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Max Aquila

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  1. Max Aquila

    Zetaquadro

    a 6000 all'ora col 56% di carburante ancora, penso sia un record... Sarà considerabile un uso intensivo? stai sulla media di una foto e due terzi a secondo...
  2. Se una lunghezza focale mancava alla lunga serie dei fissi wide superluminosi Art di Sigma, quella era certamente il 28mm f/1,4 . Focale tradizionalmente destinata ai fotografi che hanno in odio le distorsioni prospettiche indotte dai superwide da 100° e più di angolo di campo, il 28mm è stato, all'inizio dell'era digitale, uno degli obiettivi più bistrattati dal formato APS-C che lo tramutava più di ogni altro in una focale nè carne nè pesce, ma dal momento del ritorno al formato pieno è ridiventato oggetto di desiderio per molti: ed ecco che gli amici di distributore nazionale per Sigma, ci hanno messo a disposizione l'ultimo nato dei wide Art per ricavarne le nostre impressioni sul campo. Solita estetica Art, austera ed elegante uno schema inaudito, da ben 17 lenti in 11 gruppi lente frontale da 77mm di diametro filtri e paraluce a petalo, (però dotato di una fascia gommata a dir poco catalizzatrice di ogni tipo di pulviscolo esistente...) equipaggiato del più bel pulsante di sblocco mai ammirato su paraluce prima di adesso, bellissima la lente frontale, dietro la quale appare il diaframma a 9 lamelle, ormai elettromagnetico anche per Nikon F, le baionette disponibili sono quelle per Nikon, Sigma, Canon, Sony e per il nuovo consorzio L-mount 865 grammi di peso e dimensioni da 83x108mm, luminosissimo con la sua apertura massima f/1,4 dotato unicamente del selettore di attivazione/disattivazione del motore HSM per l'AF davvero bello nella sua semplicità distanza minima di messa a fuoco a 28cm dal piano focale, ghiera di maf manuale enorme e fluidissima, costruito con la consueta attenzione che Sigma dedica a questa fortunata serie di ottiche, Art è stato in quest'ultimo mese, oggetto privilegiato di prova sulle mie due Nikon, la D850 (per la quale è costruito) e la Z6 per il tramite dell'adattatore FTZ. Se volessi cominciare da dove finisce questo Sigma Art dovrei farlo proprio dalla sua caratteristica più determinante rispetto la moltitudine di 28mm apparsi in tutte le epoche sul mercato, confusi tra fissi e zoom, spesso solamente vie di mezzo tra un superwide ed un normale, focali di ripiego per quando indietreggiare non fosse possibile e distorcere neppure: accomunati da prestazioni di luminosità che al meglio dello stato dell'arte potevano sfiorare f/2 (che è già un bel dire, rispetto la pdc consetita da questo angolo di campo di 74°) Ebbene, qui, allo stato di questo... ART, parliamo invece di f/1,4 ossia il doppio di luminosità di un f/2 e il quadruplo di un usuale f/2,8 con una profondità di campo ed uno sfuocato che rendono il senso del prezzo a cui questo Art 28/1,4 è stato piazzato sul nostro mercato (attorno a 1310 euro) una gamma di sfumature che tra la qualità del vetro ed il bokeh vengono sicuramente a costituire motivo dell'acquisto, prima ancora che ogni altra ragione ragion per cui si potrebbe ritenere range utile di acquisto di questo Art la fascia tra TA ed f/4, come spiegano queste coppie di immagini, e nulla di più ma nel mezzo della scelta di acquisto di un obiettivo da quasi 900 grammi come questo Sigma (invece che di un 28mm f/2 da 3 etti) , pesano molti altri fattori altrettanto importanti: innanzitutto quella di disporre di efficace strumento documentativo, anche se a focale fissa, che passi indifferentemente di inquadratura, da quella del totale al particolare, avvicinandosi... a piedi, beninteso...continuando a stringere, mantenendo comunque occhio alla visione generale fino ad arrivare al concetto ultimo, con un obiettivo soltanto appresso ! Oppure esattamente al contrario ... in un esercizio descrittivo inverso. 