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14 Arrivo solo ora perché in sti giorni mi son distratto a fare e controllare le foto con la nuova Z6, e poi sto anche scegliendo quelle più adatte a un'idea che sto sviluppando... non sono molto bravo a motivare le mie scelte ma vediamo.... 1 la 1 di marcovitrotto, sembra quasi una scena di vita quotidiana con Matera come sfondo 2 la 23 di Riccardo Davoli anche qui potrebbe essere una scena di vita quotidiana a cui potremmo essere benissimo presenti come "spettatori" 3 la 8 di Giuseppe Casella, le vecchie navi hanno un certo fascino 🙂
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21 settembre 2024 workshop NITAL Z6 III a Milano
Alberto73 commented on Claudio Garlaschi's blog entry in Viaggi di Claudio
Quando si imposta lo scatto silenzioso come nel caso di Claudio viene disattivata di default la voce che consente di scegliere il tipo di otturatore da utilizzare e si passa di obbligo a quello elettronico, sulla z6 ho sempre fatto così. -
La Giornata dello Sport a Treviso, tenutasi il 21 settembre 2024, è stata un evento molto atteso, soprattutto perché è tornata in città dopo quattro anni. L’evento si è svolto in piazzale e viale Burchiellati, dalle 15:30 alle 20:30. Quasi 40 società sportive hanno partecipato, offrendo una vasta gamma di attività per tutti i gusti. I partecipanti hanno avuto l’opportunità di provare sport come il basket, il judo, la pallavolo, il canottaggio e il golf. L’evento è stato organizzato in collaborazione con il Festival dello Sport Veneto 2024, un progetto del Coni Regionale Veneto. L’obiettivo principale della giornata è stato quello di promuovere i valori sani dello sport, come la disciplina e il rispetto delle regole. Tra i presenti, c’erano anche figure di spicco come Alessandro Manera, Assessore allo Sport, e Mario Sanson, Presidente del Coni Treviso. È stata una giornata all’insegna del divertimento e della condivisione, che ha visto una grande partecipazione da parte della comunità locale. Oltre alle foto ho assemblato un video in 4k realizzato interamente, ad eccezione della parte animata, con la z6III. Nota a margine del video: ho notato che, a differenza della Z6 dove era possibile registrare dei fermo immagine alla risoluzione del video in corso di registrazione, con la mkIII le funzioni foto e video sono nettamente separate! (fatto salvo che non ci sia una qualche impostazione da modificare che non ho trovato). Qui trovate Gli altri articoli del mio blog. Al prossimo articolo! ciao! Fonti https://antennatre.medianordest.it/125886/treviso-torna-in-piazza-la-festa-dello-sport-appuntamento-sabato-21-settembre/ https://www.oggitreviso.it/sport-piazza-treviso-au5197-340397 https://www.comune.treviso.it/myportal/C_L407/dettaglio/amministrazione-info/torna-la-girnata-dello-sport-a-treviso https://antennatre.medianordest.it/125886/treviso-torna-in-piazza-la-festa-dello-sport-appuntamento-sabato-21-settembre/ https://ilnuovoterraglio.it/settimana-europea-della-mobilita-2024-eventi-e-iniziative-a-treviso/ https://bing.com/search?q=giornata+dello+sport+21+settembre+2024+a+Treviso https://www.trevisotoday.it/attualita/treviso-giornata-dello-sport-2024.html
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Ma prima di pensare cosa comprare, lo sai cosa ti serve ?
Alberto73 commented on M&M's article in Editoriali
Diciamo che ho smesso da un pezzo di comprare le cose per sfizio ma per usarle, per cui quello che ho mi basta e mi avanza pure! -
Prossima fermata DX ? [ Nikon Z50 II ]
Alberto73 commented on Nikonland Admin's article in Editoriali
Se dovesse uscire una Z50II secondo me dovrebbe ovviare a un limite della prima versione: lo schermo posteriore! la z50 era stata lanciata puntando ai vlogger (se non ricordo male) ma, tolto il fatto che chi vlogga oggi probabilmente usa o action cam o il cellulare, lo schermo della Z50 snodato in quel modo (già meglio rispetto alla Z6) rendeva difficile se non impossibile l'auto-inquadratura vedendo anche cosa si stava riprendendo) per cui credo che lo schermo come quello della Z6III sia obbligatorio, specie se intendono mantenere il target di pubblico a cui avevano pensato.- 84 comments
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Nikon 2024 : cosa non piace a noi nikonisti -> dite la vostra !
