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  1. Registrazione qui: Nital Evento itinerante per la presentazione delle Nikon Z organizzato da Nital. Le date: MILANO 6 OTTOBRE 2018 FIRENZE 10 OTTOBRE 2018 ROMA 13 OTTOBRE 2018 NAPOLI 16 OTTOBRE CATANIA 20 OTTOBRE VICENZA 27 OTTOBRE TORINO 30 OTTOBRE Finalmente si tocca con mano.
  2. La novita' del mercato 2017 e' certamente la Nikon D850, la DSLR da 45,7 Mpx presentata ufficialmente in Italia dal distributore Nital in due incontri, quello di Milano del 15 e 16 settembre e quello di Roma appena conclusosi, che in maniera del tutto speculare alla convention di Milano, ha dedicato il venerdi' 22 alla stampa ed ai commercianti, riservando il sabato 23 al pubblico dei circa 1300 iscritti, che hanno fatto di buon grado la fila, per riservarsi i venti minuti di utilizzo della nuova reflex con uno degli obiettivi, a scelta, presenti. - Nikon tiene molto alla D850. - Noi Nikonisti teniamo molto al fatto che la Nikon si sia risollevata al livello di questa D850 - Ma se c'e' qualcuno che tiene ancora di piu' alla Nikon D850 ed alla sua riuscita (come tutto promette), quello e' di certo NITAL, che si e' preparata a questa presentazione con uno sforzo assolutamente percepibile nelle parole spese dalle persone intervenute, nel materiale messo a disposizione, fotografico e didascalico, nel programma della manifestazione che ha dedicato una parte soltanto al discorso di presentazione ufficiale, presente tutto lo staff organizzativo e didattico, presidente Aldo Winkler compreso, in entrambe le giornate, quindi non solo per accogliere giornalisti e commercianti (e questo voler condividere col pubblico l'entusiasmo del sabato e' a mio avviso un ulteriore valore aggiunto), con il livello dei professionisti invitati ad entrambi gli eventi di Milano e Roma i quali hanno onorato l'invito esibendosi nei rispettivi generi con un impegno (e fatica) encomiabili, dato lo strabordante numero di persone convenute, specie a Roma dove le sale congresso dell' Hotel NH Leonardo da Vinci, presso cui si e' svolta la kermesse, erano state allestite forse sottostimando il numero dei potenziali visitatori. Nikonland e' stata invitata ufficialmente ad entrambi i vernissage, così a Milano dove si e' recato Mauro Maratta, quanto a Roma, dove sono andato a fare il reporter, approfittandone anche per fare una breve intervista a Giuseppe Maio, Product Manager Nikon DSLR e responsabile della manifestazione, il cui contenuto troverete piu' avanti in questo articolo. All'arrivo alle 13 all'NH hotel di Roma sono stato subito accolto e taggato col badge della stampa alla reception dove mi sono subito salutato con Marco Rovere (Capo Ufficio Stampa Nital) e con Roberto Bachis (Training Specialist), con il quale pure mi sono confrontato, al termine della presentazione, per delineare importanti aspetti collaborativi con Nikonland (no davvero, concretamente collaborativi ) Raramente mi e' capitato di vedere iniziare una conferenza stampa con un lunch break, ma anche questo e' importante segnale di distensione e compenetrazione negli animi dellle persone intervenute da mezza Italia, con un orario di inizio come le 13, per agevolare chi come me venga da veramente lontano. (Nikonland arriva da lontano...) Leggo sulla carpettina appena consegnatami alla reception che Nital si e' affidata (nonostante la lunga esperienza in materia) ad uno studio di consulenza esterna per la comunicazione... ed anche questo mi pare sia una grande novita' quindi cominciamo dai ravioli e dai saluti di benvenuto ai rappresentanti della stampa e dei piu' importanti negozi di fotografia del centro-sud, Giuseppe Maio in un impeccabile giallonero Nikon (grazie anche alle scarpe) per arrivare al D850 live show! Nulla durante la presentazione e' stato trascurato, a partire dal materiale didattico, contenuto nelle sacche/zainetto Nital che ognuno ha trovato sul proprio tavolino, contenenti appunto due brochure ben differenti da quelle pubblicitarie alle quali avremo d'ora in poi accesso, il primo un vero e proprio prontuario fototecnico di quasi 90 pagine per quei generi, paesaggio, sport, fashion/wedding, video, time lapse, con i quali utilizzare le funzioni piu' avanzate della Nikon D850, insieme ai consigli sugli obiettivi Nikkor piu' adatti allo scopo. Il secondo, in italiano, il riassunto delle slides proiettate nelle due giornate durante la presentazione della D850, fondamentale condensato di motivazione commerciale per i diretti interessati, i quali all'arrivo, hanno avuto seduta stante consegnata la propria D850 promo da utilizzare al loro ritorno in sede, nei negozi che abitualmente frequentiamo in tutta Italia. Ho seguito la conferenza di presentazione di entrambi i giorni e ne riporto due aspetti fondamentali la durata e' stata ideale, ne troppo ne poco, toccando tutti gli aspetti di forza della nuova ammiraglia Nikon, ma contemporaneamente tutti i punti di potenziale criticita', spiegandone sviluppi e contrasto: un perfetto connubio di consapevolezza dei pregi e dei possibili limiti...e del loro superamento concreto, con i "Piani B" che questa Nikon D850 possiede all'interno del suo menù la presentazione e' stata identica nei due giorni: indice del fatto che Nikon/Nital non fa due pesi e due misure con la D850 ! Non e' cosa da poco, considerato il panorama attuale di mercato. I relatori si sono alternati per tenere vispo l'auditorio e hanno dimostrato concretamente il loro entusiasmo per questa ennesima dimostrazione della capacita' tecnologica di Nikon la quale continua a stupirci con le sue alternanze di silenzio e di uscite come questa D850. All'ingresso nella sala dimostrazione, con gli stand per i workshop diversi da quelli in sala di posa, piena vista sul parco ottiche e fotocamere, davvero imponente, presente all'appello: quasi tutto a livello ottico, salvo alcuni pezzi di pregio come il 105/1,4 recente, che con la D850 deve essere considerato il MUST ! calma apparente nella prima giornata, nulla al confronto di come sarebbe stata la stessa scena 24 ore dopo Apprezzatissimo lo stand di Alberto Ghizzi Panizza, fotografo a tutto campo ma con la predilezione particolare per la macrofotografia piu' interessante che negli ultimi tempi mi sia stato dato di osservare, (qui spiega il "focus stacking" on camera, novita' assoluta D850) cosa della quale gliene ho dato atto, presentandomi (conosce Nikonland) e facendo quindi la sua conoscenza gli ho anche scattato un ritratto, approfittando del Nikon PF 300/4 su una D850 con cui ho scattato qualche foto per iniziare a comprenderne il potenziale. Di fronte al suo stand, quello di Simone Arena e Paolo Scalerandi, ossia l'agenzia creativa SIMPOL, con le loro luci fluo che hanno cambiato la temperatura colore della manifestazione, anche nei volti dei presenti... con la loro scenografia da bar, col barman fluorescente e i cocktail ...geneticamente modificati? Due postazioni con D4s (perche' mai non D5...?) che montavano un 400/2,8 ed un 500/4, inducevano in tentazione i presenti a scattare ai malcapitati passanti e tutto considerato la prima giornata sarebbe potuta essere semplicemente un successo solo per Nital, se non mi fossi soffermato a parlare di Nikonland con Giuseppe Maio e poi anche con Roberto Bachis ... Con Roberto Bachis siamo andati anche oltre l'intervista di qui sopra, perche' abbiamo conversato di argomenti che riguardano il suo ruolo in Nital, strettamente legato a Nikon School, per delle iniziative che non potranno che rendere piu' ricco per entrambi il patrimonio delle rispettive conoscenze in ambito fotografico. Ma di questo scrivero' quando riusciremo a riprendere il discorso: spero quindi molto presto. Sabato 23 settembre ore 9,30 si apre al pubblico. 1300 iscritti (gratuitamente) attraverso il sito Nital, col duplice intento di vedere e toccare la D850, ma anche di ottenere i vantaggi di acquisto riservati ai partecipanti alla kermesse. ECCOLI.....: Vi ricordate quanti obiettivi e fotocamere erano sul tavolo prima del passaggio delle cavallette?... Ecco dopo mezzora dall'ingresso: dopo fila anche di mezzora, tre quarti si ottiene una D850 (o altro corpo, come in tanti, esaurite le 850 disponibili, richiedevano) con un obiettivo a scelta (tra quelli disponibili al momento) per un tempo di venti minuti, previa consegna di documento e firma di un foglio di consegna poi si va a fotografare in ogni cm libero... libero...??? diciamo libero... Il "peggio" avviene nelle sale del piano di sotto, quelle allestite per i set di ritratto, dove si alternano in orari a turno Mimmo Basile, Damiano Andreotti e Francesco Francia con le modelle non sono sale piccole, l'NH e' un hotel per conferenze, ma la fotografia appassiona piu' del commercio... scusate la modella "bruciata" ma il soggetto era lo stormo delle cavallette, alcuni pure col ...cavalletto... No, cosi' non si impara e non si riesce neppure soltanto ad ascoltare le nozioni interessanti elargite dai fotografi sul set. Ma questo e' un concetto che non tutti ancora riescono a cogliere. Io ovviamente non ho neppure tentato di varcare quella soglia, eppure mi sarebbe piaciuto ascoltare. Nel frattempo anche la presentazione (identica a quella del giorno prima) aveva luogo con gli instancabili oratori e le loro slide, decisamente efficaci bravi a rimarcare gli aspetti piu' innovativi della bellissima 850 qui in particolare, finalmente, il formato quadrato ideale nel wedding per riempire la pagina dell'album, ove sia quadrato esso stesso Nital I AM ... nemmeno a farlo apposta tutti stanchi, ma felici (e ci credo, con questa reflex) Allora, prima di salutare e ringraziare, sono tornato al piano di sopra e ho potuto impossessarmi nuovamente di una 850 su cui, montato un 14-24/2,8 ho fatto qualche altro scatto prima di restituirla, soddisfatto, e andar via... Max Aquila photo (C) per Nikonland 2017
