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Silvio Renesto

Nikonlander Veterano
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Tutti i contenuti di Silvio Renesto

  1. La lente Sigma Acromatica da 72mm dovrebbe essere valida, e passare da 77 a 72 non dovrebbe vignettare. Sicuro che sia da + 1? Ti riferisci al mio calcolo nell'articolo di Mauro o è un dato che hai trovato da qualche parte?
  2. Se hai un 105 micro, arrivi già ad 1:1, se vuoi proprio andare oltre l'1:1 o stare più lontano mettigli piuttosto un TC14. Le lenti addizionali sui macro non sempre hanno buona resa. Sul 70-300mm, massimo 3 diottrie (la Marumi), per quando vai in giro senza micro. Vedi risposta sopra.
  3. Con il 300mm f4 fisso e una lente da 3 diottrie parti da quasi 1:1 a 33cm, un po' poco pratico a mio parere. Sul 300mm io al massimo userei una lente da 2 diottrie come la Canon 500D. Diversamente, sullo zoom hai un bel range di variazioni cambiando la focale. Allora anche una lente da 3 diottrie può dimostrarsi utile. Parti sempre da 33cm di distanza di lavoro. Sull'80mm la lente da 3 diottrie va bene, come vedi sopra. Purtroppo, da 1,5-1,6 diottrie che io sappia c'è solo la Nikon 5T, difficilissima da trovare (e la vendono abbastanza cara) oppure la Sigma AML da 58mm anche lei rara, ma non introvabile, solo usata a pochissimo (es. su ebay) e sul 70-300 P va bene (viaggia sui 10-20 euro, io l'ho pagata 7 euro!). Sempre da usare sullo zoom (vedi la mia foto del ragno granchio) intorno ai 150-200mm (sotto potrebbe vignettare). Se ne trovi una, comprala, è un costo irrisorio e ti fai un'idea. La Sigma ha attualmente in listino una lente acromatica da 72mm per il suo 18-300mm Contemporary, questa qui: https://www.amazon.it/SIGMA-AML-72-01-Lente-18-300/dp/B00NIHBN0S Ne ha parlato anche Mauro nel suo test dello zoom, sembra buona, ma non mi riesce di trovare dati sulla sua potenza diottrica. La mia Olympus non esiste più, era dedicata alle Olympus IS a ottica zoom non intercambiabile, dette "melanzane". L'ho trovata per caso in un negozio e l'ho presa.
  4. Sono d'accordo con te che 5 diottrie sono eccessive (più aberrazioni e meno distanza di lavoro). Io addirittura preferisco usare lenti da1,5-2 diottrie, ma tutto dipende dalla focale su cui intendi usarle (io uso focali abbastanza lunghe). Su focali fino a 100mm meglio 3 diottrie. Per un uso occasionale sono la scelta più semplice, chiudi a f8-11 e vai tranquillo. La Marumi fa lenti di diversi diametri, se hai necessità di quella da 77 ok, se invece ti basta da 72mm, spendi meno e pesa un bel po' meno.
  5. Il nikon 85mm f1.8 S potrebbe essere un buon sostituto? Ci sto lavorando, e ve ne scriverò nei dettagli (spero corredando lo scritto di soggetti più interessanti di righelli e sassi) , ma intanto lasciatemi anticipare che rimango piacevolmente (anzi di più) sorpreso dalla qualità di questo obiettivo nella foto ravvicinata, quando accoppiato a lenti addizionali oppure a tubi di prolunga. Come aperitivo vi mostro questa e sotto vi spiego perchè: Questa foto (stacking di oltre 12 scatti) è stata fatta con l'85mm su cui ho montato una lente acromatica Olympus da circa 3 diottrie. L'intero fossile è largo 4,5cm circa, per un rapporto di riproduzione di 1:3 o qualcosa di più. Luce naturale. Tenere presente che ho scattato alla minima distanza di messa a fuoco, cosa che di solito con le lenti addizionali evito di fare perchè la resa cala sensibilmente. Con l'85mm F 1.8 S il calo è irrilevante. Anche il 50mm si comporterebbe benissimo, ma io preferisco avere distanze di lavoro maggiori, da qui il mio interesse per l'85mm. Abbiate un po' di pazienza e ne riparliamo (anche del 50mm). PS Cliccare sopra ed espandere poi.
