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  • Valerio Brustia
    Valerio Brustia

    OTTOCENTO

    L’ottocento millimetri, tra mito e leggenda.
    Da ragazzo il mio amico Matteo nella sua cameretta teneva esposti spettacolari poster di straordinarie “pinup”, erano immagini che “colpivano”; io invece per anni ho tenuto appesa alla vetrinetta una pessima fotocopia formato A4 di un obiettivo: il Nikon Ais 800/5.6 IF-ED. Onestamente Matteo non mi ha mai detto niente, uomo intelligente, ed io non ho mai dovuto dare spiegazioni. E come avrei potuto spiegare che per me l’800 era un attrezzo epico, quasi mitico, che certamente regalava l’ingrandimento “giusto”, che permetteva appostamenti concretamente produttivi, almeno così mi immaginavo e credevo. Le mie fantasie si innescavano ogni volta che la sua sagoma compariva nelle mani di qualche fotografo di National Geographic Magazine, una conferma di sogni proibiti, un rimarcare un concetto che mi rodeva l’anima. Altro che pinup discinte….beh, son fantasie diverse… 

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    Ottobre 1996 Joel Sartore aggrappato ad un Nikon 800/5.6 duplicato con TC301. Quella foto è famosa, Joel indossava degli occhiali da saldatore per evitare di danneggiare la retina. 

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    E questa era la foto ricercata da Joel Sartore: le gru del fiume Platt nel sole morente 

     

    Mi rodeva l’anima, dicevo, e mi rodeva molto fin dal 1991 quando ne vidi uno per intero nella vetrina di un famoso negozio di Milano. Chiedevano 7 milioni per accaparrarselo, usato. Giuro, se li avessi avuti…. 

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    Nikon AIs 800/5.6 IF ED 

     

    Quando poi, molti anni dopo, la vita mi rese possibile un esborso oneroso, scelsi il Nikon Ais 600/4. L’esperienza accumulata su e giù le mie montagne e, soprattutto, lungo il fiume di casa, mi avevano dimostrato che incrementare la focale a scapito della riduzione di uno stop di luminosità, sarebbe stato un suicidio operativo. In pratica avrei sì ottenuto un ingrandimento più significativo, ma la riduzione dell’apertura massima, oltre che imporre tempi più lunghi, mostra a mirino una immagine meno luminosa (la metà) e con gli Ais si metteva a fuoco a mano: durissima. Inoltre, l’assenza di qualunque tipo di riduzione delle vibrazioni mi avrebbero garantito una ampia raccolta di foto micro-mosse. Di qui la preferenza per il 600/4. 

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    Con il Nikon Ais 600/4 IF-ED ad oltre 2000 m in alta val Sesia 

     

    Fine dei “rodimenti” da 800mm?
    L’aggiornamento successivo, in tempi di ripresa digitale, lo feci ancora con il 600/4, ora stabilizzato ed autofocus e qui mi sono fermato (più o meno). Ammetto che il lancio del Nikon AF-s 800/5.6 FL VR, mi generò qualche turbamento, ma all’atto pratico, ormai, avevo maturato contezza di quanto sia spigoloso gestire focali superiori a 600 mm e ciò mi bastò per ricacciare la “scimmia” nei recessi della mente e della memoria. E poi il mio bel Nikon AF-s 600/4 VR con un TC14 può diventare un dignitosissimo 840/5.6, quindi alla bisogna un 800mm già ce l’avevo. 

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    Tronfio con Nikon 600/4 AFs VR G, Finlandia.

    Ma, inatteso, venne il giorno.
    Non so cosa diavolo sia passato per la zucca dei progettisti Nikon, non so che bizzarria abbia condotto alla nascita del Nikon Z 800/6.3 VR S, ma so di dover censurare le parole che mi sono sfuggite quando ho visto le prime demo in internet. Si perché questo obiettivo scopa via tutte le limitazioni della realizzazione 800/5.6 ben nota ed agognata. Prima di tutto i pesi non sono comparabili, passiamo dai 4.6 Kg dell’800/5.6 AF-s ai circa 2.2Kg di questo 800Z: ciò si traduce in reale possibilità di brandeggio manuale. Poi negli ingombri l’800Z è identico al 500/4 AIS, il più smilzo supertele prodotto da Nikon, anzi è pure meglio perché il paraluce è correttamente dimensionato e non è un tubo di stufa come quello di tutti i 500/4 Nikon. 