  3. Ringraziamo non solo per la tempestività ma anche per la grande sensibilità Nital per averci concesso una delle pochissime macchine disponibili in Italia, ancora prima del lancio ufficiale del prodotto. Una cortesia che ricambiamo con un test realmente approfondito, sebbene condotto in tempi strettissimi. La macchina è già stata rispedita al mittente. Attenzione : non essendo ancora disponibile un programma di sviluppo ufficiale in grado di aprire i file NEF della Nikon D850, tutte le valutazioni del presente test hanno a base il jpg Fine* prodotto on-camera dalla D850, con impostazioni di Riduzione del rumore su Normal. Premessa altrettanto importante, le foto e le prove presentate in questo articolo sono funzionali allo scopo, provare questa fotocamera, non il fotografo. Ho avuto la fortuna e l'onore di poter provare in anteprima rispetto alla data di presentazione al pubblico e di inizio distribuzione, una delle primissime Nikon D850 di serie arrivate in Italia. Lo confesso, erano molti anni (dal 2008, annuncio della Nikon D3x) che l'arrivo di una nuova Nikon non mi rendeva così entusiasta e trepidante. Capirete quindi che pure la mia proverbiale freddezza non sia bastata e sulle prime, ma proprio le primissime foto scattate con questa nuova macchina, mi sia trovato in imbarazzo. Non sentivo bene la macchina che mi sembrava poco reattiva. Quasi restia a farsi portare ... ... ma non era la macchina, era il fotografo che doveva scaldarsi. Del resto l'avevo solo presa in mano e giusto il tempo di regolare data, ora, formato file e bilanciamento del bianco, mi trovavo con il mio amatissimo Nikkor 105/1.4E davanti ad una esuberante modella bionda di quasi due metri di altezza. eccola qui la nuova Nikon D850 in mano mia. la cinghia non fa nulla per nascondere l'identità. Infatti in autodromo tutti i nikonisti attenti mi hanno avvicinato per chiedermi se fosse proprio lei ... Questo modesto fotografo, alle prese con un sistema da sogno : la nuova Nikon D850 con il Nikkor 105/1.4E - certamente una unione decisa in cielo. E' una lunga parabola quella che ci ha portato dalla D1 alla D850. Ad ogni generazione qualche passo in avanti. Qualcuno importante (come per la D3 e la D700 e poi la D3x) e qualcuno un pò meno. Fino ad arrivare alla generazione 5, iniziata con D5 e D500 ad inizio 2016. Proseguita con la D7500 a metà 2017. E infine questa D850. la progressione della risoluzione in casa Nikon. Dalla D100 da 6 megapixel, alla Nikon D3 da 12 megapixel. I 20.8 megapixel di D5 e D500, i 24 megapixel della D3x (e della D750 e di moltissime DX), per finire con D810 (36 megapixel) e D850 (45.7 megapixel). Graficamente l'effetto é evidente. E certo passare oggi da una D3/D700 ad una D850 potrebbe far venire più di un dubbio. Ma le mie impressioni che manifesterò nel corso di questo test sono invece quelle di una macchina "docile", facile da portare dove si vuole. Purchè al timone ci sia un nikonista esperto. Alla fine tutti questi pixel servono. E il peso dei file, rispetto ad una D750 o ad una D850, non è così eccessivo. Insomma non preoccupatevi di dover cambiare il computer (magari il sistema di backup si, ma quello deve essere SEMPRE una priorità a prescindere dalla risoluzione della macchina che si usa). Ma se sapete guidare una Nikon, e allora anche questa Nikon non vi deluderà. L'autofocus Anche perchè l'aumento di risoluzione è, ai miei occhi, la ciliegina di una torta che contiene ben altro. E' da quando è uscita la Nikon D5 con il suo autofocus "chirurgico" che io ho relegato la mia Nikon D810 a macchina da studio per fotografie a diaframma chiuso. Tanta è la differenza che ho riscontrato con gli obiettivi dell'ultima generazione a diaframma luminoso, come il recente Nikon 105/1.4E. Con la D5 la percentuale di successo è del ... 99%, mentre con la D810 più vicina al 60%. E in più c'è il fattore fiducia nel mezzo. Ecco perchè per 18 mesi ho trepidato perchè arrivasse una macchina che prendesse l'eredità della D810 con le novità dell D5. Ed eccola qua. la copertura dei punti è decisamente più ampia, sebbene siamo lontani da quella consentita dalle mirrorless di ultima generazione. Ma qui abbiamo una reattività e una precisione a tutta prova, anche in raffiche continue a soggetti in rapido - e randomico - movimento. Il modulo autofocus della D850 è lo stesso di quello della D5. E' sensibilissimo, anche in condizioni di luminosità dove i nostri occhi fanno fatica a distinguere gli oggetti. Ed è anche piuttosto sofisticato - per una reflex - senza però diventare inutilmente complicato e ridondante come certe mirrorless che ho provato di recente. la logica di controllo dell'autofocus si basa su un chip separato che lavora in parallelo al processore principale, liberandolo da un compito particolarmente importante per una macchina a così alta risoluzione. Perchè è inutile avere tanti megapixel se poi la macchina non mette perfettamente a fuoco. Nikon D850, Nikon 105/1.4E, F1.4, 1/250'', 500 ISO. Tatjana@Wavemanagement. Un fuoco perfetto come me lo sarei aspettato dalla Nikon D5. ma la precisione non sarebbe nulla se non fosse a nostra disposizione anche con soggetti in rapido movimento, sempre perfettamente messi a fuoco anche se scattiamo a raffica, alla massima velocità consentita da questa macchina Qualifiche di F2, Autodromo Nazionale di Monza, Nikon D850 e Nikon MB-D18 con batteria EN-EL18, per nove scatti al secondo. e naturalmente non solo alla luce del sole ma anche al coperto o al buio. Grazie ai 99 punti a croce e alla sensibilità fino a -4EV. In questa foto, ancora Nikon D850, Nikon 105/1.4E, luce riflessa di un lucernario su una parete bianca, attraverso una porta nell'interrato dove c'è il mio studio. La raffica Lo confesso, non me lo aspettavo. E' la vera sorpresa che ci ha fatto Nikon con la D850. Fin dallo scorso anno io avrei puntato sull'uscita di due macchine contrapposte, una a bassa risoluzione - tipo D5 - e raffica rapidissima, una ad alta risoluzione ma raffica ridotta. Nikon ha fuso le due macchine in una. Ed è uscita con una macchina che riesce ad arrivare a 9 scatti al secondo a piena risoluzione. Perchè ridurre la risoluzione non serve ad aumentare le prestazioni. Per farlo si deve potenziare l'alimentazione. Perchè il corpo liscio arriva a 7 scatti al secondo. Una velocità più che sufficiente per chiunque. Per chiunque non faccia sport o fotografia di fauna selvatica. Ma per avere questa prestazione è necessario il battery-pack dedicato, il Nikon MB-D18 e la batteria della Nikon D5. ecco la Nikon D850 con il battery-pack Nikon MB-D18 in quest'ultima immagine, il Nikon MB-D18 - in primo piano - e il Nikon MB-D17 per la D500, in secondo piano. Sono quasi indistinguibili. Io mi domando perchè li abbiano differenziati ... L'alimentazione standard è data da una seconda Nikon EN-15a - la stessa della recente Nikon D7500. E in questo caso si aumenta solo l'autonomia. Ma con la batteria EN-EL18 della D5 si aumenta la tensione di alimentazione e con essa le prestazioni del motore della D850 che arriva così in raffica veloce fino a 9 scatti al secondo. In questo modo io mi sono permesso di farmi qualche migliaio di scatti durante le giornate del Gran Premio di F1 di Monza, capitato giusto a fagiolo durante il mio periodo di test della macchina Bottas su Mercedes Sebastian Vettel su Ferrari Kimi Raikkonen su Ferrari che qui affronta l'uscita della Variante Ascari Se la risoluzione una volta non era indispensabile nella fotografia sportiva, lo era sostanzialmente perchè si preferiva avere file molto leggeri per non appesatire il buffer della fotocamera e riuscire a mantenere alte cadenze di scatto. Ma adesso, pur con 45.7 megapixel - che consentono ampie possibilità di crop, oppure di avere dettagli fantastici ! - una macchina come la D850 ci permette di scattare praticamente in continuo. Perchè se abbiamo una scheda veloce di tipo XQD, come le Lexar 2933x, il buffer praticamente è sempre libero e la macchina non si ferma, riuscendo a scaricare sulla scheda di memoria le foto in parallelo alla cattura di nuove immagini. Devo ammettere che già dai primi scatti, se non fosse stato per la silenziosità di specchio e otturatore della D850, avrei potuto pensare di avere in mano una D5 e non una D850. un passaggio ravvicinato a 400mm, peraltro a 1800 ISO per mantenere uno scatto abbastanza rapido da congelare i dettagli. E' solo una delle 8 foto che ho scattato consecutivamente alla Ferrari di Raikkonen che accelerava alla Roggia. Sono tutti scatti in JPG ad alta risoluzione. Con la macchina in Matrix, ADL su normal. Picture Control Neutral con +2 di nitidezza, +1 di chiarezza e +1 di saturazione Il live-view Le modalità in live-view sono l'altra grande novità di questa macchina. Il funzionamento è di gran lunga più fluido delle macchine precedenti. Non ci sono tentennamenti o rallentamenti. L'immagine resta nitida anche se scattiamo al buio. Il sistema è così efficiente che ammetto di averlo usato tantissimo, in unione con lo schermo orientabile che permette anche di mettere a fuoco toccando con le dita lo schermo. Questo scatto al Leopardo Nebuloso è venuto così treppiedi, macchina in Live-view, 1/60'', ISO 1000, F5.6 con il Nikon 200-500/5.6 a 500mm. Inquadratura perfezionata sul monitor, scatto ... silenzioso. La grande novità permessa dalle modalità live-view della D850 è lo scatto silenzioso. La macchina scatta in singolo o a raffica utilizzando esclusivamente l'otturatore elettronico. Non si sente un rumore, nè una vibrazione. Praticamente non ci si accorge nemmeno che si sta scattando ... E' il caso dell'amico Watanabe che incredulo, mi guardava mentre io letteralmente gli sparavo addosso 64 scatti consecutivi senza un minimo rumore. ci sono naturalmente delle