Alberto73 commented on Nikonland Admin's article in Editoriali
Probabilmente io farei parte della minoranza... tipo specie protetta come i panda... 🐼 ultimamente sto facendo video solo con il cellulare ma non per la connessione, di quella m'importa na cippa, dato che esporto le clip sul computer e monto i video da lì, ma per la praticità del mezzo e la stabilizzazione di cui è dotato. le action cam non credo siano relegate alla spiaggia/barca/... seguo un paio di canali su youtube dove credo usino prevalentemente quelle ma, in generale, anche l'iphone (e non solo) mi pare sia abbastanza usato. -
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Alberto73 replied to Nikonland Admin's topic in Contest Chiusi
1° - n. 8 non giudico il contesto della foto che di per se mi piace 2° - n. 2 un bel primo piano... e che sguardo 'magnetico' 3° - n. 10 la tigre per me è uno dei felini più belli, quella bianca poi... 10 -
Nikon Z6 III : unboxing e prime impressioni
Alberto73 commented on Nikonland Admin's article in Nikon Z : Test fotocamere
Stamattina ho fatto un breve giro per fare alcuni scatti che avrebbero la pretesa di essere comparativi tra z6 e z6III, sempre che abbia senso farli. Una cosa ho notato: la differente luminosità dei 2 mirini a parità di impostazioni! Molto scuro e forse anche poco contrastato quello della Z6 in confronto a quello della più giovane mk III che è molto più luminoso o così mi è sembrato.- 67 comments
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La cascata delle marmore è una delle attrazioni più spettacolari e famose dell’Umbria, una regione ricca di storia, arte e natura. Si tratta di una cascata artificiale, formata dal fiume Velino che si getta nella gola del Nera, creando un salto di 165 metri suddiviso in tre livelli. Il nome deriva dai sali di carbonato di calcio presenti sulle rocce, che le conferiscono un aspetto simile al marmo bianco. La cascata ha origini antichissime, risalenti al 271 a.C., quando il console romano Manio Curio Dentato ordinò la costruzione di un canale per far defluire le acque stagnanti del Velino verso il Nera, deviando il corso del fiume e formando la cascata. Il canale, detto Cava Curiana, fu realizzato per risolvere i problemi di salute e di agricoltura causati dalla palude che si formava nella pianura Reatina, dove il Velino si allargava in un vasto lago. Nel corso dei secoli, la cascata subì diversi interventi e modifiche, sia per contrastare gli allagamenti che si verificavano nei periodi di piena dei due fiumi, sia per sfruttare la forza dell’acqua per scopi industriali e produttivi. Tra i principali interventi, si ricordano quelli dell’ingegnere Aristotile Fioravanti nel 1422, di Antonio da Sangallo il Giovane nel 1547, di papa Paolo III nel 1601 e di papa Pio VI nel 1787. Quest’ultimo fu quello che diede alla cascata l’aspetto attuale, con la creazione di due nuovi canali, detti Cava Gregoriana e Cava Paolina. La cascata delle marmore è oggi una meta turistica molto apprezzata, sia per la sua bellezza scenografica, sia per le attività sportive e ricreative che si possono praticare nelle sue vicinanze, come il rafting, il canyoning, il trekking e il ciclismo. La cascata è anche un luogo di interesse storico e culturale, che ha ispirato numerosi artisti, poeti e scrittori, tra cui Virgilio, Cicerone, Plinio il Vecchio, Byron, D’Annunzio e Carducci. La cascata è visitabile attraverso diversi sentieri e belvedere, che offrono punti di vista suggestivi e panoramici. Il parco della cascata è aperto tutto l’anno, ma la portata dell’acqua è regolata da un sistema di paratoie, che ne determinano l’apertura e la chiusura secondo un calendario prestabilito. Quando la cascata è aperta a pieno regime, la portata media è di circa 300 metri cubi al secondo, mentre quando è chiusa è di circa 15 metri cubi al secondo. Un segnale acustico avvisa dell’apertura delle paratoie, che in pochi minuti trasformano la cascata in uno spettacolo mozzafiato. Anche questo articolo, come il precedente, è un piccolo esperimento che volevo fare, vediamo chi capisce di cosa si tratta. Qui trovate Gli altri articoli del mio blog. Al prossimo articolo! ciao!
