash appartenga ancora alla passata generazione wireless-flash della Godox, quella che fa lavorare solo in M oppure in RPT, sicuramente il modo più diretto per lavorare con un flash, ma non il più comodo dacchè Godox ci ha abituato al TTL-flash in wireless attraverso gli ultimi apparecchi, tutti compatibili nell' X-system Godox a trasmissione radio 2.4 gHz. Auspichiamo quindi fin da qui, una versione II dell'AR-400 provvista di ricevitore incorporato e di funzionalità TTL-flash il contrasto di illuminazione tra primo piano e sfondo è bene sia quasi con ogni soggetto a favore (per potenza) dello sfondo e può essere diversificato anche in funzione dei diversi modificatori di luce per (in questo caso) l'AD-200 che Godox mette a disposizione di tutti i suoi apparecchi luminosi. Come nella differenza tra la foto precedente e questa successiva... Rimpicciolendo il soggetto l'esigenza non muta e l'AR400 si manifesta come un apparecchio veramente duttile nella graduazione della sua potenza, penalizzato solamente dalla massa, ma caratterizzato da una sufficiente maneggevolezza che ne consente anche con questi soggetti ridotti una gestione a mano libera (con fatica per i pesi in oggetto: AR-400=1,4 kg + Nikon D810 e Sigma 24-105 Art= 1,87 per un totale di kg 3,27...) Quando si progredisca verso RR da macrofotografia pura però, le necessità di ripresa sono tali che fanno propendere per un uso su stativo, avvantaggiato dall'apposito attacco alla base della parabola del flash, in posizione perfettamente baricentrica del complesso sistema di supporto a macchina ed obiettivo. Ovviamente serve una testa ottimizzata per i pesi in giuoco, possibilmente a slitta e non come ho improvvisato in queste foto esplicative, fatte sul mio Manfrotto 055 + 141 RC (i due flash hanno accese le luci pilota, nell'AD-200, e led nell' AR-400) La piccola "pinna nobilis" e le sue concrezioni marine ricevono giustizia dalla luce potente e analitica di questo flash Godox, che la illumina per il Sigma Macro 105/2,8 HSM a vari RR fino al suo massimo 1:1 Ma per fare macrofotografia di oggetti e fossili non serve trasportarsi appresso ordigni da un chilo e mezzo da sommare al resto dell'attrezzatura a corredo... Il motivo principale dell'esistenza di un flash come il Godox AR-400, con un anello dimensionato in maniera tale da consentire l'utilizzo di mediotele luminosi ed ingombranti, strutturato per poter lavorare sia come logico su stativo, ma anche, in maniera molto più dinamica a mano libera è di metterlo alla prova sul suo terreno preferito, il beauty e la fotografia di particolari a breve distanza (della modella ritratta e dei suoi accessori indossati) nel quale io non sono certamente una cima, per mancanza di frequentazione di questi "territori fotografici", ma che grazie alla disponibilità del coiffeur Tony Lo Pinto di Palermo (via Marchese di Villabianca 104) e del suo staff (AR-400 da solo) ho avuto modo di testare, sempre in abbinata all' AD-200 sullo sfondo bianco (sovraexp di 2/3stop rispetto il ringflash) con Nikon D810 e Sigma Art 24-105/4 restando molto piacevolmente colpito in fase di postproduzione dalla compattezza luminosa del Godox sul soggetto, della sua possibile gestione in alto ed in basso della sua coerenza anche variando distanza e focale di ripresa, dell'elevato margine di sicurezza dato dall'elevata potenza e, non ultimo, dalla straordinaria qualità di questa batteria da 4500 mAh, inscalfibile nelle prestazioni anche durante eventuali scatti in sequenza utile in situazioni limite anche come unica fonte di luce a patto che ci siano superfici chiare di riflessione luminosa per ottenere ogni risultato desiderato Potrei continuare ma la disamina fin qui condotta mi consente di formulare un giudizio sui pro e contro del flash gentilmente messoci a disposizione dal distributore italiano, Vantaggi: Potenza dosaggio e qualità della luce emessa versatilità nell'utilizzo come flash principale o slave illuminatore a led a potenza variabile batteria dalla capacità infinita Svantaggi: peso e ingombro mancanza dell'auspicabile controllo in iTTL nell' X System Godox costo un pò elevato Max Aquila photo (C) per Nikonland 2017