  6. AL MOMENTO ( l'evoluzione è costante ) ho due DSRL Dx, uno zoom tele (70-300 P), un medio tele (300 f4 PF) e un macro (105mm G), più qualche TC. Ossia ciò che ancora non esiste in versione Z. Se e quando possibile... migrerei verso una condizione full "Z".
  7. Per correttezza nei confronti di chi gentilmente è intervenuto, segnalo che ho risolto il problema caricando i driver aggiornati per Xqd dal sito Lexar.
  8. Ho letto e guardato le foto con piacere. Un bel reportage, un ricordo che è bello condividere e molte foto sono azzeccate.
  9. Nel 2017 avevo fatto una piccola mostra fotografica , intitolata "Segni nella Pietra", che aveva riscosso un certo successo. Le foto erano state scattate con la SIGMA SD Quattro H di cui avevo apprezzato l'eccezionale resa del sensore. La mostra sarà riproposta a Marzo di quest'anno in una sede diversa e di maggiore richiamo, a Varese. Gli organizzatori mi hanno chiesto però delle foto in più. Sulle prime ho pensato di riprendere la SIGMA, poi ho cambiato idea e mi sono portato la Nikon Z6. Uno dei motivi è stato il poco tempo a disposizione per la sessione di riprese, in pratica un solo pomeriggio in cui dovevo anche scegliere ex novo i soggetti. Così ho pensato che la maggior velocità operativa della Z6 poteva essere di aiuto. Un altro motivo, la curiosità di confrontare la Z6 con la Sd quattro H. Ho scattato quindi con La Z6, il micro nikkor 105mm f2.8 Af G (su FTZ naturalmente) un illuminatore a Led e dei pannelli riflettenti, su treppiede, ISO 200 diaframmi da 9 a 13. AfS, area Af punto singolo pinpoint. Considerazioni? In sintesi, lavorare con la Z6 è stato molto divertente (ma lo era stato anche con la SIGMA) e soprattutto molto semplice (questo con la SIGMA un po' meno ). I vantaggi sono molti (ce ne sono di banali, ma alcuni sono invece sostanziali) : La possibilità di usare l'otturatore elettronico attivato dal display touch che elimina ogni minima vibrazione senza bisogno di autoscatto. La ripresa con cambio di messa a fuoco che mi ha permesso di evitare la slitta micrometrica e ha velocizzato la sequenza di scatti per il successivo stacking. Una previsualizzazione dell'esposizione più dettagliata. File molto lavorabili. Il display orientabile... (aggiungete voi se mi è sfuggito qualcosa... ) La qualità delle immagini non è uguale a quella ottenibile dalla SIGMA SD quattro H (usata con le dovute attenzioni), ma questo è a mio parere ampiamente ripagato dalla praticità d'uso e, nonostante la vetustà del 105 micro, i risultati sono più che adeguati anche per le previste stampe 30x40. Ecco qualche esempio ( Nota: la nitidezza è superiore a quella apprezzabile sul browser, non so come rimediare a questo): Zoophycos, tracce fossili lasciate da ignoti animali marini (vermiformi) che pascolavano il detrito. Per dare l'idea l'area inquadrata è alta circa 6cm. Composizione di ricci marini dai lunghi aculei Crinoide (Giglio di mare) e Stella marina Non è mio intento screditare la SIGMA Sd Quattro H, che continuo a considerare una fotocamera dalla resa superlativa, ma un po' "laboriosa", quanto sottolineare come le mirrorless di più moderna concezione semplifichino di molto il lavoro mantenendo, nel caso della Nikon Z6, una resa qualitativa notevole. Immagino che con una Z7 ed un micro-nikkor Z (che però - ahimè- non esiste ancora...) il risultato sarebbe stato sicuramente entusiasmante. Considerazioni, appunti, osservazioni, sempre benvenute. Come per le foto della mostra precedente, gli esemplari sono esposti al Museo Civico "Mario Realini" di Malnate (VA) , e mi sono stati gentilmente messi a disposizione dalla direttrice, Dott.ssa Sabrina Dotti, che ringrazio, insieme al suo staff museale, per la cortesia e la disponibilità che mi ha sempre mostrato in anni di collaborazione sia in campo didattico che divulgativo.
