Vai al contenuto

Classifica

Contenuto Popolare

Mostra il contenuto con la massima reputazione di 23/04/2024 in Articoli

  1. Godox ha già una serie di flash retro che si rifanno nell'aspetto e nelle peculiarità a flash in stile anni '40-'60. Alcuni sono disponibili anche in versioni colorate come le Nikon Zfc/Zf. Ma questo annuncio merita più attenzione, secondo noi, perché all'aspetto unisce caratteristiche assolutamente all'avanguardia. Un pò come la nostra Nikon Zf che in un corpo vintage incorpora l'ultimo grido della tecnologia. Questo nuovo Master, non scimmiotta i flash (tipo Metz) a torcia con impugnatura verticale di un tempo perché ha un funzionamento completo in tutte le modalità. Ha una buona potenza ed ha una bella batteria al litio incorporata che assicura una autonomia di quasi 500 scatti a piena potenza. Inoltre è impostabile grazie ad un pratico schermino touch ed è pensato per lavorare in perfetta simbiosi con il nuovo controller/trigger touch X3 Mini. Caratteristiche principali: Flash wireless 2.4G ispirato a Graflex Numero guida: 82' ISO 100 9 livelli di uscita: da 1/1 a 1/256 Da 2,0 a 10,0 con incrementi di 0,1 passi Funziona con batteria ricaricabile Modalità manuale, automatica, HSS, multipla, ottica TTL con telecomando wireless opzionale 460 flash a piena potenza con una sola carica Staffa inclusa per il montaggio della fotocamera Cavi di attivazione e ricarica inclusi sono poi disponibili in opzione, accessori aggiuntivi che ne possono rendere l'uso pratico "serio" e non casuale. Prezzo annunciato di $ 249 (circa € 300 con IVA)
    6 punti
  2. Foto di copertina (c) di Joe McNally, Nikon Ambassador Vi chiederete, chi é Dave Duncan Douglas (di seguito DDD) e che ci azzecca con Nikon ? David Douglas Duncan a Con Thien, Vietnam, ottobre 1967 con la sua Nikon F. Foto di Frank Breth DDD é stato un fotografo americano, lungamente attivo per Life come fotografo di guerra. Nato nel 1916 a Kansas City nel Missouri, Boy-Scout, studente di archeologia, gli capitò di fotografare casualmente il noto rapinatore di banche John Dillinger in un hotel nel 1934, cosa che evidentemente cambiò la sua vita per gli anni a venire. In realtà lui aveva semplicemente sentito alla radio che un hotel andava a fuoco (era a Tucson, Arizona, dove frequentava l'Università) e corse a fare delle foto con una fotocamera pagata 39 cents. La sua foto ritraeva un uomo che recuperava una valigetta dall'hotel in fiamme. Il giorno dopo scoprì leggendo il giornale che quell'uomo era Dillinger e nella valigetta aveva il solito corredo composto da pistole, mitragliatori e contanti frutto delle rapine. Nel 1938 riuscì a diplomarsi e per un anno girovagò come fotografo freelance. Alcune sue foto dei Caraibi furono pubblicate sul National Geografic. Durante la guerra servì nei marines come fotografo combattente (in servizio come ufficiale dei Marines, non come semplice fotoreporter), durante la campagna di Bouganville (isole Salomone, sanguinoso scontro protrattisi dall'estate 1943 fino ai primi giorni del 1945) si ritrovò infatti in combattimento con i soldati giapponesi. I Marines nei momenti di crisi mettono in linea anche la banda reggimentale e i cuochi ! Più tardi era imbarcato sulla nave da battaglia USS Missouri, famosa perché sul suo ponte fu celebrata la cerimonia della resa incondizionata delle forze giapponesi agli americani (presente il Gen. Douglas MacArthur). Si congedò nel 1945 come tenente colonnello, dopo aver guadagnato svariate decorazioni tra cui la Legion d'Onore al merito e due DFC, per meriti militari, non fotografici ! Finita la guerra passò a Life come corrispondente di guerra e si recò in varie parti calde del mondo, durante la crisi che portò alla fine del dominio britannico in India (1946), e in vari conflitti in medio-oriente (conflitto in Palestina e nascita dello stato di Israele 1948) in Europa Orientale e in Africa. Ma fu durante il conflitto di Korea che lasciò i suoi lavori migliori, diventando forse uno dei più influenti fotografi di guerra del secolo. Seguì le azioni della Prima Divisione dei Marines a Pusan e nella sacca di Chosin. Nel 1951 una sua raccolta di foto dal titolo "This is the War" illustrò