  11. Di medicina, diritto ed ...esposimetria , oltre che di calcio... parlano sempre tutti. Ma la precisione terminologica e/o procedurale in tutti questi campi, si rende necessaria per evitare di scrivere (il che è piu' durevole che...dire) cose inesatte. Nella fattispecie, ho volutamente trascurato l'ultima parte della richiesta di aiuto di Fabio, quella relativa alla fotografia di ...paesaggio (spesso confusa con quella di panorami, appunto) Nella fotografia di paesaggio ritorna prepotentemente da protagonista l'esposimetro a luce riflessa: quello in dotazione alle nostre fotocamere. Beninteso... su Nikonland (ma anche a casa Adams) si intendono esposimetri i dispositivi costituiti da una cellula fotoelettrica con lettura a spot piu' o meno allargato...fino a quelli a lettura media, ma condotta direttamente attraverso la cellula collegata ad un galvanometro o dispositivo successivo fino alle cellule al selenio, dei primi anni Cinquanta e quelle al cds, silicio, silicio blu. Ognuna con i suoi pro e contro. Gli esposimetri a matrice (detti cosi' per la supremazia Nikon con il suo Matrix in questo ambito) sono dei dispositivi fotosensibili che pero', in funzione della lettura della scena, demandano ad un processore la scelta del soggetto che ritengono di avere davanti, dalla modella di Mauro, al tronco del sughero delle vostre foto autunnali ricorrenti. Essi (i Matrix) sono quindi impropriamente chiamati esposimetri, in quanto eseguono anche la seconda parte dell'esposizione, quella cioè che con le cellule precedenti, spettava al cervello del fotografo. Quindi Fabio, (foto Wikipedia) quando ti trovassi di fronte alla cascate delle Marmore, col tuo bravo 85mm alla distanza operativa per contenerle per intero nella tua inquadratura... mi dici come penseresti di operare una lettura a luce incidente di un soggetto presumibilmente a 750 metri in linea d'aria da te... (anche per sicurezza) Ugualmente... io su una delle mie spiaggie, con un 18mm sulla fotocamera, qualora intendessi misurare la luce incidente sul surfista di spalle, anche disponendo di un assistente... cosa faccio? Lo mando di corsa, prima che il vento sposti fuori inquadratura la vela del kite, a misurare col Sekonic la luce incidente sul surfista, orientandolo verso la fotocamera... per poi comunicarmela urlando a tutti polmoni per superare il frastuono di vento e vela e subito disintegrandosi per sparire dai 110 gradi di angolo di campo dell'obiettivo...??? Ma no.... nella fotografia di paesaggio, usiamo un semispot a luce riflessa, o il Matrix...chetantolui sa come si deve fotografare...
  12. Se compri un sekonic come quello che ti ho linkato (io ce l'ho identico ma non te lo venderei nemmeno al prezzo del nuovo, perche quando mi serve MI SERVE) risolverai tutti i tuoi problemi con un ingombro pari a quello di un astuccio portaschede memoria. Guarda...te l'ho trovato nuovo a 156 euro Usato forse lo trovi da qualche povero di spirito o amante delle impostazioni FlexiProgram/Matrix/BKT/IsoAuto/+/- Pensa che io li colleziono pure antichi, gli esposimetri a luce incidente...
  13. scusa Massimo, sarà troppo scientifico Dario, ma tu mi sempri un po' troppo empirico a sensazione Intanto basarsi sugli esposimetri a matrice che producono un risultato esposimetrico sulla base di una comparazione della scena inquadrata con il proprio database e' gia' complesso in situazioni omogenee, sulla stessa scena, figuriamoci tra macchine fotografiche differenti (magari pure per marca e/o modello) in situazioni di ripresa diverse. (Luce diretta, indiretta, in luce, controluce, luce radente, luce flash, luce mista...) E' tendenziosa e provocatoria la domanda iniziale, con quella affermazione tranchant che non vuol dire nulla e alla quale ha fatto bene Dario a rispondere "come da istruzioni" ! Direi che se ci andiamo a ripassare come funzioni un esposimetro (interno o esterno che sia) potremmo fare del bene non solo a noi stessi, ma anche e sopratutto a chi, ignaro, ci legga. Riassumo in breve: ogni esposimetro a luce riflessa e' tarato per fornire una lettura pari al 18% della luce riflessa da una densita' cromatica pari a quella del grigio medio. Se il soggetto su cui si riflette la luce che ritorna verso l'esposimetro spot della nostra macchina fotografica, ha un colore piu' chiaro del grigio medio (modella scandinava, pagina di libro, parete chiara inondata di sole) l'esposimetro, ubbidiente, sottoesporra' il soggetto perche' percepisce un livello di luminosità superiore a quel grigio medio. Se il soggetto fosse invece piu' scuro del grigio medio (carnagione olivastra, parete scura scarsamente illuminata, oggetti colorati di colori scuri) l'esposimetro