limitazioni ma ci si può convivere benissimo. In modalità ad alta risoluzione, la raffica arriva a sei scatti al secondo è il visore si oscura durante gli scatti. In modalità ad alta velocità, la raffica va all'esagerato valore di 30 scatti al secondo. Però è un crop in formato DX (3600x2400 pixel) con compressione "normal" da circa 3.6 megabyte. L'altra limitazione - più grave - è che AF e esposizione restano fissi al primo scatto. Per gioco ho voluto provare con le Formula 1. Questa è una sequenza di 16 scatti fatti a Raikkonen alla Ascari. I primi 12 sono a fuoco perchè ho tenuto un diaframma chiuso. Gli ultimi inevitabilmente sfuocati. ma se il soggetto collabora (si muove sul posto) ci si può divertire. Come in questo caso, una spettatrice della parata di auto storiche con i piloti di Formula 1 dall'altra parte della strada, dietro alle transenne. Nessuno poteva capire che stavo facendo sequenze continue di scatti. Oppure, in modalità guardone, con una coppia di ghepardi, intenti a farsi il petting mattutino, sotto le frasche, a 50 metri da me, con luce bassa tanto da richiedere 4500 ISO ancora in modalità SL2, da 30 scatti al secondo per letteralmente centinaia di scatti consecutivi ... Restando in tema di Liveview, ecco come si presenta lo schermo della D850 con la modalità di autofocus con rilevamento del volto attivata (si fa semplicemente cambiando la modalità di messa a fuoco, come si fa normalmente, tastino del selettore più rotazione ghiera anteriore) Charlize inquadrata in semioscurità. Muovendo la testa la messa a fuoco segue in modo fulmineo il soggetto, comunque si sposti. entro rotazioni ragionevoli anche se il soggetto è in 3/4 (ovviamente il volto deve essere visibile, immagino che il sistema cerchi gli occhi, il naso e la bocca). Purtroppo manca una indicazione dell'occhio. E nessuna selezione di quale occhio mettere a fuoco. Per quanto riguarda il punto di messa a fuoco in Live-View è regolabile per dimensioni per maggiore precisione il cursore in modalità PIN é di dimensioni ridottissime ed é di una duttilità fantastica. La precisione che ho riscontrato ad occhio nei miei esperimenti è encomiabile (sto parlando sempre del Nikon 105/1.4E ad F1.4). La modalità di stacking automatico Ovviamente a questo punto la curiosità mi ha portato a provare anche la nuova funzionalità di scatto automatico con variazione della messa a fuoco. In poche parole, il sistema funziona completamente in autonomia. Se ci sono limiti alla procedura, derivano dal fotografo (è il mio caso) e dal software di montaggio (io ho usato Photoshop CC 2017 che mostra sempre i suoi limiti). la schermata con le impostazioni. Ho usato un intervallo di 5 secondi per permettere la ricarica tranquilla del flash. 25 scatti probabilmente sono troppi. Ma comunque una volta partita la procedura è andata in porto. Montando i vari frame poi mi sono accorto che i primi non erano a fuoco e quindi il risultato è inaccettabile. Ma non avevo il tempo di verificare e poi ripetere la procedura. Sarà l'occasione per testare approfonditamente il procedimento quando avrò la mia macchina. tre automodelli, Nikon D850 e Nikkor 105/2.8VR Micro-Nikkor. Con uno scatto singolo a mala pena avrei avuto solo la prima Mercedes AMG GT a fuoco. Così il campo si estende su tutte le auto. L'ultimo scatto è sull'alettone della Porsche banca e blu. stesso discorso con le rose. Purtroppo qui la messa a fuoco iniziale è proprio inguardabile. Ma comunque apprezziamo la profondità di campo sui successivi boccioli. Faccio presente comunque che il software (oltre al fotografo) non esente da problemi. A parte che elaborare 25-30 fotogrammi da 46 megapixel significa impiegare oltre 10 gigabyte di RAM con swap su disco che rallenta ulteriormente la procedura. Su un soggetto complesso come la rosa bianca York, gli artefatti si sprecano. Detto questo, se questa funzionalità è carina, ben fatta e ben realizzata, oltre che affidabile, si tratta di una automatizzazione di una procedura che con la D850 viene facilissima anche in manuale. Immaginate la scena. Inquadrata in Live-View, componete, puntate con il dito dove volete il fuoco. Clack. Prima foto. Muovete il dito dove volete mettere a fuoco successivamente. Clack. Seconda foto. Eccetera, eccetera fino a fine sequenza. Poi è sempre una questione di software. Faccio presente anche che io ho qualche dubbio sul sistema perchè utilizza la messa a fuoco automatica. Come sappiamo questo sistema produce cambiamenti di focale che se anche impercettibili ad occhio per le corte distanze e cortissime differenze di distanza di messa a fuoco, implica comunque una differenza di focale effettiva tra scatto e scatto. Per lavori di grande precisione io preferirei sempre la messa a fuoco manuale, fissa, e poi lo spostamento della macchina con la slitta micrometrica (ma ci vuole una pazienza che io in generale non ho, quindi rimando queste operazioni a quando sarò uno spensierato pensionato !). Still Life In ogni caso, la Nikon D850 e le sue funzionalità Live View sono perfette per lo still-life. In questo caso ho usato il nuovo formato quadrato Nikon D850, Micro-Nikkor 105/2.8 VR, F8, 1/100'', flash Godox da 600 W/s idem uno scatto singolo. La sequenza di 30 scatti che ho fatto invece è stata rovinata da Photoshop. Dovrò studiarci meglio ... Alti ISO Ovviamente c'è rumore e rumore. Ed io potendo lavorare solo con i jpg prodotti on-camera non mi vorrei soffermare troppo su questo argomento. Giusto qualche scatto per affrontare la questione che poi approfondiremo quando ci saranno Capture NX-D e Adobe Camera Raw per la D850. luce LED 12.800 ISO luce mista all'aperto, 3200 ISO luce LED laterale, bassissima, 25600 ISO il teppista di casa : Fritz, sotto il portico, luce naturale, 5600 ISO luce LED giusta, 12800 ISO Ritratto Si va bene, però a me una macchina così interessa per lo più per fare ritratto in studio. E non c'è di che lamentarsi Ovviamente dovrete essere preparati a ... selezionare modelli perfetti oppure a lavorare con la luce migliore e poi a rifinire i vostri scatti in post-produzione se non volete poi dover sentire le giuste rimostranze dei soggetti ritratti. Perchè la macchina non è spietata. Di più ... Nikon 105/1.4E, F1.4, luce disponibile in studio, 400 ISO Nikon 70-200/2.8E ad F2.8, 200mm, luce disponibile in studio, 640 ISO Nikon 70-200/2.8E, F6.3, Flash idem idem idem idem Nikon 105/1.4E ad F1.4, ISO 64, 1/160'', luce disponibile in ambiente Sono tutte foto senza alcun intervento in PP, né sviluppo, né altro. Spero che Tatjana@Wavemanagent non se la prenda. Ma io le ho detto che è bellissima così come si alza al mattino. L'ho scelta per questo test proprio per questo motivo Blakey, luce naturale, Nikon 70-200/2.8E ad F2.8 Ok, vi sento sbadigliare com eil mio Blakey qui sopra, andiamo al dunque. Ultime considerazioni sulla macchina Il corpo è simile a quello della Nikno D500. L'ergonomia mi sembra migliorata. L'impugnatura è profonda, c'è un incavo per il dito medio che si trova subito perfettamente a posto. Il mirino è sontuoso. Meglio di quello della D5. E' come essere davanti alla televisione, solo che di là c'è la scena naturale e non una sua rappresentazione in pixel ! Che si usi al buio o in pieno sole è lo stesso. La visione è naturale. Questo mirino ha comportato una riprogettazione della calottina che copre il pentaprisma. Non c'è più il flash integrato (meno male), e la linea è anche più piacevole. Mettendo la D850 vicino alla D500, la prima svetta per il mirino più importante. Ma nulla che ne comprometta l'ingombro o la maneggevolezza. la ghiera di comando sulla sinistra è più inclinata, meno sfuggente e facile da utilizzare. il tasto ISO è stato spostato per coerenza con tutte le altre macchine della generazione 5 sulla destra (anche la D7500 ce l'ha a portata di indice). il famigerato ... appoggio del correttore diottrico che ha scatenato i sogni più mostruosamente proibiti della rete. E' semplicemente un riporto in fusione su cui è montata la ghiera di regolazione della correzione. Evidentemente dentro non c'era più spazio con quel mirino. vista d'insieme della parte superiore della macchina e del posteriore, sostanzialmente identico alla D500 il vano memorie. Rispetto alla D500 le due memorie sono parzialmente sovrapposte (nella D5 sono parallele. Nella D500 invece sono affiancate). Le memorie per la D850 sono importanti. Per avere la massima prestazione anche in raffica (o nel video) consiglio di non lesinare su questo punto. Io utilizzo per lo più XQD 2.0 da 2933xx. Ma un mio torture-test con una SD 1000x UHS-II in backup continuo mi ha permesso di verificare che anche scattando a raffica in autodromo le prestazioni non sono compromesse. Ma per favore, fatevi un favore : buttate via le vostre vecchie SD UHS-I da 8 gigabyte 233x regalatevi da zie e nipoti ... e compratevi le migliori memorie che offre il mercato. Un bel vestito, viene sempre valorizzato da un buon paio di scarpe ! il vano sinistro con le connessioni esterne. USB 3.0, ovviamente. E HDMI per il video, oltre a microfono e cuffia. La macchina ha ovviamente connettività WI-FI e BT (che io però non ho provato). il fondello. Made in Thailand come di consueto per questa categoria di macchine. accoppiata con il mio Nikkor 105/1.4E. Non si sarebbero mai separati, ho dovuto forzarli io ... Conclusioni Una macchina ad altissima risoluzione, buona anche per lo sport, come la cerimonia, la foto in studio, lo still-life, il paesaggio, il reportage ? Se me l'avessero detto tre mesi fa li avrei presi per pazzi. E invece Nikon ha fatto il miracolo ed è realtà. una pantera asiatica al parco faunistico La Torbiera siamo dietro al vetro, e a 18.000 ISO con il Nikon 200-500/5.6 ad F5.6 il vincitore del Gran Premio di Monza 2017, Lewis Hamilton che ha anche superato Michael Schumacher