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Il Castello di Miramare è uno dei monumenti più famosi e visitati di Trieste, nonché uno dei più suggestivi esempi di architettura neomedievale in Italia. Il complesso, circondato da un ampio parco di 22 ettari, fu originariamente costruito tra il 1856 e il 1860 come dimora di Massimiliano d’Asburgo-Lorena, arciduca d’Austria e poi imperatore del Messico, e della sua consorte Carlotta del Belgio. Il castello, affacciato sul golfo di Trieste, deve il suo nome alla forma spagnola di “mirar el mar”, in quanto Massimiliano fu ispirato dal ricordo di castelli spagnoli affacciati sull’oceano Atlantico. Il progetto fu affidato all’ingegnere Carl Junker, che realizzò un edificio eclettico, in cui si mescolano elementi gotici, barocchi e rinascimentali, con una torre cilindrica che domina la facciata principale. L’interno del castello presenta ancora gli arredi originali d’epoca, testimonianza della storia dei nobili proprietari e del loro triste destino. Massimiliano e Carlotta infatti non poterono godere a lungo della loro splendida dimora, in quanto nel 1864 accettarono la proposta di Napoleone III di salire al trono del Messico, dove però incontrarono la resistenza dei repubblicani. Nel 1867, Massimiliano fu catturato e fucilato, mentre Carlotta, impazzita per il dolore, fu rinchiusa nel castelletto, un edificio di dimensioni minori situato nel parco, che era stato la loro prima residenza durante la costruzione del castello. Il parco di Miramare è un altro elemento di grande fascino e valore del complesso. Esso ospita una grande varietà di piante, molte delle quali scelte dallo stesso arciduca durante i suoi viaggi attorno al mondo, che compì come ammiraglio della marina militare austriaca. Nel parco si trovano anche un laghetto, una serra, una cappella, una fontana e un veliero, che era stato donato a Massimiliano dal fratello Francesco Giuseppe. Il castello di Miramare è oggi un museo statale, che offre ai visitatori la possibilità di ammirare le collezioni artistiche e storiche dei suoi illustri abitanti, nonché di godere della bellezza del paesaggio e della natura. Il castello è aperto tutti i giorni, tranne il 25 dicembre e il 1° gennaio, dalle 9 alle 19 (orario estivo) o dalle 9 alle 16 (orario invernale). Il biglietto intero costa 12 euro, mentre il ridotto è di 7 euro. Per maggiori informazioni, si può visitare il sito ufficiale del museo. Questo articolo è un piccolo esperimento che volevo fare, vediamo chi capisce di cosa si tratta. Qui trovate Gli altri articoli del mio blog. Al prossimo articolo! ciao!
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Grazie però non è il primo video che faccio, è però il primo video dove ci metto la voce!
