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  1. Guardiamo il lettore. Il ProGrade PG05.6 è un lettore singolo di schede di memoria CFexpress. Ha interfaccia USB 4.0 ed è stato espressamente progettato per permettere il massimo delle prestazioni dalle nuova schede prodotte con lo standard CF 4.0 Le specifiche, emesse da CFA la scorsa fine di agosto (ne abbiamo dato notizia qui ) promettono teoricamente un raddoppio di prestazioni. Le "nuove" schede restano perfettamente compatibili sia elettricamente che meccanicamente con l'esistente parco macchine e lettori. Ma, ci sono due ma. 1) per il momento non esiste sul mercato alcuna fotocamera in grado di sfruttarne a pieno le capacità 2) per leggerle e scriverle alla massima velocità lato computer, ci vuole un lettore USB 4.0 e una porta USB 4.0 ad alte prestazioni. Altrimenti ? Altrimenti, niente. Le nuove schede saranno del tutto identiche alle precedenti CF 2.0 Quindi l'investimento è da vedere in prospettiva futura. Salvo che non scattiate così tanto da vedere dei vantaggi dalla elevata velocità di lettura. Ma torniamo al nostro lettore. é ben confezionato, come da standard ProGrade. in dotazione c'è un cavo USB 4.0 certificato per una elevatissima banda passante. E una piastrina metallica dotata di biadesivo da attaccare ad un piano per sfruttare la base magnetica del lettore (se il vostro computer non ha superfici metalliche sopra cui ancorarlo). la fessura per l'inserimento della scheda e la porta USB 4.0 prodotto a Taiwan esattamente come le nuove schede ma progettato e brevettato in California. qui a sinistra, a confronto con il meno prestazionale precedente modello, con porta TB 3. qui ripresi al posto di lavoro sopra al case del desktop dotato di porte TB/USB 4.0 *** La scheda in esame è una delle prime ProGrade 4.0, disponibili nei tagli da 512 GB, 1000 GB e 2000 GB. In pratica quella che stiamo misurando è quella più piccola. Questa è la serie Gold, quella meno prestazionale. La serie Cobalt, nella generazione 4.0 è per ora limitata al taglio da 1.300 GB ed un costo di circa 1 euro al giga più IVA. la scheda è inserita in un blister bianco. sopra all'involucro corazzato è indicato il taglio, le prestazioni "promesse", e il marchio CF 4.0. Attenzione a non confonderle con le precidenti che non riportano il marchietto 4. dietro alla scheda di sono i marchi di conformità con il numero di matricola e il Made in Taiwan (come tutte le schede di fascia alta; anche le Lexar migliori sono fatte a Taiwan, nonostante Lexar sia cinese mentre ProGrade è californiana). *** Appena arrivata la scheda l'abbiamo subito misurata con gli usuali strumenti di test. temperatura a riposo. Notare lo standard indicato NVM Express 1.4, per PCIe 4.0 a doppio layer La scheda come vede in questa schermata è nuova, alla prima "accensione". Dopo i test si è appena scaldata mentre dopo una scrittura di dati per circa 325 GB la temperatura è salita ma non ai livelli che registravamo con le prime Lexar o ProGrade di seconda generazione. Purtroppo le prestazioni - elevatissime in lettura - si sono sulle prime rilevate deludenti lato scrittura. tanto da suscitarci delusione. Abbiamo scritto una mail per segnalare queste sensazioni all'assistenza online americana. Ci ha risposto subito Ingrid di ProGrade, promettendoci un aggiornamento firmare (per ora non ricevuto) ma soprattutto consigliandoci di attivare la cache in scrittura del lettore. La cache in scrittura ? Ma non è di default. No, è di default per i dischi fissi, non per i lettori. Vallo a sapere. Ecco come si attiva la cache in scrittura (per Windows, Gestione Dispositivi -> Proprietà -> Criteri) fatto questo, è cambiato il mondo : ed abbiamo effettivamente registrato prestazioni allineate con quelle promesse. Ed effettivamente le maggiori sinora riscontrate nel