per numero di Pole Position. PRO altissima risoluzione, sensore ad alta dinamica, raffica fino a 9 scatti al secondo ? Fantascienza ! E' una macchina che ridefinisce il concetto di reflex moderna. autofocus allo stato dell'arte per quanto riguarda le macchine reflex : un vero benchmark per ora imbattibile. costruzione a tutta prova mirino ottico sontuoso, il migliore tra le reflex digitali Nikon velocità operativa in tutte le condizioni. Una macchina che realmente non si ferma mai in controtendenza con il mercato, l'autonomia, a parità di alimentazione, è aumentata, nonostante le prestazioni siano superiori alla macchina che va a sostituire disponibilità del battery grip MB-D18 che va ad estendere le possibilità operative e a migliorare l'ergonomia con ottiche lunghe (e consente di affrontare i maggiori consumi di video e fotografia silenziosa/live-view) funzionalità in Live-View realmente pratiche. E' la prima Nikon che mi invoglia ad utilizzarla ... come se fosse una mirrorless senza mettere nemmeno l'occhio sul mirino touch screen (esteso al menù) veramente allo stato dell'arte funzionalità evolute (come lo scatto silenzioso in due modalità e il focus-stacking) adatta letteralmente a tutti i generi fotografici : una soluzione universale. CONTRO autofocus in Live-View ancora a differenza di contrasto, senza le prestazioni (in video) di altri sistemi riconoscimento del volto molto efficiente ma senza l'indicazione dell'inseguimento dell'occhio. Nikon possiede questa tecnologia e l'ha implementata in passato. Mi aspetto che venga aggiunta con uno sviluppo successivo del firmware. Se posso suggerire, aggiungerei la possibilità di selezionare quale occhio seguire (destro, sinistro, oppure il più vicino) con un PIN verde che indica nel display il focus che segue l'occhio mentre il rettangolo giallo segue la faccia il battery grip MB-D18 - ben costruito e perfettamente solidale con la macchina - non è compatibile con il precedente MB-D17 per la D500. Secondo me sarebbe stato più elegante ripetere quanto concesso con D300/D700, anche perchè sono accessori non proprio a buon mercato (sebbene il prezzo sia in linea con quello della concorrenza) i due slot di memoria dovevano essere entrambi XQD come sulla D5. Capisco la scelta, dettata da ragioni di mercato ma ne soffriranno le prestazioni. Docile e duttile Passata l'emozione iniziale, dopo due giorni la macchina si è mostrata per quello che è. Docile nelle mani di un nikonista e in grado di assecondarlo in tutte le sue azioni. Tanto che mi sembrava di usarla correntemente già da due anni. E duttile, perchè in grado di fare veramente tutto quello che un nikonista può pensare di fare con la sua unica macchina. E' un passo in avanti epocale nella maturazione della reflex digitale. Prima, di fatto, eravamo obbligati a dotarci di due macchine differenti, una per l'azione e una per la precisione o la foto ragionata. Adesso con una macchina solo si può fare realmente tutto quello che si vuole. Anche di più. Questo significa fare veramente la differenza. La Nikon D5 ha, secondo me, ancora le sue motivazioni di acquisto, ma queste diventano sempre più di nicchia. Ritengo che un fotografo che faccia quasi esclusivamente sport, debba pensare più alla D5. Lo stesso, probabilmente, se si trova a fotografare in condizioni per lo più estreme dove il corpo monolitico della D5 può fare la differenza. Ma per tutto il resto, sarà più facilmente la D850, la macchina ad entrare nella borsa, anche solo per le sue possibilità di crop. Con la D5 che resterà a casa ad aspettare. Non so voi, ma credo che realmente io finirò per comperarmene due. Ciao Cara, mi spiace moltissimo che tu sia dovuta andare via così velocemente. Ma tornerai presto, vero ? Dopo non ci lasceremo mai I nostri ringraziamenti nell'ordine : - a Nital Spa per averci dato la macchina in visione in anteprima, quando ancora non è stata presentata ufficialmente né alla stampa, né ai rivenditori, nè al pubblico e ancora non è acquistabile in negozio - a Rossano Rinaldi dello Spazio Blu e alla Wavemanagent per averci concesso Tatjana il 30 agosto quando ancora tutta l'Italia era in ferie - all'Autodromo Nazionale di Monza - al Parco Faunistico La Torbiera
  4. Obiettivo ricevuto in visione dal distributore ufficiale italiano che è stato restituito a fine test. Attenzione in questo articolo sono presenti molte immagini di nudo. Chi se ne sentisse offeso è pregato di terminare la lettura. Interpreti principali : Nikon 28/1.4E, Nikon D5, obiettivo prevalentemente ad F1.4 PRIMO ATTO “Non è mai notte quando vedo il tuo volto; perciò ora a me non sembra che sia notte, né che il bosco sia spopolato e solitario, perché per me tu sei il mondo intero; chi potrà dunque dire che io sono sola se il mondo è qui a guardarmi?” Fine primo atto : Applausi Intervallo il nuovo 28/1.4E non è grandissimo, sta bene in mano se lo si monta su una Nikon professionale. Ma è certamente più importante di un 50/1.8G componenti consueti. Il passo filtri è da 77mm. Il paraluce è di pregevole fattura e molto efficace. la parte anteriore è ben protetta da guarnizioni iscrizioni in rilievo dorate per il bellissimo Nikon 28/1.4E l'unico comando - peraltro inutile perchè l'autofocus è molto efficiente - è l'innesto del motore interno di tipo AF-S attraversato dalla luce contattiera di ultima generazione made in Japan giusto per cambiare Ometto i consueti grafici, dati di costruzione, etc. etc., perchè questo è uno strumento per artisti, non per ingegneri ! Secondo atto una via di Como, la mattina di ferragosto, tutta apertura, messa a fuoco sull'angolo del muro, sfuocato degno di un teleobiettivo. Ovviamente a tutta apertura nella stessa situazione, un soggetto al centro del fotogramma reso con la massima nitidezza. Ovviamente a tutta apertura .... che poi si allontana mosso, tra tanta nitidezza. Ovviamente a tutta apertura .... interno di una vetrina, attraverso il vetro, reso come se queste creature potesse realmente mettersi a parlare e dirmi che cosa popola i loro sogni. Ovviamente a tutta apertura .... ripresa con la correzione della distorsione. che francamente al naturale è quasi impercettibile. Io non me ne sono curato. il Duomo di Como sfuocato. In primo piano un gioco d'acqua.Ovviamente a tutta apertura .... la mano di Valerio sul suo Nikon 200-400/4. Ovviamente a tutta apertura .... nello sfuocato ci sono Paolo e Roberto. Del tutto disciolti. Ovviamente a tutta apertura .... Valerio a fuoco, nitidissimo. Paolo no. Ovviamente a tutta apertura .... sole nel fotogramma. Esposizione a punto centrale preserva le alte luci. Program. Sole pieno di agosto. Ma sembra la mezza notte nel bosco dei sogni di Shakespeare ... l'unico modo per metterlo in difficoltà. Ma francamente siamo oltre il limite dell'insensato. Echissene ! di notte (sul serio). I punti di luce sono i lampioni della strada. In primo piano un coppo francese. Ovviamente a tutta apertura .... 800 ISO il lato del Duomo di Como. Ovviamente a tutta apertura .... La fronte del Duomo di Como. Ovviamente a tutta apertura .... la piazza laterale. Correzione esemplare. ancora il lato del Duomo. Linee verticali a piombo. Colori netti. Leggibilità assoluta. Ovviamente a tutta apertura .... Ovviamente a tutta apertura .... "Siamo fatti della materia di cui son fatti i sogni; e nello spazio e nel tempo d’un sogno è racchiusa la nostra breve vita." Ovviamente a tutta apertura .... in studio in controluce ma colpo di flash da 600 W/s Flash con ombrello da 185 cm. Controluce del sole. Scena completamente onirica. Ovviamente a tutta apertura .... Ovviamente a tutta apertura .... eppure tutti i dettagli perfettamente nitidi (tanto da aver dovuto rimuovere le imperfezioni della pelle della modella ...) Fine secondo atto : Applausi Le ultime parole Nikon D5, Nikon 28mm F1.4E ad F1.4, luce disponibile Nikon D5, Nikon 105mm F1.4E ad F1.4, luce disponibile Considero il Nikon 105mm F1.4E già una leggenda (in vita). Questo Nikon 28mm F1.4E destinato a percorrere la stessa strada, quasi fosse un teleobiettivo da ritratto costretto entro una focale di un terzo. Non c'è molto altro da aggiungere. Forse una sola cosa, il prezzo - non certo popolare - ne farà un oggetto per pochi. Meglio così, questo è un obiettivo molto particolare destinato a palati sopraffini che non deve involgarirsi a nessun costo, nemmeno di chi ne ha tanti da poterli sprecare. E' un obiettivo da usare prevalentemente tutto aperto e quando l'occasione lo richiede, come se fosse uno champagne invecchiato cinquanta anni. Per tutte le altre circostanze meno impegnative, i paesaggi e le cartoline, ci sono altre soluzioni, meno costose, più abbordabili. Più semplici sotto tutti gli aspetti. Perchè questo obiettivo entra di prepotenza nel novero dei migliori disponibili per il corredo ideale per la nostra Nikon. Insieme a pochi altri selezionati esempi di raffinata ingegneria ottica messa al più umile servizio dei nostri sogni. E scordatevi quel pachiderma tedesco a fuoco manuale dal nome esotico che ricorda un gufo triste. Triste perchè non se ne venderà più uno con questo capolavoro sul mercato. Grazie Nikon ! Ringraziamo ancora il distributore ufficiale Nikon in Italia : senza la sua cortesia non avremmo mai potuto testare questo autentico capolavoro.