spot, al contrario, percependo un livello di luminosità inferiore a quello del grigio medio...sovraesporra' conseguentemente. Quindi per lasciare scuro un soggetto scuro, misurando a luce riflessa con esposimetro spot, bisogna sottoesporre, per mantenere chiaro l'incarnato di una norvegese, con lo spot della fotocamera...bisognerà sovraesporre. Mentre se ci si voglia servire del Matrix, non si potrà che sovraesporre o sottoesporre nei casi specifici, secondo il principio enunciato prima...in maniera considerevole, per vincere la resistenza della comparazione al database del sistema a matrice: ossia, senza alcuna garanzia di riuscita ne', tantomeno, di ripetibilità.... altro che al 70% a sensazione Ma la domanda di Fabio, a parte il trabocchetto (l'hai fatto apposta ...) iniziale, si fa chiara nella seconda parte della stessa frase iniziale : Fabio, ovviamente la precisione che richiedi si attua solamente con un esposimetro esterno a luce incidente, che nei modelli piu' aggiornati consente anche di tenere in memoria le singole misurazioni dai diversi punti dell'inquadratura che ti interessano (per poi fornire un dato medio), della luce che arriva direttamente sul soggetto, innestando sulla cellula del tuo esposimetro la cupolina semiriflettente che simula la dispersione della luce sul soggetto. Tutto cio', in luce continua, (naturale o artificiale) presuppone che tu ti possa muovere liberamente nello spazio dell'inquadratura, per attuare le misurazioni che ti servono, per conoscere prima dello scatto quanta luce cada sulle parti della scena cui hai conferito priorità di esposizione. Si comincia facendo la media di due, tre punti di misurazione a luce incidente: il tempo che impieghi non sarà maggiore dei tentativi a casaccio: una volta compreso il funzionamento di un esposimetro separato, potremo anche rinunciare a farci dire dagli esposimetri a matrice cosa dobbiamo fare. Saremo in grado di comprendere meglio l'utilizzo delle altre cellule presenti sulle nostre macchine fotografiche. Un esposimetro esterno in grado di fare quanto detto (e di misurare magari anche la luce flash) costa meno di due libri di fotografie, ma ci fa imparare molto di piu'... sulla fotografia
  14. io mi procurerei due tre illuminatori piatti a led leggeri, auto alimentati (batteria) e poco ingombranti: se vuoi, posso propugnare la causa ad Asphot, importatore di Godox, appena conosciuto a Catania (ma loro stanno a Cinisello Balsamo), contro pubblicità dell'evento su Nikonland... Basterebbe un blog...
  15. io purtroppo non ho trovato voli utili se no ci sarei stato: salutatemi il Wata e Marco Cavina, che è stato un contributore di Nikonland 1.0 della prima fase: presi contatto con lui grazie alla segnalazione di Adriano del sito in cui da ospite sfornava capolavori di arte rara, come sono i suoi trattati sugli obiettivi. Restammo un po' in touch e pubblicammo alcuni dei suoi scritti su NL: poi fu il mio periodo nero e persi contatto con lui. Mi sarebbe piaciuto incontrarlo di persona
  16. Max Aquila

    Sigma Open Days: divulgator...

    Siamo fortunati su Nikonland, in quanto appassionati: insieme all'onore della scelta di Mauro Maratta come Ambassador Sigma Italia per il suo lavoro di ricerca sul ritratto ed il glamour, oltre che per il suo impegno piu' che decennale sul nostro sito, quest'anno si conclude anche col privilegio, per me, di esser stato preso in considerazione da per svolgere un ruolo da divulgatore nell'ambito della mia regione, la Sicilia, durante i Sigma Days organizzati in quest'ultima parte dell'anno. Devo questa opportunità, oltre che alla mia sviscerata, trentennale, passione per Nikon+Sigma anche ovviamente alla fiducia che sono riuscito ad ispirare ai dirigenti Mtrading e al feedback del piu' dinamico dei commercianti della mia regione, Alfio Spartà di in Catania oltre che dell'agente di zona Filippo Falanga, con il quale mi sono trovato piu' volte in contatto a questo fine, negli ultimi mesi per queste occasioni. ( E magari grazie anche alla passione che mi anima quando parlo di Fotografia e di strumenti per fotografare). Ma fare il divulgatore dei prodotti di un marchio, indossando una maglia con il suo brand, è cosa ben differente dal chiacchierare con i propri amici, di presenza o sul web di obiettivi e sensori. Le persone ti si avvicinano che non hai neppure finito di mettere in fila gli obiettivi sugli stand o le idee nella tua