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Sibelius : Concerto per violino e orchestra Op. 47 - Janine Jansen/SWR/Eschenbach (video)


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VIDEO PUBBLICATO IN QUESTI GIORNI SU YOUTUBE ripreso dalla registrazione eseguita da SWR Classic e disponibile anche sul loro sito in forma integrale (circa 2 ore di concerto).

Si tratta di una parte del concerto (che comprendeva anche Weber e Dvorak) diretto dall'oramai quasi ottantenne ma magnificamente in forma Christoph Eschenbach.

Piatto forte del concerto, per me, il Sibelius con Janine Jansen.

Eschenbach con la Jansen e l'orchestra sinfonica della SWR durante il concerto del 10 maggio 2019 a Stoccarda.

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Negli ultimi anni, Janine Jansens ha portato per le principali piazze europee (anche) il Concerto per Violino e Orchestra Op. 47 di Sibelius.
L'ha fatto con diversi direttori d'orchestra e formazioni orchestrali.
Per pura pigrizia ho mancato la puntata romana con Pappano e l'orchestra dell'Accademia di Santa Cecilia nel dicembre 2016 ma dal quel momento ho sperato che uscisse in disco la sua interpretazione.
Speranza che è rimasta vana fino alla pubblicazione di questo concerto dal vivo, nei giorni scorsi.

Si tratta di un documento che esprime probabilmente lo stato dell'arte dell'intepretazione dal vivo della nostra epoca per questo epico concerto per violiono ed orchestra.
Janine Jansen ha un rapporto unico con il suo Stradivari 'Baron Guttman' del 1707 che è impossibile descrivere se non vedendola suonare.
Letteralmente riesce a far cantare lo strumento sprigionando un suono ambrato, a volte roco, unico ed inconfondibile.
Nelle sue mani quello Stradivari - unico - non può lasciare freddi. Lei è la prima a sentirne l'influenza.
Dal vivo - ma spesso anche in disco - e da solista - perchè la Jansen cameristica è un pò differente - ogni sua nota è viscerale, palpitante, viva, passionale ed appassionante.

Lo è a maggior ragione in un concerto che fin dal primo lamentoso accenno del violino è un canto appassionato che sembra sia stato dettato a Sibelius più dal sangue che dalla mente (sappiamo le lunghe traversie e ristesure di questo concerto oltre un secolo fa).

E Janine Jansen mette se e il suo strumento al servizio della musica di Sibelius come è raro ascoltare oggi. Lo fa accompagnata da una orchestra di primordine che non si limita - sotto alla consumata guida di Christof Eschenbach, capace di assecondare anche menti ribelli come Cameron Carpenter nella bellissima ed appassionata trascrizione della Rapsodia Paganini di Rachmaninov di cui abbiamo scritto su queste pagine nelle scorse settimane.
Ricordiamoci sempre che alla prima esecuzione del 1905 del concerto la bacchetta la teneva in mano Richard Strauss ...

Intendiamoci, Jansen non è Heifetz, nessuno lo può essere con quel suo rapsodico ed inimitabile incipit (cfr. edizione 1960 RCA con la Chicago Symphony) ma la costruzione del primo movimento del concerto é esemplare per la forza e la vita che sta in ogni nota, al riparo da qualsiasi elaborazione cerebrale che in altri interpreti di oggi, magari più attenti al proprio apparire che a quanto si sta trasmettendo al pubblico, si finisce sempre per il notare. Nella cadenza la solista semplicemente si estranea.
Ma nella realtà per tutto il concerto sta in una sorta di trance esecutiva che è ben lungi dall'esibizione personale. Solo lo sguardo va al maestro, di quando in quando, per seguirne gli attacchi. Ma per il resto gli occhi sulla tastiera, la fronte aggrottata, la bocca in un sorta di ghigno per lo sforzo. Non un sorriso nelle pause orchestrali (e che pause ! Grande Eschenbach !! E grandi solisti dell'orchestra.).

Il cantabile nella ripresa con lunghe note tenute, il fraseggio che resta intenso ma morbido, trilli infiniti, verso un finale in grande trionfo.

Se ha un punto debole questo concerto ce l'ha nel movimento centrale che apparentemente serve a stemperare la tensione del primo movimento per andare al istrionico allegro finale. E in qualche interpretazione questo calo è forse troppo accentuato.

Nulla di ciò perchè il violino della Jansen (che naturalmente non vive di vita propria ) prende letteralmente il volo cantando a voce piena, senza sussurrare (e senza far sbadigliare l'ascoltatore) con grande sensibilità e anche grande buon gusto quando magari in certi passaggi l'animo finlandese più rustico di Sibelius minaccia di prendere un pò la mano. E' proprio la ricchezza della modulazione del suono del solista che tiene vivo un adagio che in fondo è tutt'altro che grave. Jansen non ha bisogno di esibire vibrati a quattro dita perchè la sua arcata è capace di chiudere interamente una frase passando all'altra senza soluzione di continuità.

Quasi (o forse no) sopra le righe il finale, dove il virtuosismo viene portato a livelli elevatissimi. Questo di fatto è un movimento di danza "stilizzata" che il violino tratteggia mentre i fiati e gli ottoni ricamano sulle sue note fino all'introduzione del secondo tema per poi riprendere a livelli di difficoltà ancora più alta.
Trascinante ed emozionante. E sinceramente inarrivabile per la gran parte dei colleghi della Jansen.
Oggi ci sono veramente tanti violinisti di grandissimo valore ma la splendida capacità di coinvolgimento delle performance di Janine Jansen, quando raggiunge questi livelli è veramente difficile da replicare, anche in serata di grazia.

Nel video, un bis per acclamazione che pur lontano secoli da Sibelius (la Sarabande della Seconda Partita in Re minore per violino solo di Bach), riprende la tonalità dell'ultimo movimento del concerto e ne mantiene lo stile.
E' strano, stranissimo sentire Bach suonato quasi senza ... punteggiatura, con le arcate che disegnano la musica ellitticamente, praticamente senza quelle pause necessarie alla danza per essere quello che dovrebbe essere.
E sinceramente non lo ammetterei in una esecuzione dedicata a Bach ... 

Ma chi sono io per criticare Janine ?

Janine Jansen, qualche anno fa, se leggesse queste mie righe farebbe certamente così ...

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2 Commenti


Commenti Raccomandati

  • Amministratori

Casualmente, in questi stessi giorni è uscita anche la ripresa dello stesso concerto di Sibelius interpretato da Hilary Hahn con l'Orchestre Philarmonique de Radio France (insomma, di la del Reno !).
La pubblico per confronto, lasciando a voi eventuali confronti tra due violiniste di primissimo livello tecnico e personale ma estremamente differenti per temperamento e modo di porgere la loro musica.

 

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  • Amministratori

Solo per fanatici come il sottoscritto.

Janine Jansen ha cambiato violino, adesso suona lo Stradivari Shumsky-Rode del 1715 (sempre in prestito) mentre prima aveva il Baron Gutmann del 1707.
La differenza è notevole, questo è più roco, molto meno sensuale (e mi piace molto meno).

Qui nel concerto di Bruch del 31/12/2021

 

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