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    Aggiungiamo la farcitura tecnologica del VR allo stato dell’arte, dell’autofocus reattivo e della potenza di una Z9 e il piatto è servito. A maggio 2022 Mauro ci invitò a provare questo nuovo fottuitissimo 800mm. Al tempo stavo valutando pro e contro per l’abbandono della reflex in favore della Nikon Z9 che definire mirrorless è riduttivo. I pro li avevo tutti ben presenti, sempre grazie a Mauro, i contro li lascio al lettore; partii da casa senza indugio per toccare con mano questo strabiliante attrezzo che, come accennato, sulla carta sciacquava via tutte le limitazioni del passato promettendo un formidabile ampliamento di possibilità. 

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    Nikon Z 800/6.3 nelle mani di Mauro 

    Alla prova dei fatti son rimasto di stucco, direi meglio: inebriato. Le ipotesi su cui avevo imbastito mille ragionamenti si sono confermate in pochi minuti. E Mauro il suo 800mm me lo ha ceduto a giugno di quest’anno, quindi lo sto usando da 6 mesi e confermo tutto quello che avevo intuito in quei pochi minuti di prova sul lungo lago comasco del maggio 2022. 

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    Folgorato 

     

    Nikon Z 800/6.3 S, una carta in più da giocare nella fotografi della  Natura.
    In questi mesi di utilizzo, sporadico, in ferie, nelle “frattaglie” di tempo dei WE, nel dopo lavoro (me lo sono, inutilmente, portato in trasferta), insomma quando possibile, il Nikon Z 800/6.3 mi ha dimostrato le capacità di cui avevo intuito in pochi minuti di prova con gli amici di Nikonland. Non perdo tempo a raccontare di brillantezza ed incisione, queste caratteristiche sugli Z ora le abbiamo come “default”, ma voglio raccontare la mia esperienza per quanto concerne una focale così lunga. 

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    estratto dallo zaino, S. Caterina di Pittinuri (OR) 

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    Fortunato incontro con caprioli, Parco Lame Sesia - Agosto Nikon Z9 ob. Nikon Z 800/6.3 S Gitzo GT3541LS Arca B1 

     

    Le problematiche dell’ottica geometrica ed il miracolo di Nikon. 
    <Ottocento millimetri> su full frame sono una lunghezza focale difficile da gestire fondamentalmente per 2 aspetti:

    1. Il potente ingrandimento amplifica il mosso in modo brutale, il che impone tempi di otturazione molto rapidi.
    2. La messa a fuoco è criticissima per via dell’angolo di campo così ristretto: risulta addirittura difficile portare il soggetto nell’inquadratura, figuriamoci mantenerlo a fuoco. Aggiungiamo una Profondità di Campo di qualche millimetro e la combinazione finale è assolutamente disarmante.

    In particolare il Nikon Z 800 colpisce per compattezza e maneggevolezza, ciò è dovuto alla costruzione con lenti diffrattive, ma soprattutto al non esaltante valore di luminosità massima di f/ 6.3 che, a chi ha i capelli brizzolati, fa storcere le budella. Queste considerazioni “geometriche” condurrebbero alla conclusione per cui un 800/6.3 potrà essere utilizzato solo in particolari fortunate occasioni. Invece tutti questi problemi, incluso il torci budella, li risolve la Z9: luminosità ridotta, messa a fuoco criticissima e stabilizzazione, sono a carico della fotocamera che assolve brillantemente il compito. E lo fa sempre. Il ristrettissimo campo inquadrato rimane allora l’unica vera questione che va in capo al fotografo. Io lo trovo PAZZESCO. 

