[personale] Dal Mostro della Laguna Nera a La Forma dell'Acqua
Amo il cinema, ci vado spesso, ci vado per divertimento, al cinema non mi interessa indignarmi, coinvolgermi in crisi esistenziali o che, perchè ne ho a sufficienza nella vita reale. Vado al cinema per evadere, vedere cose che mi facciano provare emozioni, per sognare. Amo il cinema di fantascienza, del fantastico e del mistero, specie se con sfumature horror, da buon cultore di Lovecraft. Detesto invece la bassa macelleria, lo splatter e assimilati, perchè non mi interessa avere movimenti gastroenterici, provare disgusto o angoscia.
Sono molto affezionato ai vecchi film horror/fantastici per la loro ingenuità, per l'atmosfera un po' da sogno dovuta anche al bianco e nero.
Non mi vergogno a dire che se dovessi salvare solo cinque film in tutto, uno sarebbe senz'altro "Il Mostro della Laguna Nera" (The Creature of the Black Lagoon) del 1954, di Jack Arnold, che per me è il più bel B movie mai girato. Senza dimenticare che, in fondo, gli uomini pesce o "abitanti del profondo" nascono dai racconti di Lovecraft...
E' la storia di un uomo-pesce misteriosamente sopravvissuto dal Devoniano (wow!), che infesta una laguna dell'Amazzonia e del team di biologi/paleontologi che lo va a cercare per studiarlo. Tra gli scienziati c'è la fantastica Julia Adams, scienziata anche lei, di cui il mostro si invaghisce, con quel che ne segue (un mistero nel mistero, potrebbe essere come mai il resto della ciurma non ci prova). Ovviamente il mostro viene ucciso e la bella salvata dall'eroico scienziato innamorato.
Il team di scienziati osserva la mano fossile di una Creatura estratta da rocce devoniane, ma intanto in Amazzonia....
Una delle scene migliori del film: La Adams nuota con la Creatura che nuota sotto di lei, affascinato.
E la sfiora, non visto.
Primo incontro cui seguiranno fughe, spari, ammazzamenti, rapimenti, inseguimenti, fino al climax
Da lì a poco la Creatura verrà uccisa a fucilate.
Visto il successo, il film ha avuto due seguiti, facendo misteriosamente risorgere la Creatura. Furono però film di una banalità sconcertante e soprattutto di una noia mortale. Il tocco di grazia se n'era andato.
C'è stato in seguito qualche tentativo ispirarsi al tema della Creatura, ad esempio con l'italianissimo "L' isola degli uomini pesce" del 1979, più che altro una scusa per far vedere Barbara Bach, quale damsel in distress (fanciulla nei guai) con uomini pesce ridicoli.
Peggio, nel 1980 con Humanoids from the Deep, un soft-porno, soft-splatter ecologico (scorie tossiche trasformano marinai e pescatori mostri pisciformi arrapati) con molto topless, molta mucillagine e nessuna intelligenza.
La locandina è già un programma...
Il film è pieno di stelline in bikini come questa... che fine faranno?
Come prevedibile.
Così il destino della Creatura, l'uomo pesce, sembrava l'oblio (meglio dei beceri tentativi comunque).
Ed ecco che quest'anno il geniale Guillermo del Toro tira fuori dal cilindro La Forma dell'Acqua, che riceve da subito recensioni entusiastiche. La speranza di un film che renda giustizia alla mia creatura preferita rinasce e corro a vederlo. Che dire: Finalmente un altro gioiellino.
ATTENZIONE: DA QUI IN AVANTI CI SONO DEGLI SPOILER, CHI VOLESSE ANDARE A VEDERE IL FILM DOVREBBE SOSPENDERE LA LETTURA.
Del Toro è riuscito nella magia: ha creato tramite sapiente fotografia, scelta dei colori ed ambientazione, un'atmosfera da favola dark, senza splatter e senza imbecillità, con tracce di astuta, calcolata, delicata ingenuità.