  5. Materiale ricevuto in visione dal distributore ufficiale italiano che è stato restituito a fine test. Ho avuto nel tempo due esemplari di Nikon 24-70/2.8 che ho utilizzato con D3 e D3x. All'epoca non c'era confronto, i fissi disponibili sul mercato erano ampiamente superati e lo zoom li surclassava tutti. Con un corpo professionale come quello di una ammiraglia Nikon, uno zoom di questa classe si trova perfettamente a suo agio. Nel tempo, con l'apparire di nuovi fissi prestazionali e poi con D800 e D810 mi sono ritrovato a relegare sempre di più al ruolo di comprimario il mio 24-70/2.8 (ma in catalogo mi restano oltre 40.000 scatti ...) preferendogli sempre una terna di fissi, aggiungendo piuttosto un secondo corpo quando non ho il tempo di cambiare ottica. Prendendomi i miei tempi quando invece non ho impellente necessità di fare lo scatto a tutti i costi. Finchè non ho deciso di venderlo e di non pensarci più. eccolo qua l'ultimo rampollo degli zoom trans-standard di punta by Nikon Certo lo zoom è comodo e per un fotogiornalista uno zoom della classe di un 24-70/2.8 è essenziale per il proprio lavoro. E normale che per quella categoria di fotografi nella borsa ci siano due o tre zoom, tutti di classe F2.8 e di costruzione professionale. A distanza di otto anni, Nikon ha deciso di rinnovare questo obiettivo, proponendo l'oggetto di questa prova. a confronto dimensionale con il piccolo Nikon 50/1.8G Il nuovo arrivato ha guadagnato lo stabilizzatore integrato VR, il diaframma a controllo elettromagnetico. Purtroppo ha guadagnato anche qualche centimetro in altezza, un paio di etti di peso e un passo filtri che sale da 77mm a 82mm. montato sulla mia Nikon D500 con il battery-grip MB-D17, a testimonianza di quale categoria di macchine - professionali - sia il normale sbocco di questa categoria di ottiche. Per certi utilizzi già la presenza dello stabilizzatore integrato (valido per scatti anche sotto 1/6 di secondo !) basterebbe a motivare l'acquisto o la sostituzione del precedente. Purtroppo nel frattempo è cresciuta la disponibilità di nuovi obiettivi fissi prestazionali, sia di classe F1.4 che di classe F1.8, in grado di coprire integralmente la gamma di focali del 24-70/2.8 ed andare anche oltre (a 20 o a 85 e 105mm). E soprattutto, sul finire del 2016, Nikon ha lanciato sul mercato anche la più nuova versione dell'altro zoom professionale, quel Nikon 70-200/2.8E VR che invece ha nuovamente spostato verso l'alto l'asticella delle prestazioni rispetto a molti degli obiettivi fissi disponibili in gamma tele. E' proprio il confronto con quest'ultimo (vi rimando al mio test qui) che rende cedente sul piano del rapporto prezzo/prestazioni il 24-70/2.8. Intendiamoci, ne resta il degno compagno e il fido ed insostituibile strumento di lavoro per il fotogiornalista ma per il resto di noi (io in testa) fotoamatori più attenti alla qualità dello scatto più che alle qualità professionali di uno zoom, il discorso può essere del tutto diverso. Il Nikon 24-70/2.8E VR è un ottimo obiettivo, affidabile, capace di prestazioni coerenti ed omogenee a tutte le focali e in tutte le circostanze. Che si impugna bene, quasi come se fosse un 70-200/2.8 più leggero. Ma sul mercato ci sono obiettivi fissi in grado di offrirci di più e a meno. Con minore ingombro e senza quell'effetto "paparazzo" che indubbiamente una Nikon D5 con un 24-70/2.8 finisce con l'avvolgervi. Nikon D5, Nikon 24-70/2.8E VR, F9, 1/100'', a 62mm (premere per vedere in formato 4k) Insomma : - avete il precedente Nikon 24-70/2.8 e lo trovate fondamentale per il vostro modo di fotografare ?Chidetevi se lo stabilizzatore e un quid di prestazioni generali in più vi siano indispensabili, accettate il cambio del passo filtri dallo standard di ieri da 77mm allo standard di oggi da 82mm, e fate il cambio, se già non l'avete fatto. - avete il precedente Nikon 24-70/2.8 e cercate qualche cosa che vi faccia avere risultati chiaramente migliori su D810 e sulla imminente nuova D850 ?Ebbene, tenetevi quello come strumento di sicurezza ma affiancategli gli obiettivi fissi delle focali che vi servono di più. Magari aggiungete un secondo corpo se avete proprio bisogno di flessibilità. - non avete il precedente Nikon 24-70/2.8 ?Se vi serve uno zoom, pensate per un attimo se uno zoom F4 non sia meglio per voi (più leggero, più economico, con un range di focali più esteso verso il tele) e per le vostre foto migliori, compratevi i più bei fissi che ci sono sul mercato. - siete un fotoreporter ?Dimenticatevi tutto quello che ho scritto fino ad ora e, se avete finito il leasing del precedente Nikon 24-70/2.8, rinnovatelo e prendetevi ad occhi chiusi il nuovo. Come dite là in fondo ? Sigma, Tamron, Tokina ?Beh, si, certo. Esistono. Ma sono tutte seconde scelte secondo me. Se vi serve uno strumento di livello professionale, meglio puntare direttamente al Nikon.Se invece cercate le prestazioni assolute, niente da fare, stesso discorso.Nulla - per il momento - sul mercato, nel range 24-70 o 24-120, vi offrirà prestazioni elevate come i fissi di oggi. Anche quelli F1.8, non solo i più prestigiosi F1.4.Purtroppo non ci sono vie di mezzo. Ecco, volevo ben chiarire il mio punto di vista prima di passare a parlare di questo obiettivo.Che, come il precedente, mi ha soddisfatto si, ma ... Nikon D5, Nikon 24-70/2.8E VR, F9, 1/100'', a 62mm (premere per vedere in formato 4k) Come è fatto eccolo qui, in mano l'obiettivo si presenta con un involucro tutto in plastica (il 70-200/2.8 ha sempre avuto la gran parte della struttura in lega leggera) il paraluce è chiaramente sovradimensionato perchè assicura che il movimento del fusto interno dell'obiettivo, quando fuoriesce in seguito al cambio della focale, resti del tutto coperto, dando l'impressione che la lunghezza sia sempre costante (come è nel 70-200/2.8).Anche questo paraluce, come quello del 70-200/2.8 ha il pulsante di sblocco di sicurezza.Una finezza che si trova in pochi obiettivi. la bottoniera ha l'usuale configurazione Nikon.Non mancano le due modalità di funzionamento dello stabilizzatore che fa il suo primo ingresso in questa classe di zoom per Nikon.In precedenza solo gli zoom midrange come il (24-120/4) e consumer (come il 24-85-F3.5-4.5) sono stati dotati di stabilizzatore. in un'epoca votata al taglio dei costi rinfranca vedere ancora la finestrella della scala delle distanze.Le serigrafie cono quelle consuete degli obiettivi di fascia alta di Nikon, in rilievo e dorate. all'opposto, il luogo di produzione ci riserva un bel Made in Japan, quando altri obiettivi Nikon, anche di fascia alta, sono oramai prodotti in Cina che si conferma anche sul bel paraluce l'anello frontale (passo filtri da 82mm) non reca invece nessuna iscrizione dettaglio del pulsante di blocco del paraluce (una cosa che ti evita che sul campo questo si sfili inavvertitamente e si perda senza più essere ritrovato in mezzo a tanti colleghi) affiancato al nuovo Nikon 70-200/2.8E FL ne impersona chiaramente il degno collega per dimensioni, pesi e bilanciamento, lo ritengo più adatto ai corpi professionali infatti qui sulla bella e piccola Nikon D7500 non mostra di sentirsi del tutto a suo agio, specie vedendo il suo collega 70-200/2.8 montato su una D500 con il battery-grip Nikon MB-D17 a bilanciarne pesi e impugnatura. mi sembra ancora il caso di sottolineare le dimensioni in gioco, raffrontandolo visivamente con l'ottimo Nikon 50/1.8G, oggetto che pur alto due dita e pesando una frazione del peso del super-zoom professionale, gli da in verità i punti nelle foto di tutti i giorni. Domandatevi sempre - non ve lo ricorderò più - se una terna di fissi F1.8, più compatti, leggeri e più prestazionali, non possa farvi rinunciare ad uno zoom di questa classe, potente e affidabile quanto volete, ma ingombrante e spesso destinato a restare a casa nelle uscite leggere ... (se non siete un professionista che con quello zoom ci sfama la famiglia ... !). Nikon D5, Nikon 24-70/2.8E VR, F2.8, 1/100'', a 48mm (premere per vedere in formato 4k) Come va Complessivamente io l'ho trovato molto omogeneo nella resa.Non troppo differente dal precedente di cui conserva il carattere brillante ma non troppo squillante (insomma, non delicato come il vecchio 28-70/2.8 ma nemmeno sguaiato come certi zoom di certa concorrenza ... non faccio i nomi). aberrazione cromatica assiale a 70mm aberrazione cromatica assiale a 24mm sempre abbastanza presente ma non evidente all'atto pratico.Si corregge molto facilmente in sviluppo. distorsione a 70mm a 50mm a 35mm a 28mm a 24mm come vedete è sempre presente, anche in misura molto evidente.Anche in questo caso si corregge facilmente (on camera se lavorate in jpg, in sviluppo se lavorate in NEF). Ma meglio sapere com'è. Vi risparmio la vignettatura. C'è sempre, è evidente ad F2.8 e ad F4, si riduce ad F5.6 e va su livelli trascurabili da F8. A 24mm ovviamente è più marcata che a 70mm. Se la vignettatura sia un difetto o meno, possiamo dibatterne.Io faccio per lo più ritratto e spesso un pò di vignettatura aggiunge carattere alla scena.Per un paesaggista sarà differente. Ma anche in questo caso, in sviluppo la vignettatura si annulla. Magari lascerà qualche evidenza agli angoli estremi del bordo. Ma è comune per tutti gli obiettivi, nessuno escluso. Nikon D5, Nikon 24-70/2.8E VR, F2.8, 1/100'', a 26mm (premere per vedere in formato 4k) I concorrenti Non vorrei girare troppo intorno.Se pensate ad uno zoom di questa categoria, sul mercato ce ne sono moltissimi, tutti con pregi e pecche e uno specifico rapporto prezzo/qualità.E' una categoria di obiettivi che nel tempo ha visto sempre molto forte la richiesta da parte del pubblico e quindi tutte le case hanno nel tempo avuto zoom 24-70/2.8 in catalogo. Ma se restringiamo il campo al nostro attacco specifico e alle qualità che rendono un obiettivo di categoria espressamente professionale, io non mi sentirei di andare oltre i due Nikon in catalogo (la precedente versione è ufficialmente ancora a listino ed ovviamente si trova molto ben offerta sull'usato). Tamron, Sigma e Tokina offrono obiettivi di questa categoria che possono soddisfare specificatamente per taluni aspetti (spesso più che altro per il prezzo più conveniente) ma nulla di realmente stellare e, soprattutto, nessuno che in mano dia la stessa sicurezza dello zoom Nikon. Secondo me, in