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Mostra il contenuto con la massima reputazione di 14/09/2020 in Articoli

  1. Il Nikkor Z 70-200/2.8 S è rapidamente diventato il mio obiettivo preferito. E c'era da immaginarselo. Coadiuvato dalle Nikon Z si rileva uno strumento estremamente creativo persino per me. Nell'ultimo periodo fotografo esclusivamente in luce naturale o comunque con un rinforzo di luce continua. Ho da tempo abbandonato i flash, salvo che per le occasioni in cui si devono fare foto formalmente "perfette" ma che "artisticamente" oramai mi annoiano. Infine mi ha sempre affascinato il video, sebbene io non abbia la sensibilità dei registi. Ma mi affascina la luce della fotografia dei film e il tipo di ripresa, di luce che impiegano nelle produzioni più impegnate. La Nikon Z6 è tutt'altro che perfetta nella messa a fuoco ma nel video ci sa fare, sia in 2K che in 4K (purtroppo limitato ai 30 fotogrammi al secondo). E trovo che il video alla fine sia la perfetta sintesi tra luce ed espressione. Quando la modella sa il fatto suo. Ma se voglio, posso fare lo stesso scattando a raffica. Il buffer della Z6 con le CFExpress di fatto permette sequenze interminabili (mi sono fermato a 650 scatti di seguito solo perchè mi ero stancato). E se non sono tutte perfettamente a fuoco sull'occhio, ho una grande possibilità di selezione quando riguardo le immagini a casa. Ma intanto mi diverto come un matto. Passando dal video alle sequenze, giusto avvisando la modella. In questo senso ho anche alzato molto le mie aspettative dalle modelle che devono saper posare per le fotografie anche senza sentire il click, avendo comunque la capacità di variare in continuo espressione e posa. Sia per il video, improvvisando brevi situazioni che abbiano un senso almeno dal punto di vista visuale. Lo ripeto, sono ben lontano dall'esprimermi per storie video né, sinceramente mi interessa la cosa : se sono affascinato dal mio soggetto e dalla luce del momento, mi esalto a sufficienza così e non voglio altro. Questi sono tre scatti scelti tra lunghe sequenze. Ritoccati per il monitor. Scatto sempre e solo in manuale. Scegliendo un tempo di scatto adeguato al movimento. Generalmente sempre a tutta apertura, tranne in casi particolari. Variando la sensibilità ISO ad occhio secondo come vedo la scena a mirino dove ho sempre l'istrogramma per raffronto. Ho programmato la ghiera interna dello zoom (o la ghiera di messa a fuoco per l'85/1.8 S) per cambiare al volo con un solo movimento la sensibilità. Ed ho così la priorità agli ISO Protagonisti in questa occasione, a parte la bella Silvy, sono la Nikon Z6, il 70-200/2.8 S con la sua capacità di messa a fuoco anche variando la focale. Il treppiedi Leofoto LS365C e una base livellante con attacco Arca Swiss. Sul piedino del 70-200/2.8, una basetta Arca compatibile Marsace. In attesa che qualcuno faccia un piedino alternativo direttamente montabile sulle teste Arca. Quella che segue è una sequenza di scatti non selezionati e non ritoccati, ridotti in formato 1800punti direttamente da Lightroom con le regolazioni di scatto alla fonte, montate in time-lapse con Adobe Premiere. Ripeto sono scatti in formato 6000x4000 nativi della Z6, tutti eventualmente stampabili in grande formato, semplicemente ridotti per esigenze di pubblicazione. Alcuni potrebbero non essere a fuoco, non sono stato a guardarli. Pubblico la sequenza per mostrarvi come posso fotografare io (anzi, come fotografo io) se la modella è capace di seguirmi. E' come se foste li con me, davanti a lei, con la vostra Nikon Z : Z6B_1736_1.mp4 time lapse di scatti in formato 24 megapixel, NEF, senza alcuna correzione rispetto allo scatto Infine un video con una colonna musicale che mi è sembrata adatta a quello che sento per Silvy quando posa per me : Z6B_1922_1.mp4 video della Z6 in origine in formato 4K30p, convertito in 2K60p La qualità anche per un neofita del video come me mi sembra molto elevata. Vorrei che la prossima generazione di Z "veloci" fosse ancora più veloce e con un autofocus performante. Ma già così la mia libertà di azione è infinitamente cresciuta rispetto all'uso delle reflex. Cui ho totalmente rinunciato oramai, salvo rarissime occasioni limitate allo sport più impegnativo. Si aprono nuovi confini per noi fotografi con le nostre Nikon Z e in nostri Nikkor Z. Sta a noi, continuare come abbiamo fatto sempre fin dalla pellicola, perdendoci buona parte del bello, oppure sfruttare le nuove possibilità, adattate ovviamente ai nostri generi e soggetti, per andare oltre. E restare giovani .... e belli. Ah, più bella cosa di te, più bella cosa non c'è ...