mente e ti rivolgono le loro richieste. Di solito chiedono di un obiettivo, spesso di uno che non vedono tra quelli esposti, proprio per questo, perchè sono sorpresi del non vederlo, non sempre perche' avrebbero voluto provarlo. Allora il sorriso con cui accogliere la loro richiesta diventa il viatico necessario ad intavolare una conversazione. Sigma per me e' facile come argomento: già trent'anni fa, i miei primi tre obiettivi dopo quello trovato insieme alla mia prima reflex furono un 60-200, un 400 ed un 24 Sigma, tutti comprati nel breve lasso di tempo di sei mesi, tutti strumenti dei miei primi approcci che si materializzarono con la pubblicazione di fotografie su periodici e quotidiani, fin da subito. Per questo, anche se mancasse l'obiettivo che mi chiedono, so subito cosa proporre come alternativa per quella persona: mi basta ascoltarla un po' e rivolgergli poche domande, per comprendere a cosa si dedichi fotograficamente o a cosa gli piacerebbe indirizzarsi. Mentre chiedo il documento da conservare allo stand come necessaria garanzia, contemporaneamente porgo l'obiettivo desiderato, per non ritardare in loro quel contatto con l'oggetto che deve portarli a sognare prima ancora che a fotografare: venditore di sogni, questo voglio essere... La seconda domanda, prima di allontanarsi a cercare un soggetto sul quale timidamente (o meno) iniziare a prendere contatto con questa loro infatuazione, è di solito relativa al prezzo... Lascio spesso cadere l'argomento, non sono mai preciso e circostanziato in questa fase, non guardo listini stampati o manoscritti: dico loro di andarsi a divertire, prima di cominciare a misurare la propria distanza dall'oggetto dei sogni. Io non sono quello a cui pagheranno il prezzo della loro passione.... la cassa e' in fondo a destra: c'è Alfio a pensarci lui, a rendere piu' leggero l'ultimo passaggio, prima del possesso. Se sorridono anche loro vuol dire che cogliamo nel segno, che li portiamo a progettare fin da adesso le foto che vorrebbero gia' poter scattare, che domani potrebbero scattare: aumenta allora il livello delle domande; si fanno piu' specifiche ed investono anche l'ambito delle credenze, della paure, spesso alimentate da falsi guru del web o di obsolete riviste non piu' patinate... Il mio compito è di rassicurare: Sigma produce per stupire da quando ha iniziato con la partizione delle serie Art, Sport e Contemporary, ognuna di queste dedicate non a tipologie di utenti ma, (come ogni strumento che possa dirsi ben progettato) a tipi di utilizzo, ad esigenze specifiche. Nulla di strano quindi se un professionista opti per uno zoom 100-400mm Contemporary, piuttosto che un fotoamatore si diriga verso un mediotele 85mm Art: cio' che comanda, suggerisco, è il motivo per cui si conduca una scelta, in funzione del risultato desiderato, desiderabile. Dire la verità aiuta sempre: vendere ad un cliente lo strumento sbagliato, solo per il maggior guadagno che ne possa derivare rispetto ad un acquisto di costo inferiore, farà felice quella persona il primo giorno e perplessa (su di noi) per il resto del tempo che impiegherà a decidere di rivenderlo Un 150-600 Sport come questo montato con adattatore MC-11 su di una Sony a9, se venisse utilizzato prevalentemente per paesaggi urbani nei quali peraltro si distingue per chiarezza, contrasto e capacità di lettura del dettaglio, anche nel controluce diretto è però cosa migliore e più sincera da consigliarsi al professionista che ne sappia ottimizzare le doti unitamente ai punti di criticità, tra i primi il peso. Le alternative praticabili ci sono: è il bello di una Casa che alle volte dà l'impressione di sovrapporre strumenti tra loro analoghi, ma che invece diventano complementari. Il cliente va a scattare le sue foto, passando buona parte del suo tempo a regolare, gestire il nuovo torna allo stand a guardare gli altri obiettivi, ...vuole approfittare dell'occasione, li prova uno dopo l'altro: siamo li per questo. Prova anche quelli che non gli consigliamo: vuole capire se si possa fidare di noi... Se ci opponessimo al suo desiderio, faremmo crollare di un colpo il suo castello di sogni... Saremmo il solito venditore interessato a spingere un prodotto più di un altro... per soldi.... Ma qui io non vendo, offro desideri, idealizzo un futuro più semplice, redditizio, soddisfacente non per me: per il Cliente. Cui io divento fratello, compagno di merende: adesso mi