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Mostra il contenuto con la massima reputazione di 10/12/2020 in Blog Entries

  1. Fin da piccolo, ancor prima di appassionarmi alla fotografia, sono sempre stato attratto dalla luce, naturale od artificiale che sia, ho sempre avuto la passione per tutto ciò che emetteva luce. L'oggetto che vi presento oggi non è uno strumento fotografico ma può essere molto utile per chi viaggia, chi fa caccia fotografica di notte in luoghi scuri, si tratta di una torcia. Quella che ho scelto io è tascabile, un piccolo oggetto in metallo (nel mio caso alluminio ma esiste la versione in titanio o rame) che produce tantissima potenza luminosa. Tecnicamente è definita torcia da difesa perché se puntata sul volto di chiunque, lo acceca temporaneamente e se si utilizza lo strobo, lo stordisce proprio. Ma veniamo all'oggetto: Come vedete è molto piccola, ne esistono anche di più potenti e grandi, questa ha una potenza massima di 1500 lumen, che tiene per 4 minuti per poi passare automaticamente ai 500 lumen, per via del surriscaldamento. Arriva a produrre un fascio di 190 m di distanza ed è veramente impressionante in un oggetto così piccolo vedere uscire una potenza simile, nella mia vita ho avuto tanti tipi di torce, dalle prime estremamente energivore, quando i Led servivano solo per i cruscotti delle auto o come raddrizzatori di corrente, fino alle moderne tecnologie Led più o meno professionali, con o senza zoom. Beh questa è la migliore in assoluto mai posseduta, non è un prodotto economico perché esclusi gli sconti del momento, costa intorno ai 100€ ma li vale tutti, monta una batteria che le dà un'autonomia di 260 minuti, a meno che non si cali la potenza che a 120 lumen dura fino a 18 ore continuative mentre scendendo fino al minimo si arriva ai 5 lumen per ben 45 giorni di autonomia (sempre accesa ovviamente). Un oggetto professionale che ogni viaggiatore d'avventura dovrebbe avere, magari non questo nello specifico ma in base alle proprie esigenze con la potenza ed autonomia confacenti alle proprie necessità. Premetto che il produttore non mi ha pagato per scrivere questo articolo, ma è una cosa che mi sono sentito di condividere con voi come consiglio per chi avesse necessità di una torcia seria e definitiva. Metto anche il link del produttore, che vende anche su Amazon, ogni tanto fa sconti, questa ad esempio è uscita con il black friday a 35€ in meno più una mini torcia portachiavi in regalo (anche quella dalla luminosità impressionante per le dimensioni) È difficile mostrare sul web la potenza di una torcia, appena riuscirò e smetterà di piovere (non per la torcia che si immerge fino a 2m) farò un video con impostazioni manuali della videocamera per mostrare approssimativamente l'effetto che fa e come trasforma il buio totale in tanta luce. Ho dimenticato di dirvi che ha il fondo magnetico per attaccarla a qualunque cosa di ferro, ma anche per caricarla con l'apposto cavo magnetico. https://www.olightstore.it
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  2. Ettore Fieramosca di Blasetti con, tra gli altri, il grande Gino Cervi ed Elisa Cegani, è - per me - una delle massime vette del cinema italiano di tutti i tempi. Gino Cervi in quel periodo poteva tenere testa a Lawrence Olivier (che incidentalmente ha doppiato nella versione italiana di Amleto nel 1948). E la qualità di riprese, stile, sfarzosità dei mezzi di quel cinema era al livello del miglior cinema americano, non europeo. Ma a parte questo e a parte, ovviamente il messaggio di fondo chiaramente di regime, oggi non più attuale per questioni di politicamente corretto, è uno dei miei film preferiti. Io sono un uomo vecchio stile, legato a valori intrinsecamente tradizionali, quelli da "Dio, Patria