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    Rampichino, Valsavarenche (AO) - Agosto. Nikon Z9 ob. Nikon Z 800/6.3 S mano libera 

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    Airone di Amazon, Novara - Agosto Nikon Z9 ob. Nikon Z 800/6.3 S mano libera 

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    Libellula in risaia. Novara - Agosto Nikon Z9 ob. Nikon Z 800/6.3 S mano libera 

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    Tralicci orribili, Novara - Agosto Nikon Z9 ob. Nikon Z 800/6.3 S mano libera 

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    Le cime della val Soana viste da Novara  - Settembre. Nikon Z9 ob. Nikon Z 800/6.3 S Gitzo GT3541LS Arca B1 , fotomerge di 4 scatti 

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    Martin pescatore "alterato", Parco lame Sesia - Agosto. Nikon Z9 in DX ob. Nikon Z 800/6.3 S Gitzo GT3541LS Arca B1 

     

    Dei Pesi e delle Misure.
    Con 800mm siamo per forza di cose nel campo degli obiettivi “mammazzoni” il cui trasporto, brandeggio e gestione generale è sempre un problema. L’800/6.3 ingombra quanto il 200-400/4, quindi non poco, ma pesa 1kg di meno e questo aspetto ha un’importanza micidiale. Spesso si pensa che il peso sia un guasto solo per il trasporto e non si valuta l’inerzia della massa. Al brandeggio a mano libera i circa 3.3kg di fotocamera e 800mm si gestiscono in modo semplicemente imbarazzante, non so come dirlo altrimenti. Ne faccio il paragone con il brandeggio di ottiche più corte come il già citato 200-400 piuttosto che del 300/2.8 di qualunque versione, nell’uso pratico ho sempre dovuto ricorrere ad un appoggio, foss’anche solo la spalla di un socio di escursione. Invece il Nikon 800/6.3 accoppiato alla Z9 risulta pratico quanto un obiettivo che non esiste, un leggero 300/2.8, e scrivo 300mm con cognizione di causa perché non sembra di manovrare uno strumento che offre un ingrandimento di quasi 3 volte maggiore. Nella pratica cosa significa? Tantissimo e qui porto un esempio fresco fresco della scorsa estate.
    Ero appostato con l’800 montato sul treppiedi; esattamente alle mie spalle ho sentito il fischio di un rapace. Ho afferrato la seconda Z9, che tengo libera proprio per le “sorprese” come questa, e con il 300mm in canna, e ginnica contorsione, ho scattato una “foto ricordo” a distanza siderale di una sagoma di rapace su tronco scassato. La cosa sarebbe finita qui se davanti a me avessi avuto il 600/4 perché è impossibile spostare il tele grosso, cioè staccarlo dal treppiedi, brandirlo trascinando con sé tutte le reti mimetiche e orientarlo in direzione opposta. E’ uno sforzo che non si può fare, sono 6-7kg a sbalzo da sostenere con i muscoli addominali. Ma come detto quel giorno avevo l’800, che è decisamente meno ingombrante del 600, e soprattutto pesa meno della metà. Allora provo: stacco l‘800 dal treppiede, lo imbraccio, riesco a ruotare senza che mi partano fitte addominali e scatto, ma stavolta con 1200mm equivalenti di ingrandimento (Z9 in DX). 

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    Rapace ? Parco lame Sesia - Agosto Nikon Z9 ob. Nikon AFs 300/4 PF + FTZ2 mano libera 

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    Poiana Codabianca! Parco lame Sesia - Agosto Nikon Z9 in DX ob. Nikon Z 800/6.3 S mano libera 

    Nello Zaino.
    Pur essendo un “mammazzone” l’800Z offre un contenimento degli ingombri tale da facilitarne il trasporto. Per scarrozzarmi l’800 mi basta lo zaino da montagna da 40 - 45 litri e mi resta spazio per accessori quali vestiti e altre fotocamere. La scorsa estate ho trasportato per 4gg (tutte le mie ferie sigh) 3 fotocamere e 3 obiettivi su e giù per la Valsavarenche dentro ad uno zaino Forclaz 45l estremamente leggero. Non mi è sembrato vero di poter disporre di una varietà così ampia di focali anche in alta montagna consentendomi di riprendere qualunque soggetto e situazione incontrata. 

