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Mostra il contenuto con la massima reputazione di 14/07/2020 in Blog Entries

  1. Serendipità (Serendipity) è una parola inventata da uno scrittore inglese del diciottesimo secolo per indicare il fare scoperte fortunate per puro caso oppure il trovare una cosa interessante o importante mentre se ne stava cercando un'altra. Poteva essere il titolo di questo blog. Nel corso delle mie ultime uscite fotografiche sull'Adda con obiettivo principale avifauna, durante delle pause mi capita di scattare foto ad altro, alcune di queste immagini le ho già pubblicate come prove di close-up del 300mm f4 Pf o del 70-300mm P o addirittura del 24-70 S con la lente addizionale sulla Z6. Poi succede qualcosa di inaspettato, di speciale. In un punto del fiume, uno splendente lampo verde metallico continua a passare in volo rapidissimo avanti e indietro lungo la riva. Le prime volte rinuncio a tentare di riprenderlo perchè non fa mai hovering (volo stazionario) fermo in aria come altre libellule, ma la tentazione è troppo forte così, smonto dal treppiede la D500 con il 300mm Pf (+ Tc 14Eiii) e ci provo. Tempi rapidissimi, Af-C dinamico o a gruppi. Prefocheggio a mano sulla distanza più probabile, oppure metto a fuoco uno stelo od una foglia, sempre nel range del probabile passaggio. E' un'operazione necessaria per garantire una possibilità di aggancio del soggetto, altrimenti si finisce irrimediabilmente a fotografare la sponda opposta del fiume (Lamentazione: i due vetusti 300mm e 400mm SIGMA APO MACRO avevano un limitatore di messa a fuoco che permetteva di selezionare un intervallo dalla minima distanza a 3m, per queste cose era una benedizione...). Traguardare il soggetto e tenerlo inquadrato il tempo che serve per metterlo a fuoco è un'impresa. Credo di aver scattato circa quaranta foto, per lo più dei rettangoli blu, qualcuna con delle sagome sfuocate, un pezzo d'ala in un angolo, cose così. Ma poi... Zac! Presa! Due foto sono a fuoco, in una le ali sono in una posizione migliore che nelll'altra. E' fatta. Sono contentissimo. Ingrandendo a monitor mi accorgo che si tratta nientemeno che di un'Oxygastra curtisii, libellula con la quale ho un rapporto speciale che ho raccontato QUI. Ad occhio nudo era difficile distinguerla dalle altre "libellule smeraldo" che avevo già ripreso in volo. E' la prima volta che fotografo un'Oxygastra curtisii in volo. Sono ancora più contento! La luce del tardo pomeriggio si riflette sugli occhi e sul torace creando un gioiello volante. Quello che potrebbe sembrare sharpening è dovuto al riflesso della luce sulla "pruinosità" (sottile peluria), non c'è nessuno sharpening aggiunto. L'avrei inquadrata anche più in grande, ma... era troppo vicina, appena sotto alla distanza minima di messa a fuoco del 300mm!! Sfuocata, ma perchè troppo vicina Appena posso ritorno lì apposta per lei (veramente questo sarebbe un lui, ma mi avete capito ). Potrei provare con il 70-300P, che mette a fuoco fino ad un metro.
    1 punto
  2. Il gusto fondante per la Fotografia che accomuna molti fotografi, è quello dell'esplorazione. La fotocamera è un attrezzo formidabile per alimentare la curiosità, è un cavallo che sa portare in luoghi che altrimenti non si avrebbe alcun stimolo a visitare, ad esplorare. Così è che questa volta a fare il piccolo esploratore son tornato in vecchi luoghi che, da giovane neo-patentato, avevo già "indagato", ma senza troppa convinzione. Trent'anni dopo le ruote della mia auto si sono inerpicate su per le vigne di Ghemme (NO), lungo uno stradino dissestato, hanno superato la A26 (che comunque 30 anni fa non c'era), per fermarsi ai bordi di un bosco misto come qui da me non ce ne sono più, quasi più. Fuji Xpro-2 Ob. Fuji XF 35/2, mano libera. Nikon D800E Ob. Nikon AFs 17-35/2.8, Gitzo GT3541Ls, Arca Swiss B1. Nikon D800E Ob. Nikon AFs 17-35/2.8, Gitzo GT3541Ls, Arca Swiss B1. Nikon D800E Ob. Nikon AFs 17-35/2.8, Gitzo GT3541Ls, Arca Swiss B1. Nikon D800E Ob. Nikon AFs 17-35/2.8, Gitzo GT3541Ls, Arca Swiss B1. Nikon D800E Ob. Nikon AFs 17-35/2.8, Gitzo GT5541Ls, Photo Clam PC74-BNS. Nikon D5 Ob. Nikon AFs 300/4 E, Gitzo GT3541Ls, Arca Swiss B1. Nikon D500 Ob. Nikon AFs 300/4 E, Gitzo GT3541Ls, mano libera. Nikon D5 Ob. Nikon AFs 300/4 E, Gitzo GT3541Ls, Arca Swiss B1. Nikon D800E Ob. Nikon AFs 17-35/2.8, Gitzo GT5541Ls, Photo Clam PC74-BNS Nikon D5 Ob. Nikon AFs 600/4 VR, Gitzo GT3541Ls, Arca Swiss B1. Nikon D800E Ob. Nikon AFs 17-35/2.8, Gitzo GT5541Ls, Photo Clam PC74-BNS. Nikon D800E Ob. Nikon AFs 17-35/2.8, Gitzo GT5541Ls, Photo Clam PC74-BNS. Nikon D800E Ob. Nikon AFs 17-35/2.8,Gitzo GT5541Ls, Photo Clam PC74-BNS. Nikon D5 Ob. Nikon AFs 300/4, Gitzo GT3541Ls, Arca Swiss B1. Nikon D800E Ob. Nikon AFs 17-35/2.8, Gitzo GT5541Ls, Photo Clam PC74-BNS, Autan, tanto Autan. Fuji Xpro-2 Ob. Fuji XF 16/2.8, mano libera. Due gite, niente di più, verso sera alla fine di maggio e poi a giugno, per scoprire un piccolo Serengheti fatto da una radura erbosa, circondata da boschi di quercia rossa, betulle, acacie enormi e castagni. Boschi di picchi, sentiti tutti e tre: rosso verde e nero, ma visto uno solo di sguincio. Felci, eriche e qualche rovo e molti sentieri di caprioli che escono solo la sera quando l'incontro con l'uomo è meno probabile. per la cronaca questo luogo, scampato miracolosamente ad ogni tipo di "evoluzione antropica" è il Parco delle Baragge, più precisamente è quel luogo noto localmente come Piano Rosa. Di rosa non c'è niente salvo una montagna enorme che nelle ore del mattino chiude l'orizzonte a nord ovest. Questa è terra povera, argillosa, e ciò mi spiega perchè non è stata trasformata in coltivi. C'è un pastore che razzola il suo enorme gregge, ho visto i segni ma non l'ho incontrato, sarà per la prossima volta. Fotografare i boschi è bellissimo, non smetterei mai.
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