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Bertrand Chamayou - Saint-Saëns: Concerti e opere per piano


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Camille Saint-Saëns: Concerti per pianoforte n.2 e n.5, Etude Op.111 n.4, Etude Op.52 n.6, Mazurka n.3 Op.66, Etude Op.111 n.1, Allegro appassionato Op.70, Etude Op.52 n.2, Valse nonchalante Op.110.
Bertrand Chamayou, pianoforte; Orchestre National de France, Direttore Emmanuel Krivine.
Erato 2018

***

Oggi Camille Saint-Saëns è ricordato più che altro per il suo Carnevale degli animali e pochi sanno che è stata una delle menti più talentuose del mondo musicale, e non solo, per diversi decenni. Saint-Saëns fu un pianista e un organista straordinario, compositore fecondissimo, intellettuale a tutto campo, spaziando dall'archeologia alla botanica, dalla geologia all'astronomia e infine un viaggiatore che visitò Sud-America, Africa e Asia. Fu probabilmente il primo pianista ad eseguire in pubblico tutti i concerti per pianoforte di Mozart, in anticipo sul gusto dei tempi, fu un sostenitore di Schumann prima e di Wagner poi; molto amico di Liszt, fu un innovatore nei primi decenni della sua carriera e un rigido conservatore negli ultimi, basti pensare che detestava profondamente Claude Debussy. Saint-Saëns visse molto a lungo: essendo nato nel 1835 e morto nel 1921, si può dire che visse abbastanza a lungo per passare da Chopin a Ravel.

Questo disco ha il pregio di accostare al secondo e al quinto concerto per pianoforte, opere piuttosto note, alcuni lavori per pianoforte solo decisamente poco conosciuti. Chamayou racconta che ama comprare spartiti per esercitarsi nella lettura a prima vista e così si è imbattuto nella musica per pianoforte di Saint-Saëns. Non vi ha trovato opere importanti, non ci sono sonate per pianoforte, ma ha selezionato una serie di pezzi brevi molto gustosi, che si ascoltano tutti con molto piacere.

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I concerti di questo disco sono lavori molto brillanti, scritti da un virtuoso del pianoforte. Lo stile compositivo è molto interessante e vede come riferimenti da un lato una scrittura classica di ispirazione mozartiana e dall'altro l'esuberanza lisztiana, ma spogliata del suo aspetto più selvaggiamente romantico, sostituito da un brio spumeggiante più misurato.

Il quinto concerto, con le sue melodie esotiche, è un'autentica meraviglia!

Non mancano le versioni alternative di quesi concerti, Jean-Yves Thibaudet, Pascal Rogé, Jean-Philippe Collard, ma Bertrand Chamayou qui suona meravigliosamente bene, con un entusiasmo e uno charme trascinanti, pur mantenendo  un controllo assoluto dello strumento e una chiarezza di fraseggio e un "jeu perlé" magistrali.

Ahimé meno entusiasmanti la direzione di Krivine e la qualità della registrazione che relega l'orchestra in secondo piano. Nonostante questo, il disco rimane a mio avviso uno dei migliori del 2018!

 

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Modificato 16 Febbraio 2019 da Johannes

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1 Commento


Commenti Raccomandati

  • Amministratori

Chamayou è realmente un grande pianista, probabilmente il meglio che esprime la Francia oggi.

La sua parte in questo disco è eccellente. Tanto, troppo ... che i tecnici del suono lo hanno messo davanti 20 metri all'orchestra, spogliata di tutta la dinamica.
E si sono dimenticati della porzione di sinistra del pianoforte.
Questo rende ancora più brillante il pianismo di Saint-Saens ma non gli rende altrettanta giustizia.

Ed è un peccato perchè Erato è in grado di fare di meglio anche se il timbro è tipicamente sempre chiaro.

Il 5° di Saint-Saens dovrebbe stare in repertorio certamente più del concerto di Grieg (!) e di altri celebrati concerti romantici anche se per il 1896 è totalmente fuori dal tempo (in quegli anni Mahler stava lavorando già sulla 3a sinfonia, per trascurare quello che stava facendo Debussy nella stessa patria di Camille) ma questo non ne sminuisce per nulla il suo valore (nel 1897 è morto Brahms e questo potrebbe sembrare un tributo a lui e a Chaikovsky). Saint-Saens generalmente resta alla superficie del materiale sonoro che produce, ma vivaddio, questo è di un livello tale che sinceramente non c'è proprio bisogno di chiamare in aiuto psichiatri (e siamo proprio negli anni che fecero la psichiatria moderna).

Sulle interpretazioni, oltre a quelli citati, da non dimenticare anche Gilels  (2°) e Richter (2° e 5°), Rubinstein (2°) e Cortot (4°) in edizioni storiche.
Il mio riferimento resta Rogé con Dutoit (Decca 1978) ed è un peccato che questo nuovo Erato stanchi le orecchie all'ascolto.

Chamayou, sempre per Erato, ha registrato tutto Ravel e Les Annes di Liszt.

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