parla delle foto che farà, dei progetti da realizzare resi impossibili dalle difficoltà operative causate dalla sua attrezzatura corrente. Tra un po' li vuole tutti ....i Sigma: uno non gli basta, diventano almeno due. Oppure, addirittura, nessuno... E' questo il momento più delicato: riportare il discorso dal piano del sogno a quello della sua realizzazione. Riqualifico le esigenze, adesso se me lo chiede il prezzo glielo dico: ma gli dò una speranza ancora... lo mando a parlare col proprietario...io sono solo un divulgatore... Alfio saprà essere più bravo del listino, gli indicherà la Strada per far arrivare il Sigma nella sua borsa, sulla sua macchina. Ne vale la pena ! Fotografare è come mettersi allo specchio senza essere obbligati a guardarsi subito... possiamo farlo anche domani... Max Aquila photo (C) per Nikonland 2017
  17. Ben ritrovato, quindi. Hai fatto bene ad iscriverti ed a palesarti. Su Nikonland si parla di fotografare, di fotografia. Il tifo...lo lasciamo a chi preferisce soffrire
  18. il Nikon 10-20 anche se poco luminoso, oppure in subordine, il Sigma EX 10-20 f/3,5 di cui in questo articolo
  19. si infatti: e' cosi'. Il fatto e' che buona parte delle paure della gente con cui ho modo di parlare, deriva principalmente da quanto letto sul web, dal "sentito dire da amici che..." ed anche dalle cattive abitudini che anche in ambiti non proprio amatoriali sembrano stratificarsi come fossero le Tavole della Legge. Per esempio continuo a vedere nei negozi un transito di acquisti di robaccia come i filtri UV e skylight, oppure di ND che di neutro forse hanno il ph solamente. Da montare su prodigi dell'ingegneria ottica. La paura principale riguardo Sigma Art riguarda proprio il fatto che esista l'usb dock: per molti costituisce pregiudizio di qualita' Come se l'opportunita' di apportare a casa una regolazione fine possa essere sinonimo di scarsa cura costruttiva della fabbrica. Infatti il fatturato piu' impressionante in questo comparto si chiama Fuji Instax... impressionante pure per commercianti e distributori: ieri mi hanno fatto stupire.
  20. Ieri un signore si lamentava con me del SigmaArt 50/1,4 perche' lo trovava piuttosto impreciso nella messa a fuoco, anche ad aperture come f/2,8 e f/4. Usava una Canon 6d. Ho chiesto quali fosse il suo modus operandi: mi ha detto che lui usa in AF-S il solo sensore centrale di messa a fuoco, perche' cosi' e' sicuro di avere il massimo della precisione, mette a fuoco sull'occhio del soggetto ....e poi ricompone l'inquadratura tenendo premuto il blocco AF... Senza scompormi gli ho detto che deve cambiare modo di fotografare: che deve usare con i soggetti animati di vita propria (modelle con occhio, animali e piante mosse dal vento) una modalita' AF-C insieme al sensore relativo al punto dell'inquadratura nel quale intenda relizzare la messa a fuoco. E che ogni altro modo lo esporra' sempre (anche con le fotocamere a pellicola) a compromessi di risultato che solo con diaframmi medi e chiusi gli potranno far sperare di ottenere soggetti ben a fuoco.
  21. Oltre la necessita'? Non credo: penso che invece (ottica a parte) la signora abbia centrato il tipo di utilizzo dell'apparecchio che ha acquistato. Perche' se l'eccellenza certificata dagli istituti o dai guru verta su abbinamenti simili che ieri ho nuovamente tentato, nell'ipotesi di essere ancora dalla parte sbagliata della barricata... (e questo telezoom non e' certo un f/2,8) ...beh, ancora una volta penso che Lassu' qualcuno sia impazzito... Ogni strumento puo' diventare eccellenza in funzione dell'ambito cui sia dedicato. Fa bene la signora ad usare una aps-c ma farebbe bene a chiedere a qualcuno meno guru, cosa utilizzare come zoom per far rendere al meglio i suoi amati (e sempre difficili da fotografare) gatti
  22. Appunto. Io quando sento parlare del fatto che qualcosa sia per definizione migliore di ogni altra mi vengono sempre i brividi lungo la schiena. Andrebbe fatto lo stesso discorso sul peggiore rispetto ogni altro, ma io con il 16-50 Sony mi sento di poterlo affermare senza tema. Pur piacendomi Sony, nei limiti del suo meglio. In questi due ultimi giorni tra persone che di questioni e convinzioni assolute mi hanno fatto capire come sia ancora facile vendere ghiaccio ai pinguini in molti ambiti commerciali. La fotografia per molti e' una terapia, piu' che una disciplina.
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