nostro laboratorio. anche lato video, di fatto Balckmagicdesign certifica che la scheda è adatta praticamente a tutti i formati tranne il 12K60P in formato DCI e codificato H.265 (ammesso che qualcuno abbia questa risoluzione nella sua ... videocamera). Per confronto, abbiamo misurato le altre schede di casa con il nuovo lettore, ottenendo prestazioni elevate ma NON così elevate Lexar Diamond da 256 GB Lexar Gold da 1 TB ProGrade Cobalt da 325 GB *** All'atto pratico la scheda non è realmente così veloce, almeno non nella copia continua di cartelle di grandi dimensioni. lettura scrittura semplicemente perché è tutto un gioco di equilibri tra cache, memoria di sistema, attività, buffer e tutto quando fa spettacolo in un computer desktop. così che la scheda spesso finisce per andare al picco, utilizzo del 100% e tempo di risposta anziché 10-20 ms, 2 secondi. Poco male, a 800-900 MB/s ci vuole veramente poco per scaricare le foto scattate. Ma, insomma, nulla di troppo diverso da quanto fanno le altre schede. In definitiva se dovessimo dire che vale la pena comprare queste schede per accelerare le attivi di trasferimento file diremmo che ... probabilmente no. *** E le prestazioni della Z9 ? Come avevamo anticipato, nessun vantaggio pratico. Scattando a 20 fps, NEF con compressione senza perdita (il file più grande che può fare la Nikon Z9), abbiamo queste performance : Lexar Diamond : 83 scatti ad azzeramento del buffer, dopo di che si procede a 18-19 scatti al secondo ininterrottamente Lexar Gold 2a Serie : 82 scatti ad azzeramento del buffer, dopo di che si procede a 18-19 scatti al secondo ininterrottamente ProGrade Gold 4 : 73 scatti ad azzeramento del buffer, dopo di che si procede a 18-19 scatti al secondo ininterrottamente ProGrade Cobalt 2 : 72 scatti ad azzeramento del buffer, dopo di che si procede a 18-19 scatti al secondo ininterrottamente poco differente la prestazione con i file compressi TicoRaw. Appena meno che raffica ininterrotta, con compressione media, raffica infinita con compressione elevata *** Conclusioni ProGrade è arrivata prima ed offre una gamma completa di schede CFexpress di tipo B, CF 4.0 Le Cobalt sono per ora disponibili solo nel taglio da 1.3 TB, le Gold vanno da mezzo tera a 2 terabyte. Con le nostre attuali fotocamere non ci sono incrementi di prestazione. Non sono possibili interventi di tipo firmware al riguardo, perché ci vuole che le fotocamere siano in grado di impegnare i due layer delle schede, e ci vuole una predisposizione hardware sulla scheda madre per farlo. Quindi è una cosa che vedremo nella prossima generazione. Z9 II ? Z9s ? Z8 II ? Non lo sappiamo. Lato desktop, teoricamente ci possono essere dei vantaggi dalla maggiore velocità promessa. Praticamente però è tutto da dimostrare. Vantaggi ? Sono schede più moderne delle precedenti. Sembrano reggere meglio le temperature rispetto alla prima generazione (problema già risolto da Lexar con la seconda generazione). Ma soprattutto hanno un prezzo onestissimo. Questa 512 GB è costata da Amazon.it 200,99 euro. Il taglio da 1TB costa 444 euro e quello da 2TB per chi fa video, 890 euro (non dimenticatevi del lettore, da acquistare solo se avete una porta USB 4.0 che costa da solo 111 euro). Ci sembrano prezzi tali da entrare in concorrenza praticamente con tutti gli altri marchi. Anche se, alla prova provata come sembra a noi da questi test effettuati in casa, non ci sembra che ci sia alcun vantaggio pratico (per il momento) dall'aver implementato le nuove specifiche CFA. Detto questo, siamo certissimi che presto Lexar e gli altri, lanceranno i loro prodotti concorrenti che probabilmente andranno in competizione agguerritissima, sia per prestazioni che per prezzo, con queste schede. Insomma, prepariamoci per la seconda generazione della Z9 con le munizioni giuste !
