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happygiraffe

Nikonlander Veterano
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  1. Mi hai anticipato, perché di queto disco ne avrei scritto anch'io a breve, preso da un genuino entusiasmo! Onore a Queyras e Tharaud, che se ne strasbattono delle letture storicamente informate su strumenti d'epoca e ci suonano il loro Marais sui loro strumenti moderni! Lo fanno con amore, con passione e divertendosi un mondo. Qui si ride e si balla alla corte del Re Sole! Questo è uno dei dischi che più mi ha entusiasmato negli ultimi tempi. A tratti questo Marais irreverente mi ricorda perfino Philip Glass Per me questo è un disco stra-super-consigliatissimo e lo dice uno che normalmente si addormenta con questo repertorio.
  2. Molto bello, lo sto ascoltando proprio ora. Perfetta la scelta del programma, che si sposa alla perfezione con questo bellissimo strumento, dal suono sì piccolo, ma soprattutto caldo e intimo.
  3. La musica da camera di Ravel, a mio avviso, è quella che meglio rispecchia il genio garbato del compositore francese. Sono molto affezionato al disco di Kantorow, Rouver e Muller, che però ormai è fuori catalogo. Anche il film a cui è servito da colonna sonora ormai mi sa che ce lo ricordiamo solo io e te e qualche attempato ammiratore della Béart ante-chirurgia! Oltre al quartetto, un altro raffinatissimo gioiello della musica da camera di Ravel è l'Introduzione e allegro per arpa, flauto, clarinetto e quartetto d'archi. Io adoro Ravel!!!
  4. SACD non ne ho, ma mi guarderei bene dal pensionarli! Per i CD non ho nessun rimpianto (ormai li considero quasi come le audiocassette) e tra un po' anche gli ultimi superstiti in libreria finiranno in qualche scatolone.
  5. Oggi ho realizzato che è da almeno 10 anni che sono passato all'ascolto di musica in formato liquido. Quando ho fatto il passaggio ho faticosamente convertito gran parte della mia collezione di CD in file FLAC (ma ora ascolto quasi tutto in streaming), per poi inscatolarli e metterli in un ripostiglio, che poi è l'anticamera della cantina, che a suo volta è l'anticamera della discarica. Ho tenuto solo alcuni cd in bella vista sulla libreria, ma non ho neanche più il lettore per ascoltarli. Ora mi chiedo se non sia giunto il momento di buttarli tutti... Voi che ne avete fatto dei vostri CD (potrei fare la stessa domanda per musicassette, VHS, vinili, etc, ma mi limito ai CD)? Li usate ancora? Li avete buttati? Li avete messi in uno scatolone in attesa di un improbabile revival?
  6. Un gran bel disco, indubbiamente. Il punto forte per me è il quartetto di Dutilleux, di cui danno un'interpretazione veramente stellare e che me lo ha fatto in un certo senso riscoprire. Lo avevo ascoltato anche recentemente con il Belcea, disco incensato proprio per l'interpretazione di Dutilleux, ma non mi aveva trasmesso le stesse emozioni.
  7. Mi stavo devotamente preparando per le celebrazioni dei 150 anni della nascita di Rachmaninov ascoltando la seconda suite per due pianoforti: Poi non ho ben capito come sono passato a un altro classico:
  8. Due études li puoi già ascoltare su qobuz ;-)
  9. Nell’attesa che esca questo (3 febbraio) mi riascolto il giovanissimo e incandescente Lugansky del 1994:
  10. Decisamente molto meglio Weinberg della Bacewitz! Ascolta il concerto per flauto, per quello non serve neanche il cioccolato, al più un gianduiotto.
