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Weinberg: sinfonie 3 e 7; concerto per flauto n. 1


happygiraffe

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Weinberg: sinfonie 3 e 7; concerto per flauto n. 1.
City of Birmingham Symphony Orchestra, Deutsche Kammerphilarmonie Bremen, Dir.Mirga Gražinytė-Tyla.
Kirill Gerstein, clavicembalo; Marie-Christine Zupancic, flauto.
DG 2022.

***

 

Da qualche anno è in corso una vera e propria riscoperta dello sfortunato compositore polacco Mieczysław Weinberg (1919-1996). Due artisti si sono fatti paladini di questa riscoperta: il violinista Gidon Kremer, di cui avevamo parlato QUI, e la direttrice lituana Mirga Gražinytė-Tyla, qui al suo secondo disco per DG dedicato interamente a Weinberg.

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Weinberg ebbe una vita sfortunata, fuggì dai nazisti dalla Polonia all’URSS dove venne accolto a braccia aperte dai sovietici che lo accusarono di formalismo (peccato mortale per i compositori dell’epoca) e lo arrestarono pure. Solo alla morte di Stalin poté riprendersi, ma componendo più che altro per cinema, teatro, tv e addirittura spettacoli circensi.

Nonostante questo, compose tantissimo, addirittura 22 sinfonie e 17 quartetti. Tutta musica che si sta riscoprendo di recente. Non tutta meritevole di attenzione, ma ci sono in ogni caso opere davvero interessanti, caratterizzate da un linguaggio sempre personale.

Il disco si apre con la sinfonia n.7 per orchestra d’archi e clavicembalo del 1964, cupa, ma non tragica, caratterizzata da interventi del clavicembalo, qui affidato addirittura a Kirill Gerstein, piuttosto stranianti, che alla fine lasciano all’ascoltare più dubbi che risposte.

Decisamente più brillante, ironico e godibile il concerto per flauto Op.75 del 1961. Bravissima la flautista Marie-Christine Zupancic, ben sostenuta dalla City of Birmingham Symphony Orchestra.

Chiude il disco l’ambiziosa terza sinfonia, frutto di una genesi molto complicata. Iniziata nel 1949, composta cercando di reinterpretare e in qualche modo aggirare i dettami delle autorità, criticata dall’”Unione dei Compositori Sovietici”, rimaneggiata e tenuta in un cassetto in attesa di tempi migliori, vale a dire la dipartita di Stalin e l’arrivo di Krusciov, è un’opera densa e molto intensa, ma al tempo stesso caratterizzata da una ricca inventiva melodica. Certamente riflette il clima del momento, ma personalmente la trovo di grande fascino.

Nel complesso un ottimo disco, ben registrato, con un’ampia gamma dinamica, che aggiunge dei nuovi tasselli alla riscoperta di un compositore rimasto molto a lungo nell’ombra.

 

3 Commenti


Commenti Raccomandati

  • Amministratori
13 minuti fa, happygiraffe ha scritto:

Mauro, controlla di aver abbastanza cioccolato in casa ;)

Mi avevano incuriosito la tipa e le copertine che la DG le dedicava e così per curiosità, ho iniziato ad ascoltare il primo disco con Kremer.
E li mi sono fermato ... 938181462.webp.cb8ba249ad1c82f83e84bacaa79a77e0.webp

qualche anno fa è stata di moda la Bacewitz : tutti la registravano, adesso tocca a Weinberg.

 

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  • Nikonlander Veterano

Decisamente molto meglio Weinberg della Bacewitz!

Ascolta il concerto per flauto, per quello non serve neanche il cioccolato, al più un gianduiotto. 

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