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  1. Disponibile su Amazon.it per €74,90 la nuova piastra ad L compatibile Arca Swiss per Nikon Z9 (modello 3714). Aggiunge 152 grammi al peso ma è indispensabile per un uso serio su treppiedi senza cosini avvitati volanti e precari.
  2. Le due risposte sono totalmente sovrapponibili. E' la stessa macchina in due stili differenti.
  3. Beethoven : Quartetti Op. 18 n. 1-6 Chiaroscuro Quartet Bis ottobre 2021 (primo volume), marzo 2022 (secondo volume), formato 96/24 *** La formazione del Chiaroscuro Quartet : Alina Ibragimova (Russia) e Pablo Hernán Benedí (Spagna), violini, la violista svedese Emilie Hörnlund e la violoncellista francese Claire Thirion. E' un ensemble internazionale, come si vede dalla provenienza dei quattro componenti, formatosi in Inghilterra nel 2005 e subito acclamato per le sue performance "in stile autentico". Si dedica alla musica da camera del periodo più classico, tra Mozart, Haydn e Mendelssohn passando per Schubert ed, appunto, Beethoven. La sua peculiarità é il suono, non solo autentico in senso stretto (cioé il più simile a quello contemporaneo della musica che suonano) ma anche la chiarezza di dizione con ogni singola nota perfettamente scandita e con le quattro voci perfettamente distinguibili. Cosa estremamente difficile se pensiamo al solo aspetto tecnico, complessa quando ragioniamo di corde di budello ed altri dettagli esecutivi fuori dal nostro tempo. Avevo già ascoltato il primo volume della prossima integrale di Beethoven, che è cominciata con il primo volume pubblicato da Bis lo scorso ottobre, diligentemente con i primi tre quartetti dell'Op. 18. Ho ripreso l'ascolto oggi, con il secondo volume appena uscito. I quartetti Op. 18 rappresentano la prova di maturità dell'arte di Beethoven, accasatosi a Vienna ed acclamato solista di pianoforte ma desideroso di andare oltre. Sono un microcosmo multiforme che prendono le forme dal quartetto settecentesco ma con tutta la forza di Beethoven cercano di distaccarsi dalla musica da camera dei suoi "maestri", Mozart ed Haydn compresi. Le dinamiche sono moderne, quanto lo è la dialettica tra le voci. Ma soprattutto il ritmo è già quello del Beethoven sinfonista. Un approccio "pragmatico" però, avendo a mente i successivi quartetti beethoveniani e soprattutto gli ultimi, potrebbe portare ad un ascolto noioso. Tanto che io, francamente li ho sempre trascurati dopo un primo studio 30 anni fa. Ma le ultime letture me li hanno portati all'attenzione come autentiche perle compositive. Riuscire a costruire piccoli mondi "sinfonici" con quattro strumenti fatti suonare tra loro pari a pari richiede manico, perizia, arte e tanta passione. Composti tra il 1798 e il 1800 e pubblicati a Vienna dall'editore Mollo nel 1801 con il titolo francese di "Six quatuors pour deux violons, alto e violoncello, composés et dédiés a S.A.M. le Prince régnant Franz Joseph Lobkowitz", uno dei più influenti amici di Ludwig, che li apprezzò molto tanto da assegnare al compositore un appannaggio di 600 fiorini annui e regalargli anche quattro preziosi strumenti ad arco: un violino e un violoncello di Guarnieri costruiti a Cremona fra il 1712 e il 1718, un secondo violino di Nicola Amati fatto nel 1667 e una viola di Vincenzo Ruger costruita nel 1690. Studiandoli a fondo ci sono autentiche invenzioni ma anche in termini di materiale melodico meritano una riscoperta. Non ho bisogno di citare l'adagio affettuoso che forma il II movimento del quartetto n.1, tra i più belli scritti da Beethoven. *** Il Chiaroscuro Quartet affronta questi lavori con il frizzante brio della gioventù, il ritmo è sempre brillante ma soprattutto, come già scrivevo sopra, è la dizione, il singolo tono perfettamente distinto, il suono nell'insieme chiaro eppure perfettamente armonico che costituisce la peculiarità della loro lettura. In questo a mio avviso c'è un forte distacco dalla tradizionale visione alla Amadeus/Berg e forse ce n'era bisogno. Ma ovviamente il nitore della lettura e il ritmo complessivo, poco possono con la versione