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Max Aquila

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  1. Vuoi mettere? Lo stanag del mio battaglione carri e la targa di uno dei Leopard che ho comandato?!!!
  2. ah peccato: ora che lo hanno fatto gli altri, Nikon terrà a distinguersi...
  3. Comunque, per chiarezza, la mia idea (che poi è come funziona Helicon remote), che ho suggerito a Nital di trasferire nei contenuti tecnici a Nikon, è non certamente di lasciare le cose come stanno, ma di aggiungere un comando al programma attuale (che basa la messa a fuoco solo sul punto in cui l'abbiamo lasciata prima di entrare nel rigo del menù) identificando i due punti estremi di messa a fuoco, iniziale e finale, qui identificati con le crocette arancioni. Il programma, in funzione del diaframma impostato (primo parametro) e del numero degli scatti impostati (secondo parametro), stabilirà da sè di quanti mm deva operare il cambio di messa a fuoco per tenere nitidi tutti i piani tra le due crocette di riferimento, (oppure segnalerà che con quel numero di scatti o con quel diaframma non ce la può fare). Lasciando fuori fuoco gli altri piani dipinti in blu... Il programma ce l'hanno già: devono solo aggiungere un riferimento di fine. Altro consiglio? L'immagine riassuntiva dello stacking che consentono Z6 e Z7, presente sulle altre nuove macchine (attualmente nè Z5, nè Z6 II, la consentono)
  4. dall'interno l'equipaggio può uscire dai tre accessi consoni delle torrette dell'M60 o dalla postazione del pilota (se capottato sulla torretta), posto che la bdf sia tra ore 11 ed ore 1 Diversamente c'è la botola da aprire...ma ci vogliono gli attrezzi giusti: il dado più piccolo sui Leopard era della 24
  5. Fonte a parte, vorrei rassicurarti per un altro aspetto, che ti fa passare l'ansia misurometrica da questa fattispecie: la fotocamera, quando anche avessi impostato un numero eccessivo di scatti, rispetto l'inquadratura in oggetto, si arresta da sola. Metti che abbia lasciato impostati 100 ftg passo 2, se a sessanta ritiene di aver esaurito di mettere a fuoco ogni piano dell'inquadratura, si arresta. Diverso è il discorso se per caso dovessi stabilire di mettere a fuoco solo fino ad un certo punto del soggetto e lasciare fuori fuoco la restante parte: fermo restando che nove volte su dieci il risultato poi risulta artificioso, perchè si nota subito la calata di nitidezza improvvisa (e non graduale, come ogni ottica consenta), ammesso che sia questo il risultato prefisso, non ti resterebbe che misurare (non so come) i millimetri di spazio utile fino al piano sensore e poi impostare i dati. Ciò naturalmente vale (diglielo ai recensori di quel sito) per un soggetto pianparallelo rispetto all'asse ottico dell'obiettivo: appena avessi impostato un'angolazione che alteri la prospettiva di quella lente, quel sistema di calcolo, IMHO, non serve più a nulla... Liberati dall'esigenza di conoscere il funzionamento preciso del programma: è semplicemente fatto con i piedi. Fotografa...
  6. e su Nikonland non parliamo di soldi ma di Fotografia e fotografie. Ma oggi ho trovato il pagamento automatico di euro 19,99 sul conto corrente, che Libero si prende da solo ed ogni anno per l'ampliamento dello spazio mail che uso da vent'anni, subissato dalla loro pubblicità, dal loro spam e dalle loro intrusioni sulla mia privacy (mi basta pensare ad un oggetto che me lo vedo pubbblicizzato sui loro banner il giorno dopo). E stiamo a fare le pulci alle cose che servono? Poi per inciso ricordo che i prodotti non si classificano per professionisti o amatori: sono le persone che si distinguono per avere o meno un approccio professionale alla soluzione di un problema, oppure non... Conosco tanta gente che fotografa per professione che molta buona volontà ma pochissime conoscenze di come poter fare per dare una svolta alla propria professione. Qui su Nikonland, io e Mauro Maratta ci fregiamo di aver saputo dare consigli utili a parecchia gente: indipendentemente dal fatto che fossero fotografi professionisti oppure vigili urbani con la passione della fotografia.