  10. Non ho ben capito qual'è il punto. Scattare in dx significa che la macchina ritaglia i bordi della stessa inquadratura che avrebbe ripreso in Fx per ottenere un'inquadratura più piccola, se metti un crop del 100% della zona centrale non dovrebbe esserci nessuna differenza, o mi sfugge qualcosa?
  11. Ottimo reportage (come sempre ), ricco, vivace e vario, il bianco e nero rende intriganti molti scorci e particolari, crea una atmosfera.
  12. Mi pareva che NOC qualche tempo fa avesse in listino delle compatibili per Z, ma mi sono dimenticato la marca.
  13. Sono d'accordo, però un modello retrò, mi piacerebbe proprio.
  14. Quella che hai preso tu però non è la MENGS originale, io posso montare e smontare tranquillamente l'FTZ. Ho guardato l'inserzione quella rossa ha la basetta più sottile e scavata della MENGS come in effetti scrivi tu.
  15. Io sì, ma per quel che mi riguarda bisogna aspettare che le mie modelle e i miei modelli si "sveglino".
  16. Vero, è un pressappoco e vale solo per alcuni vecchi obiettivi e per pochi obiettivi non macro. Infatti, Riccardo Polini nella sua guida (pdf scaricabile gratis qui: https://www.nikonclub.it/forum/index.php?act=attach&type=post&id=173416 ) Calcola prima la focale effettiva alla minima distanza, poi fa i conti. Lui è un fisico, per cui coi numeri ci sa fare.
  17. Non mi era mai capitato prima, pensavo che a 1/1000s sarei stato al sicuro...
  18. Succede con l'otturatore elettronico (=scatto silenzioso) a raffica a mano libera, Osservate le coppie di immagini: Scattando a raffica alcune foto risultano deformate (sono le prime di ogni coppia), qualcuno saprebbe dirmi perchè e soprattutto se è normale? Riepilogando: Capita con l'otturatore elettronico, a mano libera, anche a 1/1000s Con l'otturatore meccanico non succede, almeno così mi sembra. Con l'otturatore elettronico su treppiede mi sembra che non succeda. Sono perplesso e preoccupato.
  19. Allo scoperto, quasi per caso, mi ha concesso tre o quattro scatti e poi via. La fotografia ad animali liberi è sempre quella che mi da' più emozione in assoluto.
  20. Dipende molto dalle dimensioni dell'obiettivo: bisogna fare dei conti: è infatti possibile calcolare quale sarà la minima distanza di messa a fuoco di un obiettivo più il tubo di prolunga, tramite una serie di equazioni che trovi QUI, occhio che è un sito per amanti dei numeri . Una volta che hai risolto l'equazione (le equazioni ) devi confrontare la distanza ottenuta con la lunghezza di obiettivo + macchina. Se è superiore ok se no è impossibile. Per quello che un vecchio 20mm f3.5 Ai può magari farlo ed un nuovo obiettivo più corpulento invece no.
  21. Lo "sfizio" diciamo così, ha decisamente un suo ruolo . Però, visto che non avevo più tubi di prolunga (i Kenko che ho citato li ho dati via da anni) ho pensato che fosse la soluzione migliore in quanto a compatibilità e solidità dell'insieme. Infine, il mio è anche un atto di fede, ossia mi aspetto che Nikon produca in tempo ragionevole qualcosa di nativo per Z su cui poter usare il tubo, come ad esempio il 100-400.