questo campo specifico (che estendo anche a 70-200/2.8 e 14-24/2.8) le qualità degli obiettivi Nikon restano in una fascia a se stante. Il Nikon 24-70/2.8E VR il Nikon 24-70/2.8E VR - foto Nikon il suo schema ottico 20 lenti in 16 gruppi, di cui due lenti ED, una a bassissimo indice di rifrazione e 3 asferichepasso filtri 82mmdiaframma a 9 lamelleminima distanza di messa a fuoco intorno ai 40 cm154mm x 88mm (lunghezza, diametro)1070 grammi MTF ufficiale a 24mm MTF ufficiale a 70mm Il Nikon 24-70/2.8G il Nikon 24-70/2.8G - foto Nikon il suo schema ottico 15 lenti in 11 gruppi, di cui 3 lenti ED e 3 asferichepasso filtri 77mmdiaframma a 9 lamelleminima distanza di messa a fuoco intorno ai 40 cm133mm x 83mm (lunghezza, diametro)900 grammi MTF ufficiale a 24mm MTF ufficiale a 70mm In rete trovate fiumi di parole a supporto dell'uno o dell'altro.All'uscita del nuovo obiettivo ci sono stati dibattiti sulla resa del vecchio al centro e del nuovo a metà frame e ai bordi. La realtà, io propendo a credere in modo molto più pragmatico secondo il mio modo di essere, è un'altra. Nessuno dei due obiettivi può essere considerato perfetto sul piano dell'ottica, specie se consideriamo il costo di acquisto del nuovo. Entrambi danno il meglio alle focali più corte e la nitidezza tende a scemare verso le focali più lunghe.Soffrono di distorsione più o meno a tutte le focali, di aberrazioni cromatiche alle focali più corte, di vignettatura piuttosto marcata, specie a 24mm e a diaframma aperto. Ammetto che tendenzialmente io sceglierei il nuovo - almeno nel confronto a memoria con il vecchio che non uso più da 3 o 4 anni, ma questa per me è un tipo di scelta normale, preferendo sempre avere oggetti più giovani, meno inclini a rotture per usura. Se avessi la pazienza che ci vuole per confrontarli fin nei più estremi recessi del fotogramma, credo che troverei comunque più producente andare a farmi qualche migliaio di foto reale. Che poi non confronterei al 300% ai soli bordi o al centro Nikon D5, Nikon 24-70/2.8E VR, F9, 1/100'', a 62mm (premere per vedere in formato 4k) Tornando seri, la scelta dipende da due fattori principali, secondo me. Il budget, la necessità di avere un oggetto nuovo, la presenza dello stabilizzatore.E quanto effettivamente vi serva un obiettivo di questa classe, quando sul mercato ci sono dei buoni o degli ottimi 24-1XX F4 a buon prezzo Se chiudete il diaframma, le prestazioni saranno simili per tutti. Se avete bisogno di usare il diaframma aperto ... perchè non provare con un fisso F1.4 ? Ma se per il vostro modo di fotografare, dovete essere sempre preparati a tutto, non saranno minime differenze di prestazione a privarvi dell'ultima versione dello zoom Nikon 24-70/2.8 Facilmente sull'altro corpo avrete anche il nuovo Nikon 70-200/2.8E FL pronto a darvi lo scatto eccezionale che, magari alle focali più lunghe, con entrambi i due 24-70/2.8 vi sarà impossibile avere a tutta apertura. Certo, il nuovo pesa un paio di etti in più del vecchio. Questo per qualcuno potrebbe essere una ragione di scelta, a prescindere da tutte le altre considerazioni (ma allora il Nikon 24-120/4 pesa solamente sette etti più o meno ...)Alcune scatti durante il mio test Nikon D5 e Nikon 24-70/2.8E VR 52mm, F2.8, 1/1000'' 70mm, F2.8, 1/1000'' 70mm, F2.8, 1/1000'' 52mm, 1760'', F2.8 Nikon D810 e Nikon 24-70/2.8E VR 38mm, F9 70mm, F9 52mm, F9 50mm, F9 50mm, F8 62mm, F7.1 Conclusioni Nikon D5, Nikon 24-70/2.8E VR, F10, 1/100'', a 62mm (premere per vedere in formato 4k) Le ho già di fatto anticipate ma le riepilogo. Stabilito che vi serve uno zoom come questo, riuscite a comperarvelo e non vi spaventano le dimensioni e il peso, non vedo perchè andare a scegliere qualcosa d'altro.Compratevi questo Nikon 24-70/2.8E VR che al momento rappresenta quanto di meglio è in grado di proporci Nikon. E' uno strumento di classe professionale, concepito per dare prestazioni professionali, coerenti e omogenee tra loro. Meglio sul corto che sul lungo ma nella media adeguato alle necessità del reportage o della cerimonia. Non rappresenta la vetta massima di prestazioni ottiche raggiungibile sul mercato (confrontatelo, a 28mm, con il nuovo 28/1.4E se non mi credete) ma questa, purtroppo è una caratteristica comune a praticamente tutti gli zoom trans-standard presenti sul mercato. Nikon D5, Nikon 24-70/2.8E VR, F9, 1/100'', a 50mm (premere per vedere in formato 4k) Questo però, a differenza di molti altri, è stato progettato per dare il massimo quando è montato su una Nikon professionale.Quando lo monterete su una Nikon D5, preso in mano, lo sentirete come se fosse un 70-200/2.8, solo più leggero.Una sensazione che all'atto pratico, secondo me è impagabile. Per me è corto sulla parte più lunga del range di focali, dove peraltro è anche meno prestazionale. E nella realtà dei fatti non mi serve, io preferisco i fissi e considero (quasi) tutti gli zoom delle soluzioni di compromesso. Dei mali ... necessari. Nikon D5, Nikon 24-70/2.8E VR, F2.8, 1/100'', a 38mm (premere per vedere in formato 4k) Ma capisco che per molti sia insostituibile. In questo caso tenderei a raccomandarlo senza tema che poi mi veniate a cercare per farmi del male ! Ringraziamo ancora il distributore ufficiale di Nikon per l'Italia per il prestito di questo strumento fotografico. Senza la sua cortesia non avremmo potuto testarlo.
  6. Esistono tanti generi di test online oggi. Ci sono quelli sfacciatamente commerciali, dove si magnificano soltanto le lodi degli oggetti provati. Ci sono quelli ipertecnici, con una descrizione dettagliata di ogni particolare funzione del modello in test, di ogni parte dei menù, delle funzionalità più recondite. Zeppi di grafici complessi e valutazioni ... privi di qualsiasi foto degna di nota. Ci sono i test fatti al volo con le immancabili foto di gatti e fidanzate (magari anche del cagnolino della fidanzata). E ci sono infine le prove d'uso, come quelle che facciamo qui su Nikonland. Una prova d'uso consiste nel prendere la fotocamera o l'obiettivo o quello che è lo strumento fotografico che andiamo a testare, metterlo nelle condizioni effettive per cui è stato progettato ... e semplicemente portarlo al limite possibile dalle capacità del tester. Quello che ne deriva è una prova certamente soggettiva, che sicuramente lascia insoddisfatti gli amanti del_muro_di_mattoni_test con crop al 100% (o delle mire ottiche o dei Color Checker, fate voi) e che, in quanto concentrato su giudizi e opinioni di uso sul campo, richiede che il lettore riconosca l'affidabilità del tester stesso. Per chi non frequenta Nikonland (ci sono online centinaia di miei test, tutti con lo stesso stile), posso dire due parole su di me prima di cominciare a parlare della nuova Nikon D5. Ho cominciato ad usare reflex con una Nikon, oramai 34 anni fa. La mia prima macchina autofocus Nikon è stata la Nikon F5, 20 anni fa. Nel tempo ho usato tutte le ammiraglie digitali, dalla D1x fino alla D4, insieme a quasi tutte le altre professionali. Scatto mediamente 100.000 click l'anno. Mi piacciono gli apparecchi difficili, quelli che vanno domati, il mio massimo lo dò quando ho di fronte una macchina da corsa in pista o una bella donna dal carattere impegnativo. Voglio poter controllare al massimo ogni fotocamera che decido di adottare. Le macchine che non mi soddisfano, restano per poco tempo in casa mia. Per le altre c'è amore incondizionato. Come è stato per la D3x. Come è per questa D5, una macchina diametralmente opposta alla D3x e che mi ricorda, proprio a 20 anni di distanza, la vecchia Nikon F5, la prima macchina Nikon con questo genere di corpo e questa volontà di affermazione della tecnologia Nikon. Perchè la Nikon D5 (e l'eventuale Nikon D5s secondo l'abitudine di Nikon di aggiornare il modello dopo due anni) se starà sul mercato fino al 2020, potrebbe essere l'ultima ammiraglia reflex. Le mirrorless stanno prepotentemente sviluppando le loro potenzialità e se ancora a livello di autonomia, autofocus, ergonomia e sistema ancora non sono in grado di entrare nel dominio delle ammiraglie professionali, potrebbero farlo tra 4 o 5 anni quando sarà il momento di sostituire questa nuova D5. Ma questo è un discorso prematuro, godiamoci la 5a ammiraglia digitale Nikon e addentriamoci nelle sue peculiarità, provate con mano con 5.000 scatti in due giorni, limitati solo dalla disponibilità di una piccola scheda XQD da soli 32 gigabyte ... Bene, ma come è , che differenze ci sono rispetto alla D4 ? Non ho citato a caso la Nikon F5, in quanto è da essa, proposta sul mercato nel 1996, che derivano tutte le ammiraglie digitali successive (tralasciamo la Nikon F6, formalmente ancora in produzione, ma di fatto più simile ad una ipotetica F200 che ad una F ad una cifra). La Nikon F5 è stata la prima Nikon ad incorporare il battery-grip aggiuntivo, con un corpo monolitico snello ma robusto. E' stata anche il primo modello con autofocus evoluto, sistema matrix con analisi delle scene e tutte le meraviglie della tecnologia Nikon che sono poi state affinate con le digitali nei venti anni successivi fino ad oggi. Nikon F5, 1996, courtesy Wikipedia.org Nikon D5, 2016, © Nikonland Il corpo è analogo a quello della D4. Più raffinato ed elegante di quello piuttosto tozzo della D3. Ci sono in fondo poche differenze estetiche. Le linee sono più tese, leggermente meno sinuose. L'appoggio per il pollice dell'impugnatura verticale è più pronunciato. Il grip resta è grosso, decisamente più rotondo e meno profondo di quello della D750. Il bilanciamento è perfetto, anche con obiettivi impegnativi. Io non ho avuto alcun problema ad usarla a mano libera per tutto un giorno con il non piccolissimo Nikon 200-500/5.6. Ci sono tre modifiche essenziali rispetto alla D4. 