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    Dotazione Gran Paradiso estate 2023 

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    Zaino Forclaz da 45litri e fotocamere; accanto: Ghiacciaio Gran Paradiso Nikon Z 800/6.3 mano libera 

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    Alpe Meyes Valsavarenche PN Gran Paradiso, Nikon Z7II ob. Nikon Z 24-70/4 S 

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    Alpe Meyes Valsavarenche PN Gran Paradiso, Nikon Z9 ob. Nikon AF-s 300/4 PF + FTZ2 

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    Alpe Meyes Valsavarenche, PN Gran Paradiso, Nikon Z9 ob. Nikon Z 800/6.3 S mano libera 

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    Torrente Savara sotto la pioggia, PN Gran Paradiso, Nikon Z9 ob. Nikon Z 800/6.3 S mano libera 

     

    I limiti del Nikon 800Z.
    Lo strumento perfetto non esiste e nemmeno noi siamo troppo perfetti. Il Nikon 800Z è un’ottica diffrattiva, come tale presenta un aspetto che ad alcuni può risultare indigesto: lo sfuocato. In certe condizioni le linee presenti sui piani fuori fuoco possono mostrarsi come ondulazioni simili a quelle di un miraggio. Non solo, nei controluce sparati si possono presentare fenomeni bizzarri simili all’aberrazione cromatica che presumo dipendano dal gruppo diffrattivo Fresnel presente nello schema ottico. 

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    Sfocato diffrattivo Novara - Ottobre. Nikon Z9 in DX ob. Nikon Z 800/6.3 mano libera 

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    Goccioline multicolori, Gran Paradiso - Agosto. Nikon Z9 ob Nikon Z 800/6.3 S mano libera 

    Ma io non appartengo alla schiera degli estimatori dello sfocato assoluto, quindi la mia valutazione di uno strumento non viene stravolta da aspetti che giudico men che secondari. Credo che oggi per qualunque fotonaturalista non esista un’ottica più accattivante di questo 800Z. Per me è stato un sogno diventato reale quello di poter trasportare a 2500m di altezza 800mm di focale e lo scrivo con la coscienza propria di chi, a quelle quote, ha scapicollato il 600/4 unito al treppiede Manfrotto 055. Il vero limite di questo obiettivo è nella luminosità massima relativa quell’f/6.3 con cui occorre scendere a patti. La verità è che dispiace arrendersi al buio perché questo obiettivo con la Z9 sembra poterti condurre ovunque. Il crepuscolo spinge l’attrezzatura fotografica al limite, e questo 800/6.3, per quanto digerisca benissimo tempi di otturazione dell’ordine del 1/60s, si deve arrendere dove altri obiettivi possono osare. Il compromesso però è abbondantemente a favore di questa soluzione che, nella pratica, consente di fare quasi tutto. 

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    Quasi notte, messa a fuoco difficilissima. Parco Lame Sesia - Giugno Nikon Z9 ob Nikon Z 800/6.3 Gitzo GT3541LS Arca B1 

    Un guaio cui invece non c’è rimedio è collegato a focali così lunghe ed è e rimane nella qualità dell’aria che separa il fotografo dal soggetto. Talvolta bastano 50 metri di strato d’aria per risultati inguardabili, in questo senso credo sia molto importante avere coscienza delle condizioni pratiche di possibilità di utilizzo.

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    Non c'è niente di nitido. Leviona PN Gran Paradiso - Agosto. Nikon Z9 ob. Nikon Z 800/6.3 mano libera 

    Concludo consigliando a tutti gli amanti della fotografia della natura di guardare con attenzione, ed un po’ di sana cupidigia, ad ottiche quali l’800 Z, e ai suoi fratellini più piccoli, perché vi possono regalare opportunità non facilmente prevedibili. 

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    Commenti Raccomandati



    • Nikonlander Veterano
    12 minuti fa, Valerio Brustia ha scritto:

    del resto queste cose si fanno per il piacere di creare un po' di reazione...di qualunque tipo

    Qui di bestiale non c'e solo il video o le foto, ma anche Tu ! 

    Il video e le foto sono bellissime, e la preparazione è veramente avvincente.

    Il battito delle ali deve essere difficile da raccontare se non si e lì. 

    Devi avere una dimestichezza mostruosa per riuscire ad usare le manopole con le Z9, capisco muovere il treppiede ma interagire con i comandi,... come fai, Super !

    Permettimi, ma per avere una minore esposizione al freddo non ti converrebbe mettere una piccola coperta sopra la testa e poi mettere la copertura ? 

    Quante ore sei rimasto immobile ? 

    Quante ore sei rimasto sotto la doccia per tornare umano ? O.o

    Grande Valerio ! 

