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Bach : trios pour clavier et violon (Odile Edouard et Freddy Eichelberger -> violino e organo)


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Bach : trios pour clavier et violon
Odile Edouard, violino
Freddy Eichelberger, organo
Encelade 2020, formato HD 96/24

***

Le sonate per "strumento a tastiere" e violino fanno parte delle composizioni per strumenti solisti del felice periodo di Kothen.
Ma nella realtà sono impostate per un trio, con lo strumento a tasti che sfrutta le due mani per fare due delle voci di basso, mentre il violino (o l'oboe o la viola) fa la parte alta.

Noi siamo abituati ad ascoltare queste composizioni col cembalo o - purtroppo - con il pianoforte.
Le due voci ci sono sempre ma sono più difficili da afferrare.

In queste 2 ore e 50 minuti di registrazioni Freddy Eichelberger, consumato bachiano d'oltralpe, sfrutta il suo strumento d'elezione - l'organo - per quello che può dare : un basso più importante di quello di qualsiasi altra tastiera.

Il connubio tra organo e violino non è nuovo, qui si pone la massima attenzione nell'amalgamare il suono, con una selezione di organi e di violini coerenti con quelli in uso ai tempi di Bach nella Germania Orientale.
L'organo a due manuali più pedaliera, il violino d'intonazione teutonica.

Dopo una fantasia e fuga di introduzione, si parte con la prima delle sonate.

 

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il duo di questo disco che, nella pratica, suona ... in "trio"

Le sei sonate si susseguono intervallate da corali per organo.
A due a due con strumenti differenti, registrati nelle sedi degli organi, in Francia e in Svizzera, con il violino scelto per il suono di quell'organo.

Nel programma, lunghissimo, sono state inserite anche una settimana sonata, in origine per viola, lo strumento preferito di Bach ed anche altre tre sonate per violino e basso continuo (quindi cembalo e violoncello) in puro stile italiano, che completano perfettamente la logica a tre voci del disco.

A dispetto di quanto ci si aspetterebbe, anche nei movimenti brillanti e vivaci, l'organo, con registrazione positiva, non appesantisce la trama più di tanto, rispetto almeno a quanto siamo abituati ad ascoltare di solito.

In ogni frase si apprezza l'amalgama all'unisono dei due solisti che vengono da un sodalizio trentennale.

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Un disco molto interessante per le scelte interpretative e per "l'arrangiamento" che resta assolutamente fedele e infine un approfondimento stilistico e compositivo di sonate celeberrime ascoltate centinaia di volte che qui appaiono nuove quasi come ascoltate la prima volta.

Suono di gran classe senza una nota fuori posto.

I miei complimenti.

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