1) La differente posizione del tasto ISO che passa a destra, al posto di quello MODE che invece va sulla calottina a sinistra. Io mi sono abituato subito, si modifica la sensibilità premendo il tasto con l'indice e ruotando la ghiera posteriore con il pollice della stessa mano, quando prima si dovevano invece usare le due mani. Ciò consente di fare l'operazione senza togliere l'occhio dall'oculare, mentre prima si guardava invece nel display di servizio posteriore. L'Auto-ISO si innesca facilmente usanto indice (sul tasto) e medio della stessa mano (sulla ghiera anteriore). Che il tasto MODE sia adesso in posizione più protetta, insieme alla modalità di esposizione e al bracketing a me non sposta nulla in termini operativi. Di fatto io scatto prevalentemente in Manual sia con ISO fisso che Auto ISO. Difficilmente mi capita di cambiare modalità durante una singola sessione. 2) La seconda modifica riguarda il coprioculare. Francamente preferivo quello fisso e indistruttibile che ha caratterizzato tutte le altre macchine precedenti fin dalla Nikon F5. Questo è asportabile premendo i due tasti laterali. Per ipotetici accessori futuri. Sarà ma a me sembra gracilotto, ho provato a smontarlo ma mi sono fermato, temendo di non riuscire a rimetterlo a suo posto. Pollice verso da parte mia. 3) L'ultima modifica importante (tralascio il tasto funzione in più e la riprogrammabilità degli stessi tasti, rimandandovi al manuale), riguarda l'adozione di un display posteriore di qualità nettamente superiore ai già ottimi di D4/D800/D750. Maggiore risoluzione, migliore qualità e fedeltà di immagine. Ma soprattutto dotato di touchscreen gestuale. Comodissimo per visualizzare e far scorrere le immagini, zoomare con una doppia leggera pressione (come sugli smartphone). Non reattivo come un iPhone di ultima generazione ma comunque oramai un must anche per una macchina di questo livello. Io trovo scomodo usare il tastierino con le dita (troppo piccolo) ma in questo sono maldestro e non faccio testo. La connettività è completa e finalmente anche sull'ammiraglia (come già sulle D800) abbiamo la presa USB 3.0, oltre alla porta di rete. Nital aggiunge nella scatola una scheda di memoria XQD 2.0 della Lexar, un taglio da 32 gigabyte 1400x, secondo me buona per cominciare ma inadeguata - per dimensione - alla esuberante raffica e buffer di questa macchina. Credo che bisognerà aspettare i tagli più grandi e poi le annunciate 2933x della stessa Lexar. Il lettore incluso è un Sony, diverso da quello dato in dotazione con la D4, che mi sembra sia compatibile solo con le XQD 2.0 e non con le vecchie (ma la cosa è da verificare, non ne ho in casa). eviterei di acquistare il modello dotato di compact flash (anche se l'assistenza può modificare il modulo delle memorie anche dopo l'acquisto) in quanto vedo oramai ampiamente superate le CF, sia nei tagli disponibili che nelle velocità di accesso (e nei costi). Le XQD si diffonderanno anche con la prossima Nikon D500 (e le future altre professionali) e saranno sempre più a buon mercato rispetto ai primi tempi della Nikon D4. I tempi di scrittura e lettura sono elevatissimi così come, soprattutto, la capacità di svuotare il buffer tra una raffica e un'altra. La presa in mano è quella che ognuno si attende da questa categoria di macchine. E' come ritrovarsi con una vecchia amica. Non ho altro da aggiungere su questo versante se non per dire che la presenza di un processore più potente (l'Expeed 5) dona maggiore reattività a tutte le funzioni della macchina, menù compresi, come deve essere per una ammiraglia pensata per l'azione. Sensibilità pratica I tremilionierotti di massima sensibilità promessi dalla D5 certamente hanno creato molte, forse troppe, aspettative. Ovviamente a quelle sensibilità (che io non ho nemmeno provato per curiosità) i fotoni saranno certamente molto rarefatti e sarà obbligatorio acciuffarli per la coda uno ad uno. Ma nella pratica, come cerco di dimostrare con gli scatti che seguono, fatti nel mio studio con la luce spenta ad una stampa di Slowprint appesa al muro (una 100x75cm), il vantaggio pratico c'è anche rispetto alla bella D4. Macchina su treppiedi, Nikon 70-200/2.8 tutto aperto, scatti di prova da ISO 100 a oltre la sensibilità lineare di ISO 102400. 100 ISO 200 ISO 400 ISO 800 ISO 1600 ISO 3200 ISO 6400 ISO 12800 ISO 25600 ISO 51200 ISO 102400 ISO 204800 ISO (HI-1) 409600 ISO (HI-2) Che ho riportato per più facile evidenza in questa sequenza Fino a 25.600 ISO io non noto derive particolari. Da 51.200 c'è sia un cedimento sia sul rumore che nella tenuta dei colori. Oltre si assiste ad un netto peggioramento delle prestazioni con comparsa di banding e shift colorimetrico. Credo che le "sensazionali" sensibilità oltre il normale possano tornare utili solo a quelle categorie di fotografi che necessitano di avere una foto pronta per l'analisi sul campo o per la trasmissione via rete alla base (penso alla videosorveglianza, le forze investigative etc. etc.). Il motore di conversione interno dei file in jpg è comunque di primordine anche se la rimozione del rumore tende ad essere un filo aggressiva. Io ho impostato NR su NORM mentre nello sviluppo dei NEF mi limito alle impostazioni standard di Lightroom per preservare i dettagli. 51.200 ISO. Una foto buona e utilizzabile, certamente non fine art ma la quantità del dettaglio non è compromessa. Senza scomodare grafici, formule e logaritmi, ritengo che ci sia un vantaggio sulla D4 di 0.66 stop da 3200 ISO in su, che diventano oltre uno stop se si lavora in jpg. Stesso vantaggio rispetto alla D750. Quasi due stop sulla D810 che, sostanzialmente, a 1600 ISO ha lo stesso livello di rumore della D5 a 6400 ISO. Io comunque ho fatto foto stampabili in 60x90cm a 6400 e 12800 ISO con i 1600 ISO quasi buoni come un 100 ISO. In rete si sono accesi dibattiti circa la qualità a bassi ISO e la possibilità di intervento in post produzione a recupero di sottoesposizioni. Ecco, ritengo pacifico dichiarare che questa è una macchina pensata per dare il meglio di se da 1600 ISO in su. Fino a 800 ISO la D810 resta l'alternativa migliore (con la D750 a ruota) se il fotografo è abituato a non preoccuparsi molto di esporre correttamente. Io ho tenuto sempre l'esposizione "allegra", restando sul luminoso, approfittando, come da copione, dell'ampia esuberanza agli alti ISO della Nikon D5 e tranne che in Auto ISO ho cercato di evitare i terzi di stop (meglio usare le sensibilità rotonde fino a 1.600 ISO 100-200-400-800-1600, oltre non ci saranno problemi). Perchè l'amplificazione della macchina, sia elettronica che digitale non si comporta in maniera lineare e, paradossalmente, i 125 ISO potrebbero essere meno puliti dei 200 ISO. Vedere al buio La D5 monta per la prima volta il nuovo ed evoluto sistema aufotocus Multi-Cam 20K i 153 punti di messa a fuoco occupano una'area leggermente superiore a quella del precedente a 51 punti. 99 di questi punti sono a croce ed hanno una sensibilità che arriva fino a -3EV. Il punto centrale a -4EV. I punti effettivamente selezionabili in singolo dal fotografo sono però, giudiziosamente, un massimo di 55. Io ho provato subito a metterla in difficoltà in uno scantinato. La scena, illuminata solo flebilmente dalla luce che arriva da un lucernario attraverso una finestrella, ad occhio nudo si presenta così : Nikon D5, 35/1.4, F1.4, ISO 4000 cioè praticamente al buio. Io vedo Charlize (il mio manichino di prova) solo perchè so che c'è (è anche vestita di scuro per far risaltare i capelli biondi ). Ma ecco cosa fa la Nikon D5, inquadrando la scena con il punto di messa a fuoco automatica più laterale possibile, l'obiettivo completamente aperto ad F1.4, la macchina in Auto ISO : ISO 65535 la stanza si illumina a giorno anche se monta il rumore (ovviamente). Premetto che in questa immagine non c'è alcun trattamento del rumore. Ma a parte questo, voglio sottolineare come il soggetto sia a fuoco, pur praticamente non riuscendo io a vederlo ad occhio nudo, intuendo quasi dove si trova la testa e l'occhio. Una prestazione eclatante del sistema di messa a fuoco e controllo, oltre che di tutta l'elettronica asservita, del matrix e di tutte le componenti della macchina, qui utilizzate in automatico. Per confronto un ritratto del manichino ad ISO Auto in quella luce (mentre generalmente quando faccio i miei test di ottiche e fotocamere, uso una lampada alogena da 1000 watt con softbox per stare sugli 800 ISO) ISO 65535, 35/1.4 ad F1.4 ISO 51200, 35/1.4 ad F1.4 eclatante, non vi pare ? Questa prestazione è inarrivabile per le altre Nikon e a mio parere - se si deve scattare sovente in quelle condizioni - già sarebbe una seria motivazione di acquisto ! Colori I colori della Nikon D5 sono belli e naturali. L'immagine è ben dosata. Ho voluto vedere la resa dei vari profili interni e confrontarla con quella profilata. Vi mostro allora la carrellata di immagini sviluppate con Lightroom CC 2015 partendo dal NEF originale. Profilo Adobe Standard Profilo Camera Standard Profilo Nikon D5 ottenuto con xRite Passport Profilo Nikon Flat Profilo Nikon Neutral Profilo Nikon Portrait Profilo Nikon Vivid rispetto a D4 e D810 la profilazione credo che valga la pena, almeno per l'esemplare che avevo in prova. Le differenze sia sui rossi che sui blu sono evidenti. A mio modo di vedere la macchina produce naturalmente una immagine molto contrastata con ombre chiuse e neri decisi. Può piacere e soddisfare già come è. Ma secondo me il contrasto è eccessivo e tende a far giudicare male l'esposizione che sembra sempre troppo chiusa. Per fortuna c'è ampia personalizzazione e il jpg risultante é sempre fedele, specie con il bellissimo display in dotazione alla macchina. In pista i jpg vengono pronti per l'uso, magari alzando un pelo la luminosità se il cielo è coperto e abbassando il contrasto se c'è il sole pieno. Ma credo che nel ritratto e in altri generi più posati sia meglio lavorare con una esposizione accorta per evitare di avere ombre chiuse e trovarsi nei guai in fase di sviluppo. Magari impostando Portrait o addirittura Flat, come del resto faccio con la D810. Purtroppo qui scopriamo l'unico tallone di Achille di questa macchina, la dinamica molto ridotta rispetto a D750 e D810 a bassi ISO che introduce rumore e banding nelle ombre aperte violentemente in fase di sviluppo. In autodromo In questo week-end all'Autodromo Nazionale di Monza c'era il Ferrari Challenge, una manifestazione che vede gareggiare tra loro le Ferrari 458 EVO, con motori portati a 740 CV e piloti di tutte le nazionalità (è di fatto un campionato mondiale monomarca). Quale migliore occasione per vedere la Nikon D5 nel suo ambiente d'elezione ? L'ho portata solo con il mio nuovo Nikkor 200-500/5.6 che sarà presto oggetto di test. La scelta dell'ottica poco luminosa in una giornata dal cielo coperto voleva premiare le capacità ad alti ISO della macchina. Infatti l'ho impostata direttamente in Manuale con auto-ISO senza limite (praticamente libera di andare a 102.400 ISO), avendo la necessità di controllare il solo tempo di scatto a secondo delle circostanze. Sono tutti jpg on-camera, senza alcun intervento in post-produzione. Profilo Adobe Standard, Contrasto -1, Nitidezza 3, Luminosità +1 o +1.5 interno dei box dall'altro lato del rettilineo (circa 75 metri di distanza). 