28mm ovvero protagonista in prospettiva: e la distorsione? Niente muri, ma un dato visivo arido ci fa comprendere di trovarci di fronte ad una delle migliori realizzazioni in questo ambito, pannellone 50x75 con cerchi da 12cm di diametro, a 80cm di distanza, a riempire l'inquadratura, dimostra un barilotto moderato e coerente a TA, non gestito ancora dal sw di sviluppo, come ormai su mirrorless siamo abituati a godere in automatico sulle Nikon Z, che ci procurano l'illusione (ben accetta) della perfezione prospettica, compensando in fase di sviluppo. Anche la vignettatura appare gestibilissima seppure ad f/1,4 come già semplicemente chiudendo di uno stop, qui sotto, ad f/2 ed anche a questi diaframmi estremi la leggibilità dei particolari della scena, anche di quelli lontani dal piano di messa a fuoco, resta graduale, intellegibile, pur sempre piacevole, suggestiva il bokeh come vi appare? A me variabile verso il bello, più si apra il diaframma chiaro che diaframmando compaia anche il resto del mondo... come è giusto che sia con ogni grandangolare che si rispetti, nato anche per raccontare scene ampie e circostanziate, utilizzando diaframmi medi ed oltre cromaticamente sempre seducendo, anche senza soggetti particolarmente definiti. Luminosità elevata: questa è la dote del Sigma Art 28/1,4 che non può passare in secondo piano alle precedenti caratteristiche. Quando serve elevare gli ISO con ogni obiettivo spesso si rischia di superare la soglia entro la quale il sensore della fotocamera possa gestire con efficienza e senza artefatti cromatici la luce disponibile. Il limite della Nikon Z6 con la quale ho scattato nella Grotta della Santuzza (Santa Rosalia, Santuario) è molto più in alto dei 2500 ISO around, ai quali queste foto sono state scattate, ma grazie alla disponibilità dell'obiettivo sono riuscito a scattare non solamente a TA, bensì con diaframmi anche medi, che mi hanno concesso una pdc elevate, rigorosamente a mano libera Così come ad una mostra di fotografia di Franco Zecchin, dove dalla difficoltà di bilanciamento cromatico delle luci utilizzate nell'allestimento si trae profitto dal fatto che le foto in mostra fossero in bianco e nero... utilizzando sensibilità qui davvero spinte e il diaframma di apertura massima Il senso dell'angolo di campo, mediowide, di un 28mm consiste principalmente nel consentire visione complessiva, senza eccessivo stiramento prospettico, ma inclinando e ingenerando distorsione prospettica, deve continuare a manifestare descrittività, come sua specifica dote, nella fotografia di architetture la Luce farà il resto, interpretandola e gestendo l'inquadratura girando attorno al soggetto E in controluce come si comporta questo Sigma Art ? Qua il sole è nascosto dalla Cicas... Se questa è l'inquadratura in luce questa è in controluce da tre quarti e questa... Di rado si è visto un obiettivo così luminoso (e ricco di lenti) ma al contempo così corretto e contenuto anche nelle peggiori condizioni di inquadratura, nitido, nonostante emissioni UV di questo livello e facile da correggere anche in presenza di contrasti elevati tanto quanto capace di reggere anche bassi livelli di contrasto In fondo direi che a questo Art 28/1,4 sembra proprio che non manchi neppure il segno di Zorro... Questo Sigma 28/1,4 è insieme al recente Nikon di pari focale e luminosità uno dei grandangolari più difficili forse da imporre sul mercato nella logica attuale, che vede privilegiati negli acquisti obiettivi estremi come gli stessi zoom superwide presenti sul catalogo Art e celebrati da tonnellate di parole versate e scritte e wide fissi della stessa luminosità ma dalle focali più ambite come quelle dei 14 e 20mm D'altro canto un 28mm è un obiettivo fortemente desiderato da quei fotografi che non possano farne a meno per le abitudini stratificate nel corso della loro attività fotografica: io non sono tra questi e ho su Nikonland più volte esternato come questa focale mi lasci normalmente piuttosto freddo. Cio nonostante ho voluto assolutamente mettermi alla prova e abituarmi a pensare in quest'ultimo mese (ecco perchè dall'anteprima all'articolo è passato più tempo del solito) in termini di questo angolo di campo. Facile sarebbe mettere in fila i pregi indiscutibili di questa lente: a cominciare dalla nitidezza sempre evidente già da tutta apertura, continuando per la omogeneità di esposizione nonostante questa luminosità e la bassa distorsione, semplicissima da correggere in postproduzione. Oltre alla bassa tendenza a flares e ghosts nelle peggiori inquadrature in controluce diretto. Meccanicamente impeccabile, come tutta la gamma Art ed altrettanto ineccepibile il silenziosissimo ed efficiente motore AF HSM. Pesante ma maneggevole, dotato di paraluce che, finalmente, non si sblocca mai da solo. (peccato attiri la polvere...😋) Il fatto è che alla fine dei conti, possedere questo obiettivo è un privilegio irrinunciabile per chi ami questa focale: in casa Nikon ha un concorrente fortissimo nell'analogo wide... ed è una bella competizione, che non può basarsi unicamente sulla differenza di prezzo di mille euro a suo vantaggio: sono due obiettivi diversi per prestazioni, entrambi all'apice delle rispettive potenzialità. Ho riscontrato la stessa differenza interpretativa tra i 105/1,4 delle due Case. E' una bella lotta ed è bello che si possa tenere: ci fa sentire in forma !!! 😍 Grazie ancora a che ci ha dato opportunità di utilizzarlo. Max Aquila photo (C) per Nikonland 2019