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Dalla mia borsa esce tutto quello che non era Nikon per far posto alla Z6III
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Nikon Z6 III : unboxing e prime impressioni
Alberto73 commented on Nikonland Admin's article in Nikon Z : Test fotocamere
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Attorno all’ex ospedale psichiatrico di Sant’Artemio si estendono i 67 ettari del parco dello Storga, all’interno dei quali sono proibite sia la caccia che la pesca. Una delle caratteristiche di questa zona è la presenza delle risorgive, dove l’acqua affiora in superficie per la presenza di strati impermeabili in profondità. La realizzazione del parco si deve all’opera di recupero dell’ex Azienda Agricola Sant’Artemio, già Colonia Ergoterapica dell'Ospedale Psichiatrico Sant'Artemio ora sede della Provincia di Treviso. L’ingresso è libero dalle 7.00 alle 20.00 di tutti i giorni. Come molti parchi urbani della tradizione europea, anche il Parco dello Storga si caratterizza per la presenza di diverse attività al suo interno: orti urbani, il Centro Provinciale di Recupero della Fauna Selvatica, Gruppo Grotte Treviso, Polo Innovativo Naturalistico di Cultura e Formazione in Ambiente "La Storga" della Cooperativa Comunica, Gruppo micologico della Marca Trevigiana e Museo Etnografico Case Piavone. Il terreno, destinato ad uso agricolo fino agli anni 80 del 1900, è poi diventato prato per essere successivamente oggetto di un programma di rimboschimento e oggi vi si possono trovare diverse specie arboree autoctone quali pioppo nero, pioppo bianco, salice bianco, salicone, salice fragile, carpino bianco, frassino, ontano, nocciolo, olmo campestre, rovere, farnia, platano comune, melo selvatico, ciliegio selvatico, acero campestre, acero di monte e sambuco. Tra la flora erbacea, invece, vi si possono trovare anche specie ormai rare in pianura. Di un certo interesse anche la fauna che annovera, tra i mammiferi, diverse specie tra cui il riccio europeo, il toporagno di Miller, il topo selvatico, lo scoiattolo, la volpe, la lepre comune, la donnola e la faina, mentre tra gli uccelli conta 120 specie diverse. Anche la fauna ittica conta alcune specie presenti, tra cui il gambero di fiume, oltre a trota fario, sanguinerola, panzarolo, spinarello e scazzone. Vicino all’ingresso del Parco troviamo il museo etnografico provinciale, inaugurato nel 2002, ospitato nelle stanze della seicentesca “Casa Piavone” da cui prende il nome. Al suo interno sono esposti oggetti e immagini riguardanti la storia, l’economia, il lavoro, la vita quotidiana appartenenti al passato della marca trevigiana e oggi ormai rari o non più in uso. Lo scopo del museo è la raccolta, la conservazione e la valorizzazione di queste testimonianze di un passato altrimenti destinato all’oblio. Alla gestione del museo partecipa il Gruppo Folkloristico Trevigiano assieme alla Provincia di Treviso. Aperto dal giovedì alla domenica dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 15.00 alle 18.30, merita sicuramente una visita. Qui trovate Gli altri articoli del mio blog. Concludo con un breve filmato montato da me. Al prossimo articolo! ciao!
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La mia storia fotografica è abbastanza recente, prima dell'incontro con una Nikon facevo solo foto in vacanza, poi la svolta è stata nel 2006 con l'arrivo della D50 e da allora ho sempre avuto una Nikon con me quando avevo voglia di fare qualche foto. Quello con la D50 è stato un "incontro casuale" che però mi ha portato nel mondo Nikon da cui non sono più uscito. Ma non voglio pensare sia solo per abitudine, bensì per quel feeling che sono riuscito a trovare con quasi tutte le Nikon che ho avuto, avendo sempre i comandi a portata di dito. Dal mio primo incontro con Nikon sono cambiate molte cose nel mio corredo fotografico, alla D50 si sono sostituiti nuovi corpi macchina affiancati anche da obiettivi di una certa qualità, ma è cambiato anche il mio modo di fotografare, io credo, seguendo i consigli di chi ne sa più di me e con il supporto delle mie fedeli Nikon. 