in maniera realistica e cruda l'orrore della guerra e l'eroismo e il sacrificio dei soldati. Il libro ottenne la medaglia d'oro degli Stati Uniti. Fino al 1955 DDD lavorò per Life coprendo anche eventi come l'abdicazione di re Farouk d'Egitto. Nel 1956 si dedicò a servizi in Russia e in particolare alla pubblicazione dei tesori del Cremlino.Visse anche a contatto con Picasso in Riviera, dove immortalò il pittore in oltre 10.000 istantanee che lo ritraevano nella vita quotidiana. Nel 1960 (da questo momento con l'immancabile Nikon F presa in Germania) girò per l'Europa dove vinse numerosi premi. Nel 1967 tornò nel teatro di Guerra, in Vietnam, ancora per Life. Un celebre crop tratto da un celebre ritratto di Picasso (pubblicato sul libro Viva Picasso nel 1957) : e un ritratto decisamente meno noto dello stesso pittore : due foto della guerra di Korea nel luglio 1950 : ritratti celebri : foto prese dall'archivio pubblico Harry Ransom Center dell'Università del Texas. Bene ma che c'azzecca con Nikon il grande Dave Douglas Duncan che adesso conosciamo a tutto tondo ? Ebbene, abbiamo lasciato Nikon nel 1948 con la produzione delle sue macchine telemetro dotate dei primi Nikkor. Nel 1950 durante il suo servizio in Korea, DDD visitò il Giappone. I soldati impegnati in Korea avevano come base il Giappone ancora occupato. Yokohama era la base dell'US Navy per il teatro del Pacifico. Durante la visita poté provare i Nikkor adattati per l'attacco Leica a vite e si dotò del 50/1.5 e del 135/3.5 per la sua Leica IIIf. Con questi fotografò le vicende di guerra e in particolare per gli articoli pubblicati su Life che poi vennero raccolti nel libro fotografico Yankee Nomad. penso che la maggior parte di queste foto parli da sola, in gran parte - io presumo - prese con i vari Nikon in possesso di DDD e in particolare il 28 e il 50 mm. L'esperienza di DDD convinse anche altri colleghi di Life a passare a Nikon. In particolare Horace Bristol, altro grande fotografo di guerra americano e membro del Group F/64 di Ansel Adams, stabilitosi nel 1950 con la famiglia in Giappone, Karl Mydams (che usava Contax) e Hans Walker che per primo usò Nikkor su Nikon. Ma il punto di svolta fu quando apparve un articolo firmato dal grande divulgatore di argomenti fotografici Jacob Deschin (scriveva su una rivista chiamata Popular Photography attiva fin dal 1937) sul New York TImes il 10 dicembre 1950. Data fatidica. In questo articolo, con il supporto delle interviste a molti fotografi americani durante la guerra di Korea si metteva in evidenza la superiorità dei Nikkor rispetto agli obiettivi tedeschi ! La polemica e lo scontro tra pro-zeiss e pro-Nikkor si consumò per due anni. Nel febbraio 1951 Deschin pubblicò il definitivo passaporto per la qualità Nikkor su Popular Photography. Una puntuale disanima con ben dieci pagine di fotografie di DDD a supporto e l'analisi e il confronto puntuale delle prestazioni dei Nikkor in confronto dei parclasse tedeschi. Fu l'apoteosi. I marchi Nikon e Nikkor vennero lanciati sul mercato americano e grazie alla fine dell'occupazione americana del Giappone e alla abolizione dell'obbligo del marchio Made in Occupied Japan, Nikon si lanciò nell'esportazione nel ricco mercato USA con l'appoggio di una catena di negozi in tutto il territorio. Più avanti nel 1953, venne fondata la sussidiaria Nikon USA, ancora oggi la pià importante filiale Nikon fuori dal Giappone. Il successo dei Nikkor per Leica e Contax fornì a Nikon i mezzi per sviluppare le sue fotocamere a telemetro e permise il lancio di nuovi modelli di fotocamera e i relativi obiettivi. La gran parte dei fotografi professionisti americani passò a Nikon a telemetro prima, e alla relfex F al suo lancio, nel 1959. DDD, nel 1960 ebbe a dire, "quando nel 1950 Horace Bristol ed io passammo a Nikon non ci rendemmo immediatamente conto che stavamo segnando lo spartiacque della fotografia in piccolo formato del dopoguerra". Dal 1950 e fino ad oggi DDD é rimasto fedele alla sua scelta. Come ogni nikonista che si rispetti, peraltro ! Da quel 1950 e fino ai giorni nostri Nikon é diventata sinonimo di affidabilità e sicurezza di prestazioni anche nelle estreme situazioni di guerra.
