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Mostra il contenuto con la massima reputazione di 09/08/2022 in Articoli

  1. ... ovvero in che formato gestisco e salvo le mie immagini for dummies. Questo articolo è finalizzato a descrivere i passi principali di un workflow fotografico basato sui file RAW che sia robusto e modulare ma soprattutto che garantisca nel tempo, ed indipendentemente dal software utilizzato, la possibilità di fruire delle nostre migliori immagini. Essendo un articolo for dummies non è rivolto alle cinture nere in Photoshop ma a chi utilizza SW come Lightroom, Capture One, DXO PhotoLab e diversi altri che, tra le funzionalità principali hanno: - lo "sviluppo" dei nostri file RAW, che è l'operazione attraverso la quale un file RAW, NEF nel mondo Nikon, viene convertito in un file immagine - la regolazione, o postproduzione, a nostro gusto del file immagine - l'archiviazione con diverse tecniche dei parametri di queste regolazioni, per poterle eseguire nuovamente in ogni momento (tra gli altri quando riguardiamo i nostri file) - l'estrazione o conversione del file immagine regolato in altri formati, come ad esempio un JPG per la condivisione qui su Nikonland, o altri media come ad esempio una stampa bella grande. E che quindi ci tengono nelle loro mani per poter fruire delle nostre immagini. Per capire perché dobbiamo iniziare... dall'inizio. Che cos'è un file RAW? Il file RAW non è altro che il grezzo risultato della digitalizzazione di quello che esce dal sensore della nostra Nikon, più qualche parametro che consente di iniziare ad interpretarlo come il bilanciamento del bianco ed il picture control. Nel file sono memorizzate altre informazioni - i cosiddetti metadati - come ad esempio quale macchina l'ha registrato, quale lente, focale, diaframma, tempo di scatto..... I nostri NEF contengono ANCHE un bel JPG di media compressione e dimensione, che è quello che la macchina ha prodotto utilizzando il picture control impostato. Quel JPG è un file un po' speciale perché è quello che vediamo quando guardiamo le immagini direttamente in macchina. Qui tocchiamo un punto interessante: quando si dice che un file è un JPG SooC (Straight out of camera) non si intende che il file non è stato elaborato ma che quella elaborazione non è stata fatta dal fotografo ma dalla macchina. In realtà, scegliendo il white balance ed il picture control il fotografo ha una forma di controllo che sostanzialmente equivale allo scegliere la ricetta con la quale cucinare gli ingredienti che ha catturato al momento dello scatto. Niente di male nel farlo anzi, per chi scatta molto e non vuole (o non sa) regolare i propri file, è una enorme comodità poterlo far fare direttamente alla macchina. Ma non ci sono pasti gratis: il JPG ha molte meno informazioni del RAW e, continuo la metafora della cucina, cambiare la ricetta dopo aver cucinato è spesso impossibile ed al minimo porta con se molte limitazioni. Inoltre poiché il JPG è un formato compresso, consente minori ulteriori elaborazioni. Non entro in ulteriori dettagli su questi aspetti, ma possiamo discuterne dopo nei commenti. Ritorno a bomba all'argomento dell'articolo.... Perché siamo nelle mani dei software? Perché il nostro lavoro di regolazione, sia esso di pochi secondi o di ore, tradotto in istruzioni è memorizzato in un file di formato proprietario, specifico di ciascuno di quei SW e degli algoritmi che implementano e, spesso, anche dello specifico "motore" di conversione raw. Quindi la possibilità di continuare a convertire il nostro file NEF, che è solo una sequenza di bit tutta da interpretare sulla quale applicare le nostre regolazioni, in quell'esatto modo anche solo per vedere l'immagine sul nostro schermo (e quindi non solo per stamparla o condividerla sul nostro social preferito) dipende dal fatto di continuare a possedere quelle istruzioni ed il SW capace di leggere loro e quel file NEF. Ma io faccio il backup di tutti i miei file NEF e tutte le settimane 3 copie del catalogo di Lightroom starete pensando! Ok, ma che succede se tra XY anni i nuovi SW non saranno più in grado di leggere quel NEF? O se vi sarete stufati di LR? o se Adobe raddoppierà il prezzo dell'abbonamento e voi non vorrete più pagarlo? o se, non credo succederà ma lo cito perché è da li che arriva l'idea di questo articolo, state usando i