  7. Boh: io tutte queste accorate proteste non le ho lette. E al contrario Nikon promuove seminari in ogni dove per far dire ai suoi Ambassador che TOKO che sia il loro focus stacking. Noi di Nikonland alla seconda volta che lo usavamo ci siamo chiesti che mente curiosa lo avesse progettato. Helicon Focus lo usiamo da sei mesi e lo abbiamo comprato subito, (io solo da un mesetto) perchè ci siamo accorti quanto prestazionale anche in termini di tempo fosse, rispetto la procedura macchinosissima di passaggio sui software Adobe per gestire lo stacking delle foto realizzate. Francamente, la prossima volta, al Manager Nital, suggerirò di dire ai papaveri di Tokyo che oltre a quella modifica potrebbero anche fare il passo successivo: quello di realizzare il software di unione, direttamente on camera, al posto di quelle inutili opportunità presenti da tempo immemore sul Menù meno praticato dai fotografi Nikon, ...ossia quello di Ritocco che occupa inutile spazio di programmazione nella CPU...
  8. il tallone d'Achille del "temuto" T72: i serbatoi esterni ausiliari, necessari per consentire a questo carro con il quale i sovietici perpetravano le loro invasioni, le enormi percorrenze cui li assoggettavano. Ma se col bazooka li beccavano nel culetto...
  9. Una bella domanda la tua: perché la versione per Z del 70-200 si può solo paragonare con l'FL di quest'articolo. Se lo hai letto dall'inizio, io al Nikon FL ho concesso l'ultima chance. Poi l'ho venduto. Non parliamo di prezzi su Nikonland, ma di foto
  10. Ho appena ricevuto assicurazione dal Product Manager Nital, riguardo l'approssimazione del programma di Nikon per il focus stacking, che suggerirà a chi di competenza al loro primo forum, di inserire una riga di comando per impostare anche il punto estremo di maf, oltre al primo, in maniera da eliminare lo stupido comando di step: una volta impostato il diaframma di lavoro, oltre al numero degli scatti, sarà il programma a stabilire lo step necessario per tenere tutto a fuoco. Un'inezia... Poi esigeremo un applauso...
  11. Il file che devi aprire nel box G1, premendo il pulsante select file è quello che ti ho lasciato, ossia V860IIN_V1.9.fri che attualmente nel tuo pc si trova nella cartella: > Questo PC>Download>Godox_V860IIN_V1.9_3 Ovviamente il flash deve essere collegato via USB al PC e spento (non levare la batteria) Quindi la sequenza è: collegare il flash spento via USB al PC (cura che il cavetto USB sia buono, ossia ad alto contenuto di rame, per poter scaricare dati) aprire il programma G1 dal PC premere select file ed individuare nella cartella di cui sopra il file di aggiornamento .fri premere connect : che permetterà di individuare il flash individuato il flash connesso, premere upgrade... alla domanda se vuoi cancellare e riscrivere il fw rispondi yes (clicca yes) fatto
  12. Quelli rimasti senza aggiornamento sono i TT / V 350. I piccoletti. Con il quale mio ho scoperto il problema sulla Z5, ad una festa di compleanno dove l'avevo montato a slitta (cosa che normalmente non faccio) e non riuscivo ad ottenere file ben esposti: tutti sovraesposti di 2 o 3 stop. Infatti ho passato il resto della festa a trafficare inutilmente sui menù della Z Ciò nonostante (che Godox non abbia ancora rilasciato il suo agg fw) ho appena comprato un secondo V350. Cercavo una seconda batteria che costa sui 52 euro e a 90 ho trovato su NOC un esemplare come nuovo (ovviamente... I flash se si usano non si vendono )
  13. Alla fine dei test scriverò un articolo. Ne parleremo
  14. minchia, incredibbbile, vero è! Siamo peggio del Covid !