  2. Appena arrivata nel nostro laboratorio la scheda CFExpress Sabrent Rocket da 1 TB (serie BLU). Sabrent è un noto marchio californiano che si è fatto un nome nel mercato degli SSD e in particolare gli M2 con tecnologia NVMe in cui compete con marchi come Samsung e la connazionale Crucial. Come sappiamo le schede CFExpress altro non sono che delle unità SSD di tipo M2 in formato 2240 inserite dentro ad un involucro corazzato. Quindi il passaggio a questo mercato - più vantaggioso in termini di margine unitario - è stato automatico anche per Sabrent. I prodotti sono progettati in California e prodotti a Taiwan, presumibilmente da TSMC (presumibilmente con stepper Nikon). Il modello in prova è quello più grande disponibile e costa su Amazon.it 284 euro. Esiste anche un taglio da 512 GB che attualmente costa solo 170 euro. Sono prezzi estremamente vantaggiosi in termini di costo effettivo per Gigabyte, e in questo momento, finita la crisi dei microchip si assiste ad una fortissima discesa delle quotazioni per eccesso della domanda. Per cronaca, al lancio questa scheda costava non meno di 700 euro. Abbiamo scelto il taglio da 1TB perchè abbiamo riscontrato che le schede più grandi offrono prestazioni superiori rispetto a quelle più piccole in tutti i prodotti di tutti i produttori, tranne le poche serie speciali come le ProGrade Cobalt e le Lexar Diamond. ASPETTO E DESCRIZIONE La scheda arriva in un micropacchetto nero che riporta la provenienza e la produzione. Tolta la scatoletta, ci troviamo davanti ad un cassettino metallico imbottito che da una forte sensazione di prodotto premium la scheda è analoga per design a tutte le altre che abbiamo provato. Al tatto sembra leggermente più leggera delle altre presenti in laboratorio. parata di schede CFExpress. Avendo fatto già delle comparative in passato sullo stesso sistema di lettura (pc Windows con Intel i9 e lettore USB 3.2 ProGrade) vi rimandiamo a quelle per vedere le prestazioni delle altre schede. Le trovate su queste stesse pagine. PRESTAZIONI DI LABORATORIO La scheda è arrivata non formattata. E' stato necessario usare la Z9 per la prima formattazione, dopo di che anche il pc l'ha regolarmente rilevata. formattata in exFat mette a disposizione oltre 1 miliardo di byte equivalenti a 953 gigabyte. Una prima verifica "nel mondo reale" è sempre la copia di file dal computer. In questo caso svariate cartelle di file NEF per un totale di 850 Gigabyte copiate da un disco M2 Crucial da 4TB capace di circa 3500 MB/s di velocità massima. Il trasferimento si è avviato mantenendo una media effettiva di circa 400 MB/s ma la temperatura si è subito impennata andando dagli iniziali 52 °C fino a destare allarme pericolo rosso a 84 °C al trasferimento di 528 GB. Sono condizioni anormali per cui raramente una scheda sarà impegnata. Tranne che per la registrazione di video 8K, formato per cui questa scheda non è versata ... Durante il classico test eseguito con Crystal DiskMark la temperatura è stata mediamente sui 62 °C mentre usando BlackMagicDesign Disk Speed Test - che simula continui trasferimenti di video - abbiamo rilevato un'altra impennata di temperature ancora sotto controllo ma quasi al limite critico. Andando alle prestazioni sintetiche rileviamo una capacità interessante : che però non abbiamo riscontrato nell'uso corrente come testimoniato anche nel video (parte scrittura a sinistra). Le crocine bianche indicano i test falliti. In conclusione si tratta di una scheda di memoria adatta alle fotografie e ai formati video non sofisticati. Non la useremmo mai nei formati a 10 o 12 bit né nel video 8K. Con la Nikon Z9 abbiamo misurato un "accettabile" ma ben lungi dall'essere record capacità di saturare il buffer con 50 scatti in NEF con compressione senza perdita. Che sono diventati 225 con la compressione elevata alla massima qualità. Nello stress test che prevede 60 secondi di dito premuto sul pulsante di scatto anche all'esaurirsi del buffer, questo si traduce in circa 11.3 scatti al secondo con compressione migliore e 16.4 scatti al secondo con la compressione media. Come con le altre schede non abbiamo avuto interruzioni negli scatti con la compressione elevata che è di fatto equivalente, per capacità di raffica, all'uso del jpg. Conclusioni preliminari Premesso che queste misure non sono necessariamente riproducibili e che vanno prese per quello che sono ... ovvero misure di laboratorio, al confronto abbiamo una scheda di prestazioni medie, non eccezionali ma nemmeno scadenti, ma con una capacità di memorizzazione esagerata per le necessità del fotografo medio (la immaginiamo come scheda unica durante un lungo safari o un lungo viaggio in qualche località esotica senza computer di backup al seguito) con un vantaggiosissimo rapporto prezzo/capacità. Con qualche caveat relativo alle temperature di esercizio che possono diventare elevate. Per le quali ci riserviamo di approfondire dopo almeno un mese di utilizzo continuo sul campo nelle più sfidanti condizioni di scatto reale.