001: Nikon D800 - 70-200 f2.8 - 22 mm 1/800” f4 iso 1250 002: Nikon D3 - 70-200 f2.8 - 135 mm 1/250” f8 iso 200 003: Nikon D700 - 50 f1.8 - 50 mm 1/1250” f1.8 iso 640 004: Nikon D700 - 50 f1.8 - 50 mm 1/1200” f6.3 iso 200 005: Nikon D3 - 50 f1.8 - 50 mm 1.6” f5.6 iso 500 006: Nikon D3 - 70-200 - f2.8 165 mm 1/400” f4 iso 2500 007: Nikon D3 - 24-70 f2.8 - 48 mm 1/200” f6.3 iso 320 008: Nikon DF - 24/70 f2.8 - 24 mm - 1/60” - f4,5 iso 800 009: Nikon DF - 24/70 f2.8 - 27 mm - 1/800 - f4.5 iso 800 Alla fotografia ho unito il mio interesse per l'animazione giapponese, che siano foto di cosplay 010: Nikon DF - 24-70 f2.8 - 62 mm 1/320” f4.5 iso 400 011: Nikon D3 - 24-70mm f/2.8g - 66 mm 1/500 5.6 iso 1000 012: Nikon D3 - 24-70mm f/2.8g - 60 mm 1/100 f6 iso 2000 o della mia collezione di Action Figure: 013: Nikon DF - 60mm f2.8 - 60mm 1/15 f14 iso 800 014: Nikon Df - 50mm f1.4g - 50 mm - 1/8 f14 iso 800 Nota: Work in progress ------------------------------------------- altri miei articoli su: PhotographyWord
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Nikon Z6 III : unboxing e prime impressioni
Alberto73 commented on Nikonland Admin's article in Nikon Z : Test fotocamere
Se non erro dovrei aver votato che non intendevo sostituire la mia Z6 coma la III e così sarà... e comunque mi deve ancora arrivare per cui posterò qualcosa quando sarà in mano mia- 67 comments
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Libro Nikonlad 2012 “Io ho quel che ho donato” Queste sono le parole che si possono leggere all’ingresso del “Vittoriale degli Italiani” una volta superato il cancello principale dell’ultima dimora di Gabriele d’Annunzio. Realizzato dal poeta in collaborazione con l'architetto Giancarlo Maroni, il Vittoriale è un complesso di edifici, vie, piazze, teatri, giardini, e corsi d'acqua che si estende per nove ettari nei pressi di Gardone Riviera e racchiude al suo interno reliquie, ricordi, cimeli e tracce della sua vita, un vero e proprio museo su Gabriele D’annunzio. Buona parte del Vittoriale (circa il 50%) è occupata dai giardini. Nella parte inferiore della Villa troviamo quello che viene chiamato il “giardino segreto” una serie di terrazze digradanti, vecchie limonaie, dove D'Annunzio ha creato suggestivi spazi di meditazione sui temi eroici, con rievocazione delle principali battaglie combattute, come il "giardino delle reliquie". Dalla parte opposta una scalinata porta alla “Fontana del Delfino” e, verso il lago, adagiata su un fianco della collina si trova la prua della nave militare Puglia donata dalla Regia Marina a Gabriele d'Annunzio e simbolicamente rivolta verso l'Adriatico. Al suo interno vi è stato allestito il “Museo di Bordo” in cui sono esposti 10 modelli di navi da guerra appartenenti alla collezione privata di SAR Amedeo di Savoia duca d'Aosta oltre agli gli arredi originali della nave. A poca distanza dalla nave Puglia vi è la rimessa che ospita il MAS 96, motoscafo anti-sommergibile con cui d’annunzio partecipò alla beffa di Buccari nel 1918. All’esterno è posto il motto dannunziano le cui iniziali ricordano l’acronimo MAS, “memento audere semper” ovvero “ricorda di osare sempre”. In cima alla collina si trova il mausoleo, il monumento funebre dove d’Annunzio aveva sistemato le antiche arche, risalenti all’epoca romana, dono della città di Vicenza e dove sono custoditi i caduti a Fiume nel natale di sangue, oltre alle spoglie del poeta stesso sistemate nell’arca posta al centro della struttura. Qui trovate Gli altri articoli del mio blog. Concludo con un breve filmato montato da me. Al prossimo articolo! ciao!