NEF compressi con l'algoritmo TicoRaw di IntoPix ed il produttore del vostro SW preferito non vorrà più pagare le fee? O se volete fare il browse delle vostre miglior immagini così come le avete regolate da un altro SW/device non passando attraverso il SW usato per regolarli? insomma i motivi sono molti.... La soluzione è molto semplice, dobbiamo fare un solo unico passo in più: alla fine delle nostre lavorazioni, che sono quanto serve a trasformare una sequenza di bit memorizzata nel file NEF in una immagine, fare un punto di consistenza e salvare il Master file! Cos'è il Master file? È un file immagine, quindi non un RAW ma normalmente un TIFF a 16 bit in Adobe RGB, capace cioè di contenere il risultato di tutto il nostro lavoro, sia quello fatto in ripresa che quanto fatto in postproduzione, senza perdere dati come farebbe un jpg. Ma soprattutto è un file immagine fatto e finito, che per essere visto ed usato non ha bisogno del SW con il quale lo avete regolato e delle istruzioni per riapplicare tutte le regolazioni. E che ci faccio? Intanto lo puoi guardare sostanzialmente con qualsiasi software e qualsiasi sistema perché il TIF è un formato standard, universalmente adottato e libero. Ma soprattuto, molto facilmente, lo puoi utilizzare per tutti gli usi, convertendolo con un processo standardizzato in un file di output, adatto al dispositivo con il quale sarà fruito. Quindi, la sintesi è: se fotografate in RAW (cosa che consiglio a tutti quelli che abbiamo tempo, voglia a capacità di regolarsi i file) mettete al sicuro il risultato del vostro lavoro esportando in Tiff il Master file. Ci guadagnerete in sicurezza perché il vostro workflow vi porterà, per tutti i file RAW che sceglierete di postprodurre, ad avere un'immagine e non solo le istruzioni per produrla con quello specifico software. Massimo per Nikonland (c) 7/8/2022
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  2. Se esco per andare a fare foto in un posto dove so che avrò bisogno del flash, prendo uno dei miei flash da studio, un 600 W/s a corrente di rete o a batteria. Normalmente per stare leggero prendo il Godox AD600PRO che sta, con una batteria di riserva, in una borsetta Ferraritm originale. Ma mi serve come minimo anche un modificatore, di solito un ombrello parabolico da 150cm oltre ad uno stativo serio per sostenerli senza che cadano. Complesso che in esterni è impossibile da usare per il vento. E quindi in quel caso viro su un softbox rettangolare da 60x70cm. Con tutti gli ingombri e i pesi conseguenti. Ma a volte capita di essere in una situazione in cui non era preventivato il flash ma poi, guardando bene, per qualche scatto secondario rispetto alla "missione", ci vorrebbe. Per questo ho pensato a comperare il Godox AD100PRO di cui ha parlato diffusamente Max in questa stessa sezione. Si tratta di un affare grande quanto una lattina di Coca Cola da 33cl che però pesa molto meno ! Non monta modificatori complicati, pesanti e voluminosi ma gli accessori pensati già per il Godox V1 che io ho già. Come il cupolino in gomma traslucida Godox AK-R22 che vedete qui sopra. Si, non è un flash a slitta ma off-camera e ci vuole uno stativo, ma ne basta uno cinese piccolo, leggero ed economico (su Amazon ne trovate tanti. Questo ha l'età di Noè e credo di averlo pagato tipo ... 9 euri !) aggiungete il trigger Godox XPRO-N ed avete un sistema che ... a parte lo stativo che sta tra le maniglie della borsa quanto la porto a mano, lo posso riporre nello spazio destinato al secondo corpo in una borsetta normale, tipo questa Lowepro Nova 200 kit di rapido intervento. Z9, Zfc, 105/2.8, 50/2.8, 40/2. A sinistra, nel posto destinato alla ... seconda Z9 (che per ora non c'è), il Godox AD100 PRO, una seconda batteria presa a prestito dal Godox V1 e il trigger Godox XPRO-N. Il cupolino Godox AK-R22, nemmeno lo smonto ! Guardate come sono piccoli e simpatici ! *** Nelle foto che seguono dimostro i risultati - non modificati per quanto riguarda esposizione/luminosità/ombre/luci - di due momenti differenti, in due shooting, impostati - come mia inclinazione negli ultimi anni - in luce disponibile. Ma in cui alla fine, mi è venuta voglia di usare anche il flash. Se non avessi messo in borsa il Godox AD100PRO non avrei potuto fare queste foto. Ma potendo senza problemi, perché no ? Lei Venus, con me la Z9 e il Nikkor Z 