  3. Ho un tesoretto in zona F tra la D850 e obiettivi dedicati, con prevalenza di Art. Aspetto un corpo Z-pro ergonomico e prestazionale, ma per poterlo comprare rischio di far perdere valore alle attrezzature reflex. Tra sei mesi spero sia maggiore chiarezza e deciderò sul da farsi prima della fine dell anno. Potrei vendere tutto ciò che ho di F e bloccare in banca il denaro in attesa delle new entries. O forse, dovrei gia operare oggi in questo senso... La mia vetrina è un lusso che non voglio concedermi troppo a lungo
  4. ecco l'articolo con le mie personali considerazioni su questo obiettivo
  5. tardi, troppo tardi i due 70-200...: speriamo anticipino in corso d'opera, almeno per settembre il 2,8
  6. Tutto comincia da questa domanda: Il perchè è presto detto: per una persona di 55anni come me, passata acusticamente dall'ascolto della musica dai mangiadischi e mangiacassette dell'infanzia, al Lesa della mamma,per poi transitare all'HiFi degli anni 80 con giradischi e testine americane, come le mie Stanton, a proseguire con la rivoluzione digitale del gira CD Philips e proseguendo con la smaterializzazione del concetto elettrico fino ad arrivare alla musica liquida attuale contenuta in un lettore portatile che legge formati audio fino a poco tempo fa per me sconosciuti, leggere su un diffusore acustico nuovamente un marchio come questo mi ha prodotto uno sfasamento spazio/tempo nel quale l'iniziale diffidenza verso il nuovo modo di poter godere della musica (detesto le cuffie ed ogni auricolare per quanto leggero o performante sia) si è convogliata verso un'accettazione agevolata da un marchio, garanzia di ...sensazione fisica di pressione sonora, fin dal 1962 (come si legge sul frontale), quasi coetaneo quindi alla mia nascita ! E dopo aver letto del test di Florestan del modello di punta di questi diffusori, mi è punta subito vaghezza di poter provare anche il più piccolo, agevole per dimensioni e prezzo di questa nutrita serie di diffusori Marshall, alcuni anche wi-fi, altri come questo bluetooth o wired, distribuiti in Italia da Mtrading a cui ho quindi chiesto di poter provare il Marshall BT ACTON II mobile contenente un woofer e due mid-tweeter, amplificati, dotato sulla plancia comandi di tre semplici quanto eleganti potenziometri per volume, bassi ed acuti, affiancati a sx dalla presa jack da 3,5 di ingresso e dall'interruttore per shiftare dal funzionamento wired a bluetooth, a dx dal tasto play/pause e dalla leva di accensione, all'attivazione della quale un tono di conferma differenziato, permette di capire di aver acceso o spento. dimensioni davvero contenute da 26x16x15cm ed il peso inferiore ai 3 kg, nonostante l'eccellente qualità costruttiva del mobile e di ogni particolare, anche dei più nascosti e potenzialmente trascurabili, ne consentono una facilissima collocazione in ogni parte della zona di ascolto, che proprio per questo motivo, nel periodo in cui ho avuto modo di provarlo, è cambiata spesso, osservare la risposta del diffusore alla risonanza delle varie superfici su cui l'ho collocato anche delle più impensabili... ma che in funzione del target di clientela per questo apparecchio, possono dover esser prese in considerazione. Ho utilizzato l' ACTON II sia in bluetooth, attraverso le applicazioni del mio smartphone, piuttosto che quelle Marshall, un pò lente alla risposta, sia wired dove indipendentemente dalla qualità del cavo di connessione ciò che dà vantaggioè di certo la stabilità della trasmissione rispetto al Bluetooth, che a seconda della sorgente utilizzata, mi ha fatto riscontrare delle differenze notevoli di segnale, evidentemente indipendenti dal ricevitore del Marshall, quanto invece dalla qualità del trasmettitore, smartphone