  15. "Salvati sulla scheda di memoria" intendi che usi normalmente sempre la stessa scheda di memoria? Se no... dovresti portartela appresso per riesumare la configurazione salvata su di essa?
  16. Carramba che sorpresa !!! Qui su Nikonland, due colleghi di corso e di specialità...
  17. 132AUC carrista... Mauro mi sa che ci batte entrambi: anche lui artigliere... io non potevo prescindere da sparare e muovermi, allora
  18. anche molti edifici parte di un caseggiato urbano...abbandonato https://www.google.it/maps/@46.0405096,12.7547507,6515m/data=!3m1!1e3?hl=it Ecco, colpire abitazioni con un cannone mi ha fatto decidere di non voler possedere mai armi da fuoco. Le quali, se si posseggono, prima o poi si usano
  19. Andando a guardare tra sinossi tecniche e giornalino del corso AUC, ho ritrovato un paio di fogli dattiloscritti che poi non pubblicammo, scritti in forma ironica, come di test Quattroruote, sul Leopard: le trascrivo...almeno mi dà l'illusione della pubblicazione <<< Ho provato per voi il carro armato Leopard I. Si tratta di un classivo veicolo da combattimento con la formula dello spacewagon. Le finestrature a tal proposito, sono però molto limitate, probabilmente per contenere al massimo il peso e consistono di una serie di iposcopi a disposizione degli occupanti, alcuni dei quali sostituibili da strumenti a raggi infrarossi o ad intensificazione di luce, per la guida nell'utilizzo notturno del mezzo. Ad un primo approccio visivo, non si direbbe che la progettazione del Leopard dati addirittura alla fine degli anni 60, frutto della collaborazione progettuale di più nazioni europee, poi sviluppato e realizzato dai soliti tedeschi, che insieme ai sovietici, del carro armato fanno ormai una tradizione. Le linee squadrate e filanti, complici le griglie dei ventilatori ciclonici di depurazione e spurgo dell'aria, la coda a cuneo, tronca, per una studiata miglioria del CX, sembrano ancora moderne, nonostante il disegno dei gruppi ottici anteriori e sopratutto la sporgenza di un antidiluviano clackson, riportino il progetto alla sua dimensione temporale. Di avveniristico, anche se fortemente condizionante il parametro della mobilità, l'uso di lamiere d'acciaio per la realizzazione della carrozzeria di scafo motore e torretta, scelta che preserva il veicolo dalla corrosione della ruggine, sopratutto considerato il suo impiego prettamente fuoristradistico. A tal proposito, sul perimetro del carro, sono presenti una serie di rastrelliere atte a contenere attrezzi e dotazioni, molte delle quali optional, più o meno indispensabili all'uso da campagna del mezzo, che spaziano da un robusto ma ingombrante cavo di traino in treccia d'acciaio, al comodo bottino dell'equipaggio che sopperisce alla mancanza di un vero e proprio vano portabagagli, ad una serie di otto tubi lancia fumogeni, utili in caso di improbabili pannes, ai non obbligatorii FAL truppe alpine, optional per i fanatici dell'avventura ad ogni costo. NBumerose maniglie ed appigli garantiscono la stabilità di chi, nelle belle giornate, volesse utilizzare la comoda torretta panoramica per una occasionale tintarella, orientabile su un arco di 360° nella direzione più opportuna, garantito da sicurezze contro gli urti accidentali e con valvola limitatrice di depressione che evita lo scivolamento sul vano motore di chi eventualmente stesse a cavalcioni della bocca da fuoco. Questa consiste di un cannone Vickers L7 A3, calibro 105/51 a 28 righe destrorse e dei relativi blocco di culatta ed organi elastici servoassistiti da strumentazioni di controllo elettroidrauliche. Per usare la bocca da fuoco è sufficiente la patente rilasciata dagli appositi Uffici del Ministero della Difesa, previa frequentazione di apposito corso della durata di 21 settimane, diviso in tre fasi altermine di ognuna delle quali