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  1. Dopo l'acquisto di una reflex e del corredo base di obiettivi, può succedere di voler approfondire qualche genere fotografico in particolare, il ritratto, il paesaggio piuttosto che la fotografia agli animali, oppure la macro. In questi casi spesso occorre un obiettivo dedicato. Per fare della macrofotografia come si deve ed apprezzare pienamente le meraviglie nascoste nel "molto piccolo", ci vuole un vero obiettivo macro. che permetta di ingrandire, avvicinarsi a sufficienza al soggetto ed avere la elevata nitidezza necessaria per avere soddisfazioni ed appassionarsi a questo genere fotografico. In questa guida all'acquisto ho cercato di presentare e commentare brevemente gli obiettivi per la macro compatibili con le reflex nikon attualmente in produzione, con qualche piccolo consiglio assolutamente soggettivo e non vincolante per aiutare nella scelta, rimandando ai test approfonditi pubblicati su Nikonland per approfondire. Se siete interessati ad una breve introduzione alla macrofotografia vi suggerisco di leggere questo mio articolo su Nikonland da approfondire eventualmente leggendo su altri siti o dei manuali. Gli obiettivi macroHo diviso gli obiettivi macro in tre categorie principali sulla base della lunghezza focale. I normali (50mm - 60mm), i tele corti (da 90mm a 105mm) e i tele medi (da 150-180-200mm) in più ho aggiunto un appendice sugli obiettivi macro dedicati al formato APS-C (Dx per Nikon). I macro normali . Molto ben corretti per quanto riguarda distorsione e aberrazioni, straordinariamente nitidi, sono i più piccoli e leggeri e (nell'ambito della stessa marca) costano meno di quelli di focale maggiore. I limiti possono essere: la distanza di messa a fuoco molto breve e quella di lavoro (distanza fra soggetto e lente anteriore) ancora di più, per cui può capitare di trovarsi a scattare vicinissimi al soggetto. Inoltre il maggiore angolo di campo rispetto a focali più lunghe, rende un po' più difficile ottenere degli sfondi gradevoli. Non sto affermando che le focali da 50-60mm sono poco utili, ma che sono un po' più impegnative nell'uso sul campo, mentre sono ottime per still life, riproduzione in genere. A mio parere, per insetti, altri animali o se si deve fotografare col cavalletto qualcosa che sta in mezzo ai cespugli, forse è meglio garantirsi un po' più di agio usando una focale un poco più lunga. Le focali macro "standard" attualmente disponibili sono queste: Nikon AF-S 60mm f/2.8 G ED Micro Test su Nikonland qui e qui Schema ottico (lenti/gruppi):12/9Diaframmi f/2.8-32Angolo di campo 39°40' (26°30' con formato DX Nikon)Distanza minima di messa a fuoco 18,5cmMassimo rapporto di riproduzione 1xDiaframma 9 lamellePasso filtri 62mmDimensioni (diametroxlunghezza dall'innesto) 73 x 89 mmPeso 425gMotorizzato AFS A mio parere la scelta migliore fra i "normali" per Nikon. Zeiss Milvus 50mm f2M Schema ottico (lenti/gruppi):8/6, Diaframmi f2-22Distanza minima di messa a fuoco 24cmMassimo rapporto di riproduzione 0.5xDiaframma - Passo filtri 67mmDimensioni (diametroxlunghezza dall'innesto) 81x74mm Peso 700gMessa a fuoco manuale Costante per gli Zeiss sono la costruzione superba, la qualità ottica indiscussa, ma... messa a fuoco solo manuale, costo più che notevole e rapporto di riproduzione un po' "vintage", arriva solo a 1:2. I tele macro "corti" da 90-105mm La focale da 100-105mm rappresenta un'ottima scelta per fare della macro sia sul campo che come still life/riproduzione. Si tratta di obiettivi di dimensioni relativamente compatte che possono eventualmente prestarsi come obiettivi da ritratto; alcuni, come il Sigma 105mm f.28 Macro OS, hanno anche un costo contenuto senza rinunciare alla qualità. I nuovi modelli sono quasi tutti IF (internal focus ) per cui il barilotto non si allunga mettendo a fuoco da vicino, il che li rende estremamente comodi nell'uso e non sottrae distanza di lavoro. Ecco i modelli attualmente disponibili (ordinati per lunghezza focalee marca): Tamron 90mm f/2.8 Macro VC USD Schema ottico (lenti/gruppi): 14/11Diaframmi: f2.8-32Distanza minima di messa a fuoco 30cmMassimo rapporto di riproduzione 1xDiaframma 9 lamellePasso filtri 62mmDiametro x lunghezza 79x117mmPeso 600g (baionetta Nikon)Motorizzato USDStabilizzato SI Completamente rinnovato rispetto al modello precedente (ancora in listino), si allinea come specifiche ai 105 Nikon e Sigma: è motorizzato, IF e pure tropicalizzato. Tamron SP AF 90mm F/2.8 Di Macro Schema ottico (lenti/gruppi): Diaframmi: f2.8-32Distanza minima di messa a fuoco 29cmMassimo rapporto di riproduzione 1xDiaframma 9 lamellePasso filtri 55mmDiametro x lunghezza 71x97mmPeso 400grMotorizzato NOStabilizzato NO E' il modello precedente, ma ancora in listino. E' più leggero, molto più economico, ma ha un af vecchio tipo, quindi incompatibile con le reflex entry level (D3xxx- D5xxx) inoltre non essendo IF, il barilotto raddoppia quasi la lunghezza alla minima distanza di messa a fuoco sottraendo distanza di lavoro. Tokina AT-X Pro D 100mm f/2.8 Macro Schema ottico (lenti/gruppi): 9/8Diaframmi: f2.8-32Distanza minima di messa a fuoco 30cmMassimo rapporto di riproduzione 1xDiaframma 9 lamellePasso filtri 55mmDiametro x lunghezza 73,6x95mmPeso 540gMotorizzato NO (Af corpo macchina)Stabilizzato NO Robusto e compatto, come il Tamron 90mm vecchio modello ha una marcia in meno rispetto la praticità d'uso: non è motorizzato, quindi non compatibile con reflex entry level, non ha la correzione manuale della messa fuoco automatica mentre ha un meccanismo di commutazione Af/Mf a camma, piuttosto obsoleto. Zeiss Milvus 100mm f/2M Schema ottico (lenti/gruppi): 9/8Diaframmi: f2-22Distanza minima di messa a fuoco 44cmMassimo rapporto di riproduzione 0,5xDiaframma Passo filtri M67Diametro x lunghezza 85x104mmPeso 820gMessa a fuoco manuale Come per il 50mm Zeiss: Solo per estimatori della massima qualità che non temono la messa a fuoco "a vista", le vibrazioni e gli basta arrivare ad un rapporto di riproduzione di 1:2 Nikon AF-S 105mm f/2.8 G ED VR Micro Test su nikonland qui, qui e qui. Schema ottico (lenti/gruppi): 14/12 (1 lente Ed e trattamento Nano Crystal)Diaframmi: f2.8-32Distanza minima di messa a fuoco 0,314mMassimo rapporto di riproduzione 1xDiaframma 9 lamelle Passo filtri 62 mmDiametro x lunghezza 83x116mmPeso 750 gMotorizzato AFSStabilizzato SICompatibile con i TC 14E/17E/20E nelle varie versioni. Sigma 105mm f/2.8 Macro DG OS HSM Test su Nikonland qui qui e qui Schema ottico (lenti/gruppi): 16/11Diaframmi: f2.8-32Distanza minima di messa a fuoco 31,2cm Massimo rapporto di riproduzione 1xDiaframma 9 lamellePasso filtri 62mmDiametro x lunghezza 78x127cmPeso 725gMotorizzato HSMStabilizzato SICompatibile con il converter 1,4 Sigma In sintesi, gli obiettivi "per tutti" che mi sentirei di consigliare sono i due 105 Nikon VR e Sigma OS, due caratteri diversi (più contrastato il Nikon, più delicato il Sigma, come evidenziato nei test), da scegliere secondo il gusto e le esigenze o possibilità personali. Il nuovo Tamron 90mm f2.8 VC potrebbe assere una alternativa valida, ma non ho avuto modo di provarlo. I tele macro I tele macro di focale superiore a 105mm sono a mio parere riservati a chi vuole fare della macro fotografia sul campo uno dei suoi generi fotografici prevalenti. Questo per via di costi ingombri e difficoltà di utilizzo. Fa eccezione il fantastico Sigma 150mm f2.8 Apo Macro OS, che unisce una discreta compattezza a una notevole qualità. Anche se più caro dei 105mm, lo si può considerare come valida alternativa ad uno zoom 70-200. La distanza minima di messa a fuoco leggermente maggiore rispetto ai 105mm è un valore aggiunto. Sigma 150mm f/2.8 APO Macro EX DG OS HSM Test su Nikonland qui e qui Schema ottico (lenti/gruppi):19/13 Diaframmi f2.8-22Distanza minima di messa a fuoco 38cmMassimo rapporto di riproduzione 1xDiaframma 9 lamellePasso filtri 72mmDimensioni (diametroxlunghezza dall'innesto) 79x150mmPeso 1150gMotorizzato HSMStabilizzato SIAnello treppiede.Compatibile con i TC Sigma Sigma 180mm f/2.8 APO Macro EX DG OS HSM Test su Nikonland qui, qui e, per un uso alternativo qui Schema ottico (lenti/gruppi):19/14 Diaframmi f2.8-22Distanza minima di messa a fuoco 47cmMassimo rapporto di riproduzione 1xDiaframma 9 lamellePasso filtri 86mmDimensioni (diametroxlunghezza dall'innesto) 95x204mmPeso 1640gMotorizzato HSMStabilizzato OSAnello treppiede.Compatibile con i TC Sigma Tamron SP 180mm f/3.5 Di LD Macro Test su Nikonland qui Schema Ottico (lenti/gruppi)14/11Diaframmi f3.5-32Distanza minima di messa a fuoco 47cmMassimo rapporto di riproduzione 1xDiaframma 7 lamellePasso filtri 72mmDimensioni (diametroxlunghezza dall'innesto) 85x166mmPeso 920gMotorizzato NO (usa motore Af fotocamera)Stabilizzato NOAnello treppiede.Non essendo motorizzato l'af non funziona con le reflex Nikon entry level. Nikon Micro-nikkor 200mm f/4 AfD ED IF Test su Nikonland qui e qui Schema Ottico (lenti/gruppi) 13/8Diaframmi f4-32Distanza minima di messa a fuoco 50cmMassimo rapporto di riproduzione 1xDiaframma 9 lamellePasso filtri 62mmDimensioni (diametroxlunghezza dall'innesto) 76x193mmPeso 1190gMotorizzato NO (usa motore Af fotocamera)Stabilizzato NOAnello treppiede.NON compatibile con i TC nikon.Non essendo motorizzato l'af non funziona con le reflex Nikon entry level. A meno che uno non voglia proprio specializzarsi nella macro, o abbia particolari esigenze, fra i tele elencati sopra la scelta più conveniente a mio parere è il Sigma 150mm f2.8 Apo Macro OS. Gli obiettivi macro in formato APS-C (Dx) Se pensate che non farete a breve un upgrade del vostro corpo macchina al formato FX, e volete risparmiare in termini di ingombri e costi, esistono degli obiettivi macro in formato APS-C (Dx per Nikon) sia originali che universali (questi ultimi... se li trovate, è già difficile trovare le specifiche) , ecco l'elencoordinato per focale: Tokina AT-X Pro 35mm f/2.8 Macro Di Schema ottico (lenti/gruppi) 9/8Diaframmi f2.8-22Distanza minima di messa a fuoco 14cmMassimo rapporto di riproduzione 1xDiaframma 9 lamellePasso filtri 52mmDimensioni (diametroxlunghezza dall'innesto) 73x60Peso -Motorizzato SI (non a ultrasuoni) Nikon AF-S DX 40mm f/2.8 G Micro Test su Nikonland qui Schema Ottico (lenti/gruppi) 9/7Diaframmi ff2.8-22Distanza minima di messa a fuoco 16cmMassimo rapporto di riproduzione 1xDiaframma 7 lamellePasso filtri 52mmDimensioni (diametroxlunghezza dall'innesto) 69x65mmPeso 235gMotorizzato SI (AFS)Stabilizzato NO Tamron SP AF 60mm F/2.0 Di II LD [IF] Macro Schema Ottico (lenti/gruppi) 9/7Diaframmi ff2-22Distanza minima di messa a fuoco 236cmMassimo rapporto di riproduzione 1xDiaframma 7 lamellePasso filtri 55mmDimensioni (diametroxlunghezza dall'innesto) 73x80mmPeso 350gMotorizzato SI Stabilizzato NO Nikon AF-S DX 85mm f/3.5 G ED VR Micro Test su Nikonland qui Schema Ottico (lenti/gruppi) 14/10Diaframmi ff3.5-22Distanza minima di messa a fuoco 29cmMassimo rapporto di riproduzione 1xDiaframma 9 lamellePasso filtri 52mmDimensioni (diametroxlunghezza dall'innesto) 73x99mmPeso 355gMotorizzato SI (AFS)Stabilizzato SI Che dire degli obiettivi macro in formato Dx? I due Nikon sono piccoli, leggeri e qualitativamente buoni (specialmente l'85mm) la mia perplessità sul 40 è la stessa che ho per gli standard, un po' corto per un uso sul campo, per cui se la assoluta leggerezza non è una priorità e proprio pensate di volere un obiettivo macro in formato Dx, io opterei per l'85mm. Tutte le opinioni fin qui espresse sono mie personali e possono non essere condivise ma sono dettate da una lunga pratica sul campo.Se la pensate diversamente, siamo qui : parliamone !