  11. Weinberg: sinfonie 3 e 7; concerto per flauto n. 1. City of Birmingham Symphony Orchestra, Deutsche Kammerphilarmonie Bremen, Dir.Mirga Gražinytė-Tyla. Kirill Gerstein, clavicembalo; Marie-Christine Zupancic, flauto. DG 2022. *** Da qualche anno è in corso una vera e propria riscoperta dello sfortunato compositore polacco Mieczysław Weinberg (1919-1996). Due artisti si sono fatti paladini di questa riscoperta: il violinista Gidon Kremer, di cui avevamo parlato QUI, e la direttrice lituana Mirga Gražinytė-Tyla, qui al suo secondo disco per DG dedicato interamente a Weinberg. Weinberg ebbe una vita sfortunata, fuggì dai nazisti dalla Polonia all’URSS dove venne accolto a braccia aperte dai sovietici che lo accusarono di formalismo (peccato mortale per i compositori dell’epoca) e lo arrestarono pure. Solo alla morte di Stalin poté riprendersi, ma componendo più che altro per cinema, teatro, tv e addirittura spettacoli circensi. Nonostante questo, compose tantissimo, addirittura 22 sinfonie e 17 quartetti. Tutta musica che si sta riscoprendo di recente. Non tutta meritevole di attenzione, ma ci sono in ogni caso opere davvero interessanti, caratterizzate da un linguaggio sempre personale. Il disco si apre con la sinfonia n.7 per orchestra d’archi e clavicembalo del 1964, cupa, ma non tragica, caratterizzata da interventi del clavicembalo, qui affidato addirittura a Kirill Gerstein, piuttosto stranianti, che alla fine lasciano all’ascoltare più dubbi che risposte. Decisamente più brillante, ironico e godibile il concerto per flauto Op.75 del 1961. Bravissima la flautista Marie-Christine Zupancic, ben sostenuta dalla City of Birmingham Symphony Orchestra. Chiude il disco l’ambiziosa terza sinfonia, frutto di una genesi molto complicata. Iniziata nel 1949, composta cercando di reinterpretare e in qualche modo aggirare i dettami delle autorità, criticata dall’”Unione dei Compositori Sovietici”, rimaneggiata e tenuta in un cassetto in attesa di tempi migliori, vale a dire la dipartita di Stalin e l’arrivo di Krusciov, è un’opera densa e molto intensa, ma al tempo stesso caratterizzata da una ricca inventiva melodica. Certamente riflette il clima del momento, ma personalmente la trovo di grande fascino. Nel complesso un ottimo disco, ben registrato, con un’ampia gamma dinamica, che aggiunge dei nuovi tasselli alla riscoperta di un compositore rimasto molto a lungo nell’ombra.
  12. Vabbè, ma questo è uno dei dischi più belli di sempre! Perahia raramente delude, ma qui siamo su livelli ancora più stellari del solito. Mi piace di lui il senso del ritmo infallibile, il suono terso e la naturalezza delle sue interpretazioni dove sembra che la musica parli da sé.
  13. Può darsi, il mio era solo un suggerimento e le mie impressioni non è detto che siano rappresentative. Insomma, fate un po' come vi pare (apro una parentesi a proposito di smartphone e tablet: il pc lo uso quasi esclusivamente per lavoro. Le mie navigazioni sul web di carattere ludico le faccio con l'ipad spaparanzato sul divano. Se poi voglio rivedermi meglio delle foto, lo faccio da PC, ma sono delle eccezioni. Lo smartphone lo uso per telefonare e per le mail, mai per navigare sul web)
  14. Gli spiegoni già su tablet vengono troncati, non oso immaginare su smartphone Alcuni andrebbero resi più sintetici (spieghini anziché spiegoni) e i alcuni titoli resi più incisivi.
  15. A Natale mi sono fatto questo regalo (a dire il vero lo avevo pensato per un’altra persona, ma poi me lo sono tenuto ): È il catalogo di una mostra del 2019. È bellissimo, le foto sono una più bella (bella non è il termine giusto, forse dovrei dire toccante) dell’altra. Lo consiglio davvero col cuore. Vi riporto qui una sua frase che mi ha colpito, così, un po’ come provocazione: Non conta la macchina che usi: contano il fuoco, la profondità di campo. Non ho mai capito niente delle macchine fotografiche…Da una decina d’anni sono passata al digitale, ma il principio vale sempre: i risultati non dipendono dall’attrezzatura, ma da testa, cuore, cervello. La tua posizione politica, morale. Se odi il mondo, se lo ami. Le macchine, gli obiettivi non sono niente. Piuttosto sconsiglio i teleobiettivi e tutte le tecniche che rendono uguali i lavori dei fotografi. Consiglio di fotografare tutto da molto vicino, a distanza di un cazzotto, o di una carezza.
  16. A mio avviso “apparecchiature” ancora non rende bene l’idea di quelli che succede in quel club. Non so, “discussioni su apparecchiature e software”? Io non sono molto bravo in queste cose, ma così com’è non funziona. Invece la ripartizione degli argomenti all’interno del club la trovo molto logica.
  17. Non mi ero mai visto sotto questa luce Comunque sono troppo figo
  18. Per carità, meglio non esagerare col cioccolato , però il concerto per violoncello di Weinberg, preso singolarmente (la doppietta con Shosty può uccidere), è probabilmente una delle opere migliori che abbia composto e in assoluto un gran bel concerto.
  19. Ma sai che mi intriga parecchio? Penso che mi prenderò questo per cominciare ad approfondire: grazie per avercene parlato!
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