o tablet che fosse. La caratteristica che pare accomunare tutti questi Marshall sembra essere la forte presenza nella gamma bassa e dei mediobassi, specialmente se agevolata dal genere musicale ed io ho utilizzato prevalentemente e con grande soddisfazione musica della sua epoca, come rock, reggae, jazz e molto meno pop e sinfonica, generi con i quali, per le caratteristiche di emissione proprie di questa configurazione, questo diffusore non può trovarsi sufficientemente ...attrezzato. Del resto, chi acquisti per la cifra richiesta un Marshall Acton II, ritengo desideri conferire proprio quella "presenza" ai file audio, magari prevalentemente poco nobili come mp3 e 4, residenti nel proprio device, piuttosto che attrezzarsi con gli stessi brani musicali in formati come il FLAC, che necessitino di una risposta in frequenza più estesa ed omogenea di quella garantita da questo diffusore, per poter estrinsecare il proprio potenziale. E avrebbe fatto la scelta giusta perchè è proprio sulle opportunità mediocri di uno smartphone qualunque collegato a YouTube o altri fornitori di musica liquida che si manifesta l'immediatezza e la collaborazione del Marshall con le esigenze mordi e fuggi di uno o più utilizzatori che si avvicendino in collegamento alternato con il diffusore, ognuno con la sua musica immediatamente disponibile. Ovviamente questo taglio di risposta del bass-reflex si accentua con un posizionamento accosto a pareti di fondo o su superfici non particolarmente rigide, come l'impiantito di legno di un soppalco, piuttosto che su di un piedistallo per diffusori o una superfice rigida in marmo o ceramica. La direzionalità di ascolto non è eccessiva, per le caratteristiche di filtratura degli altoparlanti cui è demandata la parte medioalta ed alta dell'emissione: il potenziometro del volume sembra essere un attenuatore, per cui ho preferito tenerlo al massimo quasi sempre, per regolarne la gradualità dal device (specie in bluetooth, sfruttando la possibilità di farlo a distanza). Lo stupore di mio figlio di 16 anni non ha prezzo, quando me l'ha visto in casa: papà...è davvero un Marshall ? mi ha chiesto... Evidentemente il marchio è ancora qualcosa che conti, anche per queste nuove generazioni che sembrano essere incuranti della qualità, piuttosto che della quantità. Grazie ancora agli amici di che ci hanno concesso anche questa esperienza. Max Aquila photo (C) 2019
  7. Necessario complemento, un semplice zoccolo per flash dotato di attacco per treppiede sottostante Io sono appassionato Nikon e quindi uso un AS-10
  8. Hai il coupon dell iniziativa di questo thread? Se hai fatto l ordine il 15 aprile non dovresti averlo...
  9. Qual'è il negozio? Cosa ti dicono in proposito?
  10. Godox V350n e trigger Xpro1n Di solito lo uso a mano libera o con impugnatura che qualcuno qui su Nikonland mi definì... faidate solo perché era funzionale e poco costosa. Direi anche...elegante nella sua essenzialità
  11. Report dopo le prime uscite e viaggi a medio raggio: Bilanciamento in spalla ottimo spallacci comodi, specie utilizzando anche il tirante orizzontale da petto, ma comunque anche nelle brevi transizioni durante le quali lo tengo su di una sola spalla, nessuno sbilanciamento nè sensazione di scivolamento. capacità ideale per il corredo indicato: ovvio che se avessi un 70-200/2,8 da portare, invece di ekliminare altri obiettivi e modificare gli spazi interni, preferirei cambiare zaino/borsa Assevero l'utilità della tasca interna per un tablet, se tenuta vuota, al fine di costituire ulteriore diaframma tra la tasca anteriore e la parte dedicata all'attrezzatura: a maggior ragione per iul fatto che nella tasca anteriore spesso ho portato il mio table tripod Marsace MT-01 che essendo ben spigoloso, è sempre cosa buona isolarlo rispetto gli obiettivi sottostanti. Fastidioso il fatto che i pendagli appesi alle cerniere, per consentirne una facile presa e movimentazione, siano del tutto identici tra patta anteriore e vano principale: finirò col mettere in una coppia del nastro colorato per distinguerli a colpo ed evitare di aprire la cerniera sbagliata Ottima la gestibilità di accesso della fotocamera con obiettivo montato dalla tasca laterale Alla luce della somma spesa penso proprio di aver fatto un ottimo e durevole acquisto che sfrutterò moltissimo negli anni a venire. Caldamente Consigliato !!!
