Recentemente Isotecnic, produttore degli scafandri Isotta, ha realizzato lo scafandro per Nikon Z. Ho richiesto qualche immagine per mostrarla qui su Nikonland e Isotecnic gentilmente ha risposto. Quindi ecco qui la "rossa" Z, tutta italiana, costruita in riva al lago di Garda. Diciamo subito che lo scafandro nasce come Isotta Z7, ma è assolutamente compatibile con la Z6 perchè le due ML di Nikon sono esternamente identiche (UNA BELLA NOTIZIA)
Gli scafandri Isotta sono caratterizzati, oltre al colore rosso dell'anodizzazione dei due gusci di alluminio che costituiscono la cassa, anche dalla soluzione di accoppiamento di chiusura dello scafandro stesso costituito da due perni, in basso, e da una grossa manopola posta in cima alla struttura. Un metodo veloce e sicuro la cui tenuta è garantita da doppi Oring chiamati a lavorare "di taglio" e non per diretta compressione, come per tutti gli altri scafandri in commercio. A parole è difficile da spiegare voglio solo segnalare l'originale differenza di scelta costruttiva.
La fotocamera si alloggia su una piastra a sgancio rapido da avvitare alla base. Isotta sfrutta il foro del piolo anti scivolo presente nella base delle Nikon Z, scelta intelligente che evita slittamenti e posizionamenti imprecisi della fotocamera, rammento che bastano poche frazioni di mm per rendere inutilizzabile qualche comando a leva. A tal proposito Isotta offre tutte le possibilità di comando immaginabili, parliamo di decine di leveraggi che consentono di accedere a tutti i comandi, pulsanti e ghiere, della Nikon Z. In acqua fa freddo (per definizione) i leveraggi e pulsanti esterni sono ben dimensionati e quindi ben governabili anche con guanti spessi; di mio ho qualche dubbio sui 5 pulsanti cursore, che mi paiono un po' troppo vicini, probabilmente mi dovrei ricredere, ma così ad intuito mi vedo impacciato con i ditoni coperti di neoprene 5mm ad annaspare tra un bottone e l'altro.
Sul frontale dello scafandro, in alto, sono ben visibili i connettori per il comando in fibra ottica dei flash, quindi Isotta propone un convertitore elettro ottico da accoppiare alla Nikon; però Isotta non dimentica gli affezionati alla connessione Nikonos in rame ed ecco che a destra e sinistra lo scafandro è predisposto per accogliere quei connettori, che però non sono forniti di serie.
Lo scafandro offre un magnificatore del mirino utilissimo per vederci qualcosa con una maschera sulla faccia, evidentemente Isotta è certa che il suo utente tipo preferisce inquadrare in modo "classico" e non in stile smarphone. Personalmente apprezzo tantissimo la coppia di piedini robusti ben visibili nella parte inferiore dello scafandro. In barca, sul molo, sulle rocce, da qualche parte lo scafandro dobbiamo posarlo, per questo Isotta ha dotato il suo prodotto con due bei pattini di plastica (credo) per ridurre le abrasioni della parte inferiore della cassa.
Il bottone ISO è posto proprio accanto alla leva di scatto quindi è raggiungibile con l'indice della mano destra , ciò significa che per intervenire sugli ISO si opera come fuori dall'acqua con indice e pollice
Bellissime le maniglie, anche loro in alluminio anodizzato, forate ed idrodinamiche già predisposte del giunto a T per alloggiare i bracci porta flash. Interessante, molto interessante un terzo foro predisposto da Isotta probabilmente per la vacuum pump, un dispositivo di controllo pre-immersione utile a garantire la tenuta dello scafandro. Personalmente lo immagino molto più utile per il telecomando della fotocamera scafandrata, funzione banale se vogliamo, ma che i costruttori sottovalutano od offrono a costi irrazionali.
Quest'ultima immagine mostra lo scafandro in assetto di immersione, con un oblò macro a chiudere l'ampio bocchettone della cassa frontale. Bellissimo, compatto.
Peccato che ad oggi non esiste un solo obiettivo che possa essere alloggiato nell'assetto mostrato in foto, nè tanto meno un macro. Il 60 micro AFs, il più corto dei macro FX, richiede i 3.8 cm dell'estensore FTZ: lì dentro non ci sta. Non che non si possa portare sott'acqua la Isotta Z con il 60 o il 105 micro, no, ma serve il corretto set di estensori che renderanno l'insieme molto meno compatto di quanto non appaia in questa immagine. Il sistema Isotta dispone di un completo set di oblò piani ed emisferici, di estensori e tutto quello che serve per alloggiare quasi tutti gli obiettivi Nikon F, ma qui parliamo di Z, gli oblò di Isotta saranno sicuramente adeguati alle ottiche che verranno, quando arriveranno.
Di fatto questa Z rossa segnala che Isotecnic non vuol perdere il treno, anzi, vuole essere tra i primi a trovar posto nel nuovo corso e lo fa con un biglietto da visita di grande rispetto perchè questa rossa è uno scafandro fatto per durare cioè servire il subacqueo in decine e decine di immersioni.
------------------------------
Le Ottiche del sistema Nikonos V
Il vecchio sistema Nikonos disponeva di un obiettivo ormai mitologico il 15/2.8 UW. Si trattava di un obiettivo supergrandangolare lineare utilizzabile solo in acqua quindi progettato per il mezzo liquido. Quell'obiettivo offriva qualità ottica inarrivabile per qualunque grandangolo rettilineare alloggiato in scafandro (pur usando il miglior cristallo ottico $$ non c'è trippa per gatti, ai bordi si soffre) ed una minima distanza di messa a fuoco cortissima che consente di riempire l'inquadratura con piccoli soggetti del benthos. Va detto che quel tipo di riprese (molto coinvolgenti) erano possibili perchè una piccola fotocamera si può infilare tra anfratti e rocce avvicinando così il soggetto quanto basta, cosa irrealizzabile con strumenti come quello che reggo in mano nella foto seguente.
Ora, una qualsiasi mirorrless ha tiraggio che teoricamente consente l'accoppiata con il vecchio Nikonos 15 UW, la cosa non è passata inosservata ed infatti Nauticam, costruttore iperattivo di HK, ha costruito questo coso qui
Che si accoppia all'obiettivo
e si monta sullo scafandro della Sony A7
I risultati sono spettacolari, quindi il desiderio è un tarlo in testa a tutti i fotosub. Per ora non esiste nulla verso Nikon Z, paradosso, io ho interpellato Isotecnic a riguardo e mi ha detto che ci sono dei problemi di spazio/ingombro non facilmente risolvibili.
Interessante evoluzione delle cose, corsi e ricorsi, oggetti che non valevano più nulla oggi tornano ad avere appeal quindi a crescere in valore. Sul mercato dell'usato un buon 15mm Nikonos ora vale sui 450-500 euro, ma con tendenza a salire.
Commenti Raccomandati
Partecipa alla conversazione
Puoi pubblicare ora e registrarti più tardi. Se hai un account, accedi ora per pubblicarlo con il tuo account.