    3 punti
  3. Preordinato da Nikonstore.it, arrivato con il corriere nel primo lotto di spedizione. Può essere che anche voi siate fortunati e lo abbiate già ricevuto. Il mio è qua ! la scatola è la solita dei Nikkor Z ovviamente 4 anni di garanzia e Nital VIP (ricordatevi di registrarlo subito, non fate come me che me ne dimentico sempre !). protezione in espanso anche a protezione del fusto che così non riesce a muovere. Astuccio e manuali per me restano nella scatola. anche il paraluce è protetto da espanso oltre ad essere rivestito di cellophan come l'obiettivo se vogliamo parlare di proporzioni, Bella potrebbe quasi fare il bagno nel solo paraluce ... insomma, l'unica fidanzata di questo 85/1.2 è la Z9 ... il paraluce è ben dimensionato, ben robusto e non manca di sicura di blocco e sblocco come tanti altri Nikkor Z di classe S la serigrafia del modello e il punto di richiamo dell'innesto in rilievo la S in argento e i pulsanti, quello programmabile L-Fn che fa da tasto funzione, in mezzo l'anello programmabile, in basso il selettore Autofocus e Manual Focus. Nessuna concessione al superfluo. matricola, Made in China, in una delle facilities rimaste a Nikon colà. Viste d'insieme, anche con la Z9 con la quale si sposa bene L'impressionante "bocca da fuoco" : che vi si parerà di fronte se qualcuno cerca di ritrarvi con questo "coso" diaframma tutto chiuso e aperto Viste particolareggiate in alta definizione : *** Le mie prime impressioni sono estremamente positive e potrete trovarle sul numero 4 di Nikonland Magazine in uscita la prossima settimana. Il test approfondito sul numero 5 in uscita in aprile. In uso già la settimana prossima con 3 modelle 3. Grazie Nikon : era dal 1982 che lo aspettavo ...
    1 punto
  4. Ho incontrato per caso Olivier Larrey sulla rivista Black and White Photography. Mi ha subito affascinato. Olvier Larrey, francese, di sè racconta (traduzione mia dal suo sito) fin da piccolo mi appassionava l'estremo Nord. Sulle ginocchia di mia nonna ho scoperto la fauna dell'Artide mentre mi leggeva i libri illustrati di Paul-Emile Victor. Trichechi, orsi, foche e le aurore boreali hanno alimentato i miei sogni e ispirato i miei progetti. Tornerò nell'estremo Nord ancora e ancora, certamente per conoscere meglio le terre gelide, ma sicuramente per conoscere meglio me stesso. Al momento sono un fotografo naturalista professionista per in Regard du Vivant e lavoro anche come guida dell'organizzazione Decouverte du Vivant. Olivier Larrey non fotografa solo l'Artide e non fotografa solo in bianco e nero, molti dei suoi lavori comprendono splendide immagini a colori, ma quello che mi ha colpito maggiormente e su cui voglio portare l'attenzione è la magia del suo incantato bianco e nero (più bianco che nero). Prima però di lasciare spazio alle fotografie ecco dei link su Olivier Larrey (andateci a fare un giro, ne vale la pena) e su Regard du Vivant: https://olivierlarrey.org/ http://www.faunesauvage.fr/fsphotographe/larrey-olivier http://regard-du-vivant.fr/fr/equipe.html Qui alcune sue immagini a colori: https://www.photo-montier.org/fiche-exposant/taiga-regards-croises-nature-finlandaise/ Ed ecco le sue foto, non occorre che le commenti, parlano da sole. Dai suoi lavori sulla fauna nordica Da altri suoi portfolio Disclaimer: Tutte le foto qui pubblicate sono copyright (c) di Olivier Larrey e sono qui riportate al solo scopo di divulgare la sua opera.
    1 punto
×
×
  • Crea Nuovo...