  2. Rispondiamo insieme a domande frequenti come : - le migliori lenti per la mia nuova Nikon - il corredo ideale per Nikon - i migliori obiettivi per la mia Nikon D750, D610, D7500, D7200, D5600, D5300 *** "Ho comprato una reflex Nikon...quale tra questi due fissi mi consigliate...o sarebbe forse meglio quello zoom?"A seguire, nelle pagine successive, due diverse realta', manifestate nelle domande che sul forum ci vengono piu' di frequente rivolte sul come mettere in piedi un corredo fotografico, coerente con le personali esigenze: da quelle piu' semplici alle piu' articolate. Ovviamente si tratta di consigli che vogliamo proporre come esemplificazione di situazioni tipo che non possono certo esaurire le esigenze della totalita' degli utenti del forum, ma che possono servire a costituire la base di successivi approfondimenti basati sul "perche' quello al posto di...quell'altro?" Saranno graditi i commenti a margine dell'articolo per riempire gli inevitabili percorsi alternativi possibili, che nel tempo serviranno anche a comporre l'inevitabile evoluzione dei convincimenti qui ed oggi espressi.L'intento sarebbe quello di aiutare nella scelta degli abbinamenti tra corpi macchina ed obiettivi, anche di marchi compatibili, bypassando la spazzatura degli zoom di primo equipaggiamento ed in generale tutto cio' che abbiamo nel tempo imparato a sconsigliare.Ma tralasciando anche obiettivi molto specifici in base all'utilizzo loro dedicato come i supertele, i fisheye o i decentrabili i cui destinatari hanno (o dovrebbero avere) idee gia' chiare al riguardo.A seconda dei profili-utente in gioco, saranno inclusi o meno obiettivi che riteniamo essere coerenti con l'utente in oggetto, pur consci che un 18-55 possa essere tranquillamente montato su di una D5, tanto quanto un 500mm su una D3xxx, ma ovviamente senza il nostro...imprimatur Mi permetto di essere assertivo in forza dell'esperienza diretta basata sull'utilizzo personale delle attrezzature proposte, e/o sulle considerazioni derivanti dalla lettura dei test che in questi dieci anni sono stati pubblicati su Nikonland, sempre con lo stesso fine: quello di fornire il nostro punto di vista in lingua italiana su quanto graviti intorno al marchio ed alla baionetta Nikon. step 1 "Si, ho deciso,non ce la faccio proprio piu' a perdere altre foto scattate col telefonino solo perche' ...non le trovo piu' nei meandri delle cartelle, delle quali mi dimentico sempre di fare backup, ne' di restare ancora deluso al fotolab, quando una, due volte all'anno tento di farne stampare qualcuna, sempre con pessimi risultati rispetto cio' che vedevo nello smartphone." - Perche' proprio Nikon? "Mah...mi pare proprio carina quella colorata di rosso col monitor talmente girevole da poter fotografare anche i fili d'erba senza dovermi abbassare troppo..."una D 5xxx(reflex formato DX attualmente sul mercato nelle versioni D5300/5500/5600 tutte dotate di sensore da 24Mpx di prezzo medio variabile tra i 480 ed i 700 euro, solo corpo, dotata di flash incorporato e monitor completamente girevole) E meno male, diciamo noi di Nikonland, che non abbiamo mai amato le entry level di prima fascia come le Nikon D3xxx, le quali a nostro avviso hanno menu ed impostazioni automatiche eccessivamente preponderanti sulle funzioni cardine.Automatismi che di certo facilitano il novellino, ma che lo lasciano tale e solitamente lo portano ad un livello di crescita fotografica non molto differente dal punto di partenza.Per intenderci, il fatto di dover entrare nei menu' in continuazione se si abbia intenzione di variare e/o personalizzare una funzione, per poi dover rientrare per eliminare quella correzione, alla lunga stancherebbe anche un professionista: ed e' per questo che, nonostante i sensori di ultima generazione, spesso molto performanti, una entry level resta progettata come ha deciso il costruttore per quello che e': una macchina utile a vendere molti pezzi e ad assistere la mamma che voglia fotografare il figlio durante la partita di pallone (rotondo, ovale, a strisce, peloso) e che il piu' delle volte, anche dopo molti anni di utilizzo del mezzo, non appena veda un papa' in possesso di attrezzature visivamente piu' ...performanti si produrra' nella frase di rito:"non e' che mi farebbe avere qualcuna delle foto che ha scattato? Sicuramente saranno migliori delle mie, che non so perche', ma non vengono mai come mi piacerebbe"... e certo... le fa la macchina ! Fatta questa premessa vediamo anche quali obiettivi associare ad una macchina di seconda fascia, pur sempre entry level, che dalle prime si avvantaggia anche per la maggiore facilita' di trovarla in vendita come "solo corpo" per evitare la spesa ulteriore, benche' ridicola, per uno dei pessimi zoom proposti in bundle. Partiamo dal presupposto che una persona che venga da esperienza zero chiede per prima cosa una "soluzione totale" ossia un obiettivo che serva a tutte le esigenze che lo hanno frustrato fino ad allora: traduzione...un superzoom da supergrandangolo a supertele. Quanto di peggio si possa pensare. Ma nel rispetto delle opinioni e delle esigenze delle persone ci siamo piu' volte interessati anche su Nikonland di fenomeni simili e proprio di recente abbiamo scritto di questo all-in-oneSigma 18-300/3,5-6,3 DC appartenente alla recente serie Contemporary (che raccoglie realizzazioni ottiche non solo economiche, ma ottimizzate per un equilibrio con le prestazioni ottiche), il quale unisce a delle dimensioni sufficientemente contenute, rispetto la media dei competitor, delle prestazioni sufficienti in molte condizioni, accontentandosi della non eccelsa luminosita' ma aiutati da un prezzo medio in Italia allineato sui 450 euro, in linea col Nikon di pari escursione (ma un terzo di stop piu' luminoso a fine escursione), un centinaio di euro in piu' di quello che occorra per acquistare un Tamron 16-300 f/3,5-6,3. Questo zoom di formato APS-C produce sulla Nikon DX una copertura equivalente ad un 27-450mm, un obiettivo 16x, utile certamente in molte, ma non tutte, le occasioni nelle quali il nostro principiante vorra' fotografare. Principalmente carente quando la luce ambiente non sia all'altezza della sua massima luminosita' (ed in verita' andrebbe diaframmato sempre almeno a f/8 per rendere meglio), certamente risolutivo in termini assoluti, sostituendo da solo un'infinita' di focali fisse. Dotato di motore HSM (ad ultrasuoni) e di stabilizzatore ottico (necessario in funzione della scarsa luminosita' e del peso che si avvicina ai 6 etti)Ingombrante zoomando da minima a massima focale La soluzione di corredo che Nikonland pero' apprezza maggiormente e' certo quella che preveda l'acquisto di focali fisse di buona qualita' pur se economiche, in linea con gli intenti dell'utente medio di questo settore, ma che gli consentano di scattare nella maggior parte delle opportunita' che si presenteranno, con risultati qualitativi del file (per i contenuti ci deve pensare lui) decisamente superiori.Ed allora, lo "step in" per la Nikon D5xxx consiste, ovviamente, di un obiettivo standard, che per le dimensioni del sensore non puo' che essere il "best buy"Nikon AF-S DX 35mm f/1,8G un obiettivo luminoso, leggero, compatto ed economico (sotto i 200 euro) che consentira' finalmente al nostro ex-smartphotographer di accedere al mondo della zoomata coi piedi: avanti e indietro rispetto al soggetto, fino a trovare la giusta inquadratura con il giusto sfondo per la fotografia pensata (si, appunto...con la testa)Otto lenti delle quali una asferica per una maggiore planeita' complessiva, trattamento antiriflesso come per gli obiettivi di classe superiore, motore SWM e ghiera di messa a fuoco manuale, utile a provare l'ebbrezza di una composizione che si formi davanti ai nostri occhi nel mirino, per effetto del nostro intervento. Economico nei materiali come buona parte dei Nikon di questa categoria, baionetta in metallo (perlomeno) ma ghiera filtri in plastica...fragile. Accanto a questo obiettivo standard, un'altro campione di compattezza/prestazioni come il classico "for all seasons" Nikon AF-S 50mm f/1,8G quello che personalmente considero un rimedio agli zoom (quelli trans-standard) che riassume, comprende e, solitamente, surclassa.Sette lenti tra le quali, anche qui, una asferica, stessi pregi e stessi difetti del 35/1,8 dx di cui prima, con un enorme vantaggio: quello di essere un obiettivo di copertura FX, che percio' il newbie si ritrovera' con la medesima utilita' se un giorno desiderasse approdare al pieno formato. Anche in questo caso un prezzo d'acquisto medio sui 200 euro che ne fanno un' esigenza piu' che una possibilita', anche in affiancamento di eventuali scelte "all-in-one" di cui prima.Sul formato DX questo normale mostrera' una copertura equivalente a quella di un 75mm, praticamente un mediotele col quale realizzare ritratti a mezzobusto fin sotto a 50cm di distanza dal soggetto, staccando il soggetto dallo sfondo grazie ai diaframmi piu' aperti che, in unione alla capace sensibilita' del sensore della D5xxx consentira' opportunita' precluse a zoom e smartphonesUna linearita' ed un'assenza di distorsioni marcate anche ai diaframmi piu' aperti che con questi due fissi spalanchera' un mondo nuovo a chi non vi si sia mai addentrato. Obiettivi che aiutano a inventare. Ma se proprio la passione per gli zoom sia invincibile rispetto le promesse qualitative dei fissi qui considerati, siamo certi di consigliarvi bene nel proporvi uno zoom trans-standard come ilSigma 17-70 f/2,8-4 DC Macro Contemporary che per un prezzo medio di 410 euro vi mette a disposizione una focale equivalente (DC in Sigma sono gli obiettivi che coprono il formato APS-C) ad un 25-105mm dalla luminosita' davvero elevata per uno zoom di categoria economica, con un motore AF ben reattivo, ben sei lenti speciali, stabilizzato e con una marcata propensione per le foto a distanza ravvicinata.A nostro avviso non ha rivali nella sua categoria (materialmente) e i soldi che servono al suo acquisto, pur se superiori all'accoppiata dei fissi di cui sopra, e' certamente giustificata dalla notevole escursione focale e dalle doti di luminosita' che non lo fanno staccare troppo dai due Nikon di cui si e' parlato prima.Indicato per coloro che privilegino un rapporto ondivago con i generi fotografici di elezione, per chi fotografi spesso ed indifferentemente street, natura, ritratto, macro e... selfie di gruppo: certamente un obiettivo ammazza-smartphone questo Sigma ! Un corredo che consideri gli zoom non puo' prescindere dai telezoom, cioe' da quegli obiettivi a focale variabile oltre quella standard.Nel tempo e con l'evoluzione ...della specie, questa categoria si e' andata spostando dai 70/80-200mm ai 70-300, normalmente di luminosita' variabile (per essere economici) tra f/4 ed f/5,6.Negli ultimi nove anni il riferimento indiscusso per baionetta Nikon e' stato ilNikon AF-S 70-300 f/4,5-5,6 VR uno zoomone da 750 grammi di peso, 17 lenti (di cui due speciali), un metro e mezzo di distanza minima, assistito da un buon VR che ne ha fatto uno strumento utile per corredi DX ed FX in ogni occasione sportiva nella quale non si volesse spiccare il salto verso strumenti piu' luminosi, lunghi e costosi. Venduto ancora a 450 euro circa e' stato recentemente affiancato dal Nikon Zoom AF-P DX 70-300mm f/4,5-6,3G VR II che, appunto di formato DX e venduto su amazon a 320 euro pero', non avendolo ancora utilizzato, non ci sentiamo di poterlo consigliare ai potenziali acquirenti.Ma finalmente, questa estate 2017 e' arrivato anche il sospirato nuovo FX, il Nikon AF-P Nikkor 70-300mm f/4,5-5,6 E ED VR che su Nikonland abbiamo testato ulteriormente anche qui in parallelo alla recentissima realizzazione Sigma Contemporary 100-400mm f/5-6,3 meno luminoso, ma notevolmente interessante anche per profili utente superiori al presente.Entrambi gli zoom disponibili a prezzo