    4 punti
  2. Molto, molto tempo prima che Gatti e i Gattini diventassero virali in internet anzi, molto prima che si diffondesse internet, c’era Walter Chandoha. Walter Chandoha, nato nel 1920, si è appassionato alla fotografia fin da bambino, da giovane si è unito ad un circolo fotografico ed ha imparato a sviluppare e stampare in camera oscura. Dopo la "high school" ha iniziato a lavorare come assistente dell’illustratore Leon de Voss. Allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale fu arruolato nell’esercito USA prima come fotoreporter e poi come fotografo di guerra (combat photographer). Alla fine del conflitto si sposò con Maria Ratti e si iscrisse all’Università, per laurearsi in economia e intraprendere una carriera da fotografo pubblicitario. Ma un destino felino lo attendeva… In una fredda sera dell’inverno 1949 Chandoha stava tornando al suo appartamento nel Queens quando ha visto un gattino abbandonato che rabbrividiva in mezzo alla neve. Senza nemmeno pensarci se l’è infilato nella tasca del cappotto ed ha ripreso la via di casa. L’incontro con un gatto ti cambia sempre un po’ la vita, ma per Walter è stato un cambiamento totale. Lui e sua moglie furono conquistati dalle piccole follie acrobatiche di questo gattino, le corse pazze nel cuore della notte, combattimenti allo specchio e tutte le altre le cose buffe che faceva, tanto da chiamarlo Loco (matto in spagnolo), ed a Walter venne voglia di fotografarlo. Loco che fa shadow boxing con piglio professionale (NdR:. tutti i Gatti sanno le arti marziali!). Ci prese talmente gusto che decise di fare della fotografia di Gatti una professione. Divenne così fotografo freelance e, a partire dalla metà degli anni Cinquanta, fu il principale fotografo commerciale di Gatti del suo tempo. Cominciò con il fotografare i gatti di strada del suo quartiere. Per poi approdare alle riviste più famose ed alla foto pubblicitaria. Una foto di Chandhoa per Vanity Fair Suo è il gatto della Friskies e di innumerevoli altri commercials, così che alla fine della sua vita (ci ha lasciati nel Gennaio 2019 a 98 anni) aveva scattato oltre 90.000 foto di gatti, tra quelle commerciali su commissione e quelle, altrettanto o forse ancora più belle, scattate in casa e outdoor. Il gatto protagonista della pubblicità Friskies. Paula, una delle figlie di Chandhoa sorride con in simmetria un gattino, questa foto divenne famosissima e vendutissima. Una delle foto più famose di Chandhoa: "The Mob", qui tratta dal libro Taschen sulle sue foto di gatti, pubblicato nel 2019 (copertina in fondo all'articolo). Chandoha racconta che per questa foto bastò richiamare i gatti con il cibo, arrivarono di corsa e dopo essersi sfamati si allontanarono rilassati in gruppo, consentendogli lo scatto. Oltre ai gatti Chandoha fotografò anche cani ed altri animali. Dopo che il dolore per morte di sua moglie gli rese difficile restare chiuso in studio o in casa, si mise a fotografare anche piante all'aperto. Chandoha mentre fotografa una pianta insieme ad un assistente a quattro zampe. Nella sua lunghissima attività usò diverse fotocamere, dalle biottiche alle medio formato; qui è con la sua nikon F. Qui un suo collaboratore preferisce la Nikon a telemetro. Continuò a fotografare ed essere attivo fino alla fine, la morte lo colse infatti mentre curava l’edizione della raccolta Walter Chandoha. Cats. Photographs 1942-2018 pubblicata da Taschen nel Settembre 2019. Nell’introduzione al volume si legge: «La moda ha Helmut Newton, l’architettura ha Julius Shulman e la fotografia di Gatti ha Walter Chandoha». Sotto, il video commemorativo della Taschen. N. B. Le foto sono copyright degli aventi diritto, riprese qui al solo scopo di divulgare l'opera di Walter Chandhoa.
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