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    • Amministratori
    24 minuti fa, Valerio Brustia ha scritto:

     

    Gru PLS 2024 Clip_01 - 1080WebShareName.mov  

    al pubblico ludibrio :)

    del resto queste cose si fanno per il piacere di creare un po' di reazione...di qualunque tipo

     

    Gru? Oppure oche anche queste?:marameo:

    Finalmente qualcosa di diverso ...

    Dicci della seconda camera, quella che ti inquadra: come l' hai impostata? Come l' hai pilotata? In remote oppure poi nel montaggio hai tagliato il surplus?

     

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    • Nikonlander Veterano
    16 ore fa, Alessandro Pisano ha scritto:

    Permettimi, ma per avere una minore esposizione al freddo non ti converrebbe mettere una piccola coperta sopra la testa e poi mettere la copertura ? 

    Quante ore sei rimasto immobile ? 

    Quante ore sei rimasto sotto la doccia per tornare umano ? O.o

    Questo appostamento non è durato molto, un paio d'ore. Purtroppo dopo una certa ora diventa freddino e occorre coprirsi. No la coperta no, conviene coprirsi bene, le parti che soffrono ti più sono mani e piedi, mentre il corpo grosso è un radiatore e perde calore lentamente te ne accorgi quando è troppo tardi. Quindi mi vesto a strati, ma solo dopo che l'accaldamento dovuto alla camminata (mezz'oretta con zaino pesante) e la preparazione dell'appostamento (20 minuti da "Ray Meaers") è rientrato, cioè ho smesso di sudare. Per prima cosa mi asciugo per bene e cambio la maglietta termica (manica lunga) e metto una merinos. Poi alè aggiungo strati man mano che il freddo avanza. A fine appostamento sono un omino Michelin e devo smontare tutto e ricaricare lo zaino. La cosa si fa di notte con la frontale accesa, questi passaggi non mi riesce di riprenderli in video, mi aspetta mezz'ora di camminata nel buio pesto, quindi via abiti di troppo. La doccia bella calda serve non per riprendersi dal freddo ma per rilassare i muscoli. Il giorno appresso sono pronto per un altro giro :)

    16 ore fa, Max Aquila ha scritto:

    Dicci della seconda camera, quella che ti inquadra: come l' hai impostata? Come l' hai pilotata? In remote oppure poi nel montaggio hai tagliato il surplus?

    Ho usato la Z7II con il 24-70/4, in manuale e l'ho controllata con lo smartphone via APP di Nikon SnapBridge. Sto imparando adesso ad usarla, pare buona, ho solo qualche perplessità sull'on/off wifi ma devo capire meglio, questa è la prima volta che la uso. 
    Mi serve una testa video se no le riprese con Tele e Z9 (le gru) vengono a scatti, poco fluide. La cosa non mi fa impazzire perchè come ha notato Alessandro, l'arca B1 la manovro ad occhi chiusi e detesto da sempre quei "cardinzoni" delle teste video. Ma mi tocca, penso alla manfrotto 502 con base piatta e ho già nel carrello amazon la culla per i miei gitzo GT :)

     

    • Eccellente, grazie ! 2
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    • Amministratori
    17 ore fa, Valerio Brustia ha scritto:

    peccato che non si veda in linea

    Genna', mp4, please. Chessò sti MUV ? RobbaNiko' ?

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    • Amministratori
    57 minuti fa, Valerio Brustia ha scritto:

    [...] Ma mi tocca, penso alla manfrotto 502 con base piatta e ho già nel carrello amazon la culla per i miei gitzo GT :)

     

    la 502 non è sto granché

    H6c09f7248fcd4716b4c68438137a6534c.jpg_640x640Q90.jpg_.jpg.9ab4e49f7419a9c258a796a863d4ee4a.jpg

    questa invece è sul livello della N8 Nitrotech, con controbilanciamento.
    Ce l'ho ed è spettacolare anche solo da accarezzare (Benro S8 PRO).
    Ho messo sopra due slitte per Arca. Una per il lungo e una per il corto.

    Era montata sul mio Artcise AS95 quel giorno dell'ottocento sul lago ...

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    • Nikonlander Veterano
    2 ore fa, Valerio Brustia ha scritto:

    e cambio la maglietta termica (manica lunga) e metto una merinos.

    Se vuoi una marca di maglie tecniche molto serie me lo dici.....io le uso non solo per la mia attività fisica (bici), o quando andava a sciare, ma anche quando vado a camminare con la macchina fotografica.