adeguato alle ottime prestazioni. In questo modo, con uno zoom all-in-one, oppure due fissi ed uno zoom, o in alternativa...due zoom, il nostro principiante dovrebbe dare solo fuoco alle polveri al suo investimento creativo da un minimo di 900 euro, ad un massimo di 1600 euro, a seconda delle configurazioni proposte e mettersi a scattare tante, ma proprio tante di quelle foto, da dover sentire l'esigenza di ulteriori spese solo dopo molto, anzi...moltissimo tempo. Ed in questo momento, lo "step up" consigliato da Nikon potrebbe riguardare pochi altri elementi, prima di sfociare in un cambiamento radicale di proflo di questo utente, verso un "prosumer" o ancora piu' un no-limits... Per esempio, indirizzatosi dai close-up permessi dallo zoom 17-70 (o da una lente addizionale davanti al 50/1,8) potrebbe voler evolvere verso il campo della vera e propria macrofotografia.In questo senso e sempre nella fascia di utenza considerata, vediamo come particolarmente indicato il piccolo, poco impegnatico economicamente ma adeguatoNikon Micro Nikkor AF-S DX 40mm f/2,8G che associa un rapporto di riproduzione 1:1 (soggetto inquadrato pari alle dimensioni dell'intero fotogramma) a delle prestazioni che hanno poco da invidiare ai fratelli maggiori, molto piu' celebrati.Il tutto ad un prezzo medio di 220 euro che ne fa in assoluto uno degli obiettivi per questo formato piu' economici in assoluto Se le intenzioni fotografiche del nostro nikonista si accentrino verso il ritratto, allora, un obiettivo di gran lunga piu' "stringente" del 50/1,8 sul soggetto, potrebbe essere un bellissimoNikon AF-S 85mm f/1,8G ancora una volta un obiettivo FX, utilissimo anche per un futuro corpo macchina di questo formato, del quale non c'e' altro da dire se non il fatto di essere una ulteriore conferma della supremazia di Nikon sui mediotele di questa lunghezza focale, nella quale affonda la sua tradizione.Un 85mm su formato DX equivale quasi alla copertura di un 135mm su pieno formato: che con una luminosita' f/1,8 rendera' eccezionale ogni soggetto che si voglia con esso ritrarre. Distanza minima di ripresa 80cm, peso da 350grammi e prezzo, invincibile, di 450 euro circa.Un obiettivo che chi possiede non pensa mai di volerlo rivendere. Io ho venduto il mio (la precedente versione), comprato nel 1990 ...solamente due anni fa !Ultimo aggiornamento al corredo base potrebbe essere (per chi sia maniaco di marchio ) un diverso zoom rispetto il Sigma di cui sopra.Si tratta del recentissimoNikon AF-S DX 16-80mm f/2,8-4E G che si affianca al precedente e meno luminoso 16-85/3,5-5,6 anch'esso DX.Presentato insieme alla Nikon D500, la reflex DX top di gamma di Nikon, ha il diaframma elettromagnetico invece che meccanico, 17 lenti di cui molte speciali ed un rivestimento ai nanocristalli che rende molto "crispy" il rendimento degli zoom Nikon che ne siano dotati.Pesa mezzo chilo e mette a fuoco meno vicino del Sigma 17-70. Costruttivamente e' un po' piu' robusto di questo e nell'escursione focale si avvantaggia in basso ed in alto di quel tanto che porta la copertura focale a un 24-120mm equivalente in pieno formato (la stessa escursione focale di uno zoom Nikon FX molto popolare) Costa pero' 725 euro almeno e otticamente ci pare distorca quanto o piu' del piu' economico Sigma Detto questo mi pare che il nostro amico stia davvero a posto... step 2 "Beh, adesso e' giunto il momento:scelgo Nikon dopo anni di fotografia, dalle macchine a pellicola di tutti i generi alle DSRL piu' indicate per velocita' di azione e per la possibilita' di scelta tra ottiche prestazionali, anche se non necessariamente di prezzo al top.Mi pare che oggi Nikon possegga le risposte alle mie esigenze su entrambi i formati FX e DX: e' possibile che acquisti due reflex per ottimizzare l'acquisto degli obiettivi relativi alle prerogative dei due formati, oppure che massimizzi l'investimento su un solo formato, ma cerchi di ottenere in quell'ambito il meglio che possa trovare sul mercato in relazione ad un prezzo accettabile: escludo in partenza realizzazioni "state of the art" o ultraluminosi, proprio perche' fuori dalla mia portata mentale. Senza remore!" Siamo nell'ambito piu' denso di opportunita':quello nel quale la lotta tra originali ed universali si fa piu' dura e le proposte fioccano da ogni dove. Proprio per questo anarchia e confusione regnano sovrane e la tentazione di abbandonare il corredo reflex per intraprendere strade come il passaggio ad opportunita' mirrorless tenta anche il piu' integralista dei fotografi da specchio.Ma se il budget, il prezzo, restano il limite invalicabile per la salvaguardia di altre priorita', non c'e' dubbio che qualche spiraglio di luce Nikonland debba tentare di farlo filtrare. Partiamo da un corredo basato sul corpo macchina FX che secondo noi rappresenta al meglio questa categoria di utenti:La Nikon D750, (che su Nikonland trovate in questi due test) Presentata nel 2014 e forte di un sensore da 24,3Mpx e' una reflex di punta per chi provenga da formati inferiori e non abbia alcuna intenzione di approdare al successivo livello, quello del no-compromise. Ma di compromessi qualitativi questa reflex ne presenta davvero pochi, il bilancio pende a suo netto vantaggio sulle sorelle inferiori D600/610 e insidia da vicino (come potete leggere in uno dei test) anche la top di gamma FX.Pertanto le semplificazioni "user friendly" dei comandi e di poche componenti di menu' rivestono per il nostro utente di questo livello delle invisibili minusvalenze, ben compensate dal prezzo ipercompetitivo over all brands in rapporto alle qualita' espresse.Molti fotografi professionisti usano una o piu' D750 come secondo corpo per l'affidabilita' che l'ha fin qui contraddistinta; il suo prezzo medio si aggira intorno a 1700 euro.Cosa fa distinguere un corredo FX da uno DX di pari fascia? Sicuramente la destinazione naturale che vorra' privilegiare l'uso del corpo FX con grandangolari e zoom wide (oltre che ogni altro obiettivo di adeguata copertura) mentre il fattore moltiplicativo del sensore DX avvantaggera' l'utilizzo di teleobiettivi e telezoom, con i quali avvicinarsi ulteriormente (ed in maniera otticamente indolore) al soggetto. Alla Nikon D750 associamo subito quindi un bel superwide da 94° di angolo di campo, come il Nikon AF-S 20mm f/1,8G EDuna delle piu' interessanti realizzazioni Nikon degli ultimi tre anni, desiderato da tempo, sia per la maggior luminosita' dei predecessori, sia per l'utilizzo di elementi ottici pregiati, nello schema di 13 lenti, quanto per il trattamento ai nanocristalli che determina l'attualita' di effetto delle lenti Nikon piu' "trendy". Le dimensioni notevoli, rispetto le realizzazioni precedenti, sono giustificate sia dalla elevata luminosita' relativa, sia dalla presenza del motore SWM di messa a fuoco, veramente veloce e senza esitazioni, all'altezza delle richieste degli appassionati. La ridotta distanza di maf minima lo rende un elemento insostituibile di questo corredo per chi voglia avvicinare davvero tanto il soggetto, tenendosi comunque abbastanza al riparo dall'eccesso di inevitabili distorsioni .Il prezzo ormai ben sotto gli 800 euro non si discosta troppo da quello della media degli altri obiettivi del corredo. Accanto al wide fisso, gli "Steve Mc Curry" di questa categoria di utenti, probabilmente accosteranno uno zoom wide/mediotele di elevata qualita' (per la categoria) che, a seconda degli sviluppi operativi qui su Nikonland vogliamo bipartire, dedicando: agli appassionati di street reportage e di ritratto ambientato il Sigma Art 24-105 f/4 DG OS HSM del 2013: primo obiettivo di questa ammirata serie di Sigma, 19 lenti in 14 gruppi per un peso piuttosto consistente di quasi 900grammi, a causa dell'estrema cura (per la sua classe di prezzo) nella scelta dei materiali del barilotto, all metal, e della presenza di stabilizzazione ottica, davvero efficiente, tanto quanto il silenzioso motore AF. Si tratta di un obiettivo che, provato recentemente, ha fatto appassionare molti nikonlanders che se ne sono dotati anche per utilizzi professionali. Grazie al diaframma parifocale di f/4, costa solo poco piu' di 700 euro, ma rende molto piu' dei soldi che costa. per gli appassionati di all-in-one, di fotografia generalistica, di natura e paesaggi, sport, travel, insomma dello zoccolo duro che in questa categoria di utenti si attesta, Nikonland consiglia in alternativa lo zoom Nikon AF-S 24-120mm f/4G ED VR del 2010, (II versione) che con uno schema di 17 lenti in 13 gruppi ed un peso limitato a soli 710 grammi, grazie all'utilizzo di materiali piu' leggeri del metallo, consente a pari luminosita' massima di f/4 un'estensione focale ragguardevole che lo mette nella condizione di tuttofare gia' descritta. Anche il prezzo, ormai mediamente di poco superiore ai 600 euro, ne fa un obiettivo molto considerato. Se la regina delle reflex adatte alle esigenze qui espresse e' la Nikon D750, il suo naturale complemento tra gli zoom tele non puo' essere per noi di Nikonland che ilNikon AF-S 70-200m f/4G ED VR, zoom presentato dopo lunghissima attesa solo nel 2012, accreditato oltre che da uno schema ottico di ben 20 lenti in 14 gruppi, anche di dimensioni compatte (rispetto i fratelli piu' luminosi) che ne limitano il peso a soli 850 grammi, un vero primato per Nikon, ben stabilizzato, ottimamente corretto, ma sopratutto finalmente dotato di una maf minima di solo un metro che consente di effettuare ritratto a distanze...umane e ancora, caratterizzato dalla costanza di focale anche alle minime distanze di maf, tanto da preferirlo addirittura in questo ambito al fratello piu' luminoso, prima dell'avvento dell'ultima versione (f/2,8E FL), del 2016. Tutta questa belta' costa pero' piuttosto cara: sforiamo dalla media, perche' per averlo si pendono 1250 euro circa... Tanti euro quanti ne servono per acquistare un altro campione di razza Nikon, qui presente nonostante sia un telezoom piuttosto spinto e specialistico, sia per la fascia di prezzo davvero eccezionale raggiunta (appunto quella dei 1250 euro circa), sia per la possibilita' di scelta comune a chi voglia sviluppare in questa categoria di utenti anche/oppure un corredo DX, che naturalmente possa accrescersi di ottiche nate per il pieno formato come il sontuoso Nikon AF-S 200-500mm f/5,6G ED VR, sorpresa della meta' del 2015, risposta di Tokyo alle realizzazioni Sigma e Tamron, piu' estese di focali, ma non parifocali come questo superzoom da 19 lenti in 12 gruppi, molte delle quali speciali, di 2300 grammi. Ben bilanciato, con la ghiera delle focali, finalmente, davanti a quella della messa a fuoco, pressocche' inutile per le qualita' elevate di velocita' e precisione nell'AF. Ergonomico perfino imbracciato e senza monopiede. Riservato a chi si diverta con lo sport e la natura. Un superzoom alla portata di tanti. Finalmente. Manca ancora quello che nel corredo FX di un esperto fotografo debba essere considerato il "pezzo di riguardo" che nobiliti anche le altre scelte, ma che al tempo stesso non debba costituire, per i motivi di principio inizialmente espressi, un eccesso di esborso. Nikonland non puo' trattenersi dal consigliare a costoro, l'acquisto del meraviglioso (in assoluto, quindi anche per i no-compromise) obiettivo standard che, pensiamo, non debba mai mancare nella borsa, che e' il Sigma Art 50mm f/1,4 DGun normale da 13 lenti in otto gruppi, che mette a fuoco da 40cm e pesa 815 grammi, nel quale e' racchiuso il concetto alla base della linea Art di Sigma: quello di creare obiettivi che rispettino le gradualita' di passaggio tonale tra aree adiacenti, senza effetti speciali se non la caratterizzazione della struttura che costituisce il soggetto della foto.Uno standard, in quanto tale, si usa proprio per tutto, dal ritratto, al