del Quartetto Italiano che continuo a considerare come di una classe a se stante. Pur in una visione da "caduta degli dei". Il limite forse, per il momento sta nel fatto che questo primo volume della nuova integrale, ha una chiave "giovanile" ed è rappresentato da giovani. Mentre in tutte le altre letture possiamo vedere l'arco completo dell'interpretazione fino alla Grande Fuga. Come sia, il Beethoven del Chiaroscuro in questi quartetti Op. 18, in tutti, specialmente nel n. 6 mi raffigura perfettamente il giovane di successo arrivato da poco a Vienna e che si fa strada con il suo genio. Primo musicista libero, pronto a seguire la sua ispirazione, pescando da tutta la sua sensibilità e ricchezza culturale. Vediamo a tratti il vociare di gruppi di giovani a passeggio, scene di vita, sole, vento, pioggia. Carrozze, cavalli, redingote e cilindri. Poche residue parrucche incipriate. Anche i momenti di "Malinconia" (il titolo dell'ultimo movimento del quartetto n.6) sono passeggeri. C'è ancora speranza. Ed è bello così. Noi naturalmente attendiamo le prossime uscite di questa integrale, speranzosi a nostra volta. Intanto un saluto ad una lettura fresca e veramente da 21° secolo che si stacca molto dalla tradizione cameristica dei decenni passati. Edizione di riferimento : Belcea Quartet, integrale dei quartetti di Beethoven, 2012-2014 Alpha Classics il Belcea Quartet Ho scelto come riferimento l'edizione del Belcea, formatosi qualche anno prima del Chiaroscuro che a mio parere offre una lettura più matura, più ... scura e romantica, probabilmente più vicina alle edizioni capitali dei lavori di Beethoven. Io però li ho visti in video e vi devo dire che sono altrettanto eccezionali disponibile anche su Blu-ray. A voi la scelta.
  4. Bill Claff ha misurato anche la Nikon Zfc (qui) Nulla di nuovo sotto al sole considerando macchine con lo stesso sensore con lo stesso dual-gain che interviene da 400 ISO esatti e la riduzione di rumore hardware "fissa" da 12800 ISO (i triangolini verso il basso). A queste gamme, ammesso che interessi, c'è un leggerissimo miglioramento rispetto alla D500 mentre la risposta è del tutto sovrapponibile con la Z50. Riporto più che altro per letteratura, vista la distanza nel tempo, il confronto con la full-frame d'eccezione che ancora tutti ricordano con amore e magari non riescono ad abbandonare : un Z in formato DX di oggi si beve la D700 a tutte le sensibilità, anzi, a quelle basse le da i punti, offrendo "anche" 8 megapixel in più. Questo per la dinamica. In termini di rumore c'è la dimostrazione che oltre non si può più andare con questa tecnologia. Anche a confronto con ottime full-frame di generazione più recente della D700 per fare di meglio a livello di pixel, ci vuole la D5 ma solo nella gamma ISO veramente alta. Come dire che la Zfc può essere un punto di arrivo. A chi piace
  5. M&M

    [Rumors] Nikon 2022

    Secondo Nikonrumors il Nikkor Z 800mm f/6.3 S verrà annunciato il 4 aprile 2022.
  6. Poco più che ventenne, con all'attivo il primo premio al Concorso Carl Nielsen nel 2019 - ovviamente con il suo concerto per violino - tre dischi per BIS e soprattutto tanta passione e un virtuosismo sfacciato ma mai esibito. E' Johan Dalene, svedese, si è perfezionato con Janine Jansen, a Stoccolma. Ha un suono terso ma capace di ampie modulazioni. Sfrontatamente brillante, dal tocco magico cui tutto apparentemente risulta facile. E' quello che ho percepito vedendolo nel concerto di chiusura del concorso Carl Nielsen ma è anche quello che si sente nei suoi dischi. Chaikovsky e Barber : concerti per violino e orchestra Norrkoping Symphony Orchestra diretta da Daniel Blendulf Bis 6 dicembre 2019, formato HD L'interpretazione di Dalene del concerto di Cjaikovsky è sia audace che canonica. Porta i tempi dei dei due allegri fin verso l'estremo ma senza tralasciare di dare ai momenti melodici il necessario per far salire e respirare la musica. Il risultato è impressionante per la sicurezza esibita, da concertista consumato. A 19 anni. Il Concerto di Samuel Barber, è più complicato e già