sosterrà i relativi accertamenti. Il documento dà diritto all'accesso nei migliori circoli ufficiali dei battaglioni carri di tutta Italia, agevolazioni e sconti di varia natura. Passiamo ad una breve scheda del motore: si tratta di un Mercedes Benz da 37400cc, 838 Hp di potenza a 2200 giri motore; alimentazione policarburante, per evitare il superbollo ed agevolare il rifornimento anche in paesi che scarseggino di carburante tradizionale. Il motore è ad iniezione indiretta a precamere di combustione, e questo sistema, alla resa dei conti, si è dimostrato piuttosto parsimonioso, considerata la categoria del mezzo, arrivando ad essere utilizzato con un pieno di 985 litri per 18 ore lavorative, chiaramente di operatività su sterrato. Il peso è certamente elevato, aggirandosi sulle 40 tonnellate, ma il rapporto peso/potenza è notevole per un carro armato della prima generazione, andando così a concorrere con le più moderne realizzazioni, alle quali cede solo in fatto di accelerazione 0-30 kmh e sul km da fermo, avvicinandosi così ai livelli dei più moderni e potenti trattori da coltivazione razionale agricola La realizzazione degli interni è purtroppo piuttosto spartana, con molte lamiere a vista e spigoli vivi, che rendono consigliabile l'uso di un caschetto protettivo per gli occupanti. Questi ultimi, tranne il servente,sono un pò sacrificati nei movimenti, ma la scomodità viene compensata dall'attento studio progettuale delle masse, che consente di avere a portata di mano tutti i comandi, sopratutto per il pilota che ha a disposizione oltre ad un cruscotto zeppo di spie indicatrici, anche vari pannelli per la regolazione degli impianti di riscaldamento autonomo ed antincendio automatici, entrambi ottenibili senza sovrapprezzo sul Leopard I. Scomodi invece i pannelli di alimentazione del proiettore a luce bianca (optional) ed i rubinetti del carburante, comodissima invece la rastrelliera 18+42 posti per i proietti multiuso, utili per eventuali coreografie pirotecniche ai raduni internazionali di confine. Per quanto riguarda la prova su strada, essa è stata condotta sulle molto impegnative lande del comprensorio di Persano e devo dire che nel confronto con l'ostico fango che creava profonde ed impegnative buche, i cingoli a maglie d'acciaio e gomma a 336 pattini del Leopard, si sono rivelati davvero possenti, realizzando una tenuta di strada a prova d'infognamento e nelle numerose sedute di prova, tra tutti i collaudatori, solo un aspirante Carabiniere e per giunta Cavaliere, è riuscito ad impantanarsi. In conclusione il Leopard, a fronte di una manutenzione piuttosto articolata, si è rivelata una agilissima e pressocchè perfetta macchina, relativamente all'uso per il quale è stato progettato. Anche il costo di tre miliardi di lire, considerato il rapporto qualità/prezzo, lo colloca ai vertici della sua categoria, anche se in assoluto...un pò altino. Arrivederci S.Ten f. cr. Massimo Aquila >> E un grazie di cuore a chi sia riuscito ad arrivare fin qui
  20. Un'obiettivo: una passione, durata quattro anni dalla sua presentazione nel novembre 2016 http://www.nikonland.eu/forum/index.php?/page/indice.html/_/biettivi/nikon-zoom-70-200mm-f28e-fl-vr-iii-primo-con-r975 fino al suo acquisto nell'estate 2018, quindi al tradimento, con la versione per Z acquistata il mese scorso e infine la sua vendita...giorni fa, questo zoom rappresenta per me il punto più elevato del lungo percorso che, dalla prima versione del 2002 (dopo le quattro, dei precedenti 80-200/2,8) arriva a compimento con una realizzazione sopraffina per vetri, elettronica e sistema VR L'ultimo lavoro su Nikon D500, prima di venderlo, al prologo a cronometro di Monreale, che il 3 ottobre 2020 ha inaugurato il Giro d'Italia. Eccolo accanto al successore...
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