paesaggio, alla macro (basta aggiungere una buona lente addizionale) questo obiettivo, impegnativo per peso e...presenza, ripaga i ridicoli 700 euro dell'acquisto con sensazioni durature di aver fatto forse il migliore acquisto della propria esperienza fotografica. Interessa a tanti: lo dimostrano le quasi 30mila letture del test di M.Maratta del 2014 Un'obiettivo ottimizzato per la macro a concludere questa carrellata? Abbassiamo un po' la media dei prezzi, per fare contenti i nostri "middle-users" che hanno dovuto spendere un po' di piu' per uno o entrambi i telezoom consigliati e facciamoli divertire in RR 1:1 con un non piu' freschissimo ma assolutamente attuale Sigma 105mm f/2,8 EX DG OS Macro HSM il cui prezzo medio ormai oscilla tra i 400 ed i 450 euro ! Un best buy di categoria, dove il pari focale Nikon costa quasi il doppio ma non ha un valore ottico proporzionale alla differenza di prezzo.Obiettivo dotato di tutto, dalla stabilizzazione ad un motore ad ultrasuoni all'altezza della (difficile) situazione di ripresa che e' la normalita' delle riprese macro, al limitatore di range dell'AF per velocizzare riprese specifiche ed evitare hunting. Un po' rumoroso nelle oscillazione degli elementi che consentono la stabilizzazione, plasticoso un po' troppo, ma efficiente e otticamente piu' che buono. E siamo a cavallo!Se non mancasse il corredo DX... step 3 Non tutti i "middle user" che identifichiamo in questo profilo, vogliono necessariamente approdare al Full Format: alcuni di essi provengono da reflex DX rodatissime ed utilizzate ben oltre i tempi tecnologici (oggi molto rapidi) della loro obsolescenza.Per restare in casa Nikon un esempio tra tutti sono i possessori di D300/300S i quali, se non sono passati con la D700 al formato FX sono difficilissimi da schiodare dal sensore di dimensioni ridotte, proprio perche' ormai...sono piu' che abituati, avvezzi alla diversa copertura che gli obiettivi manifestano sulla supeficie del sensore DX.Ma insieme ai fedelissimi dell'APS-C, grazie alla notevole dinamica dei piu' moderni sensori DX, c'e' un gruppo di utenti, sempre piu' nutrito, di "ritorno" al DX in affiancamento al formato pieno, per aggiungere al proprio corredo FX un corpo macchina performante al massimo quando coeso a obiettivi mediotele e tele, ma che per cio' stesso poi non disdegnano di cercare degli sbocchi sulle focali wide per avere sempre indosso ...bretelle e cintura! Il corpo macchina Nikon DX per eccellenza in questa fascia di utenza adesso si chiama D7500 e promana da una bella serie di precedenti modelli che tante soddisfazioni hanno dato alle persone per le quali scriviamo in questi dieci anni di Nikonland La sua qualificazione e' quella di "prosumer" cioe' di un corpo macchina adatto a dei consumer tendenti al professional.... e quindi ci sta tutto nella disamina attuale. Se la precedente D7200, velocissima nell'autofocus, dotata di sensore da 24,2 Mpx, di eccellente risoluzione e ben utilizzabile anche ad alti ISO, si trova ormai all'irrinunciabile prezzo ormai sceso al di sotto degli 800 euro, una tentazione proprio per tutti, la nuovissima D7500 si semplifica su alcuni fronti, come quello del sensore da 20,9 Mpx, (lo stesso della più ambiziosa D500) del singolo slot sd (doppio nella 7200) e della indisponibilità di un battery grip, ma si evolve nella migliorata capacità del buffer e dell'AF e nella gestibilita' agli altissimi ISO, certo con lo scotto di un prezzo ben superiore ancora alle ormai fuori listino 7200 e...7100, alle quali rimandiamo nell'immediato chi si ponga il problema economico, rinunciando alle caratteristiche di miglioria dell'ultima nata. Le differenze sottolineate caratterizzano una riorganizzazione Nikon tra le reflex DX delle quali indiscutibilmente oggi costituisce il top la D500, fuori target rispetto questo nostro livello di utenti. Se un problema nel catalogo ottiche Nikon ci sia, e' proprio nella sezione dedicata alle ottiche di formato DX.Nonostante gli anni, pochissimo e' stato presentato che possa avere rilievo nelle categorie di prodotto che interessano Nikonland ed i suoi lettori. Purtroppo i numeri parlano e se di recente Sigma ha superato Nikon proprio nella vendita di ottiche, proprio in Giappone, la questione non puo' che ripercuotersi in misura maggiore proprio nei settori in cui il listino ha palesemente dei vuoti, come vedremo qui di seguito. Partiamo con l'obiettivo standard per la copertura di questo formato:e come per lo "step in" degli entry level abbiamo incontrato un 35mm, la' Nikon, agli esigenti prosumer di questa pagina Nikonland consiglia quello che a suo avviso costituisce ad oggi il miglior fisso a copertura APS-C, ilSigma 30mm f/1,4 DC ArtPrime lens dalla copertura equivalente ad un luminosissimo 45mm su pieno formato, 9 lenti in otto gruppi, e 435 grammi di puro metallo made in Japan, tanti quanti sono gli euro che mediamente servono per il suo acquisto. Corretto nello schema al fine di minimizzare aberrazioni cromatiche e slittamenti di focale alla minima distanza di maf, eccellente sia nelle riprese ordinarie di ritratto, sia in quelle a distanza ravvicinata, dove basta anteporgli una buona lente addizionale per ottenere risultati cromatici e di risoluzione rispettosissimi.Un obietttivo da portare sempre in borsa, non per lo spazio irrisorio che occuperebbe, ma per il fatto che si finira' per tenerlo sempre attaccato alla D7200, piu' che ogni altro. Se adesso volessimo considerare obiettivi a focale variabile, c'e' una coppia di obiettivi zoom di Sigma, di serie Art, che sembra essere nata appositamente per la D7200: Uno di questi, il piu' recente, presentato in anteprima qui su Nikonland e' ilSigma 50-100mm f/1,8 DC Artequivalente su FX ad un 75-150mm (ricorda nulla ai vecchi Nikon Serie E- cultori?) si tratta quindi di un telezoom medio-lungo.molto ponderoso (1490g) ma luminoso oltre ogni limite (per uno zoom) costituito da uno schema di ben 21 lenti in 15 gruppi, diaframma a nove lamelle, motore ad ultrasuoni e una messa a fuoco minima di 95cm. Una scultura ottica in metallo, per questo formato dunque, ed un obiettivo pensato e realizzato principalmente per il ritratto, non certo dinamico, date le dimensioni ed il peso ragguardevoli. Ma unico sul mercato degli obiettivi APS-C. Costa anche abbastanza, per dimostrarne la classe di destinazione: si tratta di spendere attorno a mille euro...Non pare soltanto uno zoom: sembra un coacervo di tutte le focali fisse che attraversa, a f/1,8 L'altro zoom, gemello per continuita' del precedente, e' invece un wide-to-normal, attraversa cioe' un range 2x di focali che lo porta da 28mm ai 50mm di equivalenza al pieno formato: si tratta del Sigma 18-35mm f/1,8 DC Art, anch'esso un primato di luminosita' gia' alla sua sortita commerciale del 2013, nonostante la ridotta escursione focale, 17 lenti in 12 gruppi ed 800 grammi di peso che caratterizzano questo zoom insieme alle eccellenti doti di "correttezza" nella resa cromatica, inevitabilmente anche un po' di distorsione alle piu' brevi distanze di maf. Uno zoom votato al ritratto ambientato, cosi' come alla semplice fotografia di viaggio, per esempio in coppia col fratellone 50-100 a costituire un'accoppiata elegante e luminosa, anche se... certamente pesante . In ogni caso una prova eccellente delle potenzialita' di un sistema tutt'altro che obsolescente, come in Nikon forse qualcuno tende a considerare il formato DX. Costa sotto ai 700 euro e, come tutti gli obiettivi delle serie Art di Sigma, puo' essere collegato al computer ai programmi di regolazione fine dell'AF, per tramite dell'apposito dock usb. In alternativa a questo Sigma, in casa Nikon, anche se non di nascita DX, Nikonland propone lo zoom piu' interessante in listino per questa categoria, escludendo quindi una serie infinita di zoomini 18-xx di migliore costo ma peggiore fattura, nessuno dei quali di luminosita' costante, nessuno dei quali dichiaratamente e fattivamente "prosumer": resta quindi il Nikon AF-S 16-35mm f/4G ED VR, che risale al 2010 ma che abbiamo provato solo di recente. Uno zoom di ottima fattura e maneggevolezza, 24-50mm eq, pesa meno del Sigma, 685 grammi e ha uno schema ottico analogo 17/12. Lenti speciali asferiche e a basso indice di rifrazione, stabilizzato e dotato di efficace motore SWM. Messa a fuoco IF per cui non si verifica alcuna protrusione del barilotto alle minori distanze di maf, (che si estende fino a 28cm dal soggetto), diaframma a nove lamelle, trattamento Nanocrystal, questo zoom Nikon sembra avere tutte le carte in regola per competere alla pari col Sigma (eccettuata la diversa focale minima e la luminosita' minore di ben due stop), ma...non e' un DX e questo e' un difetto per Nikon, non per l'obiettivo in oggetto, se per portare ad esempio del Sigma 18-35/1,8 Nikonland debba proporre uno zoom FX...Peraltro tra i suoi difettucci questo 16-35 alla focale minima distorce...e se oggi e' pur semplice correggere via software il problama, dal taglio di immagine che ne risulta poi ci si riduce a gestire una focale non piu' da 16mm bensi' da 18/20mm risultanti dopo la correzione. Inoltre questo Nikon costa i suoi bei 1100 euro di media: non si tratta di voler risparmiare ma...se tanto mi da' tanto faccio velocemente una scelta in proposito E se... il nostro prosumer nikonlander avesse proprio deciso di limitarsi alla D7200 e volesse uno zoom superwide di carattere coerente con le delimitazioni che ci ha dato? Un obiettivo quindi particolare, non qualsiasi, in qualche modo caratterizzato e non eccessivamente impegnativo economicamente?Uno cosi' Nikon lo ha appena realizzato ad affiancare con profilo economico ma prestazioni ben superiori al suo prezzo (attorno ai 350 euro) uno zoom analogo in listino da anni ma fin qui poco considerato. Allora al nostro amico DX-addict infatti consigliamo ilNikon AF-P DX Nikkor 10-20mm f/4,5-5,6G VR economico e plasticoso (anche la baionetta...) 14 lenti in 11 gruppi, tre delle quali asferiche, pesa solo 230 grammi, ha il VR incorporato (escludibile solo da menu' nelle fotocamere che lo prevedano) meno luminoso e limitato a 20mm (rispetto i 24 del predecessore) per una escursione focale equivalente ad un 15-30mm sul pieno formato.Con questo zoom si gioca, anche a distorcere di proposito, oppure ad assecondare le linee curve dell'inquadratura per ampliare lo spazio intorno al soggetto della foto. Distorsioni presenti ma limitate, pochi flares e ghosts, nitidezza impressionante per la classe di appartenenza e brillantezza/contrasto degne di realizzazioni gia' note su altri marchi. Abbiamo tanto parlato di "fattore DX" e di propensione ai teleobiettivi per una reflex come questa D7200: allora, glielo mettiamo davanti un bel telezoom senza tanti complimenti? Uno che faccia fare anche figura a chi lo impugni e che pero' sia gestibile con relativa facilita' in occasioni delle piu' varie, dallo sport in famiglia alle manifestazioni pubbliche, passando per la mai abbastanza considerata fotografia di paesaggio, per la quale i telezoom sono a mio avviso sempre lo strumento piu' indicato?Eccovi il Sigma 150-600mm f/5,0-6,3 DG OS HSM C un tubone che copre anche il formato pieno, da 1,93kg per 26cm di lunghezza. 20 elementi in 14 gruppi, motorizzato, stabilizzato, risposta del 2014 di Sigma all'analogo Tamron che non abbiamo avuto modo di provare. Fratello stretto della versione "Sport" di Sigma che introduce questa terza categoria oltre agli Art, no compromise, ed ai Contemporary come il qui presente telezoom, che rappresentano nel catalogo Sigma non la linea meramente economica, bensi' quella nella quale i progettisti hanno dovuto produrre lo sforzo maggiore per realizzare economie di esercizio e contenere i prezzi al minimo sindacale...Perche' questo megazoom infatti costa "solamente" mille euro, che per un'escursione focale simile, indipendentemente dalla luminosita' non costante ne' esaltante, lo colloca sul piedistallo dei desiderata di tutti coloro che di fotografia sportiva si dilettano, appunto in ambito amatoriale. Le impressioni al riguardo sono nel test che abbiamo redatto e che qui abbiamo linkato. Nello step 1 abbiamo gia' parlato dell'altrettanto interessante Sigma Contemporary 100-400mm f/5-6,3 ben piu' economico di questo "cugino" della stessa serie. 