Già questo sarebbe un ottimo risultato, ma si va oltre, la trama relativamente semplice è arricchita di personaggi e di situazioni, anzi potremmo dire che Del Toro si è divertito a metterci di tutto: siamo nell'America del 1962, c'è la guerra fredda, le spie russe, gli scienziati di buon cuore, i generali ottusi, il razzismo contro i neri e contro i gay, il consumismo e la crudeltà aziendale.
Il "mostro", ma sarebbe meglio chiamarlo la Creatura, è chiaramente discendente dall'altra Creatura, quella di Jack Arnold: La fisionomia è molto simile, ovviamente è molto più "vivo" e per nulla gommoso, lo sguardo è più stupito e sognante che feroce od ottuso.
E' ingenuo, ma al tempo stesso dotato di grandi poteri. Come il suo antenato cinematografico proviene da una laguna del Sudamerica, dove era temuto ed adorato dagli indigeni.
Per il resto siamo di fronte ad un'intelligente inversione dei ruoli e degli standard, che adegua il film ai nostri tempi. E' il Mostro della Laguna Nera, ma alla rovescia.
Il mostro qui è la vittima, catturato a scopo di studio per fini di uso militar-spaziale e trascinato in laboratorio. Qui il positive thinking, action man mascellone bianco americano con moglie alla Debbie Reynolds è uno spietato aguzzino, è lui il vero mostro, ma in fondo un povero mostro, ingranaggio in un sistema ottuso.
La protagonista femminile è bruttina e socialmente isolata, ed è pure muta; condivide l'appartamento con un tenero vecchio pubblicitario gay. Non è assolutamente una scienziata, ma fa le pulizie nel laboratorio. E' così che entra in contatto con la creatura
Fragile e sensibile com'è viene presa dal desiderio di salvare l'uomo-pesce dalla vivisezione, entra in comunicazione con lui tramite il linguaggio dei muti, e finisce per innamorarsene, ricambiata, due creature sole che si incontrano.
La forza dell'amore (e la solidarietà fra perdenti per quell'epoca, l'amica di colore e il vecchio gay) trasforma la timida insignificante donnetta delle pulizie in una coraggiosa salvatrice.
Infine siamo nel 2018 , non nel 1954 e soprattutto l'amore è consensuale, per cui fra la donna e questa creatura succede (finalmente?), con qualche allagamento, quello che tutte le altre creature dei film degli anni cinquanta avevano cercato senza riuscirci, essendo la creatura stranamente dotata di apparato compatibile, come spiega a gesti la (adesso) strafelice protagonista alla sua unica amica. La storia è in realtà più complessa ed il finale più che degno, cosa rara nei film (e nei racconti) fantastici, che spesso "cedono" proprio alla fine.
Aggiungete qualche gag ironica ed avete un prodotto squisitamente confezionato.
Certo, non c'è spessore, non c'è nessun messaggio profondo, solo quelli ovvi, ma qui non va cercato, qui c'è un film ben costruito, con ottima scenografia e fotografia, che scorre veloce, non ci sono momenti noiosi, ci sono citazioni per chi ama il genere e c'è l'atmosfera. Come scriveva Lovecraft, la bravura di un autore di storie del soprannaturale sta proprio in questo: creare la giusta atmosfera.
Curiosità, tra i tanti richiami simbolici, nel film è citata spesso la storia di Sansone, e la creatura in una scena finisce al cinema mentre proiettano Sansone e Dalila. Penso che il regista volesse dire più cose che lascio scoprire a voi se andrete a vedere il film, mi limito a sottolineare un piccolo particolare, uno degli dei dei Filistei nemici di Sansone era Dagon, l'uomo pesce; Guarda caso l'unico dio che Lovecraft prese a prestito da una religione esistente.
TUTTE LE IMMAGINI SONO PRESE DA INTERNET AL SOLO SCOPO DI RECENSIONE.
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