e Famiglia". E sinceramente non me ne vergogno. E pochi eroi, folli, spacconi, esageratamente generosi fino all'ottusità, sono equivalente a QUEL Ettore Fieramosca. Che intendiamoci, è romanzato al massimo e poco o per nulla aderente alla realtà. Anzi, poco di quel film, tolto il periodo storico della contesa tra Francia e Spagna per il possesso delle ricche province italiane, è storicamente accettabile o attendibile. Poco mi importa, conosco la storia piuttosto bene, ma Fieramosca è il mio eroe lo stesso. La scena in cui Ettore saluta "a mai più" la bella castellana e si avvia a difendere il castello da solo dalle milizie francesi, dopo il tradimento del capitano di ventura (tal Graiano, personaggio in larga parte inventato), è un riferimento. Se possibile, meglio impegnarsi quando si è certi di vincere è la mia strategia. Ma una volta impegnati, si va fino in fondo. Ettore Fieramosca e Giovanna di Morreale il cavaliere armato, solo, sul ponte, impugna lo spadone a due mani (nella realtà questa scena è quella finale, nel duello all'ultimo sangue culminante la Disfida di Barletta che conclude il film). Tutte queste balle per ribadire il punto centrale della mia presenza su questo sito. Questo sito si chiama Nikonland ed è dedicato a Nikon. E' il sito che abbiamo creato Max Aquila ed io. Il corollario è "tutto ciò che ruota intorno a Nikon". Ed io, finchè sarò presente, mi sono preso il compito di difendere Nikonland, Nikon, Max e i nostri amici, dalle milizie straniere. Nessuna mercè per chi ci verrà ad offendere in casa. Massimo rispetto per chi rispetta la nostra bandiera.
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  3. Il seguente non lo si può pienamente inquadrare come un articolo di viaggio, non riesco però a trovare un tag che si avvicini maggiormente. Durante la prima decade di settembre sono stato all'Isola d'Elba per festeggiare i miei primi quarant'anni di mia moglie. Ci siamo così concessi il lusso di un weekend lungo tutto per noi, in un fantastico relais, ubicato in un posto decisamente nascosto dell'isola. Elba arriviamo Il relais, derivato da un'antica cascina toscana all'interno di una zona di miniere abbandonate, si trova proprio in mezzo ai boschi al centro della fotografia. Siamo nella parte nord orientale dell'isola, sul golfo di Cavo. La struttura è davvero bellissima e ricca di fascino, tutta costruita restaurando gli originali con i muri a secco. Attorno alla struttura ci sono circa 400 ulivi e un orto che è la fine del modo. E alla sera si mangia solamente il pesce pescato dalla barca dei proprietari! Ogni stanza, 5 in totale, disponeva poi di una piscinetta privata nel bosco, disponibile h24, con acqua riscaldata. Così tra mare, scogli, snorkeling e qualche passeggiata il weekend è volato. Arrivederci Elba, ci sei piaciuta assai!
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  4. Quest’anno, complicato per tanti aspetti, avevo voglia di tranquillità, solitudine e contatto con la natura. Ho scelto questa terra a me sconosciuta e devo dire che ho centrato in pieno le mie aspettative: borghi silenziosi, paesaggi per me inconsueti, contatto con gli animali. Pochi giorni, fortunati e piacevoli. Da tenere in serbo come una ricchezza interiore. Ho suddiviso idealmente il viaggio in due filoni, esposti separati per comodità, che comunque fanno parte di un insieme indivisibile. 