21 lenti in 15 gruppi per 1160gr di peso. Stabilizzato. Cosa manca per considerare ben completo questo corredo? Un obiettivo macro dx, degno di questo ambito?Nikon, forte della sua lunga tradizione nel settore, stavolta ce l'ha anche se e' poco conosciuto, cioe' il Nikon Micro Nikkor 85mm f/3,5G ED VR DX un progetto dx del 2009 che consente a questo obiettivo una copertura equivalente ad un 128mm sul formato Fx, quindi gia' di per se' anomala in termini di focale Macro, se non bastasse il diaframma massimo un terzo di stop meno luminoso di ogni altra realizzazione Nikon del suo ambito, nonche' in diretta concorrenza per formato col piu' piccolo, compatto ed economico 40/2,8 di cui si e' detto nel primo profilo.Questo 85mm da 14 lenti in 10 gruppi, ha una buona resa ed e' dotato di VR a differenza del Micro 60/2,8 FX col quale condivide il prezzo di vendita attestato attorno ai 560 euro. I problemi di precisione dell'AF alle distanze piu' ravvicinate (RR:1:1) portano questo Micro85 a svolazzare tra infinito e minima maf anche a causa dell'assenza di un limitatore di range, presente sul piu' economico Micro40... che continuerei a consigliare se non fosse che in questo ambito dovremmo poter offrire un gradino di qualita' differente. Pensiamo che anche il nostro prosumer possa dirsi soddisfatto dell'analisi qui condotta.Che e' Nikonland-soggettiva e quindi lo puo' portare a prendere strade totalmente differenti, a partire dal presupposto di base, quello cioe' di voler adottare una reflex FX o DX.Se quest'ultima pagina e' ingloriosamente (per Nikon) popolata da obiettivi Sigma (5 su 7) non dipende da altro che dalla strana politica commerciale Nikon che se da una parte da' alla luce reflex DX degnissime di ricevere obiettivi alla loro altezza, poi se ne dimentica e porta gli acquirenti a fare delle scelte obbligate.Se a questa disamina mancano ancora tanti obiettivi alternativi ai proposti (fatta salva la cernita fatta, che ha eliminato cio' che per Nikonland risulta essere ciarpame) non vuol dire che nei mesi prossimi non possa essere integrata da articoli, foto ed opinioni nuove e che possano integrare o addirittura sovvertire i convincimenti fin qui esposti.Ce lo auguriamo e ve lo auguriamo! Max Aquila © per Nikonland 2017
  3. E' un confronto impossibile ma la nostra fantasia corre. Leica ha presentato la sua Leica SL come un prodotto destinato ai professionisti. La Nikon D5 è il prodotto di punta Nikon per i professionisti. Le due macchine, benchè concettualmente molto diverse, sono nella stessa fascia di prezzo. Quindi, perchè no ? *** Superman è dotato di superpoteri. E' superforte, ha la supervista a raggi, ha il superudito. Gli basta sollevare un pugno per volare alla velocità della luce (o anche di più ). Il suo corpo è invulnerabile. Ha un solo punto debole (gli effetti della kriptonite). E' bello, alto, orgoglioso. Non si nasconde davanti a nessuno. Volando arriva, plana e minaccia i suoi avversari. Batman, a sinistra, Superman a destra Batman è un uomo travagliato e solitario. Si muove solo di notte. E' silenzioso come le creature notturne. Arriva in silenzio e colpisce di sorpresa. Spaventa i suoi avversari con il suo battere d'ali senza nemmeno farsi vedere. Il suo marchio con il pipistrello illumina la notte. Il suo stesso costume è l'opposto di quello di Superman. E' scuro, tenebroso, un elmetto gli copre il volto per incutere terrore e per non farsi riconoscere. Non ha superpoteri. Tutto quello che sa fare deriva dalla sua forza di volontà, dall'allenamento e dalla tecnologia di cui dispone. Dove non arrivano le sue forze, arrivano i suoi formidabili dispositivi elettronici. E' micidiale, è spietato, è vendicativo, è solitario. *** Non ci siamo trasferiti alla DC Comics e non abbiamo assoldato il grande Frank Miller per la sceneggiatura di questo test. E' uno di quei confronti impossibili che possono risultare stucchevoli per i più. Ma in fondo, se ci pensiamo un attimo e riflettiamo bene insieme ... La Nikon D5 è il modello di punta, tutta muscoli e apparenza, inserita in un enorme corredo esteso da costruttori universali e che va dal 8mm fisheye al 800mm autofocus. Ognitempo, pensata per la velocità. Costosissima. Vede al buio, arriva a sensibilità siderali. Oggetto del desiderio .... ammettiamolo, anche di molti che non saprebbero effettivamente che farsene delle sue più estreme capacità, solo perchè è il top di Nikon. La Leica SL è la più efficiente delle mirrorless attualmente in produzione. E' anche essa costosissima, ha un corredo (per ora) minimale. Ha prestazioni generali elevate, che in fondo sono in grado di soddisfare il 90% delle esigenze di ogni fotografo non specializzato nello sport o nella fotonatura. Ha anche qualche capacità nascosta che manca alla Nikon D5. Dove la D5 può sfoggiare forza bruta, la Leica SL può arrivare in eleganza. Ad un concerto di musica barocca con la Nikon D5 vi caccerebbero fuori al terzo scatto. Con la Leica SL non dareste alcun fastidio. E in chiesa, ad un matrimonio ... Ecco che, senza nemmeno la kriptonite e con soli due obiettivi, la Leica SL può rappresentare una valida alternativa per chi sta puntando la Nikon D5 per questioni più di blasone che di effettiva necessità. Offrendo in cambio, ottime prestazioni e certamente un pedigree degno del suo marchietto rosso. Certo, chi non ha limiti di budget potrebbe anche comperarsele entrambe ed usarle a seconda dei casi. Ma in fondo, davvero, con una mirrorless come questa Leica non c'è molto altro da chiedere. Però, vediamone insieme pregi e difetti prima di arrivare alle conclusioni mentre vi rimando ai test più dettagliati su entrambe le macchine, già pubblicati su Nikonland : 01/04/2016 - Nikon D5 : semper fidelis (test/prova) 14/07/2016 - Leica SL : la regina delle mirrorless vista da un nikonista doc (test/prova) il Leica 24-90mm F2.8-4 si permette di essere più grosso ed imponente del pur grosso Sigma 24-105/4 OS. A livello di corpo la Leica SL è ben più compatta della Nikon D5. Ma se aggiungiamo il battery grip opzionale le cose si riequilibrano. Del resto la batteria della D5 assicura anche 8-9000 scatti nelle tipiche condizioni operative "da D5" mentre con la Leica SL non si superano di molto i 1.000. Per una giornata di lavoro una batteria sola non basta. Con la D5 la carica della batteria non è mai un problema Confronto tra i due sensori. A parità - sostanziale - di risoluzione, i due sensori presentano impostazioni totalmente dissimili. Il Leica denuncia una derivazione Panasonic o addirittura Sony. E' ISO-Invariante da 50 ISO in su (tolta una strana incertezza a 200 ISO). Quello Nikon è invece ottimizzato per dare più dinamica alle sensibilità superiori ai 1.600 ISO. Di sotto invece è praticamente cedente rispetto ad ogni altra fotocamera sul mercato. Insomma, a 50 o 100 ISO è come una portaerei nucleare costretta a gingillarsi in un lago di montagna mentre vorrebbe spingersi a 60 nodi al largo nell'Oceano per scaricare tutta la sua potenza, oppure come Superman, incatenato sotto gli effetti midiciali della kriptonite diagramma ricavato dalle misure di Photonstophotos diagramma ricavato dai dati misurati da DxO Vi assicuro che non sono differenze riscontrabili solo in laboratorio. Nella pratica di tutti i giorni io ho riscontrato l'insorgere di banding nelle zone d'ombra di immagini della D5 a bassi ISO quando si interveniene in sviluppo. La Leica SL invece sopporta (quasi) senza colpo ferire anche recuperi di 5 EV. Come dovrebbe fare ogni fotocamera di oggi. Questo fa della Nikon D5 un animale notturno ? Si e no. Nel senso che se si espone in modo allegro (verso destra) si può stare ragionevolmente tranquilli. Tanto anche salendo di ISO si sta comodi. La Leica invece non è così esuberante ad alti ISO. Per carità, va bene, benissimo, ma la D5 è un'altra cosa. Io ho stampato in A1 scatti a 12800 ISO che reggono benissimo anche un esame minuzioso. Alti ISO in pratica Nikon D5 1600 ISO 3200 ISO 6400 ISO 12800 ISO 25600 ISO 51200 ISO 102400 ISO LEICA SL 1600 ISO 3200 ISO 6400 ISO 12500 ISO 25000 ISO 50000 ISO Sviluppo in LR CC 2015.5, profilo D5 per la D5 e incorporato per la Leica. Nessuna correzione di nessun genere. Io vedo ad occhio almeno uno stop di vantaggio per la D5 (i grafici sembrano suggerire anche di più in termini di dinamica). Ma non cercate solo nella matrice di rumore le differenze, la D5 ad alti ISO (diciamo tra 1600 e 51200) mantiene una elevata dinamica con un file lavorabile e molto dettagliato. Autofocus La Nikon D5 ha il più evoluto autofocus con sensore separato che c'è attualmente sul mercato. Io non sono ancora riuscito a metterlo in difficoltà. Ma, come per tutte le reflex, la copertura dei punti AF è concentrata al centro. La Leica SL dispone di 49 punti di messa a fuoco a differenza di contrasto. Coprono buona parte del frame e normalmente il sistema è rapido, preciso ed affidabile. Ben coadiuvato da due degli zoom più belli che ci sono sul mercato. Ma in condizioni limite, in controluce, con un soggetto a bassa contrasto si impunta. Ecco comparire il riquadro rosso che vi avvisa che non c'è il focus (magari c'è ma lei non ne è sicura). Lo stesso capita in bassissima luce. La dove la D5 vede praticamente al buio, la SL incespica un pò. controluce assurdo, condizioni di luce incredibilmente sfidanti. La Nikon D5 pur con il Sigma 24-105/4, non il massimo in termini di luminosità, ha messo a fuoco senza problemi. (ISO 6400 per poter vedere qualche cosa del soggetto ....) Nikon D5, 2500 ISO, Sigma 24-105/4 a 52mm in questa situazione certo meno sfidante, con la Lieca SL ho subito avuto problemi. Quadratino rosso dell'autofocus che mi avvisava che non c'era il fuoco. Presa la D5 ho continuato a scattare senza incertezze ... Leica SL, 2500 e 4000 ISO senza problemi ma fuoco con hunting continui e segnalazione di fuori fuoco. Ho dovuto cambiare macchina dopo una manciata di scatti. e continuato il servizio con la Nikon D5 del resto come già visto nel test della Nikon D5, con un obiettivo superluminoso, si mette a fuoco anche al buio : Nikon D5, buio della cantina, 51.200 ISO, Sigma 35/1.4 ad F1.4, sensori laterali di destra sul manichino Raffica e buffer La D5 viaggia a 12 scatti al secondo. E con le memorie XQD di cui è dotata praticamente non si ferma mai. Anche la SL ha una bella raffica (10-11 al secondo che per una mirrorless è un dato fantastico). Ma io sono riuscito a saturarla. Durante una lunga sequenza non ce l'ha fatta più. Si è messa a scaricare il buffer sulla memoria (una 1000x Lexar UHS-II) ad un rateo di una foto al secondo. Ho dovuto appoggiarla da parte, continuare con la D5 per riprenderla quando ho visto che la lucina rossa aveva smesso di lampeggiare Lo ammetto, ci ho dato dentro. Ma volevo verificare questa prestazione professionale da parte della SL. Con il flash in fondo nessun problema. C'è mezzo secondo di tempo per svuotare il buffer tra uno scatto e l'altro. La modella si muove sul lampo di flash. Leica SL ma quando sono passato alla luce naturale, a 3200 ISO e scattando in continuo le cose sono cambiate. La musica di sottofondo copriva il suono dell'otturatore e la modella non sapeva più che fare ! Quindi si è rapidamente saturato il buffer. E stop. La macchina ha cominciato a scrivere sulla