16.000 ISO Speravo nella pioggia, invece è apparso anche il sole a tratti, mannaggia ... sostanzialmente ho testato l'autofocus, perchè la sensibilità non è mai salita a livelli esagerati. Ho usato il sistema a mano libera per avere fluidità nei panning e dopo aver preso un pò la mano (ero a riposo dallo scorso ottobre .... !) sono potuto scendere fino ad 1/100'' con la focale 500mm, quasi sempre a tutta apertura o ad F8. Ho provato la modalità 3D. Funziona ma è limitata dalla copertura dei punti AF. Comoda e poco invasiva la modalità a punto singolo con 25 punti adiacenti. Ma in fondo mi sono ritrovato meglio con quella a gruppi che già ho potuto apprezzare con D810 e D750. Nessuna incertezza e nessun fuori fuoco se non prodotto dal fotografo. Raffica esagerata e riserva di buffer eccessiva. Tutto sommato mi sono limitato a brevi sequenze di 5-7 scatti dosando con l'indice l'azione. Promossa e complimenti a questo ferrarista svizzero che si è venuto a fare un pò di giri di pista con la sua GTB n studio In studio una macchina come la D5 dovrebbe essere superflua, visto che è il campo di elezione della Nikon D810. Tutti gli scatti qui presentati sono stati eseguiti con la Nikon D5, il Nikkor 300/4PF, NEF aperti in Lightroom CC 2015.5, applicato profilo Portrait, convertiti in jpg. Leggero trattamento della pelle della modella, nessuna riduzione del rumore oltre lo standard. Uno scatto con il flash a 100 ISO e diaframma F7.1 dimostra che c'è un buon grado di dettaglio. Tutto sommato 20.8 megapixel non sono distanti dalla risoluzione della D3x o della D750. esponendo correttamente si possono fare foto eccellenti. Ma avendo a disposizione una macchina così esuberante viene naturale osare. E se tutto sommato è di ordinaria amministrazione notare che ad ISO 1600 la foto sembra fatta ad ISO 100 ... approfittando di un momento in cui una lingua di sole scalda l'ambiente é molto più audace andare a 6400 ISO per non rischiare il mosso, mantenendo il diaframma ad F4 dell'eccellente 300/4PF ed un tempo di sicurezza di 1/320'' Siamo a luce ambiente in un seminterrato illuminato da poche finestre basse non disposte su tutta la parete. ed avendo in mente le celebri scene di Nicole Kidman nel film Far and Away, Irlanda, vento, inverno, freddo, luce fredda, mi lancio in una sequenza di 142 scatti ad ISO 12.800 che termina solo perchè ... la ventilatrice si stanca. in questa serie non c'è nemmeno un fuori fuoco, la macchina passa dall'occhio (modalità punto singolo AF-C, con i 25 punti adiacenti di rinforzo) alla ciocca di capelli che vola davanti agli occhi senza soluzione di continuità. I 12.800 ISO si vedono solo sullo sfondo ma il dettaglio del viso - senza alcun trattamento - resta sempre esemplare. E' un trionfo di potenza e di coerenza che mi lascia senza fiato. A testimonianza, uno scatto scelto a caso dalla sequenza : WB su 3000 K, tint a zero. e complimenti alla brava Paola che ha interpretato alla perfezione il ruolo. Ci siamo risparmiati il superfluo e monoespressivo Tom Cruise ed è stato meglio così ... credits : Photographer: Mauro Maratta Model Paola Bettinaglio Agency: Wave Management Milano Hmua: Ilaria Ferrantello Clothes: Antonio Olivier Fashion Designer Studio: Spazio Blu Photostudio Milano Conclusioni Due giorni e mezzo, 5400 scatti non bastano certo a dare un giudizio definitivo di una macchina così impegnativa. Non ho provato il video (non ne sono in grado), non ho provato la funzione di autocalibrazione della messa a fuoco (ho letto le istruzioni e mi sono messo un pò in agitazione) e nemmeno quelle di trasmissione delle immagini (mandancomi gli accessori). Ma credo di avere l'esperienza per fare un sommario dei punti di forza e di debolezza della Nikon D5. Mi riprometto, se ci sarà l'occasione, di approfondire in futuro. Punti di forza - il nuovo autofocus è eccezionale. Oltre ad essere preciso e veloce, vede anche al buio completo o quasi. - la gestione dell'amplificazione (duale oltre i 3200 ISO) è addirittura esuberante. La macchina porta la luce, dove la luce non c'è - prestazioni esposimetriche e di bilanciamento del bianco di grande coerenza in automatico tra uno scatto e l'altro. In particolare ho apprezzato il WB che preserva i toni caldi - motore di produzione dei jpg on-camera di grandissimo livello. Merito certamente del nuovo processore, finalmente all'altezza di questa classe di macchina. Trovo che i file prodotti abbiano un contrasto un pò esagerato e che la riduzione del rumore sia aggressiva ma il livello di personalizzazione è elevatissimo e ognuno si può cucinare i file in uscita come gli piace secondo i propri gusti - il nuovo display posteriore è di grande fedeltà cromatica e la funzionalità touch carina, visto che oramai siamo abituati ad usare tablet e smartphone - la costruzione è sul livello della D4 con qualche caduta di stile che è certamente legata ai costi (come lo sportellino di sicurezza del pulsante di apertura del vano memorie, in plastica) - la scelta di Nikon di dotare la macchina di due memorie uguali (da scegliere, consiglio spassionato, esclusivamente con le nuove XQD 2.0) finalmente mette al riparo dall'avere una macchina zoppa (anche per i costi esagerati delle XQD Sony di 4 anni fa, ognuno di noi ha tenuto di fatto solo la scheda data con la macchina, alternando invece CF di taglio più grande con l'impossibilità di fare il backup automatico) - la nuova posizione del tasto ISO, finalmente non più relegata al dorso basso della macchina, considerato che si cambia molto più spesso la sensibilità che il modo di esposizione - l'otturatore e lo specchio sono silenziati rispetto alla D4 che, in situazioni come ai concerti o in chiesa, era veramente imbarazzante Punti di debolezza - almeno il mio esemplare ha mostrato la tendenza a sottoesporre di almeno di 1/3 o 2/3 di EV a bassi ISO, tendenza a sovraesporre dello stesso valore ad alti ISO - pur fantastico, il nuovo modulo di messa a fuoco continua ad avere i punti concentrati nel centro dell'inquadratura. In questa ottica, la D500 probabilmente avrà una maggior capacità di seguire i soggetti su tutto il frame. Ma sappiamo che ci sono limiti che non possono essere superati con questa tecnologia. - l'esuberanza ad alti ISO va a discapito della dinamica alle basse sensibilità. Del resto non si può avere tutto. Il tentativo di recuperare le ombre o anche solo fare interventi creativi in sviluppo porta inevitabilmente a far montare il rumore e all'apparire di banding locali. Insomma, fino a 800 ISO, anche in condizioni controllate, sarebbe meglio rivolgersi ad un'altra fotocamera. Ma del resto la D5 non nasce per deliziare paesaggisti e fotografi still-life - il copri-oculare rimovibile. Sarà probabilmente utile ma a me non piace. - il costo. Solo parzialmente giustificato secondo me dalle prestazioni, specie considerando a che prezzi sono state lanciate le precedenti Nikno D3 e Nikon D4. Insomma, a mio giudizio, e al di là della ... libidine da possesso, ogni futuro acquirente della Nikon D5 dovrebbe seriamente interrogarsi sulle proprie effettive necessità e sulle proprie abitudini di scatto. E' una bella macchina ma non è - a mio modesto avviso - una macchina per tutti. Del resto se uno vuol viaggiare comodo, facilmente acquisterà una bella Mercedes Classe E. Mentre questa D5 è una supercar sportiva come la Lamborghini Aventador, un oggetto per pochi non solo per la categoria di prezzo ma perchè richiede al volante un signor pilota che ne sappia domare l'esuberanza da puledro da corsa. La Nikon D4 mi é sempre sembrata invece una soluzione più equilibrata, buona per tutto anche se non così estrema. Questione di indole, della macchina e del fotografo. Nikon questa volta ha scelto l'estremo perchè ha voluto dare un segnale e consegnare al mercato una prova d'orgoglio. La D5 é la quinta digitale, come lo fu, a pellicola, la Nikon F5. Insomma, se non l'avete ancora capito ... mi è proprio piaciuta tanto, sembra fatta inver per me ringraziamo ancora Newoldcamera per averci permesso di svolgere questo test sul campo in anteprima nazionale. Volete provare anche voi questa Nikon D5 ? Fate un salto a trovarli in negozio (qui) e potrete usare in demo proprio l'esemplare che ho avuto io. Ma attenti, loro sapranno convincervi a comperarne una più di quanto non abbia tentato di fare io con queste righe
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