averlo scelto insieme al più conosciuto Chaikovsky è segno di audacia. Con Barber è facile scadere nel mieloso dimenticandosi di quanto sia richiesto di essere cangiante e esotico al violino. Le modulazioni che riesce a dare al suo Stradivari del 1736 sono tutt'altro che banali. Il movimento finale in particolare è un crescendo perpetuo che caratterizza del tutto la sua performance. Nordic Rhapsody Musiche di Grieg, Sinding, Stenhammar, Sibelius, Nielsen, Rautavaara Christian Ihlen Hadland, pianoforte Bis 5 marzo 2021, formato HD Apparentemente più conformista questa Rapsodia Nordica che fa l'en plein dei principali compositori scandinavi e i loro contributi cameristici per violino e pianoforte. Eppure i contrasti che propone questo disco spaziano per tutto il nord in più di un secolo di tempo. Con grande sensibilità i due interpreti caratterizzano le tante voci, apparentemente simili, di compositori che si sono influenzati a vicenda nel corso della loro carriera, mantenendo quel carattere tipicamente scandinavo descrittivo delle loro terre, simili ma anche molto diverse, sempre con tanta passione, forza, tristezza e speranza. Un disco da studiare che non lascia troppo spazio alla noia (come invece capita spetto con pagine simili). Sibelius e Nielsen : concerti per violino e orchestra Royal Stockholm Philarmonic Orchestra diretta da John Storgards Bis 11 marzo 2022, formato HD Ed infine il pezzo forte, uscito solo due settimane fa, con il giovane Johan che corre sulla neve del suo paese, alle prese con i due concerti per violino più celebrati di inizio '900. Due concerti che più diversi non potrebbero essere, eppure accomunati da tante vicinanze. Nielsen e Sibelius sono nati entrambi nel 1865 ed entrambi hanno iniziato i loro studi sul violino, dimostrandosi poi capaci di essere perfettamente padroni della sua tecnica all'atto di scrivere musica. Cosa non scontata per altri grandi compositori, anche più celebrati. I due concerti sono usciti tra il 1905 e il 1911, più travagliato quello di Sibelius, poi sostanzialmente riscritto, che somiglia in un certo modo ad un poema sinfonico, più che ad un concerto violinistico romantico. Quello di Nielsen è, in linguaggio moderno, pre-romantico, quasi neobarocco, diciamo in due movimenti a sua volta ripartiti ed in sequenza lento-veloce-lento-veloce. Temperamenti diversi che richiedono agli interpreti - perché anche la parte orchestrale è tutt'altro che superflua, anzi - sensibilità molto poliedriche. Ho ascoltato tante volte questo disco negli ultimi giorni. Il piglio e il carattere di Dalene mi ha veramente impressionato. Sembra che in vita sua non abbia suonato altro. Anzi, che sia nato per suonare questo. Non è un caso che abbia vinto il concorso con il concerto di Nielsen, lo suona come se fosse suo. Se guardate il video che allego nei commenti, di tre anni fa, lo si vede in ogni frase. E' come se scherzasse con l'orchestra, a tratti sottovoce, in altri con voce possente ma mai sopra le righe. Con tono evocativo quando serve, magniloquente quando è il caso. Sempre con una facilità disarmante. Siamo all'esordio ma questa lettura lo vedo al secondo posto, nella mia personale classifica, dopo quella della norvegese Vilde Frang che ritengo più matura. Soltanto un filo meno meno espressiva di quanto amerei - più alla Stern che alla Jansen se vogliamo dirla tutta - il concerto di Sibelius che resta di una difficoltà disarmante e che viene superato con disarmante facilità dal Dalene. Le cadenze sono chiare, precise, non concitate, le riprese quasi violente, ma il tutto è sempre reso senza esibizionismo o il voler inutilmente apparire. Sensibilmente e appassionatamente come si conviene a tutta la musica nordica. Effettivamente, per una volta convengo con una recensione di Gramophone non esiste miglior abbinamento in disco di questo. al concerto finale per la vittoria al Concorso Carl Nielsen Insomma, un violista di primordine, molto ben impostato, con doti personali invidiabili, grande facilità nel suono ma soprattutto, carattere, sensibilità, passione, amore per la musica.