scheda (avevo una Lexar 1000x UHS-II non proprio la peggiore delle SD ...) ed ha smesso di operare. Ho dovuto posarla e continuare con la D5 Che naturalmente é in grado di scattare senza alcuna sosta, finchè non mi stanco io, la modella o la MUA che intanto ventilava la malcapitata ragazza con un asciugacapelli professionale ad ampia portata ... Nikon D5 non importa se vado a raffica piena e a 6400 ISO oppure con il flash. Quella non si ferma mai ... (merito anche delle XQD Lexar 2933x ). Mirino Il mirino ottico della Nikon D5 è il più bello che mi sia capitato di usare. Ti permette di inquadrare la scena, quali siano le condizioni di luce e di vederla come faresti con i tuoi occhi. Non ci sono intermediari tra te e quello che stai inquadrando. Il mirino elettronico della Leica SL é il migliore che mi sia capitato di usare. Ti permette di inquadrare la scena, quali siano le condizioni di luce e di verderla come se fosse giorno. Nel senso che se c'è poca luce, la luce viene amplificata e tu ci vedi perfettamente ! Questo è un vantaggio sensazionale in situazioni in interno, senza illuminazione artificiale. E' un pò destabilizzante se si scatta con un flash da studio ma ci si abitua ( in pratica è tutto perfettamente visibile ma appena premi il pulsante di scatto, il mirino si oscura e tu vai alla cieca) Dove la SL mostra la corda - come tutte le mirrorless a mirino elettronico - è in condizioni di fortissima illuminazione. Qui il mirino si abbaglia e oltre alla luce non si vede nulla. Inoltre, se si mantiene l'opzione, tutto sommato comoda, di previsualizzazione della foto scattata nel mirino, la resa è eccezionalmente ... contrastata e di gran lunga differente dal jpg mostrato nel display LCD (ed eccezionalmente più carica della scena effettivamente inquadrata). Bisogna fare la tara, insomma. Probabilmente si possono fare regolazioni che io non ho avuto il tempo di fare ma sicuramente si perderanno alcuni vantaggi a beneficio di altri. Insomma è il gioco dei compromessi. Siamo comunque in entrambi i casi al top disponibile oggi sul mercato. Nikon D5, Sigma 24-105/4 a 105mm, Flash Godox Witstro AD600B Leica SL, Leica 24-90, 1600 ISO : il mondo è rosa ? La tendenza ad esaltare i contrasti sui rossi e una generale resa tendente al porpora è una costante della Leica SL, qualunque sia il software di sviluppo. Connettività wireless Qui le cose sono semplici. La Nikon D5 non dispone di alcuna connettività non cablata. Per averla bisogna montare degli optional esterni, costosi e scomodi. E' lo scotto di avere una scocca "corazzata" ed "inscalfibile" come il corpo di Superman. Invece la Leica SL ha tutto quello che si può desiderare. E tutto funziona in modo intuitivo e pratico, dal GPS al Wi-FI alle App di controllo per dispositivi smart il modulo GPS della Leica SL è fantastico e funziona perfettamente. In effetti ero in Via Tortona n.2 a Milano, allo Spazioblu ... Perchè le Nikon non abbiano tutte il GPS integrato resta un mistero ... Leica SL, in studio Nikon D5, in studio Comandi Leica ha mantenuto il suo approccio minimalista secondo la propria tradizione. In pratica l'unico pulsante che riporta una indicazione è ... l'interruttore ON/OFF. Gli altri pulsanti, tranne il record del video (classico riquadro rosso), non aiutano il fotografo che si deve adeguare alla macchina o andare di memoria. Peraltro i quattro pulsanti sul dorso cambiano funzione a seconda del contesto. Una cosa che può risultare destabilizzante per uno che è abituato ad avere una funzione specifica per ogni tasto, qualunque cosa capiti. Nell'uso, per cambiare una impostazione - anche la più banale come la sensibilità - è necessario lasciare la ripresa e guardare il display, usando magari due mani per farlo. Non c'è un tasto MODE. Per passare da M ad A, ad esempio, si deve premere la ghiera posteriore e poi ruotarla, leggendo l'indicazione della modalità sul display superiore. due scatti in studio con la Leica SL e il Leica 90-280 La Nikon D5, come tutte le macchine professionali Nikon è l'esatto opposto. C'è un trilione di tasti (forse troppi) e praticamente tutte le funzioni sono evidenziate da un pitogramma. E' impossibile sbagliare, non ci si deve ricordare niente a memoria e ogni tasto ha la sua funzione. Il controllo della fotocamera può avvenire per tutte le funzioni principali, senza che l'occhio debba lasciare il mirino perchè quasi tutti i tasti di uso frequente sono a portata di indice e pollice (della mano destra) e la conferma di quanto si sta facendo avviere realtime al mirino. l'opposta impostazione dei comandi delle due macchine è di tutta evidenza a colpo d'occhio. Così come a colpo d'occhio, una delle due resta muta e in silenzio finchè non si preme qualche cosa mentre l'altra ti chiama a premere quel tasto anzichè quell'altro E' una situazione normale per i nikonisti (o per i canonisti) che invece non ha riscontro in generale nelle mirrorless correnti e in particolare in questa bella Leica. Rispetto alla gran parte delle altre mirrorless (escluse le ultime due Fujifilm) devo però ammettere che la presenza del joistick sul dorso rende facili le cose per la Leica, specie lo spostamento del punto di messa a fuoco che avviene in continuo senza la necessità di impostare alcunchè. Il joistick si usa anche per sfogliare i menù e cambiare le impostazioni. Nulla di male, in verità, e sono sicuro che per i leicisti l'impostazione Nikon sembrerà infernale. Dipende da come si è abituati e, soprattutto, se si ha una fotocamera o più d'una. Io arrivo perfino a detestare le reflex consumer Nikon perchè hanno troppe funzioni sovrapposte e molte che compaiono senza richiesta ... ! due scatti in studio con la Nikon D5 Conclusioni Bene, credo di aver evidenziato i punti di differenza che più mi hanno colpito nell'uso delle due macchine, tenete presente che ho avuto per un solo week-end la Leica mentre utilizzo quasi giornalmente da tre mesi la D5 che ho comperato dopo il di aprile test. E' il momento delle mie conclusioni. L'ho già scritto e lo ripeto, considero la Leica SL la prima mirrorless che si eleva oltre la giocattolosità di tutte le altre. Sento già levarsi cori di lagnanze dai banchi di Sony e Fujifilm. Ma mi sento di confermare quanto dico senza tema di smentita finchè non ci saranno prodotti all'altezza di questa Leica, a prescindere dal prezzo di acquisto (per Sony : ergonomia, comandi, menù, batteria, nessuno di questi elementi si può considerare accettabile per un utilizzo serio. Mentre Fujfilm finchè utilizzerà un sensore APS-C non potrà realmente alzare la voce ...). Leica SL e Leica 24-105, la vetrina di Newoldcamera a Milano e uno scorcio di una via di Milano Però di qui a fregiarsi del titolo di mirrorless professionale ce ne corre. Una macchina professionale deve rispondere sempre e in ogni condizione e, possibilmente in ogni genere fotografico, con ogni luce e senza mai lasciare in asso il fotografo. La Leica SL, pur fantastica mi ha costretto in almeno due o tre occasioni ad interrompere il lavoro per passare alla ... Nikon D5 e al momento la vedrei più adatta per la fotografia che forse è il suo genere di elezione, street, architettura, paesaggio, viaggi. Con l'unica esclusione della fotografia da cerimonia e di spettacolo e concerti. Dove la sua assoluta silenziosità può valere o meno la possibilità di scattare ! La Nikon D5 invece è una macchina che fa della prestazione assoluta la sua ragion d'essere. Il suo autofocus è imperturbabile, la sua raffica inesauribile, ogni dettaglio è curato per consentire al fotografo di fare il suo lavoro senza alcuna distrazione. fotografia in location con la Nikon D5 e il suo corredo di ottiche completo. Certo, potendo ed avendo un budget senza limiti, il massimo sarebbe averle entrambe, però dovendo scegliere ci si deve focalizzare sulle proprie effettive necessità e sulle proprie priorità secondo il proprio modo di fotografare. In sintesi : Leica SL PRO - semplicemente la migliore mirrorless sul mercato - il miglior mirino - la migliore interfaccia utente - il miglior sensore full-frame di Leica - silenziosità di scatto - batteria con autonomia decente rispetto alle altre mirrrorless CONTRO - il mirino elettronico non è ancora all'altezza di quello ottico - l'autofocus non è all'altezza della miglior reflex sul mercato - il corredo di ottiche autofocus, per quanto di elevato livello, è ancora troppo limitato e i due zoom sono ... enormi - la resa delle immagini, per quanto lavorabile in post-produzione è troppo caratterizzata - la silenziosità di scatto non è sempre un pregio (chi posa uso lo scatto dello specchio per cambiare posa/espressione) Nikon D5 PRO - semplicemente il massimo che si può avere con una reflex professionale oggi - raffica, buffer e batteria inesauribili - la più elevata dinamica ad alti ISO esistente oggi sul mercato - il miglior autofocus disponibile per una reflex - il grande corredo che spazia su tutte le focali, integrato anche da Sigma, Tamron, Tokina, Samyang oltre che da Nikon - disponibilità di profili on-camera e software in grado di rendere il file esattamente come serve sin dal momento della ripresa - dispone dei comandi e della ergonomia migliore per consentire al fotografo di fare il suo lavoro senza distrazioni, menù, doppie funzioni o tasti che cambiano funzione a seconda del contesto CONTRO - scarsa sotto gli 800 ISO - grossa e rumorosa - non dispone di alcun gadget elettronico integrato. Per avere wi-fi o gps si devono montare costosi accessori Ma non voglio essere per questo asseverante. Sono sicuro che per molti, moltissimi che magari sognano la Nikon D5, le prestazioni - in relazione al genere di fotografia che effettivamente fanno - la Leica SL basta ed avanza. E in più dona quell'aurea mitica che il marchietto rosso dà, mentre il logo Nikon è clamorosamente appassito lustro dopo lustro, a causa della miope attenzione verso il consumer, rispetto alla sua tradizione per qualità e robustezza. Un professionista della fotografia farebbe bene a farsi un check up medico adeguato prima di passare a questa Leica lasciando una D4s o una D5. Mentre un professionista che opera in un altro settore ma è un amatore in fotografia, forse potrebbe pensare a questa Leica come macchina di riferimento, considerando che la Nikon D5 non è una fotocamera per tutti, meno che meno per un utilizzo saltuario. Insomma, in fondo è bello poter scegliere. Io da ragazzo preferivo Batman, era più discreto, meno fanfarone, un personaggio molto più complesso. Adesso invece, ho scelto Superman. In fotografia non voglio pensieri, voglio potermi concentrare su quello che sto facendo ed avere la certezza assoluta che non sarà il mezzo che sto usando a mettermi in difficoltà La Leica SL che abbiamo usato per questo articolo ci è stata gentilmente concessa in prova da Newoldcamera andate a provarla prima di scegliere seguite questo link per andare alla pagina dedicata alla Leica SL su Newoldcamera NB : le immagini tratte dai trailer del film e i fumetti pubblicati in questo articolo non hanno alcuna intenzione di ledere i copyright detenuti dai legittimi proprietari. Siamo disponibili a rimuoverle in qualunque momento dietro richiesta, intendendo comunque in questa sede alimentare il mito dei due grandi personaggi e non lederne la figura.