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    • Nikonlander
    2 ore fa, Alessandro Pisano ha scritto:

    Se vuoi una marca di maglie tecniche molto serie me lo dici.....io le uso non solo per la mia attività fisica (bici), o quando andava a sciare, ma anche quando vado a camminare con la macchina fotografica.

    Ciao Alessandro, se mi fai sapere la marca e dove trovarle mi sarebbe molto utile, io in genere compro random nei negozi di trekking 

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    • Nikonlander Veterano
    5 ore fa, M&amp;M ha scritto:

    la 502 non è sto granché

    H6c09f7248fcd4716b4c68438137a6534c.jpg_640x640Q90.jpg_.jpg.9ab4e49f7419a9c258a796a863d4ee4a.jpg

    questa invece è sul livello della N8 Nitrotech, con controbilanciamento.
    Ce l'ho ed è spettacolare anche solo da accarezzare (Benro S8 PRO).
    Ho messo sopra due slitte per Arca. Una per il lungo e una per il corto.

    Era montata sul mio Artcise AS95 quel giorno dell'ottocento sul lago ...

    me la ricordo bene, peraltro è ritratta in una delle foto del post dedicato a questo Nikkor Z 800/6.3 :)

    Purtroppo ha 2 gravi difetti

    1 - pesa 2.5kg
    2 - costa oltre 300 euro

    e tu dirai : "ma hai speso un patrimonio in teste a sfera"
    Sì è vero, ma io vengo da lì cioè da anni in cui non sapevo dove sbattere la testa (inteso come mia capoccia) per <trasferire tutta la potenza a terra> cioè registrare su PELLICOLA tutta la qualità che il tele di turno poteva offrire. Mosso, micromosso e derivati li ho contenuti grazie agli svizzeri di Arca Swiss. Oggi gli strumenti che abbiamo in mano sono molto più docili. La mia Arca B1 da 52mm è fin troppo per qualunque tele monti davanti alla Z9.

    Dovendo fare qualche video, no non ho intenzione di diventare cineasta, voglio uno strumento "QB" che offra rapporto prezzo prestazioni molto molto piccolo. 

    La 502 non mi fa impazzire, ma stasera ho trovato una testa video fluida cinese che costa da nuova molto meno di una qualunque Manfrotto 5xx usata. Le recensioni ne parlano bene, in settimana faccio sapere.

    Mal che vada faccio un bel reso

     

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    • Nikonlander Veterano
    8 minuti fa, Angelo Izzo ha scritto:

    Ciao Alessandro, se mi fai sapere la marca e dove trovarle mi sarebbe molto utile, io in genere compro random nei negozi di trekking 

    Ciao Angelo, 

    la marca è BRYNJE , è un marchio norvegese
    https://www.brynje-shop.com/index.html?language=it

    E' stata la prima maglia termica portata sugli ottomila, viene utilizzata dalle truppe speciali norvegesi e si dice anche dagli Inglesi.

    Io le compro in un piccolo negozio vicino a casa, ma l'ultima volta le ho comprate online.

    I materiali sono eccelsi, dalla PP (Polipropilene, maglia a rete) o quelle in lana merinos, quando le scegli puoi vedere anche la scala termica in cui dovrebbe essere impiegata 

    Io quando vado in bici principalmente uso quella a rete in PP + una in cotone o in lana merinos + Softshell, ma questo è il mio abbigliamento per una esposizione prolungata al fredd,o 4h con effetto del windchill.

    Se serve altro sono qui 

    A presto 

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    • Nikonlander Veterano
    3 ore fa, Alessandro Pisano ha scritto:

    Se vuoi una marca di maglie tecniche molto serie me lo dici.....io le uso non solo per la mia attività fisica (bici), o quando andava a sciare, ma anche quando vado a camminare con la macchina fotografica.

    Grazie Alessandro, ma sono a posto. Il cambio maglia lo devo fare per forza perchè l'attività fisica è veramente intesa, uso anche io maglie tecniche traspiranti e al termine di trasferimento e preparazione riparo sono madido di sudore, mentre per l'appostamento mi affido a MICO o a maglia tecnica mista merinos che va molto bene. Non ho problemi di freddo, anche perché ormai non fa più freddo :(

     

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