  22. Emanuele Biggi usava il 19 Vivitar con il tubo nikon PK 1. Ora usa il Sigma fisheye 15mm con il nikon K1. Per dire che un tubo molto sottile con un obiettivo non troppo grosso... si può fare. http://www.anura.it/wideangle-macro-le-mie-lenti-preferite/
  23. I tubi di prolungaFotodiox mi hanno incuriosito perchè sulla carta sembrano ben fatti e, cosa importante promettono di mantenere tutte le funzionalità della fotocamera. Ce ne sono due modelli, uno da 11 mm e l'altro da 35 mm. Memore del buon risultato dato dal tubo Kenko Pro DGX da 36mm accoppiato al mio vecchio 300mm f4 AFS, ho voluto procurarmi il Fotodiox da 35mm e provarlo sia sul nikon 24-70mm f4 S (più che altro per curiosità), che sul 300mm f4 PF, che sarà invece l'obiettivo su cui conto di usarlo. ATTENZIONE : Questo è un arido test sui rapporti di ingrandimento, niente bei soggetti, anche perchè la temperatura non è ideale. Solo righelli e qualche fossile. Se pensate che la cosa vi annoi, fermatevi qui. Come è fatto e come va. Ordinato su Amazon ed arrivato in un giorno. Sorpresa: su Amazon è mostrato con una leziosa confezione di legno con imbottitura. A me invece è arrivato in una scatola di cartone. Non che mi importi molto, però è un piccolo imbroglio. Tutto sommato avrei comunque preferito che nella confezione fossero previsti dei tappi. E' completamente in metallo, ha un'aspetto solido e ben rifinito. Funziona alla perfezione sia con ottiche S che tramite adattatore con le ottiche F. Sotto questo aspetto sono pienamente soddisfatto. Su come funzionano i tubi di prolunga ci sono numerose risorse nel web ed io stesso ho pubblicato diversi articoli e discussioni su Nikonland vecchio e nuovo. Per le nozioni generali vi rimando a quelli. Mi limito a dire che un tubo di prolunga aumenta il tiraggio, permettendo di focheggiare a distanza minore rispetto alla distanza minima per cui è progettato l'obiettivo, con la conseguente perdita della possibilità di mettere a fuoco ad infinito. Più i tubi sono lunghi più "mangiano" luce. La perdita di luminosità dipende dalla lunghezza focale dell'obiettivo e della lente su cui si monta. Vi risparmio le formule, diciamo che a 70mm f4 si perde poco più di uno stop; a 300mm, meno di mezzo stop. Come va sul 24-70mm f4 S Il 24-70mm f4 S è molto nitido e da solo, a 70mm, raggiunge un rapporto di ingrandimento di 1:3, ad una distanza di messa a fuoco di 30cm (= distanza di lavoro 15cm). Il tubo rende inutilizzabili le lunghezze focali da 24 a 40mm (in pratica a 50mm) perchè fino a circa 35mm il punto di messa a fuoco cade "dentro" l'obiettivo, complice la lunghezza del tubo e il fatto che lo zoom si allunga a sua volta. E' possibile che con un obiettivo molto corto, come un pancake, si possano ottenere dei risultati anche a focali inferiori ai 35mm, con questo zoom (e tutti i suoi simili) no. A 50mm il tubo inizia a diventare usabile (o quasi): Focheggiando ad infinito si ha una distanza di lavoro (dalla lente frontale) di circa 6cm con un rapporto di riproduzione di 1:1.4. Focheggiando alla minima distanza si ha una distanza di lavoro di 2,5cm ed un rapporto di riproduzione di poco superiore ad 1:1. La scarsissima distanza di lavoro però rende le cose molto difficili, specialmente per quanto riguarda l'illuminazione. A 70mm Focheggiando ad infinito si ha una distanza di lavoro di circa 10cm con un rapporto di riproduzione di 1:1.8 (poco più di 1:2). Focheggiando alla minima distanza si ha una distanza di lavoro di 4cm ed un rapporto di riproduzione di 1:1,1. Sia a 50mm che a 70mm focheggiando all'infinito col tubo di prolunga si ha una distorsione a barilotto e pesante perdita di nitidezza ai lati (non solo ai bordi) solo il centro è ben a fuoco, Probabilmente è questione di curvatura di campo della lente che non è progettata per macro spinta. In conclusione è meglio evitare di usare il tubo da 35mm sul 24-70mm. Dei tubi più