Michael Kenna
Questo articolo è stato originariamente scritto e pubblicato da Mauro Maratta su nikonland.eu il 6 febbraio 2014.
Io preferisco fotografare il palcoscenico dopo che gli attori se ne sono andati
Lettiere per Ostriche, Studio, Isole Chausey, Francia, 2007 © Michael Kenna
Ho scelto di fotografare l'assenza di persone, la memoria della loro presenza, le tracce che si lasciano dietro
Gradini e foglie. © Michael Kenna
Produzione di alghe, Studio #10, Xiapu, China. 2010 © Michael Kenna
Anzichè le onde del mare, a volte posso desiderare una morbida superfice nebbiosa. Quando voglio il movimento o le scie delle stelle, allungo l'esposizione. Certe volte arrivo a 10 o a 12 ore di esposizione
La luna sopra Puget Sound, Seattle, Washington, USA. 2013 © Michael Kenna
Cacciatori di luna sul Mar Nero, Odessa, Ucraina. 2013 © Michael Kenna
Milford Sound, Studio #2, New Zealand. 2013 © Michael Kenna
Trovo che il bianco e nero sia più malleabile e misterioso del colore, è una interpretazione della realtà più che un riflesso della realtà. Non mi interessa copiare e descrivere ciò che vedo. Sono più interessato ad entrare in sintonia con ciò che fotografo. Il colore è troppo specifico per me. Vediamo tutto a colori per tutto il tempo. Le fotografie a colori non hanno alcun appeal per me
Parete di Budda, Palazzo d'estate, Pechino, Cina. 2007 © Michael Kenna
Il ponte di Podolsko-Voskresensky, Studio #2, Kiev, Ucraina. 2013 © Michael Kenna
Il Caino di Vidal, Giardini delle Tuileries, Parigi, Francia. 2010 © Michael Kenna
La Torre Eiffel, Studio #7, Parigi, Francia, 2007 © Michael Kenna
Sono sempre stato affascinato da pittori come Turner, Picasso e Kandinsky
Alberi nel ghiaccio, Cheongsong, Gyeongsangbukdo, Sud Korea, 2011 © Michael Kenna
Veduta di Thalys, Brussels, Belgio. 2010 © Michael Kenna
Veduta di Shanghai, Cina, 2011 © Michael Kenna
Barche sul Fiume Ross, Hanoi, Vietnam, 2008 © Michael Kenna
La spiaggia di Copacabana , Rio de Janeiro, Brasile, 2006 © Michael Kenna
Il mio fotografo giapponese preferito è Daido Moriyama. Lo è per diversi motivi, probabilmente perchè per lo più é l'opposto di ciò che faccio io
Reti da pesca e il monte Daisen, Yatsuka, Honshu, Giappone, 2001 © Michael Kenna
Steccato su per la collina, Studio #2, Teshikaga, Hokkaido, Giappone, 2002 © Michael Kenna
isole di Pier e Nakashima, Lago Toya, Hokkaido, Giappone, 2002 © Michael Kenna
Ritratto di albero, Studio #3, Wakoto, Hokkaido, Giappone, 2002 © Michael Kenna
38 pali, Nagahana, Honshu, Giappone, 2002 © Michael Kenna
Io sono interessato alle interrelazioni, giustapposizioni e interazioni tra i paesaggi e le strutture che noi, umani, lasciamo nel paesaggio.
Storie, impronte, evidenze, tracce, atmosfere e storie
Praga, Cecoslovacchia, 1992 © Michael Kenna
Praga, Cecoslovacchia, 1982 © Michael Kenna
Cento e quattro uccelli, Praga, Cecoslovacchia, 1992 © Michael Kenna
Stazione di Branik, Praga, Cecoslovacchia, 1992 © Michael Kenna
Chrysler Building, Studio #3, New York City, USA, 2006 © Michael Kenna
Qualche volta mi lascio ispirare da altri fotografi come Bill Brandt, Josef Sudek, Eugene Atgét
Il battello del Fiume Hudson , New York City, USA, 2000 © Michael Kenna
Le Torri Gemelle, New York City, USA, 2000 © Michael Kenna
Portatrice di torce, Praga, Cecoslovacchia, 1990 © Michael Kenna
comincio andando nelle stesse location che si vedono nelle loro fotografie, come hanno fotografato, perché lo hanno fotografato, cosa hanno visto
uccello in volo sopra San Marco, Venezia 1990 © Michael Kenna
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Michael Kenna è nato nel 1953 nel Lancashire, in Inghilterra. Ultimo di numerosi fratelli e sorelle è stato l'unico ad avere la fortuna di continuare gli studi. Ha frequentato l'istituto d'arte e poi l'accademia fotografica dove si è specializzato nella stampa. Negli anni '80 si è trasferito a San Francisco dove ha continuato a fare lo stampatore.
Finora ha fotografato esclusivamente a pellicola con medio formato principalmente in 6x6, raramento in 4x5''. Sono rare le sue fotografie a colori, principalmente per occasionali richieste commerciali.
Sa che prima o poi dovrà fare i conti con il digitale e non ne fa un dramma perchè vede che sia la chimica che le carte continuano ad essere sempre più rare da reperire.
Ha luoghi che ama fotografare particolarmente (oltre all'Inghilterra, gli Stati Uniti, l'Estremo Oriente, Praga, l'Ucraina, l'Italia) e che torna a visitare periodicamente.
Durante le lunghe esposizioni notturne (che possono durare anche 10-12 ore) si rilassa e non fa assolutamente nulla. E' un lusso che é felice di potersi permettere in quei frangenti.
La sua ispirazione viene da ciò che vede e cerca di vedere attraverso un mezzo che dia una interpretazione del reale, non che riproduca il reale.
Non si fa problemi ad ammettere che spesso trae da altri fotografi l'idea e lo fa nel modo più semplice. Se lo ispira Sudek, va nella Praga di Sudek a vedere con i suoi occhi ciò che Sudek ha visto e ha fotografato.
Ovviamente stiamo parlando di fotografia intesa come gesto artistico e raramente documentario.
Nelle sue fotografie l'uomo non c'è. Ci sono le sue tracce. Come nei romanzi di Simak, dove i cani raccontano attorno al fuoco le storie degli uomini che un giorno hanno conosciuto e che si sono estinti ...
Per certi versi è il fotografo della sua generazione che vanta il maggior numero di imitazioni. Probabilmente una parte degli introiti della vendita di filtri ND1000 e big stopper dovrebbe essere versata a lui.
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Adoro Michael Kenna perchè la sua fotografia è il mio opposto. Lui è mite e paziente per quanto io sono impetuoso e impaziente.
Lui ama luci eteree, bianchi smorti e paesaggi nebbiosi per quanto io concepisco solo luci intense, colori accesi, ombre scurissime, il fuoco contro la bruma.
Io sono un umanista, fotografo le persone anche se non ne sono particolarmente attratto. Lui non fotografa le persone che per la loro assenza.
In un certo senso il soggetto è lo stesso, cambiano i tempi. Probabilmente in fondo è la stessa cosa, solo una diversa, profonda, sensibilità.
Il sito di Michael Kenna è pieno di notizie e di suoi lavori, questo racconto fotografico del suo lavoro, forzatamente parziale per non esagerare con gli spazi, prende vita da diverse interviste da lui rilasciate. Quindi è lui che ci parla, con le sue foto e il suo pensiero.
Grazie Mr. Kenna
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