  3. Come già sappiamo fin dalla presentazione, Nikon con la sua nuova Zf non ha voluto rinunciare alle due schede di memoria. Ma i vincoli progettuali, primo tra tutti la necessità di alloggiare le due schede nel vano batteria, sotto al fondello, per l'impossibilità - anche estetica - di praticare una apertura sul lato destro della macchina, hanno impedito di scegliere le performanti schede CFexpress. Deciso per la SD card, per la seconda scheda é rimasto poco spazio. E anche per questioni di dissipazione termica, è stato riesumato il formato microSD, che avevamo dato per disperso dopo l'uscita dal mercato delle Nikon 1. Ma intanto queste schedine si sono evolute tanto da rivaleggiare - e in alcuni casi superare - le performance e la capienza delle schede SD. il vano batteria della Nikon Zf. Sopra alla linguetta gialla di sgancio della batterie, ci sono le due fessure per le schede di memoria. Quella a destra, più grande, per la SD, quella a sinistra, più piccola e incavata, per la microSD. Ed è spesso impiegato come memoria di massa fissa per Digital Audio Player, drone, videocamere, tablet. Sono piuttosto comuni le microSD di grande capienza, da 512GB o da 1TB, meno quelle veloci o molto veloci. la microSD Lexar Gold oggetto di questa prova, inserita per metà nella fessura ad essa dedicata dentro alla Nikon Zf. Bene. Non possiamo nascondere che il formato microscopico di queste schedine si presta facilmente allo smarrimento (parliamo di oggetti spessi meno di un millimetro e grandi circa 15x10 mm, fatti di un materiale che ricorda il cartone). Ma soprattutto la scomodità di inserimento e di disinserimento nella fotocamera. Per infilarla bisogna centrare la fessura e poi premere fino al blocco. Per toglierla si deve necessariamente togliere la batteria e poi premere con la punta dell'indice, perché un altro dito sarebbe troppo grande. Attenti a non fare come noi, che premendo dentro la scheda ma non facendola bloccare, l'abbiamo poi vista volare tipo toast fuori dal tostapane. Quindi ben venga il colore giallo per poterla ritrovare a fine volo ... A nostro avviso, quindi, per comodità e tranquillità di mente, queste schedine sono da intendersi per come vengono intese negli altri dispositivi elettronici : come memoria fissa, quasi permanente. E non da inserire e togliere a fine lavoro come siamo usi fare con le altre schede. I file delle nostre "catture" possono poi essere trasferiti via cavo, mentre la fotocamera è collegata al computer. Purché la porta di collegamento sia veloce (e possibilmente USB-C), l'operazione sarà indolore. Ma se il vostro computer è datato, con porte lente USB 3/USB-A, vi sconsigliamo proprio di dotarvene. Smarcate ergonomia e funzionalità, le prestazioni ? Andiamo agli oggetti di questa prova. in primo piano la Lexar Gold da 256GB V60, inviataci in prova da Nital - distributore dei prodotti Lexar - e sopra la Samsung da 512 GB già provata nel test della Nikon Zf. La Lexar è una UHS-II come testimoniato dalla doppia fila di contatti dorati : la Samsung no. Per sfruttare questa caratteristica ci siamo dotati di un lettore Lexar USB 3.1, capace di leggere sia SD che microSD di formato UHS-II. Il classico test sintetico al computer ha così mostrato prestazioni eclatanti che con un semplice adattatore SD->microSD non avrebbe dato la schedina sfiora di 200 MB/s in scrittura e i 300 MB/s in lettura. Che nella vecchia classificazione risalente ai tempi del CD audio, corrisponderebbe ad una 2000/1333x, rispettivamente in lettura e scrittura. Meglio di molte SD che abbiamo in casa. Per confronto la Samsung, pur pregevole, si ferma molto prima : sia in lettura che in scrittura. Per pronto riferimento, qui abbiamo le misurazioni di una scheda SD Lexar Gold 1800x (teoricamente 270 MB/s in lettura) E come possiamo vedere, questa microSD di ultima generazione, supera la velocità della SD che usiamo correntemente come scheda principale per la Zf. Nel video non abbiamo rilevato le stesse