  7. Ho letto di sfuggita perché non particolarmente interessato a quelle discussioni, parecchia - direi eccessiva ! - suscettibilità nelle risposte. Siamo in un sito dove ci si incontra tra pari e se si mantengono relazioni frequenti ci si impara a conoscere. Ma il rispetto dovrebbe essere una cosa naturale. Se ad un quesito o ad un intervento si riceve una risposta - urbana nei termini ! - ma diversa da quella che ci si aspetterebbe o opposta rispetto al nostro punto di vista, ci possono essere molte motivazioni e particolari secondo il particolare caso. Ma non mi sembra il caso di prendersela e partire per la tangente in termini assoluti. In questo si sbaglia. Dimostrando probabilmente che o non si ha particolare dimestichezza con il "mezzo meccanico", cioé una piattaforma che non è fisica e dove si deve fare la tara alle posizioni espresse prendendole per quello che sembrano in base "al solo scritto", oppure che non si è particolarmente predisposti al tipo di confronto permesso da questo tipo di strumento "semi-social". In entrambe le occasioni si perdono opportunità, oppure si è sprecato del tempo. Nostro e di chi ci ha risposto. E in valori assoluti ... non c'è valore aggiunto per il sito. Cosa che come fondatore mi dispiace ma a cui non posso più porre rimedio. Ho parlato ho scritto volutamente in astratto perché chi avrà la bontà di leggere rifletta. In linea di principio si dovrebbe essere coerenti (se scelgo di partecipare -> accetto ciò che ne viene; se faccio un intervento o pongo una domanda -> prenderò ciò che viene, senza inutili polemiche). A costo di ... astenersi. Lo dico da ex-autocrate con l'abitudine a mettere il naso in tutto su questo sito ma adesso distante osservatore delle dinamiche che si sviluppano. Dal mio punto di vista le energie dovrebbero essere meglio investite. Specie quando ne residuano meno e sarebbe bello indirizzarle verso cose liete. Baci e abbracci a tutti.
  8. Per me dipende solo dalla qualità dell'immagine di partenza. Prova a fare due scatti "da studio" se te la senti, stesso soggetto dettagliato, ISO base, treppiedi, luce bella e giusta. Con la Z6 e con la Zfc, poi applica il "migliora" e vedi come ti sembra. Io lo uso correntemente con la Zfc senza trovare difetti. Sebbene preferisca per tutto, i file da 45 megapizze delle altre macchine (ma per me la Zfc è solo un puro sfizio/sfogo/gingillo). Ma l'ho usato anche con immagini della D3 del 2008 che non credo siano meglio di quelle della Zfc. Anzi.
  9. Un approfondimento chiaro e razionale, datato 16 aprile ... 2021 che sostanzialmente anticipa il quadro complessivo, cosa poteva succedere, cosa succederà se .... da parte di Dario Fabbri, esperto di geopolitica della rivista Limes, oggi personaggio noto che partecipa quotidianamente alla maratona-Mentana delle 17:00 sulla Guerra in Ucraina. Lo lascio dire a lui in quanto esperto e fuori da queste pagine. Già il titolo Stati vs Russia in Ucraina e la necessità di proiettare verso l'esterno, contro un nemico definito all'esterno per concentrare l'opinione pubblica fuori dalle cose di casa e allineare gli atteggiamenti di tutti gli alleati alle posizioni del gabinetto degli esterni USA. Veicolo passivo : l'Ucraina, sedotta e sostanzialmente abbandonata, usata come cavallo di Troia per spingere l'orso russo fuori dal bosco. Ascoltatelo se vi interessa. Commenti solo se circostanziati e non apologetici, altrimenti l'articolo verrà chiuso come gli altri.
  10. I file da 45 megapixel di D850, Z7, Z7 II e Z9, vengono "migliorati" da Photoshop in una misura che sfiora il "commovente" quando la foto di partenza si meriti tale trattamento. Sarà pure un approccio ancora sperimentale e in quanto tale probabilmente migliorabile. Ma per me è quanto di meglio si sia visto sinora in materia di ingrandimento ex-post. NOTA : non ho affatto intenzione di consigliare a chicchessia l'acquisto di qualsivoglia dispositivo né da 45 né da 20 né da 180 megapixel di qualsivoglia prezzo, costo o noleggio possa essere.
  11. Sempre attaccati al vecchio di una volta. Io invece oggi trepido per vedere il gran premio. E credo che il Drake sarebbe orgoglioso di vedere 4 Ferrari tra le prime 7 macchine in griglia, e una sola tedesca la Ferrari più bella è sempre la prossima, quella che vince !
  12. Gilels e RIchter, insieme nello stesso disco con Kondrashin, alle prese con due concerti di Saint-Saens. Per ritrovare il sole
  13. No, certo, d'altro canto ascoltandolo in un momento di depressione, potrebbe essere troppo
  14. now listening : Bach, sonata per violino solo n. 3, James Ehnes, grande lettura in ogni nota.
  15. Richter alla sua prima uscita in Europa nel 1960. Beethoven, Rondò per pianoforte e orchestra e 3° concerto.
  16. Si certo, avevo capito. Ma è un mondo che a me non manca. Nessuna nostalgia. Anche i grandi musicisti che ho ascoltato dal vivo, anche quando morti e sepolti da venti anni (ne ho appena scritto del" più grande"), sono qui con me, ed io con loro in ogni momento della giornata. Sulla punta delle dita, senza dover cercare, spolverare, sopportare wow&flutter. Quelli che non conoscono la musica, o sono privi di interesse, oppure di curiosità. Ma io non riesco a guardarli con comprensione.
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