1) i borghi; 2) il paesaggio e gli animali con incontri ravvicinati e non. Avevo con me D850 (63% delle foto) e D5 (37%). Come ottiche il AF S 14-24 (15%); AF S 24-70 (29%); AF S 24 1.4 (1%); AF S 70-200 FL (6%); Af P 70-300 (17%); AF S 500 PF (31%). Le foto sono state sviluppate con Silver efex pro 2 per il b/n, le rimanenti con LR 9.4 e C. One ver. 20 per Nikon. Uso quest’ultimo da due mesi circa. Non mi trovo bene in assoluto con uno dei due programmi, probabilmente perchè non ho ancora affinato l’esperienza con Capture One, mentre conosco meglio LR. In ogni caso se con quest’ultimo mi sono trovato meglio nello sviluppo dei paesaggi e in alcuni frangenti (raddrizzamento automatico, posizionamento firma, mascheratura della nitidezza, iterazione con silver efex pro 2, possibilità di unire foto), C.O. è più agevole con la gestione dei livelli (anche se per la mia abilità la definizione delle maschere resta imprecisa nonostante molti affermino il contrario), il controllo del tono, nella velocità delle elaborazioni. Ma magari riprenderò l’argomento su topic aperti da altri sulla questione, una volta approfonditi alcuni punti. Ho sofferto la mancanza di un polarizzatore nelle riprese relative alla Valle del Tirino: quelle acque così cristalline e pure meritavano di più. Le foto sono tante. Uno potrebbe anche stancarsi. Nel caso, prendetele a piccole dosi. Non ho ritenuto di dover aprire titoli diversi perchè secondo me ciò avrebbe frantumato in piccole parti una esperienza che va considerata nella sua diversa interezza. I Borghi Il primo, base per alcuni giorni, è Santo Stefano si Sessanio, disteso su di una collina. Il piccolo paese ha pochi abitanti e alcuni anni fa molte abitazioni sono state restaurate e fanno parte del cosiddetto "albergo diffuso”, una iniziativa tendente a riqualificare il tessuto urbano compromesso dall’abbandono e anche dal sisma del 2009. E’ anche famoso per le coltivazioni delle lenticchie che ho assaporato con vero piacere. Santo Stefano di Sessanio 1 2 Camminando... 3 4 5 6 7 8 Castel del Monte 9 10 Calascio 11 12 13 Navelli 14 15 Castrovalva Il paesino dove si è soffermato anche Maurits Cornelis Escher noto incisore e grafico olandese 16 17 Scanno 18 19 20 sulla strada per lago Racollo 21 22 23 con qualche incontro strada facendo 24 gente di pochissime parole e grande saggezza 25 26 c’è anche lui come in ogni viaggio.. Rocca Calascio, location di alcuni film, sicuramente molto suggestiva. Fortezza militare eretta fin dall’anno 1380 in un punto strategico dal quale si domina il panorama a 360°. Ha una storia molto interessante per chi volesse approfondire. 27 28 29 30 31 la chiesetta di Santa Maria della Pietà a pianta ottagonale (XVI - XVII ) 32 33 sulla via del ritorno le sorprese non mancano 34 35 aveva puntato qualcosa... 36 verso Campo Imperatore 37 38 39 il sentiero si inerpica e il tempo minaccia 40 ma lo spettacolo è impagabile 41 42 43 44 un gheppio appostato osserva il territorio 45 ... mi fissa e sembra non gradire l'intrusione 46 il sole gioca con le nuvole 47 48 49 50 51 la Valle del Tirino . Il piccolo fiume che la attraversa ha acque terse e di una purezza che dalle mia parti non ci sono più, anche grazie alle risorgive che lo alimentano lungo il percorso. Un po’ come il Sile 52 52 bis 53 54 55 56 57 lasciata la Valle si arriva a Civitella Alfedena, nel Parco nazionale d’Abruzzo, ultima tappa 58 dove “loro" sono di casa e tu l'estraneo 59 60 anche qualche lupo, quasi in cattività dato che sono inseriti in uno spazio delimitato. Vederli in natura liberi è tutt’altra cosa. Così mi intristiscono. 61 62 sua maestà 63 64 65 imperturbabile sotto un diluvio 66 verso i Monti della Meta 67 68 dopo una scarpinata... 69 si odono i loro bramiti in tutta la valle 70 71 72 73 lago Barrea la tempesta del mattino si è acquietata 74 si torna dopo gioni intensi e pieni 75 passando ancora una volta per Scanno 76 Una esperienza ricca di spunti da approfondirte anche grazie a Alberto Ghizzi Panizza che ho avuto il piacere di conoscere nell’ultima parte del viaggio. Una persona davvero squisita, dote rara di questi tempi.
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