differenze ma resta il vantaggio della Lexar che si dimostra adeguata anche ai formati più leggeri del 8K prestazione video della microSD Lexar Gold prestazione video della microSD Samsung PRO Plus Bene, ma sulla Nikon Zf come vanno queste schedine ? Vanno bene e al netto delle limitazioni imposte da Nikon (per salvaguardare l'otturatore meccanico e per evitare eccessi di calore ?) non hanno molto da invidiare da una buona scheda SD. in questo specchietto riassumiamo le capacità di raffica fino al riempimento del buffer o ad intervento del limitatore (200 scatti per la raffica H* e 2000 per la raffica a 30 frame al secondo). Sostanzialmente le due microSD vanno allo stesso modo. La scheda SD ha un vantaggio solo per chi usa l'otturatore elettronico oppure per chi usa il NEF compresso senza perdita. Sono prestazioni complessivamente elevatissime per una macchina che nasce principalmente per dare sensazioni vintage e che si penserebbe "sotto al vestito niente". E invece Nikon ha dovuto mettere un limitatore perché il fotografo entusiasta non abusi di un corpo non pensato per esagerare inutilmente. Perché ditemi chi mai avrà bisogno di fare raffiche a 14.8 fps per oltre 100 o 200 scatti consecutivi con questa macchina (o superare i 2000 scatti a 30 fps, magari con prescatto ...). Insomma, questa non è né una Z8 né una Z9. Ma se solo glielo permettessero ... Un ultimo appunto, un test empirico di lettura dei file dalla fotocamera collegata via porta USB-C al computer. 301 file NEF per complessivi 2.83 GB vengono trasferiti in circa 46:86'' Sono circa 60 MB/s. Non tantissimi, ma nemmeno una miseria come ci era sembrato durante il test preliminare con il sample di pre-produzione. A conferma che i dati prestazionali vanno sempre consolidati con un esemplare definitivo con firmware finale. E' possibile che queste prestazioni della Zf possano essere persino migliorate via firmware una volta che Nikon avrà una base dati completa di utilizzi reali. Ma già così non crediamo ci sia da lamentarsi di nulla. In ogni caso, le attuale schede microSD hanno prestazioni elevate che non fanno rimpiangere troppo le schede SD e non dovrebbero impedire al fotografo serio di dotarsene. Come memoria permanente, in caso di bisogno. O per fare backup. O in caso di dimenticanza/guasto/smarrimento della scheda principale. Purché siano schede di qualità. Oramai i costi sono talmente bassi da non fungere da deterrente.
  4. Io oramai uso tagli da 256GB in su ma alle volte serve avere una scheda "rapida" da tenere sulla scrivania per fare foto veloci. Per questo ho voluto provare questa Lexar Professional che per taglio e per costo idealmente dovrebbe rappresentare il punto di accesso per tutti gli appassionati con esigenze di taglio più moderato. Tutto sommato 64GB bastano per tante foto. Ma le prestazioni ? Eccola qui nella classica confezione standard di tutte le altre schede : blister e custodia di trasporto. di fianco alla mia Lexar da 256GB che utilizzo correntemente sin dall'uscita sei mesi fa. Inutile dirvi che funziona senza alcun problema. Viene riconosciuta subito appena messa in macchina, non necessita di formattazione. Eccola dentro al piccolissimo lettore portatile Lexar messo sopra ai due pesi-massimi di ProGrade Vediamo la velocità, con i test sintetici. Il classico Crystal : e quello video di Blackmagicdesign : il confronto con la Lexar da 256GB mostra un comportamento assolutamente allineato : cosa non scontatissima perchè per altri marchi la prestazioni sono a scalare verso l'alto. Insomma, al di là del costo singolo delle schede e del taglio che più vi interessa, qui abbiamo la certezza che le prestazioni sono all'altezza delle aspettative. Attendiamo solo di poterle provare con Z6 II e Z7 II per vedere se la nuova generazione di fotocamere - che raccomandiamo di continuare ad utilizzare con schede CFExpress - saprà sfruttare al meglio questa capacità di scrittura.
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