  4. Il mio contributo per il Centenario dalla fondazione di Nikon e' gia' online da ben 11 anni ed e' relativo all'Inizio della Storia che la riguarda. Un inizio non facile, perche' si trattava di una riconversione industriale post bellica, di una guerra che il Giappone aveva perso e che lo vedeva paese occupato e smilitarizzato. Una bella storia, di ripresa economica ed industriale che ci ha portato fin qui, nel nuovo secolo del nuovo millennio a parlare ancora di Nikon Kaizen indica il miglioramento continuo nella vita personale, privata, sociale, professionale.Quando e’ applicato al posto di lavoro, kaizen significa miglioramento continuo che coinvolge dirigenti, quadri, operai allo stesso modo.All'interno dell'industria, il kaizen si applica in pratica come risoluzione immediata dei problemi che si presentano.Si deve accertare con sicurezza il luogo, gli oggetti, i contenuti che hanno a che fare con un problema. Si ritiene inopportuno, infatti, fare analisi a tavolino senza osservare come si svolgano i fatti nella realta’.Infine, la continuita’ e’ la principale caratteristica del kaizen che si oppone, in questo modo, al kakushin (innovazione).Da qualsiasi angolazione lo si osservi, e’ questo il concetto-guida che ha portato alla nascita, alla crescita esponenziale ed in tempi recenti anche alla eclissi della prevalenza delle imprese sorte nel secondo dopoguerra del XX secolo in Giappone: da dovunque lo legga, questo concetto, mi suona Nikon! E’ alla fine del 1945 che la societa’ Nippon Kogaku Kogyo Kabushiki Kaisha, che durante il secondo conflitto mondiale era arrivata ad impiegare ben 23000 persone per la costruzione autarchica del vetro ottico necessario alla macchina bellica giapponese, si ritrovo’ in un Giappone occupato dagli americani a dover riconvertire all’industria civile il know-how accumulato, ridimensionata all’estremo, con una forza lavoro di appena 1400 persone.Vennero costituiti all’interno dell’azienda una Commissione ed un Comitato con lo scopo di effettuare dei sondaggi di mercato per definire la possibilite’ di produrre fotocamere e soprattutto per valutare di che tipologia.Le opzioni erano varie ed alcune molto rischiose: l’industria fotografica dell’epoca parlava prevalentemente tedesco ed i modelli obbligati si chiamavano Rolleiflex, Leica, Contax.Superata una prima fase di sperimentazione biottica gia’ nella primavera del 1946 il gruppo di studio guidato da Masahiko Fuketa indirizzato sulle 35mm Leica a vite e Contax, inizia la progettazione di una fotocamera a telemetro e baionetta Contax dall’inconsueto formato di 24x32mm progettato sia per esigenze di risparmio (di spazio e di pellicola) ma anche perche’ proporzionalmente piu’ adatto ai formati in pollici (anglosassoni) della carta da stampa: insomma un perfetto rapporto 4:3 !Gia’ nel settembre del 1946, in anticipo sui tempi preventivati, la preproduzione della nuova fotocamera e’ ultimata, ma una serie di disguidi organizzativi fanno slittare di un anno la fase di produzione in serie, ed e’ cosi’ che nel novembre 1947 vedono la luce i primi prototipi e poi, nel marzo del 1948, che inizia la produzione continuativa del progetto classificato come ’6FB’: Nell'immagine in alto il progetto dell'otturatore a piano focale, mutuato invece che dalla tendina metallica a scorrimento verticale Contax, da quella di tessuto a scorrimento orizzontale della Leica che sembrava offrire maggiori garanzie di uniformita’ di esposizione; gli viene attribuito a questo punto il nome, operando una crasi del nome NIppon Kogaku, evitando il gia’ precedentemente utilizzato nome Nikko in favore del piu’ agile Nikon che suona cosi’ tanto Nippon e, aggiungo, assomiglia cosi’ da vicino al notorio marchio Ikon, proprieta’ della celebre Zeiss, tanto da procurare una serie di fastidi non proprio da poco al momento (successivo) della commercializzazione europea del marchio. Nikon I - 1948 Il risultato e’ quello di un apparecchio a telemetro, strutturato con un otturatore in seta gommata appunto a scorrimento orizzontale e con velocita’ da 1 secondo ad 1/500 piu’ le pose B e T La regolazione dell’otturatore, come sulla totalita’ delle macchine fotografiche dell’epoca, e’ separato in due ghiere concentriche, una dedicata ai tempi veloci, dal 1/500 al 1/20, l’altra in basso, da 1/20 ad 1’’, con un manettino da collimare nel passaggio dai tempi veloci a quelli lenti.Il formato, come detto da 24x32, consente l’effettuazione di 40 pose su di una pellicola 135.Il telemetro a sovrapposizione di immagine ha una base di 60mm (effettiva da 36mm) ed e’ collegato ad un mirino galileiano che copre l’ 85% soltanto del campo inquadrato da un obiettivo di 50mm.Alle due estremita’ del tettuccio della fotocamera i due bottoni zigrinati per l’avvolgimento ed il riavvolgimento della pellicola.Alcuni esemplari (rari e di valore!) della Nikon I vengono realizzati con baionetta a vite 39x1 Leica, ma presto questa soluzione viene abbandonata in favore della meno comune baionetta rapida Contax, per evitare la possibilita’ di usare ottiche non Nikon sulla fotocamera.Non e’ la sola baionetta ad essere copiata dalla Contax II bensi’ tutta la struttura del frontale della Nikon I, ivi compresa la rotellina di messa a fuoco rapida posta a portata di indice destro e la forma stessa della macchina,escluso il tettuccio del tutto ridisegnato, con il pulsante di scatto arretrato (stile Leica), il contapose coassiale alla ghiera di avvolgimento e, decentrata sulla sinistra, la staffa porta accessori (come questo elegante e ricercato mirino folding multiformato). L’obiettivo standard e’ un Nikkor 5cm f/2 a sei lenti ed in montatura rientrante, copia dell’equivalente Sonnar Contax, con il quale la nuova fotocamera arriva a pesare 765 grammi. I primi numeri di serie, identificativi della data di progetto cominciano per 609xx(dove 6 e’ l’ultima cifra dell’anno 1946 e 09 indica il mese di settembre):la prima matricola non prototipo sembra essere la 60922 E’ a questo punto che si innesta la vicenda piu’ interessante della moderna storia della Fotografia che mi ha stimolato a ricercare e a procurarmi le protagoniste di un cantuccio della Storia degli Uomini e delle loro guerre: parlo delle similitudini dettate dall'andamento delle trattative di Pace del secondo dopoguerra che portarono Nikon a costruire una telemetro basata (e molto somigliante) a quella Contax II che era stata la protagonista dell'informazione bellica in mano non soltanto ai tedeschi ma sopratutto all'eccellenza dei reporter alleati, quel Bob Capa che se la porto’ appresso dall'Africa alla Sicilia e fino al D-Day in Normandia e nei giorni della Liberazione di Parigi, ma che per gli eventi connessi all'armistizio e alla spartizione di Berlino, cadde con tutte le maestranze e le officine in mano sovietica e continuo’ ad essere prodotta in Ucraina a Kiev, con le stesse linee di produzione che ne avevano decretato un successo universale in Germania.Tre macchine a telemetro, la Contax prodotta fino alla fine della guerra, la Nikon tra il 1948 ed il 1959, la Kiev fino quasi alla caduta del muro di Berlino, nel 1989, probabilmente il piu’ longevo esempio di imitazione pedissequa di un manufatto... effettivamente ben riuscito, ma non certo benchmark della categoria come invece la coeva Leica a vite.Mi riservo di approfondire nello specifico, avvalendomi dei lavori gia’ pubblicati in proposito da piu’ autorevoli e documentati storici come Robert Rotoloni e Danilo Cecchi, questa affascinante storia di persone sconosciute le une alle altre, ma accomunate nel progettare e costruire un unico strumento .Nel mio piccolo tentero’ di mostrare come la passione mi abbia condotto, nel cercare di recuperare le vestigia di questo abbastanza recente passato, sebbene cosi’ radicalmente rimosso. Ma agli americani occupanti il Giappone (MIOJ=Made In Occupied Japan compare su molte flange di obiettivi e piastre macchina) non piacque il formato "monco" 24x32 della Nikon I, tanto quanto invece erano piaciuti i grandangolari 2.5, 2.8 e 3.5 alcuni dei quali costruiti anche con montatura a vite 39x1, e sopratutto i medio tele 8.5 e 13.5, quest'ultimo costruito anche con baionetta per reflex Exakta (tutte le lunghezze focali sono ovviamente espresse in cm) e pertanto commissionarono presto una seconda telemetro con lato lungo piu’ vicino possibile al formato Leica :Nikon M - 1949la Nikon M da 24x34 cm di formato, utile compromesso per non gettare alle ortiche il progetto originario, vide la luce nell'ottobre del 1949 e resto’ in produzione pochissimo, fino alla fine dell'anno seguente.Si distingue dalla Nikon I per la lettera "M" anteposta al numero di serie (primo di produzione il M609760): il primo lotto di macchine non ha le prese di sincronizzazione flash S ed F che vengono inserite sul fianco sinistro (prese a banana) a partire dal S/N 6092350 costituendo una variante, detta MS che pero’ non viene mai riportata ufficialmente sul corpo macchina o altrove: ne vengono prodotte in un anno 3300 esemplari, prevalentemente in silver-chrome: alcuni piccoli lotti vengono colorati in nero per le esigenze dei fotografi di guerra americani in Corea. Insomma, nell'arco di appena due anni dalla commercializzazione del modello I, questo ibrido tra una baionetta Contax e un otturatore Leica, fortemente voluto dai reporter di guerra americani, per evitare di dover fare ricorso alle (odiate tedesche) Leica ed Exakta, si avvia a prendere forma di marchio universalmente riconosciuto in forza delle vincenti scelte ingegneristiche e avvantaggiato dall'essere uno dei pochissimi produttori (e fornitori) di vetro ottico di pregio.Sono infatti le ottiche NK a dare la spinta piu’ forte al passo successivo, la produzione in grande serie del modello S del 1950, il piu’ moderno del progetto originario, l'ultimo con l'anomalia del formato limitato a 24x34mm. Nikon S - 1950 La sigla "S" forse indica la sincronizzazione flash ormai di serie su questo modello, con due coppie di prese a banana, contrassegnate da F ed S per Fast e Slow in relazione alle velocita’ di otturazione in uso ed alle conseguenti diverse lampade flash da utilizzare. Il primo numero di serie della Nikon S e’ 6094101 e la produzione di questo modello si protrae per cinque anni, dal gennaio '50 al gennaio '55, con una produzione totale di oltre trentaseimila pezzi, fino alla matricola 6129520, ma essendo passata per numeri anche di otto cifre, fino a 60911215, pur di mantenere il prefisso iniziale 609... continuita’ e miglioramentonella tradizione= kaizen! Tutte le S costruite entro l'8 settembre 1951, data del ritiro delle truppe di occupazione americane, portano la scritta MIOJ (made in occupied Japan) incisa sul fondello, successivamente soltanto Japan o Made in Japan. La gran parte delle S prodotte viene esportata e per questo motivo tale modello ha un valore piuttosto limitato sul mercato collezionistico: pur non essendo stato il modello piu’ prodotto e’ sicuramente risultato il piu’ popolare! Se due persone diedero impulso alla Nikon S esse furono sicuramente David Douglas Duncan, reporter di guerra per la rivista LIFE, il quale gia’ nel Maggio del 1950, dopo aver avuto a disposizione per mezzo di un corrispondente giapponese di LIFE, Miki JUN, dei negativi particolarmente interessanti per incisione e dettaglio, realizzati con il primigenio 8,5cm f/2 decise di provare tale obiettivo ed il 5,0cm f/1,5 sulle proprie Leica ed in un secondo momento, direttamente sulla S, coinvolgendo molti altri colleghi nella felice sperimentazione, fino a creare una linea diretta con la stessa Casa madre alla quale vennero spesso fatte realizzare delle modifiche ad uso e consumo esclusivo dei reporter di LIFE. La seconda persona, chiave del successo commerciale di Nikon, fu l'importatore ufficiale americano, Joe Ehrenreich che succedette nel 1953 alla Nikon Camera Company di San Francisco, impiantando invece la propria sede a New York nella Fifth Avenue (EPOI: Ehrenreich Photo Optical Industries, con un catalogo marchi diviso tra Nikon e nomi come Mamiya, Bronica, Sinar, Broncolor, Durst, Metz, Kindermann, Sigma ed altro).Fu questo imprenditore a decretare il successo commerciale della Nikon S e delle sorelle che la seguirono, fino alle piu’ famose reflex, grazie anche alla vasta serie di contatti con fotografi ed editori, in tutti i settori, dal reportage alla moda.La guerra in Corea duro’ giustappunto nell'arco di tutto il periodo di sviluppo del modello S, fino al 1953, quando i prototipi del modello successivo erano gia’ pronti per essere immessi sul mercato. Il peccato originale si chiamava formato ridotto...!Motivo per cui, la Nikon S, per quanto osannata e benvoluta restava pur sempre "quella" strana telemetro diversa dalle altre...Se poi si voleva proprio paragonarla a Contax che gia’ da anni forniva come prestazione dell'otturatore addirittura il 1/1250, beh... il 1/500 sembrava un po' pochino e se in sovrappiu’ ci si mette Leica che nel 1954 sforna la sua bellissima M3 con leva di carica rapida ed un telemetro ampliato di base, accoppiato a un mirino multifocale che in confronto all'oblo’ della S sembra un televisore... ecco che il prototipo Nikon gia’ pronto nel 1953, viene con qualche indugio modificato e nel dicembre del 1954 viene presentata la:Nikon S2 - 1954 Se per passare dal formato 24x32 della I al 24x34 della M e della S era bastato a M. Fuketa & company eliminare un piolo nell'asse di avvolgimento pellicola lasciando immutato il progetto originario, adesso l'otturatore della S2 viene totalmente rivisto allo scopo di raggiungere i fatidici 24x36mm intanto la velocita’ delle tendine viene portata fino a 16 ms, quindi, per contenere i "rimbalzi" delle tendine accelerate, viene progettato un nuovo freno di tipo a pendolo, che ne smorza le vibrazioni, causando una particolare sonorita’ di questo otturatore.