  12. Giusto per ricordare come diventare NPS Nikon Professional Services REQUISITI La mermbership card NPS - Italia è gratuita, ed è riservata esclusivamente ai fotografi professionisti. Per richiedere la tessera sarà quindi necessario fornire la documentazione relativa alla propria attività fotografica: Copia della partita IVA come fotografo, fotoreporter, studio fotografia, fotogiornalista. Non saranno ritenute valide attività con finalità di vendita/commercio. Essere in possesso di almeno due corpi macchina e tre ottiche nikon della serie professionale. È possibile consultare, di seguito, una lista degli apparecchi coperti dal servizio NPS.
  13. No Dario, non è un NPS. (*RETTIFICO... ADESSO PARE LO SIA DIVENTATO...) Lo conosciamo. Ha partecipato allo sviluppo della d850 come decine di altri fotografi a titolo o meno. Ovviamente* parla bene della Z7 e male della Sony a7iii...che però usa in modo tale da non farla funzionare al meglio nelle condizioni in oggetto. Come ho scritto nel p.s. di prima. A me la gente che fa solo questione di appartenenza dà la nausea. E anch'io come te non delego le scelte di messa a fuoco al sensore. La dove le Sony (a9 e a7iii) sono oggi ancora insuperate...come ho scritto negli articoli di Sonyland ad esse dedicate. Ma il 16maggio si avvicina...
  14. Sui soggetti piccoli neppure a parlarne... Ma io nel surf cammino sulle acque e mi avvicino parecchio... Mi sa che l affinamento dell' eye AF di maggio metterà tutti tranquilli...specie i matrimonialisti come il toscano che scrive in inglese che hai linkato. I miei soggetti sono un pò più nervosetti... P.S. Il confronto con la Sony a7iii lo fa con la macchina trimmata in tracking+af lock level1... Io l'avrei settato almeno a 3...
  15. Ovvio che se trovate un setting ideale di questo modo AF venite a raccontarlo... Sarebbe bene capirne di più
  16. Io ho tentato di utilizzarlo in tutte le reflex in cui l'ho trovato. Ultime anche la D850 e la D500... Ma sempre deluso. E con la Z6 ho provato ad utilizzare con i surfisti la modalità Auto af di cui parlereste qui. Ma sono tornato subito all'af dinamico. Aspetto ardentemente il 16 maggio e l aggiornamento fw
  17. Si: ma sono due cose distinte che si legano in quella modalità AF: considerando le Z Questo è il focus tracking e questa è invece la modalità AF di cui parlate il modo AF tracking 3D lo abbiamo invece su alcune reflex (qui sulla D850) simile al modo Area AF auto delle Z ed altrettanto macchinoso e poco affidabile (IMHO)
  18. Scusate se mi permetto di dirvi che il tracking 3D è altra cosa rispetto ciò di cui parlate. State parlando di AF in modo 3D. Il tracking 3D è la capacità dell AF di mantenere attenzione sul soggetto sul quale si è iniziata una raffica, anche se si interponga un elemento di disturbo (ramo, uccello, automobile) Il tracking 3D si può del tutto eliminare dal menù, oppure mantenere a vari livelli di intervento, basso, medio, alto. Basso= sensibilità massima dell AF che quindi si appiccerá al nuovo soggetto interposto. Alto= resistenza agli intrusi
  19. Per la precisione il mio incorporato per Z6 è il modello V350n ossia la versione con batteria al litio invece che con le due ministilo del TT350 che ha tempi di ricarica per questo motivo molto più lenti. Il maggior costo del V350 è pienamente ripagato dal fulmineo tempo di ricarica e dalla durata dell alimentatore al litio.
  20. Gli unici flash del cls nikon che non possono funzionare come dice Dario su godox xr1n sono appunto i tuoi sbr200 che sono privi e di slitta flash standard e di prese separate collegabili con i cavetti di cui è dotato quel receiver. Mi viene in mente di consigliarti di fare come ho fatto io che ho avuto ed usato per lungo tempo quei miniflash Nikon: Vendili. E poi comprati due Godox TT350n e un trigger x1pro. Te li ho fotografati apposta oggi a pranzo. Perché io sono un venditore: anche quando nessuno mi paga... Pensa che delle novità Godox spesso ho dato notizia io all'importatore italiano. Che mi promette di mandarmele in anteprima per scriverne. Poi se lo dimentica...e me le compro da me...
  21. Il mio incorporato per la Z6 Chi desideri usarlo male può anche metterlo a slitta, intesi... (io no)
  22. Max Aquila

    Zetaquadro

    si ... ma smettila di scattare a vuoto come hai fatto finora con la Z7...
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