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[reportage] L'isola Comacina (recupero dal vecchio blog del 09 marzo 2017)
Alberto73 posted a blog entry in PhotographyWord
Che siano grandi o piccole, le isole si possono trovare in molti luoghi, sperdute in mezzo all’oceano o vicino alle coste dei nostri mari, ma anche in mezzo ai laghi, come nel caso dell’isola Comacina, che spunta dalle acque del lago di Como a ridosso della costa occidentale del lago. Lasciata in eredità al re del Belgio da Giuseppe Caprani, è sta da questi donata allo stato italiano che a sua volta l’ha ceduta al presidente dell'Accademia di Brera affinché costruisse un villaggio per artisti e un albergo. Per la realizzazione del villaggio venne incaricato, nel 1933, l’architetto Pietro Lingeri: il progetto vide la luce tra il 1937 e il 1939 e venne portato a compimento nel 1940. Realizzate reinterpretando in chiave razionalista l’architettura vernacolare lariana, le costruzioni sono disposte su due piani con una zona pranzo, una cucina e un locale studio a doppia altezza al piano terra, mentre al piano superiore vi trovano posto una camera e un bagno. Uno dei pochi edifici presenti sull’isola è la chiesetta barocca di San Giovanni, al cui interno si trovano resti di murature romane e tardoromane, parte di fondazioni di una cappella romanica e resti di un battistero del V secolo. Secondo la tradizione l’isola contava nove chiese prima del 1169, anno in cui furono rase al suolo dai comaschi. Accanto alla chiesa di San Giovanni troviamo i resti di una basilica risalente al 1031, anno in cui fu fondata dal vescovo di Como. Si tratta di una costruzione a tre navate separate da pilastri ottagonali e chiuse verso est da tre absidi. Qui trovate Gli altri articoli del mio blog. Concludo con un breve filmato montato da me. Al prossimo articolo! ciao! ---------------------------------------------- Le informazioni contenute in questo articolo sono tratte da: http://www.isola-comacina.it/ https://it.wikipedia.org/wiki/Isola_Comacina http://www.comoeilsuolago.it/isolacomacina.htm http://www.comacina.it/isola.html http://www.comacina.it/storia.php http://comacina.it/ http://www.isola-comacina.it/isola/mappa-interattiva/case-per-artisti-in-stile-razionalista/ -
Lungo più di sei chilometri e con una capacità di 120 milioni di metricubi d'acqua, il lago di Resia, nell'alta Val Venosta, è il più grande bacino dell'Alto Adige. Caratteristica che rende singolare questo lago è il campanile che emerge dalle sue acque, unica testimonianza rimasta dell'antico abitato di Curon Venosta raso al suolo per la costruzione della diga (e il conseguente allagamento del territorio in cui sorgeva il paese) che, unificando i tre laghi naturali preesistenti (di Resia, di Curon e di San Valentino) ha portato alla realizzazione di questo grande bacino artificiale. Il campanile romanico risale (come la chiesa a cui apparteneva e della quale non vi è più traccia) alla metà del trecento ed è stato restaurato nel 2009 per problemi causati dalle inflitrazioni d'acqua nelle crepe e dalle gelate invernali. Narra una leggenda che in alcune giornate d'inverno sarebbe possibile sentire suonare le campane dal fondo del lago. In realtà le campane furono rimosse nel 1950, prima dell'innalzamento del livello delle acque. Come si è arrivati alla situazione attuale?? La storia inizia a metà del 1800, quando l’ingegnere Josef Duile di Curon decise di attuare il suo progetto di abbassare il “Mittersee” (lago di Curon) per poterne ricavare terre fertili per gli abitanti della zona. Il progetto, che prevedeva la costruzione di argini entro i quali far scorrere il rio Carlino, fu abbandonato nel 1855 quando, con il crollo della cateratta del "Mittersee", vennero inondati i paesi di Burgusio, Clusio, Laudes e Glorenza. Il progetto fu ripreso in seguito, prima dal governo austro-ungarico e poi, dal 1920, da quello italiano ma con finalità ben diverse dall’originale: creare un bacino artificiale per la produzione di energia elettrica innalzando di 5 metri il livello del lago. Nel 1939, però, lo stato concesse al consorzio “Montecatini” la costruzione di una diga che avrebbe innalzato di 22 metri il livello del lago, ignorando del tutto la presenza dei paesi di Curon e Resia. Con lo scoppio della seconda guerra mondiale il progetto sembrò essere accantonato e il pericolo scongiurato. Ma a sorpresa, nel 1947, venne annunciata la costruzione della diga che fu completata e posta in opera nel 1950. A nulla valsero le proteste degli abitanti della zona che nonostante si fossero rivolti anche al Papa, non poterono far altro che assistere all'espropriazione delle loro case e alla conseguente demolizione. Il centro abitato è stato in seguito ricostruito più a monte rispetto al "nuovo lago" ma nel breve periodo non pochi furono i disagi per la popolazione, dato che una buona parte di questa venne sistemata in baracche inadeguate a ripararli dai rigori dell'inverno. Oggi quel campanile, parzialmente sommerso dalle acque del lago, è protetto dalle belle arti ed è un patrimonio medievale da tutelare oltre ad essere il simbolo del comune di Curon e un ricordo dell'antico paese che non c'è più. Qui sopra una vecchia foto reperita su internet che dà l'idea di come fosse il paese prima della diga, sovrapposta a una foto più recente. Qui trovate Gli altri articoli del mio blog. Concludo con un breve filmato montato da me. Al prossimo articolo! ciao!
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Proposta libro Nikonland 2013 Sorto come Venezia su isole, il centro abitato di Burano (ormai considerato un’unica isola) è diviso in sestieri come il capoluogo veneto che ne determinano la codifica degli indirizzi (le vie non hanno nome ma i numeri civi vanno per sestiere, poveri postini……) I “confini” dei sestieri sono delimitati dai tre canali interni, in precedenza esisteva anche un quarto canale ora interrato al posto del quale vi è la piazza principale del paese. Nel campo della pescheria (a Burano come a Venezia ci sono pochissime piazze, generalmente sono campi o campielli) vi si svolge tutti i giorni il mercato del pesce, oltre a un piccolo mercato otofrutticolo. Ad accogliere i turisti sull’isola è una statua di Remigio Barbaro posta sul prato antistante l’accesso all’abitato di fronte all’imbarcadero del vaporetto. Peculiarità evidente dell’isola sono i colori delle case, toni sgargianti spesso in contrasto con quelli vicini che avevano lo scopo di delimitare le proprietà. Sconosciuta l’origine della colorazione delle case ma un’ipotesi è che servisse ai pescatori, di rientro da una lunga battuta di pesca, per riconoscere la propria abitazione nelle giornate di nebbia, particolarmente fitta in questi luoghi. Un’altra ipotesi suppone che i colori fossero il simbolo di determinate famiglie (vi sono nell’abitato pochi cognomi molto diffusi) ma questa è, delle due citate, l’ipotesi meno accreditata. Da notare che, durante il periodo del Regno d’Italia, per variare la colorazione di un’abitazione era necessario richiedere il permesso di un sovrintendente. Domina l’isola il campanile della chiesa di San Martino, costruito tra il 1703 ed il 1714 e attribuito all’architetto Andrea Tirali. Caratteristica del campanile è (come per quello del duomo di Pisa) la pendenza che ha iniziato a manifestarsi, con i primi cedimenti del terreno su cui sorge, già in fase di costruzione. Nel secondo dopoguerra il comune di Venezia fece eseguire un lavoro di consolidamento statico al fine di evitare le conseguenze dell’accrescersi della pendenza. Oggi è considerato il simbolo dell’isola. Conosciuto in tutto il mondo è l’artigianato del merletto le cui origini si perdono nella notte dei tempi e sono legate a varie leggende, tra le quali c’è quella del pescatore: Qui trovate Gli altri articoli del mio blog. Concludo con un breve filmato montato da me. Al prossimo articolo! ciao!