(Pensate che lo stesso tipo di tecnologia e’ stato applicato alla moderna Nikon F5 per lo smorzamento delle vibrazioni dello specchio reflex!)La nuova Nikon adesso pesa meno della precedente S, grazie all'utilizzo di nuove leghe metalliche, nonostante le dimensioni della S2 siano leggermente accresciute rispetto la S.La scala dei tempi (che finalmente arriva al millesimo di secondo) si giova della moderna sequenza geometrica, sempre a due livelli: coi tempi rapidi (1000-500-250-125-60-30) e quelli lenti (15-8-4-2-1) piu’ pose B e T; la velocita’ di sincronizzazione si porta a 1/50" e compare sul fianco sinistro un unico contatto sincro pc standard. Il grande progresso nell'estetica complessiva si nota in relazione all'elegante gradino che divide in due il tettuccio tra la zona di sinistra con la ghiera di aggiustamento dei millisecondi della sincronizzazione flash con la la manovella di riavvolgimento coassiale e quella di destra dedicata ai comandi principali con la ghiera di selezione dei tempi, il pulsante di scatto e, finalmente, la grande novita’ costituita dalla leva di avvolgimento rapido che va a sostituire il pur agevole ruotone zigrinato delle precedenti RF, come da innovazione Leica sulla neonata M3. Altra innovazione sicuramente il mirino, sempre rotondo ma notevolmente piu’ luminoso sia in entrata sia in uscita rispetto a quello della S, purtroppo ancora ottimizzato soltanto per la focale di 50mm, rendendo cosi’ necessario utilizzare mirini esterniIl fattore d'ingrandimento 0,9x lo rende finalmente "lifesize" rispetto al ridotto potere del vecchio mirino della Nikon S. Di Nikon S2 vennero prodotti quasi 57.000 esemplari, a partire dal S/N 6135001 del 10 dicembre 1954 fino al S/N 6198380 del 1958, divenendo pertanto la telemetro Nikon costruita nel maggior numero di esemplari.A partire dal 1956 vengono presentati dei prototipi sui quali viene sperimentato l'impiego di un motore elettrico di avanzamento, anche se tali esemplari non raggiungono mai la produzione di serie.Al contempo viene sviluppato il progetto ottico che porterà alla luce quella meraviglia ottica che e’ il 5cm f/1.1 ... ci si prepara ad ulteriori novita’... qui dentro...ecco dove Nippon Kogaku conserva tre anni di attivita’ progettuale indirizzata fin dall'inizio del 1955 contemporaneamente su due fronti:-migliorare la S2 (impresa possibile)-innovare il sistema a telemetro (kaizen!) Ma in che modo si puo’ migliorare la S2 ?Guardando la concorrenza si puo’ obiettare che il mirino multifocale sarebbe una risposta utile al lavoro dei professionisti che devono cambiare spesso ottica sulla propria macchina, che la predisposizione al collegamento di un motore elettrico sarebbe un plus gradito a chi scatta parecchio, che inserire finalmente un autoscatto porterebbe all'acquisto molti fotoamatori, che rinnovare un'estetica "old style" alle soglie degli anni '60 parrebbe anche un buon marketing. E' per questo che da quella scatola con la scritta dorata balza fuori per prima la telemetro per i professionisti,la Nikon SP - 1957SP come S Professional, dotata di quanto auspicato prima e di molto di piu’, giacche’ con essa si gettano i ponti che porteranno solo due anni piu’ tardi alla commercializzazione della seconda parte del progetto iniziale, la reflex che spazzera’ di un sol colpo il mercato da tutte le telemetro ancora presenti (tranne una...), la Nikon F, strutturalmente identica a questa stupenda SP che non sostituisce ma affianca soltanto la S2, definendo per la prima volta in casa Nikon una bipartizione di utenza di destinazione: la Nikon SP e’ un prodotto di nicchia! Possiede un otturatore a scorrimento orizzontale prima con tendine di stoffa gommata, poi, a partire dal maggio 1959, in titanio; ha una velocita’ di traslazione delle tendine leggermente diminuita rispetto la S2 per ridurre i rischi di disuniformita’ di esposizione, un selettore delle velocita’ non piu’ sdoppiato, che finalmente non ruota durante lo scatto, una sincronizzazione flash fino al 1/60" una scala cromatica identificativa dei tempi di scatto, anche in bassa luce, grazie alla vernice verde fluorescente,ed un'estetica da urlo... che ne fa a parer mio la piu’ bella rangefinder camera mai costruita da chicchessia (parola di RFSP)! La grande innovazione e’ costituita dall'enorme mirino multifocale provvisto di selettore sul tettuccio per le focali 5 8,5 10,5 e 13,5 cm che si sovrappongono nel mirino le une alle altre, fino alla 13,5 con la quale compaiono contemporaneamente tutte e quattro All'interno della montatura unica del mirino, una seconda finestra provvede a mostrare l'inquadratura per il 2,8cm e la cornice del 3,5cm Anche la SP possiede un unico contatto sincro standard selezionabile tra X ed FP, ma a differenza della S2 possiede anche un sincro diretto sulla staffa portaaccessori Il contapose e’ adesso ad azzeramento automatico e rende possibile preselezionare rulli da 20 o 36 pose.Il frontale della macchina, completamente ridisegnato, ha costretto a decentrare il marchio e pur misurando in larghezza e profondita’ gli stessi 136mm per 43,5 della S2 adesso l'altezza e’ aumentata di poco, fino a 81mm. Le rifiniture in nero aumentano, fino a colorarne la corona esterna alla baionetta di innesto ottiche, il peso arriva a 720 grammi col 5cm f/1.4 montato. Altra innovazione non da poco, la predisposizione all'attacco del motore S36, alimentato da sei batterie da 1,5V contenute in un portabatteria separato, capace della bellezza di tre scatti al secondo con velocita’ di otturazione superiore al 1/30": da solo costava 50.000 yen da aggiungersi ai 98.000 che servivano per SP con 5cm f/1.4 La Nikon SP e’ la macchina a telemetro con la quale NK raggiunge l'apice del successo come oggetto tecnologico nella sua categoria, ma con la quale al tempo stesso gli uomini di Nippon Kogaku si rendono conto che a causa delle insormontabili difficolta’ ingenerate specie con i teleobiettivi piu’ lunghi della base telemetrica disponibile, l'era di questi apparecchi e’ rapidamente trascorsa ed e’ giunta l'ora di pensare allo sviluppo del progetto temporaneamente accantonato ma che vedra’ nella reflex F l'apoteosi della Casa di Tokio.Viene costruita in tutto in appena 22.000 esemplari a partire dal 19 settembre 1957 (S/N 6200001) per concludersi a giugno 1960 col ne’ 6232150. Nel gennaio 2005 Nikon annuncia una produzione limitata di 2500 Nikon SP riedite col Nikkor 35mm f/1.8: Ma non parliamo del prezzo, per favore... E' soltanto nel 1958 che la Nikon decide di dare una rinverdita al progetto(vincente) della S2.Il risultato e’ quello di una macchina che si affianca alla SP, portando avanti lo stesso tipo di produzione differenziata in funzione del target di clientela, secondo lo stesso presupposto che negli anni successivi vedre’ nascere le Nikkormat accanto alle Nikon F ed F2, le FM e le FE accanto alla F3 e cosi’ via. Nikon S3 - 1958 Il risultato e’ quello di una macchina che nasce attorno allo stesso otturatore della SP, lo stesso selettore dei tempi e leva di autoscatto, nonche’ le stesse predisposizioni per il collegamento col flash e con i motori elettrici.L'unica differenza degna di nota e’ contraddistinta dal mirino (fiore all'occhiello della SP), che nella S3 offre un rapporto di ingrandimento 1:1, e’ molto luminoso e copre quasi l'intero campo inquadrato da un obiettivo da 3,5cm: le uniche tre cornici ppresenti sono appunto quella per il 3,5 e quelle per il 5 ed il 10,5 cm.La finestra anteriore del mirino e’ diversa da quella della SP e consente di riallineare al centro il marchio NikonAnche peso e dimensioni sono del tutto paragonabili a quelle della SP (peraltro quasi indistinguibile anche dalla S2) Ovviamente sul tettuccio della S3 manca la ghiera di variazione delle cornici luminose che qui sono fisse nell'unico mirino. I prezzi sono analoghi a quello della S2 prima che venisse messa fuori produzione, quindi intorno agli 86.000yen col 5cm f/1.4 al momento della sua uscita sul mercato.Viene costruita in poco piu’ di 14.000 esemplari a partire dal marzo 1958 col S/N 6300001 fino al marzo 1961 quando, in conseguenza del forte successo di vendite della reflex Nikon F, la S3 viene bruscamente messa fuori produzione. Proprio a causa di questa politica commerciale, volta a favorire il lancio della reflex F, nel marzo del 1959 viene affiancato alla Nikon S3 un ulteriore semplificazione del concetto: Nikon S4 - 1959 in sostanza una S3 senza la leva dell'autoscatto, il contapose automatico, la predisposizione per il motore e la cornice per il 3,5cm... un salto nel passato per diminuire fino a 52.000yen il prezzo di vendita col 5cm f/2Purtroppo la concomitanza del lancio della Nikon F fa rifiutare al magnate Ehrenreich di importare negli USA la S4, decretandone anzitempo il suo avvenire, che si concretizza mestamente in appena seimila esemplari costruiti, tutti cromati, a partire dal S/N 650001 Bisogna ovviamente citare anche la versione speciale della S3 del 1960, modificata per ottenere su rullino standard 72 pose, con un formato da 17,5x24mm molto simile all'APS-C di molte reflex digitali dei giorni nostri... se non fosse per l'orientamento verticale del fotogramma! Nikon S3M - 1960 Tale macchina nasce per assecondare le esigenze dei fotografi sportivi al fine di ottenere un numero maggiore di scatti in sequenza rispetto quelli ordinarii.Le caratteristiche complementari di questa ultima telemetro Nikon sono assolutamente identiche a quelle della S3, mirino e cornicette comprese.Della S3M vengono pero’ costruiti appena duecento esemplari a partire dal S/N 660001 Ringraziamenti e citazioni: alla pazienza e conoscenza di storici della fotografia moderna quali Robert Rotoloni e Danilo Cecchi, le cui opere mi hanno guidato ed ispirato nella realizzazione di queste pagine. Insieme alla copiosa quantita’ di immagini per le quali ho attinto avidamente a siti basilari per la conoscenza di queste tematiche quali: Nikon Corporation (jp) mir.com Nikon Historical Society Stephen Gandy 's CameraQuest che se non ci fossero.... dovrebbero inventarli! e ci piacerebbe un giorno lo dicessero di NOI Max Aquila (RFSP) per Nikonland 2006 (C)
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