corti, come il Fotodiox da 11mm o i due Meike potrebbero dare risultati migliori, anche se con ingrandimenti meno spinti. Con lente addizionale Canon 500D (2 diottrie). Focheggiato ad infinito a 70mm si ha una distanza di lavoro di 55cm circa ed un rapporto di riproduzione di 1:7. Focheggiato alla minima distanza si ha una distanza di lavoro di 10cm circa ed un rapporto di riproduzione di 1:2,5 con buona nitidezza: C'è da dire però che il 24-70m arriva da solo a 1:3 con una distanza di lavoro di 15cm, per cui o si usa una Marumi da 3 diottrie, oppure non ne vale la pena. Come va sul 300mm f4 PF. II range di messa a fuoco e di ingrandimenti è notevole. Focheggiando ad infinito si ha una distanza di lavoro di circa 3m ed un rapporto di riproduzione di 1:7 circa. Focheggiato alla minima distanza si ha una distanza di lavoro di 85cm circa ed un rapporto di riproduzione di 1:2,2. Un ottimo valore. In più, come già spiegato altrove, il tubo compensa il focus breathing per cui alla minima distanza è possibile ingrandire il soggetto senza avvicinare l'obiettivo perchè il fuoco si ottiene a distanza nominali superiori, quindi più vicine alla focale reale. Il 300mm f4 PF alla minima distanza di messa a fuoco: Il 300mm f4 PF alla stessa minima distanza di messa a fuoco con il tubo da 35mm: Questo aspetto è interessante perchè specialmente con gli zoom tele XX-400 o XXX-600 che alla minima distanza di messa a fuoco volte quasi dimezzano la focale effettiva, un tubo può permettere di ingrandire adeguatamente soggetti piuttosto piccoli ma vicini, quali i passeriformi quando si fotografa da capanno. Anche con un 300mm f2.8 o un 500mm, che non "respirano" molto ma hanno però una distanza minima superiore al 300mm f4, potrebbero beneficiare dell'uso del tubo di prolunga sempre per fotografare soggetti relativamente piccoli. Tubo o lente addizionale? Ho già scritto una experience sull'uso del 300mm f4 PF e la lente Canon 500D. Il tubo sul 300mm è molto più versatile permettendo un range di ingrandimenti molto più ampio. Tubo o converter? Ingrandimenti simili a quelli qui mostrati si possono ottenere anche montando dei converter, ad esempio con il Tc 14 EII si arriva ad 1:3 circa. Ci sono vantaggi e svantaggi: con il converter si ha continuità di messa a fuoco da infinito alla minima distanza, per contro i converter più potenti del TC14 possono dare un certo calo di nitidezza che il tubo non da', oltre anche una perdita di f/stop superiore. Il Tc 14 è vincente come praticità sul tubo a parità di ingrandimenti, ma Il tubo permette di andare un pochino oltre. Perchè mi sono comprato il tubo di prolunga? Da una parte c'è la passione per i gadget, dall'altra conto di usarlo sul 300 in alternativa ad esempio al Tc 14 per fotografia ravvicinata, le foto che seguono sono solo degli esempi per dare un'idea delle dimensioni dei potenziali soggetti. Non fotograferei certo dei fossili con un 300mm ma, sul campo, insetti e rettili di dimensioni simili sì. Infine, in attesa di un 105mm macro S, il tubo Fotodiox da 35mm, accoppiato all'85mm f1.8 S, potrebbe sostituirlo validamente (spero). Ma questo sarà argomento della seconda parte. Silvio Renesto
  24. Penso di saperlo, sì. E in effetti lo speravo. Quindi grazie, volentieri.
  25. ARRIVATO OGGI IL FOTODIOX DA 35mm, ho ordinato quello che più mi interessa per il mio modo di fare macro. Seguirà test dettagliato. L'ho preso per usarlo con il 300 f4 PF dove va egregiamente (e si può usare anche sul 70-300P), per cui sono soddisfatto dell'acquisto, ma... caveat emptor: Come già sapevo in teoria, ed ora ho verificato in pratica, il tubo da 35mm è quasi inusabile sul 24-70mm f4 S. I dettagli nell'articolo, se interessati, a brevissimo . Sarebbe anche da provare sul 50mm f1.8 S ma, soprattutto, sull'85mm S, dove potrebbe dire la sua. Appena ho finito le prove, pubblico.
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