105/2.8 S ad f/6.3, 100 ISO. Il Godox AD100PRO con il suo AK-R22 sullo stativo che avete visto nelle foto sopra, alzato per metà. Messo davanti alla modella, sulla tre quarti a destra (come vedete dai lampi sulle pupille se ingrandite le foto). In fotoritocco ho solo addolcito la pelle, un pò brufolosa, il resto è nature siamo in una situazione di luce mista, perché nella scena - ma non su di lei - era presente anche luce solare (di agosto : parlo di ieri, temperatura dell'aria +36 °C) Come vedete, l'effetto del lampo si vede, ci sono piccole chiazze di luce sulla pelle ma che non danno fastidio. In compenso c'è tutta la dinamica e la vita che può permettere solo una luce regolabile. Qui siamo ad 1/8 di potenza in M Secondo caso, in studio, all'interno. Dove non c'è luce e per fare queste foto - che verrebbero immancabilmente piatte e dovendo alzare la sensibilità a livelli elevati per mantenere tempi compatibili con una modella che non posa "da bella statuina". Ma io volevo fotografare a 64 ISO ed avere foto ferme ma allo stesso modo, potenti come quelle fatte in pieno solo poco prima. Ancora Nikon Z9 con Nikkor Z 105/2.8 S. ISO 64. 1/100'', F2.8. Potenza ad 1/16 + 2/3 in M. Controllo con Godox XPRO-N. In queste situazioni evito il TTL che tende a spianare la scena come se fosse una sala a polvere. Io voglio che il flash aggiunga dinamica, non che la livelli ... Lei è Hera. Flash posizionato a sinistra, a tre quarti, alzato sopra gli occhi della modella. Se si ha l'accortezza di posizionare bene il soggetto rispetto allo sfondo, le ombre non si vedono, tranne quelle naturali sul soggetto. E sembra quasi la luce del sole. qui, lei si appoggia alla parete e l'immagine è orizzontale. Si vede bene come si posiziona l'ombra, decisa. ma non avrete pensato che sia un flash che, con i suoi "soli" 100 W/s sia capace solo di illuminare volto e busto, vero ? Basta anche per la figura intera e non lascia nulla a desiderare ... *** Insomma, kit completamente promosso per quanto mi riguarda e che spesso finirà in borsa, nel dubbio, all'ultimo momento. Anche senza pensare se le batterie sono cariche ! A favore piccolo, compatto, leggero, sta in un reparto di una borsa fotografica piccola. Non montando modificatori impegnativi, basta uno stativo leggero ed economico per sostenerlo, potendo così muoverlo nella posizione migliore dopo qualche scatto di prova sul soggetto perfettamente integrato nel sistema Godox sia per quanto riguarda i protocolli di trasmissione che per qualità di luce, sistemi, accessori, etc. condivide gli accessori di kit del Godox V1 condivide la stessa batteria del Godox V1 la potenza è più che adeguata, salvo che non vogliamo illuminare a giorno scattando ad f/16, una scena intera. Ma alzando la sensibilità ... fino ad un certo punto ci si arriva. Oltre sarà meglio portarsi un AD600 o un AD1200 consumo contenuto. Non ho ancora ricaricato la batteria ed ho fatto centinaia di scatti ad 1/8 di potenza non essendo l'ultima novità, io l'ho trovato in offerta (202 euro su Ebay con garanzia Italia, per quello che vale) Contro i modificatori che si possono montare (trovo impraticabile mettere un adattatore Bowens come suggerito da Godox, a quel punto muovo l'AD600PRO : ma il caso diventa un altro -> fotografia con il flash, quindi attrezzatura completa) non sono tali da permettere la flessibilità e la qualità di quelli standard come i softbox grandi o gli ombrelli parabolici di grande diametro. Parliamo comunque di fotografia sul campo, non in studio. Per lo studio compratevi un flash da studio ! la potenza è quella che è : ma è insito nel pacchetto compatto ed economico In conclusione, per le volte in cui non so se lo userò e quindi non voglio appesantirmi con un flash di quelli grossi e i suoi accessori (indispensabili), occupa più o meno lo spazio di un corpo macchina e pesa anche meno. Per usarlo oramai vado a memoria come uno qualsiasi degli altri miei Godox. Sulla qualità degli scatti, almeno nel caso del ritratto/figura/nudo che poi sono i generi in cui io uso il flash fuori casa, vedete un pò voi gli esempi che ho pubblicato. Morale : se pensate che faccia al caso vostro, fateci un pensierino (ma non vi sognate di sostituire con un AD100PRO, un AD1200 con un parabolico da 180cm, non giocano nello stesso campionato).
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